XVIII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 31 di Mercoledì 3 marzo 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Zoffili Eugenio , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELL'AREA SCHENGEN, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL'ATTUALITÀ DELL'ACCORDO DI SCHENGEN, NONCHÉ AL CONTROLLO E ALLA PREVENZIONE DELLE ATTIVITÀ TRANSNAZIONALI LEGATE AL TRAFFICO DI MIGRANTI E ALLA TRATTA DI PERSONE

Audizione in videoconferenza di Claudio Galzerano, capo del Centro europeo per la lotta al terrorismo e di Alfredo Nunzi, capo del Dipartimento per gli affari istituzionali e legali dell'Agenzia EUROPOL.
Zoffili Eugenio , Presidente ... 3 
Nunzi Alfredo , capo del Dipartimento per gli affari istituzionali e legali dell'Agenzia EUROPOL (intervento da remoto) ... 3 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 5 
Galzerano Claudio , capo del Centro europeo per la lotta al terrorismo (intervento da remoto) ... 5 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 6 
Galzerano Claudio , capo del Centro europeo per la lotta al terrorismo (intervento da remoto) ... 6 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 8 
Iwobi Tony Chike  ... 9 
Zuliani Cristiano  ... 9 
Galizia Francesca (M5S)  ... 9 
Nunzi Alfredo , capo del Dipartimento per gli affari istituzionali e legali dell'Agenzia EUROPOL (intervento da remoto) ... 10 
Galzerano Claudio , capo del Centro europeo per la lotta al terrorismo (intervento da remoto) ... 11 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 13 
Galzerano Claudio , capo del Centro europeo per la lotta al terrorismo (intervento da remoto) ... 13 
Nunzi Alfredo , capo del Dipartimento per gli affari istituzionali e legali dell'Agenzia EUROPOL (intervento da remoto) ... 13 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 14

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
EUGENIO ZOFFILI

  La seduta comincia alle 14.10.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Comunico che la pubblicità dei lavori sarà assicurata mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione in diretta streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione in videoconferenza di Claudio Galzerano, capo del Centro europeo per la lotta al terrorismo e di Alfredo Nunzi, capo del Dipartimento per gli affari istituzionali e legali dell'Agenzia EUROPOL.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza di Claudio Galzerano, capo del Centro europeo per la lotta al terrorismo e di Alfredo Nunzi, capo del Dipartimento per gli affari istituzionali e legali dell'Agenzia Europol. Desidero ricordare che l'audizione si svolge nell'ambito dell'indagine conoscitiva «Gestione del fenomeno migratorio nell'area Schengen, con particolare riferimento all'attualità dell'Accordo di Schengen, nonché al controllo e alla prevenzione delle attività transnazionali legate al traffico di migranti e alla tratta di persone». In tale ambito, il dottor Galzerano ci illustrerà le principali attività connesse al suo prestigioso incarico nell'ambito dell'Agenzia Europol che, tengo a sottolinearlo, rappresenta un motivo di orgoglio per l'operato delle nostre forze di polizia, la cui alta professionalità e specializzazione è stata riconosciuta, in questo particolare settore delle investigazioni, a livello europeo. Il dottor Nunzi, che abbiamo avuto il piacere di avere in audizione lo scorso 30 gennaio 2020, ci illustrerà le novità introdotte dalla nuova bozza di regolamento Europol, presentata alla Commissione il 9 dicembre scorso e le principali conseguenze, in termini di cooperazione tra le forze di polizia, determinate dall'uscita del Regno Unito dall'Unione europea. Il Comitato ha deliberato di svolgere un'ulteriore missione (sarebbe la terza) presso la vostra sede dell'Aia appena sarà possibile. Do quindi la parola al dottor Nunzi, che ringrazio per aver accettato il nostro invito.

