XVIII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 27 di Martedì 10 novembre 2020

INDICE

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente). ... 3 

Sulla pubblicità dei lavori:
Zoffili Eugenio , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELL'AREA SCHENGEN, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL'ATTUALITÀ DELL'ACCORDO DI SCHENGEN, NONCHÉ AL CONTROLLO E ALLA PREVENZIONE DELLE ATTIVITÀ TRANSNAZIONALI LEGATE AL TRAFFICO DI MIGRANTI E ALLA TRATTA DI PERSONE

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM).
Zoffili Eugenio , Presidente ... 4 
Hart Laurence , direttore ufficio di coordinamento per il Mediterraneo, capo missione in Italia e a Malta e rappresentante presso la Santa Sede (intervento da remoto) ... 4 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 6 
Zuliani Cristiano  ... 6 
Galizia Francesca (M5S)  ... 6 
Hart Laurence , direttore ufficio di coordinamento per il Mediterraneo, capo missione in Italia e a Malta e rappresentante presso la Santa Sede (intervento da remoto) ... 7 
Zuliani Cristiano  ... 8 
Galizia Francesca (M5S)  ... 8 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 8 
Hart Laurence , direttore ufficio di coordinamento per il Mediterraneo, capo missione in Italia e a Malta e rappresentante presso la Santa Sede (intervento da remoto) ... 8 
Santarossa Carlotta , coordinatrice di progetto (intervento da remoto) ... 9 
Galizia Francesca (M5S)  ... 10 
Santarossa Carlotta , coordinatrice di progetto (intervento da remoto) ... 10 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 10

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
EUGENIO ZOFFILI

  La seduta comincia alle 14.15.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, alla luce di quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre scorso, i parlamentari possono partecipare all'odierna seduta in videoconferenza, in quanto nella seduta odierna non sono previste votazioni.
  Segnalo che si tratta della prima occasione nella quale una Commissione bicamerale utilizza tale modalità di partecipazione per una seduta in sede formale.
  In proposito ricordo che anche ai parlamentari collegati in videoconferenza non è consentito esporre cartelli o scritte, secondo le regole ordinarie vigenti per la partecipazione alle sedute. Inoltre è necessario che i parlamentari che partecipano da remoto abbiano sempre cura di trovarsi in un luogo adeguatamente isolato da interferenze di terze persone, non essendo consentito derogare al principio regolamentare che esclude la possibilità della partecipazione di estranei ai lavori parlamentari.
  Faccio presente, per i parlamentari partecipanti da remoto, la necessità che essi risultino visibili alla presidenza, soprattutto nel momento in cui essi svolgono il loro eventuale intervento, il quale deve ovviamente essere udibile: la presidenza non potrà infatti dare la parola ai parlamentari non visibili o i cui interventi non siano chiaramente percepibili. A tal fine occorre dunque assicurarsi di disporre di una connessione Internet stabile, evitando ad esempio di collegarsi da mezzi trasporto in movimento, condizione che di solito rende insufficiente la stabilità e qualità della connessione stessa. Tale esigenza risulta particolarmente importante per le sedute formali, nelle quali è prevista la resocontazione sommaria, ovvero la resocontazione stenografica (in particolare per le audizioni formali e per le audizioni nell'ambito di indagini conoscitive), in quanto, ovviamente, la resocontazione richiede che gli interventi siano chiaramente percepibili: per tali motivi, nel caso di insufficiente qualità della connessione, la presidenza sarà costretta a non dare o a togliere la parola all'oratore.
  Quanto ai parlamentari presenti in aula, ricordo che, per ragioni tecniche legate alle infrastrutture tecnologiche utilizzate per il collegamento in videoconferenza, non saranno visibili nella schermata di videoconferenza. Il nostro Comitato è stato tra i primi, se non addirittura il primo, a chiederla ai Presidenti delle Camere, Fico e Casellati, con lettera del 27 aprile scorso. Con soddisfazione possiamo dire che per le Commissioni bicamerali, vista l'emergenza in corso, viene data questa importante possibilità per garantire lo svolgimento regolare dei nostri lavori, compatibilmente con questo momento di emergenza durante il quale il Parlamento, a nostro avviso, non deve fermarsi.
  Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso, la trasmissione in diretta streaming sulla web-tv, successivamente sul canale satellitare della Camera dei deputati.

