ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/03912

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 334 del 05/05/2020
Firmatari
Primo firmatario: DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 05/05/2020


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 05/05/2020
Stato iter:
06/05/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 06/05/2020
Resoconto DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 06/05/2020
Resoconto DEL RE EMANUELA CLAUDIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 06/05/2020
Resoconto DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 06/05/2020

SVOLTO IL 06/05/2020

CONCLUSO IL 06/05/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03912
presentato da
DELMASTRO DELLE VEDOVE Andrea
testo di
Martedì 5 maggio 2020, seduta n. 334

   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   nel pieno dell'emergenza da Covid-19 l'Italia ha prestato 50 milioni di euro alla Tunisia, 21,5 milioni di euro alla Bolivia e 200.000 euro alla Somalia;

   l'erogazione di queste somme, presentate in un primo momento all'opinione pubblica come un aiuto agli stati beneficiari nella lotta al Covid-19, è stata bollata come fake news da parte del Ministro interrogato fino al momento in cui è stato acclarato che, in realtà, rientrano nell'ambito di memorandum of understanding risalenti nel tempo e che, improvvidamente, il Governo ha deciso di portare a definizione in una delle fasi economicamente più sciagurate della storia;

   tutto questo avveniva mentre agli italiani venivano imposti due mesi di quarantena, il blocco quasi totale del lavoro e della produzione, l'acquisto di mascherine dalla Cina a prezzi tre volte al di sopra di quelli di mercato;

   il 3 aprile 2020 l'interrogante proponeva al Ministro di destinare le risorse di prossima allocazione, la cui consistenza andrebbe esplicitata a partire dai fondi erogati dal 27 marzo 2020, nell'ambito della cooperazione internazionale non alle imprese straniere ma alle imprese italiane, alle medesime condizioni, al fine di sostenerne la capacità produttiva e la ripresa economica del sistema nazionale;

   i memorandum of understanding non sono accordi giuridicamente vincolanti ma esplicitano comune intenzioni, per le quali, in ogni modo, sono previste anche clausole di forza maggiore che consentono ai rispettivi firmatari di rescindere dagli impegni in casi eccezionali, come nel caso della pandemia da Covid-19;

   l'aggiornamento della sezione dedicata agli atti del Comitato congiunto sul sito dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS) è ferma al 18 dicembre 2019;

   a giudizio dell'interrogante appare irragionevole indebitare la nazione per circa 70 miliardi di euro ed elargire 500 milioni di liquidità immediata a sostegno delle imprese di Paesi terzi che in alcuni casi, come in Tunisia, potrebbero essere il frutto di quelle delocalizzazioni che hanno impoverito e reso fragile il tessuto produttivo, come l'emergenza mascherine ha drammaticamente dimostrato;

   qualora il Ministro non fosse ancora convinto della bontà della proposta di trattenere in patria i 500 milioni della cooperazione allo sviluppo, è stato reso noto da fonti governative che mancano circa 7 miliardi per la cassa integrazione guadagni a seguito di un errore nel calcolo del fabbisogno –:

   se non intenda adottare iniziative per azzerare gli stanziamenti di cooperazione allo sviluppo – inclusi i prestiti d'aiuto, fondi perduti e contribuzione di qualsivoglia natura e a qualsivoglia titolo – già stanziati nel bilancio, al fine di destinarli alle imprese italiane.
(5-03912)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 6 maggio 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-03912

