ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04448

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 380 del 27/07/2020
Firmatari
Primo firmatario: BENDINELLI DAVIDE
Gruppo: ITALIA VIVA
Data firma: 27/07/2020


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 27/07/2020
Stato iter:
28/10/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 28/10/2020
Resoconto MORASSUT ROBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 28/10/2020
Resoconto BENDINELLI DAVIDE ITALIA VIVA
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 27/07/2020

DISCUSSIONE IL 28/10/2020

SVOLTO IL 28/10/2020

CONCLUSO IL 28/10/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04448
presentato da
BENDINELLI Davide
testo di
Lunedì 27 luglio 2020, seduta n. 380

   BENDINELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   ormai da quasi due anni i territori delle rive del Garda sono al centro delle cronache per il nuovo sistema di depurazione del lago: tema che interessa non solo i cittadini e gli amministratori delle comunità locali, ma anche le regioni che vi si affacciano e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, considerando che il bacino, oltre a rappresentare una risorsa inestimabile dal punto di vista turistico e ambientale, racchiude circa il 40 per cento delle acque dolci della Penisola;

   l'impianto attuale, costruito negli anni Settanta, e che ha un unico punto di raccolta finale a Peschiera del Garda con scarico sul Mincio, ha assolto egregiamente ai suoi compiti. Tuttavia, con il passare del tempo, sono andate emergendo una serie di problematiche: le tubature subacquee attraverso cui passano gli scarichi hanno urgente bisogno di manutenzione, e sono vicine al loro «fine vita» infrastrutturale; l'impianto è divenuto sotto-dimensionato rispetto all'utenza: concepito per far fronte a una domanda di 320 mila abitanti circa, si trova oggi a servire mezzo milione di persone; infine, può accadere che l'impianto non riesca a garantire la separazione fra acque bianche e acque nere, così facendo affluire direttamente queste ultime al lago senza trattamento;

   il nuovo progetto al quale si sta lavorando prevede di scavalcare le colline moreniche – superando un dislivello di 150 metri – per trasferire tutti i reflui fognari nel fiume Chiese, facendoli confluire in due nuovi impianti (Gavardo e Montichiari). Da quanto riportato, il costo dell'opera sarebbe stimato attorno ai 230 milioni di euro, di cui 100 pubblici, e gli altri a carico degli utenti con oneri in bolletta;

   nel corso degli ultimi mesi, in occasione dei diversi incontri e tavoli tecnici svoltisi, si sono andate delineando però una serie di perplessità;

   numerosi i nodi sul tappeto: la convenienza costi-benefici di un impianto che scavalchi le colline e trasferisca da un bacino idrico all'altro i reflui, rispetto alla manutenzione dell'impianto già esistente; la capacità del bacino del Chiese di sostenere i nuovi tributi di acque e scarichi, considerando che si tratta di un bacino già fortemente provato dalle coltivazioni intensive e dalle strutture industriali; la quantificazione effettiva dei costi in bolletta per gli utenti; la complessiva sostenibilità ambientale dell'operazione; la necessità di assicurare la purezza delle acque del Garda; la tutela della salute di tutte le popolazioni coinvolte –:

   quali determinazioni il Ministro interrogato intenda assumere, per quanto di competenza, in argomento.
(5-04448)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 28 ottobre 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-04448

  Con riferimento alle questioni poste, occorre, innanzitutto, rappresentare che in data 28 dicembre 2017 è stato sottoscritto dal Ministero dell'Ambiente, dalla Regione Veneto e dalla Regione Lombardia il «Protocollo d'intesa finalizzato alla realizzazione delle nuove opere per il collettamento e la depurazione del Lago di Garda». È stata altresì stipulata una Convenzione Operativa tra il Ministero dell'ambiente, la Regione Veneto, la Regione Lombardia, l'Ufficio d'Ambito di Brescia, il Consiglio di Bacino Veronese e l'Associazione temporanea di scopo Garda Ambiente per dettagliare le procedure, le modalità di trasferimento delle risorse, il monitoraggio, il controllo e la rendicontazione degli interventi. Con tale Convenzione Operativa i firmatari si sono impegnati a garantire la realizzazione coordinata del programma operativo di infrastrutturazione delle opere di collettamento e depurazione relative al servizio idrico integrato in modo da renderle adeguate alle necessità di un territorio a forte vocazione turistica è funzionali, a garantire la sicurezza ambientale e la tutela quali – quantitativa del Lago di Garda.
  Il valore della citata Convenzione Operativa è pari a complessivi 220.000.000,00 euro, di cui 100.000.00,00 euro stanziati dal Ministero dell'ambiente a valere sulle risorse dell'articolo 1, comma 140, della legge n. 232 del 2016.
  Il progetto complessivo prevede che le suddette opere, per la sponda veronese del Lago, verranno attuate per il tramite del Consiglio di Bacino Veronese mentre per quanto attiene alla sponda bresciana verranno attuate per il tramite dell'Ufficio d'Ambito di Brescia.
  Pertanto, con provvedimento dirigenziale del 4 giugno 2018, il Ministero dell'ambiente ha approvato i suddetti atti e impegnato complessivi 100.000.000,00 euro, di cui:

