XVIII Legislatura

Commissione parlamentare per la semplificazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 26 di Lunedì 13 dicembre 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Stumpo Nicola , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA SEMPLIFICAZIONE DELLE PROCEDURE AMMINISTRATIVE CONNESSE ALL'AVVIO E ALL'ESERCIZIO DELLE ATTIVITÀ DI IMPRESA:

Audizione di rappresentanti di Terna S.p.A..
Stumpo Nicola , Presidente ... 3 
Del Villano Giuseppe , responsabile Corporate Affairs di Terna S.p.A ... 3 
Stumpo Nicola , Presidente ... 8 
Naturale Gisella  ... 8 
Stumpo Nicola , Presidente ... 9 
Pisani Pietro  ... 9 
Stumpo Nicola , Presidente ... 9 
Del Villano Giuseppe , responsabile Corporate Affairs di Terna S.p.A ... 9 
Stumpo Nicola , Presidente ... 10 

ALLEGATO: Presentazione informatica illustrata dal Responsabile Corporate Affairs di Terna S.p.A., Giuseppe Del Villano ... 12

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
NICOLA STUMPO

  La seduta comincia alle 9.00.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv e sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di Terna S.p.A..

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla semplificazione delle procedure amministrative connesse all'avvio e all'esercizio delle attività di impresa, l'audizione di rappresentanti di Terna S.p.A. Ricordo che, trattandosi di seduta dedicata all'attività conoscitiva, ai componenti della Commissione è consentita la partecipazione da remoto secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento. In proposito ricordo che per i componenti che intendono partecipare ai lavori secondo la predetta modalità, è necessario che risultino visibili al momento del loro intervento.
  Ringrazio, anticipatamente, i rappresentanti di Terna S.p.A., per essere presenti alla nostra audizione: l'avvocato Giuseppe Del Villano, responsabile Corporate Affairs; il dottor Giacomo D'Amico, responsabile affari istituzionali Italia e la dottoressa Cristina Pascucci, responsabile delle relazioni istituzionali centrali normative e legislative.
  Come sapete, quella attuale, è una fase cruciale per lo sviluppo e il rafforzamento delle misure di semplificazione di cui il Paese ha stringente bisogno per fronteggiare le sfide che abbiamo davanti. Il Parlamento è quindi chiamato a concentrare l'attenzione sulle iniziative volte a superare i principali ostacoli amministrativi per l'economia italiana, puntando al contempo sulle misure di digitalizzazione e di rafforzamento della capacità amministrativa del settore pubblico. Chiederei, quindi, di portare all'attenzione della Commissione la vostra esperienza, evidenziando le principali tematiche e le proposte che, nei settori di competenza, possono contribuire a lavorare nella direzione indicata.
  Lascio quindi a voi la parola, ringraziandovi ancora, a nome della Commissione, per aver aderito al nostro invito e per la documentazione trasmessa, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico dell'audizione (vedi allegato). Prego, dottore Villano.

  GIUSEPPE DEL VILLANO, responsabile Corporate Affairs di Terna S.p.A. Grazie, presidente. Ringraziamo lei e i componenti della Commissione per questa opportunità. Tutte le volte che abbiamo la possibilità di rappresentare alle istituzioni le nostre necessità operative, ovviamente, siamo ben lieti di farlo e devo dire che, finora, l'interlocuzione, soprattutto con il mondo parlamentare, è stata sempre un'interlocuzione proficua, che ha portato anche a risolvere, nel recente passato, alcune problematiche che riguardavano proprio i procedimenti amministrativi. Alcune proposte di Terna, avanzate tramite le istituzioni competenti, in particolare i Ministeri che vigilano sulla nostra attività, sono state nel passato accolte. Ce ne sono tante altre, in Pag. 4verità, che abbiamo proposto e che stiamo adesso ad illustrarvi.
  Innanzitutto, ci teniamo a fare una precisazione. Noi riteniamo che il tema della semplificazione non sia uno slogan, non sia assolutamente un mantra, ma sia qualcosa di sostanziale e in questa direzione, negli ultimi tempi, abbiamo avuto un ruolo molto proattivo nei confronti delle Istituzioni parlamentari, proprio per consentirvi di sapere direttamente da noi, o per il tramite dei Ministeri che con noi collaborano quotidianamente, quali sono le tematiche e le problematiche più pressanti per rendere più funzionale il nostro intervento e più efficace la nostra attività.
