ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00051

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 18 del 20/06/2018
Firmatari
Primo firmatario: RIZZETTO WALTER
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 20/06/2018


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 20/06/2018
Stato iter:
05/12/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 05/12/2018
Resoconto DURIGON CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 05/12/2018
Resoconto RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 20/06/2018

DISCUSSIONE IL 05/12/2018

SVOLTO IL 05/12/2018

CONCLUSO IL 05/12/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00051
presentato da
RIZZETTO Walter
testo di
Mercoledì 20 giugno 2018, seduta n. 18

   RIZZETTO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   gli interventi di ristrutturazione aziendale, a prescindere dalle motivazioni sottostanti, incidono inevitabilmente non solo sulla posizione lavorativa, ma sulla vita stessa delle persone coinvolte e delle loro famiglie;

   pertanto, in tali casi è necessario sostenere i lavoratori sotto ogni profilo, per scongiurare tragedie come quella che si è consumata nel centro stampa di Savogna (Gorizia) dove, il 16 giugno 2018, un tipografo di 49 anni si è tolto la vita in un ufficio dello stabilimento;

   il centro stampa pubblica alcuni quotidiani distribuiti in Friuli Venezia Giulia, tra i quali Il Piccolo e Il Messaggero Veneto, di proprietà del gruppo Gedi, e nei giorni precedenti l'azienda aveva annunciato la chiusura dello stabilimento di Gorizia e il trasferimento a Padova dell'attività e del personale, nel centro stampa di proprietà del gruppo;

   la drammatica morte di questo lavoratore, che lascia una moglie e una figlia di undici anni, richiama la necessità di intraprendere idonee misure per migliorare la qualità e le condizioni del lavoro e il supporto dei lavoratori, la cui vita viene stravolta, come nel caso in questione, da decisioni aziendali assunte unilateralmente e in modo improvviso;

   tra l'altro, è necessario accertare se la proprietà aziendale abbia usufruito di finanziamenti pubblici, anche per verificare la legittimità del trasferimento disposto –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se e quali iniziative di competenza intenda adottare a tutela dei lavoratori del centro stampa di Savogna;

   se e quali iniziative di competenza intenda assumere affinché siano riconosciute ai lavoratori maggiori tutele e sostegno, a fronte di provvedimenti aziendali che comportano incisivi cambiamenti della condizione del lavoratore;

   se il gruppo aziendale abbia usufruito di contributi pubblici e, in caso affermativo, a che titolo e finalità.
(5-00051)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 5 dicembre 2018
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-00051

  Con riferimento all'evento luttuoso richiamato dall'interrogante, vorrei innanzitutto esprimere la mia vicinanza alla famiglia del tipografo che in un momento di estrema disperazione ha posto tragicamente fine alla sua vita.
  Ciò premesso, si rappresenta che la società GEDI PRINTING S.p.A., che ha sede a Roma, gestisce diversi stabilimenti sul territorio nazionale.
  Si tratta un'azienda che svolge l'attività di stampa di varie testate quotidiane, in seguito alla ricezione delle pagine trasmesse tramite rete di distribuzione dati.
  Presso lo stabilimento di Gorizia, fino al mese di ottobre di quest'anno venivano stampati i quotidiani IL PICCOLO e IL MESSAGGERO VENETO.
  Lo stabilimento occupava 13 dipendenti. L'attività di stampa si svolgeva in orario notturno, dalle 22:00 alle 05:00, mentre i servizi di manutenzione specialistica, si svolgevano in orario diurno, come anche le attività di logistica per la distribuzione del materiale stampato e di pulizia, le quali però venivano appaltate a terzi.
  Dalle informazioni assunte, è emerso che la decisione di chiudere lo stabilimento di Gorizia dal primo di novembre scorso è stata determinata dalla continua e progressiva diminuzione di vendita dei quotidiani, che per lo stabilimento in questione ammontava ultimamente a 70.000 copie giornaliere. Una quantità a fronte della quale, per l'azienda, non appariva necessaria la presenza di un'unità localizzata in Friuli-Venezia Giulia.
  A seguito di ciò, è stato stipulato un accordo a livello nazionale con le organizzazioni sindacali, avente ad oggetto il trasferimento della produzione presso lo stabilimento di Padova, nonché la possibilità di concedere un trattamento di incentivo all'esodo per il personale in forza allo stabilimento di Gorizia che desiderasse interrompere il rapporto di lavoro con la Società.
  Successivamente, dei tredici dipendenti che erano ivi occupati, dodici hanno rifiutato il ricollocamento presso lo stabilimento di Padova e hanno conciliato, presso la Commissione di conciliazione dell'Ispettorato del Lavoro di Trieste-Gorizia, sede di Gorizia, la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro ed uno ha accettato il ricollocamento presso il suddetto stabilimento veneto.
  A quanto consta, la predetta Società, sotto la precedente denominazione «FINEGIL EDITORIALE S.P.A. DIVISIONE NORDEST»:
   1) ha realizzato e inaugurato nel 2011 il sito industriale grazie ad un consistente finanziamento del Fondo Gorizia al Consorzio di Sviluppo Industriale e Artigianale di Gorizia, proprietario del sito, che l'ha poi concesso in locazione a FINEGIL;
   2) ha usufruito del trattamento di Cassa Integrazione Straordinaria per riorganizzazione aziendale dal 1° dicembre 2012 al 30 novembre 2014;
   3) si è avvalsa del regime di solidarietà dal 1° aprile 2016 al 31 marzo 2017;
   4) ha ottenuto il trattamento di Cassa Integrazione Ordinaria per motivi di crisi aziendale dal 3 ottobre 2016 all'8 ottobre 2016.

  Il finanziamento fruito dall'azienda, dunque, a quel che consta, è quello indicato.
  Tengo d'altra parte qui a rammentare, per quanto occorra, che proprio per evitare che le aziende alle quali sono stati corrisposti finanziamenti pubblici possano delocalizzare gli stabilimenti produttivi, nel Decreto Dignità è stato previsto che «le imprese italiane ed estere, operanti nel territorio nazionale, che abbiano beneficiato di un aiuto di Stato che prevede l'effettuazione di investimenti produttivi specificamente localizzati ai fini dell'attribuzione di un beneficio, decadono dal beneficio medesimo qualora l'attività economica interessata dallo stesso o una sua parte venga delocalizzata dal sito incentivato in favore di unità produttiva situata al di fuori dell'ambito territoriale del predetto sito, in ambito nazionale, dell'Unione europea e degli Stati aderenti allo Spazio economico europeo, entro cinque anni dalla data di conclusione dell'iniziativa o del completamento dell'investimento agevolato».
  Ma preciso questo, solo per ricordare l'attenzione prestata dal Governo a certi temi.
  Per altro verso, a fronte di questa vicenda, quello che posso dire è che in questi pochi mesi, il Governo ha profuso senz'altro il massimo sforzo per tentare la risoluzione del maggior numero possibile di problemi sul tappeto e lo stesso sforzo sarà effettuato in futuro, sulla base, si spera, di una realtà mutata in meglio, per effetto delle riforme che si stanno portando avanti.
  L'attenzione al mondo del lavoro è come noto altissima e costante oltre che prioritaria e tale inevitabilmente resterà.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

cessazione d'attivita'

condizioni di lavoro

stabilimento