XVIII Legislatura

Commissione parlamentare per la semplificazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 27 di Giovedì 13 gennaio 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Stumpo Nicola , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA SEMPLIFICAZIONE DELLE PROCEDURE AMMINISTRATIVE CONNESSE ALL'AVVIO E ALL'ESERCIZIO DELLE ATTIVITÀ DI IMPRESA

Audizione di rappresentanti di F.LE.PAR. Federazioni Legali e Professionisti delle Amministrazioni della Repubblica e di rappresentanti di Fondazione Inarcassa.
Stumpo Nicola , Presidente ... 3 
Fietta Franco , Presidente Fondazione Inarcassa ... 4 
Stumpo Nicola , Presidente ... 8 
Cignarelli Tiziana , rappresentante di F.LE.PAR. Federazioni Legali e Professionisti delle Amministrazioni della Repubblica ... 8 
Buratti Umberto (PD)  ... 11 
Stumpo Nicola , Presidente ... 11

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
NICOLA STUMPO

  La seduta comincia alle 8.45

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Ricordo che, trattandosi di seduta dedicata all'attività conoscitiva, ai componenti della Commissione è consentita la partecipazione da remoto in videoconferenza secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento. In proposito ricordo che per i componenti che intendono partecipare ai lavori secondo la predetta modalità è necessario che risultino visibili alla Presidenza.

Audizione di rappresentanti di F.LE.PAR. Federazioni Legali e Professionisti delle Amministrazioni della Repubblica e di rappresentanti di Fondazione Inarcassa.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla semplificazione delle procedure amministrative connesse all'avvio e all'esercizio delle attività di impresa, l'audizione di rappresentanti di F.LE.PAR. Federazioni Legali e Professionisti delle Amministrazioni della Repubblica e di rappresentanti di Fondazione Inarcassa. Ringrazio per aver aderito all'invito il rappresentante di Inarcassa e di F.LE.PAR.
  Ricordo brevemente che il tema della semplificazione delle procedure amministrative è centrale nell'attività del Parlamento e del Governo, volta a dare la migliore attuazione al PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) che rappresenta in questa fase il principale acceleratore delle politiche di digitalizzazione e semplificazione per il Paese.
  Le misure ad esso correlate rappresentano un'occasione preziosa per rendere il Paese più moderno, equo e sostenibile, ma il loro successo dipende dalla collaborazione di tutti, a partire dagli enti territoriali, dal mondo delle imprese, dalla società civile e dal personale del settore pubblico e privato. In tale quadro è fondamentale superare la frammentazione e la sovrapposizione delle competenze nei diversi settori, dando maggiori certezze nelle funzioni che ciascuno è chiamato a svolgere.
  La Commissione parlamentare per la semplificazione sta acquisendo elementi e valutazioni di grande interesse nel corso dell'indagine sui diversi e variegati settori su cui incide il quadro generale di riferimento. Per questo motivo è di fondamentale importanza sentire le voci dei diversi ambiti su cui si riflettono le politiche intraprese.
  Chiederei di portare all'attenzione della Commissione le principali tematiche e le proposte che dal vostro punto di vista nei settori di interesse possono contribuire a lavorare per raggiungere gli obiettivi prefissati.
  Lascio quindi la parola con interventi da remoto al Presidente di Inarcassa, che ringrazio nuovamente per aver aderito all'invito a partecipare ai nostri lavori e per la documentazione che ci è stata trasmessa e che è stata inoltrata a tutti i componenti della Commissione. Prego, Presidente Fietta, lascio a lei la parola.

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  FRANCO FIETTA, Presidente Fondazione Inarcassa. Ringrazio tutta la Commissione e il presidente della Commissione per questo invito.
  Innanzitutto, preciso che io sono Presidente della Fondazione Inarcassa e non di Inarcassa, in quanto la Fondazione è un organismo istituito da Inarcassa, ovvero l'ente di previdenza e assistenza di ingegneri, architetti e liberi professionisti, e rappresenta circa 170 mila iscritti, mentre la Fondazione si pone come interlocutore in tutte le sedi istituzionali al fine di rappresentare le istanze dei propri associati per quanto riguarda le problematiche relative all'attività professionale.
  Entrando subito nel tema, vorrei sottolineare come il tema della semplificazione delle procedure, in particolar modo per quanto attiene il rapporto tra liberi professionisti e pubblica amministrazione, ha sempre svolto un ruolo importante nell'attività libero professionale di ingegneri e architetti.
