XVIII Legislatura

Commissione parlamentare per la semplificazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 24 di Giovedì 25 novembre 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Adelizzi Cosimo , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA SEMPLIFICAZIONE DELLE PROCEDURE AMMINISTRATIVE CONNESSE ALL'AVVIO E ALL'ESERCIZIO DELLE ATTIVITÀ DI IMPRESA

Audizione di rappresentanti di Utilitalia, di rappresentanti di Federmetano e di rappresentanti della Federazione ANIE.
Adelizzi Cosimo , Presidente ... 3 
Brandolini Filippo , Vice Presidente Vicario di Utilitalia ... 4 
Adelizzi Cosimo , Presidente ... 5 
Natali Dante , Presidente di Federmetano ... 5 
Adelizzi Cosimo , Presidente ... 8 
Portaluri Maria Antonietta , Direttore Generale di Federazione ANIE ... 8 
Adelizzi Cosimo , Presidente ... 12 
Buratti Umberto (PD)  ... 12 
Adelizzi Cosimo , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
COSIMO ADELIZZI

  La seduta comincia alle 8.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di Utilitalia, di rappresentanti di Federmetano e di rappresentanti della Federazione ANIE.

  PRESIDENTE. Ricordo che, trattandosi di seduta dedicata all'attività conoscitiva, ai componenti della Commissione è consentita la partecipazione da remoto in videoconferenza secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento nella seduta del 4 novembre 2020. In proposito ricordo che per i componenti che intendano partecipare ai lavori secondo la predetta modalità è necessario che risultino visibili alla Presidenza soprattutto nel momento in cui svolgono il loro eventuale intervento, che deve ovviamente essere udibile.
  Ricordo altresì che nella seduta odierna prosegue lo svolgimento dell'indagine conoscitiva in materia di semplificazione delle procedure amministrative connesse alle attività di impresa. Ringrazio i rappresentanti di Utilitalia oggi presenti con interventi da remoto, con il vicepresidente vicario, Filippo Brandolini, il direttore generale, Giordano Colarullo, e la coordinatrice del Settore Acqua, Tania Tellini.
  Ringrazio il presidente di Federmetano, Dante Natali, che interverrà oggi da remoto sui temi oggetto dell'audizione, e ringrazio altresì il direttore generale di Federazione ANIE, Maria Antonietta Portaluri, presente alla seduta odierna con intervento da remoto.
  Ricordo che l'indagine conoscitiva che la Commissione sta svolgendo è incentrata sulle misure di semplificazione delle procedure amministrative relative alle attività imprenditoriali, che rappresentano da tempo una priorità dell'agenda del Parlamento, e assumono ancor più una valenza strategica in questa fase in relazione alle misure di sostegno e valorizzazione del sistema produttivo, messo a durissima prova dalla fase pandemica.
  In tale quadro sono di fondamentale importanza le opportunità che vengono dal PNRR, che siamo chiamati a sagomare e ad attuare eliminando ad ampio raggio le duplicazioni procedurali che ancora permangono e portando a compimento l'interoperabilità delle banche dati e la digitalizzazione delle procedure amministrative.
  È di fondamentale importanza per la Commissione sentire le voci dei diversi ambiti su cui si riflettono le politiche intraprese. Chiederei di portare all'attenzione della Commissione le principali tematiche e le proposte che dal vostro punto di vista, nei settori di interesse, possono contribuire a lavorare per raggiungere gli obiettivi prefissati.
  Nel lasciare ora la parola dapprima ai rappresentanti di Utilitalia, quindi ai rappresentanti di Federmetano e successivamente ai rappresentanti di ANIE, ringrazio tutti per aver aderito all'invito a partecipare ai nostri lavori.
  Do la parola al vicepresidente vicario, Filippo Brandolini.

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  FILIPPO BRANDOLINI, Vice Presidente Vicario di Utilitalia. Buongiorno a tutti. Grazie per l'opportunità di questa audizione. Grazie alla Commissione per l'importante lavoro che sta svolgendo su questo argomento strategico per il Paese. Sarò molto rapido, rinviando, per una disamina più analitica delle nostre proposte, al documento che invieremo alla Commissione al termine di questa audizione.
  Innanzitutto una breve premessa prima di arrivare alle proposte della nostra federazione. Intanto Utilitalia – probabilmente molti la conoscono – associa 450 imprese industriali che operano nei settori dell'energia, dell'idrico e dell'ambiente gestione rifiuti. Le imprese sono operanti e collocate in tutto il territorio nazionale, con una maggiore presenza nelle regioni del Nord e del Centro laddove sono maggiormente sviluppati i servizi sotto il profilo industriale.
