ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05217

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 445 del 23/12/2020
Firmatari
Primo firmatario: CENNI SUSANNA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 22/12/2020


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO PER IL SUD E LA COESIONE TERRITORIALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 22/12/2020
Stato iter:
20/01/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 20/01/2021
Resoconto DI PIAZZA STANISLAO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 20/01/2021
Resoconto CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 23/12/2020

DISCUSSIONE IL 20/01/2021

SVOLTO IL 20/01/2021

CONCLUSO IL 20/01/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05217
presentato da
CENNI Susanna
testo di
Mercoledì 23 dicembre 2020, seduta n. 445

   CENNI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dell'interno, al Ministro per il sud e la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:

   con la legge 29 ottobre 2016, n. 199, recante «Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo» sono state introdotte norme per garantire una maggiore efficacia all'azione di prevenzione e contrasto, con significative modifiche al quadro vigente, prevedendo la repressione penale del caporalato e la tutela delle vittime e dei lavoratori agricoli;

   nonostante tale impianto normativo, continuano comunque ad essere riscontrati periodicamente nel nostro Paese episodi di caporalato e di sfruttamento del lavoro nero in agricoltura: solo nelle ultime settimane si sono registrati casi in Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Calabria, Toscana;

   secondo l'ultimo rapporto «Agromafie e caporalato» realizzato dall'Osservatorio Placido Rizzotto della Flai-Cgil sono circa 200 mila i «vulnerabili» in agricoltura, in mano a caporali e imprenditori sfruttatori. E più di 400 mila gli irregolari tra immigrati e italiani. Si tratta di numeri in crescita: basti pensare che i «vulnerabili» erano 140 mila nel 2017 e 160 mila nel 2018;

   sono stati numerose anche le vittime registrate nel nostro Paese a causa del caporalato e della mancanza di diritti e tutele: ultima in ordine di tempo l'incidente in cui ha perso la vita a Gioia Tauro Gassama Gora, investito e ucciso nei giorni scorsi mentre rincasava a bordo di una bici dopo una giornata di lavoro senza essere neppure soccorso;

   per denunciare questo ennesimo episodio, i braccianti irregolari hanno manifestato segnalando alle autorità come per la loro comunità di migranti «non ci sono mai stati e continuano a non esserci alloggi decenti, contratti regolari, certezza e celerità nel rinnovo dei documenti. Vogliamo casa, diritti, documenti e lavoro regolare, vogliamo vivere una vita dignitosa come ogni essere umano meriterebbe». I migranti hanno inoltre ribadito il loro stato di disagio per le condizioni di vita in cui sono costretti e per il fatto che, nei loro spostamenti dalle abitazioni ai luoghi di lavoro e viceversa, siano costretti ad utilizzare mezzi non idonei per la mancanza di mezzi di trasporto pubblico locale;

   appare quindi evidente e urgente che il Governo metta in campo uno sforzo straordinario per intervenire a tutela di questa categoria di lavoratori, riconoscendo anche pienamente l'importanza del loro apporto al sistema agro-alimentare: i braccianti agricoli, in gran parte extracomunitari, rappresentano infatti una forza lavoro indispensabile per poter garantire l'approvvigionamento di prodotti per l'intera filiera e la continuità della distribuzione di moltissimi alimenti nei punti vendita dell'intera nazione;

   il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova ha recentemente sottolineato come la legge sul caporalato vada applicata interamente e non soltanto per l'aspetto repressivo, ma anche per la salvaguardia della dignità e dei diritti delle persone;

   Pietro Simonetti (del Tavolo nazionale anticaporalato – Ministero del lavoro e delle politiche sociali) ha dichiarato il 21 dicembre 2020 che è necessario «definire le misure per garantire i servizi per 45 mila lavoratori agricoli per combattere anche il caporalato e lo sfruttamento lavorativo. Il Tavolo Nazionale Anticaporalato vede presente anche il Ministero dei trasporti e infrastrutture ed ha iniziato da tempo il lavoro di mappatura delle esigenze, le modalità dei servizi necessari oltre alla bigliettazione e agli abbonamenti agevolati»;

   sul tema del caporalato sono state presentate dall'interrogante, ultimamente, tre interrogazioni ancora senza risposta: l'interrogazione n. 5-03779, presentata il 30 marzo 2020; l'interrogazione n. 3-01602, presentata il 15 giugno 2020; l'interrogazione n. 5-04591, presentata il 10 settembre 2020 –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative urgenti intenda assumere al fine di rafforzare l'attuale quadro normativo per contrastare il lavoro nero e il caporalato e per salvaguardare i diritti, le tutele, la salute e la sicurezza dei braccianti agricoli.
(5-05217)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 20 gennaio 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-05217