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Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del dottor Laurence Hart, direttore dell'Ufficio di coordinamento per il Mediterraneo, capo missione in Italia e a Malta e rappresentante presso la Santa Sede, e della dottoressa Carlotta Santarossa, coordinatrice di progetto, dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, che intervengono in videoconferenza e che ringrazio per la disponibilità.
  L'audizione odierna è dedicata al tema dei fenomeni migratori, visti dal particolare angolo di visuale di chi, come l'OIM, svolge interviste ai migranti e studia quindi le rotte e i percorsi che generano il fenomeno.
  Trattandosi di un'audizione formale, collocata nell'ambito dell'indagine conoscitiva in corso, di essa sarà redatto un resoconto stenografico.
  Ringrazio la collega Francesca Galizia che ha richiesto questa audizione e do la parola al dottor Laurence Hart.

  LAURENCE HART, direttore ufficio di coordinamento per il Mediterraneo, capo missione in Italia e a Malta e rappresentante presso la Santa Sede (intervento da remoto). Buongiorno, presidente, onorevoli. Sono molto lieto di essere qui oggi assieme alla mia collega per questa audizione, per poter fornire dati e informazioni volti a comprendere meglio un fenomeno che tocca tutti i Paesi del mondo e l'Italia in modo particolare, vista la sua posizione geografica.
  Come è stato annunciato dal presidente, il mio sarà un intervento volto a fornire alcune cifre e analisi. Trattandosi di un argomento molto vasto, limiterò il mio intervento iniziale ad un quadro generale, su cui, sulla base delle richieste dei partecipanti, eventualmente potrò approfondire.
  Con questa premessa, per inquadrare il fenomeno da un punto di vista dell'arrivo della popolazione migrante sul territorio italiano, abbiamo vari luoghi di arrivo, essendo l'Italia molto esposta per quanto riguarda la possibilità di sbarchi, ma anche di arrivi. Abbiamo sicuramente gli arrivi marittimi, ma anche arrivi terrestri, che oggi sono costituiti soprattutto dal lato del confine nord orientale, dove si verificano numerosi e crescenti arrivi.
  In retrospettiva, possiamo notare che nel 2018 gli arrivi in Italia registrati sono stati di 22.476 individui, nel 2019 abbiamo si è verificato un considerevole calo: 9.944 persone. Nel 2020, fino al 9 novembre, quindi fino a ieri, il numero di persone arrivate corrisponde a 30.518 individui. Sicuramente un numero in crescita rispetto ai due anni precedenti, ma un numero in netto calo rispetto ai precedenti, durante i quali gli arrivi si attestavano attorno a 40 mila individui.
  Quando si analizza il numero di arrivi, è interessante analizzarne anche le nazionalità oltre a quelle dei soggetti in transito, perché occorre considerare che molta della popolazione migrante usa il territorio italiano come transito per altri per altri Paesi europei. Sicuramente nell'ultimo anno e in quello precedente, la maggioranza degli arrivi è costituita da cittadini tunisini che ad oggi si attestano a 12.268 persone. La seconda nazionalità è costituita dal Bangladesh con 3628 individui, in terza posizione il Pakistan con 1345 e poi, sempre con cifre inferiori, Algeria, Costa d'Avorio, Egitto, Sudan, Marocco Afghanistan e Somalia. Quindi un'origine geografica anche abbastanza diversificata, non soltanto africana, ma anche asiatica. Questo deve portare ad analizzare correttamente il fenomeno, a guardare anche i flussi non soltanto da sud verso nord – quindi tradizionalmente la Libia, la Tunisia – ma anche i flussi, numericamente anche molto importanti, che provengono dal lato est.
  Un altro elemento che mi premeva sottolineare in apertura è anche il numero delle cosiddette ricollocazioni, ovvero l'accettazione di migranti in altri Stati membri dell'Unione europea. Ad oggi, dal 2018 sono state effettuate da parte dell'OIM 959 ricollocazioni in Paesi terzi dell'Unione europea. Solo nel 2020, quindi fino ad oggi, sono 502, un numero tendenzialmente in aumento. I Paesi principali di questi ricollocamenti Pag. 5 sono Francia e Germania in prima battuta, con oltre 200 persone a testa. A seguire, con numeri più bassi, Irlanda, Portogallo. In linea generale questi sono i numeri che permettono di inquadrare il fenomeno dal punto di vista numerico.
  L'OIM ha sempre lavorato a stretto contatto con le autorità italiane, in particolare con il Ministro degli esteri, il Ministro dell'interno e il Ministro del lavoro. Col Ministero dell'interno esiste una collaborazione dal 2006, proprio nella gestione dei flussi migratori in arrivo via mare, garantendo la nostra presenza, con mediatori culturali, presso i luoghi di sbarco, gli hotspot e i centri di accoglienza e trattenimento dei migranti. La presenza dell'OIM in questi contesti si è interrotta a fine 2019, con la conclusione di un programma specifico finanziato dall'Unione europea che è stato implementato dal 2017 al 2019, grazie ai fondi FAMI (Fondo asilo migrazione e integrazione).