  Riteniamo molto importante il lavoro di questa Commissione perché, come è stato detto in apertura, siamo di fronte a scadenze importanti e anche urgenti, come l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma anche più in generale come l'attuazione di interventi coerenti con la transizione energetica, con l'economia circolare o, più in generale, con la cosiddetta «transizione ecologica». Per realizzare queste strategie, che non sono solo del nostro Paese ma sono strategie di carattere europeo o anche di carattere mondiale, occorre realizzare opere, infrastrutture e impianti. È fondamentale che si favorisca la più celere realizzazione di queste opere e impianti.
  Non possiamo che rimarcare in questa sede uno dei maggiori problemi che le nostre imprese devono incontrare nel momento in cui si apprestano a realizzare opere, anche in estremo interesse per il pubblico, per la tutela delle risorse naturali, per i territori, per la qualità dei servizi che le nostre imprese erogano. Abbiamo riscontrato che spesso, per oltre il 50 per cento, il tempo per la realizzazione di queste opere è occupato dai cosiddetti «tempi di attraversamento», ovvero quelle attività burocratiche e amministrative che sono preliminari alla realizzazione delle opere.
  Vado a illustrare alcuni indirizzi rispetto alle azioni di semplificazione che riteniamo importanti e fattibili. Prima di questi indirizzi vogliamo, però, rimarcare ancora una volta un giudizio positivo rispetto alle semplificazioni inerenti agli iter autorizzativi introdotte attraverso i due decreti di semplificazione emanati negli ultimi tempi, in cui sono state individuate le procedure di valutazione di impatto ambientale accelerate per i progetti necessari all'attuazione del PNIEC (Piano nazionale integrato per l'energia e il clima) e del PNRR, e in cui è stata rafforzata anche la perentorietà dei termini procedimentali. Sono state introdotte migliorie strutturali ai procedimenti di valutazione di impatto ambientale di competenza regionale ed è stato potenziato il potere sostitutivo in caso di mancato rispetto delle tempistiche previste, nonché sono state introdotte altre semplificazioni soprattutto inerenti alla produzione energetica da fonti rinnovabili.
  Proprio a partire da questo riteniamo che possa essere compiuto un ulteriore processo di semplificazione, che abbiamo provato a classificare in quattro capitoli principali.
  Primo aspetto: lo vediamo attraverso un'ulteriore azione di riduzione dei tempi previsti per gli iter autorizzativi. Nel documento che poi vi forniremo proponiamo il dimezzamento di molti dei tempi autorizzativi previsti sul modello di quanto è stato previsto per la realizzazione degli impianti necessari per le Olimpiadi di Cortina. A questo proposito consideriamo anche molto importante l'azione di potenziamento delle strutture pubbliche deputate in particolare a garantire l'attuazione del PNRR e che potranno consentire a regime una riduzione strutturale dei tempi necessari per ottenere le autorizzazioni.
  Secondo aspetto: efficientare i processi autorizzativi. L'efficientamento costituisce di per sé una semplificazione, ad esempio attraverso l'imposizione alle amministrazioni partecipanti alle conferenze di servizio e ai loro rappresentanti di esprimersi esclusivamente nell'ambito delle proprie competenze, al fine di evitare stalli decisionali e ricorsi giurisdizionali.Pag. 5
  Terzo aspetto: proponiamo di semplificare il rilascio delle autorizzazioni inerenti a determinati titoli autorizzativi attraverso una differenziazione tra modifiche ad attività esistenti e nuove attività. Nel nostro documento abbiamo proposto il dimezzamento dei tempi, per esempio, per l'autorizzazione ambientale integrata (AIA), o per l'autorizzazione unica di impianti di smaltimento e recupero rifiuti, e per l'autorizzazione unica in caso di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.
  Quarto aspetto: ampliare l'utilizzo di procedure semplificate che sono già state introdotte e che hanno dimostrato di produrre buoni risultati. Sono state introdotte per altri settori.
  Per esempio, proponiamo di introdurre: la procedura abilitativa semplificata, o PAS se vogliamo utilizzare l'acronimo, introdotta per gli impianti di produzione di energia rinnovabile; l'autorizzazione unica ambientale (AUA), che riassume in sé alcuni titoli quali, per quanto riguarda le nostre imprese associate, emissioni in atmosfera, scarichi idrici, utilizzo in agricoltura di fanghi e comunicazioni in materia di rifiuti. Questa proposta coglie l'obiettivo indicato dalla Commissione, volto alla semplificazione, di sostituire controlli ex ante con controlli ex post, responsabilizzando maggiormente il proponente già nella fase autorizzativa.
  Se mi è consentita una considerazione di carattere generale, gli obiettivi che ci stiamo ponendo a livello globale di transizione energetica, di economia circolare, e i tempi ristretti in cui questi obiettivi vanno raggiunti, così come i tempi ristretti previsti dal PNRR, non possono che passare anche attraverso un patto tra i vari soggetti chiamati a realizzare questi obiettivi, nel caso specifico dell'audizione odierna tra coloro che sono chiamati ad autorizzare gli impianti e le opere e coloro che sono chiamati a progettarle e a realizzarle in un secondo momento, anche a gestirle.
