ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04727

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 403 del 06/10/2020
Firmatari
Primo firmatario: SQUERI LUCA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 06/10/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BARELLI PAOLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 06/10/2020
BALDINI MARIA TERESA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 06/10/2020
DELLA FRERA GUIDO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 06/10/2020


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 06/10/2020
Stato iter:
07/10/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 07/10/2020
Resoconto BALDINI MARIA TERESA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 07/10/2020
Resoconto BUFFAGNI STEFANO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 07/10/2020
Resoconto BALDINI MARIA TERESA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 07/10/2020

SVOLTO IL 07/10/2020

CONCLUSO IL 07/10/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-04727
presentato da
SQUERI Luca
testo di
Martedì 6 ottobre 2020, seduta n. 403

   SQUERI, BARELLI, BALDINI e DELLA FRERA. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   l'onda d'urto causata dall'emergenza sanitaria è stata enorme in particolare per le città turistiche e molte imprese si sono viste costrette a chiudere per sempre;

   a Roma un sondaggio realizzato per Confesercenti da Swg segnala che nel commercio-ristorazione, ci sono circa 90 mila imprese a rischio di chiusura già da questo autunno, anche al netto di nuovi lockdown. Secondo la Cna, a Roma sono a rischio 35 mila negozi e 100 mila posti di lavoro, dei quali 50 mila sarebbero già persi;

   a Firenze, il centro studi della Cgil stima una perdita di posti di lavoro tra i 70 mila e i 100 mila nel 2020, con conseguenze particolarmente dure per il commercio. L'associazione Ristoratori toscani afferma che, dei propri associati, entro marzo 2021 il 70 per cento sarà a casa:

   a Milano un'indagine di Confcommercio ha rivelato che il 30 per cento dei negozianti associati pensa che la propria attività potrebbe chiudere entro la fine del 2020;

   Confesercenti Campania parla di 20 mila saracinesche già chiuse. Altre 47 mila si avviano alla chiusura nei prossimi mesi;

   secondo l'Associazione Piazza San Marco, a Venezia, un'attività su 4, tra quelle associate, ha chiuso;

   in particolare, nelle tre città d'arte, Roma, Firenze e Venezia, le associazioni di settore puntano il dito contro i fitti commerciali, rimasti a livello pre-lockdown;

   il credito d'imposta per gli affitti non abitativi (mesi di marzo-giugno 2020, decreto-legge n. 34 del 2020, articolo 28) è riferito alle somme pagate e dev'essere utilizzato entro la dichiarazione dei redditi dell'anno in cui è maturato. Tali condizioni, assieme alla difficoltà di cessione al locatore o alle banche, ne rendono assai complesso l'utilizzo;

   anche i sostegni a fondo perduto (articolo 25 del decreto-legge n. 34 del 2020 e articolo 59 del decreto-legge n. 104 del 2020 per le sole attività commerciali nei centri storici) appaiono insufficienti a superare la crisi, in particolare a fronte dei rischi di un nuovo lockdown;

   non è ancora stata data attuazione al comma 2-bis dell'articolo 182 del decreto-legge n. 34 del 2020, sull'attribuzione di un codice Ateco alle attività commerciali nelle aree ad alta valenza turistica, che consentirebbe alle stesse di accedere ai sostegni specifici per il turismo –:

   quali ulteriori iniziative si intendano adottare a favore delle attività commerciali nelle aree ad alta valenza turistica e, in particolare, se non si ritenga opportuno adottare iniziative volte a favorire la ricontrattazione dei fitti commerciali, sulla falsariga di quanto previsto dall'articolo 216, commi 2 e 3, del decreto-legge n. 34 del 2020.
(5-04727)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 7 ottobre 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-04727