  L'obiettivo di questa indagine è sicuramente condivisibile e ampiamente condivisa dai liberi professionisti. Riteniamo che, soprattutto in riferimento al settore dei lavori pubblici, la pubblica amministrazione debba svolgere un'attività di programmazione generale e controllo amministrativo delle opere, evitando di svolgere quell'attività di progettazione, di direzione lavori e collaudi per i quali non dispone di appositi mezzi e competenze. In questo modo già si eviterebbero pericolosi e palesi conflitti di interesse tra chi progetta il programma e li controlla nonché la sottrazione di tempo ai compiti d'ufficio.
  Occorre fare attenzione ad alcuni aspetti che vengono spesso definiti come semplificazioni, ma che in realtà sono il voler saltare forme di trasparenza e di controllo. Saltare l'incarico del libero professionista attraverso una gara non vuol dire semplificare, ma spesso vuol dire saltare quei controlli utili e necessari e si aprirebbe, nel caso di questi incarichi diretti interni alla pubblica amministrazione, ad altre forme di inefficienza abbastanza palesi.
  Nel processo di modernizzazione gli operatori economici devono potersi confrontare con un impianto di norme chiare e semplificate. Andiamo un po' a vedere alcuni temi. Negli ultimi anni assistiamo a un'evidente ipertrofia normativa che amplifica i processi decisionali, li rende sempre più farraginosi e complicati e, in riferimento ai lavori pubblici, allunga i tempi di progettazione delle opere.
  Vorrei ricordare che i cosiddetti «tempi di attraversamento» all'interno dell'attività di progettazione occupano circa il 60 per cento. Questi sono tempi morti conseguenti a intoppi burocratici e autorizzativi. In questo contesto si crea un evidente svantaggio competitivo per architetti e ingegneri liberi professionisti che non nascondono le difficoltà di operare in un mercato appesantito da norme e procedure talvolta ridondanti che causano incertezze interpretative ed errori.
  Un caso esemplare in questo fenomeno di stratificazione è la recente esperienza del cosiddetto «superbonus 110 per cento», una misura che è nata con grande attenzione nel comparto edile, ma che ha creato, per quanto attiene l'interpretazione delle normative di riferimento e l'ambito di applicazione a cui essa si riferisce, momenti di inefficienza e di estremo confronto fra decisori pubblici ed enti regolatori, creando incertezze e allungamenti dei tempi, tanto che sono stati necessari in una fase iniziale circa 139 giorni per avere un primo quadro abbastanza completo delle misure.
  Vorrei anche ricordare che ancora oggi lo stesso superbonus 110 per cento è frutto di interpretazioni e di ricerca di informazioni e di chiarimenti su tutti i temi che continuano a essere costantemente ripresi e rinnovati. Occorre, quindi, fare attenzione a tutti questi aspetti.
  Un altro caso che vorremmo porre alla vostra attenzione è quello del doppio lavoro dei dipendenti pubblici, poiché secondo noi anch'esso rientra nel tema generale. Come già detto inizialmente, è fondamentale intervenire sul personale dipendente della pubblica amministrazione in termini di valorizzazione e qualificazione delle competenze, ma anche di disciplina dei loro incarichi esterni.Pag. 5
  Il processo di semplificazione non può tradursi in un indebolimento delle responsabilità in capo a ciascuna risorsa dipendente della pubblica amministrazione. Una sussidiarietà resa dai liberi professionisti è presente ormai in molti processi autorizzativi, ma non deve essere il grimaldello per scaricare responsabilità che devono rimanere in capo al dipendente pubblico.
  Occorre grande attenzione su questi aspetti, perché in molti casi in cui il libero professionista si trova ad assumere questa responsabilità, si trova in una posizione di debolezza, spesso non riuscendo a raggiungere alcune informazioni e ad avere chiarezza su alcune norme, ma dall'altra parte si trova confrontato con un committente e con un decisore pubblico che vogliono avere risposte immediate. Questo crea grandi problemi al libero professionista ed evidentemente, come parte debole, non va ad assolvere al suo compito nel migliore dei modi.
  Fondazione Inarcassa ha posto in diverse occasioni il tema delle competenze dei dipendenti pubblici dell'area tecnica in riferimento alla gestione degli incarichi interni ed esterni, segnalando la necessità e l'urgenza di chiarire con più precisione i dettagli di una disciplina normativa che ancora oggi consente loro – i dipendenti pubblici – di esercitare l'attività di libera professione. Vogliamo vigilare con attenzione su questo fenomeno.
