ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/01960

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 164 del 16/04/2019
Firmatari
Primo firmatario: TRANCASSINI PAOLO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 16/04/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FOTI TOMMASO FRATELLI D'ITALIA 16/04/2019
BUTTI ALESSIO FRATELLI D'ITALIA 16/04/2019


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 16/04/2019
Stato iter:
17/04/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 17/04/2019
Resoconto TRANCASSINI PAOLO FRATELLI D'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 17/04/2019
Resoconto MICILLO SALVATORE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 17/04/2019
Resoconto TRANCASSINI PAOLO FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 17/04/2019

SVOLTO IL 17/04/2019

CONCLUSO IL 17/04/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-01960
presentato da
TRANCASSINI Paolo
testo di
Martedì 16 aprile 2019, seduta n. 164

   TRANCASSINI, FOTI e BUTTI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   con sentenza del 28 febbraio 2018, n. 1229, il Consiglio di Stato ha stabilito che spetta allo Stato, e non alle regioni, individuare i casi e le condizioni in cui un rifiuto può essere considerato «end of waste», al termine di un processo di recupero: da allora è passato quasi un anno, ma la normativa nazionale in materia, nonostante le ripetute promesse, non è stata modificata, con evidente limitazione dei progressi sul fronte dell'economia circolare, lasciando presagire — nei casi peggiori — conseguenze anche in termini d'igiene urbana;

   soprattutto il mondo delle imprese del riciclo chiede la definizione di regole «end of waste» non solo nazionali ma anche europee e ciò per evidenti motivi di concorrenza e di mercato;

   la realtà dei fatti dice che, a livello europeo, risultano emanati solo tre regolamenti «end of waste» e, a livello nazionale, solamente due decreti, mentre ne servirebbero decine e, ciò nonostante, resterebbe scoperta tutta l'area dell'ecoinnovazione. Dalla sentenza del Consiglio di Stato è passato un anno e si è praticamente allo stesso punto, a dimostrazione della complessità della materia;

   nel pacchetto di direttive europee sull'economia circolare per l’«end of waste» sono previste tutte e tre le opzioni, ossia criteri nazionali, criteri europei (ove necessari) e il sistema «caso per caso», ossia l’«end of waste» deciso nell'ambito delle autorizzazioni ai singoli impianti, rilasciate dagli organi competenti in base all'ordinamento dello Stato. Questi ultimi, nell'ordinamento nazionale, sono appunto le regioni –:

   se intenda adottare — in attesa della eventuale emanazione di linee guida statali e degli auspicati decreti «end of waste» nazionali — idonee iniziative, anche di carattere normativo, volte a consentire alle regioni di rinnovare le autorizzazioni a produrre «end of waste» in scadenza, autorizzando impianti innovativi, destinati diversamente all'estero, con significative perdite per la nostra Nazione sotto ogni profilo.
(5-01960)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

direttiva comunitaria

concorrenza

economia