ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/02359

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 196 del 25/06/2019
Firmatari
Primo firmatario: SQUERI LUCA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 25/06/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BARELLI PAOLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 25/06/2019


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 25/06/2019
Stato iter:
26/06/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 26/06/2019
Resoconto SQUERI LUCA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 26/06/2019
Resoconto GALLI DARIO ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
REPLICA 26/06/2019
Resoconto SQUERI LUCA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 26/06/2019

SVOLTO IL 26/06/2019

CONCLUSO IL 26/06/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02359
presentato da
SQUERI Luca
testo di
Martedì 25 giugno 2019, seduta n. 196

   SQUERI e BARELLI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   fino ad oggi per incentivare i circa 65 TWh all'anno di produzione elettrica da nuove fonti rinnovabili sono stati impegnati circa 230 miliardi di euro. Tale cifra non include le spese accessorie per le reti, il dispacciamento ed il bilanciamento del sistema elettrico;

   nel gennaio 2019 il Governo ha inviato a Bruxelles la propria bozza di Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (Pniec), che si è posto, al 2030, obiettivi più ambiziosi di quelli fissati dall'Unione europea: in particolare si prevede la triplicazione del fotovoltaico e il quasi raddoppio dell'eolico;

   a pagina 232 del Pniec sono riportate le previsioni di investimento necessario per la transizione energetica prevista dal Piano: «Con riferimento all'intero sistema energetico nazionale, si stima che, nel periodo 2017-2030, occorrano oltre 180 miliardi di euro [184] di investimenti aggiuntivi cumulati rispetto allo scenario a politiche correnti (pari a un incremento del 18 per cento nel periodo considerato). [...] nel solo settore fotovoltaico occorrono circa 27,5 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi»; per l'eolico è previsto un aumento di produzione da 10 a 18 TWh;

   sempre a pagina 232 del Pniec si afferma: «Con riferimento al sistema elettrico si prevede di garantirne l'abilitazione allo sviluppo delle fonti rinnovabili non programmabili previsto nello scenario PNEC con investimenti nel periodo 2017-2030 non inferiori a 46 miliardi di euro (+16 miliardi di euro rispetto allo scenario a politiche correnti): 26 miliardi di euro per interventi sulle reti di distribuzione, almeno 10 miliardi di euro per lo sviluppo della rete di trasmissione nazionale e altri 10 miliardi di euro per realizzare nuovi sistemi di accumulo sulle reti»;

   nel corso degli ultimi cinque anni il costo dell'energia elettrica nel nostro Paese è salito di oltre il 23 per cento. Secondo la Cgia di Mestre (Associazione artigiani piccole medie imprese), l'Italia è la nazione europea in cui i costi per la fornitura di energia elettrica a piccole e medie imprese sono maggiori: oltre il 27 per cento in più degli altri Paesi europei;

   a gravare in particolar modo sul peso totale della bolletta elettrica italiana sono le imposte e gli oneri di sistema che oggi incidono in misura prossima al 29 per cento del costo totale (Fonte: Arera) –:

   come si intendano sostenere i 184 miliardi di euro di investimenti previsti dal Pniec e quale parte di questi graverà sulle bollette energetiche di famiglie e imprese.
(5-02359)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 26 giugno 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-02359