  La cooperazione costituisce parte integrante e qualificante della politica estera dell'Italia, come affermato dalla Legge 125 del 2014. L'Italia ha sempre utilizzato questo strumento per favorire lo sviluppo in modo equo, condiviso e rispettoso dell'ambiente, e per sostenere le società dei nostri partner nel loro percorso di crescita. Questo anche nell'interesse del nostro Paese, sia per gli indubbi vantaggi economici, sia per le attività congiunte, dalla lotta al traffico di migranti al contrasto al terrorismo e a tanti altri ambiti di collaborazione.
  Il raggiungimento degli obiettivi concordati sul piano internazionale in materia di Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) rimane per il Governo una priorità, con particolare riferimento ai traguardi dello 0,7 per cento del Reddito Nazionale Lordo (RNL) per i Paesi in via di Sviluppo e dello 0,15-0,20 per cento per i Paesi Meno Sviluppati, fissati entrambi dall'Agenda 2030. L'impegno a un adeguamento dell'APS italiano, in linea con gli obiettivi fissati a livello internazionale, è previsto all'articolo 30 della citata legge 125 del 2014 ed è pertanto giuridicamente e politicamente vincolante.
  Oggi, tra i Paesi OCSE, siamo nella parte bassa della classifica per percentuale di Aiuto Pubblico allo Sviluppo rispetto al Reddito Nazionale Lordo (RNL). Nel 2018 l'Aiuto italiano è sceso dallo 0,3 per cento del 2017 allo 0,25 per cento del RNL. Con questi dati il nostro Paese, nel 2018, si colloca al diciottesimo posto fra i Paesi membri del Development Assistance Committee (DAC) in seno all'OCSE. Limitatamente ai Paesi G7, con questa flessione l'Italia scende, in termini percentuali, dalla quarta alla sesta posizione. Per il 2019 abbiamo ancora dati parziali e provvisori che però già anticipano un ulteriore calo del nostro Aiuto Pubblico allo Sviluppo. Secondo stime DAC saremmo allo 0,24 per cento, ma si prevede che i dati definitivi di luglio potranno rilevare una flessione anche maggiore.
  I fondi stanziati nella legge di bilancio 2020 per interventi di cooperazione allo sviluppo ammontano a circa 455 milioni di euro, di cui 2 milioni per interventi a sostegno delle minoranze cristiane perseguitate e quasi 600 mila per interventi di sminamento umanitario.
  Nel 2020 il Comitato Congiunto per la Cooperazione allo Sviluppo non si è ancora riunito e non ha quindi deliberato nuove iniziative. Le erogazioni del 2020 sono state pertanto effettuate in base a: delibere del Comitato Congiunto adottate negli anni precedenti; iniziative che, in quanto sotto i due milioni di euro, il Direttore dell'AICS può adottare autonomamente, informandone in seguito il Comitato Congiunto; delibere a firma del Ministro degli Esteri per interventi di emergenza umanitaria a valere sulla programmazione e sulle risorse finanziarie del 2019.
  Alla luce della crisi Covid-19, abbiamo intenzione di riprogrammare le risorse disponibili orientandole sulla risposta globale alla pandemia a sostegno dei sistemi sanitari dei Paesi che hanno forti fragilità in questo settore. Porremo in particolare molta attenzione al settore della sanità, al settore WASH (acqua, sanificazione e igiene), e sicurezza alimentare, anche in un'ottica di prevenzione.
  Parallelamente alla riprogrammazione in corso, sono diverse le iniziative che l'Italia ha già intrapreso e che ci hanno reso uno dei più attivi sostenitori di un approccio multilaterale ed europeo alla crisi. Siamo stati il primo Paese a promuovere, con l'intervento del Ministro Di Maio alla Ministeriale G7, la costituzione di un'Alleanza internazionale per la ricerca del vaccino, al fine di massimizzare gli sforzi comuni e rafforzare le già esistenti strutture internazionali in quest'ambito. Anche grazie al decisivo impegno italiano in tal senso, l'OMS e altri attori della salute globale (tra cui il GAVI, la Banca Mondiale, la Fondazione Bill e Melinda Gates) hanno lanciato la piattaforma ACT (Access to COVID-19 Tools Accelerator), la cui missione è accelerare lo sviluppo, la produzione e l'equo accesso a nuovi vaccini e trattamenti diagnostici e terapeutici contro il virus. A questa iniziativa si aggiunge il nostro sostegno alla Alleanza Globale per i Vaccini e l'immunizzazione (GAVI) e alla Coalizione per l'innovazione nella preparazione alle epidemie (CEPI). Tutto ciò posiziona l'Italia tra i principali contributori alle iniziative dirette a combattere l'epidemia.
  Lunedì scorso, in partenariato con l'Unione Europea e gli altri partner (Francia, Germania, Regno Unito, Norvegia, Canada, Giappone, Arabia Saudita), l'Italia ha co-ospitato la Conferenza Globale per il finanziamento della risposta sanitaria al COVID-19, presieduta dalla Presidente della Commissione Von der Leyen, con la partecipazione del Presidente del Consiglio.
  In questa occasione, la comunità internazionale ha raccolto 7,4 miliardi di euro per accelerare la risposta sanitaria al COVID-19, in particolare nell'ambito della ricerca, sviluppo ed equa distribuzione di un vaccino e di altri trattamenti terapeutici e diagnostici. L'Italia ha confermato il proprio ruolo di attore responsabile e solidale, annunciando un impegno di 140 milioni in favore degli organismi sanitari impegnati in tali settori (CEPI per la ricerca del vaccino, GAVI per la distribuzione e OMS) e nel sostegno all'immunizzazione nei Paesi più vulnerabili. Tale mobilitazione conferma l'impegno collettivo verso una risposta globale al coronavirus.
  Il COVID-19 è una crisi di proporzioni inedite, che presuppone, per essere affrontata con successo, una risposta globale. Lungi dall'essere parte del problema, la cooperazione è parte fondamentale della soluzione.
  In un quadro che vede l'Europa intera toccata dalla pandemia, nessuno dei nostri partner europei sta abbandonando la cooperazione e l'aiuto umanitario. Al contrario, stanno investendo risorse per combattere a livello mondiale la pandemia che irrompe in aree già di per sé vulnerabili a causa di prolungate crisi umanitarie.
  L'Italia è impegnata a fare la sua parte nella risposta umanitaria globale e sta rispondendo all'appello lanciato dalle organizzazioni internazionali per affrontare questa emergenza.
  Viviamo un momento di particolare e temporanea difficoltà. Ma rimane nostro interesse sostenere i Paesi che hanno strutture sanitarie e socio economiche fragili. Non possiamo, oltretutto, dimenticare che se le aziende italiane riescono a penetrare nei Paesi in via di sviluppo, ciò è anche per il vantaggio di reputazione che la cooperazione allo sviluppo fa guadagnare al nostro Paese, con un operato basato su decenni di rapporti diretti e costanti, senza agende nascoste.
  In questi giorni stiamo vedendo quanto sia importante la solidarietà sul piano internazionale. L'Italia ha ricevuto materiale sanitario e personale medico da ogni parte del mondo. Aiuti fondamentali per i nostri ospedali, resi possibili proprio da quel principio di reciprocità e solidarietà che rende il nostro Paese tra i più apprezzati. Non sostenere i Paesi partner ora significherebbe rischiare di perdere, per i decenni a venire, potenziali mercati per i nostri imprenditori. Investire nelle strutture sanitarie dei Paesi più fragili significa difendere il nostro futuro e la nostra stessa salute. La solidarietà non è solo un imperativo morale, è un interesse di tutti. I virus non conoscono frontiere.
  Con i livelli di mobilità della società attuale, anche quando avremo sconfitto il virus in Italia, dovremo evitare i contagi di ritorno, soprattutto da Paesi vicini.
  La Cooperazione italiana è, e deve rimanere, un fiore all'occhiello, un interesse nazionale, un'eccellenza del nostro Paese, che si unisce, a pieno titolo, alle tante altre che hanno reso l'Italia grande e ammirata nel mondo.