  La nostra Fondazione considera prioritario ricercare un equilibrio tra il settore pubblico e quello privato nel rispetto delle competenze dei dipendenti pubblici e delle esperienze dei liberi professionisti. Siamo convinti sostenitori di un'idea di pubblica amministrazione che da un lato valorizzi le competenze e i ruoli dei suoi dipendenti dell'area tecnica e che dall'altro lasci ampio margine di intervento a un regime di concorrenza leale tra gli operatori economici e i liberi professionisti.
  Infatti, non è ammissibile che i dipendenti della pubblica amministrazione, siano essi in formula full time o part time, possano svolgere un secondo lavoro nel medesimo ambito operativo del primo, spesso a discapito di quello principale e ancor più di frequente in palesi situazioni di conflitto di interessi. Sappiamo che i princìpi normativi non ammetterebbero questi casi, ma altrettanto chiaramente siamo a conoscenza di tantissimi casi dove questo avviene. Chiediamo un quadro normativo uniforme e chiaro di applicazione delle misure che escludano i casi di doppio lavoro.
  Alla luce della normativa in materia di svolgimento degli incarichi da parte dei dipendenti pubblici – solo per citare alcuni riferimenti, vi sono l'articolo 53, commi 2, 3-bis e 5 del decreto legislativo numero 165 del 2001 e l'articolo 1, comma 58-bis della legge 662 del 1996 e altri che trovate nel documento –, è bene sottolineare che ad essi è vietato affidare incarichi che presentano carattere di abitualità professionale e incarichi che possono generare conflitti di interesse.
  Infatti, sono preclusi a tutti i dipendenti, a prescindere dalla consistenza dell'orario di lavoro, gli incarichi che si svolgano durante l'orario di ufficio o che possano far presumere un impegno o una disponibilità in ragione dell'incarico assunto anche durante l'orario di servizio, salvo che il dipendente fruisca di permessi e ferie o altri istituti di astensione dal rapporto di lavoro, gli incarichi che, aggiunti a quelli già conferiti e autorizzati, evidenzino il pericolo di compromissione dell'attività di servizio e gli incarichi che si svolgano utilizzando mezzi beni e attrezzature di proprietà dell'amministrazione di cui il dipendente dispone per ragioni di ufficio o che si svolgano nei locali dell'ufficio. Su questi aspetti riteniamo sempre auspicabile uno stretto controllo.
  Andiamo poi un tema che è già stato evidenziato dalla Commissione in più documenti. Concordiamo sull'aspetto della digitalizzazione, secondo il quale, parallelamente al processo di semplificazione, la pubblica amministrazione debba investire in termini di risorse umane ed economiche in questo campo.
  Riteniamo che questo sia un obiettivo che la pubblica amministrazione debba imporsi di raggiungere in tempi brevi, ma d'altra parte siamo consapevoli che, vista la materializzazione dei contenuti degli archiviPag. 6 di proprietà degli enti pubblici – mi riferisco in particolare a quelli relativi ai comuni e ai piccoli comuni –, al di là del problema che spesso al libero professionista e agli stessi impiegati risulta difficile accedere a informazioni presenti in archivi ormai dimenticati o di difficile raggiungibilità, un altro problema consiste nel trovare tempi, modi e risorse per digitalizzare tutti questi documenti. Quelle che sono le autorizzazioni in campo edilizio e in campo urbanistico sono spesso difficilmente raggiungibili e quando sono raggiungibili, lo sono in tempi estremamente lunghi.
  Tornando all'esempio del superbonus, ormai è noto a tutti come sia stato necessario intervenire con una forma autorizzativa, ovvero la CILAS (comunicazione di inizio lavori asseverata superbonus), non tanto perché ci fossero difficoltà e anche altri motivi che poi magari accenniamo, ma soprattutto perché i tempi della pubblica amministrazione, per andare a raggiungere le informazioni, erano assolutamente inaccettabili in funzione di quelle che erano le necessità dei liberi professionisti, dei cittadini e della stessa pubblica amministrazione. Un'attenzione particolare deve andare sulla digitalizzazione di queste informazioni soprattutto nelle strutture pubbliche di piccole dimensioni.
  Tuttavia, non per questo non riteniamo importante poter intervenire e informatizzare tutti gli uffici anche centrali, gli uffici del genio civile e così via, andando a semplificare e rendere interscambiabili queste informazioni tra amministrazioni pubbliche affinché siano rese disponibili anche ai tecnici e ai cittadini.
