ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00234

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 32 del 24/07/2018
Firmatari
Primo firmatario: FOTI TOMMASO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 24/07/2018


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 24/07/2018
Stato iter:
19/09/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 19/09/2018
Resoconto COMINARDI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 19/09/2018
Resoconto FOTI TOMMASO FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 24/07/2018

DISCUSSIONE IL 19/09/2018

SVOLTO IL 19/09/2018

CONCLUSO IL 19/09/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00234
presentato da
FOTI Tommaso
testo di
Martedì 24 luglio 2018, seduta n. 32

   FOTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   in Emilia-Romagna, regione in cui la sinistra ha politicamente dominato per svariati lustri e il sistema cooperativo si è imposto per lungo tempo (sistematicamente aggiudicandosi gran parte degli appalti pubblici), si assiste oggi ad una duplice sviluppo di quel sistema: da una parte, alcune cooperative (da sempre amministrate da personaggi che hanno – prima o poi – trovato collocazione, come amministratori, nelle file della sinistra) sono state poste in liquidazione coatta amministrativa o hanno fatto richiesta di concordato preventivo, a tacere del prestito sociale elargito alle stesse dai soci, che se ne è andato letteralmente «in fumo»; dall'altra si assiste alla proliferazione di cooperative cosiddette spurie che, sottoposte al controllo dell'Ispettorato del lavoro, sono risultate irregolari (delle 249 ispezionate nel 2017, ben 188 – pari al 75 per cento – sono risultate fuori norma e la stessa percentuale risulta confermata nel primo semestre del 2018. Se si considerano poi le cooperative non associate alle maggiori realtà di categoria (quali: Legacoop, Confcooperative e Agci), il dato raggiunge addirittura l'85 per cento, atteso che a fronte di 163 cooperative controllate le irregolari sono 140 e il fenomeno tocca il 90 per cento delle cooperative nei primi mesi di quest'anno);

   detti dati sono stati rappresentati, nei giorni scorsi dall'Ispettorato regionale di Bologna alla commissione speciale di ricerca e studio sulle cooperative spurie o fittizie, istituita dall'assemblea legislativa della regione Emilia Romagna, dopo che – in precedenza – quest'ultima aveva respinto la richiesta, formulata dall'interrogante, di istituire sul tema una commissione d'inchiesta. Al riguardo, il presidente di Confcooperative Emilia-Romagna, Francesco Milza, ha chiesto di «cambiare passo e reagire con forza a questa situazione. Serve denunciare con ancora più insistenza agli organi competenti quelle false cooperative che sfruttano i lavoratori, falsano la concorrenza e infangano il nostro sistema». E proprio Confcooperative sollecita ancora di segnalare le «situazioni irregolari agli ispettori»;

   appare significativo ricordare che l'individuazione delle cooperative spurie si basa su vari indicatori: tuttavia, la costante è il dumping sulle imprese sane, cioè l'abbattimento dei prezzi a determinati livelli in ragione dei quali è impossibile garantire il rispetto dei contratti e la sicurezza sul lavoro. Fermo restando che altri significativi indicatori risultano essere: la scarsa conoscenza e condivisione dei valori mutualistici tra i lavoratori, l'irrilevante partecipazione alle assemblee, i livelli di indebitamento molto forte, la vita breve della cooperativa e i livelli retributivi molto bassi, anche oltre il 30 per cento in meno rispetto a quelle regolari. Non vi è dubbio, dunque, che le cooperative spurie rappresentano un elemento di fortissima turbativa del mercato, in ragione di una praticata concorrenza sleale nei confronti delle imprese regolari: nei fatti, è provato, che l'alterata concorrenza si basa su prezzi al massimo ribasso e costo della manodopera compatibile solo con lo sfruttamento dei soci lavoratori;

   ridare dignità al lavoro non può ridursi ad un mero slogan e/o ad una dichiarazione di principio a cui non seguano fatti concreti –:

   se e quali iniziative il Governo intenda assumere – anche di carattere normativo – per efficacemente contrastare la proliferazione di cooperative «spurie», la cui illecita attività finisce per creare condizioni di sfruttamento per i prestatori d'opera dalle stesse, utilizzati e conseguenti rivendicazioni di ordine sindacale che, spesso e volentieri, determinano preoccupanti situazioni sotto il profilo dell'ordine pubblico.
(5-00234)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 19 settembre 2018
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-00234