  ALFREDO NUNZI, capo del Dipartimento per gli affari istituzionali e legali dell'Agenzia EUROPOL (intervento da remoto). Grazie, presidente. Innanzitutto vorrei estendere il saluto della direttrice di EUROPOL, la dottoressa De Bolle, a lei e a tutti i componenti del suo Comitato, naturalmente con l'augurio di incontrarvi al più presto qui all'Aia. Come lei ricordava, ci siamo incontrati l'ultima volta lo scorso 30 gennaio 2020, in occasione di una precedente audizione. In quell'occasione ero accompagnato dal collega che dirige il centro per la lotta al crimine organizzato, mentre oggi sono veramente lieto di essere accompagnato dal collega Galzerano che è il nuovo capo del Centro europeo per la lotta al terrorismo. Informo il Comitato sui due punti che mi sono stati chiesti di trattare. Innanzitutto, come lei ricordava, lo scorso 9 dicembre la Commissione ha presentato la novella del regolamento EUROPOL. Questa iniziativa è stata propugnata per l'aggiornamento del quadro giuridico di EUROPOL, alla luce degli sviluppi delle attività Pag. 4 criminali su scala europea e internazionale e della necessità di rafforzare le capacità analitiche e tecnologiche di EUROPOL e per l'innovazione e la ricerca, nuovi mandati che sono stati assegnati all'Agenzia.
  Sono alcuni punti più importanti che riguardano la riforma del regolamento. Innanzitutto la capacità per EUROPOL di trattare, di gestire dati di ampia e complessa natura, soprattutto la necessità di chiarire il quadro giuridico per la gestione delle informazioni fornite dalle forze di polizia degli Stati membri, anche alla luce di alcune osservazioni fatte dal Garante europeo per la protezione dei dati (GEPD). Come il Comitato sa, il quadro giuridico per la protezione dei dati a EUROPOL è particolarmente severo e solido, ma il Garante ha ritenuto di formulare alcune osservazioni, richiedendo al legislatore di chiarire alcuni aspetti per quanto riguarda soprattutto la gestione dei cosiddetti big data. Un altro punto molto importante è il miglioramento della capacità di interagire e scambiare informazioni con attori privati, soprattutto alla luce dei fenomeni criminali che riguardano, per esempio, la pedopornografia online o i reati di carattere finanziario.
  Sempre in ambito operativo, una delle proposte della Commissione è quella di permettere a EUROPOL di chiedere a uno Stato membro di avviare un'attività di indagine su fenomeni criminali di interesse dell'Unione europea, anche in assenza della cosiddetta componente transnazionale che al momento è prevista dal regolamento. Avremmo bisogno anche di un quadro giuridico più chiaro per rafforzare la cooperazione con l'Ufficio del procuratore pubblico europeo (EPPO) e con l'Ufficio per la lotta alle frodi comunitarie (OLAF), soprattutto per quanto riguarda la prevenzione di fenomeni quali il riciclaggio di proventi illeciti, la corruzione e il reinvestimento di denaro di provenienza illecita. Questo sarà importante anche alla luce delle misure necessarie per la protezione dall'aggressione criminale dei fondi che la Comunità metterà a disposizione nell'ambito del piano Next Generation EU che in Italia sarà attuato tramite il piano nazionale di ripresa e resilienza. Un altro punto importante riguarda l'aspetto più generale del quadro giuridico per la protezione dei dati personali e quello del rafforzamento del potere di controllo parlamentare, che è responsabilità del Gruppo di controllo parlamentare congiunto, che, come il Comitato ben sa, è composto dai membri di Parlamenti nazionali degli Stati membri dell'Unione europea e da membri del Parlamento europeo. Concludo facendo riferimento ad altri due punti importanti della novella che riguardano la normativa per il ruolo di EUROPOL nel campo della ricerca e dell'innovazione, per permettere a EUROPOL di agire quale piattaforma e laboratorio per l'innovazione al servizio delle forze di polizia dell'Unione europea e il miglioramento del quadro giuridico relativo alle relazioni esterne, anche nella prospettiva di un rafforzamento della cooperazione con le aree viciniori all'Unione europea, in particolare i Paesi del Medio Oriente, del nord Africa e dei Balcani occidentali. Questi sono tutti temi cruciali per il contrasto a fenomeni criminali, quali l'immigrazione clandestina e la lotta al terrorismo. Le proposte di riforma potranno permettere a EUROPOL di attuare la propria strategia, la strategia «2020+» di cui avevo parlato al Comitato lo scorso anno, anche alla luce della nuova strategia per la sicurezza dell'Unione europea e delle strategie settoriali per il contrasto al terrorismo, presentata lo scorso anno dalla Commissione e per la prossima strategia per la lotta alla criminalità organizzata che la Commissione si appresta a introdurre nelle prossime settimane. Passo ora al tema della cooperazione con il Regno Unito. Dopo la conclusione del periodo Brexit, il 31 dicembre, e la conclusione dell'accordo di commercio e cooperazione tra l'Unione europea e il Regno Unito, EUROPOL ha avviato i negoziati per la conclusione di un accordo di cooperazione con le autorità del Regno Unito. Riteniamo plausibile la conclusione dei negoziati con la firma dell'accordo entro il mese di giugno, anche alla luce del fatto che la decisione di adeguatezza che la Commissione europea deve adottare al riguardo a livello Pag. 5di informazioni e di dati da parte del Regno Unito dovrà essere approvata entro lo stesso mese di giugno prossimo. Però posso dire fin da ora che nel periodo che è seguito all'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, abbiamo mantenuto un livello di cooperazione e di scambi di informazioni elevato con il Regno Unito, quindi da un punto di vista operativo non sono stati osservati dei cambiamenti in negativo. Concludo con un'annotazione per quanto riguarda i rapporti tra EUROPOL e l'Italia, che sono sempre ottimi, l'Italia è uno dei partner principali dell'Agenzia. Ciò è stato confermato e manifestato dallo scambio di visite avvenuto le scorse settimane da parte dei vertici di EUROPOL nei confronti delle forze di polizia italiana e una visita da parte del vicecapo della Polizia, il prefetto Rizzi, lo scorso mese di febbraio qui a EUROPOL, in occasione del gruppo di lavoro presieduto congiuntamente dal direttore esecutivo di EUROPOL, la dottoressa De Bolle e il vicecapo della Polizia, il prefetto Rizzi, sul tema del COVID-19. Su proposta delle autorità italiane lo scorso mese di maggio del 2020, nella primissima fase della crisi pandemica, EUROPOL e l'Italia hanno costituito un gruppo di lavoro tra i capi delle polizie dei principali Paesi dell'Unione europea, invitando anche i capi della Polizia del Regno Unito e della Svizzera e il Segretario generale di INTERPOL, per costituire un gruppo di lavoro che si è occupato di tutti i temi relativi ai rischi criminali e alla gestione della pandemia da parte delle forze di polizia. È un'esperienza che è stata sottolineata come di grande interesse e opportunità da parte dell'Unione europea che ci apprestiamo a rendere pubblica nelle prossime settimane. Concludo questo riferimento ai rapporti tra EUROPOL e l'Italia, sottolineando che circa il 10 per cento del personale impiegato a EUROPOL è di origine italiana e che la collaborazione con il Servizio di cooperazione internazionale di polizia è sempre ottima. Ringrazio lei, presidente, e i componenti del Comitato per l'attenzione e resto a vostra disposizione per eventuali domande.

  PRESIDENTE. Grazie, dottor Nunzi. La parola al dottor Galzerano, che ringrazio nuovamente per avere aderito al nostro invito. Prego, dottore.

