ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/01296

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 112 del 23/01/2019
Firmatari
Primo firmatario: BOLDRINI LAURA
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 23/01/2019


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 23/01/2019
Stato iter:
24/01/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 24/01/2019
Resoconto BOLDRINI LAURA LIBERI E UGUALI
 
RISPOSTA GOVERNO 24/01/2019
Resoconto DI STEFANO MANLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
REPLICA 24/01/2019
Resoconto BOLDRINI LAURA LIBERI E UGUALI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 24/01/2019

SVOLTO IL 24/01/2019

CONCLUSO IL 24/01/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-01296
presentato da
BOLDRINI Laura
testo di
Mercoledì 23 gennaio 2019, seduta n. 112

   BOLDRINI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 25 gennaio 2016 scompariva a Il Cairo Giulio Regeni, ventottenne friulano ricercatore dell'Università di Cambridge, sottoposto per giorni a torture e trovato morto il 3 febbraio successivo;

   nel dicembre 2018, con l'ipotesi di reato di concorso in sequestro di persona, la procura di Roma ha iscritto cinque persone nel registro degli indagati. Sono ufficiali appartenenti al Dipartimento Sicurezza nazionale (servizi segreti civili) e all'Ufficio dell'investigazione giudiziaria del Il Cairo (polizia investigativa). Le iscrizioni sono legate a quanto accertato dagli investigatori del raggruppamento operativo speciale e del servizio centrale operativo secondo cui Regeni è stato seguito e pedinato tra il dicembre del 2015 e, almeno, fino al 22 gennaio del 2016, giorno in cui il giovane ricercatore venne ripreso in un video durante un colloquio con il sindacalista Mohamed Abdallah. Gli inquirenti egiziani hanno respinto la decisione dei colleghi della procura di Roma;

   dal maggio al dicembre 2018 Amal Fathy, un'attivista egiziana per i diritti umani, viene tenuta in carcere a Il Cairo per aver condiviso su internet un video in cui accusava il Governo di non difendere i diritti delle donne che hanno subito molestie sessuali. Fathy è la moglie di Mohamed Lofty, direttore della Commissione egiziana per i diritti umani e consulente della famiglia di Giulio Regeni;

   il 12 gennaio 2019 la procura di Roma ha aperto un'inchiesta sulle pressioni ricevute a Il Cairo da uno dei consulenti egiziani della famiglia Regeni da parte delle forze di sicurezza egiziane;

   il 29 novembre 2018 il Presidente della Camera, Roberto Fico, ha annunciato la sospensione dei rapporti della Camera con il Parlamento egiziano «fino a quando non ci sarà una svolta vera nelle indagini e un processo che sia risolutivo»;

   nonostante le iniziative della magistratura italiana, non ci sono passi avanti significativi nelle indagini –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, stia assumendo il Governo nei confronti delle autorità egiziane affinché venga rimosso ogni ostacolo all'accertamento della verità e all'individuazione dei responsabili dell'assassinio di Giulio Regeni.
(5-01296)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 24 gennaio 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-01296

  Il Governo italiano attribuisce massima priorità alla ricerca della verità sulla barbara uccisione di Giulio Regeni ed è pienamente impegnato affinché il Cairo assicuri piena ed efficace cooperazione giudiziaria sul caso. Con questo spirito, continuiamo a sollecitare le Autorità egiziane ad agire rapidamente per rispettare l'impegno, assunto al più alto livello politico, di raggiungere «risultati definitivi» e consegnare i colpevoli alla giustizia, come ricordato dal Presidente Conte al Presidente Sisi a margine della Conferenza di Palermo sulla Libia nel novembre scorso.
  Tali elementi sono stati ribaditi dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero Milanesi, che ha formalmente convocato alla Farnesina il 30 novembre l'Ambasciatore della Repubblica Araba d'Egitto in Italia, Hisham Badr, per sollecitare le Autorità egiziane al rispetto dell'impegno di fare piena luce su quanto accaduto a Giulio Regeni. Il Ministro Moavero ha inoltre sottolineato come gli esiti dell'ultima riunione svoltasi a Il Cairo tra magistrati italiani ed egiziani abbiano determinato una forte inquietudine in Italia, reiterando l'esigenza da parte italiana di vedere concreti sviluppi investigativi, quali la decisione da parte egiziana di rinvio a giudizio dei sospettati o l'ottenimento di nuove importanti evidenze investigative.
  Il raggiungimento di una piena ed efficace cooperazione giudiziaria sul caso è peraltro costantemente evocato dal nostro Ambasciatore al Il Cairo, Gianpaolo Cantini, in tutti i suoi contatti con le Autorità egiziane. Sin dalla data del suo arrivo nella capitale egiziana il 14 settembre 2017, la presenza dell'Ambasciatore Cantini al Il Cairo, ha permesso di portare avanti una assidua azione di sensibilizzazione a tutti i livelli. I risultati ottenuti nell'ultimo anno e mezzo, tra cui la consegna del fascicolo d'indagine e la complessa attività investigativa congiunta sull'analisi dei video della metropolitana, dimostrano la perdurante validità di tale approccio. Si tratta chiaramente di sviluppi parziali che devono ora portare senza ulteriori indugi a risultati definitivi, come ribadito dal Ministro Moavero.
  Sulla base di queste direttrici di azione, resta ferma la determinazione del Governo italiano a proseguire nella ricerca della verità sull'uccisione di Giulio Regeni, e mantenere alta l'attenzione sulla situazione dei diritti umani in Egitto, attraverso le opportune sensibilizzazioni condotte tanto sul piano bilaterale quanto in coordinamento con i Paesi partner. Rilevano in tal senso le dichiarazioni finali rilasciate dall'Unione europea in occasione del Consiglio di Associazione con l'Egitto del 20 dicembre scorso, che invitano le Autorità egiziane, «a fare luce senza ulteriori indugi sulle circostanze della morte» di Giulio e «a identificare e perseguire chi si è reso responsabile» della sua barbara uccisione.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani

relazioni diplomatiche

condizione della donna