  Porto una mia breve esperienza. Io lavoro nell'ambito della provincia autonoma di Bolzano e devo dire che le esperienze di informatizzazione che sono state portate in questa provincia negli ultimi anni hanno portato veramente un grande aiuto ai liberi professionisti. Lo porto come esempio per quello che si sta facendo, ma non per questo non ci sono problemi. Sottolineo che ci sono ancora problemi, ma la strada è quella che riteniamo corretta.
  A tale riguardo vorrei anche fare un inciso relativo a un ragionamento che ho fatto con alcuni colleghi nella giornata di ieri a seguito della lettura dell'articolo su Il Sole 24 Ore in tema di catasto digitalizzato, portando sempre come esempio quella che è la mia esperienza professionale in un'area dove il catasto è diverso da gran parte di quello nazionale, essendo basato su un vecchio catasto del sistema austro-ungarico che ha la particolarità di avere anche un ulteriore documento, un ulteriore registro, che è quello tavolare, che dà certezza e prova in relazione alle proprietà. Nella digitalizzazione del catasto mi aspetterei di poter trovare in futuro in tutta Italia una situazione analoga.
  Lo dico perché quelle volte in cui mi sono trovato a operare fuori dell'area del Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, che sono le due aree dove vige questa particolare struttura catastale, le incertezze, le problematiche, i tempi e i costi relativi alle valutazioni sulle proprietà delle aree sono estremamente più elevati e più problematici. Devo dire che mi sono sempre sorpreso nel trovare questa differenza e nel non avere ancora in tutta la nostra nazione una struttura di quel tipo. Lo porterei proprio come esempio di una semplificazione che attraverso la digitalizzazione sarebbe anche estremamente utile a tutto il Paese.
  Un altro aspetto importante è quello relativo, come abbiamo già accennato prima, alla normativa in materia edilizia e urbanistica. Come detto, per quanto riguarda la sovrapposizione e la stratificazione normativa in materia edilizia e urbanistica, portando nuovamente l'esempio del superbonus, ormai tutte le normative edili e urbanistiche presentano molte incongruenze, contraddizioni e difficoltà interpretative. Riteniamo che il testo unico sia preferibile nella produzione legislativa per quanto possibile anche negli interventi di modifica, andando a intervenire sempre all'interno di un testo unico in modo da poter semplificare il più possibile la lettura e anche l'interpretazione della normativa sul tema.
  Voglio poi andare su altri casi. All'interno del sistema normativo e del sistema di regolamentazione dell'urbanistica e dell'edilizia, riteniamo che un elemento di Pag. 7grande supporto possa venire dall'istituzione progressiva del fascicolo del fabbricato, un documento digitale unificato nel modello che viene depositato presso il comune e che raccolga tutte le informazioni di un edificio di tipo burocratico, autorizzativo e tecnico, con informazioni sulle autorizzazioni edilizie, sulle certificazioni energetiche, sulla situazione di sicurezza sismica, sullo stato degli impianti tecnici e sulla manutenzione. Nello stesso potrebbe confluire anche altro, con documentazione dell'eseguito e magari anche con una certificazione video e fotografica.
  Sono tutte informazioni estremamente importanti che oggi con l'informatizzazione sarebbero possibili e che aiuterebbero moltissimo da una parte i cittadini e i tecnici, ma anche gli stessi enti pubblici. Credo che un lavoro in questa direzione, dal punto di vista anche di digitalizzazione, sarebbe di grande importanza e di grande ausilio a tutte le parti in gioco.
  Voglio fare un altro appello in relazione ad alcune norme che stanno uscendo o che sono già uscite in merito al PNRR nel cosiddetto «decreto Semplificazioni» che, per esempio, ha introdotto l'appalto integrato. Anche questa è una forma di apparente semplificazione. Dico «apparente», perché non è altro che eliminare un elemento di controllo a sostegno della pubblica amministrazione.
  Nell'appalto integrato, quando il progetto viene svolto dall'impresa, è evidente che il progettista lavora per l'impresa e non ha più un incarico dalla parte pubblica. È evidente che, nel momento in cui ha l'incarico della parte pubblica, il suo principale interesse è quello di fare gli interessi del suo committente, ma più difficile è poter dire lo stesso quando opera per conto dell'impresa. Per questo motivo occorre fare attenzione a questi aspetti. Questa è una apparente semplificazione o un saltare i tempi delle gare necessarie per l'incarico al professionista, ma questo sostanzialmente vuol dire anche saltare le modalità di controllo che lo Stato ha a disposizione.