  In questo contesto l'OIM ha supportato l'individuazione di casi vulnerabili – tra cui le vittime di tratta di esseri umani e minori stranieri non accompagnati – fornendo informativa legale sui diritti e doveri dei migranti e svolgendo attività di monitoraggio delle condizioni di accoglienza, sia durante le fasi di sbarco, sia all'interno del sistema di accoglienza. Il ruolo dell'OIM nel fornire informativa legale, nel supportare l'identificazione dei migranti vulnerabili è riconosciuto e previsto dalle procedure operative standard applicate negli hotspot e adottate dal Ministero dell'interno. L'OIM, grazie alla presenza di operatori specializzati in frontiera, ha sviluppato in questo contesto indicatori per la tempestiva identificazione delle vittime di tratta e il loro riferimento (in inglese «referral») al sistema di accoglienza, quindi collaborando anche con le forze dell'ordine e le procure nella repressione del fenomeno criminoso, condividendo le proprie analisi, i dati e le informazioni raccolte anche sul modus operandi dei trafficanti e supportando le vittime intenzionate a sporgere denuncia.
  Grazie alla presenza in frontiera dell'OIM, abbiamo potuto constatare il grosso fenomeno di vittime di tratta nigeriane proveniente dalla Libia, soprattutto tra il 2014 e il 2017 e di quelle provenienti dalla Costa d'Avorio, soprattutto in partenza dalla Tunisia. A questo fenomeno sono stati dedicati tre rapporti pubblicati tra il 2015 e il 2019.
  Nell'ambito del programma Aditus – prima menzionato – dal 2017 al 2019 abbiamo informato oltre 134 mila migranti di cui 10 mila minori stranieri non accompagnati e, di questi ultimi, 1592 sono stati sostenuti nella loro corretta identificazione e presi in carico. Il programma ha anche informato circa 10 mila vittime di tratta, di cui 500 sono state identificate e riferite alle autorità per la messa in protezione.
  L'OIM ha condiviso indicatori e tecniche di emersione della tratta con gli operatori del sistema di accoglienza, anche attraverso attività di formazione, svolte in collaborazione con gli enti antitratta su tutto il territorio nazionale, coinvolgendo oltre 2400 discenti. Queste attività, come tutte quelle che ho indicato, si sono interrotte alla fine del 2019. Alla fine del 2019, su invito del Ministero dell'interno, l'OIM ha elaborato una nuova proposta progettuale che prevede la presenza dell'OIM presso i luoghi di sbarco e alla frontiera settentrionale – soprattutto a Milano e Trieste – per fornire informativa legale e supportare l'identificazione dei migranti vulnerabili in arrivo, soprattutto, come dicevo, vittime di tratta e minori stranieri non accompagnati che costituiscono un numero piuttosto elevato.
  Identificazione non soltanto all'arrivo, ma anche nei centri di accoglienza di trattenimento, nonché attività di rafforzamento delle capacità su tratte e sfruttamento e di sostegno al monitoraggio delle condizioni di accoglienza e di trattenimento. Sono tutte attività che sono state rimodulate anche in chiave COVID e la proposta originaria – essendo arrivata la richiesta alla fine del 2019 – era per tre anni, dal 2020 al 2022. Ora siamo ancora in attesa di una conferma dal parte del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione, del Ministero dell'interno, ma il programma sarà rimodulato su due anni. Pag. 6
  Prima di lasciare spazio ad eventuali richieste di chiarimento e domande, vorrei aggiungere qualche cenno relativo all'attività svolta sul territorio nazionale. Vi è un forte ricorso a mediatori culturali che permettono il lavoro con le autorità, come guardia costiera, nel lavoro di identificazione, presso lo sbarco e gli hotspot e, in maniera crescente, il lavoro con tutti gli uffici immigrazione delle questure del territorio italiano, per l'informativa dei diritti e dei doveri di cui i cittadini migranti possono beneficiare, e, in maniera crescente, di attività anticaporalato, in stretta collaborazione col Ministero del lavoro e l'Ispettorato del lavoro, dove la presenza di mediatori culturali stranieri e italiani hanno permesso una maggiore emersione del fenomeno che, come sapete, negli anni passati è sempre rimasto sotto il livello del radar dell'attenzione.
  Il nostro lavoro è svolto non soltanto con le autorità centrali, ma anche con le autorità periferiche su tutto il territorio nazionale, siano autorità di pubblica sicurezza, di polizia, ma anche comuni e regioni. Io mi fermerei qui, su questi dati e sono a disposizione per eventuali richieste di approfondimento o domande specifiche.

