ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04404

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 376 del 21/07/2020
Firmatari
Primo firmatario: DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 21/07/2020


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 21/07/2020
Stato iter:
22/07/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 22/07/2020
Resoconto DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 22/07/2020
Resoconto DEL RE EMANUELA CLAUDIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 22/07/2020
Resoconto DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 22/07/2020

SVOLTO IL 22/07/2020

CONCLUSO IL 22/07/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-04404
presentato da
DELMASTRO DELLE VEDOVE Andrea
testo di
Martedì 21 luglio 2020, seduta n. 376

   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 20 luglio 2020, il motopeschereccio italiano «Furore», con a bordo quattro italiani tutti di Manfredonia, è stato intercettato e sequestrato dalle motovedette croate a circa 55 miglia a nord di Vieste con l'accusa di attività di pesca all'interno delle acque nazionali croate;

   il peschereccio è stato condotto presso il porto dell'isola di Vis, attraccata e controllata dalle autorità croate, in attesa del processo per direttissima;

   la barca è stata presa in acque internazionali dove la capitaneria italiana poteva intervenire;

   secondo quanto riferisce l'armatore, si tratterebbe di uno sconfinamento accidentale dovuto al maestrale, valutato dai croati intorno ai 5 o 6 minuti. Il comandante se ne è accorto subito e ha raddrizzato la barca, rientrando in acque internazionali, ma l'imbarcazione è stata bloccata e portata nell'isola di Vis;

   dallo sconfinamento non sarebbe derivato alcun guadagno, perché per avere una utilità le calate delle reti devono essere di 3 o 4 ore;

   gli strumenti di navigazione attuali consentono di vedere tutti i tracciati, anche quanto tempo è stata la barca oltre il confine;

   negli ultimi mesi si sarebbero verificati almeno tre episodi simili che hanno visto protagoniste altre imbarcazioni italiane sequestrate dalle autorità croate per sconfinamenti nelle acque territoriali;

   data l'esiguità dello sconfinamento, la reazione croata risulta essere decisamente sproporzionata e assume contorni ancora più inquietanti in quanto proveniente da uno Stato membro dell'Unione europea –:

   se il Governo intenda protestare formalmente con il Governo croato per quanto avvenuto, convocando l'ambasciatore in Italia, al fine di consentire ai nostri connazionali di rientrare immediatamente in Italia e ottenere le scuse formali dalle autorità croate per quanto commesso.
(5-04404)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 22 luglio 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-04404

  Il fermo del motopeschereccio «Furore» è avvenuto il 20 luglio. L'imbarcazione sarebbe entrata per 236 metri nelle acque territoriali croate presso l'isola di Busi.
  Dagli elementi forniti dalle Autorità croate al nostro Consolato a Fiume risulta che, a fronte del fermo intimato, il motopeschereccio italiano avrebbe invertito la rotta procedendo verso le acque internazionali. Qui, alle ore 9:07, l'imbarcazione è stata fermata da un'unità navale croata, a circa mezzo miglio dalle acque territoriali della Croazia. In quell'area, insieme al «Furore», vi erano altri tre pescherecci italiani. Secondo le Autorità croate le altre imbarcazioni italiane non erano tuttavia entrate nelle acque territoriali di Zagabria.
  Una volta eseguito il fermo dell'imbarcazione, al Capitano del motopeschereccio «Furore» è stato intimato di dirigersi verso il porto croato di Lissa, Vis in lingua locale, per procedere con le contestazioni formali.
  In un primo momento, il Capitano ha opposto un rifiuto, adducendo ragioni di salute personale non compatibili con la situazione epidemiologica in Croazia. Ricevuta assistenza medica, il Capitano del motopeschereccio «Furore» ha quindi fatto rotta su Lissa, dove l'imbarcazione è stata posta sotto sequestro giudiziario. Il personale è stato rinviato a giudizio per ingresso illegale nelle acque territoriali croate e per pesca illegale.
  Come da procedura consolidata, il processo in questione si è svolto per direttissima ieri, 21 luglio. Il Tribunale croato ha condannato il Comandante al pagamento di una sanzione pari a 14.400 kune (l'equivalente di 1.900 euro) e ciascun membro a una multa pari a 2.400 kune (318 euro). Il peschereccio è già ripartito per l'Italia.
  Le Autorità croate hanno sostenuto con il nostro Consolato che il «Furore», già nel 2018, si fosse reso responsabile di ingresso illegale nelle acque territoriali croate, anche se all'epoca non lo avevano fermato.
  Il caso non è comunque isolato. Si tratta di una dinamica ben nota, da molti anni. Come ricordato anche dall'Interrogante, negli ultimi due mesi risultano altri tre fermi di imbarcazioni italiane per ingresso illegale in acque territoriali croate e pesca illegale. La procedura adottata dalle Autorità di Zagabria prevede, appunto, il fermo giudiziario e il processo per direttissima dell'equipaggio, permettendo alle imbarcazioni e agli equipaggi italiani di rientrare in Italia, in media nell'arco di 48 ore dal fermo come in questo caso. Il ripetersi di casi analoghi è probabilmente motivo del particolare rigore usato in questo caso dalle autorità croate nell'esercizio di facoltà loro riconosciute dal diritto internazionale.
  Il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale continuerà a prestare assistenza alle nostre imbarcazioni, agli armatori e agli equipaggi.
  La Farnesina sta altresì svolgendo un'attenta valutazione degli interessi italiani nelle acque circostanti le nostre coste, con particolare riguardo alle aree marittime di interesse esclusivo nazionale e ai diritti storici che potrebbero essere riconosciuti ai pescatori italiani.