ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/05018

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 428 del 17/11/2020
Firmatari
Primo firmatario: CIABURRO MONICA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 17/11/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA 17/11/2020


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 17/11/2020
Stato iter:
18/11/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 18/11/2020
Resoconto CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 18/11/2020
Resoconto L'ABBATE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI)
 
REPLICA 18/11/2020
Resoconto CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 18/11/2020

SVOLTO IL 18/11/2020

CONCLUSO IL 18/11/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-05018
presentato da
CIABURRO Monica
testo di
Martedì 17 novembre 2020, seduta n. 428

   CIABURRO e CARETTA. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   come noto, l'11 novembre 2020 il Parlamento europeo, con 633 voti favorevoli, ha adottato una risoluzione a supporto di un trattato bilaterale tra Unione europea e Repubblica Popolare Cinese sulla protezione di 100 prodotti con indicazione geografica (IG);

   secondo quanto si apprende a mezzo stampa, a fronte di 100 prodotti europei, l'accordo tutelerà 26 prodotti italiani, con la prospettiva di estendere l'accordo – dopo quattro anni dall'entrata in vigore – ad altri 175 prodotti;

   nel predetto accordo, al contrario dei trattati in vigore con Canada o Giappone, non risulta esplicitato il divieto di utilizzare i nomi generici in abbinamento con parole o simboli che richiamino all'italianità, aumentando esponenzialmente le possibilità di diffusione di prodotti «italian sounding», lasciando come unica via legale il ricorso al tribunale dei marchi con l'ausilio dell'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (Euipo);

   ad oggi, in Asia, sono oltre seicento i prodotti italian sounding presenti sul mercato, e tra i prodotti più imitati figurano i condimenti, salse, sughi e olio d'oliva, per il 26,8 per cento del totale, seguiti dai surgelati e piatti pronti con una quota del 19,6 per cento, dalla pasta per il 19,1 per cento ed i prodotti lattiero-caseari per il 17,5 per cento;

   nel 2018 e nel 2019 l'80 per cento dei sequestri europei di merci contraffatte ed usurpative ha avuto origine in Cina, causando perdite pari a 60 miliardi di euro per i fornitori europei;

   come noto, la Repubblica popolare cinese non rispetta e non segue le medesime regolamentazioni di sicurezza alimentare e di tutela del lavoro vigenti in Europa, ed esercita da sempre pratiche commerciali sleali e distorsive del mercato;

   il quadro vigente non fornisce adeguate rassicurazioni e tutele in merito alla effettiva tutela dei prodotti italiani a seguito dell'entrata in vigore dell'accordo tra Unione europea e Repubblica popolare cinese, in particolar modo dal punto di vista sanzionatorio –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti di cui in premessa e quali iniziative di competenza abbia intenzione di intraprendere per tutelare, alla luce dell'accordo richiamato, i prodotti made in Italy dal fenomeno dell'italian sounding, anche mediante il divieto esplicito di abbinare parole o simboli che richiamino all'italianità con nomi generici ed anche promuovendo nelle sedi competenti un quadro coercitivo e sanzionatorio chiaro e di garantita applicazione.
(5-05018)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 18 novembre 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione XIII (Agricoltura)
5-05018