  Il delicato tema della regolare costituzione delle cooperative, del corretto svolgimento dei rapporti di lavoro con i soci nonché, soprattutto, dell'assolvimento degli obblighi retributivi e contributivi, spesso disattesi, è molto importante per questo Governo.
  Dico questo perché qualunque attività economica, se svolta al di fuori del rispetto delle norme, finisce per generare elementi di forte turbativa del mercato: una vera e propria concorrenza sleale nei confronti delle imprese regolari che genera, altresì, impatti negativi sui profili occupazionali.
  È il caso delle cooperative cosiddette «spurie», termine con il quale si intende indicare una tipologia di cooperative che per comportamenti, scelte organizzative, gestione dei rapporti sociali e instaurazione dei rapporti di lavoro eludono, a volte anche in modo illegittimo, i presupposti del modello cooperativo tutelato dall'articolo 45 della Costituzione.
  È per tale motivo che il Governo da me oggi rappresentato ha ritenuto prioritario, tenuto conto della rilevanza sociale e di tutela che questo tema comporta, introdurre con il Decreto Dignità specifici interventi finalizzati ad individuare maggiori spazi di tutela, sia in favore dei lavoratori, sia degli imprenditori, in un'ottica di protezione dell'economia nazionale che, in questa fase storica, soffre alcuni fenomeni inaccettabili di concorrenza sleale.
  In un'ottica di prevenzione e di repressione di tali fenomeni distorsivi del libero mercato, le verifiche condotte dall'ispettorato nazionale del lavoro rivestono un ruolo di fondamentale importanza.
  Com’è noto, gli ispettorati territoriali del lavoro svolgono un'intensa attività di tutela dei diritti dei lavoratori mirata tanto alla repressione delle irregolarità derivanti dall'inosservanza delle leggi in materia di lavoro e legislazione sociale quanto alla prevenzione dei fenomeni di dumping sociale che inquinano la leale concorrenza degli operatori economici.
  Se guardiamo ai numeri che vengono dall'ultimo rapporto annuale, fornito dall'Ispettorato nazionale del lavoro, si evidenziano dei dati allarmanti. Nel 2017 risultano ispezionate 3.317 cooperative, di cui 1.826 sono risultate irregolari (pari a circa il 55 per cento del totale).
  È emerso, inoltre, un numero di lavoratori irregolari pari a 16.838 di cui 1.444 totalmente «in nero».
  Nel settore cooperativo si registrano, purtroppo, talune fenomeni di irregolarità cui occorre prestare particolare attenzione.
  Mi riferisco ai casi di ricorso ad appalti ed alle forme di somministrazione illecita. Su tale aspetto evidenzio che il Governo, in occasione dell'adozione del Decreto Dignità, ha provveduto a ripristinare il reato di somministrazione fraudolenta, precedentemente abrogato dal Jobs Act, che si configura quando la somministrazione di lavoro è posta in essere con la specifica finalità di eludere norme inderogabili di legge o del contratto collettivo applicate al lavoratore.
  L'altro fronte estremamente impegnativo consiste nell'attività di contrasto delle cooperative spurie che, attraverso l'applicazione di contratti collettivi sottoscritti da organizzazioni prive di rappresentatività, mirano ad una consistente riduzione del costo del lavoro.
  Per debellare tale intollerabile fenomeno, è obiettivo di questo Governo, per il tramite dell'azione di vigilanza condotta dai soggetti istituzionali a ciò deputati, garantire che le società cooperative applichino ai propri soci lavoratori trattamenti economici complessivi non inferiori a quelli previsti dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale.
  Una specifica attenzione, nel settore delle cooperative, è peraltro riservata agli ambiti della logistica e dell'autotrasporto da sempre interessati da gravi forme di irregolarità nella costituzione e gestione dei rapporti di lavoro.
  È opportuno infatti ricordare che il settore della logistica, che ricopre un ruolo di primaria importanza nell'economia nazionale, è caratterizzato da una accentuata destrutturazione per la presenza di numerose micro imprese, anche sotto forma di cooperative spurie, che evidenziano non di rado violazioni di obblighi retributivi e previdenziali in connessione con fattispecie interpositorie.
  In tale ambito il Ministero del lavoro e delle politiche sociali condivide tale attività di vigilanza in sinergia con il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero dei trasporti ed il Ministero dell'interno (Polizia stradale).
  Per il 2018 le verifiche ispettive volte al contrasto delle irregolarità nel settore della logistica e del trasporto stanno interessando, in particolare, i siti dove operano cooperative di grandi dimensioni, attraverso specifiche campagne ispettive straordinarie, concernenti l'autotrasporto e, più in generale, l'attività di movimentazione e stoccaggio delle merci nei confronti di alcune importanti realtà aziendali che, per attività d'impresa e per diffusione sul territorio, hanno rilievo nazionale nei rispettivi settori merceologici.
  Ribadisco qui quanto siano importanti queste ispezioni in quanto, dalle stesse, sono stati recuperati contribuiti e premi evasi per un imponibile accertato di 53.294.927 milioni di euro.
  Per il Governo l'obiettivo principale è, quindi, quello di verificare la regolarità della costituzione e dello svolgimento dei rapporti di lavoro con i soci, nonché l'adempimento degli obblighi retributivi e contributivi, spesso disattesi all'interno di realtà economiche che non rispettano l'apposito quadro regolatorio.
  In questa prospettiva ricordo che grazie allo strumento della diffida accertati va sono stati tutelati i crediti da lavoro, attraverso il recupero della retribuzione dovuta ai lavoratori in tutti quei casi, ben 2856 dal rapporto annuale del 2017, in cui agli stessi siano applicati contratti collettivi sottoscritti da organizzazioni sindacali prive di reale rappresentatività, al solo fine di ottenere consistenti ed indebite riduzioni del costo del lavoro.
  Per tali motivo è obiettivo del Governo migliorare l'attività di controllo sui luoghi di lavoro e potenziare le risorse umane a ciò deputate.
  Riteniamo che per poter efficacemente contrastare i fenomeni di concorrenza sleale nel mercato non si debba cadere nell'illusione che la soluzione passi attraverso un ulteriore attività di normazione e di regolamentazione, che finirebbe solamente per appesantire la burocrazia sulle spalle degli imprenditori ma che si debba, al contrario, insistere in attività di prevenzione di tali irregolarità.
  Conclusivamente, in merito a quanto richiesto, posso assicurare che resterà «alta» l'attenzione del Governo sulle tematiche riguardanti il lavoro affinché, sia nei tavoli tecnici interistituzionali che nell'attività legislativa, possano essere raggiunti, nel breve periodo, i risultati che ci siamo preposti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

concorrenza

contratto di lavoro

costi salariali