ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/03486

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 299 del 04/02/2020
Firmatari
Primo firmatario: LUPI MAURIZIO
Gruppo: MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO
Data firma: 04/02/2020


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 04/02/2020
Stato iter:
05/02/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 05/02/2020
Resoconto LUPI MAURIZIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO
 
RISPOSTA GOVERNO 05/02/2020
Resoconto MERLO RICARDO ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 05/02/2020
Resoconto LUPI MAURIZIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 05/02/2020

SVOLTO IL 05/02/2020

CONCLUSO IL 05/02/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03486
presentato da
LUPI Maurizio
testo di
Martedì 4 febbraio 2020, seduta n. 299

   LUPI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   la strage di cristiani, in particolare in Nigeria, è in progressiva intensificazione;

   il 26 dicembre 2019 con la diffusione del video dell'esecuzione di 11 cristiani, rivendicata dalla «Provincia dell'Africa Occidentale dello Stato Islamico», la situazione è degenerata. Secondo il giornalista nigeriano Ahmad Salkida, esperto del fenomeno jihadista in Nigeria, il massacro è avvenuto nel giorno di Natale;

   l'8 gennaio 2020 il terrorismo islamico ha colpito al cuore la Chiesa, con il rapimento di quattro giovanissimi seminaristi, di età compresa fra i 18 e 23 anni, del Seminario Maggiore «Buon Pastore» di Kaduna, nell'omonimo Stato federato della Nigeria;

   il 15 gennaio un sacerdote nigeriano, con un video, fa un accorato appello al nostro Paese: «Chiedo al Governo dell'Italia, Paese in cui ho studiato, e a tutti i governi europei che esercitino pressione sul nostro Governo affinché faccia qualcosa per difenderci... Altrimenti rischiamo lo sterminio. La nostra gente soffre tanto. Per favore aiutateci non state zitti davanti a questo immane sterminio che sta avvenendo in silenzio»;

   dal 19 gennaio tre dei seminaristi di Kaduna sono stati rilasciati bisognosi di cure secondo quanto riferisce Aiuto alla Chiesa che soffre, l'ultimo dei seminaristi, Michael, è stato invece assassinato dai rapitori;

   il Governo, guidato da Muhammadu Buhari, è incapace di garantire la sicurezza e di prevenire le continue violenze. Nell'ultimo decennio l'insurrezione jihadista dalla Nigeria si è propagata alle regioni di confine come Niger, Ciad e Camerun provocando, fonte Onu, oltre 36 mila morti e due milioni di sfollati solo in Nigeria;

  il cristianesimo ha, e ha avuto, un ruolo fondamentale in questo Paese e in molti altri Stati dell'Africa per lo sviluppo civile e pacifico delle popolazioni locali;

  Mons. Augustine Akubeze, arcivescovo di Benin City e presidente della Conferenza episcopale della Nigeria, ha dichiarato che molti religiosi sono stati rapiti recentemente e la mancanza di azioni penali significative nei confronti dei rapitori alimenta ulteriormente la convinzione che essi godano del sostegno del Governo federale;

  i cristiani perseguitati nel mondo sono più di 260 milioni ma la Nigeria è il principale partner commerciale dell'Italia nell'Africa sub-sahariana dopo il Sud Africa; tra l'altro, una consistente comunità di nigeriani vive e lavora in Italia –:

  quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare, anche in collaborazione con le istituzioni internazionali, per fare rispettare il pluralismo religioso in Nigeria e contrastare il fenomeno della persecuzione dei cristiani.
(5-03486)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 5 febbraio 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-03486

