XVIII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 24 di Mercoledì 29 luglio 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Zoffili Eugenio , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELL'AREA SCHENGEN, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL'ATTUALITÀ DELL'ACCORDO DI SCHENGEN, NONCHÉ AL CONTROLLO E ALLA PREVENZIONE DELLE ATTIVITÀ TRANSNAZIONALI LEGATE AL TRAFFICO DI MIGRANTI E ALLA TRATTA DI PERSONE

Audizione del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, su fenomeni migratori ed emergenza sanitaria COVID-19.
Zoffili Eugenio , Presidente ... 3 
Musumeci Nello , presidente della Regione Siciliana ... 3 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 5 
Pacifico Marinella  ... 5 
Iwobi Tony Chike  ... 6 
Perconti Filippo Giuseppe (M5S)  ... 6 
Testor Elena  ... 7 
Zuliani Cristiano  ... 7 
Cimino Rosalba (M5S)  ... 8 
Tuzi Manuel (M5S)  ... 9 
Musumeci Nello , presidente della Regione Siciliana ... 10 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 12 
Iwobi Tony Chike  ... 12 
Cimino Rosalba (M5S)  ... 13 
Zuliani Cristiano  ... 13 
Tuzi Manuel (M5S)  ... 13 
Musumeci Nello , presidente della Regione Siciliana ... 14 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 14 
Musumeci Nello , presidente della Regione Siciliana ... 15 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 15

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
EUGENIO ZOFFILI

  La seduta inizia alle 14.05.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente)

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione in diretta streaming sulla web-tv e successivamente sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, su fenomeni migratori ed emergenza sanitaria COVID-19.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, su fenomeni migratori ed emergenza sanitaria Covid-19. Trattandosi di un'audizione formale collocata nell'ambito dell'indagine conoscitiva in corso, di essa sarà redatto un resoconto stenografico. Saluto e ringrazio il presidente Musumeci per la disponibilità. Il Comitato Schengen, ha competenza di controllo e vigilanza parlamentare per quanto riguarda l'attuazione dell'accordo di Schengen, controllo e vigilanza in tema di immigrazione, controllo e vigilanza sull'attività di Europol che tra l'altro opera anche negli hotspot della sua regione. Nell'ambito dell'indagine conoscitiva siamo stati in missione nella stupenda Sicilia e per ben tre volte a Lampedusa. Circa un mese fa abbiamo avuto modo di verificare personalmente la situazione a Lampedusa, ma siamo stati anche Pozzallo e a Porto Empedocle. Le diamo la parola, presidente, per relazionare al Comitato in merito alla situazione legata all'emergenza immigrazione.