  Passo ad illustrare l'atto concernente la condizione di sfruttamento e di irregolarità in cui ancora versano i lavoratori, specie quelli immigrati, nel settore agricolo e sul correlato fenomeno del caporalato che si connota per la particolare condizione di sfruttamento in cui viene ridotto il lavoratore in ragione del proprio stato di bisogno.
  Al riguardo, voglio evidenziare che, al fine di contrastare il caporalato e i connessi fenomeni distorsivi del mercato del lavoro, specie nelle aree agricole, successivamente alla sottoscrizione (il 27 maggio 2016) di un apposito protocollo sperimentale denominato «Cura – legalità – uscita dal ghetto» – è stata adottata la legge n. 199 del 2016 recante: «Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo», per la piena attuazione della quale è stata messa in campo un'articolata strategia di promozione della legalità e della dignità del lavoro, che vede coinvolte una pluralità di Amministrazioni centrali e locali.
  In quest'ottica, tra le diverse iniziative già realizzate, segnalo l'attivazione – in attuazione dell'articolo 6 del decreto-legge n. 91 del 2014 – della Rete del lavoro agricolo di qualità e della relativa Cabina di regia, preordinate all'individuazione delle aziende agricole più virtuose, sulla base della verifica del possesso di requisiti normativamente previsti. Sul territorio nazionale sono inoltre state istituite, in via sperimentale, le prime sezioni territoriali della Rete.
  Per quanto riguarda i risultati attualmente raggiunti, le aziende iscritte risultano circa 4.000, con una notevole concentrazione territoriale in Puglia ed Emilia-Romagna.
  Nel Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato (2020- 2022), adottato il 20 febbraio 2020 dal Tavolo interistituzionale sul caporalato tra le azioni prioritarie dell'Asse strategico Prevenzione sono stati programmati interventi finalizzati al potenziamento della Rete del lavoro agricolo di qualità e dei compiti della stessa, alla promozione delle sezioni territoriali sulla base di una regolamentazione che ne assicuri un funzionamento efficace ed uniforme su tutto il territorio nazionale, nonché all'individuazione di meccanismi utili ad incentivare le richieste di iscrizione alla Rete.
  Tali linee programmatiche di intervento sono, dunque, finalizzate a rendere tale organismo uno strumento efficace di prevenzione e contrasto del caporalato nel settore agricolo e di promozione della qualità e della legalità nelle filiere produttive agricole.
  Inoltre, relativamente alla tematica oggetto dell'interrogazione in esame, segnalo l'avvio della procedura di ratifica della Convenzione OIL n. 184 del 21 giugno 2001 sulla sicurezza e la salute nell'agricoltura, oggetto dell'A.C. 2666.
  Lo strumento internazionale – oltre ad individuare i doveri del singolo datore di lavoro a cui è richiesto di adottare tutte le misure idonee ad evitare il verificarsi di infortuni – contempla una serie di disposizioni volte a garantire adeguati standard di tutela ai lavoratori, anche stagionali, dell'agricoltura, con specifiche previsioni in materia di tutela dei minori (art. 16 della Convenzione), di tutela della maternità (art. 18), di orario di lavoro (art. 20), nonché di accesso a servizi di assistenza sociale e ad idonei alloggi presso l'azienda agricola dove tali lavoratori siano impiegati (art. 21). La Convenzione si pone, quindi, l'obiettivo di estendere la sfera dei diritti dei lavoratori e dei correlati obblighi dei datori di lavoro in agricoltura.
  La prossima ratifica della Convenzione conferma l'attenzione del Governo sul delicato tema del lavoro in agricoltura e l'intento di rafforzare il suo impegno nelle politiche nazionali orientate alla promozione della salute e della sicurezza e all'adozione di adeguati strumenti di ispezione e monitoraggio per sostenere e tutelare i lavoratori in tale settore.
  Considerato il rafforzamento del sistema sanzionatorio avvenuto, da ultimo, anche con il D.L. n. 34/2020, posso affermare che l'insieme delle disposizioni normative risponde in maniera adeguata sia all'esigenza di modulare la risposta repressiva in ragione della necessità di tutelare la salute e sicurezza del lavoratore impiegato in nero sia alla necessità di favorire un percorso di regolarizzazione delle posizioni lavorative.
  Voglio inoltre segnalare che, a partire da febbraio 2020, l'INL ha realizzato e coordinato, in attuazione di due progetti finanziati rispettivamente dalla Commissione Europea – progetto SU.PR.EME. Italia – e dal Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali – progetto A.L.T. Caporalato! – campagne di vigilanza straordinaria in alcune zone del Sud e del Centro Italia, maggiormente interessate dai fenomeni del caporalato e dello sfruttamento lavorativo di lavoratori migranti.
  In entrambi i progetti è stato impiegato il modello multi-agenzia, che promuove la collaborazione fra soggetti - pubblici e privati - aventi competenze e ruoli distinti nelle attività di contrasto ai fenomeni in discussione, ed è stata prevista la partecipazione agli accessi ispettivi di qualificati mediatori culturali dell'OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) con il compito di favorire l'instaurazione di un rapporto di fiducia tra le autorità di controllo e i lavoratori sfruttati, al fine di incoraggiarli a collaborare e talvolta anche a denunciare gli illeciti di cui sono vittima.
  In particolare, sono state costituite task-force composte da ispettori locali, carabinieri del Comando Tutela Lavoro, ispettori provenienti da altri territori e da mediatori culturali dell'OIM. Le azioni ispettive sono state concordate e pianificate in coordinamento con le autorità locali (procure e prefetture) e con altri organi di vigilanza di volta in volta coinvolti (INPS, INAIL, Polizia di Stato, GdF, ASL, etc). Le iniziative oggetto dei progetti menzionati si inquadrano nell'ambito delle azioni previste dal Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato (2020-2022).
  Concludo rassicurando gli onorevoli interroganti che il contrasto allo sfruttamento lavorativo e al caporalato nel settore agricolo rappresenta una delle priorità dell'azione politica del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. L'atto di indirizzo del Ministro per l'anno 2021 individua, infatti, tra le priorità d'azione il potenziamento delle attività di contrasto al lavoro sommerso, allo sfruttamento e al caporalato, anche attraverso l'affiancamento alle attività di vigilanza e repressione di interventi volti alla prevenzione, alla protezione, all'assistenza e al reinserimento delle vittime.