XVIII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 43 di Mercoledì 23 marzo 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Zoffili Eugenio , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELL'AREA SCHENGEN, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL'ATTUALITÀ DELL'ACCORDO DI SCHENGEN, NONCHÉ AL CONTROLLO E ALLA PREVENZIONE DELLE ATTIVITÀ TRANSNAZIONALI LEGATE AL TRAFFICO DI MIGRANTI E ALLA TRATTA DI PERSONE.

Audizione, in videoconferenza, della Commissaria europea per gli Affari interni Mrs. Ylva Johansson.
Zoffili Eugenio , Presidente ... 3 
Johansson Ylva , Commissaria europea per gli Affari interni ... 4 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 7 
Zuliani Cristiano  ... 7 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 7 
Di Muro Flavio (LEGA)  ... 7 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 8 
Perconti Filippo Giuseppe (M5S)  ... 8 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 9 
Galizia Francesca (M5S)  ... 9 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 9 
Johansson Ylva , Commissaria europea per gli Affari interni ... 9 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 11

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
EUGENIO ZOFFILI

  La seduta inizia alle 14.10

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione in diretta streaming sulla web-TV della Camera dei deputati e, successivamente, sul canale satellitare della Camera dei deputati.
  L'odierna audizione sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto dei Colleghi Senatori e Deputati secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento il 4 novembre 2020.

Audizione, in videoconferenza, della Commissaria europea per gli Affari interni Mrs. Ylva Johansson.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del fenomeno migratorio nell'area Schengen, con particolare riferimento all'attualità dell'accordo di Schengen, nonché al controllo e alla prevenzione delle attività transnazionali legate al traffico di migranti e alla tratta di persone, l'audizione della commissaria europea per gli affari interni Ylva Johansson in collegamento da remoto, che saluto e ringrazio di cuore per essere qui con noi e per la sua disponibilità.
  Ricordo che l'audizione si incentrerà sullo stato di attuazione di una serie di importanti processi di riforma che investono le competenze del suo portafoglio e che rivestono un peculiare interesse per questo Comitato.
  In particolare, vorremmo acquisire elementi conoscitivi in relazione alla revisione del Codice frontiere Schengen, che contiene profili politicamente delicati tra i quali il rafforzamento dei ritorni dei migranti irregolari nei Paesi di primo ingresso.
  Il Comitato sarebbe altresì interessato ad approfondire lo stato di avanzamento nella definizione del nuovo Patto sulla migrazione e l'asilo. Ricordo a tale proposito che il 19 gennaio scorso è entrata in funzione l'Agenzia dell'Unione europea per l'asilo, che ha sostituito il precedente Ufficio europeo di sostegno per l'asilo. L'istituzione è dotata di maggiori poteri operativi e tecnici per facilitare la cooperazione tra i Paesi UE e contribuire alla convergenza delle norme. A questo fine sarà assistita da un pool di 500 esperti in materia di asilo provenienti dagli Stati membri, 40 dall'Italia, che potranno essere rapidamente impiegati come membri delle squadre di sostegno per l'asilo accanto agli esperti dell'Agenzia e fornire assistenza operativa sul campo.
  Vorremmo inoltre sapere quali sono gli interventi che la Commissione intende promuovere in relazione all'applicazione della Decisione del Consiglio del 4 marzo scorso, che accerta l'esistenza di un afflusso massiccio di sfollati dall'Ucraina, accordando loro una protezione. Le sue indicazioni saranno particolarmente rilevanti poiché, come saprà sicuramente, è in via di definizione l'atteso provvedimento governativo che definisce i dettagli applicativi della decisione nel nostro Paese.
  A tale riguardo mi preme evidenziare la pronta e generosa risposta offerta dall'ItaliaPag. 4 alla gravissima emergenza umanitaria determinata dalla guerra in Ucraina, con un piano straordinario per l'accoglienza dei profughi tenendo conto che, secondo i dati forniti dal Ministero dell'interno, le persone in fuga dal conflitto in Ucraina giunte finora in Italia sarebbero 55.711, è l'ultimo dato che abbiamo.
  Infine, saremmo interessati a conoscere le prospettive del processo di riforma del mandato dell'Agenzia Europol. Il primo febbraio scorso la Presidenza del consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio su questo tema che investe una serie di punti cruciali della questione, dalla cooperazione con i soggetti privati e con i Paesi terzi, alla collaborazione con la Procura europea, al funzionamento del sistema di informazione Schengen, e alla configurazione dei poteri di indagine per reati non transfrontalieri che ledano un interesse comune oggetto di una politica dell'UE. Tutti questi profili acquistano una particolare importanza per questo Comitato che sta organizzando una missione presso l'agenzia Europol all'Aia per il mese di aprile.
  Do quindi la parola alla Commissaria europea per gli affari interni, Ylva Johansson, che ringrazio per aver accettato il nostro invito. Prego.

