ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/05989

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 506 del 12/05/2021
Firmatari
Primo firmatario: GAGLIARDI MANUELA
Gruppo: MISTO-CAMBIAMO!-POPOLO PROTAGONISTA
Data firma: 12/05/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PLANGGER ALBRECHT MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE 13/05/2021


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA delegato in data 12/05/2021
Stato iter:
13/05/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 13/05/2021
Resoconto GAGLIARDI MANUELA MISTO-CAMBIAMO!-POPOLO PROTAGONISTA
 
RISPOSTA GOVERNO 13/05/2021
Resoconto GAVA VANNIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (TRANSIZIONE ECOLOGICA)
 
REPLICA 13/05/2021
Resoconto GAGLIARDI MANUELA MISTO-CAMBIAMO!-POPOLO PROTAGONISTA
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 13/05/2021

DISCUSSIONE IL 13/05/2021

SVOLTO IL 13/05/2021

CONCLUSO IL 13/05/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-05989
presentato da
GAGLIARDI Manuela
testo presentato
Mercoledì 12 maggio 2021
modificato
Giovedì 13 maggio 2021, seduta n. 507

   GAGLIARDI, PLANGGER. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima ha come obiettivo di accelerare il percorso di decarbonizzazione, recependo le novità contenute nel cosiddetto decreto-legge sul clima, nonché quelle sugli investimenti per il green new deal previste nella legge di bilancio per il 2020 e nel rispetto dell'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici;

   il Governo, in sede di conversione del «decreto clima», si era così impegnato ad una graduale cessazione delle centrali a carbone sul territorio italiano entro il 31 dicembre 2025;

   in tale direzione veniva prevista la definitiva dismissione, entro il 2021, dell'impianto della centrale La Spezia-Vallegrande, come d'altronde stabilito anche nel decreto di approvazione del rinnovo dell'autorizzazione integrata ambientale del 2019;

   La Spezia e la sua provincia hanno pagato per anni le pesanti conseguenze, in termini di ambiente e salute, della presenza della centrale a carbone nell'area urbana e tutta la cittadinanza si aspettava la chiusura dell'impianto. Purtroppo, a pochi giorni dalla scadenza della data prevista per la chiusura, con missiva del 18 dicembre 2020, il Ministero dello sviluppo economico comunicava ad Enel che, in base alle valutazioni di Terna S.p.a., la messa fuori servizio della centrale della Spezia potesse avvenire solo a seguito del raggiungimento nell'area nord del Paese (incluso lo stesso sito ligure) di un saldo netto tra aumenti di capacità e dismissioni pari ad almeno 500 MW, privilegiando invece la chiusura della centrale di Fusina;

   pertanto il Ministero, tenuto conto delle valutazioni di Tema e in contrasto con i precedenti impegni governativi, riteneva che, allo stato attuale, la centrale della Spezia non potesse più essere messa definitivamente fuori servizio secondo le tempistiche prospettate inizialmente da Enel. Questo, almeno, fino a quando non si fossero verificate le condizioni idonee a rendere la chiusura dell'impianto compatibile con il mantenimento della sicurezza del sistema elettrico. Il Ministero dello sviluppo economico avrebbe contestualmente comunicato al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare la necessità della proroga dei termini stabiliti per la chiusura dell'impianto –:

   se non ritenga opportuno adottare iniziative, per quanto di competenza, per la riduzione, nell'immediato dell'impatto ambientale derivante dall'uso dell'impianto della centrale E. Montale di La Spezia-Vallegrande, nel quadro del green deal europeo e del rispetto dell'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici di cui in premessa.
(5-05989)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 13 maggio 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-05989

  La tempistica di chiusura delle centrali a carbone al 2025, in linea con gli obiettivi del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (PNIEC), è stata ripresa nell'ambito dei riesami delle autorizzazioni all'esercizio (AIA) delle centrali termoelettriche, effettuati dall'ex Ministero dell'ambiente e tutela del territorio e del mare (MATTM), ora MITE, che pertanto attualmente prevedono lo spegnimento degli impianti alimentati a carbone entro il 2025, ed in alcuni casi anche in anticipo rispetto a tale termine.
  In particolare, nell'ambito del riesame dell'AIA (DEC-MIN del 06/12/2019) della centrale di La Spezia, resosi necessario alla luce della valutazione del piano di dismissione del gruppo di produzione SP3 alimentato a carbone, la società Enel ha comunicato la volontà di chiudere l'impianto in anticipo, entro il 31 dicembre 2021, e, nonostante i rilievi formulati da Tema a tale tempistica, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ora Ministero della transizione ecologica, ha comunque prescritto la messa fuori servizio della centrale entro il 2021, prevedendo che la chiusura sia prevista «fermo restando il pronunciamento del Ministero dello sviluppo economico in merito alla sicurezza ed affidabilità del funzionamento del sistema elettrico nazionale.», e che «l'unità SP3 dovrà essere fermata definitivamente entro il 2021, fermo restando l'acquisizione delle dovute autorizzazioni ambientali e industriali».
  In considerazione del suddetto quadro prescrittivo, la società Enel ha presentato all'ex MISE istanza per l'autorizzazione alla messa fuori servizio definitiva della centrale di La Spezia entro il 31 dicembre 2021.
  Il gestore di rete TERNA, a seguito delle analisi di impatto effettuate, ha affermato che la messa fuori servizio della centrale di La Spezia poteva avvenire solo a seguito del raggiungimento nell'area nord del Paese, incluso lo stesso sito di La Spezia, di un saldo netto tra aumenti di capacità e dismissioni pari ad almeno 500 MW.
  Occorre precisare che non c'è stata alcuna volontà di discriminare tra i siti di La Spezia e quello di Fusina. Infatti anche per i gruppi 1 e 2 della centrale di Fusina, nonostante i rilievi di Tema sulla tempistica fissata, il riesame AIA ha comunque disposto la cessazione dall'esercizio al 17 agosto 2021.
  Il provvedimento di diniego alla chiusura della centrale Eugenio Montale da parte della Direzione competente dell'ex MISE, ora MITE, è stato pertanto adottato in coerenza con una precisa disposizione di legge (1-quinquies, comma 1, della legge n. 290/2003) che prevede che tali decisioni siano assunte sulla base di evidenze tecniche fornite dal gestore della rete TERNA, come del resto avvenuto anche per altri siti. Ed infatti i competenti uffici dell'ex Ministero dello sviluppo economico hanno ritenuto fondati i rilievi tecnici formulati da Tema in ordine alla tempistica della prevista cessazione.
  Il diniego alla cessazione disposto dal Ministero dello sviluppo economico era peraltro non assoluto ma condizionato al verificarsi delle condizioni di fattibilità, ribadendo che la cessazione della produzione a carbone è una priorità per il Governo.
  Si rappresenta comunque che la prospettiva futura appare positiva, dal momento che recentemente sono state adottate dal MITE decisioni di VIA favorevoli per alcuni nuovi impianti di generazione a gas nella zona Nord, che consentiranno di giungere in tempi brevi alla loro autorizzazione da parte dello stesso MITE, previa intesa della regione interessata, e quindi all'avvio dei lavori di costruzione.
  Fra gli obiettivi del Governo, inoltre, è contemplata la semplificazione di tutte le procedure di autorizzazione per le opere e le infrastrutture necessarie per il PNIEC, a partire dagli impianti a energia rinnovabile.
  Pertanto, in questo quadro modificato, sono in corso ulteriori riflessioni e valutazioni tecniche, al fine di consentire di rivalutare l'istanza di chiusura della centrale di La Spezia entro l'anno, senza pregiudicare la sicurezza del sistema.