ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/00475

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 46 del 18/09/2018
Firmatari
Primo firmatario: DE FILIPPO VITO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/09/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CARNEVALI ELENA PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2018
PAGANO UBALDO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2018
RIZZO NERVO LUCA PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2018
SCHIRO' ANGELA PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2018
SIANI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2018


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 18/09/2018
Stato iter:
19/09/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 19/09/2018
Resoconto DE FILIPPO VITO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 19/09/2018
Resoconto DURIGON CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 19/09/2018
Resoconto DE FILIPPO VITO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 19/09/2018

SVOLTO IL 19/09/2018

CONCLUSO IL 19/09/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00475
presentato da
DE FILIPPO Vito
testo di
Martedì 18 settembre 2018, seduta n. 46

   DE FILIPPO, CARNEVALI, UBALDO PAGANO, RIZZO NERVO, SCHIRÒ e SIANI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   sono ormai cento giorni che il Governo a maggioranza Lega-5stelle si è insediato ma per quanto riguarda le politiche sociali poco o niente è stato fatto ad eccezione di un inasprimento delle politiche dell'accoglienza, dell'approvazione di un decreto correttivo degli atti applicativi della riforma del terzo settore (quello relativo all'impresa sociale, con modifiche in particolare su alcuni aspetti fiscali e sui termini di applicazione di alcuni aspetti della normativa, come il bilancio sociale), mentre il decreto correttivo del codice del terzo settore è fermo nonostante la richiesta e la volontà da parte della società civile e degli enti del terzo settore medesimo di una sua rapida modifica;

   sulla lotta alla povertà e sull'introduzione del reddito di cittadinanza si sono registrati solo 100 giorni di annunci ma ancora nessuna decisione reale, visto che permane l'incertezza sulla copertura finanziaria, sulla fine che faranno i principali sussidi di disoccupazione e il reddito d'inclusione (Rei), sull'entità della misura stessa, sui tempi della sua applicazione, sui criteri di accesso, sulle modalità di calcolo delle condizioni economiche delle famiglie, sui percorsi di accompagnamento di fuoriuscita dalla povertà;

   inoltre, in materia di disabilità si è insediato un nuovo Ministro, ma ad oggi, ad avviso degli interroganti, non ha assunto alcuna decisione, nessun provvedimento riguardante il rafforzamento dei fondi nazionali, l'inclusione scolastica e lavorativa; non è stato intrapreso nessun percorso attuativo degli obiettivi del «secondo programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l'integrazione delle persone con disabilità» o altro;

   molti altri ambiti dai giovani, alle famiglie, alle giovani coppie, agli affidi e alle adozioni, al servizio civile, alle pari opportunità attendono interventi economici e legislativi –:

   quali iniziative sul piano economico e normativo e con quale tempistica il Governo stia mettendo in campo nel settore delle politiche sociali, al fine di rendere concrete e reali le politiche fino ad ora solo annunciate.
(5-00475)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 19 settembre 2018
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-00475