  Per quanto riguarda il profilo del gruppo, vi stiamo rappresentando quello che è attualmente la filiera del sistema elettrico, una filiera ben conosciuta. Partiamo dalla produzione, passiamo alla trasmissione, che è l'attività di competenza di Terna quale concessionaria di Stato, e si arriva alla distribuzione che, ovviamente, fa capo ai distributori locali fino all'arrivo alle utenze.
  Terna, come dicevo prima, è responsabile della parte della trasmissione e della parte del dispacciamento. Per quanto riguarda il profilo del gruppo, abbiamo sempre l'orgoglio di rappresentare come Terna sia attualmente il più importante operatore di sistema indipendente in Europa. È proprietaria, interamente proprietaria, della rete di trasmissione dell'alta tensione nel nostro Paese. È la responsabile di numerosissimi collegamenti internazionali con i Paesi confinanti. È, tra l'altro, una società quotata alla Borsa italiana ormai dal lontano 2004.
  La nostra rete ha dei numeri veramente impressionanti: più di 75 mila chilometri di conduttori, che sarebbero le linee; 26 interconnessioni con l'estero, che menzionavo prima; quasi 900 sottostazioni. Siamo responsabili del corretto approvvigionamento dell'energia per il mercato elettrico che arriva all'utilizzatore finale.
  Per quanto riguarda l'azionariato, altro motivo di orgoglio della nostra azienda, è il dato proprietario. Nonostante, ovviamente, la partecipazione di controllo faccia capo allo Stato centrale, per il tramite della Cassa Depositi e Prestiti, ben il 70 per cento della partecipazione azionaria di Terna rappresenta flottante e addirittura la metà di questo flottante è attualmente detenuta da investitori esteri, a dimostrazione di come la nostra azienda sia molto riconosciuta e apprezzata a livello internazionale, tant'è che il titolo Terna è molto ricercato in tutti i mercati mondiali.
  Contesto di riferimento: noi abbiamo un piano industriale molto sfidante e molto importante, ovviamente, per lo sviluppo del Paese. È ovviamente un piano industriale che si inserisce pienamente all'interno del Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC). Sappiamo benissimo che ci sono alcuni obiettivi del PNIEC, quali quelli di decarbonizzazione, che sono considerati prioritari e noi, ovviamente, orientiamo i nostri interventi e la nostra progettualità in quella direzione. Il piano industriale 2021-2025, prevede complessivamente investimenti in Italia per quasi 9 miliardi di euro. Ben il 20 per cento in più rispetto al piano precedente e sono tutti investimenti finalizzati all'integrazione delle fonti rinnovabili non programmabili e all'incremento della sicurezza e della resilienza del sistema elettrico. È, ovviamente, un piano industriale per la cui realizzazione, le tematiche riferite alla semplificazione e all'accelerazione dei procedimenti autorizzativi, sono tematiche che rivestono un'importanza fondamentale.
  Per quanto riguarda le tempistiche autorizzative, che noi registriamo, tutte le volte che attiviamo dei procedimenti presso le Amministrazioni Pubbliche, abbiamo le diverse fasi del percorso autorizzatorio che sono rappresentate nella slide che vedete. La prima fase è quella della consultazione territoriale che, sostanzialmente, assorbe da 1 a 3 anni. La seconda fase è quella di autorizzazione vera e propria e, complessivamente, può durare fino a 5 anni. Tre anni dura soltanto il procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). E poi abbiamo la fase autorizzativa, che dura dai 2 ai 3 anni. Quindi, complessivamente, possiamo arrivare a un massimo di 11 anni per realizzare delle opere importanti per il sistema elettrico del Paese. Di questi 11 Pag. 5anni soltanto tre, alla fine, sono quelli riferiti alla realizzazione vera e propria. Ben otto anni riguardano il percorso prodromico alla realizzazione, che è un po' il percorso che riguarda sia la fase di consultazione che quella di autorizzazione.
  Abbiamo già avuto, come menzionavo in precedenza, degli interventi di semplificazione accolti dal legislatore, in base ad un approccio proattivo che vi avevo prima rappresentato. Ovviamente, abbiamo numerose altre proposte da avanzare al legislatore, già condivise con le amministrazioni di riferimento e speriamo che vi sia ascolto anche con riguardo a queste ulteriori nostre esigenze, che sono le esigenze del Paese.