  PRESIDENTE. La ringrazio, dottore. Si è collegata anche l'onorevole Cimino in videoconferenza. Senatore Zuliani del gruppo Lega, prego.

  CRISTIANO ZULIANI. Grazie, presidente. Dottore, grazie per l'esposizione. Mi sono sfuggiti dei numeri che ha dato inizialmente, se potesse cortesemente ripeterli affinché possa prenderne nota.
  In tema di arrivi lei ha citato questi dati: 9944, 30.518 e, se ho ben capito, precedentemente 40 mila. Mi può dare gli archi temporali riferiti a questi numeri? Un'altra domanda è legata a risposte che ha già dato. Io sono anche sindaco, ho vissuto – seppur nella provincia di Verona – fenomeni legati al caporalato, anche di migranti di origine indiana che hanno denunciato alcuni episodi. Volevo sapere se operate solo sulle frontiere. Lei ha detto che talvolta venite chiamati dal Ministero del lavoro, ma anche da autorità periferiche come i sindaci. Vorrei sapere, in base alla vostra esperienza, se di solito sono le prefetture e quindi il Governo che vi chiama in campo per sostenere certe situazioni o se la filiera è sempre di sindaco-prefettura o direttamente sindaco verso altre autorità come presidenti e provincia? Grazie.

  FRANCESCA GALIZIA. Io ringrazio il professor Hart per gli spunti e i dati dettagliati che ci ha fornito. Da quello che ho capito, un ruolo importante svolto dall'OIM è anche legato alla ricollocazione degli immigrati.
  A tal proposito, volevo chiederle che cosa pensa del nuovo Patto sull'immigrazione e l'asilo che si sta elaborando a livello europeo, se pensa che possa essere una risposta chiara alla questione della ricollocazione degli immigrati sul territorio europeo, se davvero si sta lavorando ad una soluzione solidaristica dell'approccio alla problematica dell'immigrazione. Come lei ha detto, l'Italia rimane sempre il Paese più esposto ai flussi migratori che in realtà non sono diretti prevalentemente verso l'Italia, trattandosi di persone che fuggono per trovare una vita migliore, magari in altri Paesi europei. Le volevo chiedere se questo tipo di approccio a livello europeo potrebbe essere risolutivo o se ancora siamo lontani dal dare delle reali soluzioni. Per quanto riguarda le migrazioni, credo che la collega Carlotta andrà più nel dettaglio sulla questione dei Balcani, perché in merito vorrei avere maggiori informazioni riguardo le nazionalità di origine di quei Paesi.
  Riguardo la mancanza di una presenza dell'OIM in questo momento, per esempio nell'hotspot di Lampedusa, per me è davvero un problema. Io sono stata contattata dai ragazzi che sono stati nell'hotspot di Lampedusa ed erano effettivamente un riferimento importante. È vero che questi progetti si basano su fondi europei e che, in questo momento così delicato, anche il quadro finanziario pluriennale è ancora in trattativa e i fondi vanno tutti rivisti. Mi sono anche interfacciata con i ministeri per capire come verrà sviluppata questa situazione, come si andrà avanti. Speriamo che Pag. 7si possa ripristinare presto la vostra presenza in questi contesti. Grazie.