  YLVA JOHANSSON, Commissaria europea per gli Affari interni. Grazie, signor Presidente per questo invito. Ci sono così tante cose che si stanno verificando, così tante cose di cui parlare. So che sono già 60 mila gli ucraini che, in fuga dalla guerra di Putin, sono arrivati in Italia e gli italiani li stanno accogliendo a braccia aperte. Come le famiglie da Palermo che accolsero mille bambini dopo il disastro di Chernobyl, trentacinque anni fa e adesso stanno aprendo di nuovo le loro porte, questa volta per i rifugiati ucraini. Oggi e ieri tre aerei di rifugiati ucraini sono arrivati in Italia da Varsavia con a bordo una donna disabile di 94 anni con il figlio di 76 anni, che scappavano dalla loro casa bombardata senza sapere dove andare; una donna sola con tre bambini malata di cancro; un bambino affetto da distrofia muscolare, la mamma e il gatto. Quindi vorrei iniziare ringraziando l'Italia.
  Ci sono 3,4 milioni di persone ora in fuga dalla guerra di aggressione di Putin in Ucraina. Il 90 per cento di loro è composto da donne e bambini, in tutta Europa vediamo la calorosa risposta, così come in Italia. Persone che offrono cibo, abiti e un posto nelle loro case, come ho visto di persona quando ho fatto visita al confine in Romania, Polonia, Estonia. Ovunque vedo sempre una solidarietà straordinaria da parte dei cittadini, delle ONG, dei Governi, delle autorità, delle comunità locali. Si tratta davvero di una risposta senza precedenti e questo mi rende orgogliosa di essere europea. Mi colpisce anche il fatto che siamo riusciti ad attivare la direttiva sulla protezione temporanea. Saprete probabilmente che questa direttiva esiste da vent'anni, ma non era mai stata utilizzata. A mio avviso, avrebbe dovuto essere usata nel 2015, ma allora non è stato possibile trovare un accordo politico che ce lo consentisse e pertanto ho faticato per rendere il tema della migrazione un'area politica normale, da affrontare con sobrietà, da gestire in modo coordinato, tutti insieme. Ora finalmente, con questa aggressione, con l'invasione dell'Ucraina da parte di Putin, il Consiglio dei ministri degli interni è riuscito ad attivare la direttiva sulla protezione temporanea all'unanimità: questo è stato un momento davvero senza precedenti, straordinario. Adesso diamo protezione a questi 3 milioni e oltre di rifugiati.
  Proprio oggi abbiamo pubblicato una comunicazione sugli alloggi, sulla scuola, sulla protezione per questi rifugiati e abbiamo anche elaborato linee guida su come attuare questa direttiva per la protezione temporanea. In particolare, vorrei sottolineare quello che lei ha detto Presidente, quando ha parlato del rischio dei traffici. Metà dei rifugiati che è arrivata è composta da bambini e noi sappiamo, per esperienza, che esiste l'enorme rischio che quando c'è una guerra, quando c'è un afflusso migratorio massiccio, il rischio che i vulnerabili, i bambini e soprattutto le donne, cadano vittima dei trafficanti. Abbiamo denunce formali e informali su questo e quindi Pag. 5abbiamo attivato la rete dei coordinatori che abbiamo nell'Unione europea. Anche Europol ha istituito una task force speciale, EU-LISA (L'agenzia europea per la gestione operativa dei sistemi di tecnologia dell'informazione su larga scala), abbiamo elaborato delle linee guida su come prevenire i traffici. Abbiamo anche avviato una campagna di sensibilizzazione, anche i controlli delle pattuglie di polizia si sono intensificati. È un ambito di azione che è fonte di preoccupazione. Già prima della guerra, gli ucraini erano tra le cinque nazionalità vittime dei traffici e dei trafficanti nell'Unione europea. Dobbiamo pensare anche ai bambini che hanno bisogno di normalità in questo momento, in questo mondo. Devono poter andare a scuola, devono poter essere accolti ed essere accolti in un ambiente caldo e caloroso. Anche questo abbiamo sottolineato nella nostra presentazione, nella nostra comunicazione. Mi congratulo con gli studenti dell'Istituto Dante Alighieri, nella provincia di Como, che hanno aiutato i loro nuovi compagni di classe, stampando dei cartelli con parole scritte in inglese, francese, italiano e ucraino, per poter parlare. Questa accoglienza è davvero commovente.
