ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00971

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 88 del 21/11/2018
Firmatari
Primo firmatario: INVIDIA NICCOLO'
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 21/11/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
OLGIATI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2018
FONTANA ILARIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2018


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 21/11/2018
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 21/11/2018
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 06/12/2018
Stato iter:
27/03/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 27/03/2019
Resoconto MICILLO SALVATORE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 27/03/2019
Resoconto INVIDIA NICCOLO' MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 21/11/2018

DISCUSSIONE IL 27/03/2019

SVOLTO IL 27/03/2019

CONCLUSO IL 27/03/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00971
presentato da
INVIDIA Niccolò
testo di
Mercoledì 21 novembre 2018, seduta n. 88

   INVIDIA, OLGIATI e ILARIA FONTANA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   nel 1970, i comuni di Busto Arsizio, Gallarate, Legnano, Nerviano e Samarate hanno dato vita al consorzio Accam (Associazione comuni comprensorio alto milanese) programmare e costruire impianti di smaltimento rifiuti alternativi alle discariche;

   l'inceneritore sito nel territorio di Busto Arsizio ha una capacità medio/piccola (circa 100.000 tonnellate annue) per un bacino di utenza di circa 440.000 cittadini dei 27 comuni soci insistendo su un'area di oltre 700.000 abitanti;

   l'impianto, in particolare le due linee forno, dal 1984 al 1994, ha mostrato diversi malfunzionamenti, finché nel 1994 è stato chiuso in seguito alle rilevanti emissioni di polveri totali (36mg/Nmc) e di mercurio (0,54mg/Nmc). Dal 1997 è stata rimessa in funzione una linea e nel 2000 si è provveduto ad un ammodernamento dell'impianto. Negli anni successivi vi sono stati altri casi di sforamenti dei limiti emissivi tra cui recentemente quelli del 15 marzo 2018, con blocco dei forni da parte degli organi di controllo (Arpa Lombardia ha disposto un vincolo giornaliero di allerta più stringente e ha chiesto interventi per scongiurare ulteriori emissioni incontrollate); va ulteriormente precisato che le polveri emesse derivano direttamente dal processo di combustione senza nessun tipo di trattamento (bicarbonato e carboni attivi) per l'abbattimento sia dei microinquinanti, che dei metalli pesanti;

   da quanto si apprende da diversi organi di stampa (fra cui anche «La Provincia di Varese» del 16 ottobre 2016), i sindaci dei comuni interessati hanno deciso di far concludere l'attività della società Accam spa nel 2017 con la conseguente liquidazione della società e dei dipendenti;

   nell'Allegato 1 al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 agosto 2016 è espressamente riportato che «Per rimpianto di Busto Arsizio (VA), la società ACCAM spa ha comunicato – giusta nota prot. n. U2512 del 9 novembre 2015 – che “a seguito dell'Assemblea dei Soci di ACCAM spa [...] i comuni Soci hanno deliberato nell'atto di indirizzo programmatico la data improrogabile di spegnimento dell'impianto di incenerimento entro e non oltre il 31 dicembre 2017”»;

   si segnala, tuttavia, che nell'assemblea dei soci che si è tenuta il 27 ottobre 2016, alcune settimane prima del termine indicato per la liquidazione della società, gli stessi soci del consorzio hanno preso atto delle difficoltà economiche di Accam spa rilevando che l'unico modo per chiuderla in bonis era posticiparne la chiusura di 4 anni, quindi nel 2021. I sindaci/soci hanno così votato per il prolungamento dell'attività;

   dopo quasi 2 anni da tale decisione, il consiglio di amministrazione della Accam spa si dichiara incapace di portare a liquidazione la società e, di conseguenza, di chiudere l'impianto in bonis. I motivi addotti in merito sono le peggiorate difficoltà finanziarie, dovute alla sempre maggiore raccolta differenziata effettuata sul territorio e al mancato conferimento di 7 comuni soci, oltre alla mancanza di fondi accantonati per la bonifica –:

   se il Governo ritenga di assumere iniziative normative affinché il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 agosto 2016, in tema di individuazione della capacità complessiva di trattamento degli impianti di incenerimento di rifiuti urbani e assimilabili, tenga conto dell'intervenuta variazione nella data di cessazione dell'attività dell'impianto e delle connesse criticità ambientali;

   se il Governo intenda attivare il comando carabinieri per la tutela ambientale per accertare l'eventuale sussistenza di un danno ambientale.
(5-00971)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 27 marzo 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-00971