  CLAUDIO GALZERANO, capo del Centro europeo per la lotta al terrorismo (intervento da remoto). Ringrazio lei, presidente. È veramente un onore e un grandissimo piacere per me oggi tenere questa audizione davanti al suo Comitato, soprattutto nella mia nuova funzione di capo del Centro antiterrorismo europeo di EUROPOL, una posizione che rivesto dallo scorso dicembre. Se guardiamo alla situazione di cinque anni fa, nel campo del contrasto al terrorismo abbiamo fatto parecchi progressi, a livello di legislazione e soprattutto di strumenti dell'Unione europea, anche se il quadro di insieme che ne deriva è ancora piuttosto frammentato. Come lei sicuramente sa, nella mia precedente responsabilità di direttore del Servizio per il contrasto all'estremismo e al terrorismo esterno della Polizia di prevenzione, io sono sempre stato molto impegnato in discussioni per cercare di migliorare la lotta al terrorismo a livello dell'Unione europea. La costituzione del Centro europeo di contrasto al terrorismo, avvenuta nel gennaio 2016, ha rappresentato un vero e proprio fattore di svolta nella lotta al terrorismo a livello dell'Unione europea e sono davvero onorato di ricoprire questo incarico. Se la sicurezza nazionale, come è ovvio, rimane una competenza stretta degli Stati membri, EUROPOL, attraverso il suo Centro antiterrorismo, sta cercando di costruire un equo sistema di fiducia per la comunità antiterrorismo in Europa. Questo equo sistema è fatto anche di una più forte partecipazione del nostro Centro alle indagini antiterrorismo condotte all'interno degli Stati, su richiesta degli Stati membri che ormai guardano a EUROPOL come un partner affidabile nella funzione di supporto e soprattutto come hub per l'analisi e lo scambio di informazioni per il contrasto del terrorismo. Non c'è dubbio che lo scambio delle informazioni sul terrorismo possa ancora migliorare, soprattutto costruendo i progressi sui risultati raggiunti negli ultimi anni. Lo scopo principale è di evitare un'eccessiva Pag. 6 frammentazione del patrimonio informativo tra vari Stati e tra vari enti all'interno dello stesso Stato. Questa è una battaglia che, a livello nazionale, abbiamo condotto con grande forza e con la sagacia che ha portato alla costruzione del nostro fusion center, il Comitato di analisi strategica antiterrorismo, sempre nell'ottica di colmare i gap esistenti. Ora EUROPOL è fortemente proteso nell'assicurare la funzione di clausola di salvaguardia a livello europeo della circolazione informativa. Vorrei fare qualche accenno in tema di evoluzione della minaccia, poiché recentemente c'è stata la presentazione del Rapporto parlamentare annuale della nostra intelligence. EUROPOL, come è ovvio, è strettamente impegnata nel monitoraggio degli sviluppi della minaccia terroristica, soprattutto in epoca di pandemia. In questo quadro il terrorismo continua a costituire una delle maggiori minacce per la sicurezza degli Stati membri e dei loro cittadini. La situazione, in realtà, è complessa e la pandemia ha svolto un ruolo importante nell'amplificazione di certi processi di radicalizzazione. La situazione è molto cambiata dai primi anni 2000, quando ci trovavamo di fronte a organizzazioni più o meno strutturate e avevano una capacità di incidere su diversi scenari di minaccia. Ora ci troviamo da un lato di fronte alla dissoluzione dello Stato Islamico, dall'altro Al Qaeda che è ancora fortemente organizzata a livello centrale, ma con una minore presa sui vari settori locali. Quello che ne risulta è quindi un quadro in cui c'è una mescolanza di attacchi di attori solitari, di piccole cellule che possono svolgere un ruolo a livello locale e, soprattutto, ci troviamo di fronte a qualche progettualità controindicata – così avremmo detto un tempo – magari guidata anche dall'esterno dell'Unione europea. La minaccia jihadista non è l'unica, esiste anche una minaccia più legata al terrorismo di matrice ideologica tradizionale, sia questo di estrema destra che è un trend topic in diversi Paesi europei, così come anche di estrema sinistra e soprattutto per l'attivismo che persiste da parte di gruppi anarchici, soprattutto nella fascia mediterranea, in Italia, in Spagna e in Grecia. L'anno scorso abbiamo assistito a un minore numero di attacchi di matrice anarchica, ma la fluttuazione è ancora nell'ambito di quel range di tolleranza che ci consente di dire che la minaccia è ancora persistente.
  EUROPOL è costantemente impegnata nel contrasto a tutte le forme di terrorismo che si manifestano all'interno dell'Unione europea, attraverso il supporto che assicura agli Stati membri. La funzione di supporto di EUROPOL va sempre sottolineata, così come va sottolineata la funzione di analisi che EUROPOL riveste e che consente anche di stabilire collegamenti tra diversi settori della criminalità. Che cosa dire, ad esempio, del rapporto tra la criminalità, organizzata e non, e il terrorismo?

  PRESIDENTE. Ci sentite? C'è stato per qualche secondo un'interruzione di collegamento. Dottor Galzerano, per favore può riprendere l'ultimo pensiero e proseguiamo? Grazie.