  Abbiamo creato anche una piattaforma di solidarietà che si riunisce due volte a settimana e fornisce la possibilità agli Stati membri di riunirsi, sotto la guida della Commissione, per combinare insieme le offerte e i bisogni. È come se uno Stato membro dicesse: «Siamo sopraffatti dai rifugiati in quest'area, in questa regione». E allora altri Stati membri rispondessero: «Bene, noi abbiamo la capacità e le strutture per accogliere e quindi potete ridirezionare i rifugiati da noi». Ecco come funziona questa piattaforma della solidarietà con gli Stati membri. E funziona devo dire molto bene. È importante che ci sia un'equa ripartizione degli oneri di fronte alle sfide che stiamo affrontando, perché in aggiunta ai 3,4 milioni che sono già arrivati, ne arriveranno altri, anche se al momento i numeri sono scesi. Nelle due scorse settimane c'erano 200 mila rifugiati al giorno, adesso 50 mila, ma ne arriveranno altri e di questi 3,4 milioni che sono arrivati negli stati confinanti, 2 milioni si sono spostati negli altri Stati membri dell'Unione. Abbiamo un flusso massiccio, mai visto prima, di rifugiati dall'Ucraina.
  La direttiva e le linee guida riguardano direttamente il lavoro del Comitato Schengen. Noi accogliamo i rifugiati ucraini nelle nostre case e quindi li accogliamo dentro Schengen, la nostra area comune europea di libertà, giustizia e sicurezza. Queste linee guida chiariscono: tutti coloro che fuggono dalla guerra di Putin devono essere ammessi nell'Unione europea ma in modo ordinato. Quindi, le famiglie devono restare insieme, i bambini non devono essere mai separati dai genitori, le guardie di frontiera devono mostrare flessibilità, umanità, ma svolgere anche controlli sanitari e di sicurezza, quando necessari, e svolgere le procedure di registrazione. Abbiamo chiarito nelle linee guida chi ha diritto alla protezione e come le persone possono esercitare il loro diritto alla libera circolazione, potete vederlo anche sul sito web che abbiamo creato appositamente in una pagina dedicata ai rifugiati ucraini. La maggior parte degli ucraini hanno un passaporto biometrico che dà loro il diritto di muoversi per 90 giorni nell'area Schengen. Se chiedono protezione temporanea continueranno ad esercitare il diritto di libera circolazione nell'area Schengen per l'anno intero per il quale viene attivata la protezione temporanea. Quando si riceve il provvedimento di protezione temporanea, si ha diritto all'accesso al mercato del lavoro, i bambini possono andare a scuola, si ha diritto all'assistenza sociale, all'assistenza sanitaria e così via. Quindi dobbiamo garantire la libera circolazione anche in questa situazione senza precedenti, per tutti. Possiamo avere libera circolazione nell'area Schengen solo se manteniamo al sicuro le persone e se riusciamo a gestire la migrazione correttamente.
  È principalmente per questo motivo che alcuni Stati membri hanno ancora controlli interni alle frontiere contro il terrorismo, la criminalità organizzata, i movimenti secondari, di recente contro il virus, ma sappiamo tutti che i controlli alle frontiere interne non fermano il virus, non fermano il terrorismo, ma fermano i turisti, i viaggi Pag. 6e i flussi commerciali e rendono più difficile la vita quotidiana di tutti noi. Sappiamo anche che per i cittadini europei la libera circolazione nell'area Schengen è uno dei valori supremi e dobbiamo garantire il mantenimento di questo valore. I controlli alle frontiere interne devono essere davvero una misura di ultima istanza. Ecco perché ho proposto di rivedere, lo scorso dicembre, il codice frontiere Schengen. Imparare dalle crisi passate: la crisi migratoria e la pandemia, intanto per coordinare la nostra risposta a minacce condivise. Per le minacce sanitarie abbiamo consentito al Consiglio di attuare immediatamente restrizioni alle frontiere esterne per i viaggi temporanei che siano comuni in tutta l'Unione europea, per sostituire interventi unilaterali e non coordinati, poco produttivi, da parte degli Stati membri. Inoltre, un nuovo meccanismo di salvaguardia di Schengen per dare una risposta comune a minacce congiunte contro la sicurezza o in relazione ad alti livelli di movimenti secondari.