  Vi ricordo – è giusto un dato che abbiamo rappresentato più volte in numerosi contesti istituzionali – che un euro di investimenti realizzati da Terna ha un ritorno importante, in termini di crescita del PIL, con un moltiplicatore di 3. Quindi, se noi riusciamo a realizzare più attività e più investimenti, il ritorno per il Paese, in termini di PIL, generato è veramente importante. Il moltiplicatore 3 è uno dei moltiplicatori più importanti e significativi che ci sono nell'ambito degli investimenti pubblici.
  Veniamo, adesso, alle proposte. Abbiamo numerose proposte che proverò a sintetizzare. La prima proposta riguarda un tema che abbiamo, purtroppo, riscontrato nel recente passato, come problematico: è il tema delle proroghe VIA. Abbiamo, purtroppo, avuto delle esperienze recenti, che vedono l'amministrazione in sede di proroga della VIA, darci ulteriori prescrizioni, rispetto alla realizzazione delle opere oggetto della VIA stessa. Questo comporta dei problemi non banali perché, quando un'opera è già in fase di realizzazione, le ulteriori prescrizioni potrebbero incidere sul percorso, per esempio, del tracciato elettrico, sulla tecnologia utilizzata e su tanti altri aspetti. Trattasi di un elemento che è, assolutamente, per noi, inaccettabile, visto che consideriamo la proroga VIA un elemento veramente temporale. Quindi, una delle nostre proposte è quella di chiarire, in maniera inequivoca e per legge, che il provvedimento con cui si dispone la proroga VIA, non possa contenere ulteriori prescrizioni rispetto a quelle già inserite nel provvedimento VIA originario.
  Altro tema che, per noi, è importante è quello del confronto preventivo sulle prescrizioni, sempre individuate e indicate nel procedimento VIA. Noi, spesso, riscontriamo che in sede di rilascio della VIA, le osservazioni che arrivano da più amministrazioni non trovino un momento di sintesi e vengono affastellate e raccolte in maniera spesso non organica. Noi vorremmo avere un confronto preventivo finale, con le amministrazioni procedenti, prima del rilascio della VIA. Questo per evitare che vi siano poi delle indicazioni contrastanti. Io porto sempre come esempio quello del colore del traliccio, in sede di rilascio di una VIA. Nel recente passato, abbiamo avuto un'amministrazione che ci ha chiesto, per motivi di natura ambientale, di tinteggiare di verde il traliccio, ovviamente per meglio inserirlo nel contesto ambientale di riferimento e un'altra amministrazione, preposta, invece, alla sicurezza del traffico aereo, che ci ha chiesto di tinteggiarlo in bianco e rosso. Sono due indicazioni assolutamente contrastanti che hanno un unico risultato, quello che il traliccio poi, alla fine, non si realizza. Quindi, noi vi chiediamo di intervenire con una disposizione che chiarisca che, prima dell'adozione finale del provvedimento VIA, vi debba essere un momento di confronto tecnico tra proponente, che siamo noi e l'autorità decidente.
  Ancora, sempre in materia VIA, vorremmo avere dei tempi certi per le verifiche, cosiddette di ottemperanza delle prescrizioni. Attualmente, noi abbiamo i provvedimenti VIA, che prevedono delle prescrizioni molto puntuali e abbiamo una normativa che prevede e impone la verifica di queste prescrizioni. Spesso ci troviamo di fronte a delle tempistiche di verifica che sono assolutamente inaccettabili e che ritardano non poco la realizzazione degli investimenti. Noi riterremmo opportuno che vi siano tempi certi per lo svolgimento delle verifiche di ottemperanza, delle prescrizioni contenute nel provvedimento di VIA, Pag. 6fino ad arrivare anche a un meccanismo di silenzio assenso. Decorso un certo termine, se non vi sono delle verifiche che vanno a eccepire il non puntuale rispetto delle prescrizioni VIA, deve intendersi la verifica come adempiuta e come svolta per evitare che, appunto, la mancata verifica di ottemperanza possa incidere negativamente sul percorso di realizzazione degli investimenti.