  Con riferimento alle questioni poste, occorre evidenziare, in via preliminare, che in ordine alla possibilità di intervenire sul calcolo del fabbisogno regionale di incenerimento individuato dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 agosto 2016, l'articolo 6, comma 3, del medesimo decreto introduce la facoltà per le Regioni e le Province autonome di presentare, entro il 30 giugno di ogni anno, al Ministero dell'ambiente una richiesta di aggiornamento del fabbisogno residuo regionale di incenerimento dei rifiuti urbani e assimilati. Il Ministero dell'ambiente esamina la documentazione e propone le necessarie modifiche al predetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 2016, tenendo contro anche delle politiche in atto relative alla dismissione di impianti o alla riduzione di capacità di trattamento rispetto al relativo fabbisogno di incenerimento. Allo stato attuale, si fa presente che la Regione Lombardia non ha attivato alcun procedimento in tal senso.
  La stessa Regione ha comunicato, in merito alle problematiche in argomento, che nel corso di recenti incontri presso l'Assessorato regionale, la società ACCAM S.p.A. ha fornito aggiornamenti e ha comunicato di aver provveduto all'approvazione di un nuovo piano industriale, che prevede il prolungamento dell'attività del termovalorizzatore di Busto Arsizio fino al 2027 (data di scadenza dell'AIA) e la realizzazione di importanti investimenti per il miglioramento dell'impianto.
  Sempre secondo quanto riferito dall'Amministrazione regionale, l'azienda ha informato, altresì, dell'intenzione di avviare un'attività di recupero di parte del materiale degli ingombranti nell'ottica dell'economia circolare, di utilizzare una parte della produzione di energia elettrica per l'alimentazione dei veicoli elettrici impegnati nella raccolta dei rifiuti e, da ultimo, dell'intenzione di dotarsi delle infrastrutture necessarie per lo smaltimento dei fanghi di depurazione.
  Nei prossimi mesi, inoltre, gli uffici regionali competenti provvederanno all'aggiornamento dell'autorizzazione dell'impianto, per conformarla alle nuove disposizioni sulle migliori tecniche disponibili approvate dalla Commissione europea.
  Fermo restando quanto fin qui esposto, si ritiene utile riferire anche quanto comunicato dall'ARPA con particolare riferimento all'evento occorso presso l'impianto di Busto Arsizio il 15 marzo 2018. L'Agenzia ha fatto presente, al riguardo, che dopo aver individuato la causa del guasto, ACCAM ha proceduto alla sostituzione del pezzo, ripristinando la funzionalità del presidio di abbattimento. Inoltre, le polveri emesse a camino sono derivate direttamente dal processo di combustione, senza nessun tipo di trattamento per l'abbattimento, solo nel periodo di guasto.
  ARPA ha evidenziato, altresì, di aver attivato una verifica ispettiva straordinaria e di aver immediatamente relazionato la Regione Lombardia, nonché l'Autorità Giudiziaria sulla vicenda. Sono tuttora in corso approfondimenti di natura tecnica, volti a determinare la rilevanza delle ricadute nell'area, nell'ambito del procedimento penale avviato dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio.
  Al fine di accrescere l'attenzione del Gestore, in occasione della verifica straordinaria e delle successive interlocuzioni con ACCAM, sono state richieste modifiche di carattere gestionale/impiantistico, finalizzate al miglioramento del controllo del processo, allo scopo di evitare il ripetersi di situazioni come quelle che hanno condotto all'incidente. D'intesa con la Regione Lombardia, è stata anche individuata una soglia di fermo impianto sul parametro polveri totali, inferiore rispetto al limite di autorizzazione.
  Si segnala, infine, che l'inceneritore di Busto Arsizio, come tutti gli inceneritori regionali, è connesso alla rete SME di ARPA Lombardia, che consente di ricevere, in continuo, i dati provenienti dai sistemi di monitoraggio delle emissioni, installati ai camini degli impianti; questo sistema consente ad ARPA di valutare eventi anomali e critici, in maniera puntuale, e di poter individuare le situazioni che meritano attenzione e approfondimento, coinvolgendo l'Autorità competente e il Gestore stesso.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

incenerimento dei rifiuti

ammodernamento industriale

deposito dei rifiuti