XVIII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 41 di Martedì 8 febbraio 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Zoffili Eugenio , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELL'AREA SCHENGEN, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL'ATTUALITÀ DELL'ACCORDO DI SCHENGEN, NONCHÉ AL CONTROLLO E ALLA PREVENZIONE DELLE ATTIVITÀ TRANSNAZIONALI LEGATE AL TRAFFICO DI MIGRANTI E ALLA TRATTA DI PERSONE

Audizione, in videoconferenza, del prefetto di Prato, dottoressa Adriana Nicolina Rosaria Cogode.
Zoffili Eugenio , Presidente ... 2 
Cogode Adriana Nicolina Rosaria , prefetto di Prato ... 2 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 8 
Silli Giorgio (CI)  ... 8 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 9 
Zuliani Cristiano  ... 9 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 10 
Iwobi Tony Chike  ... 10 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 10 
Cogode Adriana Nicolina Rosaria , prefetto di Prato ... 11 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 12 
Cogode Adriana Nicolina Rosaria , Prefetto di Prato ... 12 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
EUGENIO ZOFFILI

  La seduta comincia alle 20.15.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione in diretta streaming sulla web-TV della Camera dei deputati e, successivamente, sul canale satellitare della Camera dei deputati.
  L'odierna audizione sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto dei colleghi senatori e deputati secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento il 4 novembre 2020.

Audizione, in videoconferenza, del prefetto di Prato, dottoressa Adriana Nicolina Rosaria Cogode.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del fenomeno migratorio nell'area Schengen, con particolare riferimento all'attualità dell'accordo di Schengen, nonché al controllo, alla prevenzione dell'attività transnazionali legate al traffico di migranti, alla tratta di persone, l'audizione del prefetto di Prato, sua eccellenza dottoressa Adriana Nicolina Rosaria Cogode, in collegamento da remoto, che saluto e che ringrazio. Buonasera prefetto. Ricordo che l'audizione si incentrerà, in modo particolare, sull'impatto del fenomeno migratorio sulla città di Prato e sul contesto locale. Mi preme ricordare che l'audizione è stata promossa e proposta dal collega deputato segretario Giorgio Silli, segretario d'Aula, che si è a lungo occupato del tema, anche in quanto assessore al comune di Prato per le politiche comunitarie e per l'immigrazione dal 2009 al 2014. Do quindi la parola al prefetto di Prato, sua eccellenza dottoressa Adriana Nicolina Rosaria Cogode, che ringrazio nuovamente per avere accettato il nostro invito. Prego prefetto.

  ADRIANA NICOLINA ROSARIA COGODE, prefetto di Prato. Grazie Presidente. Saluto intanto gli onorevoli presenti, vi ringrazio anche per questo atto di fiducia nel pensare di ascoltarmi su questo tema molto delicato e complesso che investe la provincia di Prato e, in particolare, poi la città capoluogo. Ho fatto pervenire alcuni dati che sono di premessa e che riguardano l'impianto generale della presenza, sia nella provincia che nella città di Prato, della popolazione straniera, quindi su questo, se lei presidente è d'accordo, io tranne qualche breve cenno, forse potrei sorvolare per andare poi più avanti.
  Il dato fondamentale è che la provincia di Prato, ed è notorio, si attesta come prima in ambito nazionale per la presenza della percentuale di stranieri sul totale della popolazione residente, il 18 per cento, che corrisponde a 48.312 stranieri che provengono da 118 Paesi, su complessivi 256.047 abitanti della provincia. Rispetto a questo dato, è preponderante la presenza dei cittadini di origine cinese, a cui seguono poi albanesi, pachistani, marocchini e altri cittadini anche di seconda generazione. Il comune di Prato conta 194.313 residenti, quindi già da qui si evince una prima considerazione e cioè che la popolazione di Prato, sostanzialmente, sovrasta e si impone rispetto alla popolazione generale della Pag. 3provincia, che conta invece 256.000 abitanti. Sui 194.312 residenti a Prato, 44.507 sono stranieri, di questi stranieri 27.829, quindi il 62,5 per cento, sono di nazionalità cinese, gli altri cittadini provengono prevalentemente dall'Albania e dalla Romania. Poi, ovviamente, abbiamo anche il nord Africa e altre nazionalità. Un dato interessante che riguarda questo prospetto, che se è possibile vi mostro, è che la presenza degli stranieri rilevata dai dati anagrafici del comune è prevalentemente presente in Prato nella circoscrizione centro. Quindi c'è una presenza più significativa nel centro della città rispetto poi alle altre circoscrizioni, tant'è che nella circoscrizione centro, che conta 40.824 abitanti, gli stranieri sono 15.027, quindi una percentuale del 36,81 per cento rispetto al totale del comune di Prato, in cui la percentuale invece è del 22,90 per cento. Ho cercato di raccogliere un po' tutti i dati che fanno riferimento allo status degli stranieri, quindi come soggetti titolari di permesso di soggiorno. È, per esempio, un dato importante quello che riguarda i permessi di soggiorno richiesti in questura: Solo nel 2021 sono pervenute 23.588 istanze. Per quanto riguarda la cittadinanza, che trattiamo qui in prefettura, nel 2021 sono pervenute 350 istanze; anche i ricongiungimenti familiari sono un altro dato apprezzabile. Sottolineerei che è molto alta la rappresentanza albanese nella richiesta delle cittadinanze, seguiti dai marocchini e dai nigeriani. Per quanto riguarda i cinesi, la cui presenza, come ho detto prima, è prevalente, è pervenuta in prefettura una sola domanda di cittadinanza nel 2021, quindi praticamente quasi inesistente l'intenzione di acquisire la cittadinanza italiana. Poi abbiamo i ricongiungimenti familiari, circa 180 domande prese in carico dalla prefettura. Riguardo all'emersione, le cui procedure sono in corso, noi abbiamo