  Signor Presidente, Onorevoli colleghi,

  come indicato dagli interroganti, il 14 settembre 2020, in forma virtuale a causa delle conseguenze dell'emergenza COVID, si è tenuta la cerimonia di firma dell'Accordo fra UE e Cina per la reciproca registrazione e protezione delle indicazioni geografiche.
  L'Accordo è il primo in ordine di tempo in materia di Proprietà Intellettuale con il Paese asiatico e permetterà, una volta entrato in vigore con il voto favorevole del Parlamento europeo e di quello cinese, di poter avere uno strumento efficace di tutela delle indicazioni geografiche originarie degli Stati membri dell'UE in quel Paese. Le Indicazioni geografiche sono registrate e, conseguentemente protette sia nella versione in caratteri latini che traslitterati in ideogrammi cinesi.
  L'Accordo permetterà di registrare reciprocamente, al momento della sua entrata in vigore, 100 indicazioni geografiche, aumentate dopo 4 anni da detta data, seguendo sempre l'approccio dello stesso numero di IIGG. Successivamente, se le Parti contraenti converranno, si potrà ulteriormente incrementare l'ampiezza delle liste allegate, per la reciproca protezione.
  Rilevo inoltre che le indicazioni geografiche – declinate dai Regolamenti dell'UE come DOP e IGP – sono un diritto di proprietà intellettuale, riconosciuto a livello multilaterale dall'Accordo TRIPs (aspetti commerciali connessi ai diritti di proprietà intellettuale) nel quadro dell'istituzione dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), dall'Accordo di Lisbona sulla protezione delle denominazioni di origine del 1958 e dall'Atto di Ginevra di detto Accordo, entrato in vigore il 26 febbraio 2020.
  Ricordo poi che l'utilizzo di parole, segni, immagini, elementi grafici che richiamano l'Italia o parti di essa nell'etichettatura, nella presentazione e pubblicità di prodotti concerne le pratiche commerciali e, nel caso di Paesi terzi all'UE, dipende dalla relativa legislazione vigente ove esistente, dall'interpretazione delle norme e dalle modalità della loro applicazione da parte delle competenti autorità locali, nel rispetto del principio di territorialità che ciascuna giurisdizione possiede.
  Ciò posto, mi preme evidenziare che la tutela dei nostri prodotti agroalimentari, in modo particolare di quelli più rappresentativi come i prodotti con indicazione geografica, è una delle priorità che il Governo intende perseguire non solo a sostegno dei comparti produttivi, ma anche a vantaggio dei consumatori che, attraverso un'etichettatura corretta e trasparente, possono operare una scelta consapevole.
  Sostenere i comparti agroalimentari significa anche agevolarne le esportazioni, nel rispetto di tutte le disposizioni.
  In quest'ottica, la Cina rappresenta una destinazione di grande interesse per l'agroalimentare italiano e siamo determinati a lavorare per consentire l'accesso al mercato cinese a sempre più produzioni d'eccellenza.
  In tal senso, l'Accordo Ue-Cina sulle indicazioni Geografiche, concluso dopo 10 anni di negoziati con l'individuazione, per ciascuna parte, di 100 Indicazioni geografiche cui assegnare un elevato livello di protezione assicurando la tutela da imitazioni o pratiche sleali, rappresenta un successo per entrambe le Parti ed una grande opportunità per lo sviluppo delle nostre aree rurali per presentare e valorizzare, anche all'estero, il meglio della propria produzione.
  Ai nostri consumatori offriamo così garanzie sull'origine e la qualità dei prodotti, proteggendo dalle numerose contraffazioni che dilagano nel mercato agro-alimentare. Ma il successo di ogni Intesa risiede nella sua attuazione. In questo senso la protezione delle indicazioni geografiche dovrà riguardare il mercato reale e soprattutto il sempre più fiorente mercato on line.
  A questo proposito ricordo l'efficace collaborazione tra Alibaba e l'ispettorato per la qualità e la repressione delle frodi ICQRF, giunta ormai al quarto anno di operatività, importante anche per il coinvolgimento italiano nel Comitato consultivo sulla proprietà intellettuale lanciato dalla piattaforma commerciale cinese per le piccole e medie imprese.
  L'Italia è l'unico Paese europeo che ha già registrato nelle piattaforme del gruppo Alibaba tutti i 26 prodotti DOP/IGP ricompresi nell'accordo stesso e per noi è fondamentale che la tutela dei nostri prodotti includa tutti i livelli dei «domini» web.
  Assicuro l'onorevole interrogante che sarà nostra cura continuare a seguire la tematica con estrema attenzione con l'intento di garantire sempre i nostri prodotti.