ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04014

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 343 del 20/05/2020
Firmatari
Primo firmatario: BAGNASCO ROBERTO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 20/05/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NOVELLI ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 20/05/2020
MUGNAI STEFANO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 20/05/2020
BOND DARIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 20/05/2020
VERSACE GIUSEPPINA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 20/05/2020
BRAMBILLA MICHELA VITTORIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 20/05/2020


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 20/05/2020
Stato iter:
21/05/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 21/05/2020
Resoconto BAGNASCO ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 21/05/2020
Resoconto ZAMPA SANDRA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 21/05/2020
Resoconto BAGNASCO ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 21/05/2020

SVOLTO IL 21/05/2020

CONCLUSO IL 21/05/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-04014
presentato da
BAGNASCO Roberto
testo di
Mercoledì 20 maggio 2020, seduta n. 343

   BAGNASCO, NOVELLI, MUGNAI, BOND, VERSACE e BRAMBILLA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la circolare della direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della salute, contiene indicazioni sul settore funebre, cimiteriale e di cremazione, con un chiaro indirizzo a non procedere per l'intero periodo della fase emergenziale «all'esecuzione di autopsie o riscontri diagnostici nei casi conclamati Covid-19, sia se deceduti in corso di ricovero presso un reparto ospedaliero sia se deceduti presso il proprio domicilio»;

   è un dato di fatto che nella fase iniziale dell'epidemia, nei pronto soccorso sono giunti pazienti con inizio di trombosi e che molte siano state le morti per embolie polmonari massive;

   come ricorda il sito «affaritaliani.it» del 10 maggio 2020, una svolta nella lotta ai Coronavirus è arrivata quando qualche medico ospedaliero fuori dal coro ha effettuato delle autopsie sui cadaveri dei pazienti deceduti durante la pandemia. Grazie a queste autopsie si è potuto così scoprire che il primo effetto del Covid-19 è la Cid, coagulazione intravascolare disseminata. Cioè la formazione di grumi nel sangue e di trombosi. Solo in seguito, e nei casi resistenti alle cure antitrombosi, arrivava la polmonite interstiziale doppia. Si è così capito che i trattamenti fin lì seguiti negli ospedali, basati sulla ventilazione meccanica nelle terapie intensive, erano controindicati;

   dalla suddetta circolare del Ministero è arrivato lo «stop» a procedere alle autopsie, e ciò, di fatto, ha portato a errate diagnosi e terapie;

   se fossero state eseguite più autopsie, magari anche la corsa alle terapie intensive per la necessità della ventilazione meccanica si sarebbe forse potuta evitare;

   si può dunque ipotizzare che fino alla scoperta rivelatrice fatta dopo l'effettuazione di alcune autopsie, le complicanze da Covid sono state in qualche misura prodotte da errate diagnosi e, conseguente, inadeguata terapia;

   bastava forse fare da subito l'autopsia ai primi deceduti da Covid per evitare percorsi e rimedi sbagliati e controproducenti. Oggi fortunatamente, grazie alla svolta nelle conoscenze mediche, non si parla più di rianimazioni e ventilazioni che peggioravano il quadro clinico. Oggi, grazie alle scoperte scaturite dalle autopsie, al primo sintomo si interviene sui pazienti contagiati anzitutto con i fluidificanti del sangue –:

   quali siano le motivazioni che hanno portato all'emanazione della circolare che ha vietato le autopsie o i riscontri diagnostici nei casi conclamati Covid-19, e se non ritenga che detto divieto abbia privato gli esperti di elementi conoscitivi fondamentali per la cura dei pazienti Covid-19.
(5-04014)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 21 maggio 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-04014

  In primo luogo, va sgombrato il campo da un equivoco: la circolare del Ministero della salute non detta alcun divieto di effettuare autopsie, né potrebbe farlo, considerato che non è un atto normativo di livello primario.
  Tuttavia, al fine di tutelare la salute degli operatori sanitari, con la circolare si è raccomandato di limitare il ricorso a tale tipo di riscontro diagnostico.
  In altri termini, considerati i rischi connessi all'effettuazione delle autopsie, si è inteso salvaguardare la salute e la sicurezza dei professionisti sanitari, nonché la salute degli operatori del settore funerario e, naturalmente, della popolazione in generale.
  Conferma del fatto che obiettivo della circolare ministeriale non è quello di proibire le autopsie viene dalla lettura del paragrafo C, che, nel suo insieme, si traduce in un invito ad eseguire le autopsie soltanto da parte di personale adeguatamente protetto e in sale settorie di tipo BSL3, cioè debitamente attrezzate a garantire la sicurezza di chi vi opera. Se si fosse voluto proibire le autopsie, non sarebbero state date indicazioni su come eseguirle.
  Tra l'altro, l'ISS ha pubblicato, in data 23 marzo 2020, un documento dal titolo «Procedura per l'esecuzione di riscontri diagnostici in pazienti deceduti con infezione da SARS-CoV-2», stilato in collaborazione con la Società Italiana di Anatomia Patologica, l'Istituto «Spallanzani» e l'Azienda Socio-Sanitaria Territoriale (ASST) Fatebenefratelli Sacco, con cui si sottolinea l'importanza del contributo che il riscontro autoptico può dare allo studio del COVID-19 e vengono fornite dettagliate indicazioni sulle procedure da seguire per la relativa esecuzione, nel periodo emergenziale.
  A dimostrazione della rilevanza riconosciuta all'esecuzione delle autopsie, l'ISS ha dedicato un approfondimento specifico a questo tema nel corso dei meeting scientifici settimanali tenutisi a partire dal 20 febbraio scorso.
  Ciò premesso, vanno evidenziati due aspetti.
  In primo luogo, la ventilazione meccanica non rappresenta – in base alle conoscenze attuali – un trattamento controindicato in casi da insufficienza respiratoria da COVID-19. Ciò è dimostrato, ad esempio, da uno studio condotto in 1.300 pazienti ricoverati in rianimazione nella regione Lombardia, di cui 1.150 hanno richiesto ricorso a ventilazione meccanica (Grasselli et al. JAMA 2020).
  In secondo luogo, non si può omettere di rappresentare che, anche nel citato documento elaborato dall'ISS, si suggerisce di limitare al massimo il riscontro diagnostico nei soggetti che – si sospetta – abbiano contratto l'infezione da SARS-CoV-2.
  Tale scelta è motivata, come detto, dalla necessità di limitare il rischio infettivo tra gli operatori sanitari.
  Inoltre, i suggerimenti forniti dalla circolare del Ministero sono in linea con le linee guida recentemente emanate dai Centers far Disease Control and Prevention statunitensi (CDC, 2020).
  Pertanto, il riscontro autoptico, ove ritenuto appropriato, – giova ribadirlo – va eseguito solo con modalità e in strutture che garantiscano adeguati standard di sicurezza, anche a costo di spostare le salme.