ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04247

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 361 del 24/06/2020
Firmatari
Primo firmatario: BARZOTTI VALENTINA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 24/06/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
INVIDIA NICCOLO' MOVIMENTO 5 STELLE 24/06/2020


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 24/06/2020
Stato iter:
25/06/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 25/06/2020
Resoconto BARZOTTI VALENTINA MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 25/06/2020
Resoconto PUGLISI FRANCESCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 25/06/2020
Resoconto BARZOTTI VALENTINA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 25/06/2020

SVOLTO IL 25/06/2020

CONCLUSO IL 25/06/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-04247
presentato da
BARZOTTI Valentina
testo di
Mercoledì 24 giugno 2020, seduta n. 361

   BARZOTTI e INVIDIA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   nel corso della pandemia da COVID-19 milioni di italiani si sono trovati improvvisamente a lavorare in modalità agile;

   nello specifico, si stima che i lavoratori coinvolti siano stati circa 2 milioni nell'amministrazione pubblica e altrettanti nel privato;

   si tratta di una rivoluzione avvenuta senza preparazione, con i tempi stretti dettati dall'emergenza sanitaria;

   per favorire una modalità di lavoro finalizzata a limitare gli spostamenti e il rischio contagio, il governo ha previsto nei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri delle deroghe a quanto prevede la legge n. 81 del 2017 sul lavoro agile, confermate nel «decreto rilancio» fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19;

   è evidente che il lavoro agile rappresenta una leva strategica per l'innovazione sia nel settore privato sia nella pubblica amministrazione, valorizzando le opportunità offerte dagli strumenti tecnologici e dai nuovi processi di digitalizzazione per conseguire risultati di maggiore benessere organizzativo e di pari opportunità;

   tuttavia, questa modalità di lavoro porta con sé tutta una serie di rischi e vulnerabilità che attengono alla dimensione della persona e, in particolare, alla dignità sul luogo di lavoro;

   se è vero che lavorare in parte all'interno e in parte all'esterno dei locali aziendali permette ai soggetti interessati di godere di una maggiore flessibilità e di instaurare una dimensione lavorativa informata alla responsabilizzazione e alla fiducia, i rischi legati all'estrema pervasività delle nuove tecnologie non debbono essere sottovalutati, se si vuole evitare che l'innovazione tecnologica possa tradursi in un fattore di regressione della tutela dei diritti della persona;

   è ormai imprescindibile un intervento definitorio sul concetto generale del diritto di disconnessione che costituisce presupposto di fatto del diritto alla salute e del diritto alla privacy sul luogo di lavoro;

   contestualmente, non è più procrastinabile l'adozione di soluzioni condivise sulla prevenzione dei rischi relativi alla connettività del lavoratore e agli eccessi di essa, tenendo altresì conto del fatto che l'incessante evoluzione tecnologica preclude una netta distinzione tra strumenti di controllo e strumenti di lavoro;

   infine, è necessario che in questa fase di rilancio vengano incentivate strutture dove sia effettivamente possibile lavorare in mobilità e, più in generale, in modalità smart –:

   quali siano le iniziative in corso nonché quelle di medio e lungo periodo per promuovere una modalità di lavoro smart e, al contempo, per affrontare i rischi che il lavoro da remoto porta con sé.
(5-04247)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 25 giugno 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-04247

  Con il presente atto parlamentare, l'Onorevole interrogante chiede quali siano le iniziative che il Ministero del Lavoro intende intraprendere per promuovere lo smart working e al tempo stesso per limitare i rischi di una prestazione lavorativa effettuata da remoto.
  Il lavoro agile, recepito nel nostro ordinamento da circa tre anni, ha conosciuto un utilizzo senza precedenti a causa della situazione emergenziale verificatasi a seguito della diffusione del virus Covid-19. Infatti tale strumento ha consentito la prosecuzione di tutte quelle attività lavorative eseguibili a distanza, con innegabili benefici per l'intera collettività realizzando il contemperamento delle esigenze di tutela della salute pubblica e di salvaguardia dell'economia nazionale. In tale situazione contingente, il Governo si è trovato nella necessità di adottare temporanee misure derogatorie di semplificazione, che hanno permesso il ricorso al lavoro agile anche in assenza dei presupposti previsti dalla legge n. 81 del 2017. Infatti l'articolo 19, comma 1, della legge in discorso, individua i tempi di riposo dei lavoratori e le misure tecniche e organizzative necessarie per assicurare la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche quali necessari aspetti di natura organizzativa legati allo svolgimento delle prestazioni in modalità agile.
  Il diritto alla disconnessione invocata dall'interrogante, che garantisce che il lavoro agile non si trasformi in uno strumento di controllo e di pressione da parte del datore di lavoro è già contemplato nella normativa attualmente vigente. Diversamente, per quanto riguarda il pubblico impiego, in questo settore il lavoro agile è stato definito dall'articolo 87 del decreto n. 18 del 2020, quale modalità ordinaria di svolgimento della prestazione di lavoro fino alla cessazione dell'emergenza da COVID-19. Successivamente, con l'articolo 263 del DL n. 34/2020, cosiddetto «decreto Rilancio», proprio nella prospettiva di suggerire un cambio di passo al termine dell'emergenza, al fine di dare nuovi indirizzi e risposte strutturali sul tema, è stato stabilito che le pubbliche amministrazioni provvedano ad organizzare il lavoro dei propri dipendenti e l'erogazione dei servizi attraverso la flessibilità degli orari di lavoro, rivedendone l'articolazione giornaliera e settimanale e introducendo modalità di interlocuzione programmata anche attraverso soluzioni digitali e non in presenza con l'utenza. Per il medesimo scopo è previsto che ulteriori modalità organizzative, che potrebbero comprendere anche quelle evidenziate dall'onorevole interrogante, siano individuate con uno o più decreti del Ministro della pubblica istruzione.
  In conclusione, il Governo è pienamente consapevole dei potenziali vantaggi connessi all'utilizzo diffuso del lavoro agile, che si potrebbe tradurre in benefici sia per i lavoratori, in termini di miglioramento della conciliazione vita-lavoro, sia per le aziende in termini di aumento della produttività, fermo restando la tutela delle donne lavoratrici, che non devono essere penalizzate da questa modalità di lavoro.
  È dunque intenzione di questo Governo quello di riformare l'attuale disciplina del lavoro agile, promuovendo la diffusione dello strumento affinché sia possibile determinare in maniera più oggettiva performance e produttività del lavoro, garantendo, al contempo, l'effettività del diritto alla disconnessione e un'adeguata formazione per i lavoratori. L'obiettivo prioritario è quello di aggiornare il quadro delle regole e delle tutele, affinché il lavoro agile possa costituire una componente essenziale per un mondo del lavoro più moderno, inclusivo e flessibile.