  A questo proposito auspichiamo anche che per molte di queste opere previste dal PNRR, che hanno già passato un primo vaglio nell'ambito dei vari bandi per la loro realizzazione, quindi un vaglio che ha già aggiudicato interesse pubblico, già questo sia un elemento che consenta di accelerare gli iter amministrativi, dovendo non preoccuparsi l'autorità competente della validità dell'opera e del suo interesse pubblico.
  Un'ultimissima considerazione di cui cito solo il titolo: siamo assolutamente favorevoli a una piena attuazione del principio Once Only, secondo il quale i cittadini non devono fornire più volte le stesse informazioni alle amministrazioni pubbliche. I nostri gestori forniscono innumerevoli dati e informazioni a enti differenti dal livello statale, a quelli delle amministrazioni locali, e questo costituisce un elemento talvolta aggiuntivo in termini di oneri amministrativi e anche di costi economici.
  Stiamo già adesso lavorando con le istituzioni preposte all'attuazione della Legge clima sulla pubblicità dei dati ambientali e auspichiamo che queste norme, che incentivano la trasparenza e la corretta conoscenza dei nostri settori, diano l'occasione di rivedere i flussi informativi esistenti organizzandoli in funzione proprio del principio della non duplicazione del dato.
  Ringraziando di nuovo, queste sono le nostre considerazioni. Vi produrremo un documento più analitico. Siamo a disposizione, il sottoscritto e la collega Tania Tellini, per rispondere a vostre eventuali richieste di approfondimento e domande. Al contempo giustifico anche l'assenza del direttore Colarullo, che prima era stato annunciato, ma che all'ultimo momento è stato chiamato da un altro urgente impegno. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, dottor Brandolini. Trasmetteremo il documento che ci farete pervenire a tutti i colleghi di Commissione. Diamo ora la parola al presidente di Federmetano, Dante Natali.

  DANTE NATALI, Presidente di Federmetano. Buongiorno a tutti. Intanto grazie per questo spazio che ci è stato riservato. Io mi farò accompagnare nella relazione da alcune slide.
  Mi chiamo Dante Natali. Sono presidente di Federmetano, associazione che rappresenta il settore distributivo del metanoPag. 6 per auto in Italia. Questa per noi è un'occasione molto importante perché abbiamo l'opportunità di mettere in evidenza una problematica legata al nostro settore. Parlo della revisione dei serbatoi che sono installati su tutte le autovetture alimentate a metano, che come vedremo è sostanzialmente ferma a una legge del 1950. Tutto questo crea enormi disagi alle utenze, costituisce un freno allo sviluppo del settore e soprattutto, nell'ottica attuale, costituisce un limite non più sopportabile, che determina anche dei limiti alla possibilità che ha questo settore di dare un contributo effettivo alla decarbonizzazione energetica di questo Paese.
  Innanzitutto vi illustrerò alcuni velocissimi numeri del settore. Federmetano nasce oltre settant'anni fa, quindi ha attraversato tutta la storia di questo settore. Ovviamente, nell'ambito di questa storia ha affrontato innumerevoli situazioni difficili. Quella odierna, però, non è meno difficile o meno sfidante di quelle passate.
  Come associazione ci siamo adeguati, anzi abbiamo supportato l'evoluzione positiva di questo settore. Oggi rappresentiamo non solo i distributori, ma anche le officine che effettuano le operazioni sugli autoveicoli. Siamo stati nel lontano 2010 promotori per primi dell'introduzione dello sviluppo del metano liquido in Italia, individuandone una soluzione alternativa unica al gasolio. Oggi promuoviamo fortemente anche il biometano presso tutti i nostri associati come fondamentale tappa per la decarbonizzazione energetica del nostro sistema.
  I numeri del settore sono brevemente tre. Qui vedete dalle slide con più informazioni. Io però mi soffermerò solo su quelle fondamentali: Il primo numero fondamentale riguarda i punti vendita: 1.500 . Vi ricordo che dieci anni fa erano soltanto 800, quindi non coprivano tutto il territorio nazionale. Oggi invece abbiamo una rete distributiva che copre tutto il territorio. Di questi, 107 sono a metano liquido, e considerate che il primo è sorto solo nel 2014.
  L'altro numero fondamentale riguarda l'utenza: un milione e 100 mila utenti fanno riferimento al metano per risolvere i propri problemi di mobilità. Si tratta di un milione e 100 mila famiglie a reddito medio-basso, che trovano in questo carburante una soluzione che non solo è economica, ma che dà anche la possibilità di ridurre fin da subito l'impatto ambientale della mobilità.
  Terzo dato: i consumi. Sostanzialmente un miliardo di metri cubi consumati. In Italia si consumano ogni anno tra i 70 e i 75 miliardi di metri cubi. Uno di questi è dedicato alla rottamazione. L'anno scorso abbiamo ne consumati solo 817 milioni a causa delle restrizioni dovute alla pandemia.