  Poi abbiamo proposto nuove regole per promuovere alternative ai controlli alle frontiere. Gli Stati membri che introducono i controlli devono valutare il loro impatto sulla libera circolazione. Gli Stati membri devo valutare l'impatto sulle regioni di frontiera. Se gli Stati membri vogliono prolungare i controlli, devono prima valutare misure alternative, per esempio, controlli di polizia mirati o una rafforzata Cooperazione transfrontaliera tra le forze di polizia o l'uso di tecnologie moderne. In caso di controlli interni alle frontiere abbiamo bisogno di salvaguardia. Dopo sei mesi gli Stati membri dovrebbero svolgere una valutazione dei rischi, dopo 18 mesi la Commissione dovrà preparare un parere sulla necessità e proporzionalità dei consigli, ma sappiamo che questo parere non è mai stato emesso dalla Commissione. Due anni dovrebbe essere la durata massima di qualunque controllo interno alle frontiere ma se motivi obiettivi, come gravi minacce terroristiche, rendono necessari i controlli, gli Stati membri dovranno avere l'onere aggiuntivo di dimostrare perché non riescono ad applicare misure alternative. In ogni caso, gli Stati membri dovranno adottare misure per ridurre l'impatto sulle regioni di frontiera, come le corsie verdi per i beni essenziali che abbiamo creato durante la pandemia. Le nuove regole includono una nuova procedura per affrontare i movimenti secondari in operazioni di polizia congiunta e consentire agli Stati membri di concludere tra di loro nuovi accordi di riammissione. Queste sono alternative importanti ai controlli interni alle frontiere. Questo dovrebbe aiutare ad abolire i controlli interni sulla base dei rischi legati ai movimenti secondari.
  Per questo motivo ho presentato un nuovo mandato per Europol, che rappresenta il cuore della cooperazione di polizia europea. Adesso esiste un accordo provvisorio tra Parlamento e Consiglio su questo mandato, un accordo che mi soddisfa. Per questo ho presentato un nuovo codice di cooperazione di polizia con regole chiare per la cooperazione di polizia transfrontaliera e per la promozione di una cultura comune di cooperazione. L'elemento chiave per la cooperazione di polizia è lo scambio di informazioni: il sistema S.I.S. (Sistema Informativo Schengen) è sempre più importante.
  L'anno scorso c'è stato un numero record di allerta nel sistema, 90 milioni. Stiamo ammodernando il sistema perché lo scambio di informazioni di polizia è fondamentale come anche lo scambio di immagini facciali. Dobbiamo, inoltre, proteggere le nostre frontiere esterne, dobbiamo completare il nostro sistema di gestione delle frontiere, che è già avanzato ma occorre renderlo ancora più all'avanguardia. Un nuovo sistema di ingressi e uscite e il nuovo sistema EES (Entry/Exit System) così che sappiamo chi entra nell'Unione e possiamo subito individuare potenziali rischi per la sicurezza. Gli Stati membri devono lavorare sodo per conseguire la piena interoperabilità entro il 2023.
  Per rendere più fluida la libera circolazione dobbiamo rafforzare la governance politica dell'area Schengen. Per questo motivo ho proposto ed è stato istituito, il forum di Schengen. Plaudo, inoltre, all'iniziativa francese di costituire il Consiglio di Pag. 7Schengen. Abbiamo bisogno di una maggiore governance politica e dobbiamo arrivare ad un'area Schengen perfettamente funzionante. Avremo anche una relazione annuale sullo stato di Schengen, che presenterò alla fine della primavera e ci sarà un nuovo quadro di valutazione, che ne mostri lo stato di salute. Ci sarà un barometro che misurerà la pressione alta o bassa a cui è esposta Schengen. Ho proposto anche un nuovo meccanismo di valutazione e monitoraggio fondamentale per il funzionamento, l'integrità e la resilienza dell'area Schengen. Voglio rendere questo meccanismo più strategico. Ricordiamo la natura delle valutazioni di Schengen che è tra pari.
  Sono lieta di dire che stiamo compiendo buoni progressi nel meccanismo di valutazione di Schengen tra i co-legislatori e anche in relazione al codice frontiere. Plaudo alla leadership mostrata a proposito di Schengen dalla presidenza francese nella persona dal presidente Macron. Adesso siamo in una fase di slancio da sfruttare e questa è un'ottima notizia per i milioni di persone che apprezzano la libera circolazione nell'area di Schengen.
  Questo è, altresì, importante per tutti i milioni di ucraini che adesso sono in movimento per fuggire dalla guerra di Putin.
  Resto a disposizione per ascoltare i vostri commenti e rispondere alle vostre eventuali domande, grazie mille.