avuto 1.650 istanze, di cui la quota più elevata riguarda il lavoro domestico e 43 per lavoro agricolo. Qui sono rilevanti le domande da parte dei cinesi, 582. Altro elemento che dobbiamo considerare è che, a fronte di questi numeri che si rilevano da dati ovviamente ufficiali, registrati vuoi all'anagrafe, in questura, nella stessa prefettura, risulta invece un dato per lo più approssimativo, ma che comunque deriva da valutazioni congiunte a livello istituzionale, che è la presenza di soggetti non censiti, che è attualmente stimata solo per i cinesi in circa 15.000 unità. Quindi si considera la presenza di circa 15.000 cinesi non censiti, di cui non si sa nulla, se lavorino e quale sia la loro posizione all'interno della città. Il fenomeno è ormai abbastanza rilevato e conosciuto, nel senso che i cittadini provengono per lo più, i cinesi, dallo Zhijiang, che è una provincia a sud di Shanghai, e arrivano regolarmente in Italia con un visto turistico, soltanto che alla scadenza, non vanno via, quindi vengono assorbiti da un sistema che può essere in ogni caso a loro discapito perché possono essere introdotti nel mondo del lavoro in maniera irregolare, quindi vivere poi in condizioni di sfruttamento personale e anche economico oppure restare nel territorio clandestini e, come capita, anche dedicarsi ad attività illecite. Una piccola parte è fatta di presenze di nomadi, ci sono sei insediamenti in tutto, quattro nel capoluogo e i restanti nella provincia.
  Per i richiedenti asilo, tra provincia e comune capoluogo, abbiamo quattordici centri di accoglienza straordinaria e sedici strutture nel sistema SAI (Sistema di accoglienza e integrazione), cioè l'ex SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) che invece è curato dal comune. I posti che abbiamo disponibili sono 286 e devo dire che il nostro sistema di accoglienza funziona bene, non abbiamo rilevato problemi di sorta se non, in talune occasioni, qualche momento di tensione che è stato poi immediatamente sedato con le nostre diffide e abbiamo anche adottato due revoche. Altro dato importante è quello che riguarda la rete della seconda accoglienza, cioè il SAI, come dicevo prima, che consta di ottanta posti, prevalentemente in questa fase occupati dagli afgani che abbiamo accolto qui nella provincia di Prato a seguito delle operazioni di evacuazione condotte in favore dei cittadini che hanno collaborato con le forze armate in Afghanistan. La Commissione per il riconoscimento dell'asilo a Firenze lavora alacremente,Pag. 4 i dati che vi ho inviato potrebbero essere anche quelli interessanti.
  Infine i dati delle espulsioni. Le espulsioni sono tante, nel 2021 sono state adottati 245 provvedimenti del prefetto e conseguentemente una serie di provvedimenti poi esecutivi da parte del questore con gli ordini di allontanamento, parte dei quali di accompagnamento nei CPR e altri alla frontiera. Questo è il quadro generale che riguarda la presenza dei cittadini stranieri in Prato.
  Il punto sul quale ci si può focalizzare, parlando di impatto, è ovviamente quello della criminalità diffusa, che è il fenomeno a maggiore impatto sociale, ma soprattutto quello che desta, in determinati momenti, un non indifferente allarme sociale. La cittadinanza non accetta, come è giusto che sia, ma comunque non riesce a giustificare, il fatto che i reati che vengono perpetrati soprattutto nelle vie cittadine, nel centro storico, nelle piazze, siano riconducibili a soggetti prevalentemente stranieri, che spesso sono o clandestini o con permessi di soggiorno ma che comunque poi si dedicano ad attività criminose. Le principali forme di reato che abbiamo registrato, sono reati di natura predatoria, quindi furti e rapine e in alcuni casi danneggiamenti, e poi anche il piccolo spaccio, piccolo medio spaccio. Pertanto, c'è questa presenza fastidiosa di soggetti che si appostano in alcuni angoli delle strade, in alcuni punti della città, che vengono notati dalla cittadinanza e che sono difficilmente perseguibili dal punto di vista dei servizi di controllo del territorio perché, come è noto, questi ultimi sono servizi dinamici e quindi non è possibile garantire in ogni punto della città un presidio fisso che faccia da sentinella su certi fenomeni. C'è da sottolineare che il presidio fisso sarebbe anche pericoloso dal punto di vista della sicurezza, perché la pattuglia verrebbe distratta da quel giro, da quella circoscrizione che invece va continuamente e costantemente vigilata e tenuta sotto controllo. Ora, i dati statistici in effetti hanno un po' allarmato, nel senso che c'è stata una forte pressione mediatica su questo della stampa locale in particolare, che evidenzia questa percezione da parte della cittadinanza di una condizione di non sicurezza, quindi con la paura di uscire eccetera. In realtà, le due cose vanno viste in un'ottica di oggettività, perché la percezione della sicurezza è un dato, è un fatto e di questo ce ne dobbiamo fare carico, perché comunque i cittadini vivano nella fiducia anche nei confronti delle istituzioni, quindi in un contesto di pacifica e di serena convivenza civile. Dall'altro lato, abbiamo dei dati però oggettivi, dati concreti rispetto ai quali non abbiamo registrato un aumento di questo genere di reati, se non una lievissima crescita nella città di Prato tra il 2020 e il 2021. Ovviamente, i dati che noi abbiamo preso in considerazione sono i dati degli ultimi due anni, proprio per capire l'evoluzione di alcuni fenomeni, e vanno letti con una certa attenzione perché sono dati che evidenziano un certo standard, cioè non c'è una recrudescenza, un peggioramento. Però parliamo di due anni che sono stati due anni particolari, quindi con situazioni di isolamento, con attività commerciali, esercizi pubblici che per alcuni periodi hanno sospeso le proprie attività e, ovviamente, questo ci destabilizza un po' rispetto a un andamento ordinario di vita sociale che ci consentirebbe di capire in che misura incide la criminalità.