  Il nostro settore confrontato a livello europeo: 3 mila 700 sono i punti vendita in Europa, 1.500 di questi in Italia. Quasi la metà della rete distributiva europea è in Italia. Due terzi del circolante europeo è presente in Italia, un terzo dei distributori di metano liquido è in Italia. L'Italia è ampiamente leader a livello di infrastruttura, ma non solo a livello di infrastrutture, bensì anche dal punto di vista industriale, componentistico e tecnologico, che comporta circa 20 mila posti di lavoro e un export molto importante.
  Veniamo ora alla struttura della revisione, quindi entriamo nel merito del problema che mi preme evidenziare a questa Commissione. Ad oggi i serbatoi che vengono utilizzati per allestire le auto che utilizzano questo carburante sono di due tipologie: DGM e R110. La DGM è praticamente una normativa nazionale ormai in via di dismissione, e il numero dei serbatoi è molto limitato e comunque in forte riduzione.
  La revisione in questo caso è prevista ogni cinque anni.
  I serbatoi della tipologia R110 invece sono suddivisi in quattro categorie: CNG 1, 2, 3, 4. Le CNG 1, 2, 3 con periodicità nella revisione di quattro anni, la CNG4 per la quale è prevista la revisione ogni due anni.
  Il sistema di revisione è disciplinato dalla legge dell'8 luglio 1950, n. 640. Questa legge è stata parzialmente rivista nel 1990 con la legge 7 giugno 1990 n. 145 e con il Regolamento del 9 novembre del 1991. Tuttavia queste ultime due leggi non Pag. 7hanno modificato nessuno degli elementi fondamentali del meccanismo di revisione. In realtà l'unico intervento normativo che ha modificato il sistema di revisione dei serbatoi è rappresentato da una circolare del Ministero dei trasporti del marzo del 2015, che ha spostato le competenze della revisione dei serbatoi di tipo CNG4 Per il resto rimane tutto uguale ad allora.
  Il sistema è controllato da un Comitato che ha presidenza MISE e vede dei rappresentanti del Ministero dell'economia e delle finanze, del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, le associazioni di categoria, rappresentanti dell'ENI e della società Servizi Fondo Bombole Metano. Servizi Fondo Bombole Metano è la società 100 per cento ENI che costituisce il braccio operativo del Comitato. Assieme ad alcuni operatori privati, realizzano effettivamente le revisioni dei serbatoi.
  Abbiamo poi i tecnici della motorizzazione, che svolgono le loro mansioni sia nei confronti della Servizi che nei confronti diretti delle officine. I serbatoi vengono raccolti e riportati alle officine per essere poi reinstallati sulle autovetture degli utenti.
  Questo sistema è un sistema estremamente farraginoso, che determina molto spesso lunghi tempi di attesa, disagi per gli utenti, difficoltà continue nell'ottenere i serbatoi collaudati, trasporti tra Nord e Sud Italia continui per questi serbatoi. Inoltre c'è l'enorme difficoltà legata alla carenza di ispettori della motorizzazione disponibili a uscire presso le officine per effettuare queste mansioni e presso le sedi della Servizi Fondo Bombole. Il risultato è sostanzialmente problemi per gli utenti, costi per gli utenti, difficoltà di sviluppo per il settore.
  Arriviamo alla legge dell'11 settembre 2020, n. 120, decreto «Semplificazione». L'articolo 62-bis in materia di «Semplificazione per le attività» di cui alla legge dell'8 luglio 1950, n. 164, prevede il passaggio ad Acquirente unico spa di tutte le competenze che fino a oggi sono state svolte dalla Servizi Fondo Bombole Metano. Al comma 2 invece prevede che il Ministero della transizione ecologica e il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili di concerto definiscano le regole che disciplinano sia il passaggio dalla Servizi ad Acquirente unico spa sia le effettive semplificazioni degli attuali metodi che vengono utilizzati per la revisione dei serbatoi.
  In data 30 marzo 2021 riceviamo la bozza di questo decreto interministeriale messo a punto dal Ministero della transizione ecologica e dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. Questa bozza risulta insoddisfacente, ma non solo per noi, bensì anche per le altre associazioni del settore, con le quali abbiamo svolto numerosi incontri. Assieme a loro mettiamo a punto un testo che in circa tre settimane mettiamo a disposizione di nuovo del MITE e del MIMS. Parliamo di una bozza di decreto che ha la firma nostra, ma anche la firma di ANFIA, costruttori nazionali di autoveicoli, UNRAE, costruttori stranieri di autoveicoli, Confartigianato per il settore officine, Federmetano e Assogasmetano per il settore distributivo e il Consorzio NGV per quello che riguarda il settore industriale.