  PRESIDENTE. Grazie, signora Commissaria, ha chiesto di intervenire il senatore Zuliani, prego.

  CRISTIANO ZULIANI. Grazie, Presidente. Gentile commissaria, grazie per il suo intervento di oggi. Noi italiani, noi rappresentanti del Parlamento – io sono anche sindaco di una comunità – abbiamo avuto modo finalmente di dimostrare quanto il nostro spirito umanitario vada verso l'accoglienza di questo popolo che sta fuggendo da territori di guerra. Anch'io, come Sindaco, insieme con i miei colleghi Sindaci, non ho avuto bisogno di convincere i nostri conterranei, i nostri compaesani, gli italiani. Gli italiani si sono dimostrati accoglienti per questi profughi di guerra richiedenti asilo. Le manovre sono state snellite grazie alla collaborazione di questo Governo, del Parlamento europeo.
  L'accoglienza l'abbiamo fatta più che volentieri però è ora il momento di parlare dell'accoglienza che c'è stata negli anni su altri fronti. Allora, secondo me vale la pena fare un ragionamento politico. Siccome l'Italia ha dimostrato, insieme ai propri connazionali, di essere pronta, laddove ci siano i presupposti, ad aiutare persone che vengono dalla guerra, chiederei agli Stati dell'UE uguale solidarietà laddove ci sia una prima accoglienza. Nel nostro caso ci siamo trovati in situazioni dove su altri fronti, ad esempio il fronte africano, c'erano persone che arrivavano in Italia e l'Italia è stata lasciata da sola. Sicuramente noi non andiamo a discutere l'accoglienza del popolo ucraino laddove vi siano stati ingressi in Stati UE, non abbiamo detto a quegli Stati UE «Arrangiatevi». Li abbiamo aiutati, ma chiediamo che su altri fronti l'Italia veda una distribuzione dei migranti anche tra altri Paesi europei, perché si è parlato tanto, però risultati ce ne sono stati pochi. L'Italia ha dovuto arrangiarsi. Grazie, chiedo un suo commento in merito.