  Sicuramente un elemento importantissimo da valutare sarà invece il prossimo semestre, perché il semestre a cui andiamo incontro, auspico veramente per tutti che sia così, è quello che prevediamo di normalizzazione, quindi di un ritorno a una vita, a un dinamismo normale nelle relazioni, nella vita economica, commerciale e sociale. Chiaramente lì potremo capire se in questo primo semestre si evidenzieranno delle situazione che possiamo considerare più allarmistiche o comunque preoccupanti rispetto agli anni precedenti. Negli ultimi giorni, nei primi giorni di gennaio e anche recentemente, cioè a cavallo tra venerdì e sabato scorso, ci sono stati degli episodi di violenza. C'è stato un furto, c'è stata un'aggressione e, proprio venerdì notte, una manifestazione di violenza da parte di un gruppetto di stranieri – quelli identificati sono un marocchino, un albanese e un altro che, pur essendo di origini straniere, Pag. 5ha la cittadinanza italiana, per fortuna individuati e già denunciati dalla Polizia di Stato – che hanno aggredito un esercizio pubblico, un locale perché il titolare si è rifiutato di farli entrare in quanto privi del green pass. Erano in uno stato di alterazione dovuta, probabilmente, al consumo di alcol e quindi c'è stato questo momento che ha molto allarmato la città, perché si tratta di un locale che comunque è nell'area del centro cittadino. In relazione a questo si rende necessario, come avvenuto ieri, ma come avvenuto tutte le volte che si sono verificati fatti di questo genere, rivisitare, rivedere il Piano coordinato di controllo del territorio. Regolarmente ci riuniamo in seduta nel Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica e in quelle riunioni cerchiamo di capire come rimodulare le attività di controllo del territorio per rafforzare non solo il dispositivo, ma anche per raggiungere una maggiore efficacia nelle attività di prevenzione. Oltre tutto questo, quelle necessità di attività di controllo che sono state chiamate a svolgere le forze di Polizia in base a un piano che approvano i prefetti sulle misure anti Covid e, quindi, anche la disponibilità in questo periodo e in quello precedente. Pertanto è stato faticoso governare il sistema della sicurezza rispettando oltretutto delle norme sanitarie.
  Se vogliamo vedere meglio un dato interessante riguardante l'indice della criminalità a Prato, il rapporto tra numero di reati e 1.000 abitanti, questa è la tabella, registra una percentuale del 47,16 per cento nel 2020 e del 48,1 per cento nel 2021. Se riportiamo il dato rispetto a tutta la provincia, quindi tutti i comuni, il dato finale, il dato complessivo è invece del 43,21 per cento per quanto riguarda i reati commessi in provincia, un po' più in basso invece, del 42,41 per cento, per quanto riguarda Prato nel 2021. Quindi, più o meno, si può vedere dai numeri che sono riportati che nei due anni la situazione è rimasta pressoché invariata.
  Abbiamo anche riepilogato in una tabella i dati relativi a quanti denunciati e quanti arrestati nei due anni in esame. Sono stati denunciati in stato di libertà 3.162 persone nel 2020, tra questi stranieri 1.892 e, in particolare, extracomunitari 1.640, quindi una percentuale del 59 per cento degli stranieri. Nel 2021 i denunciati sono stati 2.949, di cui stranieri 1.738 ed extracomunitari 1.497. Gli arrestati 458 nel 2020, 403 nel 2021, di cui stranieri 334 nel 2020, 277 nel 2021 e, infine extracomunitari, 307 nel 2020 e 252 nel 2021.
