ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/03871

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 332 del 29/04/2020
Firmatari
Primo firmatario: BAGNASCO ROBERTO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 28/04/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NOVELLI ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 28/04/2020
GIANNETTA DOMENICO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 28/04/2020
MUGNAI STEFANO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 28/04/2020
BOND DARIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 28/04/2020
VERSACE GIUSEPPINA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 28/04/2020
BRAMBILLA MICHELA VITTORIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 28/04/2020
GIACOMONI SESTINO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 28/04/2020


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 28/04/2020
Stato iter:
29/04/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 29/04/2020
Resoconto BAGNASCO ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 29/04/2020
Resoconto ZAMPA SANDRA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 29/04/2020
Resoconto BAGNASCO ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 29/04/2020

SVOLTO IL 29/04/2020

CONCLUSO IL 29/04/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03871
presentato da
BAGNASCO Roberto
testo di
Mercoledì 29 aprile 2020, seduta n. 332

   BAGNASCO, NOVELLI, GIANNETTA, MUGNAI, BOND, VERSACE, BRAMBILLA e GIACOMONI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nel nostro Paese, la drammatica fase di emergenza sanitaria legata alla diffusione del virus Sars-Cov-2 sta vedendo finalmente rallentare l'andamento dei contagi e dei decessi;

   il tributo in termini di vite umane del personale sanitario impegnato in prima linea, è altissimo: oltre 150 morti tra i medici, 36 infermieri e 13 farmacisti. Troppo spesso non protetti e non tutelati in maniera sufficiente;

   l'articolo 14 del decreto-legge 18 del 2020, cosiddetto decreto «Cura Italia», da pochi giorni approvato definitivamente dal Parlamento, prevede che la quarantena precauzionale, prevista per i soggetti che hanno avuto contatti stretti con casi confermati di Covid-19, non venga applicata agli operatori sanitari, agli operatori di servizi pubblici essenziali, ai dipendenti delle imprese che operano nell'ambito della produzione e dispensazione dei farmaci, e ad altri operatori della filiera;

   detto personale sanitario deve sospendere la propria attività solamente nel caso di sintomatologia respiratoria o esito positivo per Covid-19. In pratica, anche se venuti a contatto con un paziente poi scoperto positivo, devono quindi continuare a lavorare se non presentano sintomi;

   questa decisione del Governo di esonerare gli operatori sanitari dall'isolamento fiduciario, anche se in contatto con pazienti positivi a Covid-19, ha rischiato e rischia ancora di trasformare i luoghi dove lavorano, a cominciare dagli ospedali, in luoghi di contagio, laddove questi operatori rischiano di infettare pazienti e colleghi;

   è necessario superare questa norma di legge e peraltro sembra essere superata l'«ondata di piena» drammatica delle settimane scorse di contagiati e di ricoverati nelle terapie intensive, e la nuova fase che ci aspetta deve essere affrontata in modo più ragionato ed equilibrato –:

   se non ritenga urgente adottare iniziative per modificare le norme di cui in premessa, al fine di garantire pienamente gli operatori sanitari, prevedendo perlomeno che i sanitari che siano stati a stretto contatto di pazienti Covid-19 positivi debbano andare in isolamento fiduciario per 72 ore e rientrare in servizio solo dopo l'effettuazione di tampone che attesti la negatività al virus, garantendo comunque i controlli diagnostici successivi.
(5-03871)
(Presentata il 28 aprile 2020)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 29 aprile 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-03871

  In data 24 marzo 2020, è stato siglato il Protocollo per la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori della Sanità, dei Servizi Socio-Sanitari e Socio Assistenziali in ordine all'emergenza sanitaria da «COVID-19».
  In tale documento, è stata ribadita la necessità di garantire a tutto il personale che opera nei servizi e nelle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio assistenziali sia pubblici che privati, e nei servizi territoriali, di operare nella massima sicurezza, ed è specificato che non si applica agli operatori sanitari e a quelli dei servizi pubblici essenziali la misura della sorveglianza, che viene peraltro attivata qualora gli stessi evidenzino «sintomatologia respiratoria o esito positivo per COVID-19».
  Considerata la necessità di assicurare in maniera omogenea, su tutto il territorio nazionale, misure atte a garantire la massima tutela degli operatori e dei pazienti, è stato deciso di costituire un Comitato che consenta il monitoraggio e la segnalazione delle situazioni più critiche, nonché il confronto per futuri provvedimenti.
  Fra i temi che il Comitato ha ritenuto necessario affrontare, fornendo ulteriori indicazioni, in collaborazione col Comitato Tecnico Scientifico, viene menzionata la definizione di una procedura omogenea per l'intero territorio nazionale, che stabilisca, sotto il profilo operativo e della definizione di responsabilità, i percorsi di sorveglianza a cui devono essere sottoposti i lavoratori, ed in particolare quelli venuti a contatto con pazienti positivi al COVID-19.
  Il Ministero della salute, con la Circolare del 3 aprile 2020, ha aggiornato le indicazioni sui test diagnostici e sui criteri da adottare nella determinazione delle priorità.
  In particolare, è stato ribadito che la diagnosi di COVID-19 deve essere effettuata con test molecolari presso i laboratori di riferimento regionali e i laboratori aggiuntivi individuati dalle Regioni, è stato specificato che l'esecuzione del test diagnostico va riservata prioritariamente ai casi clinici sintomatici/paucisintomatici e ai contatti a rischio familiari e/o residenziali sintomatici.
  L'esecuzione dei test deve essere assicurata agli operatori sanitari ed assimilati a maggior rischio, sulla base di una definizione operata dalle Aziende Sanitarie, tenute ad effettuarla come datori di lavoro.
  In caso di necessità, fra i criteri di priorità per l'individuazione della platea, sono inclusi:
   gli operatori sanitari esposti a maggior rischio (compreso il personale dei servizi di soccorso ed emergenza, il personale ausiliario e i tecnici verificatori) per tutelarli riducendo il rischio di trasmissione nosocomiale;
   gli operatori dei servizi pubblici essenziali sintomatici, anche affetti da lieve sintomatologia per decidere l'eventuale sospensione dal lavoro;
   gli operatori, anche asintomatici, delle RSA ed altre strutture residenziali per anziani.

  Alla luce delle valutazioni che precedono, si ritiene che le misure già in atto siano bilanciate e rispondano alla esigenza di garantire la continuità dei servizi essenziali, tutelando, al contempo, l'incolumità del personale sanitario.