  PRESIDENTE. Grazie senatore Zuliani. Proseguiamo con gli interventi dei colleghi parlamentari. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Flavio Di Muro, prego. A seguire l'onorevole Perconti.

  FLAVIO DI MURO. Grazie, Presidente. Ringrazio la Commissaria europea per gli affari interni Ylva Johansson per la sua relazione e per la sua partecipazione alla nostra Commissione. Devo dire che fa piacere ascoltare la voce dell'Unione europea ma alcune perplessità restano e alcuni quesiti spero siano oggetto di risposta da parte della commissaria a tutti noi.
  Ha parlato del suo impegno per visitare i confini esterni dell'Unione. Come Commissario europeo per gli affari interni io la vorrei pregare di visitare i confini interni all'Unione europea, perché oggi vi sono ancora delle sperequazioni, delle difficoltà tra Paesi confinanti. Se ha piacere, la invito Pag. 8a Ventimiglia, nella mia città, che forse è un po' l'epicentro di questa assenza dell'Unione europea che lei rappresenta. Proprio stamattina alle 10 si sono accoltellati due migranti in pieno centro. Bisogna mettere un freno a questa situazione, partendo appunto dalla revisione della normativa comunitaria. Vorrei sapere a che punto è la riforma di Schengen tanto auspicata.
  Lei ha manifestato apprezzamento alla presidenza francese per la gestione di questo consiglio politico per la riforma di Schengen. Io non plaudo alla presidenza francese perché proprio la Francia è uno di quei Paesi che deroga all'attuazione di Schengen da anni, dal 2015, quindi sono passati sette anni, in cui la Francia, nel silenzio assordante dell'Unione europea e delle sue istituzioni, tiene chiuse le frontiere. Se la riforma di Schengen è una scusa per addossare ancora di più ai Paesi di primo approdo come l'Italia, che hanno da gestire la rotta del Mediterraneo, le incombenze, ancora di più i rischi per chi gestisce l'ordine pubblico e la sicurezza, allora meglio non riformare Schengen, meglio rimanere nella situazione odierna e meglio andare a vedere quelli che sono i problemi concreti nell'odierna attuazione di Schengen, soprattutto pensando ai cittadini che si ritrovano a convivere con flussi migratori diventati estenuanti.
  Un altro quesito che le voglio porre è: una volta che riformiamo Schengen gli accordi bilaterali in essere tra i paesi confinanti, che presuppongono sistemi di riammissioni e respingimenti reciproci dei migranti, avranno ancora luogo? Continueranno a persistere? Non vorrei che con questa riforma si vada ad aggravare la situazione dell'Italia, che è già in sofferenza. Lei ha parlato di controlli alle frontiere interne come una situazione di ultima istanza, così l'ha definita. Ha chiaramente detto che due anni sono la durata massima dei controlli alle frontiere. Questo non è avvenuto negli scorsi anni e la domanda è: come intende l'Unione Europea rappresentare la sua presenza e quindi prevedere degli strumenti per interferire, interagire, operare con gli Stati membri?
  Poi un'altra questione che deve assolutamente essere chiarita, anche a beneficio di chi ha ruoli istituzionali nei Paesi membri: perché si continua a fare riferimento a direttive comunitarie per impedire il trasferimento di immigrati o migranti, che dir si voglia, regolari o non regolari all'interno dei Paesi? Questa è una questione che ancora non si riesce a comprendere. Cioè, l'Unione europea garantisce il diritto di mobilità interno ai Paesi membri di tutti i tipi di migranti? C'è la possibilità di attuare certe disposizioni, di normare i trasferimenti di immigranti da parte dei Paesi membri?
  Io spero di essere stato breve e scusatemi se mi sono fatto prendere, anche per motivi geografici, dall'entusiasmo nell'esprimere questi concetti. Attendo le risposte, grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, signora Commissaria, l'onorevole Di Muro abita proprio a Ventimiglia, sul confine tra l'Italia e la Francia e quindi sente molto la questione. Onorevole Filippo Perconti, prego.

  FILIPPO GIUSEPPE PERCONTI. Grazie, presidente. Innanzitutto mi fa piacere sentire che si sta parlando finalmente di potenziamento delle strutture istituzionali di Schengen. Anch'io penso che Schengen abbia un ruolo centrale nelle dinamiche che riguardano i cittadini europei. Mi ha fatto anche piacere sentire alcune parole che riguardano la Sicilia. Io sono siciliano, in queste ultime settimane ho visto tanta solidarietà nei confronti dei cittadini ucraini e sono molto orgoglioso della mia terra che, come sempre, si sta dimostrando molto attenta a queste dinamiche.
  Io volevo fare una domanda che riguarda i bambini che sono in fuga dall'Ucraina. Proprio stamattina la Direttrice generale di Unicef ha quantificato in circa 800 mila, un milione i bambini in fuga dall'Ucraina. Si parla di circa un bambino al secondo, circa 55 bambini al minuto. Il rischio di tratta è rilevante e vorrei capire se ci sono in vista dei provvedimenti che tendono a disciplinare e a porre l'attenzione su questo aspetto.

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  PRESIDENTE. Grazie all'onorevole Perconti. Onorevole Francesca Galizia, da remoto, prego.

