ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02364

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 196 del 25/06/2019
Firmatari
Primo firmatario: VIANELLO GIOVANNI
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 25/06/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ERMELLINO ALESSANDRA MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2019


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E DEL TURISMO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 25/06/2019
Stato iter:
23/10/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/10/2019
Resoconto MORASSUT ROBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 23/10/2019
Resoconto VIANELLO GIOVANNI MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 25/06/2019

DISCUSSIONE IL 23/10/2019

SVOLTO IL 23/10/2019

CONCLUSO IL 23/10/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02364
presentato da
VIANELLO Giovanni
testo di
Martedì 25 giugno 2019, seduta n. 196

   VIANELLO e ERMELLINO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   in località Monteparano, provincia di Taranto, si trova l'invaso denominato Pappadai, imponente sistema di irrigazione, la cui gestione è in capo al Consorzio speciale per bonifica di Arneo, dal 2011 commissariato dalla regione Puglia;

   l'invaso sarebbe completato, costituendo una tra le più grandi opere idrauliche realizzate in Puglia, a fronte di una spesa che ammonterebbe a oltre 250 milioni di euro, a far data dal 1984, quando iniziarono i lavori di quello che doveva diventare un sistema per l'irrigazione di un vasto territorio del Salento e del tarantino. La diga dell'invaso Pappadai avrebbe dovuto contenere 20 milioni di metri cubi d'acqua che, attraverso un impianto di tubature, avrebbero dovuto portare acqua in circa 7.200 ettari di campagne nelle zone di San Pancrazio, Salice, Guagnano, San Donaci, Nardò e Veglie, ma non si trovò mai l'acqua con cui riempirlo;

   l'opera, pertanto, attende da oltre trentanni di esser messa in esercizio;

   quando i lavori vennero affidati, fu formulata l'ipotesi di far arrivare l'acqua potenzialmente potabile da un invaso sul monte Cotugno nella vicina Basilicata, bacino quest'ultimo alimentato abbondantemente dal fiume Sinni; tuttavia questa acqua, denominata «Sinni» viene intercettata dal siderurgico ex Uva, oggi ArcelorMittal;

   con decreto n. 16 del 22 giugno 2004 sono stati finanziati 14 milioni di euro per realizzare l'impianto di ultra affinamento delle acque reflue civili dei due depuratori di Taranto «Gennarino-Bellavista» affinché il siderurgico liberasse acqua potenzialmente potabile e riutilizzasse l'acqua proveniente dai depuratori di Taranto. Tuttavia, questo intervento, pur inserito anche nei progetti riguardanti il Cis di Taranto ad appannaggio dell'Acquedotto Pugliese spa, non è stato ancora realizzato;

   l'invaso Pappadai, quindi, attende di essere collaudato, ma occorrono 20 milioni di metri cubi di acqua che l'Ente per lo sviluppo dell'irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia (E.I.P.L.I.) dovrebbe provvedere a trasferire dall'invaso lucano di Monte Cotugno: si sarebbe fermi alla terza fase, perché il passaggio formale dell'acqua attraverso il canale a cielo aperto è di competenza dell'ente che non ha provveduto al ripristino;

   da ultimo l'attuale commissario ha promosso davanti al tribunale regionale delle acque pubbliche un giudizio contro l'Ente teso ad ottenere il risarcimento del danno quantificato in 1 milione e 400 mila euro;

   la regione Puglia non ha mai avanzato proposte alternative per riempire il Pappadai di acque reflue, nonostante nelle aree limitrofe all'invaso vi siano numerosi depuratori di acque reflue civili che attualmente scaricano in mare, ossia in canale maestro (comuni di Pulsano, Leporano, Faggiano, San Giorgio, Carosino, Monteparano, Roccaforzata e canale D'Aiedda (comuni di Monteiasi e Grottaglie), quindi nel mar Piccolo oppure nel canale dei Cupi (comuni di Lizzano, Fragagnano, San Marzano) e quindi nel golfo di Taranto;