   40.000.000,00 euro a favore del Consiglio di Bacino Veronese;

   60.000.000,00 euro a favore dell'Ufficio d'Ambito di Brescia.

  Per quanto attiene alla sponda veronese, con Deliberazione dei Comitato Istituzionale n. 25 del 2 luglio 2020, il Consiglio di Bacino Veronese ha approvato il progetto definitivo «Interventi di riqualificazione del sistema di raccolta dei reflui nel bacino del lago di Garda – sponda veronese».
  Per quanto, attiene, invece, le scelte progettuali sulle opere da realizzare nella sponda bresciana in una prima ipotesi con impianto di depurazione terminale collocato a Visano, all'esito del confronto di alcuni scenari alternativi operato da uno studio commissionato all'Università di Brescia, è stato redatto nel 2018 un progetto preliminare di fattibilità tecnica ed economica.
  La soluzione inizialmente presentata dall'Ufficio d'Ambito di Brescia, ossia la realizzazione del depuratore terminale a Visano, infatti, aveva evidenziato una serie di criticità tra cui la mancata disponibilità del sito per il depuratore di Visano. Inoltre, anche l'ipotizzato ampliamento del depuratore di Peschiera presentava diffuse e importanti criticità nella realizzazione del collettamento verso l'impianto di tutta la parte lombarda: nonché la necessità di acquisire un'area del demanio militare.
  Il Gestore, pertanto, ha ritenuto di proporre l'ulteriore soluzione dei due depuratori a Gavardo e Montichiari che, come riferito dall'ATO di Brescia, è stata esaminata, valutata e portata alla approvazione del Consiglio di amministrazione. Nella seduta della Conferenza dei Comuni, tenutasi il 23 ottobre 2018, veniva data comunicazione delle variazioni intervenute ed approvate dal predetto Consiglio di amministrazione. Sempre secondo quanto riferito dall'ATO, il verbale è stato inviato a tutti i Sindaci, dei Comuni interessati e non sono mai state sollevate questioni o richieste di rettifica dopo l'invio.
  La decisione di procedere ad una variazione della soluzione depurativa allegata all'Accordo con il Ministero dell'ambiente era stata peraltro, anticipata alla Cabina di Regia del 9 ottobre 2018 a causa delle incertezze dovute alla disponibilità dell'impianto e delle aree di Visano oggetto di vicende giudiziarie. Come emerso nel corso: della Cabina di Regia, in seguito alla valutazione da parte dell'Ufficio d'Ambito di Brescia delle alternative progettuali attraverso uno studio commissionato all'Università di Brescia, si è giunti alla diversa soluzione prospettata che prevede, oltre all'adeguamento dell'esistente sistema di collettamento, la costruzione di un nuovo impianto di depurazione nel Comune di Gavardo, a servizio dei Comuni rivieraschi dell'alto lago, la realizzazione di un nuovo collettore tra Lonato e Montichiari e il potenziamento dell'attuale depuratore di Montichiari a servizio dei Comuni bresciani del medio e basso lago, ad eccezione di Sirmione e Desenzano (collettati a Peschiera insieme ai Comuni della sponda veronese).
  Questo scenario, che prevede come recapito finale dell'affluente dal depuratore di Gavardo il fiume Chiese o il Naviglio Bresciano e, per quello che verrà costruito a Montichiari, il fiume Chiese, consentirebbe la dismissione in tempi brevi del collettore sublacuale, già al termine del primo stralcio realizzativo, ovvero il collettamento dell'alto Garda lombardo, al contrario della prima ipotesi del collettamento all'impianto di Visano, che avrebbe consentito tale dismissione solo al completamento di tutti i lavori. Il nuovo scenario è stato inoltre ritenuto preferibile da parte degli Enti proponenti anche a seguito dell'analisi sui siti alternativi per l'ubicazione degli impianti di depurazione ai fini della VIA. Tale valutazione integrata ha considerato aspetti impiantistici, economici, ambientali e vincolistici, aggiornando e integrando, rispetto al precedente studio preliminare del 2018, l'incidenza dei costi, stante il completamento del progetto, nonché quanto emerso circa lo stato di consistenza della condotta sublacuale a seguito dei riscontri e dei lavori di manutenzione straordinaria eseguiti nel frattempo.