  LAURENCE HART, direttore ufficio di coordinamento per il Mediterraneo, capo missione in Italia e a Malta e rappresentante presso la Santa Sede (intervento da remoto). Provo a ripetere i numeri, su richiesta del senatore Zuliani, rendendomi conto che erano molti e non è facile registrarli. In ogni caso noi siamo disponibili al di là di questa audizione e, se fosse utile, anche a fornire supporto cartaceo a quanto esposto.
  Per quanto riguarda il numero degli arrivi, l'Italia ha sperimentato numeri di arrivi molto elevati. Parto dal 2016 che è stato l'anno di grande di grande picco, in cui si sono registrate più di 40 mila persone. Il dato è andato a decrescere negli anni successivi. Prendendo come quadro di riferimento gli ultimi tre anni, possiamo dire che nel 2018 ci sono stati 22.476 arrivi, nel 2019 9944 arrivi e nel 2020 – fino alla data di ieri – 30.518 arrivi, costituiti per lo più da cittadini tunisini. Le nazionalità sono di origine più variegata, ma spicca sicuramente la presenza di cittadini tunisini che sia l'anno scorso che quello in corso continuano ad arrivare in cifre più elevate rispetto a cittadini stranieri di altre nazionalità. All'interno di questo macro numero esistono delle sottocategorie composte, per esempio, da minori stranieri non accompagnati. Tornando al 2018, possiamo dire che di 22.476 arrivi, 3536 era rappresentato da minori stranieri non accompagnati. Nel 2019 a fronte di 9944 sbarchi, 1680 erano costituiti da minori stranieri non accompagnati. Nel 2020 a fronte dei 30.518 che ho menzionato prima, 3483 sono costituiti da minori stranieri non accompagnati.
  Esistono anche, come dicevo, fenomeni di vittime di tratta, soprattutto donne, ma non solo, che in passato includevano soprattutto donne in provenienza dalla Nigeria, mentre oggi sono donne in provenienza dalla Costa d'Avorio.
  Per quanto riguarda il caporalato, la nostra attività di contrasto è svolta su tutto il territorio nazionale, in questo momento in prevalenza nel Mezzogiorno, soprattutto in Puglia e in Campania, ma siamo sempre di più presenti anche su filiere di altre regioni del nord, come l'Emilia Romagna, il Veneto, se non vado errato. Ora non ho con me dati precisi su queste regioni, ma posso riservarmi di fornire un supporto documentale cartaceo che evidenzi in maniera più chiara le dimensioni di questo fenomeno che si manifesta – come il senatore ha giustamente detto – su tutto il territorio nazionale, con il coinvolgimento degli stessi cittadini stranieri. Non sempre, ma a volte è proprio il cittadino straniero che confonde le acque, soprattutto nel contesto di ispezioni ed è proprio grazie alla presenza di mediatori culturali che spesso queste attività vengono scoperte, perché ad un occhio non esperto e senza conoscenza linguistica e culturale questo fenomeno può non emergere.
  Rimango a disposizione del senatore Zuliani e di coloro interessati a questo tema per ulteriori informazioni e approfondimenti.
  Quello dell'integrazione è un altro discorso che noi portiamo avanti con le città. Milano, per esempio, è una città molto importante e, come altre città europee, esiste un discorso di identificazione di standard di integrazione che permettono alle economie locali di crescere, favorendo l'accesso ai servizi a tutta la popolazione migrante.
  Passando alle osservazioni dell'onorevole Galizia sul Patto sull'immigrazione e l'asilo recentemente licenziato dall'Unione europea, si tratta ovviamente di un documento molto corposo, stiamo ancora analizzando in profondità le conseguenze e le implicazioni. Di sicuro ciò che emerge e che condivido è il fatto che in questo momento nel documento non vi è un automatismo che permette i ricollocamenti con prevedibilità. I ricollocamenti sono ancora basati sulla buona volontà da parte degli altri Stati membri che possono aumentare o diminuire il numero delle relative richieste. Proprio la mancanza di automatismo è forse l'incognita che ancora deve essere risolta, in modo da creare un'equa divisione tra i Paesi membri dell'Unione europea. Pag. 8
  Ricordiamo inoltre che l'Italia è un Paese di transito, ma anche di destinazione. Esistono comunità stabilite ormai da lungo tempo sul territorio italiano. La disponibilità per assicurare la nostra presenza agli sbarchi, agli arrivi in passato ha favorito un lavoro di squadra con le autorità di polizia, con altri soggetti locali e organizzazioni non governative per il funzionamento del meccanismo di riferimento e la ripartizione del lavoro. Noi rimaniamo disponibili, siamo in attesa dei riscontri dal Ministero dell'interno.
  Per chi non conosce l'OIM, il nostro apporto è sulla base dell'esistenza di un programma, in mancanza del quale non abbiamo la possibilità di agire, programma che deve essere finanziato e su cui stiamo aspettando i riscontri.
  Spero di avere risposto in modo esauriente alle domande poste.