  Abbiamo un'altra proposta. Qui ci tengo tanto a segnalare come le nostre proposte siano molto puntuali. Come dicevo prima, noi riteniamo la semplificazione un fatto pragmatico, non un mantra, non uno slogan, qualcosa che entra nella carne viva del procedimento amministrativo e che serve a risolvere quei problemi e quelle resistenze o quelle illogicità che spesso ritardano il procedimento amministrativo.
  Adesso sto per rappresentarvi una di queste, che è la tematica spinosa degli usi civici. Come sanno tutti i parlamentari, il territorio nazionale è contrassegnato da un'infinità di usi civici che, quasi sempre, poi sono apposti in zone dove noi transitiamo con i nostri elettrodotti. Tutte le volte che noi andiamo a passare in questi luoghi, noi segnaliamo la presenza di usi civici alle amministrazioni autorizzanti ed evidenziamo come questi non siano incompatibili con il passaggio dei nostri elettrodotti. Per esempio, ci sono alcune modalità, tipo il legnatico, l'uso civico di pascolo o altre modalità del genere che, assolutamente, possono svolgersi in contemporanea con la nostra presenza sul territorio. Tuttavia, avviene spesso che le Regioni vadano ad approfondire questa tematica in maniera impropria, oppure vadano a sollevare tematiche di conflitto dell'uso civico con il nostro passaggio che, a volte, sono anche tematiche assolutamente pretestuose magari sollevate dal territorio per impedire la realizzazione di nostre infrastrutture. Noi vorremmo che la normativa fosse chiara al riguardo e che stabilisse una presunzione di coerenza, della compatibilità delle nostre opere con gli usi civici presenti sul territorio, così che debba essere poi l'ente territoriale autorizzante a dover dimostrare il contrario e non a svolgere, come spesso avviene, mera opera di ostacolo e di ritardo dei nostri procedimenti autorizzatori. Anche questo, ovviamente, non comporterebbe nulla di penalizzante per i titolari degli usi civici, e sarebbe soltanto un elemento di accelerazione di un procedimento amministrativo già gravato da ritardi che riguardano il confronto con il territorio.
  Ancora, siamo qui ad evidenziarvi come sia per noi importante la tematica della pubblica utilità. Le nostre opere sono tutte opere oggetto della normativa della pubblica utilità e noi vorremmo riuscire ad avere un'estensione della proroga della pubblica utilità che spesso, purtroppo, ha una tempistica troppo ridotta. La proroga prevista dalla normativa vigente è di 2 anni, durata che si è spesso rilevata insufficiente per consentire la realizzazione dei nostri investimenti. Noi vorremmo una estensione maggiore del termine di proroga della pubblica utilità e portarla, per esempio, da 2 a 4 anni, o addirittura a 5 anni perché, purtroppo, la pratica corrente dimostra come la proroga di soli 2 anni non sia sufficiente per realizzare le nostre opere.
  Sempre in materia di pubblica utilità, vi sottoponiamo il caso della sospensione della durata della pubblica utilità. Noi abbiamo questo problema: otteniamo provvedimenti di autorizzazione per la realizzazione delle opere e questi provvedimenti comportano l'apposizione del vincolo della pubblica utilità sulle opere da realizzare e, alcune volte, a seguito di impugnative da parte di controinteressati, a seguito di ritardi da parte delle Amministrazioni Pubbliche che magari chiedono ulteriori approfondimenti riferiti alla realizzazione dell'opera in questione, abbiamo l'impossibilità di realizzare l'intervento. Questa impossibilità, purtroppo, però non interrompe il termine della pubblica utilità, che ha una durata prefissata; a volte ci troviamo alla fine dell'iter tormentato – perché, ad esempio, dopo diversi anni vinciamo un contenzioso – ci troviamo alla fine di questo percorso dove abbiamo la possibilità di realizzare l'opera, perché abbiamo rimosso l'ostacolo amministrativo o giurisdizionale, ma non possiamo farlo perché è scaduto il termine Pag. 7della pubblica utilità. Noi vorremmo che durante questo periodo, sostanzialmente, vi sia la sospensione della durata della pubblica utilità.
  Ancora in materia di espropri. Vorremmo che vi fosse la possibilità di rendere indipendente il percorso delle verifiche archeologiche preventive rispetto al procedimento di VIA, per evitare che le lungaggini riferite alle verifiche archeologiche interrompano il percorso amministrativo di rilascio della VIA.