  CLAUDIO GALZERANO, capo del Centro europeo per la lotta al terrorismo (intervento da remoto). Sì, molto volentieri, presidente. Stavo descrivendo l'impegno di EUROPOL nel contrasto a tutte le forme di terrorismo, comunque e dovunque all'interno dell'Unione europea esse si manifestino e cercavo di chiarire le connessioni tra il terrorismo e le forme di criminalità organizzata o comune che finora abbiamo registrato in maniera evidente per quanto concerne contatti estemporanei su singoli episodi tra attori di basso livello. In questo momento mi sembra non ci siano evidenze di connessioni tra grandi consorterie criminali e forme di terrorismo strutturale acquisite a livello del nostro centro. A proposito di un tema al Comitato particolarmente caro, quello della connessione tra terrorismo e immigrazione, possiamo dire che non abbiamo registrato una regia di organizzazioni terroristiche, una nuova interazione con quei gruppi che si occupano dello spostamento di migranti in maniera illegale verso l'Unione europea. Abbiamo invece notato che ci sono persone che hanno Pag. 7portato a termine progettualità controindicate nel nostro continente e hanno approfittato dei flussi migratori per infiltrarsi all'interno dello scenario in cui si sarebbe dovuto verificare l'attentato. È quanto è successo nel 2015, all'epoca degli attentati del 13 novembre in Francia e, anche più recentemente, non posso non ricordare che l'attentatore di Nizza era approdato in maniera illegale sulle coste italiane, a Lampedusa, e neanche un mese dopo si è spostato in Francia, dove a Nizza ha commesso un atroce attentato. Noi come EUROPOL, di fronte a queste fenomenologie, abbiamo in piedi una strategia piuttosto chiara e definita e non da oggi. Ricordo al Comitato che da diverso tempo ormai, presso gli hotspot dislocati in Italia, in Grecia e a Cipro, operano dei cosiddetti guest officer, cioè degli agenti ospiti di EUROPOL per cooperare in check, controlli di secondo livello su soggetti che possono presentare diversi indicatori di sospetto, in supporto all'attività delle diverse agenzie di polizia operanti in questi Paesi. Sottolineo sempre l'attività di supporto di EUROPOL, perché la nostra funzione è quella di fare da collante, direi quasi da glutine, nella preparazione della protezione del nostro continente. Soprattutto i guest officer sono stati centrali nella dinamica di prevenzione del flusso di foreign fighters che potevano spostarsi verso il nostro continente. Per quanto risulta all'Agenzia, il rientro di foreign fighters fino ad oggi è avvenuto in maniera sempre piuttosto controllata, attraverso gli Stati membri. È una minaccia che teniamo sempre presente, con la guardia particolarmente alta. In realtà, se andiamo a guardare il profilo statistico, fino a ora definiamo i casi sporadici. Se guardiamo l'influenza della pandemia sul terrorismo, dalla nostra analisi, non c'è stata una grandissima modifica nella manifestazione della minaccia in relazione all'interazione con la pandemia. Per il futuro prevediamo uno scenario che deve tenere presente due diversi fattori di incidenza: quello di un aumento nelle dinamiche, anche individuali, di radicalizzazione, perché le organizzazioni terroristiche hanno investito moltissimo nella campagna mediatica e sono stati in grado di raggiungere la gente, soprattutto in epoca di pandemia, in cui molto spesso le persone sono state costrette a casa e sono state facilitate all'accesso online, subendo una sorta di irraggiamento da outlet mediatici riconducibili a formazioni terroristiche. Dall'altra parte dobbiamo considerare che la recessione economica, già in atto in relazione alla pandemia, può avere sicuramente un impatto sul nostro tessuto economico-sociale che va tenuto particolarmente in considerazione. Per quello che concerne la risposta, voglio citare un caso che, a mio modo di vedere, testimonia il supporto che EUROPOL è in condizione di dare alle singole forze di polizia. Personalmente ho richiesto al magistrato inquirente di Roma, che ringrazio anche per la disponibilità, alla polizia di prevenzione e alla DIGOS (Divisione investigazioni generali e operazioni speciali) di Latina, di considerare l'eventualità di un supporto di EUROPOL nell'arresto che c'è stato di una cittadina tunisina che si occupava di diffondere a livello nazionale e non solo, una grande quantità di materiale di propaganda proveniente dagli outlet jihadisti. Il supporto di EUROPOL in questa circostanza mi è sembrato piuttosto paradigmatico della qualità del contributo che questa organizzazione è in condizione di offrire, nel momento in cui gli Stati membri ne richiedono il supporto, perché abbiamo avuto l'occasione non solo di trovare ulteriori connessioni della persona arrestata dalla Polizia di Stato, ma soprattutto siamo stati in grado di inserire e di chiarire quale poteva essere il ruolo nelle dinamiche complessive della diffusione della mediatica jihadista online. Peraltro, gli analisti di EUROPOL, qualora il magistrato lo dovesse ritenere, sono anche in grado di poter portare la loro testimonianza diretta davanti alla Corte. Ho descritto questo caso perché è in qualche modo esemplificativo della qualità del supporto che questa Agenzia può dare, ma voglio anche tornare sul punto accennato da Alfredo Nunzi poco fa, cioè quello della possibile modifica del regolamento di EUROPOL, anche per quanto riguarda l'eventualità che l'Agenzia europea sia in condizione di inserire all'interno del sistema Pag. 8informativo di Schengen delle segnalazioni. Segnalazioni che, ovviamente, non vanno a incidere sulla sovranità nazionale, ma vanno a costituire un sistema di salvaguardia, laddove gli Stati non vogliono o non siano in condizione di prendere certe iniziative. È chiaro che le regole di ingaggio vadano chiarite nel pieno rispetto della sovranità nazionale, però l'Agenzia potrebbe offrire un servizio quando i singoli Stati non vogliono o non possono fare determinate cose. Il collega Nunzi ha fatto cenno anche alla creazione del gruppo sul COVID-19, presieduto dal direttore esecutivo De Bolle e copresieduto dal nostro vicecapo della Polizia, direttore della Polizia criminale, prefetto Vittorio Rizzi. Il terrorismo ancora non è nel focus di questo Comitato, ma noi vediamo direttamente quanto sia di beneficio avere un dibattito all'interno delle agenzie di sicurezza europee sull'impatto che un evento così, un game changer come la pandemia, ha avuto nel nostro panorama della sicurezza. Insisterei su un ultimo punto prima di passare alle conclusioni, un punto che secondo me è centrale: la revisione del mandato di EUROPOL testimonia come ci troviamo di fronte alle nuove sfide che l'Agenzia deve affrontare e, insieme alle sfide, ci sono dei nuovi compiti. Alfredo Nunzi accennava alla cooperazione con le parti private. Abbiamo capito che per il contrasto delle dinamiche individuali di radicalizzazione è di fondamentale importanza cercare di rimuovere quanto più possibile e tempestivamente i contenuti jihadisti e in genere terroristici online. Per fare questo c'è bisogno di un sistema complesso. Sta per essere varato ed entrare in efficacia – questo avverrà il prossimo anno – il cosiddetto terrorist content online regulation, cioè il regolamento per il contrasto dei contenuti terroristici online che prevedono EUROPOL come crocevia di uno scambio, di un'interazione virtuosa tra gli Stati membri e i giganti di Internet che gestiscono le piattaforme online. Per assumere questo ruolo sempre più incisivo, per EUROPOL continuerà ad essere fondamentale il supporto dei parlamentari, dei ministri e dei commissari a livello della Commissione europea. Noi siamo costantemente impegnati in un'opera di rinnovamento, cercando soprattutto di affinare le nostre tecniche di intelligence e investigative a supporto degli Stati membri. Per fare questo c'è bisogno dell'implementazione di un grandissimo dialogo di cui noi vogliamo ritenerci i facilitatori. Il nostro ruolo è questo: che le problematiche della sicurezza con un taglio chiaramente transnazionale, come il terrorismo, non rimangano confinati in angoli specifici dei singoli Stati, ma che, invece, ci sia consapevolezza e soprattutto capacità di reagire a livello dell'Unione europea all'altezza delle aspettative dei nostri cittadini. Ringrazio per l'attenzione.

