ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04000

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 342 del 19/05/2020
Firmatari
Primo firmatario: COMINARDI CLAUDIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 19/05/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
INVIDIA NICCOLO' MOVIMENTO 5 STELLE 19/05/2020


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 19/05/2020
Stato iter:
20/05/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 20/05/2020
Resoconto COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 20/05/2020
Resoconto PUGLISI FRANCESCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 20/05/2020
Resoconto COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 20/05/2020

SVOLTO IL 20/05/2020

CONCLUSO IL 20/05/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-04000
presentato da
COMINARDI Claudio
testo di
Martedì 19 maggio 2020, seduta n. 342

   COMINARDI e INVIDIA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il reddito d'emergenza di prossima introduzione è un contributo straordinario riconosciuto alle famiglie in situazioni di difficoltà economica dovute all'emergenza COVID-19;

   il suddetto reddito sarebbe concesso cumulativamente ai nuclei familiari, in possesso di determinati requisiti economici e patrimoniali e non sarebbe compatibile con la presenza nel nucleo familiare di componenti che, al momento della domanda per l'ottenimento del beneficio in parola, siano:

    a) titolari di pensione diretta o indiretta;

    b) titolari di un rapporto dipendente, la cui retribuzione lorda sia superiore al valore massimo di 800 euro;

    c) percettori del reddito di cittadinanza;

   la misura di sostegno, erogata in base al reddito familiare e non personale, implica che tutti gli appartenenti al nucleo familiare, concorrano a determinare il reddito e l'Isee da dichiarare al momento della presentazione della domanda;

   nel caso in cui un membro della famiglia dovesse svolgere attività lavorativa in nero, il reddito complessivo e, di conseguenza, il massimale e l'Isee aumenterebbero;

   nel caso di impiego di lavoratore in nero che abbia in famiglia un destinatario del reddito di cittadinanza, si prevederebbero pene da 2 a 6 anni di reclusione;

   in caso di impiego dei lavoratori «in nero» percettori del sussidio, il datore di lavoro sarebbe sanzionato non solo quando impiega irregolarmente un titolare di reddito di cittadinanza, ma anche quando la persona sfruttata è all'interno di un nucleo familiare in cui esiste un parente percettore del beneficio economico;

   nel caso del reddito d'emergenza, le norme in via di definizione disporrebbero, in caso di mancato possesso dei requisiti, verificati da Inps e Agenzia delle entrate, la restituzione di quanto indebitamente percepito e l'applicazione delle sanzioni del caso, previste a legislazione vigente –:

   al fine di debellare comportamenti illeciti determinati dallo svolgimento di attività lavorative in nero, accanto agli interventi ispettivi e sanzionatori, se intenda intraprendere iniziative, in una fase successiva all'emergenza, in una possibile riproposizione del reddito di emergenza, per definire un percorso di legalità, con il beneficiario del reddito di emergenza, attraverso l'inserimento delle politiche attive del lavoro, tese all'attuazione di una procedura analoga a quella utilizzata per i percettori del reddito di cittadinanza.
(5-04000)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 20 maggio 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-04000

  Con il presente atto parlamentare, gli Onorevoli interroganti chiedono al Governo se intende proporre, per il cosiddetto reddito di emergenza, una procedura analoga a quella utilizzata per i percettori del reddito di cittadinanza al fine di debellare comportamenti illeciti determinati dallo svolgimento di attività lavorative in nero.
  Innanzitutto, voglio sottolineare che l'istituendo Reddito di emergenza è previsto avere una durata limitata, durante la quale, peraltro, anche per i beneficiari del Reddito di cittadinanza è prevista una proroga della sospensione degli obblighi connessi alla fruizione del beneficio, tra cui la partecipazione alle politiche attive del lavoro, introdotta dall'articolo 40 del decreto-legge n. 18 del 2020, ad eccezione della accettazione di offerte di lavoro congrue nell'ambito del Comune di appartenenza e fermo restando che le attività di formazione professionale e orientamento al lavoro, nonché le altre attività connesse ai patti per il lavoro e ai patti per l'inclusione sociale che possono essere svolte a distanza sono rese nelle modalità citate.
  Al di fuori del periodo emergenziale, l'esigenza rappresentata può essere perseguita attraverso il Reddito di cittadinanza, che già rappresenta uno strumento adatto a favorire un percorso di emersione dal lavoro nero. Infatti, sebbene i redditi da lavoro nero per definizione non concorrano a determinare il valore dell'ISEE preso a riferimento per verificare i requisiti di accesso, l'obbligo di aderire ad un percorso personalizzato di accompagnamento all'inserimento lavorativo e all'inclusione sociale e il sistema sanzionatorio, rendono incompatibile la fruizione di questo beneficio con la partecipazione al lavoro irregolare, fornendo al tempo stesso il sostegno economico per intraprendere un percorso di accesso ad un lavoro regolare.