  Ancora per quanto riguarda il procedimento amministrativo, noi, come sapete, abbiamo un ruolo importante nella realizzazione delle connessioni alle opere riferite alle fonti di energie rinnovabili e vorremmo che i procedimenti semplificati che riguardano la realizzazione di queste opere, e che sono stati ulteriormente semplificate negli ultimi tempi dagli interventi legislativi operati nel percorso della semplificazione fossero estesi anche alle opere di connessione, cosicché sia possibile realizzare le opere di connessioni in regime di semplificazione.
  Veniamo, adesso, alla tematica della risoluzione del contrasto tra le amministrazioni e noi. Nella qualità di concessionari di pubblico servizio, vorremmo avere la possibilità di attivare direttamente il percorso di risoluzione del contrasto con la modalità della deliberazione del Consiglio dei ministri. Attualmente, per poter chiedere la delibera del Consiglio dei ministri dobbiamo passare attraverso una proposta delle amministrazioni vigilanti e poiché abbiamo un titolo, che è quello di concessionario di pubblico servizio, vorremmo avere la possibilità di attivare direttamente una deliberazione che vada a risolvere il contrasto tra amministrazioni, contrasto che, quasi sempre avviene tra due amministrazioni, Beni Culturali e Ambiente, che si occupano, come sapete, della tutela del paesaggio e di tutti i procedimenti di autorizzazione ambientale.
  Ancora vorremmo, sempre nell'ambito e nell'ottica della semplificazione, un'estensione della durata delle misure di salvaguardia. Come voi sapete, quando si autorizza un'opera pubblica scattano delle misure di salvaguardia che hanno una durata massima di 3 anni prorogabile di un altro anno. Cosa succede? Spesso le opere necessitano di maggior tempo, poiché ci sono contrasti col territorio o procedimenti autorizzativi ulteriori non ancora conclusi e queste misure di salvaguardia vengono meno proprio quando noi andiamo sul territorio a realizzare l'opera. Noi vorremmo che queste misure di salvaguardia avessero una durata maggiore, quindi non più 3 più 1, com'è attualmente, ma che arrivino almeno a 5 anni come, attualmente, previsto per altre misure in materia di edilizia.
  Ancora, per quanto riguarda le opere della Rete elettrica di Trasmissione Nazionale (RTN) attualmente possiamo operare con la Dichiarazione di Inizio Attività (DIA) per le linee aeree in relazione a interventi meramente sostitutivi di linee esistenti; vorremmo avere la possibilità che anche gli interramenti di linee aeree, che non mutino lo stato di consistenza delle aree, possano beneficiare del percorso autorizzativo con DIA. Per evitare lungaggini, ovviamente, l'autorizzazione espressa. Poiché questo ci è stato già riconosciuto per le linee aeree e per quanto riguarda gli interventi sostitutivi, noi vorremmo che anche gli interventi sostitutivi di linee interrate a linee aeree beneficiassero di questa modalità.
  Ancora siamo qui a chiedere, sempre nell'ottica della semplificazione, che vi sia la possibilità di avere il percorso semplificato DIA per tutte le varianti che riguardano opere RTN riferite a stazioni elettriche. Attualmente abbiamo questa possibilità che riguarda le linee aeree; non l'abbiamo invece per le stazioni elettriche e, nel momento in cui abbiamo necessità di cambiamenti riferiti alle stazioni elettriche, che non siano cambiamenti significativi, siamo a chiedervi di poter operare con DIA come già ci è consentito per la parte dei conduttori.
  Sempre nell'ottica delle semplificazioni da operare con DIA, siamo qui a chiedere un intervento che riguardi la fase autorizzativa mediante l'utilizzo dello strumento del pre-screening, che potrebbe consentirci di dichiarare l'assenza di impatti ambientali generati da un intervento che sia di mera variante e non di realizzazione di Pag. 8un'opera ex novo. L'impatto ambientale generato dal nostro intervento è già stato valutato in sede di rilascio della VIA, non c'è necessità che si ritorni un'altra volta ad attivare il procedimento di VIA. Nel momento in cui possiamo realizzare un intervento con DIA, siamo a chiedere che, con il pre-screening, sia riconosciuto come non necessario il percorso della VIA espressa.