  PRESIDENTE. Grazie, dottor Galzerano. Mi sento in dovere di dover trasferire ulteriormente al nostro Parlamento questa considerazione, ovvero che alle professionalità del dottor Nunzi, del nostro desk Italia, dei nostri ufficiali della Polizia di Stato, dei carabinieri, della Guardia di finanza, della penitenziaria che lavorano all'Aia e in EUROPOL, si aggiunge l'alta professionalità dell'ex direttore del contrasto all'estremismo esterno al terrorismo della Polizia di prevenzione, il dottor Galzerano, che ora è capo dell'antiterrorismo di EUROPOL ed è un'eccellenza italiana, un'altissima professionalità italiana che, dopo aver conseguito risultati importantissimi per la sicurezza nazionale, è al lavoro in Europa e porterà la sua esperienza a beneficio di tutti gli Stati membri a livello europeo e anche a livello internazionale, perché una minaccia che viene scoperta in ogni Stato europeo porta sicurezza a livello internazionale a tutto il mondo. Io mi sento in dovere, anche rispetto al ruolo che ricopro, con voi colleghi, senatori e deputati, di portare al Parlamento italiano questa notizia che già conoscevamo, ma che amplifichiamo volentieri, in modo utile e costruttivo, vedendo nel dottor Galzerano, nel dottor Nunzi e nei nostri uomini all'Aia la nostra bandiera che lavora per la sicurezza nazionale, europea ed internazionale. Dal punto di vista del Parlamento, noi siamo a completa disposizione nell'aiutarvi poiché EUROPOL, come lei giustamente ricorda, è un supporto per portare a risultati concreti. Pag. 9 La sua professionalità ci riempie ulteriormente di orgoglio, dottor Galzerano. Lascio la parola ai colleghi parlamentari. I senatori chiedono la precedenza per esigenze d'Aula. Senatore Iwobi della Lega, prego.

  TONY CHIKE IWOBI. Vi ringrazio per la vostra presenza e per la dettagliata relazione e grazie al presidente per questa importantissima audizione, occasione utile di approfondimento. Il vostro lavoro è indispensabile per la politica, grazie alle vostre ricerche e al costante scambio di dati con le Istituzioni, particolarmente quella italiana. La vostra professionalità è un orgoglio nazionale di cui andiamo fieri e di cui vi ringrazio. La lotta all'immigrazione clandestina è il compito della politica che ha il compito di garantirla per gestire la sicurezza nazionale e, di conseguenza, quella continentale. La lotta al terrorismo deve tenere in considerazione l'immigrazione clandestina e in particolare la tratta degli esseri umani, in quanto può esserne uno dei canali privilegiati, senza dimenticare i problemi della criminalità organizzata come la mafia nigeriana che ha radici e impatti negativi nel nostro Paese e nel nostro continente. Vi ringrazio ancora per la vostra professionalità, per il vostro lavoro.

  CRISTIANO ZULIANI. Ringrazio gli illustri ospiti per la loro relazione e per il ruolo che stanno rivestendo per l'Italia nell'ambito di EUROPOL e di tutta l'Unione europea. Per quel che riguarda la strage di Nizza, volevo capire se era già stata prestata particolare attenzione al soggetto transitato da Lampedusa e se ci fossero notizie circa la sua pericolosità e se, una volta arrivato a Nizza, già fosse all'attenzione delle autorità nazionali locali. Durante il periodo della pandemia – secondo i vostri dati statistici – c'è stato un aumento o una diminuzione di soggetti pericolosi dal punto di vista terroristico arrivati in Europa da altri Paesi? Inoltre vorrei sapere come EUROPOL e le forze di polizia dei singoli Paesi lavorino sugli sconosciuti che arrivano con gli sbarchi: se uno sconosciuto a livello anagrafico viene interrogato presso gli hotspot di Italia, Grecia e Cipro, come è possibile risalire a un suo eventuale collegamento con alcune organizzazioni terroristiche? Ho trovato interessante il punto della relazione del dottor Galzerano sul fatto che, in periodo di pandemia, il lockdown ha portato a un aumento di esposizione da parte di coloro che seguono i social o particolari siti Internet rispetto a irradiazioni terroristiche. Come pensa EUROPOL, insieme alle forze di polizia nazionali, di contrastare – visto questo proselitismo – un eventuale aumento di potenziali terroristi che potrebbero entrare in Europa? Ci sarà un aumento delle forze di polizia, un aumento delle indagini? Grazie.

  FRANCESCA GALIZIA(intervento da remoto). Io vorrei sollevare la tematica sugli aspetti importanti legati alla emergenza COVID. Noi abbiamo audito il Procuratore nazionale antimafia, Cafiero de Raho, che anche in altre occasioni ha dichiarato che la mafia sta avvantaggiandosi in maniera esponenziale in questo momento storico di pandemia e si sta radicando sempre più fortemente sui nostri territori, in quanto diventa un canale che sovvenziona tutte le attività che vivono un momento di grande difficoltà. La mia domanda è legata al fatto che la mafia, come sappiamo, è diventata ormai un fenomeno internazionale e so che voi di EUROPOL siete molto attivi anche su questo aspetto. Permangono, tuttavia, grandi difficoltà legate alla frammentazione delle norme a livello europeo e anche alla mancata previsione negli ordinamenti esteri del ruolo dell'associazione di tipo mafioso come noi lo riconosciamo in Italia. Questo per voi rappresenta un grave ostacolo? Che cosa può fare il legislatore per venirvi incontro nel contrasto alla mafia, fenomeno non più solo italiano, ma internazionale? Come Comitato Schengen ci siamo occupati di mafia nigeriana. La seconda questione che vorrei porre riguarda i vaccini. So che come EUROPOL vi state interessando al delicato argomento delle dosi vendute nel mercato nero, a prezzi superiori rispetto a quelli concordati dall'Unione europea. Si è parlato anche di dosi di vaccino false che circolano nel mercato. Volevo chiedervi se Pag. 10vi siete occupati di questo tema e che cosa state facendo per questo gravissimo tipo di reato che riguarda le vite delle persone in un tragico momento di pandemia. La mia ultima domanda è relativa alla rotta balcanica, di cui recentemente si parla. Il mio timore è che anche quella, poco controllata o mal controllata, su cui ci sono troppi aspetti oscuri, possa essere un'ulteriore rotta per il terrorismo. So che Frontex ha un ruolo anche in quella zona di frontiera e vorrei chiedervi se siete coordinati su quel territorio, se ci state lavorando e se avete qualche informazione da darci. Grazie.