   nel frattempo gran parte delle tubature, degli idranti, degli impianti dell'invaso Pappadai non hanno ricevuto manutenzione per decine di anni. Dopo decenni d'abbandono gli impianti sono ormai inutilizzabili e possono essere considerati sprecati a tutti gli effetti –:

   se per la realizzazione dell'opera siano stati destinati finanziamenti statali e se non ritenga di adottare ogni iniziativa di competenza per risolvere la situazione emergenziale concernente la distribuzione delle acque nell'alto Salento e per procedere in tale contesto, alla nomina di un commissario governativo;

   se il Governo intenda adottare iniziative per verificare se sussista un danno ambientale.
(5-02364)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 23 ottobre 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-02364

  Con riferimento alle questioni poste, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta, in via preliminare, che per quanto riguarda la realizzazione della Diga di Pappadai, la stessa fu realizzata con i fondi dell'ex Cassa per il Mezzogiorno per fini irrigui, con una capacità di 13M me, nell'ambito di una pianificazione più ampia che prevedeva l'adduzione delle acque del Sinni, mediante le acque invasate nel serbatoio di Monte Cotugno sul fiume Sinni (in agro di Senise – Potenza), fino alla realizzazione di reti irrigue nelle aree dei consorzi Arneo e Ugento Li Foggi (Puglia), a servizio dei quali era stato costruito l’«Adduttore del Salento», in prosecuzione dell'acquedotto Sinni.
  Secondo quanto riferito dal Ministero delle politiche agricole, a seguito della soppressione dell'ex Cassa per il Mezzogiorno, subentrato il Ministero medesimo attraverso la Gestione commissariale delle Opere ex Agensud, con il progetto A/G.C.3 «Opere integrative per assicurare l'agibilità funzionale dell'Invaso Pappadai», con una spesa di euro 22.519.614,88, è stato finanziato l'aumento della capacità di invaso fino a 20M mc e sono state finanziate anche opere di regolazione della rete distributrice, già collaudate. Il predetto Ministero ha fatto presente, altresì, che l'Invaso Pappadai, dato in gestione al Consorzio di bonifica Arneo, attende di essere messo in esercizio da anni e che, alla base di tale problematica, ci sarebbe stato il mancato accordo tra le Regioni Puglia e Basilicata circa la quantificazione del costo dell'acqua da trasferire.
  Sempre secondo quanto riferito dal Ministero delle politiche agricole, per la messa in esercizio della Diga è necessario eseguire un intervento di manutenzione del canale a cielo aperto che adduce l'acqua al Sinni, danneggiato a seguito di eventi atmosferici, e i cui lavori rientrano nell'ambito di competenza dell'Ente Irrigazione. Quest'ultimo ha, recentemente, avviato le relative procedure di gara con un finanziamento a carico di fondi del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
  A tal proposito, il Ministero delle infrastrutture ha segnalato che il Concessionario della Diga di Monte Cotugno ha recentemente disposto in autotutela l'annullamento dei provvedimenti di aggiudicazione provvisoria e definitiva dei lavori di ripristino del canale adduttore verso la Diga di Pappadai, nonché la risoluzione del contratto di appalto del 28 giugno 2018 con l'ATI aggiudicataria, ai sensi dell'articolo 135 del decreto legislativo n. 163 del 2006. L'Ente ha, tuttavia, comunicato che con il medesimo atto ha deliberato di procedere, ai sensi dell'articolo 140 del citato decreto, all'interpello dei soggetti che hanno partecipato alla procedura di gara, risultanti dalla relativa graduatoria, al fine di addivenire alla stipula di un nuovo contratto per l'affidamento dei lavori in questione.