  NELLO MUSUMECI, presidente della Regione Siciliana. Grazie, signor presidente. Buon pomeriggio a lei e ai parlamentari componenti il Comitato. La ringrazio per offrire alla regione siciliana la possibilità di poter, seppure nella necessaria sintesi, rassegnare una condizione di grave emergenza in una regione, lo dico senza infingimenti, che ormai si è abituata a vivere con le emergenze strutturate. Nel senso che in Sicilia, per una strana sorte, le emergenze sono condannate a durare anni, per cui da un lato si rischia l'assuefazione della gente del luogo e dall'altra si consente, quando c'è la costante emergenza, di poter spesso eludere le necessarie procedure, il rispetto delle norme, i controlli. Una terra che vive nella perenne emergenza è una terra che non sa affrontare strutturalmente i problemi per dare una soluzione definitiva e in un certo senso questo è servito e continua a servire a una parte della politica, a una parte di certa imprenditoria, una imprenditoria non sana né onesta com'è la stragrande maggioranza degli imprenditori siciliani, ma a qualche spregiudicato che crede di potere in un contesto di emergenza trarne giovamento. Lei sa benissimo, signor presidente, e lo sanno i parlamentari del Comitato, che la Sicilia convive col fenomeno dello sbarco dei migranti da quasi un decennio senza alcuna soluzione di continuità. Se si fa eccezione per il 2019, quando il numero degli sbarchi è stato di gran lunga inferiore rispetto alla media degli ultimi otto anni, noi di fatto conviviamo Pag. 4 con l'emergenza sbarchi. All'emergenza quest'anno si aggiunge un'altra emergenza, quella dell'epidemia, che rende ancora più gravi il contesto e la condizione dell'isola e della comunità locale. Siamo ancora in fase di emergenza, peraltro prorogata al mese di ottobre e noi siamo costretti a gestire un fenomeno che, lo dico con il rispetto istituzionale che debbo al Governo centrale, dimostra approssimazione, superficialità e qualche volta persino impotenza da parte degli organi dello Stato. L'arrivo di migliaia e migliaia di migranti sulle coste siciliane (quindi non parlo soltanto dell'isola maggiore, ma anche di quelle minori) era già previsto negli scorsi mesi di febbraio e marzo. C'era quindi tutto il tempo per poter definire una strategia che fosse assolutamente una strategia di gestione dei flussi migratori, che fosse assolutamente compatibile con l'esigenza di salvaguardare la salute di tutti, di chi vive in Sicilia e di chi ci arriva con i mezzi che tutti conosciamo. Invece ancora oggi si vive alla giornata. Non c'è un protocollo che metta assieme le competenze dello Stato e le competenze della regione. È fin troppo evidente che, senza il sistema sanitario regionale, anche se fortemente compromesso dall'esperienza terribile e drammatica dei mesi passati (come in ogni parte d'Italia), lo Stato non sarebbe nelle condizioni di poter accertare le reali condizioni di salute dei migranti al momento dello sbarco, perché il personale dell'USMAF (Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera), cioè il personale dello Stato, resta assolutamente sottodimensionato rispetto alle reali esigenze che il fenomeno determina e presenta. È fin troppo noto anche ai signori parlamentari componenti il Comitato che noi abbiamo in questo momento l'esigenza di dover far fronte non solo all'aspetto logistico-organizzativo: lo sbarco, l'identificazione e l'accertamento sanitario, ma dobbiamo anche fare i conti con una tensione che sale di giorno in giorno, una tensione che nasce dalla paura delle popolazioni locali. Io non mi sento di dire che i siciliani, per il loro stesso codice genetico, siano un popolo razzista. Non lo sono mai stati, non hanno questa tendenza e questa vocazione, ma la paura di dover pregiudicare una disciplina collettiva assolutamente esemplare – lo voglio dire senza superbia, ma con orgoglio, da governatore di questa terra – nei tre drammatici mesi che abbiamo trascorso, per colpa di un fenomeno che rischia di non essere più controllato è reale. Se decine di migranti dei quali non conosciamo né l'identità né la condizione di salute vanno a girovagare per le campagne della nostra isola, creano una condizione di paura che può diventare tensione sociale, può diventare reazione. Non è un caso, faccio ricorso a una formula politica, che sindaci del Partito Democratico e sindaci del Movimento 5 Stelle, cioè dei due partiti maggiori che in questo momento formano la coalizione di Governo e che si intestano la gestione del