  ALFREDO NUNZI, capo del Dipartimento per gli affari istituzionali e legali dell'Agenzia EUROPOL (intervento da remoto). Grazie, presidente e grazie per le domande. Se siete d'accordo, il collega Galzerano si occuperà delle questioni poste dal senatore Zuliani, mentre io risponderò o cercherò di rispondere alle sollecitazioni dell'onorevole Galizia. Vorrei iniziare innanzitutto ringraziando il senatore Iwobi per le sue parole molto cordiali che aveva già espresso durante la scorsa audizione. Posso rassicurarlo che anche per noi è motivo di orgoglio rappresentare l'Italia a EUROPOL e cerchiamo di fare del nostro meglio per presentare le professionalità e le conoscenze italiane nel settore della lotta alla criminalità organizzata, al terrorismo e alle altre forme di criminalità. L'onorevole Galizia ha sollevato tre temi. Innanzitutto, il primo punto riguardante lo sfruttamento delle opportunità da parte delle organizzazioni criminali, delle organizzazioni mafiose della pandemia. Ha rammentato un intervento del Procuratore Cafiero de Raho. Come ho detto durante la presentazione, su iniziativa delle autorità italiane e della Polizia di Stato in particolare, EUROPOL già lo scorso mese di maggio – quindi pochissimo tempo dopo l'esplosione della pandemia – ha istituito un gruppo di lavoro che si occupa in particolare dei rischi criminali legati alla pandemia. È una prosecuzione a livello europeo e internazionale, dato il coinvolgimento anche del Regno Unito, della Svizzera e di INTERPOL, del lavoro fatto a livello nazionale dall'osservatorio, presieduto dal prefetto Rizzi, costituito su impulso del Ministro dell'interno Lamorgese e dell'allora capo della Polizia Gabrielli. Nelle quattro riunioni che si sono tenute tra giugno dello scorso anno e febbraio 2021, il tema dei rischi di infiltrazione della criminalità organizzata, in particolare nell'economia legale, è sempre stato all'attenzione dell'agenda del gruppo di lavoro. EUROPOL, in parallelo al dibattito all'interno del gruppo di lavoro, ha prodotto numerosi rapporti di analisi strategica, ma anche contributi a operazioni di polizia durante tutto il periodo della pandemia, anche trattando i temi delle infiltrazioni criminali nei settori più interessati dalla pandemia. Abbiamo visto e condotto, sulla scorta dell'esperienza dell'iniziativa italiana, anche a livello europeo, l'approfondimento sul tema dei possibili rischi criminali legati al COVID-19. Anticipo uno sviluppo di natura strategica, ma anche politica, a seguito della presentazione lo scorso 22 febbraio da parte del prefetto Rizzi e di un vicedirettore di EUROPOL al comitato per il gruppo di lavoro per le forze di polizia del Consiglio europeo, in occasione del quale abbiamo messo in comune l'esperienza del gruppo di lavoro COVID-19 con tutti gli Stati membri dell'Unione europea. La Presidenza di turno portoghese ha ritenuto interessante avviare l'iniziativa per la preparazione di conclusioni da parte del Consiglio. Quindi, entro il mese di giugno, ci aspettiamo anche una iniziativa di natura politica a livello del Consiglio dei Ministri giustizia e affari interni, come delineazione del lavoro e del dibattito alimentato dal gruppo di lavoro COVID-19 presieduto da EUROPOL e dall'Italia. Un altro punto sollevato dall'onorevole Galizia riguarda il tema della mancata previsione legislativa o descrizione del fenomeno della criminalità organizzata a livello comunitario. Qui dobbiamo definire i due aspetti, l'aspetto normativo vero e proprio, sicuramente come operatori soggetti alla decisione politica, ma anche all'individuale normativa nazionale. Anche noi come EUROPOL ravvisiamo la necessità e riteniamo che sia arrivato il momento di discutere a livello comunitario di una normativa specifica per la questione Pag. 11della criminalità organizzata che contenga una definizione chiara e precisa del concetto di criminalità organizzata e di associazione criminale e, come ho accennato precedentemente, stiamo fornendo alla Commissione europea il nostro parere professionale di operatori di forze di polizia per la preparazione della nuova strategia per la criminalità organizzata che dovrebbe riguardare anche la proposta per una normativa comunitaria in tema di definizione di criminalità organizzata. Siamo fermi, per quanto riguarda la cooperazione internazionale, alla Convenzione delle Nazioni Unite del 2000, mentre in ambito comunitario c'è una decisione che risale al 2008, e quindi riteniamo che sia arrivato il momento, anche perché tra il 2008 e oggi sono proliferate agenzie e non solo, è cresciuto il ruolo di EUROPOL, sono state anche istituite e rafforzate agenzie come Eurojust e l'Ufficio del procuratore pubblico europeo. Quindi ci troviamo in un ecosistema di agenzie, di istituzioni che si occupano a vario titolo di contrasto alla criminalità organizzata, in assenza di una normativa o quanto meno di un linguaggio comune e comunitario in materia di criminalità organizzata. Per quanto riguarda il tema dei vaccini, sempre nell'ambito del gruppo di lavoro del COVID-19, nell'ultima riunione dello scorso 12 febbraio, è stato accennato ai rischi che la catena di distribuzione dei vaccini corre, sia per quanto riguarda la creazione di mercati paralleli o di mercati alternativi illegali, sia per quanto riguarda la possibile falsificazione o attività fraudolente contro i vaccini. Essendo il vaccino disponibile solamente da poche settimane, anche i fenomeni criminali e i rischi criminali sono ad uno stadio primordiale. Nell'ambito del gruppo di lavoro, uno degli Stati che partecipa ha messo in comune la propria esperienza con un primo tentativo di diffusione di un vaccino falso. Con la creazione di un mercato legale si sviluppa immediatamente l'appetito e l'opportunità per mercati illegali o per mercati criminali. EUROPOL è già al lavoro ed è a disposizione degli Stati membri per fornire il proprio supporto di conoscenza e di scambio di informazioni anche per la protezione della distribuzione dei vaccini, tanto all'interno dell'Unione europea, quanto negli altri Paesi. Concludo con l'ultima osservazione dell'onorevole Galizia. Credo che anche lo scorso anno avessimo parlato del ruolo di EUROPOL nella cooperazione con i Paesi dei Balcani occidentali. EUROPOL ha una presenza specifica in Albania con un nostro ufficiale di collegamento, ma soprattutto è un attore primario di tutte le iniziative nel tema della sicurezza e della cooperazione di polizia che l'Unione europea porta avanti nei Paesi dei Balcani occidentali, che, insieme ai Paesi del Medio Oriente e del nord Africa, fanno parte del nostro scenario principale di cooperazione internazionale. Abbiamo concluso accordi di cooperazione con tutti i Paesi nei Balcani occidentali, abbiamo una cooperazione operativa con tutti i Paesi dei Balcani occidentali. Cito a memoria il più recente caso che ha riguardato la cooperazione tra le forze di polizia, in particolare la Polizia di Stato italiana e la Polizia albanese, una grande operazione condotta sotto la direzione della procura della Repubblica di Firenze, l'operazione Los Blancos, che si è conclusa con una grande attività e con numerosi arresti lo scorso mese di settembre. È stato uno dei tanti esempi di cooperazione, quindi EUROPOL insieme a Eurojust e, per quanto riguarda l'Italia, le forze di polizia italiane e le forze di polizia degli Stati dei Balcani occidentali, in questo caso l'Albania, hanno dimostrato la propria efficacia, la propria operatività.