  Tutta la filiera del gas, del nostro settore, viene rappresentata e decide di siglare questa proposta di decreto interministeriale di semplificazione. Da allora purtroppo siamo in attesa di avere risposte adeguate che ci consentano di capire quale sia il punto di vista dei due Ministeri coinvolti relativamente alle nostre proposte. Proposte che vanno nella direzione di uniformare, per esempio, le scadenze dei collaudi, che limitano i collaudi solo al secondo anno per quello che riguarda alcune tipologie di serbatoi, che riconoscono gli operatori delle officine come operatori qualificati secondo standard normativi europei, in grado di effettuare la revisione in sostituzione degli operatori della motorizzazione. Il tutto nel quadro di un nuovo Comitato che dovrà anche controllare i prezzi praticati agli utenti, in un'ottica di massima trasparenza.
  In conclusione per noi questa è una necessità importantissima, che si lega al fatto che nel nostro settore il livello di sostituzione del gas metano fossile con gas metano di origine biologica, il biometano, è oggi pari al 30 per cento. È un risultato Pag. 8estremamente importante ed estremamente performante, che fa del nostro settore un settore che può contribuire enormemente alla decarbonizzazione, ma lo potrà fare solo se potrà essere dotato di normative snelle, adeguate agli attuali tempi, adeguate al fatto che la tecnologia dal 1950 ad oggi è cambiata totalmente. Le auto oggi sono completamente diverse; i modi di costruire serbatoi sono completamente diversi.
  Quindi ci aspettiamo, anzi ne avevamo bisogno già da tempo, una rapida approvazione della nostra bozza di decreto, al fine di poter mettere questo settore nelle condizioni di dare il massimo contributo sulla strada della decarbonizzazione, cosa che sta già facendo nonostante tutte le difficoltà. Vi ringrazio per l'attenzione e resto a vostra disposizione per eventuali domande.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, dottor Natali. Dopo, se ci sono domande ovviamente chiederemo ai colleghi di intervenire. Ora lascio la parola al direttore generale di Federazione ANIE, Maria Antonietta Portaluri.

  MARIA ANTONIETTA PORTALURI, Direttore Generale di Federazione ANIE. Buongiorno, presidente. Buongiorno alla Commissione. Vi ringrazio molto per l'opportunità che abbiamo oggi di portare il contributo dell'industria elettrotecnica ed elettronica nazionale, che è la seconda industria manifatturiera d'Europa e che rappresenta i comparti tecnologicamente più avanzati del nostro manifatturiero. Nella premessa ricordo che i comparti dell'industria elettrotecnica ed elettronica occupano oggi 500 mila addetti, con un fatturato di 84 miliardi, ma soprattutto con un dato medio di investimento delle nostre aziende in ricerca e innovazione pari mediamente al 5 per cento del fatturato.
  Ora è evidente che a livello nazionale noi esprimiamo i comparti di eccellenza che sapranno, attraverso il made in Italy, traguardare quella trasformazione green digitale che ci siamo immaginati e che abbiamo designato come Paese nel PNRR. Le tecnologie offerte dalle aziende saranno quelle che traguarderanno la trasformazione dei mercati a valle, quindi nel mercato dell'energia, dei trasporti, soprattutto trasporto ferroviario, e nel mondo delle costruzioni, dove oggi si assiste a un cambio di modello epocale, perché il ruolo della tecnologia all'interno delle costruzioni – la pandemia lo ha dimostrato – diventa sempre più rilevante.
  È evidente che per poter promuovere, però, gli investimenti, sia i tanti investimenti pubblici che ci saranno sia gli investimenti privati, per avviare tutti i cantieri che sono previsti nel PNRR è necessario proseguire sulla linea, che noi apprezziamo, che è stata già adottata con i due DL «Semplificazione», per incidere sugli oneri che sono in capo sia alle imprese che partecipano oggi alle gare d'appalto, sia alle imprese che entrano all'interno di progetti di investimenti per la riqualificazione energetica del nostro patrimonio edilizio; riqualificazione che, mi preme segnalare, non deve essere solo energetica ma deve essere anche digitale. Su questo torneremo con le nostre proposte.
  Un altro aspetto fondamentale è quanto il nostro Paese vuole continuare a credere sullo sviluppo delle rinnovabili, per poter traguardare effettivamente il raggiungimento di quelli che sono degli obiettivi ambiziosi, sfidanti, ma per noi condivisibili, previsti nel nostro Piano integrato clima ed energia.
  Nella mia relazione toccherò in maniera sintetica tutti questi punti, cioè le proposte della Federazione in tema di ulteriore semplificazione per accelerare i processi sulle infrastrutture e sulle opere pubbliche. Farò un accenno anche alle misure di semplificazione previste per gli investimenti nell'edilizia privata, sempre finalizzata a interventi per la riqualificazione energetica e digitale degli edifici, e chiuderò con alcune considerazioni sulle rinnovabili, rinviando poi a un documento corposo con anche delle proposte che vi invieremo.
