ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/01358

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 117 del 30/01/2019
Firmatari
Primo firmatario: NOVELLI ROBERTO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 30/01/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PEDRAZZINI CLAUDIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 30/01/2019
BAGNASCO ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 30/01/2019
BOND DARIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 30/01/2019
BRAMBILLA MICHELA VITTORIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 30/01/2019
MINARDO ANTONINO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 30/01/2019
MUGNAI STEFANO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 30/01/2019
VERSACE GIUSEPPINA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 30/01/2019


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 30/01/2019
Stato iter:
31/01/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 31/01/2019
Resoconto NOVELLI ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 31/01/2019
Resoconto BARTOLAZZI ARMANDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 31/01/2019
Resoconto NOVELLI ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 31/01/2019

SVOLTO IL 31/01/2019

CONCLUSO IL 31/01/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-01358
presentato da
NOVELLI Roberto
testo di
Mercoledì 30 gennaio 2019, seduta n. 117

   NOVELLI, PEDRAZZINI, BAGNASCO, BOND, BRAMBILLA, MINARDO, MUGNAI e VERSACE. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   le cronache di questi ultimi anni confermano sempre più l'aumento degli episodi di violenza che si verificano in Italia nei confronti dei professionisti della salute;

   molto spesso i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari sono esposti ad un alto rischio di atti di violenza, in quanto entrano in contatto diretto con il paziente e sono chiamati a gestire rapporti caratterizzati da una condizione di forte emotività da parte del paziente stesso che si trova, il più delle volte, in uno stato di vulnerabilità, frustrazione o perdita di controllo;

   i dati dell'Inail confermano che sono mediamente più di tre al giorno gli episodi di violenza che si verificano in Italia contro medici e personale sanitario, ed è paradossale che siano proprio le persone che si prendono a cuore la salute dei cittadini a dover correre il rischio quotidiano di subire danni fisici e morali;

   la Fiaso, la Federazione di asl e ospedali, stima che siano oltre tremila i casi di aggressione l'anno, solo 1.200 denunciati all'Inail. Quelle raccolte dal sindacato degli infermieri dicono che i più esposti al rischio sono gli addetti al pronto soccorso, con 456 casi l'ultimo anno, seguiti da medici e infermieri che lavorano in corsia (400), mentre le aggressioni negli ambulatori sarebbero state 320. In 16 casi su 100 è stato necessario ricorrere alle cure di qualche collega. Ma a dover «indossare l'elmetto» sono soprattutto i medici di continuità assistenziale, le guardie mediche insomma, che sostituiscono i medici di famiglia la notte e nei festivi;

   è necessario adottare tutti gli opportuni provvedimenti al fine di garantire la sicurezza del lavoro svolto dagli operatori sanitari. L'attività svolta dall'Osservatorio permanente per la garanzia della sicurezza e per la prevenzione degli episodi di violenza ai danni di tutti gli operatori sanitari, insediatosi il 13 marzo 2018 presso il Ministero della salute, non è certo sufficiente a porre un argine contro le violenze che gli operatori sanitari sono costretti a subire –:

   quali iniziative urgenti di competenza si intendano adottare per garantire la sicurezza del lavoro svolto dagli operatori sanitari che quotidianamente operano con dedizione, competenza e senso del dovere.
(5-01358)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 31 gennaio 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-01358

  Il Ministero della salute è ben consapevole, da tempo, che gli esercenti le professioni sanitarie possono subire, nel corso della loro attività lavorativa, atti di violenza con una frequenza più elevata rispetto ad altri settori lavorativi.
  I fattori di rischio responsabili di tali atti di violenza sono numerosi, ma l'elemento peculiare e ricorrente è rappresentato dal rapporto fortemente interattivo e personale che si instaura tra il paziente e il sanitario durante l'erogazione della prestazione sanitaria e che vede spesso coinvolti soggetti, quali il paziente stesso o i familiari, che si trovano in uno stato di vulnerabilità, frustrazione o perdita di controllo, specialmente se sotto l'effetto di alcol o droga.
  Ecco perché si ritiene che il SSN, a differenza di altri ambiti, abbia una doppia responsabilità: ovvero quella di prendersi cura e tutelare i soggetti che necessitano di cure, nonché quella di tutelare la sicurezza ed il benessere fisico del personale sanitario che vi opera.
  A fronte di questa consapevolezza, il Ministero della salute sta intervenendo attraverso una pluralità di misure che – viste nel loro insieme, in un'ottica di sistema – potranno consentire la realizzazione di risultati concreti e, soprattutto, duraturi.
  Prima di tutto, si impone, come appena detto, un approccio preventivo che consenta di conferire sicurezza, sotto tutti i punti di vista, all'ambiente di lavoro degli operatori sanitari: sotto questo profilo segnalo che il 3 luglio scorso, il Ministero della salute ha istituito, ai sensi dell'articolo 5, comma 1, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, il «Comitato per l'indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro», nel cui ambito si intende rivolgere una particolare attenzione ai fenomeni, purtroppo sempre più frequenti anche in sanità, delle aggressioni al personale medico e non medico.
  Sempre nella cennata ottica preventiva, ricordo la recente approvazione, nell'ambito del cosiddetto Decreto Sicurezza e Immigrazione, di una specifica disposizione che rafforza la tutela preventiva dei presìdi sanitari. Mi riferisco all'estensione del cosiddetto «daspo urbano», introdotto dal Decreto Minniti, anche ai presìdi sanitari.
  L'altra importante iniziativa già avviata da questo Governo riguarda, come noto, lo specifico disegno di legge – che ha iniziato il proprio iter al Senato – che si è voluto dedicare al fenomeno della violenza sugli operatori sanitari.
  Da una parte, considerato che il Ministero della salute non dispone di dati certi di tutti gli episodi di violenza a danno degli operatori nel territorio nazionale, nel disegno di legge si propone la costituzione di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza di tutto il personale della Sanità, con la presenza di rappresentanti delle regioni e dei Ministri dell'interno, della giustizia e del lavoro.
  L'Osservatorio avrà il compito di monitorare gli episodi di violenza commessi ai danni degli esercenti le professioni sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni, nonché di promuovere studi ed analisi per la formulazione di proposte e misure idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti e monitorare l'attuazione delle misure di prevenzione adottate a garanzia della sicurezza nei luoghi di lavoro.
  Dall'altra parte, è stata prevista quale specifica aggravante di pena, l'aver commesso atti di violenza e minacce nei confronti degli operatori sanitari nell'esercizio delle loro funzioni: una misura che conferisce un regime di tutela particolarmente rafforzato agli operatori sanitari, certamente in grado di accrescere la deterrenza dalla commissione dei predetti reati.
  Concludo, dunque, confidando che il Parlamento voglia accogliere con favore queste proposte normative che vanno nella direzione, che – mi permetto di dire – non può conoscere divisioni politiche, della maggiore tutela della dignità del lavoro di tutti gli operatori sanitari.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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