  CLAUDIO GALZERANO, capo del Centro europeo per la lotta al terrorismo (intervento da remoto). Signor, presidente, senatore Zuliani, per quello che concerne l'attentatore di Nizza, la richiesta era di sapere se ci fossero delle segnalazioni pregresse circa la sua rilevanza sotto gli aspetti della sicurezza. In realtà a EUROPOL le forze di polizia degli Stati membri non hanno segnalato una sua pregressa militanza in milieu jihadiste. Secondo me, resta ancora dello spazio su cui indagare intorno a questa circostanza ed EUROPOL è sempre pronto a fornire il proprio contributo di analisi dello sviluppo di queste indagini. Per quello che concerne gli accertamenti Pag. 12che si conducono all'interno degli hotspot, dove è presente il guest officer di EUROPOL, parliamo di controlli secondari di sicurezza, vale a dire che vi è un primo screening che viene fatto sulle generalità di coloro che fanno ingresso in questi centri e, sulla base di indicatori disciplinati e in possesso delle forze di polizia, vengono enucleati quei casi che possono rappresentare, a giudizio di chi effettua il primo screening, la necessità di un controllo più approfondito. Come avviene questo controllo più approfondito? Si tratta di controlli che vanno a incrociare diversi tipi di banche dati che non sono solo quelle nazionali o quelle condivise a livello europeo, come quella del sistema informativo Schengen di seconda generazione attraverso le sue diverse articolazioni, soprattutto quegli articoli contenuti all'interno dello schedario Schengen che evidenziano le persone, ad esempio, che sono già state allontanate dal territorio europeo e che hanno il divieto di reingresso, ma evidenziano anche le persone che sono state segnalate dagli Stati membri per motivi di sicurezza, sia in ragione di indagini che possono essere state condotte dalla polizia giudiziaria, sia su richiesta dei servizi di intelligence. Questa è una tipologia di controllo. Accanto a questo c'è un cross-check, un controllo incrociato, con gli analysis project gestiti da EUROPOL. Fate conto che ci sono degli enormi contenitori tematici implementati dagli Stati membri all'interno dei quali avviene un aggiornamento continuo e sono dati che possono essere incrociati con gli altri già in possesso delle polizie nazionali proprio in virtù della presenza sul posto dei nostri guest officer che assicurano una attività di collegamento operativo e funzionale rispetto alla capacità di EUROPOL di conoscere, in relazione alle informazioni che gli Stati membri hanno fornito. È evidente che questo sistema sarà più performante in ragione della qualità e delle quantità delle informazioni che gli Stati membri intendono conferire a EUROPOL ed è così che si crea un'interazione virtuosa. Parliamo di fluidità della circolazione informativa. Questo è un momento cruciale, un punto chiave. Più gli Stati membri sono consapevoli del valore aggiunto che apportano non alle singole indagini, non alla singola prospettiva investigativa che in quel momento viene implementata dalla particolare agenzia, più hanno presente il quadro complessivo, più vanno a integrare un quadro di insieme che fa sì che la prevenzione funzioni. La prevenzione, purtroppo, non è monotematica. La prevenzione non vive di momenti spot. La prevenzione è un sistema talmente complesso che si fonda su un denominatore comune, ovvero sulla buona volontà di tutti quelli che partecipano a questa attività. Più è grande e più è importante la qualità dei contributi che viene conferita a questo sistema di salvaguardia complessivo costituito da EUROPOL, migliore sarà la risposta che viene data a livello locale, laddove si crei il singolo problema. Il senatore Zuliani aveva interesse circa le tematiche sull'incrocio tra immigrazione e possibilità di esposizione online e una maggiore pericolosità in relazione alla pandemia. EUROPOL in questo svolge un ruolo ben preciso, al quale prima ho accennato. La radicalizzazione online viene moltiplicata dalla varietà di contenuti che ci si trova: meno contenuti rendiamo disponibili alle persone che sono interessate ed esposte a questa problematica e più rilevante sarà la percentuale di successo nel disinnescare sul nascere i processi di radicalizzazione. È questo ciò di cui si occupa la nostra internet referral Unit (EU IRU). Abbiamo un'unità all'interno del Centro antiterrorismo che dirigo che si occupa esattamente proprio dell'individuazione e del referral, cioè del riferimento alle piattaforme online che gestiscono i servizi di accesso a Internet per la rimozione di contenuti terroristici. Questa è una funzione vitale. A livello nazionale tutte le forze di polizia, ma in particolare, per legge, il servizio di Polizia postale e delle comunicazioni costituisce il punto di riferimento in Italia per l'attività coordinata a livello europeo dall'internet referral Unit. Mi piace ricordare questa unità perché, con l'introduzione del regolamento sulla rimozione dei contenuti terroristici su Internet, EUROPOL e l'internet referral Unit europea diventano uno snodo cruciale per l'acquisizione delle segnalazioni Pag. 13 di rimozione e la relazione, la connessione con i provider di servizi online. Su quanto la complessità del fenomeno migratorio durante la pandemia possa aver inciso in queste fenomenologie, non sono in condizione di fare riferimento a dei dati concreti. In realtà, per quello che si percepisce, è ovvio che la pandemia ha aumentato di molto quella che è la possibilità di accesso a determinati contenuti. Per quello che concerne l'attività di rimozione, anche questa è aumentata significativamente nel corso dell'anno. Significa che stiamo andando in una direzione giusta e anche il co-legislatore europeo, fortunatamente, sta facendo la sua parte e di questo EUROPOL è molto soddisfatta.

