ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02757

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 227 del 25/09/2019
Firmatari
Primo firmatario: MAZZETTI ERICA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 25/09/2019


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 25/09/2019
Stato iter:
12/02/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 12/02/2020
Resoconto MORASSUT ROBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 12/02/2020
Resoconto MAZZETTI ERICA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 25/09/2019

DISCUSSIONE IL 12/02/2020

SVOLTO IL 12/02/2020

CONCLUSO IL 12/02/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02757
presentato da
MAZZETTI Erica
testo di
Mercoledì 25 settembre 2019, seduta n. 227

   MAZZETTI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   l'edizione annuale del rapporto Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sui rifiuti speciali, contiene dati riferiti al 2017. Un dato che emerge è l'aumento della produzione dei rifiuti speciali, quasi il 3 per cento in più fra il 2016 e il 2017, più 5 per cento rispetto al 2015. Un aumento importante, considerato che il prodotto interno lordo nazionale è cresciuto dell'1,5 per cento fra il 2016 e il 2017 e dello 0,9 fra il 2015 e il 2016;

   la maggior parte dei rifiuti speciali sono ancora rifiuti da costruzione e demolizione (inerti), pari a 57,4 milioni di tonnellate. I rifiuti industriali veri e propri, provenienti dalle attività manifatturiere sono quasi 29,9 milioni di tonnellate;

   in generale, tuttavia, la performance del «sistema Italia» è positiva e in costante miglioramento. I rifiuti speciali vengono per oltre due terzi avviati a riciclo con un aumento ulteriore rispetto all'anno prima (67,4 per cento contro il 65 per cento del 2016). Si parla di circa 100 milioni di tonnellate di materiali all'anno, che fanno dell'Italia il principale distretto industriale del riciclo in Europa;

   un distretto così forte che importa circa 6 milioni di tonnellate dall'estero. Un'Italia dunque già «circolare», e che potrebbe guardare con ottimismo ai nuovi traguardi e obiettivi di riciclo per i prossimi anni;

   a ostacolare queste prospettive virtuose relativamente alla crescita dell'economia circolare, è purtroppo intervenuta malamente la norma introdotta nel decreto-legge n. 32 del 2019, cosiddetto «sblocca cantieri», che, modificando il comma 3 dell'articolo 184-ter del codice dell'ambiente (decreto legislativo n. 152 del 2006) interviene sulla disciplina transitoria applicabile nelle more dell'emanazione dei criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto (end of waste);

   la norma introdotta con il parere favorevole dal Governo pro tempore, ha avuto fin da subito un coro unanime di critiche anche e soprattutto dagli esperti del settore e da Utilitalia, Fise Assombiente e Fise Unicircular, che avevano chiesto un tavolo di confronto con l'Esecutivo per arrivare a una fattiva risoluzione del problema;

   si tratta di una norma ad avviso degli interroganti sbagliata che sta bloccando il comparto dell'economia circolare italiana, impedendo di fatto il trattamento dei rifiuti per generare solo altri rifiuti da smaltire. Tra i rischi c'è quello di non essere più competitivi per le imprese che investono nel nostro Paese;

   questa norma sull’end of waste, rifacendosi a una norma risalente al 1998, non tiene conto dall'evoluzione tecnologica che il settore dei rifiuti e dell'economia circolare ha conosciuto. Il problema non è da poco per l'economia circolare, che rappresenta uno dei comparti economici nazionali che più guarda al futuro –:

   se non ritenga di avviare un tavolo di confronto con le associazioni delle categorie più interessate al mercato delle materie prime seconde e del riciclo, al fine di modificare la norma relativa all’end of waste di cui in premessa;

   se non intenda adottare le iniziative di competenza per accelerare la definizione dei provvedimenti volti a stabilire i criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto, agevolando le autorizzazioni al riciclo.
(5-02757)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 12 febbraio 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-02757

  Con riferimento alle questioni poste, inerenti, in particolare, la definizione dei provvedimenti volti a stabilire i criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto, si segnala che l'articolo 14-bis della legge n. 128 del 2019 del 2 novembre 2019 ha modificato l'articolo 184-ter del decreto legislativo n. 152 del 2006 che disciplina la cessazione della qualifica di rifiuto.
  La nuova disposizione normativa prevede, tra l'altro, che, in mancanza di criteri specifici adottati con i decreti ministeriali, le autorizzazioni per lo svolgimento di operazioni di recupero ai sensi dell'articolo 184-ter siano rilasciate o rinnovate nel rispetto delle condizioni di cui all'articolo 6, paragrafo 1, della predetta Direttiva nonché sulla base dei criteri specificatamente elencati al comma 3 del medesimo articolo 184-ter. Inoltre, è previsto un sistema di controlli a campione successivi al rilascio dei provvedimenti autorizzatori, che coinvolge l'Autorità competente, l'ARPA, l'ISPRA e il Ministero dell'ambiente.
  Inoltre, ai fini del rispetto dei principi di trasparenza e di pubblicità, è istituito presso il Ministero dell'ambiente il Registro nazionale per la raccolta delle autorizzazioni rilasciate e delle procedure semplificate concluse ai sensi della predetta norma.
  Si rappresenta, a tal proposito, che le Autorità competenti, al momento del rilascio, comunicano al Ministero dell'ambiente i nuovi provvedimenti autorizzatori emessi, riesaminati e rinnovati nonché gli esiti delle procedure semplificate avviate per l'inizio di operazioni di recupero di rifiuti.
  Le modifiche normative intervenute si pongono nell'ottica di fornire elementi di certezza agli operatori del settore della gestione dei rifiuti nonché di semplificare e agevolare l'attuazione di un sistema di «economia circolare» nel rispetto del quadro normativo eurounitario.
  È indispensabile, infatti, incentivare l'attuazione di politiche che favoriscano le procedure per assicurare l'effettività dell'istituto dell'EoW, il cui scopo principale è quello di generare percorsi virtuosi di transizione verso l'economia circolare la quale ha, tra i suoi obiettivi fondamentali, l'incentivazione alla sostituzione di materie prime vergini con materie provenienti da filiere di recupero. L'obiettivo principale dell'istituto dell’End of Waste, disciplinato dall'articolo 6 della Direttiva 2008/98/Ce, è proprio quello di consentire ai materiali risultanti da processi di riciclaggio o di recupero di essere nuovamente introdotti sul mercato ed essere in grado di competere con le materie prime vergini.
  La recente modifica normativa consentirà, dunque, nelle more dell'emanazione dei decreti ministeriali, meccanismi di End of Waste immediatamente operativi, dettati ovviamente nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 6 della predetta direttiva 2008/98, che permetteranno di non procrastinare ulteriormente la realizzazione dell'economia circolare, l'affermazione della società del recupero e del riciclo, la riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti come richiesto dall'Unione europea.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

rifiuti

rifiuti industriali

eliminazione dei rifiuti