  CRISTIANO ZULIANI. Volevo ringraziare la collega Galizia per l'opportunità che ha dato al Comitato di incontrare rappresentanti dell'OIM, realtà che non conoscevo. Dottore, ho apprezzato la sua gentilezza e la sua disponibilità nel fornirci numeri elaborati dalla vostra organizzazione. Chiedo al presidente se vi sia la possibilità di avere i numeri relativi agli sbarchi, ai minori stranieri non accompagnati e al passaggio degli stranieri verso altri Paesi europei, per capire quanti sono, di quale nazionalità, in che Paese europeo vanno transitando dall'Italia e i numeri che coinvolgono i singoli territori. Ha parlato anche di Emilia Romagna e Veneto, numeri legati ai singoli territori. Da veneto vorrei conoscere anche i numeri legati al mio territorio. Sicuramente avremo modo di ricontattarci, perché, come rappresentante del territorio, come sindaco, vorrei capire meglio quali sono le dinamiche attraverso le quali un amministratore può interfacciarsi con la vostra organizzazione in modo che, in caso di bisogno, saprei dove trovare i contatti e riferimenti dell'organizzazione.

  FRANCESCA GALIZIA. Dai dati che lei ha snocciolato prima, dal 2016 al 2020 emerge che in maniera percentuale il numero dei minori non accompagnati è diminuito. Secondo lei quali ragioni potrebbero esserci alla base di questo cambio di tendenza?
  Sulle donne nigeriane noi abbiamo fatto uno studio sulla tratta legata alla mafia nigeriana, una rete criminale che sfrutta la prostituzione delle donne nigeriane, mentre sulle donne della Costa d'Avorio al momento il Comitato ancora non ha affrontato il tema. Volevo chiederle qualche informazione sullo sfruttamento delle donne provenienti da questa area e se ci sono ancora delle reti criminali che riguardano questo settore. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Galizia. Prendo spunto dalla coda del suo intervento, rispetto alle mafie nigeriane, per fare una denuncia pubblica dinanzi al Comitato. Nonostante le restrizioni in corso per il lockdown, il fenomeno della prostituzione su strada che riguarda, purtroppo, anche le donne vittime delle tratte della mafia nigeriana, ho potuto vedere coi miei occhi che insiste sulle strade del nostro Paese. L'appello che facciamo, credo in modo condiviso, è di invito alle forze dell'ordine e al Ministro dell'interno che si possa rapidamente intervenire, perché oltre ad essere illegale, in un contesto di emergenza sanitaria diventa oltremodo pericoloso per la salute pubblica. Dottor Hart, le restituisco la parola per la replica.