  FRANCESCA GALIZIA. Grazie Presidente. Io volevo ringraziare la commissaria europea per la sua partecipazione a questo incontro con la nostra Commissione e la ringrazio anche per il suo impegno istituzionale.
  Io mi ricollego alla domanda che ha fatto il mio collega Perconti perché, in vista della riforma di Europol, volevo sapere se effettivamente le nuove funzioni potranno essere operative e potranno contrastare quello che è potenzialmente un pericolo che ci sia una tratta di esseri umani ai danni dei bambini ucraini.
  Inoltre volevo chiederle se in Europa si può superare lo stallo da tale emergenza migratoria attuale sul nuovo patto immigrazione-asilo, perché è un tema che è rimasto accantonato proprio perché c'è uno stallo a livello europeo, volevo chiederle se c'era qualche nuova apertura.
  Sulla questione dell'intelligenza artificiale volevo chiederle, dal momento che noi stiamo lavorando in quattordicesima Commissione, fase ascendente, se lei rileva delle criticità rispetto a questa tipologia di utilizzo dell'intelligenza artificiale e se ci sono degli elementi che vuole sottoporre alla nostra attenzione, visto che partiremo con un ciclo di audizioni legate proprio a questa tematica, grazie.

  PRESIDENTE. Grazie all'onorevole Francesca Galizia. Io aggiungo che, come è stato ricordato negli interventi ma anche nell'intervento della commissaria, l'attenzione e la sensibilità nostra rispetto ai profughi ucraini, è molto alta. Personalmente sono stato a Korczowa, in quel centro commerciale a 25 chilometri da Leopoli, sono stato la settimana scorsa, e ho purtroppo toccato con mano la situazione dei profughi. Siamo tornati in Italia con 42 persone, 22 minori e il resto adulti: donne, mamme, nonne che hanno trovato qua in Italia un'accoglienza. Otto persone, in un comune in provincia di Bergamo, che ci tengo anche a ringraziare, Rogno, e tutte le altre persone da parenti e amici, nel Nord, Centro ma anche Sud Italia, anche nella sua Sicilia onorevole Perconti. Quindi il fatto di aver visto coi nostri occhi ci aiuta nel nostro lavoro di parlamentari e nelle responsabilità che abbiamo, nel nostro caso, qui a Roma.
  A lei la parola signora commissaria per le sue conclusioni e le risposte ai colleghi parlamentari, grazie.