  Ad esempio, in altre nazioni europee, dove esistono forme analoghe all'appalto integrato, faccio presente che in questi situazioni, essendomi confrontato nella mia attività professionale casi di questo tipo, dal punto di vista della parte pubblica il controllo è estremamente più forte. Occorre stare attenti a quella che non è una preparazione attuale del sistema pubblico per poter fare controlli con queste modalità e con quelle forme che ho visto in altri Paesi europei. Quindi, bisogna fare attenzione a questa situazione.
  La stessa ANAC (Autorità nazionale anticorruzione) per situazioni analoghe ha più volte affermato che l'appalto integrato è problematico e generalmente porta a maggiore contenziosi con lo Stato. Temiamo che il rischio, anche nell'ambito del PNRR, sia che il contenzioso poi arrivi nella fase finale, quando magari abbiamo anche problemi di tempistiche.
  Analogamente, in relazione all'incarico diretto dei professionisti, nel caso in cui si diano incarichi diretti occorre fare attenzione a prevedere forme di controllo in relazione alle competenze e alla capacità del professionista.
  Un altro aspetto su cui ritorno, avendone accennato all'inizio, e sul quale siamo molto attenti è quello del principio della sussidiarietà. Come liberi professionisti sopperiamo e abbiamo sopperito a parte delle competenze della pubblica amministrazione, utilizzandone le competenze e professionalità e siamo pronti a continuare in questa direzione.
  Tuttavia, devono essere noti i limiti di questo percorso: come ho già detto prima, la sussidiarietà non può e non deve trasformarsi sole con trasferimento di responsabilità verso l'ultimo elemento della catena autorizzativa, perché il rischio in alcuni casi è quello di porre al professionista l'alternativa tra sottoscrivere alcune delle certificazioni di cui non può verificare le condizioni magari per l'indisponibilità di informazioni e il blocco di ogni intervento edilizio ancorché necessario e urgente. Occorre fare attenzione in questo senso.
  Un altro aspetto limitativo è legato al fatto che questi trasferimenti di competenze pubbliche e di responsabilità dei liberi professionisti hanno un costo a volte molto importante che finisce in carico al Pag. 8privato, rendendo il Paese sempre meno efficiente. Anche su questo tema ogni trasferimento deve essere valutato con attenzione in merito alla sua reale necessità, utilità ed efficacia senza porre come prioritario l'alleggerimento delle incombenze di una pubblica amministrazione in affanno.
  Riteniamo necessario lasciare le corrette responsabilità in capo al decisore pubblico, premiandolo o punendolo in relazione alle sue capacità e alle sue professionalità.
  Io non vi rubo altro tempo. Per quanto riguarda la documentazione già inviata, se per voi va bene, vorrei integrarla anche con l'argomento relativo al catasto che è un ultimo argomento che nasce da una riflessione nell'ultima ora. Vi ringrazio per la vostra attenzione.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, presidente Fietta, della Fondazione Inarcassa e mi scuso per non averlo sottolineato prima. Va bene l'integrazione del documento sulla parte che riguarda il catasto che sicuramente rientra nelle norme di semplificazione che possono interessarci, ma le chiederei anche se avete delle proposte in merito al 110 per cento, che è uno dei temi che lei ha trattato sui modelli di semplificazione. In questi giorni è sempre più evidente il problema che può nascere tra interpretazioni che a volte si rincorrono e una norma non chiara.
  Le chiedo se voi aveste da sottoporci anche dei modelli per poter chiedere poi all'agenzia eventuali ulteriori aggiornamenti di questa normativa che si evolve continuamente, un po' come un corpo vivo e non una norma scritta.
  Sarebbe molto utile se aveste anche delle proposte che naturalmente la Commissione valuterà nella totale autonomia e di cui eventualmente proverà a farne ricchezza fuori dalla Commissione, in quanto parlamentari, per dare un contributo comune alla semplificazione e anche allo sviluppo del Paese che da quel punto di vista ne ha bisogno. La ringrazio davvero per la relazione esaustiva e per le integrazioni che ci darà.
  Ora io passerei agli altri soggetti auditi oggi, i rappresentanti della F.LE.PAR., che ringrazio per il materiale che ci è stata inviato, oltre che per la presenza. Ringrazio la rappresentante Tiziana Cignarelli e la rappresentante Marcella Mattia. Do la parola alla dottoressa Tiziana Cignarelli, prego.