  Il Ministro dell'ambiente, al fine di verificare le preoccupazioni emerse sulla realizzazione dell'opera in oggetto da parte dei Comuni afferenti la sponda bresciana lungo il fiume Chiese, il 20 febbraio scorso ha incontrato alcuni Sindaci e successivamente a tale incontro e a seguito della riunione della Cabina di Regia del 27 febbraio, è stato istituito il 1° giugno 2020 un Tavolo tecnico a latere della stessa Cabina di Regia. Occorre al riguardo precisare che l'obiettivo del Tavolo è stata la verifica dei possibili impatti ambientali delle opere di collettamento e depurazione di Gavardo e Montichiari nella sponda bresciana sui corpi idrici recettori ed in particolare del fiume Chiese, onde individuare eventuali prescrizioni tecniche da riportare in Cabina di Regia e da far recepire nelle successive fasi progettuali delle opere per mitigare gli impatti ambientali e non la verifica circa la correttezza della scelta comparativa effettuata sulla localizzazione dei depuratori, riservata all'ATO di Brescia, in ossequio alla normativa regionale vigente. A questo Tavolo hanno partecipato, oltre ai firmatari della Convenzione Operativa e del Protocollo di Intesa, l'Autorità di Bacino del Distrettuale del fiume Po, l'Arpa Lombardia, il Consorzio di bonifica Chiese, il Consorzio di bonifica Garda Chiese, due rappresentanti designati dai Comuni del bacino del fiume Chiese, nonché i Sindaci dei Comuni di Montichiari, Gavardo e Muscoline.
  Al riguardo, il Ministero dell'ambiente, ad aprile scorso, ha richiesto informazioni all'Autorità di bacino distrettuale del Fiume Po sulle iniziative in corso, sugli aspetti ambientali che le nuove opere di collettamento e depurazione previste nella parte bresciana avranno sui corpi idrici recettori, in particolare sulla qualità del fiume Chiese e sulla sua portata, nonché informazioni sugli scarichi abusivi presenti nel territorio. L'Autorità di Bacino ha evidenziato la necessità, di realizzare soluzioni efficaci ed urgenti, in funzione di alcuni aspetti ambientali, ossia: la precarietà dello stato in cui versano le condutture sublacuali dei due collettori; le procedure di infrazione comunitaria per un elevato numero di agglomerati della provincia di Brescia, causate da carenze nel collettamento e nella depurazione, che potrebbero essere risolte anche mediante la riorganizzazione del collettamento in impianti di depurazione progettati o ammodernati secondo le tecnologie più all'avanguardia, a beneficio anche di un miglioramento della qualità delle acque del fiume Chiese; la carenza quantitativa di acqua, soprattutto per uso irriguo, che si manifesta nel periodo estivo nel bacino del fiume Chiese, la quale potrebbe essere in parte compensata dalla progettazione del nuovo impianto di depurazione e del riuso diretto e/o indiretto in agricoltura delle acque depurate, così come già previsto dal progetto e in linea con gli indirizzi strategici della Commissione Europea in merito.
  Nel corso dell'ultima seduta del Tavolo tecnico, all'esito degli approfondimenti istruttori svolti dai tecnici ed esperti del Ministero, sulla base di tutta la documentazione agli atti, è emersa la compatibilità della soluzione adottata dei depuratori a Gavardo e Montichiari per la sponda Lombarda, con il corpo idrico ricettore del Chiese. Dai contributi forniti, in particolare dal Distretto del Po e dai Comuni interessati, sono emerse, comunque, delle criticità dello stato ambientale del fiume Chiese, indipendenti dalla realizzazione dei depuratori, dovute sia alla forte pressione antropica, sia al considerevole utilizzo della risorsa ed alla necessità di dare adeguata sistemazione a tutti gli scarichi sul corso d'acqua nel tratto a valle del lago d'Idro e fino alla posizione prevista dell'impianto di Montichiari. Si è pertanto ritenuto necessario formulare, nel quadro della compatibilità del fiume Chiese a ricevere gli scarichi dei due depuratori in progetto, delle prescrizioni che sono state portate all'attenzione della Cabina di Regia.
  Si è dunque all'inizio di un percorso che prevede dei procedimenti autorizzatori all'interno dei quali potranno essere rappresentate e risolte le ulteriori criticità manifestate dai territori.