  In Nigeria da anni si assiste a conflitti etnico-religiosi connessi alla presenza di gruppi terroristici. Le comunità cristiane risultano tra le principali vittime di episodi di estremismo violento. Gli scontri vedono infatti spesso contrapposte l'etnia Berom, di religione cristiana, a quelle Hausa e Fulani, di religione islamica.
  Il diffondersi del terrorismo estremista di matrice islamica riconducibile a Boko Haram ha contribuito ad aumentare le violenze, in particolare dal 2009 nel nord-est della Nigeria. Gli Stati di Adamawa, Bomo e Yobe sono dal maggio 2013 in regime di stato di emergenza. Attentati letali hanno colpito anche altre aree del nord (Kano e Raduna), nonché la capitale Abuja. L'azione di Boko Haram ha determinato una situazione di assoluta insicurezza e prodotto decine di migliaia di vittime, coinvolto circa 22 milioni di civili e provocato l'esodo di 2,2 milioni di rifugiati.
  Malgrado l'annuncio di un'imminente sconfitta di Boko Haram da parte delle Autorità nigeriane, la situazione sul terreno appare tutt'altro che risolta. Vi sono anzi segnali di un'intensificazione dell'attività terroristica, unita ad una perdita di controllo del territorio da parte delle forze governative nel Nord-Est del Paese. Tale situazione sembra dovuta al riavvicinamento tra Boko Haram e l'affiliazione locale del sedicente Stato Islamico (Stato Islamico Provincia dell'Africa Occidentale o ISWAP), ai danni soprattutto della popolazione cristiana.
  La tutela e la promozione della libertà di religione o credo e dei diritti degli appartenenti alle minoranze etniche e religiose rappresentano priorità della politica estera italiana in ambito multilaterale, nei rapporti bilaterali con i Paesi terzi e nei programmi della Cooperazione allo sviluppo. Figurano inoltre tra i temi prioritari del mandato triennale dell'Italia in Consiglio Diritti Umani ONU dal 2019 al 2021.
  In tale contesto, l'Italia segue con grande attenzione la situazione delle comunità cristiane in Nigeria e ha avviato forme di collaborazione con le Autorità nigeriane volte a favorire il rafforzamento delle capacità di contrasto al terrorismo jihadista. Il Governo svolge da anni attività di formazione a favore di funzionari di sicurezza nigeriani finanziate dal Ministero degli Affari Esteri e realizzate dall'Arma dei Carabinieri, sia in Italia che in Nigeria. In collaborazione con la Guardia di Finanza, ancora con finanziamento del MAECI, nel 2019 abbiamo formato 25 funzionari del Servizio Immigrazione e del Servizio delle Dogane presso il Centro di Addestramento di Specializzazione di Orvieto. Altri 20 sono previsti quest'anno. La Scuola di Polizia Tributaria di Ostia ha inoltre ospitato una ventina di funzionari nigeriani appartenenti a vari corpi (Polizia, Dogane, Magistratura) nel 2019 per un corso in materia di investigazioni economico-finanziarie per il contrasto al finanziamento del terrorismo e della criminalità organizzata.
  Sul fronte della risposta all'emergenza umanitaria, in occasione della Conferenza di Oslo dei donatori per la Nigeria e la Regione del Lago Ciad del febbraio 2017, l'Italia annunciò un contributo di 10 milioni di euro, dei quali 3,4 sono stati ad oggi erogati per interventi ad impatto immediato realizzati in Nigeria da UNICEF e Programma Alimentare Mondiale (PAM) nei settori della salute e della sicurezza alimentare.
  Si segnala infine che il 20 novembre 2018 l'Italia ha firmato una Dichiarazione di Partenariato con la Rete dei Procuratori dell'Africa Occidentale. Si tratta di un'organizzazione che riunisce 15 Paesi dell'Africa occidentale, tra cui la Nigeria. L'intesa mira ad avviare una collaborazione in materia di cooperazione giudiziaria internazionale, anche attraverso scambi di magistrati e procuratori.
  Il recente deterioramento della situazione della libertà di religione in Nigeria, riconducibile in massima parte agli attacchi perpetrati da gruppi islamisti o jihadisti, è oggetto di grande attenzione e preoccupazione. L'Italia continuerà a monitorare gli sviluppi futuri valutando, in coordinamento coi partner europei, nuove iniziative per promuovere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali di tutte le comunità etniche e religiose presenti nel Paese.