  Il settore ricettivo-turistico è uno dei settori strategici del Paese, che ha pagato e sta pagando la crisi dovuta all'attuale allerta pandemica. Partendo da questa consapevolezza, numerose sono le misure poste in essere dal Governo di sostegno al settore.
  In particolare, voglio ricordare il credito d'imposta sugli affitti commerciali – richiamato dagli Onorevoli interroganti e riconosciuto dal decreto Rilancio (decreto-legge n. 34 del 2020, articolo 28) per il 60 per cento dell'ammontare mensile del canone di locazione per i mesi di aprile, maggio e giugno – oltre che in compensazione, può essere anche ceduto al locatore o al concedente o ad altri soggetti, compresi istituti di credito e altri intermediari finanziari.
  Il decreto Rilancio ha previsto inoltre l'esonero del pagamento di tasse e canoni per le occupazioni di suolo pubblico (Tosap-Cosap), in favore di bar ristoranti, discoteche e altri pubblici esercizi. Misure prorogate dal decreto Agosto (decreto-legge n. 104 del 2020) fino ai 31 dicembre 2020, per le attività di ristorazione e somministrazione di bevande.
  Sono state inoltre introdotte semplificazioni burocratiche per il rilascio di nuove concessioni di suolo pubblico o per l'ampliamento di quelle già concesse.
  Per quello che riguarda specificamente il settore turistico, si ricordano le misure introdotte dal decreto Rilancio, in particolare: la cosiddetta tax credit vacanze, nonché l'istituzione, presso il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (MIBACT), di un «Fondo emergenze imprese e istituzioni culturali», con una dotazione di 210 milioni di euro per l'anno 2020.
  In questi ultimi mesi, poi, sono state adottate specifiche misure di sostegno alle imprese, trasversali agli specifici settori produttivi. Il solo decreto Rilancio ha previsto lo stanziamento di:
   12 miliardi per il pagamento dei debiti commerciali degli enti locali, delle regioni e delle province autonome nei confronti delle imprese;
   6 miliardi per contributi a fondo perduto a favore di società e imprese individuali con ricavi fino a 5 milioni di euro, erogati dall'Agenzia delle Entrate e parametrati al calo del fatturato sul mese di aprile 2020 rispetto al corrispondente mese del 2019, superiore al 33 per cento. Si tratta di un contributo minimo di 2000 euro per le società e di 1000 euro per l'impresa individuale, cumulabile col bonus INPS;
   4 miliardi per cancellare definitivamente il saldo 2019 e l'acconto 2020 dell'Irap di giugno e luglio per tutte le imprese con fatturato annuo fino a 250 milioni di euro;
   4 miliardi per finanziare ulteriormente il Fondo di Garanzia per le Pmi, che si aggiungono alle risorse già stanziate nei decreti Cura Italia e Liquidità per arrivare ad un ammontare complessivo di circa 7 miliardi;
   600 milioni per ridurre nel 2020 i costi fissi delle bollette elettriche per le utenze non domestiche in bassa tensione.

  Gli Onorevoli interroganti lamentano inoltre la mancata attuazione dell'articolo 182, comma 2-bis del decreto Rilancio (decreto-legge n. 34 del 2020) mirato all'attribuzione di un codice ATECO specifico nell'ambito di ciascuna attività economica operante nelle aree ad alta densità turistica, mediante l'introduzione di codifiche che ne evidenzino il nesso territoriale. Ebbene, come riporta lo stesso comma 2-bis, la classificazione è demandata all'ISTAT, il quale si avvale, tra l'altro, della classificazione relativa alla territorialità delle attività turistico-alberghiere di cui all'allegato 3 al decreto del Ministro delle finanze 26 febbraio 2000, delle rilevazioni sulla capacità di carico turistica effettuate dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, nonché di eventuali indicazioni dei Comuni.
  In proposito, informo che lo scorso 17 settembre l'ISTAT ha provveduto a definire una classificazione delle attività economiche con riferimento alle aree ad alta densità turistica e che sul sito istituzionale dell'Ente è possibile consultare la nota esplicativa, la nota metodologica e le tavole relative a tutti i comuni italiani che riportano la loro classificazione secondo «categoria turistica prevalente» e secondo «densità turistica».
  Quanto all'adozione di misure volte a favorire la ricontrattazione dei affitti commerciali (che l'articolo 216, commi 2 e 3 del decreto Rilancio ha già previsto per gli impianti sportivi) resta ferma la disponibilità, nei limiti di competenza, a dare un sostegno anche in tale ambito, fermo restando le competenze specifiche di altri Dicasteri sul punto.