  TIZIANA CIGNARELLI, rappresentante di F.LE.PAR. Federazioni Legali e Professionisti delle Amministrazioni della Repubblica, Grazie, presidente. Grazie per averci audito. Ci ha fatto particolarmente piacere sentire anche la relazione del rappresentante di Inarcassa sulla situazione dei professionisti privati e il loro punto di vista.
  Noi siamo un'organizzazione sindacale di professionisti pubblici e sicuramente concordiamo sulla necessità di una valorizzazione delle figure professionali dei professionisti, pubblici o privati che siano, in un rapporto non di contrapposizione.
  Raccolgo la segnalazione da parte del Presidente di Inarcassa sull'estrema importanza della figura dei professionisti in questo momento. Noi sappiamo bene che durante la pandemia è stata evidente la massima criticità della pubblica amministrazione, che è stata la carenza di competenze tecniche.
  Di fronte a un'Europa che riguardo al PNRR dice: «La pubblica amministrazione italiana deve essere rinnovata e semplificata» – sicuramente questa è la Commissione giusta per parlare di questo argomento –, noi abbiamo pensato di focalizzare il nostro intervento sul ruolo che possono avere i professionisti pubblici nella semplificazione delle procedure amministrative.
  Comprendiamo bene che il privato cittadino o l'impresa abbiano delle difficoltà a rapportarsi con la pubblica amministrazione. Ecco perché la rigenerazione della pubblica amministrazione, che noi conveniamo sia assolutamente indispensabile, a parere nostro passa per una maggiore centralità della figura dei professionisti.
  Qui voglio rassicurare chi è intervenuto in precedenza: i conflitti di interesse hanno delle specifiche regole per la prevenzione e saremmo assolutamente d'accordo per l'inasprimento o eventualmente una maggiore severità delle stesse, perché siamo fautori della necessità di evitare qualunque Pag. 9ipotesi di conflitto di interesse. Proprio per questo riteniamo che i professionisti pubblici possano in qualche modo essere anche un ausilio a meccanismi di anticorruzione e di legalità.
  Vengo ai tre punti che vorrei illustrare nel nostro intervento. Quali sono le modalità per semplificare le procedure amministrative che noi proponiamo in questa sede? Proponiamo la trattazione trasversale delle questioni da affrontare dalla pubblica amministrazione, che mi appresto a spiegare, team interprofessionali e interdisciplinari della pubblica amministrazione, digitalizzazione e la blockchain e chiediamo anche una proposta di attivazione di sensori, di canali attivi, diretti e indiretti, in questo momento per l'attuazione del PNRR.
  Qual è la trattazione trasversale? La spiego brevemente, perché abbiamo mandato anche il nostro documento. Al momento nella pubblica amministrazione i procedimenti amministrativi sono in sequenza. Immaginiamoci le stanze del pubblico funzionario: la pratica passa da una stanza a un'altra stanza e poi alla stanza successiva, poi da un piano all'altro piano fino ad arrivare ai piani superiori in una vera e propria scala alla quale la decisione verrà assunta.
  La nostra proposta è ribaltare questa eccessiva gerarchizzazione e questa catena che non sta dando i risultati sperati – ormai questo è sotto gli occhi di tutti – e creare, invece, delle trattazioni contestuali delle problematiche all'interno della pubblica amministrazione. Cosa intendo? Intendo che un problema deve essere affrontato contestualmente e contemporaneamente da più competenze, anche competenze professionistiche.
  In questo la digitalizzazione può costituire uno strumento di accelerazione, perché se noi con la digitalizzazione ci limitiamo semplicemente a riportare sul digitale quanto c'è su carta e a prevedere tanti ambienti informatici in cui una pratica passa da una procedura a un'altra procedura, da un responsabile a un altro responsabile, noi non stiamo accelerando, bensì stiamo semplicemente creando una burocrazia digitale ed è questo che dobbiamo rifuggire proprio adesso che ci sono i finanziamenti del PNRR.
  Creiamo degli ambienti informatici condivisi in cui tutte le professioni, tutti i professionisti e tutti i soggetti che devono dire la propria su un argomento possano dirlo contestualmente in modo che poi si arrivi a una decisione contestuale, a una procedura che non è verticalizzata e che in questo modo è anche più rapida.