  YLVA JOHANSSON, Commissaria europea per gli Affari interni. Grazie mille. Cercherò di rispondere alle domande e di aggiungere dei commenti.
  Al senatore Zuliani. Nel Patto sulla migrazione e l'asilo, che ho proposto un anno e mezzo fa, esiste un meccanismo speciale per la ricollocazione di alcuni casi specificamente previsti per l'Italia. È commisurato alla situazione dell'Italia, è importante avere un'equa ripartizione degli oneri e che tutti gli Stati membri facciano parte della catena di solidarietà nei confronti di coloro che arrivano. L'anno scorso solo in Italia ci sono stati 70 mila arrivi irregolari via mare e questo richiede la condivisione da parte degli altri Stati membri. Questo fa parte della mia proposta e spero che riusciamo a compiere passi avanti. Soprattutto con riguardo all'Italia, sappiamo che molti di coloro che rischiano le loro vite nel Mediterraneo partono dalla Libia e dalla Tunisia, ecco perché è così importante lavorare soprattutto con la Tunisia ma anche, laddove sia possibile, con la Libia, per evitare che le persone intraprendano questi viaggi pericolosi.
  Il mese scorso sono stata in Niger dove arrivano rifugiati evacuati dai terribili campi profughi della Libia, che vengono alloggiati nel campo ACNUR dell'Alto Commissariato, che noi finanziamo. Arrivano in Niger e da lì li ricollochiamo negli Stati membri dell'UE in modo sicuro e ordinato. Credo che anche questo faccia parte dell'equazione che è legata all'equa ripartizione degli oneri a proposito della migrazione e dei flussi migratori. La solidarietà non vale soltanto adesso per questo numero senza precedenti di persone che fuggono dall'Ucraina. È un elemento che dobbiamo considerare su base quotidiana quando gestiamo i flussi migratori.Pag. 10
  A proposito di Schengen, io ne ho proposto una riforma del sistema di valutazione. La fase negoziale sta procedendo bene, sia nel Parlamento che nel Consiglio. Il Consiglio è riuscito a concordare un approccio comune all'ultima riunione, quindi possiamo speranzosamente avviare il trilogo su questo.
  Anche la proposta di riforma del Codice frontiere sembra andare bene. Io non accolgo con favore, io ho plaudito al modo in cui i francesi, la presidenza francese, porta avanti la questione dei controlli alle frontiere. Ecco perché è importante che ci siano dei progressi sulla proposta legislativa e occorre anche attuare una migliore governance, occorre che ci sia una governance più condivisa tra tutti gli Stati membri.
  Sono 2 milioni e mezzo abbondanti i rifugiati fuggiti dall'Ucraina, con diverse migliaia di minori non accompagnati. Almeno 250 orfani hanno già lasciato l'Ucraina: in Ucraina ci sono circa 100 mila orfani che si trovano in 700 orfanotrofi. Si tratta di bambini estremamente vulnerabili, ecco perché è così importante rispettare i diritti dei bambini che devono essere al centro delle nostre azioni. Dobbiamo affrontare il tema del traffico, garantire che i bambini vengano sempre registrati direttamente al loro arrivo, all'arrivo in Italia, non solo quando entrano nell'Unione Europea. Occorre una salvaguardia per i minori non accompagnati accertando che l'adulto al quale si accompagnano sia l'adulto legittimato ad accompagnarli. Occorre una loro registrazione, occorre dire alle persone: «Non entrate in automobili private se non conoscete l'autista, cercate di essere sempre in compagnia, andate con gli autobus per evitare di trovarvi in una situazione nella quale possiate cadere vittima dei trafficanti».
  Onorevole Galizia, nella proposta che ho avanzato sulla riforma di Eurodac (Dattiloscopia europea), per la registrazione degli asilanti, prevedo che siano prese le impronte digitali anche ai bambini. Credo che sia importante: se mancano i dati biometrici e un bambino scompare il caso è grave e quindi dobbiamo anticipare questa eventualità. Nel patto prevediamo migliore salvaguardia soprattutto per i bambini migranti, prevediamo appunto salvaguardie speciali ed è per questo che è importante adottare il Patto.
  C'è uno stallo sul Patto? No, noi stiamo compiendo passi avanti. Siamo stati in grado di sbloccare alcune delle proposte che erano state bloccate nel 2016. Adesso nel Consiglio c'è una fase di slancio che consente vari progressi in parallelo su vari aspetti del Patto. È necessario compiere progressi in parallelo in relazione alle responsabilità e in relazione alla solidarietà. Noi abbiamo bisogno di una solidarietà obbligatoria che devono accettare tutti gli Stati membri, è un meccanismo in questo senso. Questo è importante per noi. Anche la ricollocazione è una carta importante, soprattutto per i casi di soccorso e salvataggio e soprattutto quando c'è un Paese che è sotto pressione e riceve più migranti di quanti ne possa gestire.
  A proposito dell'intelligenza artificiale, si tratta di uno strumento importantissimo per la polizia, ne abbiamo bisogno davvero. Per citare un esempio, rappresenta uno strumento fondamentale nel campo degli abusi sui minori, un fenomeno che per me è necessario fermare, perché credo che nell'Unione europea oggi non si proteggano a sufficienza i bambini. Ci sono milioni e milioni di video, di stupri e violenze che vengono mandati in streaming su internet. Anche in Svezia l'80 per cento dei bambini, piccolissimi, intorno ai 10 anni, ha subìto fotografie non volute, con nudità. A volte vengono ricattati e vengono costretti a versare denaro. Perciò dobbiamo individuare il materiale pedopornografico online e rimuoverlo perché c'è una vittimizzazione dei bambini. Le persone che devono guardare questi terribili video restano ferite da queste visualizzazioni. Quindi l'intelligenza artificiale deve essere utilizzata per aiutare a fermare questi casi. È uno strumento di grande importanza.
  Grazie signor Presidente, anche per aver inserito Schengen in questo contesto più ampio. Credo che tutti noi siamo collegati gli uni agli altri, tutte le componenti sono Pag. 11interconnesse. Spero di aver risposto a tutto, grazie.

  PRESIDENTE. La ringrazio, signora commissaria. Speriamo di poterla conoscere anche di persona, di averla nostra ospite qui a Roma, a palazzo San Macuto nella sede della nostra Bicamerale. La ringrazio e la saluto a nome dei dieci senatori e dei dieci deputati, componenti del nostro Comitato. La saluto nuovamente. Grazie, arrivederci. Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 14.50.