  Ringrazio l'On. De Filippo che con questa interrogazione mi consente di illustrare la centralità che le politiche sociali hanno nell'agenda di questo Governo.
  Il Reddito di cittadinanza è una delle priorità di questo Governo e la sua istituzione è prevista proprio dal contratto che è stato stipulato tra le due forze politiche di maggioranza.
  Il Reddito di cittadinanza, da intendere come misura di politica attiva del lavoro, e non già di mero assistenzialismo così come impropriamente sostenuto dai detrattori, sarà una delle tante misure protagoniste della prossima legge di bilancio.
  Con l'istituzione del Reddito di cittadinanza l'Italia recupererà il «gap» che la separa dalle altre democrazie europee, dove da tempo sono state introdotte delle forme di reddito minimo garantito con l'obiettivo di assicurare condizioni di vita dignitose alle persone in cerca di occupazione.
  Il Reddito di cittadinanza prevede una platea di beneficiari molto più ampia rispetto a quella prevista dal Rei che, erogando prestazioni appena sufficienti a garantire la sopravvivenza non può essere considerato una soluzione al problema della povertà.
  Il reddito di cittadinanza servirà a togliere le persone dallo stato di povertà e al contempo formerà i cittadini disoccupati per avviarli al mondo del lavoro.
  Un ulteriore aspetto sociale che il Governo ha preso immediatamente in considerazione è quello del precariato. La realtà quotidiana testimonia che i ragazzi di oggi sono il simbolo di una generazione per lo più abbandonata a se stessa, soprattutto senza tutele e con limitati diritti. Questo genera ansia sulle loro prospettive future di vita e di lavoro.
  E per questo motivo che il Governo ha elaborato e fatto approvare dal Parlamento il «Decreto Dignità», grazie al quale è stato disincentivato il ricorso ai contratti a tempo determinato attraverso l'introduzione di specifiche restrizioni in caso di rinnovo del contratto e la riduzione del numero delle proroghe riferite allo stesso contratto.
  Appare chiaro che una misura rivolta a contrastare un uso intensivo del contratto a tempo determinato, maggiormente diffuso tra i giovani, non può che essere intesa come un intervento che si concentra sulla fascia giovanile.
  Il Governo ha al centro della propria agenda la riduzione del precariato e l'aumentato delle tutele di quella categoria di lavoratori che è maggiormente esposta a questa condizione, ovvero quella dei giovani. È in questa prospettiva che abbiamo rilanciato gli sgravi contributivi per favorire l'occupazione dei giovani under 35.
  Lo sforzo di contrastare il fenomeno del precariato ha una valenza non soltanto economica, ma soprattutto sociale. Infatti siamo tutti consapevoli del fatto che un giovane con un lavoro precario non potrà mai progettare un futuro. La mancanza di prospettiva di crescita dell'individuo costituisce un blocco anche per l'evoluzione della nostra società, basata sul suo nucleo fondante, che è la famiglia. Con un lavoro precario non si può costruire neppure una famiglia e la società non cresce.
  L'attenzione del Governo rimane, dunque, alta anche sul versante del rilancio demografico della società italiana e, sebbene con il decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, gli asili nido siano stati qualificati come servizi educativi, con consequenziale migrazione della competenza dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, posso in questa sede annunciare, che è in fase di approfondimento un sistema integrato di proposte normative volte a introdurre misure strutturali di sostegno alla natalità, ivi compreso il potenziamento dell'offerta dei servizi socio-educativi per la prima infanzia.
  Il Terzo settore costituisce un profilo di specifica attenzione nello sviluppo dell'azione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, sia nell'aspetto regolativo, che in quello amministrativo.
  Tengo a precisare che il decreto legislativo correttivo del Codice del Terzo settore è stato, in realtà, puntualmente approvato dal Consiglio dei ministri con il decreto legislativo n. 105 del 3 agosto 2018, entrato in vigore l'11 settembre 2018.
  Tale impianto normativo ha generato un modello di regolazione promozionale del Terzo settore, finalizzato a porre le condizioni giuridiche ed amministrative affinché il Terzo settore possa autonomamente svilupparsi nella direzione di una maggiore autorganizzazione e di una maggiore capacità operativa.
  In tale prospettiva, pertanto, gli Enti del Terzo settore dispongono oggi di una disciplina unitaria ed organica, che valorizza il ruolo ad essi riconosciuto dal principio di sussidiarietà orizzontale, di soggetti chiamati a perseguire l'interesse generale e, in quanto tali, meritevoli di tutela da parte dell'ordinamento giuridico.
  Il Ministero del lavoro garantirà il sostegno alle attività di interesse generale poste in essere dagli enti del Terzo settore, attraverso la messa a disposizione delle risorse finanziarie previste dal Codice, (pari ad euro 61.960.000,00 annui), secondo un approccio metodologico multidisciplinare, orientato ad un'implementazione sinergica ed integrata delle attività di interesse generale.
  In quest'ottica, la destinazione delle risorse finanziarie attuerà il principio di sussidiarietà non solo nella sua declinazione orizzontale, ma anche in quella verticale, attraverso la leale collaborazione con le Regioni e Province autonome, affinché siano da queste promossi interventi atti a soddisfare i bisogni dei singoli territori.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

programma d'azione

applicazione della legge

bilancio sociale