  Partiamo dalle infrastrutture. Sicuramente la più grande semplificazione per le infrastrutture strategiche nell'ambito dei settori speciali e dei settori ordinari, quindi per i lavori ma anche per le forniture, è Pag. 9avere un quadro normativo chiaro. La prima semplificazione sarà, come dice la riforma, mettere mano alla revisione del codice, quindi mantenere il codice degli appalti, rivedendolo laddove necessario, valorizzando quanto nel codice degli appalti è già previsto di innovativo, e poi adottare il Regolamento.
  Secondo noi questo quadro, che consentirà poi di eliminare qualunque altra norma e qualunque altro sovrabbondante tessuto normativo che sugli appalti si è stratificato nel tempo, immaginando anche di arrivare a una normativa che sia chiara e che non faccia distinzioni tra commesse e appalti del PNRR e altre commesse, perché secondo noi il quadro per essere semplice deve essere molto chiaro qualunque sia la commessa.
  Fatta questa premessa, veniamo alle misure di semplificazione, che noi immaginiamo nel codice dei contratti pubblici e quindi a cascata per migliorare e accelerare le infrastrutture. Sicuramente il primo e il secondo decreto-legge «Semplificazioni» sono intervenuti su un aspetto: hanno ridotto per legge i tempi delle procedure. Le procedure adesso si possono chiudere in due, quattro o sei mesi. Va bene, è apprezzabile, però occorre intervenire sulla documentazione che ancora oggi l'appaltatore deve presentare per partecipare a una gara. Immaginiamo non soltanto i grandi appalti, ma anche i progetti di riqualificazione urbana.
  Su questo punto le nostre proposte sono quelle di segmentare la fase di gara, quindi la partecipazione agli appalti, le procedure di gara, l'istituzione, con misure ulteriori di semplificazione su queste fasi. Se guardiamo alla fase di partecipazione alla gara, sicuramente resta ancora copiosa la documentazione che viene prodotta, quindi con oneri che sono anche improduttivi, perché sono numerosissimi i soggetti che vengono verificati. Anche questo andando contro la giurisprudenza ormai consolidata, che prevede la verifica della documentazione solo su chi all'interno di un'azienda ha la legale rappresentanza.
  Un altro aspetto fondamentale è intervenire facendo semplificazione e chiarezza su un altro aspetto sempre legato alle cause in discussione, quindi siamo sempre nell'ambito della partecipazione, il grave illecito professionale. Non avere oggi previsto, come era invece in passato, una semplificazione di questi, che cosa si intende per «grave illecito professionale» o comunque chiarire e in maniera tassativa che cosa può comportare l'esclusione, è evidente che genera non chiarezza e genera contenzioso. Questo significa un ulteriormente appesantimento anche sull'iter per gli appalti.
  Sempre su questo filone, e quindi sempre riguardo alla documentazione che si presenta in fase di gara, sicuramente occorrerà intervenire anche per far chiarezza sulle altre cause: le gravi violazioni relativamente al pagamento di imposte e tasse, anche qui con previsioni che prevedono l'esclusione anche nel caso in cui ci siano sentenze non definitive.
  Sempre sull'aspetto fiscale, probabilmente è arrivato il momento di mettere mano anche all'abrogazione dell'articolo 4 del DL fiscale del 2019, che prevede degli adempimenti onerosi sia per le imprese ma sia per le stazioni appaltanti, per verificare le ritenute operate sui redditi dei lavoratori dipendenti in appalti e subappalti. In questo caso è copiosa la documentazione che si presenta, ma non è funzionale alle verifiche che dovranno essere fatte.
  Se ci spostiamo sulla fase di procedura legale, crediamo che la miglior semplificazione sia consentire l'innovazione. «Semplificare» significa anche consentire che vengano effettivamente implementate quelle procedure nuove, penso al partenariato per l'innovazione, penso al dialogo competitivo, penso semplicemente all'appalto integrato. L'appalto integrato prevede la progettazione ed esecuzione, che nei settori speciali, quindi per le infrastrutture strategiche, è una procedura ordinaria. Considerato il ruolo che avrà la tecnologia nei lavori pubblici, ma anche nelle forniture, sicuramente immaginare che l'appaltatore abbia la progettazione esecutiva e l'esecuzione in fornitura altamente tecnologica crediamo che possa essere una procedura ordinaria che semplificherebbe la vita e Pag. 10non aumenterebbe il contenzioso tra progettista ed esecutore.
  L'ultimo elemento che voglio sottolineare riguarda la fase esecutiva. Sicuramente questo sarà un grande elemento di semplificazione oltre che di aiuto alle imprese a concludere i lavori, perché il problema più grosso che noi avremo è che i cantieri partono ma poi i lavori non si chiudono. E non si chiudono se non si prevede e non si mette mano seriamente a meccanismi di compensazione dei prezzi degli appalti.