  Un altro dato, che può essere interessante, è quello che riguarda la tipologia dei reati che vengono commessi. Come dicevo prima, le tipologie ruotano intorno ad alcuni reati che sono sostanzialmente le lesioni; ci sono un certo numero di violenze sessuali, ma non tantissime, ma il picco sale nei furti, nei danneggiamenti e nei reati in materia di stupefacenti. Per esempio, per quanto riguarda i furti nel 2021 il dato è di 173 furti di cui 88 commessi da soggetti extracomunitari. Nel 2020 sono 433, di cui 234 commessi dagli extracomunitari. Questi dati parlano chiaro. In sintesi, tenuto conto del rapporto che esiste tra provincia e popolazione e la circostanza che Prato assume le connotazioni di una città provincia – perché la provincia ha una dimensione minima con appena sei comuni che non hanno neanche una popolazione elevata, soltanto in un caso sopra i 15.000 abitanti – sostanzialmente, il dato della criminalità si concentra nella stessa città. Questo lo dico nel senso che parametrando il dato della provincia di Prato con altre province, è chiaro ed evidente che l'elemento criminalità non è spalmabile come in altre realtà dove ci sono comuni con più elevata popolazione, diversi comuni e un'estensione territoriale ben diversa, chiaramente la città capoluogo diventa meno assorbente. Poi bisogna considerare anche la posizione geografica della città di Prato, che è uno snodo tra Firenze e Pistoia, in raffronto poi a una dimensione dell'apparato istituzionale e delle forze dell'ordine che è rapportata a quella di una piccola provincia. Infatti, comunque Prato è tale, è una piccola provincia con una città capoluogo che ha questa dimensione di problemi, però a livello istituzionale mantiene sempre le caratteristiche di una realtà piccola. Questo che cosa comporta? ComportaPag. 6 che le risorse istituzionali in campo, ai vari livelli, quindi a cominciare dagli enti locali, il comune, la provincia, in parte, per alcuni aspetti, ma soprattutto gli organi dello Stato e quelli che sono a presidio della legalità e della sicurezza devono cercare di coordinarsi al massimo e di sfruttare, di ottimizzare al massimo l'impiego delle risorse perché si possano attuare dei dispositivi di sicurezza e di legalità sul territorio idonei e congrui rispetto a quella che è un'esigenza forte, fortissima invece di una risposta istituzionale immediata e pronta. Va detto che la situazione delle denunce e dei numeri che sono dati è anche in parte confortata dagli esiti delle attività che si svolgono e quindi dal fatto che comunque spesso gli autori di questi reati vengono individuati, vengono denunciati e, quando ricorrono i presupposti previsti dal codice penale, arrestati e consegnati alla giustizia. Quindi non si può certo sottacere che la situazione, seppur non emergenziale, perché io non ritengo che siamo di fronte a un'emergenza, richiede comunque la necessità di mantenere molto alto il livello di attenzione e di prevenzione, possibilmente con continue e rinnovate strategie organizzative, perché non possiamo consentire che si vadano a radicare fenomeni di illegalità che potrebbero aumentare con un ritorno alla normalità e quindi a una mobilità che di già è forte in questa realtà, ma che potrebbe ulteriormente intensificarsi. È evidente anche che, in termini di percezione collettiva, permangono fortissime aspettative da parte della cittadinanza. Ricevo e dialogo spesso con i comitati cittadini, se ne sono costituiti parecchi, che invocano, in maniera molto civile e molto garbata, l'aiuto delle istituzioni o comunque si propongono per collaborare con le istituzioni. Questo è un dato molto importante, che denota un forte senso civico da parte dei cittadini pratesi, ai quali è doveroso dare delle risposte. Quindi anche lo stesso sindaco, in più circostanze, ha avuto modo di dichiarare e di rappresentare come sia importante che si dia una risposta e che la città mantenga un livello strutturale in grado di sostenere queste, non emergenze, ma queste condizioni di disagio che vengono per lo più percepite a livello sociale.
  Quali sono poi le ulteriori attività? Posso dire, in termini statistici, che nel 2021 ho convocato 47 sedute del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. In tutte queste riunioni si è parlato e si parla sempre di come affrontare questi temi e soprattutto si decide come fare, nel senso che si adottano delle soluzioni, che sono soluzioni di volta in volta non necessariamente definitive, sono temporanee sia perché si riferiscono a situazioni estemporanee, ma anche perché è necessario supportare le risorse in campo con richieste, che ci vengono, tra l'altro, comunque assecondate, di sostegno, di aiuto da parte dei reparti specializzati in materia di anticrimine. Per esempio, nel Comitato che abbiamo tenuto ieri abbiamo previsto di rafforzare il dispositivo di controllo del territorio raddoppiando il numero delle pattuglie già dislocate per il controllo e la vigilanza, con altre quattro pattuglie che ci verranno date dal reparto di prevenzione anticrimine Toscana. La stessa cosa per quanto riguarda i carabinieri; anche il loro reparto specializzato, la squadra di intervento operativo del battaglione dei carabinieri di Firenze, ci darà due pattuglie aggiuntive. Quindi in tutto ci saranno sul territorio nei prossimi giorni, e speriamo per circa un mese, sei pattuglie in più che saranno preposte a fare prevenzione dei reati e, in particolare, nei siti già noti in cui si verifica lo spaccio o dove più facilmente determinati soggetti si muovono per commettere furti o reati di natura sempre predatoria. Quindi dicevo 47 Comitati, 38 riunioni tecniche di coordinamento, anche queste in forma più ristretta, perché al Comitato partecipa il sindaco, il componente di diritto, insieme al presidente della provincia che condivide anche il concorso della Polizia municipale, che per la sua parte di competenza viene, altresì, impiegata in queste operazioni periodiche che si svolgono sul territorio. A seguito di queste riunioni, il questore, nei tavoli tecnici, organizza e dispone i servizi che vengono declinati durante la settimana, durante il mese, con l'impiego di tutti i reparti disponibiliPag. 7 anche dei carabinieri, della Guardia di finanza, della Polizia municipale o dei reparti specializzati che vengono da fuori. Per cui lo sforzo è massimo, ma anche la volontà, veramente lo dico da parte di tutti, di dare delle risposte esaustive alla cittadinanza.