fenomeno, senza mezzi termini e forse fuori dai denti rispetto al mio stesso linguaggio di governatore che è moderato e rispettoso dei rapporti istituzionali, dicono con chiarezza: «Non vogliamo più che questo fenomeno continui in Sicilia nella misura in cui l'abbiamo conosciuto e nelle modalità in cui l'abbiamo conosciuto» è un segno evidente che non si tratta di odio razziale, ma è la paura del contagio, della mancanza di controllo a dover indurre i cittadini e quindi la sintesi di uno stato d'animo diffuso a dire al Governo: «Correte ai ripari». Credo sia utile dire al Comitato che il sottoscritto ha avuto, specie negli ultimi giorni, un'interlocuzione frequente con la signora Ministro dell'interno, alla quale ho rappresentato le preoccupazioni che sto rassegnando al Comitato. Ho detto con chiarezza che il fenomeno non è più controllato, mi dispiace doverlo dire, senza fare riferimenti personali, ma il dipartimento competente si è fatto trovare impreparato. Ho ricordato alla signora Ministro che è stato proprio il sottoscritto il 12 aprile scorso a proporre il noleggio di navi passeggeri, quindi di navi adeguate e dotate di ogni comfort da ormeggiare in rada lungo le coste siciliane per evitare il contatto con la terraferma non soltanto per la paura della fuga, ma anche perché, signor presidente e onorevoli parlamentari, i tre hotspot ufficialmente operativi in Sicilia sono assolutamente inadeguati Pag. 5 dal punto di vista igienico-sanitario a consentire l'ospitalità di una promiscuità di centinaia di soggetti che potrebbero diventare inesorabilmente focolaio di infezione. Non sono queste le strutture adatte a un'epidemia. Lo sono in un periodo di ordinaria amministrazione, ma nel momento in cui noi chiediamo ai cittadini di tenere la mascherina, di tenere i guanti quando trattano alimenti, di mantenere un metro di distanza anche nei luoghi all'esterno e poi consentiamo che in un locale di 700/800/1.000 metri quadrati ci stiano 300/400/500 persone, delle quali non si conosce lo stato di salute, mi sembra davvero un «delitto di Stato». Lo dico fra virgolette e lo dico per sottolineare la contraddizione di una politica preventiva che se trova applicazione nella popolazione indigena o nei turisti non trova applicazione in questi poveri disgraziati che arrivano da lontano, da guerre e da epidemie, qualcuno arriva anche col barboncino come se stesse andando in un albergo sulle Dolomiti per una vacanza già programmata. La cosa mi lascia perplesso, ma naturalmente ho rispetto, essendo un cinofilo, per il legame di affetto che lega un cittadino al proprio cane. La mettiamo così per salvare quantomeno i barboncini e i cani in generale e gli animali d'affezione. Naturalmente sono disponibile a rispondere alle domande dei signori parlamentari, però, signor presidente, sapendo che ancora potranno arrivare altri 10 mila/12 mila/15 mila di migranti in questi giorni, ho la necessità di dirvi che questa condizione, così come è stata e viene gestita, non può assolutamente continuare. Non vi parlo di caduta di immagine, che pure ha una valenza nella scienza turistica, come sanno gli onorevoli parlamentari. Un turista parte, fa le valigie, porta i propri bimbi, spende denaro soltanto se va in una località dove è rassicurato. Una località che in questi giorni attraverso i mass media europei passa per essere la terra degli sbarchi continui, addirittura anche a Favignana, anche in isolette che non avevano una tradizione in questo senso, isolette affollate di turisti per consentire di riprendere una boccata d'ossigeno a una economia che era già precaria prima dell'epidemia adesso si trova davvero in ginocchio. Lei si renderà conto di come io riceva anche pressioni lecite, legittime da parte di operatori economici che dicono: «Noi non sappiamo come pubblicizzare la nostra isola, se poi a venti metri, a trenta metri arrivano le forze di polizia perché è arrivato un barcone sotto lo sguardo sgomento, inerte e inerme dei turisti». Tutto questo io credo che vada tenuto nella dovuta considerazione ed è per questo che io lancio un allarme serio, senza pregiudizi politici. Chi mi conosce sa che non sono aduso a ricorrere a questi arnesi, ma ho il dovere di rappresentare una preoccupazione che diventa sempre più diffusa e se noi alimentiamo la politica della tensione senza dimostrare che lo Stato abbia intenzione di cambiare metodi, io davvero credo che trasformiamo una condizione di gravità sociale, economica e sanitaria in una condizione di ordine pubblico.