  Un tentativo oggi con il DL «Sostegni bis» è stato fatto. È un meccanismo che interviene sui contratti solo di lavori e prevede i contratti già stipulati, quindi compensa gli eccezionali aumenti delle materie prime che stanno investendo e avranno delle ripercussioni su tutte le commesse. I meccanismi di compensazione non possono essere legati soltanto ai lavori, perché gli appalti prevedono anche le forniture e i servizi, e prevedono anche quelle forniture tecnologiche che non sono molto distinte da un appalto di lavori.
  Sicuramente immaginare di introdurre questi meccanismi e di prevedere per i contratti nuovi un'obbligatoria formula di revisione prezzi (non come adesso che è nella facoltà delle stazioni appaltanti) eviterebbe l'insorgere di contenziosi ex post che non fanno nient'altro che lasciare i cantieri aperti.
  Sempre in materia di contenzioso, sicuramente abbiamo visto che hanno funzionato bene e che stanno funzionando bene in senso deflattivo del contenzioso, e quindi una misura sicuramente di semplificazione, anche delle formule come il Collegio consultivo tecnico, previsto soltanto per i lavori e solo per i lavori sopra soglia. Le nostre proposte sono quelle di semplificare applicando queste misure anche per i lavori sotto soglia e anche per le forniture, soprattutto per quelle forniture tecnologiche che ricordavo prima, che sono molto simili come caratteristiche, come progettazione, come complessità a un lavoro.
  Per quanto riguarda l'aspetto dell'edilizia, edilizia pubblica ed edilizia privata, vorremmo riflettere con voi su un dato. Sicuramente noi apprezziamo tutte le misure che spingono per investimenti volti a toccare l'aspetto della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, sia pubblico che privato. Sicuramente però un'attenzione fondamentale deve essere data all'aspetto della digitalizzazione degli edifici, aspetto a volte connesso con l'efficienza, a volte slegato. Avere un edificio, un building digitale, e quindi immaginare un'opera di riqualificazione digitale del patrimonio edilizio pubblico e privato, presuppone sia nel pubblico sia nel privato una grande attenzione a tutta una parte di impiantistica – trasmissione dati, impianto elettrico, automazione degli edifici – che sicuramente ne aumenta la connessione.
  Gli edifici oggi sono qualcosa che parla verso l'esterno, quindi con le cose e con le persone che sono fuori, per abilitare i servizi che dovranno essere dati ai cittadini solo se hanno una dotazione tecnologica avanzata legata alla parte impiantistica che ne aumenta la connessione.
  Venendo alle misure di semplificazione che potrebbero essere fatte per gli investimenti privati, noi oggi ci concentriamo sulla misura, che pure ha dato grande slancio, del Superbonus al 110. Non vanno però trascurate assolutamente misure quali l'Ecobonus e il Bonus ristrutturazioni riguardo alla parte impiantistica e tecnologica degli edifici, quindi agli interventi anche singoli. In tale ambito avremmo una proposta in tema di semplificazione, perché noi dal nostro osservatorio abbiamo visto che è molto semplice, e quindi è stata molto attuata, la misura relativa alle ristrutturazioni. Molto spesso dal nostro osservatorio abbiamo potuto constatare che sia il privato e sia le aziende hanno utilizzato misure più semplici rispetto a misure più complicate anche se teoricamente più efficienti.
  La proposta di semplificazione sarebbe quella di prevedere che le disposizioni che oggi riguardano la disciplina dell'Ecobonus, cioè il bonus al 65 per cento per una serie di impianti, sia semplificate esattamente come il Bonus ristrutturazioni dal punto di vista della sua procedura.
  Se dobbiamo fare una riflessione sulla misura del Superbonus al 110, sicuramente Pag. 11è una misura che sta dando slancio, probabilmente nel perimetro degli interventi trainati. Anche qui, se noi vogliamo veramente incidere sia sulla parte di efficienza di un edificio ma anche sulla parte di digitalizzazione dell'edificio, probabilmente il perimetro degli interventi trainati dovrebbe allargarsi a tutte le tecnologie che consentono connessione oltre che efficienza in un building, rendendo la procedura di accesso più semplice e quindi continuando sul solco delle semplificazioni che hanno toccato il Superbonus, rendendo ancora più semplice la possibilità di usufruire della misura.
  L'ultimo aspetto riguarda le rinnovabili. Sulle rinnovabili partiamo da un dato. Il dato è quello del fabbisogno elettrico al 2030, che deve essere coperto per il 55 per cento da fonti rinnovabili. Per fare questo, e noi condividiamo l'obiettivo, che cosa occorre fare? Occorrerà installare 40 gigawatt di nuova potenza di fonti rinnovabili. Significa che il nostro Paese nei prossimi sette anni deve installare ogni anno circa 7 gigawatt di potenza. Nel 2020 non ne abbiamo installato neanche uno. Siamo allo 0,85.