  Cerchiamo sempre di sostenere le richieste che provengono da questi comitati cittadini, con i quali si è instaurato un rapporto quasi di collaborazione, mi auguro di fiducia da parte loro, perché ritengo che una delle mission del prefetto sia quella di innescare il più possibile la vicinanza e anche un rapporto proprio di fiducia, quasi un patto di alleanza che non può non esserci perché si riconosca nello Stato l'unico punto di riferimento in grado di tutelare le persone e anche i beni. A questo proposito, oltre a tutte le attività che sono svolte – ripeto – in via ordinaria o in via straordinaria con il coordinamento delle forze di Polizia, ho pensato fosse opportuno, proprio aderendo a questa ricerca di contatto da parte dei cittadini, istituire un tavolo che ho chiamato Tavolo della legalità e sicurezza integrata. Ritengo, infatti, che i reati che vengono commessi, comunque si ascrivono prima ancora che alla sicurezza al concetto di legalità sul quale dobbiamo molto lavorare. Una legalità che comunque non può che partire da una azione integrata sul territorio. Per integrata intendo compartecipata da tutti i soggetti attori che possono dare un contributo che sia anche in chiave preventiva molto importante e incisivo. Quindi, in primis il comune che, oltre che partecipare all'attività di sicurezza in senso operativo attraverso la Polizia municipale che opera in determinati settori, è detentore dei servizi che devono a loro volta essere compresi dai soggetti che operano sul territorio. Ma il dialogo consiste, altresì, nell'individuare nelle zone in cui si registrano situazioni di disagio, situazioni di pericolo, la possibilità non solo di intervenire, quindi non un dispositivo semplicemente operativo ma un dispositivo che consenta una chiave di lettura di quei problemi che emergono in quella determinata zona. Quindi chi partecipa a questo tavolo? Ovviamente, come ho detto, il comune, la provincia per la sua parte di competenza, l'ASL per gli aspetti sanitari che riguardano il fenomeno della tossicodipendenza, che poi si può tradurre in spaccio e altri reati contro la persona. Partecipano al tavolo le tre forze di Polizia e poi ancora gli organi dell'istruzione, l'ex provveditorato agli studi cioè l'ufficio scolastico provinciale, i dirigenti scolastici, laddove è necessario. Già abbiamo fatto un progetto in questo senso proprio attraverso il tavolo per debellare dei fenomeni di bullismo realmente verificatosi nei plessi scolastici di via Reggiana dove ci sono tre istituti comprensivi e dove si stavano verificando delle azioni non solo di bullismo, ma quasi di violenza nei confronti degli studenti e dei ragazzi. Quindi occorre necessariamente che tutti ci si metta intorno a un tavolo e ciascuno partecipi all'esame di quelle problematiche per poi risalire alle famiglie, alle condizioni sociali, ai problemi del lavoro e tutto il resto. Quindi la cosa sta funzionando e le attività, chiamiamole proprio istruttorie, che si svolgono con il concorso di tutti questi soggetti ci consente in sede di Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica di programmare delle azioni più mirate, più efficaci per risolvere alcuni temi, ma soprattutto, ripeto, per fare una efficace attività di prevenzione che è l'obiettivo principale che dobbiamo raggiungere.
  Altre attività che si sono svolte. Intanto stiamo rivedendo il piano di controllo del territorio, nel senso che se ne sta approvando un altro nuovo che sarà quello definitivo e terrà conto delle modifiche intervenute in città sul piano urbanistico, economico, sociale quindi tenendo conto di una serie di fattori che, a suo tempo, erano ben diversi. Inoltre, In piazza Duomo è stato istituito un posto fisso di Polizia che si chiama Prato centro ed è esattamente la piazza Duomo, quella è una delle zone individuate come zone a rischio dove si verificano effettivamente delle attività. Quindi la presenza del posto fisso di Polizia è chiaramente un segnale di grande prossimità, di forte prossimità, di quello che si vuole fare, cioè, come dicevo prima, avvicinare le persone in un rapporto di fiducia Pag. 8con le istituzioni. È stato ripristinato anche il servizio quotidiano del carabiniere di quartiere, anche questo nell'ottica sempre della vicinanza e della prossimità al cittadino. Questo per quanto riguarda le iniziative. Non so se mi sto dilungando, se posso andare avanti.

  PRESIDENTE. Grazie, prefetto. Si è prenotato per un intervento il collega deputato segretario Giorgio Silli. Prima di dargli la parola anticipo una domanda al prefetto relativa allo stato di salute degli organici delle forze dell'ordine sul territorio. Volevo chiederle se sul suo territorio, presumo di sì, è operativa un'aliquota dell'Esercito italiano, operazione Strade Sicure, e come sia lo stato di salute degli organici delle forze dell'ordine: se siete sotto organico, se c'è necessità di ulteriori rinforzi oltre a quelli di cui ha relazionato al Comitato nel suo intervento precedente. La ringrazio poi per i dati che ci ha fornito, che saranno parte integrante di questa audizione nell'ambito della nostra indagine. Onorevole Silli, prego.

  GIORGIO SILLI. Grazie Presidente, innanzitutto per avere invitato il signor prefetto di Prato e ringrazio anche sua eccellenza il prefetto, perché le riunioni verso le otto, otto e un quarto non sono mai un qualcosa di semplice, però indubbiamente era stata calendarizzata dopo i lavori di Aula. Penso che sarebbe stata utile, se non indispensabile, un'audizione che facesse riferimento al fenomeno migratorio e a tutto quello che il fenomeno migratorio comporta sul nostro territorio, sul mio territorio, la mia città insomma, chiaramente non da leggere esclusivamente in chiave locale, ma affinché si possa declinare e proiettare anche su un piano nazionale. Lei, eccellenza, avrà visto come immediatamente il Presidente le ha rivolto una domanda di rito; quando gliela rivolgeva io sorridevo perché comunque le forze dell'ordine non sono mai abbastanza, ci sono delle scuole di pensiero per le quali bisognerebbe sempre aumentarle e io francamente sono fra quelle. Per altro, il caso vuole che faccia parte anche della Commissione difesa e, spesso e volentieri, affrontiamo il problema, la questione strade sicure.