  Dico anche che ci sono maggiori garanzie di anticorruzione, perché si tratta di una procedura trasparente. Rilevando quanto si sta dicendo anche in questo periodo, cioè si sta lanciando l'allarme sui problemi nella gestione del PNRR anche di possibili disfunzioni legate alla legalità o alla corruzione, questa è una proposta che consente di fugare anche questi rischi.
  Il secondo punto riguarda i team interprofessionali. Evidentemente noi siamo sostenitori del valore delle professioni in toto, in tutti gli ambiti. Qui mi permetto solo di dire che siamo stati gli unici a segnalare, in occasione dell'approvazione del decreto-legge n. 80 del 2021, l'inadeguatezza dell'inquadramento contrattuale dei nuovi professionisti che saranno assunti con il PNRR.
  Ci saremmo aspettati che i professionisti privati fossero al nostro fianco, perché quella è la professione e se la professione viene svalutata quando si recuperano rapporti a tempo determinato, vuol dire che anche le consulenze che saranno date ai professionisti esterni dovranno essere concorrenziali con professionisti che in realtà sono stati sottoinquadrati anche dal punto di vista retributivo. Ci preoccupa la capacità di questi professionisti di essere quel baluardo di anticorruzione di cui parlava il rappresentante della Fondazione Inarcassa.
  Cerchiamo di occuparci delle questioni a tutto tondo, perché il primo passo per la valorizzazione dei professionisti è proprio cercare di far lavorare meglio quelli che già sono nella pubblica amministrazione.
  Intendiamo questi team interprofessionali come dei team di tutte le professioni che in questo momento possono costituire anche delle sentinelle per verificare l'andamento dei progetti del PNRR e poter dialogare direttamente con la cabina di Pag. 10regia. Qui la verità è che non sta funzionando la struttura sovradimensionata dei controlli del PNRR, perché alla cabina di regia sono stati affiancati diversi altri organi e manca una possibilità di una conoscenza diretta di come stanno andando le cose sul campo.
  Questi team interprofessionali sono idonei a dialogare con il libero professionista, perché le loro competenze hanno lo stesso linguaggio, e possono essere un fattore di semplificazione e di deburocratizzazione dell'agire amministrativo a sostegno dell'impresa, a sostegno del cittadino e per un miglior funzionamento della pubblica amministrazione.
  Si tratta di team interprofessionali che colloquiano direttamente nella gestione, nella programmazione, nell'organizzazione e nella verifica dei risultati dei progetti del PNRR.
  Onorevoli, qui ormai siamo al punto che dobbiamo assolutamente essere in grado di portare a casa i risultati dei progetti operativi del PNRR, altrimenti in Europa rischiamo di non ottenere quanto è stato programmato. Non si tratta soltanto di emanare provvedimenti. Come diceva giustamente il presidente, qui le norme devono vivere nella realtà e si devono realizzare operativamente.
  Da un punto di vista operativo la nostra proposta è questa: valorizziamo i team interprofessionali che dialoghino con l'esterno e con la cabina di regia e che consentano direttamente di dire a che punto sono i progetti al di là delle scale gerarchiche che non stanno consentendo una diretta conoscenza dello stato dei lavori.
  Sulla digitalizzazione non mi soffermo, perché il documento è abbastanza approfondito. Secondo noi la blockchain è un punto da valorizzare nella trasparenza della procedura amministrativa.
  Raccolgo anche l'allarme che ha lanciato l'ANCE (Associazione nazionale costruttori edili) in questi giorni sulla difficoltà di attuare i progetti del PNRR, ma si parla anche della difficoltà di gestire gli appalti delle piccole e medie imprese che possano ottenere dei lavori in questo momento tra i progetti del PNRR.
  Questi team interprofessionali, la digitalizzazione e la blockchain possono favorire e devono andare a supporto delle piccole e medie imprese.
  Noi siamo contrari all'approccio esclusivo di una pubblica amministrazione che controlla. La pubblica amministrazione deve anche sostenere, deve dare degli indirizzi e deve essere in grado di fare da consulente per le imprese e per i cittadini.
  In questo senso occorre prevedere in tutti gli ambiti una netta distinzione, a proposito del conflitto di interessi, tra gli enti e le figure che fanno consulenza e gli enti che, invece, fanno controllo e vigilanza.
  Passo all'ultimo punto e concludo il nostro contributo, rimandando allo scritto. Proprio per la difficoltà che si sta avendo in questo momento nell'avere cognizione diretta dello stato dei lavori, chiediamo che si attivino dei canali e dei sensori diretti e indiretti, interni ed esterni che possano colloquiare direttamente con la cabina di regia.