  Passo ora a un altro tema che riguarda, invece, le fonti da energie rinnovabili. Noi abbiamo un meccanismo che consente la voltura a Terna delle autorizzazioni per le opere di connessione elettrica, la rete di trasmissione nazionale. Noi vorremmo che il percorso autorizzativo successivo faccia riferimento all'amministrazione centrale dello Stato, come già avviene, per legge, ormai da più di 10 anni, per tutte le opere RTN. Attualmente, per queste opere volturate siamo invece costretti a interloquire con le Regioni cosa che, ovviamente, è poco coerente con la dimensione di opera asservita ad una rete di trasmissione nazionale. Siamo quindi a chiedere che, nel momento in cui le opere autorizzate dalle Regioni vadano ad entrare nella RTN, il percorso autorizzativo faccia capo esclusivamente all'amministrazione centrale.
  Veniamo, adesso, alle conclusioni. Il nostro piano di investimento in reti, in fonti di energie rinnovabili e in accumuli, in senso generale, è teso a permettere il raggiungimento dell'obiettivo sfidante della decarbonizzazione. Ovviamente, questo obiettivo lo possiamo raggiungere se ci viene data la possibilità di percorsi semplificativi in linea e in coerenza con quello che vi abbiamo proposto. Siamo ben riconoscenti rispetto alle Istituzioni parlamentari per quanto è stato fatto finora; sono stati introdotti degli elementi, delle modifiche, che vanno nella giusta direzione. Siamo a chiedere uno sforzo ulteriore nel momento in cui il Paese ha capito l'importanza del tempo. Il tempo non è più considerato come una variabile indipendente, ma è una variabile assolutamente significativa e pregnante per lo sviluppo del Paese.
  Il nostro auspicio finale è che vi sia sempre una maggiore collaborazione con le Istituzioni parlamentari. Noi siamo sempre a disposizione, interveniamo tutte le volte che ci viene richiesto, utilizziamo tutte le possibilità di interlocuzione che ci vengono riconosciute e veramente vi ringraziamo per l'attenzione. Anche nel recente passato abbiamo notato come la possibilità di interloquire direttamente e di rappresentare la realtà delle opere di interventi che noi siamo titolati a realizzare consente, anche alle Istituzioni parlamentari, di capire l'importanza delle proposte, soprattutto di accelerazione, che siamo a sottoporre alla vostra attenzione. Vi ringraziamo tanto per l'attenzione.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, avvocato Villano. Prego, senatrice Naturale.

  GISELLA NATURALE (M5S). Buongiorno, presidente. Ringrazio gli auditi che hanno rappresentato un problema molto sentito perché il tempo, giustamente, è importante per le realizzazioni di questi servizi che risentono anche di quella che è la pregnanza tecnica, di quelle che sono le tecnologie messe in campo. Quindi, concordo pienamente sul fatto che è necessario accorciare i tempi di attuazione, anche sulla rete, delle osservazioni che si devono fare preliminarmente all'installazione di questi impianti per dare l'assenso.
  Volevo fare una domanda a proposito del fatto che, in determinate aree di territorio, il desiderio di voler installare – mi riferisco a impianti eolici o comunque tutto quello che concerne l'energia rinnovabile – incontra spesso, come primo oppositore, proprio il territorio che si sente defraudato di quella che è la bellezza paesaggistica. Sappiamo tutte le problematiche che, spesso, intercorrono tra la proposta e la realizzazione di un'opera. Mi chiedo se i corrispettivi da dare ai Comuni ospitanti hanno qualche possibilità di essere integrati ulteriormente perché le compensazioni ambientali, spesso, non vengono corrisposte oppure lo sono con tempi lunghi che mettono le amministrazioni comunali in difficoltà ad affrontare i problemi quotidiani nel far quadrare poi i bilanci. Quindi chiedo, da parte vostra, un'attenzione maggiore ai territori. Forse, in questo modo, si riuscirebberoPag. 9 a ridurre diverse problematiche legate all'accettare determinati nuovi impianti, consapevoli del fatto che sia necessaria la conversione energetica, che sia indispensabile questo servizio, sia per il presente, sia anche per la tutela ambientale futura. Quindi vorrei, da parte vostra, anche un'attenzione particolare verso i territori. Non so cosa si può fare per andare incontro a queste esigenze che, però, vi assicuro sono molto sentite e molto presenti, specialmente adesso, preoccupati da quanti fondi verranno investiti in questo ambito. Se mi date una risposta ve ne sarei grata.