  Non ho grandi domande da porle, eccellenza, ci sentiamo abbastanza sovente io e lei. Sono felice che lei abbia preparato una memoria e dei numeri, primo perché, nonostante la Commissione un po' inusuale, in streaming a distanza, ma comunque in diretta, quindi collegandosi al sito della Camera oppure domani chiunque può andare a vedersi questi numeri o quello che ci siamo detti, ma soprattutto sono felice di questi dati perché andranno sulle scrivanie dei miei colleghi deputati e senatori. Ripeto, non è un qualcosa di fine a se stesso. La nostra città, la mia città, è una città meravigliosa, famosa per l'operosità, per l'industria, per la ricchezza, negli ultimi anni è diventato un punto di riferimento anche per quanto riguarda la gestione del fenomeno migratorio. Presidente, lei avrà ascoltato nelle parole del prefetto che ci sono dei numeri indubbiamente che si possono gestire, ma anche da un punto di vista sociologico credo che il fenomeno migratorio della città di Prato meriti grandissima attenzione.
  Un piccolo inciso. Presidente, mi ha fatto quasi arrossire, ha letto addirittura le deleghe che avevo nella Giunta quando ero assessore dal 2009 al 2014, effettivamente mi sono occupato di immigrazione. Nei dati del prefetto c'è un dato interessantissimo che dimostra quanto la gestione del potere da parte di Governi di vari Stati, Stati dai quali provengono i nostri migranti, sia ben oculata. Il prefetto ha dato dei dati relativi interessantissimi, la nostra provincia è molto piccola, il comune capoluogo è molto grande, è la terza città del centro Italia dopo Roma e Firenze, ha dei numeri di migranti importantissimi, il prefetto ha fatto riferimento a dei numeri di svariate miglia di sommerso, quindi clandestini, irregolari, comunque persone non censite; il dato che fa pensare che a monte di una certa immigrazione vi sia, non dico una regia, ma quanto meno una sorta di spinta e di aiuto, è quello delle richieste di cittadinanza italiana da parte delle varie nazionalità di origine. Mentre per i cittadini albanesi, nigeriani è abbastanza frequente e anzi è un punto di arrivo, un obiettivo, un sogno – ricordo che in comune istituii io il giuramentoPag. 9 nel palazzo comunale davanti al sindaco o un assessore, perché veniva fatto precedentemente negli uffici dell'anagrafe e vedere questi cittadini stranieri commuoversi di fronte al giuramento per la cittadinanza italiana mi fece riflettere –, riguardo ai cinesi, eccellenza, se non ricordo male parlava di una sola domanda per la cittadinanza cinese quest'anno. Ogni Paese ha proprie norme sulla cittadinanza, ogni Paese ha vie più brevi o più lunghe in base allo status, se è per matrimonio, per residenza, se è per membri della Comunità europea, addirittura nei paesi con lungo passato coloniale come l'Inghilterra, la Spagna, l'Olanda e la Francia la cittadinanza è più semplice da ottenere per quei cittadini che vengono da ex colonie di questi Stati per tutta una serie di motivi. Per i cinesi, la legge sulla cittadinanza nel nostro caso risale al 1992. Il Governo cinese, tuttavia, proibisce la doppia cittadinanza. Se il cittadino cinese che risiede in Italia da più di 10 anni decide di prendere la cittadinanza italiana, per la legge cinese automaticamente decade dalla cittadinanza cinese perdendo tutti i diritti in patria tra i quali anche quella sorta di proprietà privata o, comunque sia, i beni materiali che lui si è creato in patria. In questo modo il governo cinese riesce per certi versi a controllare – controllare non deve essere preso solo ed esclusivamente con l'accezione negativa del termine –, ad avere un filo di collegamento tra Pechino e tutte le varie Chinatown sparse nel mondo. I dati che ha riferito il prefetto io li conoscevo e in passato quando ero assessore, ho avuto l'opportunità di confrontarmi con assessori di altre città europee all'interno delle quali vi erano delle grandissime Chinatown, Parigi, Barcellona, le città ex tessili spagnole, Sabadel eccetera e tutti avevano lo stesso problema. Quindi una tipologia di illegalità particolare, cioè un'illegalità che non sfocia nel dare fastidio ai cittadini autoctoni, è un'illegalità di tipo economico, parassitario, quindi sfruttamento del lavoro nero, della manodopera clandestina, evasione fiscale eccetera. Il cinese è difficile che tu lo trovi, perdonatemi non il cinese in generale, il cinese malavitoso, a scippare, non lo trovi a taglieggiare l'italiano, in genere delinquono all'interno della loro comunità. Il prefetto ha una lunga preparazione, una lunga esperienza non solo in ambito di protezione civile, ma anche di infiltrazioni mafiose, commissariamenti, quindi il prefetto sa di che cosa io parlo. Tant'è che, eccellenza, il presidente Zoffili ha voluto audire l'anno scorso, sul fenomeno delle mafie straniere, il Procuratore generale antimafia che ci dette uno spaccato interessantissimo e sulla mafia nigeriana e sulla mafia cinese e su altri tipi di illegalità diffuse e organizzate sul nostro territorio.
  Io mi limito a ringraziare lei, ma soprattutto il presidente, spero che i colleghi deputati e senatori, perché il Comitato è bicamerale e quindi permette di comunicare con entrambi i rami del Parlamento, daranno un'occhiata ai dati che lei ci ha voluto produrre e si mettano a disposizione allorquando vi fosse la necessità del Parlamento per dare una mano a un territorio meraviglioso, ricchissimo che ha pagato tante tasse dal dopoguerra a oggi e che quindi merita un po' di attenzione nonostante in questo momento stia in gravissima crisi economica e non solo. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie onorevole Silli. Si è prenotato il senatore Zuliani, prego.