  Il Ministero delle infrastrutture ha rappresentato, inoltre, che secondo quanto riferito dall'EIPLI, l'intervento di «bonifica e ripristino di alcune tratte collassate della seconda parte in canale a cielo libero del secondo tronco dell'acquedotto del Sinni», è stato finanziato dalla Giunta regionale della Regione Puglia con deliberazione n. 1714 del 30 ottobre 2017, per un importo di 2,9 milioni di euro, a valere sui fondi FSC 2014-2020 del Patto per la Puglia. L'EIPLI ha, peraltro, segnalato che il termine stabilito per l'esecuzione dei predetti lavori (100 giorni naturali e consecutivi decorrenti dalla data del verbale di consegna) appare congruente con il termine ultimo per la chiusura della concessione e la rendicontazione della spesa da parte della Regione, fissato al 31 dicembre 2020. Il Ministero ha, comunque, evidenziato di aver provveduto ad interessare il Segretario Generale dell'Autorità di Distretto Appennino Meridionale, nelle funzioni di Commissario straordinario, affinché valuti la possibilità di un suo intervento acceleratorio.
  Il Ministero delle politiche agricole, da parte sua, ha manifestato la propria disponibilità ad autorizzare l'utilizzo delle economie rinvenienti dal progetto A/G.C.3, per finanziare interventi complementari di rifunzionalizzazione degli impianti ed apparecchiature, o lavori di ripristino e di messa in sicurezza sia dell'Invaso Pappadai sia degli impianti facenti parte del sistema Irrigazione Salento, non appena il Consorzio di bonifica Arneo avrà completato la rendicontazione delle spese effettuate e saranno presentati progetti di livello per lo meno definitivo.
  Fermo restando quanto fin qui esposto, la Regione Puglia ha fatto presente, per quanto concerne l'utilizzo a scopo potabile delle acque dell'Invaso Pappadai, che tale utilizzo era già previsto nel Piano 2009 dell'Ambito Territoriale Ottimale Puglia. Tale previsione è stata confermata nella revisione ed aggiornamento del Piano d'Ambito in corso di completamento, per cui è previsto l'utilizzo della risorsa integrativa del Pappadai in combinazione con la realizzazione di un nuovo impianto di potabilizzazione a monte del serbatoio di San Paolo, in agro di Salice Salentino.
  La Regione ha, inoltre, precisato che la realizzazione dell'impianto di potabilizzazione di San Paolo prevede il trattamento delle acque addotte dall'esistente vettore di adduzione Acquedotto del Sinni promiscuo, attraverso l'accumulo e il compenso stagionale offerto dal Pappadai. Ciò consentirebbe, secondo quanto riferito dalla Regione Puglia, l'utilizzo di ulteriori volvimi e quindi l'incremento della disponibilità di risorsa dall'invaso del Sinni, garantendo una maggiore efficienza dell'alimentazione idrica nelle aree della provincia di Taranto e del Basso Salento e migliorando la flessibilità di alimentazione idrica delle aree stesse. L'impianto di potabilizzazione è previsto per una portata non inferiore a 500 l/s, con un massimo di 1.000 l/s, nel periodo invernale, sfruttando la capacità di compenso e regolazione consentita dall'Invaso di Pappadai, della capacità di circa 20.000.000 di mc. Inoltre, l'adduzione del Pappadai fino al previsto impianto di potabilizzazione di San Paolo potrebbe avvalersi dell'esistente condotta ad uso irriguo del Consorzio. L'Amministrazione regionale ha segnalato, infine, che nello schema ad uso plurimo del Sinni, il riempimento dell'Invaso del Pappadai nel periodo invernale potrà beneficiare della realizzazione del collegamento dalla traversa sul fiume Sarmento all'Invaso del Sinni, di recente completamento, il che consentirebbe di incrementare le disponibilità della risorsa invasata. Conseguentemente, la Regione Puglia ha fatto presente che non è ipotizzabile, allo stato attuale, un riempimento dell'Invaso in argomento con reflui seppur affinati, ai sensi del decreto ministeriale n. 185 del 2003, in considerazione della normativa vigente in materia di acqua destinata al consumo umano e della valenza strategica prioritaria dell'uso potabile della risorsa idrica.
  Ad ogni modo, alla luce delle informazioni esposte, il Ministero dell'ambiente, per quanto di competenza, rassicura comunque che continuerà a tenersi informato senza ridurre in alcun modo il livello di attenzione sul tema, eventualmente sollecitando il coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali competenti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

inquinamento prodotto dalle navi

acque di scarico

conduttura