  LAURENCE HART, direttore ufficio di coordinamento per il Mediterraneo, capo missione in Italia e a Malta e rappresentante presso la Santa Sede (intervento da remoto). Grazie, presidente. Sono d'accordo con lei, è un argomento su cui dobbiamo educarci. La complessità e i numeri parlano fino ad un certo punto. È importante sviscerare quanto più possibile una discussione su aspetti molto specifici, quali i minori, le vittime di tratta che sono fenomeni molto complessi che coinvolgono sia cittadini stranieri che cittadini nazionali, in questo caso italiani che favoriscono il commercio di vite umane. Questo aspetto va studiato e proprio in questo senso la presenza in frontiera permette agli operatori OIM di Pag. 9identificare il più rapidamente possibile le vittime di tratta, tra cui alcune destinate al mercato della prostituzione, metterle in sicurezza e anche permettere la denuncia di chi è coinvolto da questo commercio o meglio questo crimine.
  Ribadisco al senatore Zuliani l'assoluta disponibilità ad approfondire le discussioni, i miei contatti sono a vostra disposizione. Forniremo non solo le cifre, ma anche un'interlocuzione territoriale. Ci preme quanto più possibile garantire l'assistenza a tutti i soggetti che in qualche modo si ritrovano a fronteggiare un fenomeno molto complesso come la migrazione. In alcuni casi può essere un fenomeno negativo, in altri può essere un fenomeno molto positivo, perché stimola il sostegno delle economie locali. In ogni modo ci sono ampi margini di miglioramento e sicuramente l'esperienza che abbiamo accumulato nel corso degli anni, su determinati territori italiani e non, può essere utilizzata come modello per essere replicata su altri contesti.
  Per quanto riguarda la domanda dell'onorevole Galizia, lascerei la parola alla mia collega, la dottoressa Santarossa, perché ha lavorato su questo fenomeno da molti più anni di me, essendo in Italia da molti più anni di me e quindi può sviscerarlo con più precisione e fornire alcuni dettagli che possono essere di vostro interesse.

  CARLOTTA SANTAROSSA, coordinatrice di progetto (intervento da remoto). Grazie per tutte le domande e l'opportunità di condividere oggi queste informazioni.
  Rispetto alla domanda riguardante le donne vittime di tratta provenienti dalla Costa d'Avorio, in realtà in arrivo in Italia dalla rotta della Tunisia, abbiamo pubblicato un rapporto alla fine del 2019, che metteva in luce come il fenomeno si andasse sempre più consolidando, come il numero di donne ivoriane in arrivo, sul totale dei cittadini provenienti da questo Paese, andasse progressivamente aumentando, a fronte di un calo complessivo degli arrivi. Il rapporto è sul nostro sito, ma saremo lieti di condividerlo con il Comitato, insieme agli altri dati richiesti. Quello degli arrivi delle donne della Costa d'Avorio resta un fenomeno ancora attuale, nel senso che c'è ancora un numero elevatissimo di donne provenienti dalla Costa d'Avorio che arriva anche nel 2020. I dati ufficiali parlano di 455 donne in arrivo dalla Costa d'Avorio e questo – a fronte dei dati complessivi delle donne in arrivo quest'anno – è il dato più significativo. Basti pensare che tra i cittadini tunisini in arrivo, le donne rappresentano un numero più basso, sono 307 in tutto, mentre le donne della Costa d'Avorio – sebbene la Costa d'Avorio non sia la prima delle nazionalità in arrivo – sono comunque di più. È un fenomeno che continua, su cui, purtroppo, non abbiamo una contezza attuale, perché per le ragioni che il direttore già spiegava, non siamo agli arrivi, né nei luoghi di sbarco, né nelle frontiere terrestri. Auspichiamo veramente di tornare ad essere presenti e ringrazio l'onorevole Galizia che ha definito il personale OIM un punto di riferimento. Per le attività antitratta il personale OIM era diventato davvero un punto di riferimento, sia per tutti gli attori coinvolti nella gestione, sia per i migranti che venivano informati e ai quali veniva fornita specifica attenzione rispetto a questo fenomeno.
  Mi collego a un'altra domanda sulla rotta balcanica. Anche qui la nostra proposta al Dipartimento libertà civili è quella di avere una presenza anche alla frontiera di Trieste, per intercettare, all'interno di quei flussi, le possibili vittime di tratta e i minori stranieri non accompagnati che hanno diritto ad accedere ai meccanismi di tutela previsti dal nostro ordinamento. Riteniamo che quella rotta potrebbe potenzialmente coinvolgere molte persone trafficate a scopo di sfruttamento, intercettate dalle reti criminali anche durante il viaggio. Sappiamo che le principali nazionalità in arrivo attraverso quella rotta, sono Pakistan, Afghanistan, Iraq, Siria, ma c'è un'evoluzione anche di queste nazionalità e sarebbe per noi molto importante essere presenti, per monitorare come questa rotta potrebbe essere utilizzata dai trafficanti e includere molte persone destinate a varie tipologie di sfruttamento.
  Rispetto al tema della prostituzione forzata, sicuramente questa continua, perché Pag. 10molte persone sono costrette, in quanto subiscono violenza e minaccia. Questo fenomeno non si è interrotto durante la fase pandemica, anzi, temiamo che durante la pandemia nuove forme di reclutamento, dei minori in primis, ma non solo, siano in atto, soprattutto attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie. Vi ringrazio per l'attenzione.