  È chiaro che, se noi continuiamo col target attuale, raggiungere l'obiettivo che ci siamo posti come Paese al 2030 lo raggiungeremo nel 2065. Se invece l'obiettivo lo vogliamo raggiungere nel 2030 e quindi essere anche un campione europeo, possiamo farlo. Possiamo farlo perché le tecnologie ci sono, e c'è una filiera nazionale legata al mondo delle rinnovabili che stimiamo possa portare valori per circa 100 miliardi di euro, se si interviene e si interviene ulteriormente sulla semplificazione degli iter autorizzativi.
  Sicuramente un passo in avanti è stato fatto con il DL «Semplificazione», ma soprattutto il DL «Semplificazione bis», che è intervenuto prevedendo anche la possibilità di avere una corsia preferenziale con la Commissione VIA per i progetti del PNIEC e del PNRR. Sicuramente però la Federazione è intervenuta durante questo dibattito auspicando che non si mettesse mano a una doppia Commissione, ma che si immaginasse una sottocommissione dell'unica Commissione VIA, proprio temendo che ci potessero essere poi dei ritardi nell'attuazione di una nuova Commissione.
  Purtroppo i ritardi ci sono perché la Commissione, che dovrebbe autorizzare tutto quello che riguarda i progetti VIA legati al PNIEC, dal 31 luglio ancora non è riuscita ad avviare i suoi lavori. Noi speriamo che ci sia una spinta in questa direzione, perché sicuramente i tempi delle autorizzazioni, e soprattutto i processi che poi portano alle autorizzazioni, sono incompatibili con uno sviluppo del mercato. Sono incompatibili non soltanto con il raggiungimento dei target, ma anche con il grado di innovazione tecnologica che c'è in questi settori. Immaginare delle autorizzazioni che durano cinque o sei anni significa che, tra quando viene autorizzato un progetto e quando viene realizzato, l'obsolescenza tecnologica è tale che noi ci troveremmo di fronte a installare qualcosa che è già stato tecnologicamente superato.
  Sicuramente, sempre sull'aspetto di ridurre l'iter di autorizzazione per gli impianti rinnovabili, c'è ancora tanto da fare. Uno degli aspetti fondamentali su cui sicuramente incidere sarà l'individuazione dell'area idonea. In Parlamento, nel nuovo schema di decreto legislativo per l'attuazione delle rinnovabili, se ne sta discutendo. Nel solco delle semplificazioni è stata data già indicazione al Ministero: entro 180 giorni da quando sarà pubblicato il decreto bisognerà intervenire prevedendo i criteri per le aree idonee, e le regioni dovranno poi implementare nei successivi 180 giorni l'individuazione delle aree.
  I tempi secondo noi sono un po' troppo lunghi. Una semplificazione prevedrebbe tempi più ridotti o comunque termini perentori, e non termini ordinatori. In ogni caso c'è da gestire la parte del transitorio perché, finché non vengono individuati, i progetti non possono restare fermi. Molto probabilmente un intervento anche di semplificazione nella gestione del transitorio potrebbe essere un forte impulso all'accelerazione e alla spinta dei progetti.
  Resta il tema delle regioni e soprattutto resta il tema degli obiettivi regionali di sviluppo delle rinnovabili, quindi immaginarePag. 12 una responsabilità delle regioni non sui singoli progetti ma almeno su un target complessivo di realizzazione di rinnovabili a livello regionale, e comunque nel transitorio un'indicazione di far presto per quanto riguarda gli obiettivi regionali per l'anno 2022, in modo in questo caso da sbloccare e far partire i numerosi progetti che oggi sono ancora fermi.
  Su tutti questi aspetti vi invieremo un documento anche più analitico, se può essere di vostro interesse, con delle proposte più specifiche su diversi temi. Grazie molte.

  PRESIDENTE. La ringrazio, dottoressa Portaluri. È stata un'illustrazione molto esplicativa. In ogni caso trasmetteremo anche il suo documento a tutti i componenti della Commissione. Ora chiedo ai componenti della Commissione se intendano formulare osservazioni o domande. Prego, onorevole Buratti.

  UMBERTO BURATTI (PD). Presidente, buongiorno. Visto che a breve ci sarà la convocazione dell'Aula, gli interventi sono stati tutti molto interessanti e ringrazio tutti gli auditi. Sicuramente sarà interessante leggere la documentazione che verrà trasmessa, perché i temi sono molti e dovranno essere affrontati proprio perché, come è stato detto sul tema delle semplificazioni, è fondamentale intervenire non solo sui termini ma anche sulla documentazione richiesta e quant'altro. Sono tutti temi che sicuramente analizzeremo con attenzione, perché ciò è fondamentale se veramente vogliamo rilanciare questo Paese e dare una svolta a questa situazione. Ringrazio ancora una volta per le relazioni che sono state svolte.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Buratti. Se non ci sono altre osservazioni o domande, ringrazio ancora una volta tutti gli intervenuti per i contributi forniti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.25.