  Secondo noi questi canali e questi sensori devono essere i soggetti sindacali, le confederazioni, le organizzazioni sindacali di primo livello e tutte le associazioni specialistiche. Qui ognuno deve fare la propria parte e chiaramente dal complesso e dalla totalità degli apporti potrà davvero arrivare un aiuto all'attuazione del PNRR.
  Prevedere espressamente che questi soggetti possano chiedere ai ministeri lo stato di avanzamento dei progetti del PNRR e poter ottenere delle risposte entro 30 giorni significa consentire a questi soggetti di portare avanti una sorta di collaborazione e di controllo diffuso dell'andamento dei progetti, perché è interesse comune del Governo, delle parti sociali, dei cittadini e di tutte le istituzioni che i progetti del PNRR vengano attuati.
  Da qui la nostra richiesta, perché siamo convinti che dove c'è eccessiva centralizzazione sfugge anche il controllo. Sono d'accordo con quanto detto sulla valorizzazione delle competenze e sulla valorizzazione delle competenze professionistiche – la nostra proposta è abbastanza specifica su questo – a partire da quelle pubbliche già presenti.Pag. 11
  La richiesta finale è di dare la possibilità ai soggetti che sono sul campo e che conoscono i fatti di segnalare, di aiutare e collaborare a un quadro completo dello stato dei progetti del PNRR. Grazie.

  UMBERTO BURATTI, Buongiorno a tutti. Grazie per i vostri interventi e anche per la documentazione che ci avete fornito. Parto da quest'ultimo intervento della dottoressa Cignarelli, collegandolo quello che veniva detto in precedenza dal dottor Fietta.
  Parlo con l'esperienza non solo di parlamentare, ma anche di chi ha fatto il sindaco in un comune. È ovvio ed evidente che per far funzionare una macchina, questa macchina ha bisogno che tutte le parti lavorino un po' all'unisono.
  Condivido anche la necessità di questi team interprofessionali, perché alcune volte succede che poi i tecnici dell'ente o della pubblica amministrazione si trovino quasi a fare da consulenti loro stessi in questo confronto con il tecnico privato che viene da fuori. Dunque, è necessario che si lavori all'unisono.
  Questo può essere un controllo condiviso, perché è giusto quello che diceva, ovvero che l'attività della pubblica amministrazione non può essere solo di controllo, ma è opportuno che si chiarisca chi fa cosa e nel farlo, condividere, perché poi si tratta di esperienze importanti per tutti.
  Laddove ci sono queste competenze tecniche che parlano un po' lo stesso linguaggio e che dovrebbero comprendersi, io credo che sia importante portare avanti una pubblica amministrazione che sia sempre più aperta al confronto e che nel confronto vi sia una crescita per tutti. Credo che questo sia importantissimo e raccolgo positivamente ciò che veniva detto.
  Noi conosciamo bene il problema: in questi anni abbiamo pagato un prezzo caro nella sanità, così come in tutti i settori con i tagli che ci sono stati, sia per quello che riguardava il momento formativo e anche l'assunzione di personale.
  Credo che questa sia un'occasione importante e che noi dobbiamo anche fare degli step nei quali capire a che punto siamo, perché, come veniva detto prima, la cabina di regia è importante, ma c'è anche bisogno che il confronto sia – questo lo ripeto spesso e lo voglio ripetere anche questa mattina – tra chi opera veramente sul campo, perché a volte si manda a degli incontri o alle commissioni il mega dirigente che vola molto alto, ma non è quello che si sporca le mani e sa quali sono le procedure che, invece, sono quelle che bloccano, perché non è lui che è allo sportello e non è lui che si confronta.
  Credo che dobbiamo raccogliere l'appello di questa mattina e portarlo all'attenzione del Governo e del Parlamento. Grazie per la vostra partecipazione.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Ringrazio nuovamente il Presidente Fietta, la dottoressa Cignarelli e la dottoressa Mattia per relazioni, per i documenti, e per quello che ancora ci potrete consegnare nell'ambito dei temi oggetto dell'indagine.
  Noi continueremo questo nostro giro di audizioni ascoltando gli altri soggetti previsti nel programma per poi procedere alla redazione di un documento conclusivo di questa indagine in corso di svolgimento presso la nostra Commissione. Terremo conto delle cose che ci avete detto e poi vi faremo partecipi del nostro lavoro.
  Grazie davvero a tutti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.35