  PRESIDENTE. Grazie, senatrice Naturale. Prego, senatore Pisani.

  PIETRO PISANI (L-SP-PSd'Az) Grazie, presidente. Grazie a Terna per la relazione molto esaustiva, molto interessante, sull'attualità della rete elettrica.
  Ho una domanda. L'avvento dell'automotive, con lo spostamento della richiesta di energia elettrica nelle varie zone del Paese, spostamento che non può essere predeterminato, può comportare degli squilibri sulla rete elettrica? Può dover essere integrato, in questa rete, in base alle stazioni di ricarica dei veicoli elettrici? Cioè, oltre alle non programmabilità delle fonti energetiche, tipo l'eolico, quest'altro problema della richiesta di consumi non programmabili, può creare dei disservizi? Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore Pisani. Se non c'è nessuno, do nuovamente la parola all'avvocato Villano. Prego.

  GIUSEPPE DEL VILLANO, responsabile Corporate Affairs di Terna S.p.A. Grazie, presidente. Ringrazio i parlamentari per le domande molto interessanti, che mi danno anche l'opportunità di rappresentare qual è la modalità di coinvolgimento del territorio che utilizza Terna. In assoluto Terna è il soggetto che, nel passato, sia recente che più risalente, ha autorizzato di più il meccanismo del public engagement. Siamo stati quelli che più hanno discusso con i territori: abbiamo una modalità che si chiama «Terna Incontra», che è una modalità di consultazione del territorio, non solo delle Istituzioni ma anche delle associazioni, e l'adottiamo tutte le volte che andiamo sul territorio per realizzare degli interventi. Ovviamente, noi interloquiamo poi con le istituzioni locali, che sono quelle che subiscono il maggior impatto della realizzazione delle nostre opere e abbiamo la possibilità, riconosciuta dalla regolazione, di riconoscere alle istituzioni locali, in particolare ai Comuni, delle cosiddette compensazioni territoriali. Le compensazioni sono riconosciute, sostanzialmente, in ragione del valore dell'opera realizzata sul territorio e consistono nel finanziamento di alcune opere di pubblica utilità che ci vengono indicate dall'ente territoriale di riferimento. Trattasi di opere che vengono individuate e richiamate all'interno di convenzioni stipulate da Terna con l'ente locale convenzioni che, ai sensi dell'articolo 42 del Testo Unico degli Enti Locali, vengono poi approvate dai Consigli comunali, quindi hanno il massimo della pubblicità. Noi riconosciamo delle cifre importanti per la realizzazione di queste opere e sono poi gli enti locali a individuare le opere da realizzare e a rendicontarle a noi per ottenere il trasferimento delle risorse individuate. Devo dire che è un meccanismo che, nel tempo, ha funzionato bene e ci ha consentito anche di dare al territorio dimostrazione dell'importanza e del ritorno per il territorio stesso delle opere da realizzare. Il nostro livello di interlocuzioni con tutti gli enti locali è veramente da considerare come emblematico e, sicuramente di riferimento, per tutti gli altri operatori che vanno a realizzare investimenti pregnanti sui territori.
  Per quanto riguarda, invece, la domanda del senatore Pisani circa la realizzazione delle colonnine di ricarica, innanzitutto preciso che è una tematica che riguarda i distributori locali e, come prima vi ho rappresentato, noi siamo responsabili dell'alta tensione e della linea di trasmissione nazionale e ovviamente, a un certo punto della filiera, inizia la responsabilità del distributore elettrico. In realtà, i distributori elettrici nel Paese sono pochi: c'è Pag. 10ENEL Distribuzione e poi ci sono gli altri operatori nelle grandi realtà urbane; Areti a Roma, Unareti a Milano, Ireti a Genova e in Emilia Romagna, HERA in altre parti dell'Emilia Romagna. Quindi sono i distributori locali che si stanno facendo carico – ovviamente, perché è loro competenza – della realizzazione di queste colonnine di ricarica che vanno a gravare sulla rete di distribuzione elettrica territoriale.