  PRESIDENTE. Grazie, dottor Galzerano. Ho un'ultima domanda relativa ai guest officer e alla presenza degli agenti di EUROPOL negli Stati membri. Nell'ambito delle missioni che il Comitato ha svolto in Sicilia, a Pozzallo e sull'isola di Lampedusa, abbiamo avuto modo di incontrare agenti EUROPOL negli hotspot dove lavorano e portano il contributo di supporto e analisi dell'Agenzia negli Stati membri. Vorrei sapere dove sono presenti i guest officer di EUROPOL nel nostro Paese? Infine, come sapete, la Sardegna vive la problematica legata all'immigrazione proveniente dalla rotta algerina e a Macomer vi è un centro di permanenza per i rimpatri (CPR) che ospita anche detenuti legati al terrorismo islamico per un successivo rimpatrio. Vi sono quindi situazioni preoccupanti che riguardano tale centro che abbiamo avuto modo di visitare con il Comitato e che ho visitato anche personalmente. Lì non ho incontrato agenti EUROPOL e credo che in Sardegna non ci sia un guest officer. Vi chiedo a tale proposito delle delucidazioni e una valutazione. Ritengo che una presenza di guest officer anche in Sardegna possa essere utile nel caso non ci fosse.

  CLAUDIO GALZERANO, capo del Centro europeo per la lotta al terrorismo (intervento da remoto). Grazie per la domanda, anche perché mi consente di evidenziare il ruolo di EUROPOL.
  Bisogna fare una distinzione fondamentale tra hotspot e centri di permanenza per il rimpatrio, perché la presenza di EUROPOL in questa fase è assicurata negli hotspot su richiesta dello Stato membro. La regola di ingaggio è questa. Gli hotspot interessati sono quelli di Taranto, di Pozzallo, dell'Italia meridionale dove sono collocati i quattro hotspot nazionali. Per quello che concerne l'eventuale estensione nei centri di permanenza, è una questione che richiederebbe un approfondimento e un focus specifico. Per il momento ci concentriamo su quello che è il concetto di hotspot con questa catena di connessione con le autorità richiedenti. Sicuramente si possono avere anche altre regole di ingaggio, ma per il momento il quadro che abilita l'intervento di EUROPOL è una vera e propria forma di contratto o di assistenza, perché ci sono dei terms of reference di questa interazione regolata in questo modo.

  ALFREDO NUNZI, capo del Dipartimento per gli affari istituzionali e legali dell'Agenzia EUROPOL (intervento da remoto). Per completare il quadro, presidente, lei chiedeva quanti guest officer abbiamo e dove in particolare: al momento abbiamo circa venti guest officer presenti in Italia nei punti della task force regionale che è a Catania e che copre altre zone come Pozzallo, Ragusa, Siracusa e Augusta. Abbiamo personale di un team che copre Trapani e Palermo e sempre in Sicilia abbiamo personale che copre Agrigento e Lampedusa, mentre sul continente abbiamo personale a Taranto. Come diceva Claudio Galzerano, la presenza del personale EUROPOL è soggetta all'accordo con gli Stati membri che lo richiedono e, al momento, la presenza in Sardegna non è stata ancora discussa in particolare con le autorità italiane. Spero di aver soddisfatto la sua domanda anche dal punto di vista della logistica, della presenza fisica sul territorio da parte del personale ed è coerente con la presenza dei nostri rappresentanti negli ultimi cinque anni. Infatti, credo che siamo presenti dal 2016 nei vari hotspot italiani, oltre che in quelli di alcuni altri Paesi come in Grecia. Se non ci sono altre richieste, approfitto per ringraziare nuovamente Pag. 14 lei e tutti i senatori e i deputati per l'invito e l'attenzione. Naturalmente restiamo a disposizione per fornirvi ulteriori chiarimenti o risposte alle vostre domande e ci auguriamo di vedervi presto qui, in sede.

  PRESIDENTE. Vi ringrazio. Volevo anticiparvi che mi farò promotore, attraverso i canali istituzionali, per una richiesta di valutazione rispetto alla presenza di vostri guest officer anche in Sardegna, date le particolari condizioni dovute ai flussi provenienti dall'Algeria e non solo, e anche delle condizioni che si sono sviluppate nel centro di accoglienza di Monastir. Mi duole ricordare al Comitato che l'altra notte si sono verificati gravi episodi di violenza in seguito ai quali un migrante è stato trasportato in ospedale in codice rosso. Ci sono, quindi, delle condizioni molto critiche. Per vie istituzionali e ufficiali vi richiederò, quindi, una valutazione rispetto alla gradita presenza della vostra professionalità di guest officer sull'isola. Rinnovo i ringraziamenti. Organizzeremo un ulteriore momento di confronto e spero che al più presto possa svolgersi una nostra ulteriore visita all'Aia. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.25.