  FRANCESCA GALIZIA. Dottoressa, vorrei riproporle la domanda che ho fatto prima, riguardo al numero percentuale dei minori. Secondo lei, c'è stato un cambiamento di tendenza? Perché il numero dei minori in percentuale è diminuito dal 2018 al 2020? Perché ci sono più controlli o semplicemente perché stanno cambiando i flussi delle rotte migratorie? Magari in questo periodo stiamo subendo – come diceva lei – una forte immigrazione dalla Tunisia e arrivano prevalentemente più uomini che donne, quindi anche meno bambini che, come sappiamo, insieme alle donne, sono i soggetti più vulnerabili.

  CARLOTTA SANTAROSSA, coordinatrice di progetto (intervento da remoto). Il fatto che le rotte siano cambiate e arrivino più persone in percentuale dalla Tunisia – che come diceva il direttore è la prima nazionalità tra gli arrivi di quest'anno – incide sicuramente anche sul profilo della popolazione migrante in arrivo. Negli anni scorsi i minori stranieri non accompagnati arrivavano in prevalenza dall'Africa subsahariana e queste sono nazionalità meno presenti tra i flussi in arrivo quest'anno. Evidenzio che il numero dei minori stranieri non accompagnati provenienti dal Bangladesh e quello dei provenienti dal Pakistan sono elevati. I motivi sono molto articolati e complessi. Sicuramente c'è un cambio delle rotte e quindi dei flussi e della popolazione straniera che va a comporre questi flussi. Invece, purtroppo, non abbiamo dati sul numero di minori stranieri non accompagnati in arrivo dalla rotta balcanica; riteniamo che sia un numero significativo, ma, purtroppo, non essendo presenti, non disponiamo di dati precisi. Quella è una rotta pericolosa, non soltanto per le modalità con cui il viaggio avviene, ma anche per i rischi di reclutamento da parte delle organizzazioni criminali dei minori durante il viaggio, perché i minori viaggiano soli e sono quindi esposti a rischi maggiori. Sicuramente il cambio dei flussi e della popolazione straniera che li compone è una delle ragioni per cui il numero di minori si è ridotto. Il numero di minori che rimane all'interno del sistema di accoglienza, sappiamo non essere corrispondente al numero di minori arrivati, perché molti si allontanano per raggiungere i familiari in altri Paesi europei o perché il loro progetto migratorio include di raggiungere ulteriori mete. Spero di avere risposto ai vostri quesiti.

  PRESIDENTE. Dottor Hart e dottoressa Santarossa, vi ringrazio davvero per gli interventi, è stata un'audizione molto interessante. Volevo chiedervi, se è possibile, di avere nei prossimi giorni da parte vostra, da parte dell'OIM, una sintesi dedicata al Parlamento italiano rispetto a questi dati, a quanto è stato detto, che renderemo fruibile a tutti i componenti del nostro Comitato e, di conseguenza, al Parlamento. Reputiamo che potrà essere uno strumento utile, oltre a quello che abbiamo sentito dai vostri interventi. Io spero di potervi vedere in Comitato di persona per poter riaggiornare la nostra audizione. In ufficio presidenza chiederò di sentirvi periodicamente, dato il vostro ambito di competenza che riguarda in modo diretto le nostre prerogative parlamentari di vigilanza e controllo. Vi ringrazio nuovamente e dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 15.10.