  Il senatore chiedeva anche se servono interventi per rendere compatibile il carico elettrico con l'immissione di un maggior quantitativo di fonti da energie rinnovabili. Certo, servono interventi e i nostri investimenti sono finalizzati proprio a questo. Noi dobbiamo potenziare la rete di trasmissione anche per renderla compatibile con il maggior apporto delle fonti di energia rinnovabili. Abbiamo un programma ambizioso che fa riferimento anche al meccanismo degli accumuli; abbiamo meccanismi finalizzati a rendere la rete stabile e i percorsi di capacity market, che abbiamo attivato nel 2019 e che abbiamo ritirato quest'anno, servono a realizzare delle centrali che, sostanzialmente, avranno la finalità di mettere in equilibrio la rete. Quindi sono tematiche assolutamente ben considerate e ben presenti e Terna ha il proprio piano industriale e gli interventi che ha programmato, da qui al prossimo futuro, sono tutti interventi e tutte programmazioni finalizzate a rendere sempre più compatibile l'immissione di energia da fonti rinnovabili con il sistema elettrico, con la tenuta del sistema elettrico complessivo. Mi sento di rassicurare, pienamente, il senatore in questa direzione.
  Ci tengo poi a fare – se il presidente me lo consente – una chiosa finale, visto che non ho menzionato il ruolo di stazione appaltante che ha Terna. Terna è una delle più importanti stazioni appaltanti d'Italia. Attualmente, noi appaltiamo una media di 1,8 miliardi all'anno, interamente in codice appalti. Questo è un elemento importante. Non solo siamo una grande stazione appaltante, ma siamo anche una stazione appaltante efficiente. Operiamo applicando le norme di diritto pubblico: non abbiamo problemi, non abbiamo contenziosi particolari, siamo efficienti e riusciamo a coinvolgere gli operatori più qualificati e, ovviamente, più performanti. Questo per dire che, anche utilizzando le regole esistenti in materia di appalti, si possono realizzare gli investimenti.
  Il problema non è il Codice degli appalti. Sto dicendo una cosa – mi scusi, presidente – un po' in controtendenza. Mi sento di dire che, spesso, viene menzionato il problema del Codice degli Appalti come il problema dei problemi nella realizzazione degli investimenti. Mi sento di dire che questo, probabilmente, è il problema minore. Se le stazioni appaltanti sono efficienti, come lo è Terna, le opere si riescono ad appaltare con gare pubbliche, con meccanismi di assoluta trasparenza ed evidenza e si riescono anche a realizzare. Dipende tutto dall'efficienza, dalla capacità e dalle competenze della stazione appaltante.

  PRESIDENTE. Grazie, davvero per la relazione iniziale, per le risposte e anche per questa sollecitazione. Mi consenta di dire, brevemente, una cosa anche a me. Noi abbiamo iniziato, come Commissione, ad occuparci di semplificazione e siamo convinti, come lei, che la semplificazione sia un fatto essenziale, ma che va anche tenuta insieme con la capacità della buona amministrazione. Perché, anche semplificando tutto al massimo, ma non avendo una capacità di gestione amministrativa, la semplificazione resterebbe quasi un fatto neutro. Quindi sono perfettamente d'accordo sul fatto che bisogna far camminare insieme la capacità di gestione e di organizzazione con la possibilità per gli enti – che devono procedere ad applicare le nuove procedure – di poter avere oggettive possibilità di semplificazione della vita.
  Ho preso atto del documento che ci avete mandato e delle proposte che contiene, alcune proveremo a inserirle nell'ambito del documento conclusivo della Commissione, mentre altre avranno bisogno di percorsi, come dite voi, di norme completamente nuove. Penso, per esempio, agli usi civici che è un discorso molto più ampio rispetto invece alla vicenda delle VIA che ha, sicuramente, la necessità di andare a Pag. 11rivedere alcune questioni proprio per quello che sarà il lavoro nei prossimi anni.
  Fino al 2026, noi avremo la necessità, da questo punto di vista, di semplificare quanto più possibile per realizzare le opere necessarie per rilanciare il Paese. Dopo queste brevi considerazioni vi ringrazio nuovamente. Manderemo a tutti il vostro documento e vi ringraziamo per l'audizione di oggi, che dichiaro conclusa. Grazie, ancora.

  La seduta termina alle 9.50.

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