  Il conseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione del Piano energia e clima rappresenta un preciso obbligo comunitario a cui l'Italia è chiamata.
  È evidente che l'attuazione del Piano richiederà un rilevante impegno in termini di investimenti incrementali rispetto allo scenario a politiche correnti. A livello dell'intero sistema energetico nazionale, la previsione nel periodo 2017-2030 è di oltre 180 miliardi di euro di investimenti, che saranno in gran parte indirizzati a soluzioni ad alto contenuto tecnologico e di innovazione e che dovrebbero incidere sia dal lato della trasformazione e dell'offerta dell'energia, sia da quello del suo utilizzo finale.
  Tali investimenti saranno sostenuti prevalentemente dai soggetti privati e dai concessionari di reti energetiche e saranno effettuati, come avviene già oggi, dai relativi gestori nell'ambito del sistema tariffario di remunerazione regolato da ARERA.
  Gli stimoli per gli investimenti negli altri settori sono costituiti dalle politiche e misure delineate nella proposta di piano, suscettibili di emendamenti a seguito della consultazione pubblica e delle raccomandazioni formulate dalla Commissione Europea.
  Gli investimenti sulle fonti rinnovabili elettriche saranno sostenuti con misure diverse: contratti per differenza, tariffe fisse e parziale esenzione dal pagamento degli oneri per l'energia auto-consumata, Power Purchase Agreement (PPA).
  Considerato che il prezzo medio dell'elettricità attuale è intorno ai 55 euro/MWh, e che le ultime aste svoltesi nel 2016 sono state assegnate a 66 euro/MWh non è improbabile che le prossime aste, previste con il decreto ministeriale Fer1 in via di emanazione, possano condurre a una situazione nella quale il sostegno alla produzione da rinnovabili si risolva in un vantaggio per i consumatori e non in un onere. Ciò deriva dal fatto che le fonti rinnovabili con maggiore potenziale di sviluppo sono eolico e fotovoltaico, a costi prevalentemente fissi. Dunque, il produttore ha necessità di entrate certe, che si ottengono assegnando una tariffa fissa per un certo numero di anni (tipicamente 20). A fronte di questo vantaggio di stabilità, ai consumatori può tornare un vantaggio in termini di riduzione della bolletta.
  Parimenti, i PPA sono strumenti nei quali produttori e consumatori, anche per il tramite di aggregatori, concordano prezzi di fornitura, senza oneri sulle tariffe, seppure sia possibile, in una fase di avvio del meccanismo, ipotizzare forme di garanzia pubblica.
  Al momento non sono state effettuate valutazioni sull'entità delle produzioni energetiche imputabili a ciascun meccanismo di sostegno. Si segnala, comunque, che l'emanando decreto ministeriale Fer1 prevede che circa l'85 per cento dell'energia incentivata provenga da impianti ammessi a seguito di procedure di aste al ribasso.
  Va comunque evidenziato che gli oneri per l'incentivazione delle rinnovabili sono previsti in significativo calo da qui a qualche anno.
  La diffusione delle fonti rinnovabili (come detto con costi prevalenti fissi) ha benefici effetti sui prezzi di mercato dell'energia elettrica, in quanto stimola gli operatori degli impianti a fonti convenzionali (con costi prevalenti variabili) a contenere i prezzi offerti sul mercato. Questo effetto ha concorso, negli ultimi anni, alla riduzione del prezzo medio di mercato registrato sulla borsa elettrica.
  Gli investimenti sulle fonti rinnovabili termiche e all'efficienza energetica saranno sostenuti con meccanismi di supporto comuni, e in continuità con quelli vigenti: detrazioni fiscali, conto termico, certificati bianchi, fondo per l'efficienza energetica.
  Le detrazioni fiscali non gravano sulle bollette, ma sul bilancio dello Stato.
  Il fondo per l'efficienza energetica è alimentato prevalentemente dalle aste per i diritti di emissioni di CO2, e quindi non genera oneri aggiuntivi.
  Si rappresenta che i beneficiari del conto termico e dei certificati bianchi sono cittadini, imprese e PA, i quali, a fronte di un incremento delle voci di costo imputabili agli stessi strumenti, consumano energia in modo più efficiente, e quindi con una minore spesa a parità di servizi.
  Per quanto riguarda il settore dei trasporti, vanno richiamate diverse modalità di sostegno: la prima e più rilevante attiene agli interventi per il potenziamento della mobilità collettiva.
  Una seconda modalità di sostegno consiste nel promuovere l'uso di mezzi a ridotto impatto ambientale, in analogia al meccanismo ecobonus introdotto con la legge di bilancio 2019. In questo caso, c’è un bilanciamento possibile tra entrate ed uscite pubbliche, comunque con oneri non gravanti sulle bollette.
  Un terzo meccanismo sostiene l'incremento della quota di energia rinnovabile nei trasporti, perseguito mediante obblighi imposti in capo ai soggetti che immettono in consumo carburanti tradizionali e possono risolversi in maggiori prezzi medi finali dei carburanti. A tale effetto negativo si pone rimedio, mediante ricorso a energie rinnovabili per i trasporti di produzione nazionale e non di importazione, con benefìci ribaltati sul sistema produttivo.
  Infine, va ricordato che l'attuazione del PNIEC comporterà una riduzione delle emissioni inquinanti oltre che dei gas serra, con un miglioramento della qualità della vita, della vivibilità delle città e, verosimilmente, con un positivo impatto sulla salute.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prezzo dell'energia

energia rinnovabile

incremento produttivo