  PRESIDENTE. Grazie presidente Musumeci, ci ha segnalato una situazione assolutamente preoccupante. Io personalmente le sono vicino. Siamo stati con questo Comitato in Sicilia, a Lampedusa, Porto Empedocle e Pozzallo. Torneremo sicuramente presto e faremo rapporto. Già da oggi faremo rapporto su quanto si è detto al Governo e al Parlamento. Do la parola ai colleghi. Prego, senatrice Pacifico, segretario del Comitato.

  MARINELLA PACIFICO. Grazie, presidente Musumeci per l'intervento. Lei ha sicuramente la mia solidarietà. Penso di farmi interprete della solidarietà di tutti gli italiani nei suoi confronti e nei confronti dei siciliani. Questo è un momento sicuramente particolare e drammatico. Sono drammatici gli sbarchi a cui assistiamo noi e i cittadini della Sicilia. Probabilmente questo è un fenomeno che, come ha lei detto, si protrarrà per altro tempo. È drammatico vedere le modalità con cui si attraversa il mar Mediterraneo e questi sbarchi. Sono persone che arrivano con delle speranze. Mi riferisco in particolare agli ultimi sbarchi, quelli che provengono dalla Tunisia. La Ministra Lamorgese ieri è stata a Pag. 6colloquio con il Presidente Saied e con il Presidente incaricato della formazione del nuovo Governo che hanno sicuramente a cuore questa situazione. Hanno promesso di accelerare le procedure burocratiche per i rimpatri e la Ministra ha promesso che presto sarà fornita una nave quarantena per effettuare i controlli così come lei ha suggerito. Io penso che bisogna essere in costante contatto con l'ambasciata della Tunisia. Sappiamo che l'ambasciatore, tra l'altro suo conterraneo, siciliano, è molto attento a questo fenomeno e comunque è sempre stato molto attivo e informato, quindi si potrebbe chiedere anche quali sono i numeri, anche se approssimativi, del prossimo periodo per quanto riguarda le partenze e, di conseguenza, organizzare meglio gli sbarchi. Per quanto riguarda la soluzione, penso che sia, intanto, quella di chiedere all'Unione Europea di mettere in pratica la promessa fatta al vertice di Malta, cioè dei ricollocamenti e di intervenire anche con finanziamenti alla cooperazione e allo sviluppo, perché soltanto così si potrebbe riuscire a trattenere queste persone nel loro territorio, nel loro Stato. La Tunisia è un Paese in cui la disoccupazione è al 20 per cento e questi sono processi che scaturiscono da situazioni di questo genere. Credo che debba esserci un costante collegamento con la nostra ambasciata e sperare che l'Unione europea riesca in questa maniera a darci una mano per risolvere l'emergenza. Grazie.

  TONY CHIKE IWOBI. Grazie, presidente Musumeci, anche per la sua relazione e per la preoccupazione per la sua regione, la Sicilia, che ho avuto l'opportunità di visitare in missione recentemente. Abbiamo visitato anche i luoghi di sbarco dei migranti e potuto constatare che la situazione è molto preoccupante. Mi rammarico del fatto che la Sicilia stia attraversando un momento difficile per l'allarme dell'immigrazione incontrollata al quale si aggiunge l'allarme sanitario. Ai cittadini italiani è stato chiesto di rimanere chiusi in casa per mesi a causa dell'emergenza per il Coronavirus. I pochissimi che hanno osato trasgredire sono stati rincorsi, braccati e pesantemente sanzionati, come è giusto che sia, sulla base dei D.P.C.M. del Governo italiano. Credo profondamente, signor presidente, che senza i numeri la politica sia fondata sul nulla e i numeri che abbiamo riscontrato e che stiamo riscontrando fino ad oggi sono impietosi: sono sbarcati 2.847 migranti in una settimana. L'anno scorso nello stesso periodo erano 288 con un numero tre volte maggiore già all'inizio della stagione estiva. Dal primo gennaio al 24 luglio di quest'anno su 11.191 migranti sbarcati in Italia, ben 5.237 sono partiti dalla Tunisia, un Paese non in guerra e non povero economicamente. Non vedo il motivo di queste partenze e del silenzio del nostro Governo. Concludo con una domanda: al fine di scongiurare probabili scontri e future tensioni sociali, non si è mai pensato di chiedere o istituire uno stato di emergenza per la Sicilia, una regione così esposta, che rappresenta un nostro confine di Stato, in assenza di un protocollo che definisca ruoli e competenze in merito? Grazie.