  CRISTIANO ZULIANI. Grazie Presidente. Benvenuto prefetto, le faccio i miei complimenti per l'esposizione molto esaustiva e anche per l'operosità che sta portando avanti nella provincia che lei gestisce per quello che riguarda l'ente di governo della prefettura.
  In merito alla sua esposizione, lei ha citato un numero di 245 unità relativamente alle espulsioni di soggetti che vengono talvolta anche accompagnati al confine. Chiedo se ha la possibilità di fornirci i dati in merito alle nazionalità dei soggetti che vengono espulsi, se ce ne sono anche di nazionalità cinese. Prato è conosciuta a livello nazionale, come diceva l'onorevole Silli, per essere una provincia operativa, produttiva, che genera lavoro, posti di lavoro, ma purtroppo è anche conosciuta a livello nazionale per la concorrenza sleale Pag. 10che queste aziende, soprattutto sul comparto tessile, fanno alle nostre aziende italiane. Io stesso, che sono sindaco nel mio piccolo paesino di poco più di mille abitanti, ho vissuto in prima persona l'insediamento di un laboratorio che a tutti gli effetti era regolare, perché regolarmente iscritto al SUAP (Sportello unico per le attività produttive) eccetera, eccetera nel quale però dopo, con dei controlli, è emersa una situazione raccapricciante di sfruttamento della manodopera, di clandestini che soggiornavano nei laboratori anche di notte e lavoravano di notte. Non è facile. Capisco l'impegno che la prefettura ha profuso insieme alle forze dell'ordine, perché anche per noi eradicare questa realtà non è stato facile in quanto ha continuato a portare avanti una condotta non in linea con le leggi italiane e con i regolamenti previsti per la normativa del lavoro nonché l'ultima Covid. Chiedo, pertanto, quanti cinesi di questi 245 siano stati colpiti dall'ordine di espulsione e, visto i molti soggetti non gestiti a livello anagrafico di nazionalità cinese, se siano stati riconosciuti con opportuni documenti di identità loro, se ce ne erano sprovvisti di identità e se si è dovuto ricorrere a parametri biometrici per i riconoscimenti.
  Le domando, inoltre, in merito ai molti dati che lei ha fornito, se anche la città di Prato e la provincia siano colpiti, come sta succedendo anche nella mia Verona, dal fenomeno cosiddetto delle baby gang. Recentemente abbiamo visto dei fatti anche in quel di Milano che vanno dai tentativi di violenza ad altri tipi di episodi, bullismo eccetera, eccetera che la nostra Ministra Lamorgese ha descritto come eventi portati avanti da italiani di seconda generazione. Volevo sapere di questi episodi di italiani di seconda generazione, se ce ne sono, soprattutto nell'ambito minorile, e che incidenza hanno sulla provincia. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie senatore Zuliani. Senatore Tony Iwobi, prego.

  TONY CHIKE IWOBI. Grazie Presidente. Ringrazio il prefetto per la sua condivisibile relazione. Mi limito a ringraziarla perché il lavoro che sta svolgendo, è molto importante per la società italiana.
  Aggiungo una piccola riflessione. La presenza regolare di comunità straniere in Italia rappresenta una ricchezza per il nostro Paese, una ricchezza culturale e socioeconomica se la loro presenza viene regolata e incentivata nella legalità. Può diventare un problema se la politica migratoria incentiva la clandestinità e non si attua secondo le esigenze del mercato del lavoro. Ormai è più che evidente che questo tipo di migrazione non porta assolutamente nessun vantaggio sia per gli stessi migranti, sia per la comunità ospitante. Dai dati che lei ci ha fornito deduco che gestire i rapporti con la comunità straniera in Italia significa considerare milioni di persone che una parte della politica ha trascurato negli anni, incentivando gli sbarchi e questi sono i risultati che oggi stiamo vivendo. Ecco perché ribadisco che siamo contro l'immigrazione clandestina, se vogliamo definirla così, per tre motivi principali: è l'anticamera dell'ingiustizia sociale, si vede; è l'insicurezza che ormai stiamo vivendo oggi, tutto il giorno; la clandestinità è una forma di oppressione per lo stesso immigrato quindi contro la dignità umana; l'illegalità aumenta l'economia sommersa.
  Detto questo, veramente devo ringraziarla per il lavoro che sta svolgendo, auspicando, in conclusione, che sia giunto il tempo di lavorare tutti insieme alla risoluzione definitiva dei fenomeni, poiché ci sono delle soluzioni, basta che ci sia la volontà politica. Concludo nel ringraziare ancora di nuovo, augurando buon lavoro, auspicando anche che la coscienza della politica si svegli in modo tale che almeno si cominci a lavorare per la risoluzione definitiva del fenomeno. Grazie mille. Grazie presidente.

  PRESIDENTE. Grazie. Grazie molte senatore Iwobi. Se non ci sono altre richieste da parte dei colleghi parlamentari, do la parola a sua eccellenza il prefetto. Come da intese, volevamo chiudere la seduta del Comitato entro le ore 21 e 30. Prefetto prego per la replica. Grazie.

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  ADRIANA NICOLINA ROSARIA COGODE, prefetto di Prato. Grazie. Rispondo alla prima domanda che riguardava l'Esercito, cioè l'eventualità di ripristinare l'Esercito, perché qui c'è stato, con il piano Strade Sicure. È stato sospeso nel 2019 a seguito di una rivalutazione fatta a livello centrale per cui fu destinato quel personale in altre città di maggiori dimensioni, mentre Prato rientrò in una contrazione generale che comprese anche tante altre città. Riguardo la presenza dell'Esercito, tema che abbiamo anche discusso ieri in Comitato, abbiamo condiviso tutti l'opportunità di richiedere di essere ricompresi nel progetto. Sappiamo che il decreto ministeriale è stato già adottato e la presenza dell'Esercito, ci tengo a sottolinearlo ed è una cosa condivisa da me e dalle forze di Polizia, rappresenta un deterrente nel senso di immagine e anche di sentinelle vere e proprie sul territorio, quindi atte a scongiurare eventuali azioni delittuose. Ma certamente la cosa che preme di più potenziare e intensificare è l'attività di prevenzione; di conseguenza, l'attività investigativa diventa fondamentale per una lettura sempre più approfondita dei fenomeni che accadono nel territorio. Comunque per l'Esercito mi riservo di fare una nota al Ministero per farne richiesta.
  Per quanto riguarda lo stato di carenza delle forze dell'ordine, qui emerge quel dato che io all'inizio ho rappresentato, cioè in effetti non parliamo di carenza di organico, perché le forze dell'ordine sono tarate su quella che è la dimensione della provincia, cioè sono in coerenza con il fatto che Prato è una piccola provincia e quindi le risorse sono quelle. Della Polizia c'è una carenza che si attesta sul 10-15 per cento, per i carabinieri non si registra carenza, per la Guardia di finanza invece sì, è una verifica che abbiamo fatto e c'è carenza di personale. Questo è il dato riepilogativo.
  La domanda del senatore Zuliani riguardava quali sono nella maggioranza le nazionalità colpite dai provvedimenti di espulsione. C'è una prevalenza di cinesi, sono 144 in tutto, cui fanno seguito i marocchini che sono 71, la Tunisia pochi, Pakistan, Albania, Nigeria, Senegal e poi una minoranza di altri Stati vari. Quindi effettivamente la Cina anche in questo ha dei numeri più elevati.
  Riguardo alle baby gang, qui non è un fenomeno che si è registrato in maniera preoccupante. Abbiamo avuto alcuni episodi che ci sono stati segnalati in via Reggiani, dove insistono dei plessi scolastici, e lì abbiamo già messo in atto un piano che sostanzialmente renderà impossibile che si facciano azioni di violenza o di bullismo. Abbiamo presidiato, lì veramente fisicamente, quelle strade e quei punti di snodo che conducono i ragazzi a scuola con la Polizia municipale, con delle associazione di volontariato e con un pattugliamento dinamico da parte delle forze di Polizia. Aggiungo che l'amministrazione comunale, proprio per dare un contributo importante alla prevenzione, ha fatto installare tantissime telecamere e quindi la città è molto videosorvegliata. Questo è uno strumento, quello della videosorveglianza, molto importante per individuare gli autori dei reati. Insieme alla videosorveglianza l'illuminazione, la riqualificazione di aree degradate, tutti interventi, come dicevo, in quel progetto di sicurezza integrata che vede coinvolti tutti e quindi con il contributo poi fattivo di ciascuno.
  Riguardo la clandestinità, il lavoro nero, mi permetto di aggiungere il fenomeno dei soggetti che vengono fatti entrare in Italia attraverso permessi di soggiorno, o meglio, attraverso visti di ingresso fasulli, che vengono rilasciati dai Paesi appartenenti allo Schengen e che poi arrivano con visti di ingresso che riguardano o turismo, lavoro temporaneo o studio, ma che in realtà vengono assorbiti dal territorio e soprattutto dall'impianto vastissimo di attività produttive a conduzione cinese che riducono spesso in condizioni di sfruttamento e, a volte, anche di schiavitù queste persone, che in questo modo trovano mezzi di sostentamento per sopravvivere. Questo è il quadro generale su cui posso fornire tutti gli altri elementi, anche a livello di richieste che sono state fatte recentemente negli ultimi due anni, che hanno disvelato un circuito molto particolare e direi unico attraverso cui il fenomeno della clandestinitàPag. 12 e dello sfruttamento lavorativo si aggiungono alle altre problematiche che investono le istituzioni di questa provincia.

  PRESIDENTE. Grazie eccellenza. La ringrazio per il suo intervento nell'ambito di questa audizione. Ringrazio lei, i suoi collaboratori, il suo Gabinetto, i funzionari della sua prefettura, ma soprattutto gli agenti delle forze dell'ordine, i carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di finanza senza dimenticare anche gli agenti che, pur non essendo forze dell'ordine, stanno in strada e lavorano per la sicurezza dei nostri cittadini, gli agenti di polizia locale di Prato e dei comuni che fanno parte del territorio della sua competenza. Non mancherò di disturbarla per le vie brevi per ringraziarla nuovamente per il suo intervento e restiamo con tutto il Comitato a sua disposizione, a disposizione dei cittadini della provincia di Prato. Una buona serata prefetto. Grazie.

  ADRIANA NICOLINA ROSARIA COGODE, Prefetto di Prato. Buona serata a lei e a tutti i componenti del Comitato, gli onorevoli e i senatori. Ringrazio e saluto il Senatore Silli, con il quale sicuramente avremo altri momenti di scambio interessante. Certamente sono totalmente a disposizione anzi, ripeto, mi fa molto piacere poter esporre le problematiche della provincia di Prato. Grazie ancora. Buona serata a tutti.

  PRESIDENTE. Arrivederci a presto. La seduta è conclusa.

  La seduta termina alle 21.30.