  FILIPPO GIUSEPPE PERCONTI. Saluto il presidente della mia regione, innanzitutto, prima di cogliere l'occasione per mostrare solidarietà ai nostri sindaci sul territorio, i sindaci di Agrigento, di Porto Empedocle, di Caltanissetta che in queste ore stanno fronteggiando situazioni di emergenza. Ringrazio la Guardia di finanza per gli arresti che ci sono stati stamattina. Sono state arrestate più di venti persone per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Volevo fare due un paio di premesse. Mi sono sentito con il Ministro degli esteri insieme ai colleghi della Commissione. Il Ministro Luigi Di Maio ci diceva che sta facendo pressioni per riavviare l'accordo di Malta, un passo avanti importantissimo avvenuto grazie al nostro Presidente Giuseppe Conte. Per la prima volta in un tavolo si sono seduti Francia, Germania, Italia e Malta e per la prima volta si è parlato di redistribuzione dei migranti. Oggi la Ministra Lamorgese conferma di voler accelerare sui rimpatri e si fa leva sulla Tunisia per diminuire gli sbarchi, dato che quasi il 50 per cento degli sbarchi arriva da questo Paese. È vero, come dice il presidente, che nel 2019 c'erano meno sbarchi, Pag. 7ma è vero anche che ci sono stati meno sbarchi rispetto al 2018. Io ho visto uno Stato che ha messo a disposizione una nave quarantena durante l'emergenza, dove è stato isolato un focolaio a Porto Empedocle e che la Croce Rossa ha definito migliore di un ospedale senza il reparto di malattie infettive. La comunità dei siciliani è quindi stata protetta. Se mi permette, presidente, lei dice che non la vogliamo mettere perché lo Stato spende troppo, ma questo dovrebbe dirlo a chi la sostiene, visto che gli attacchi sul costo della nave sono arrivati principalmente dalla Lega, nella persona dell'europarlamentare Donato. Noi abbiamo fatto diversi bandi a tutela del popolo siciliano proprio per l'acquisizione di altre navi e le dichiarazioni di questa mattina della Ministra Lamorgese lo dimostrano. Stiamo inviando il contingente militare. Non stiamo risparmiando nulla. Nel massimo rispetto istituzionale, mi permetto di non condividere la sua narrazione, soprattutto quando lei si deresponsabilizza completamente rispetto alla questione migranti, perché sappiamo che la responsabilità igienico-sanitaria è in capo alla regione e ci sono state molte lamentele sia riguardo le strutture sia riguardo la sanificazione, soprattutto quando si parla del ritardo del processo dei tamponi. Per esempio per quanto riguarda Lampedusa, che non fa parte della ASP (Azienda sanitaria provinciale) di Agrigento, ma fa parte della ASP di Palermo, lei sa che per processare un tampone deve finire a Palermo, poi deve tornare di nuovo a Lampedusa e questo fa accumulare ritardi e code. Per esempio avrebbe potuto decidere di processare i tamponi nell'isola di Lampedusa per individuare prima quali fossero gli immigrati negativi al Covid in modo che lo Stato avrebbe potuto facilmente spostarli. Sinceramente in queste audizioni e nelle mie missioni, ho trovato la Croce Rossa, ho trovato la Polizia, la Guardia di finanza, ho trovato sindaci impegnati, ho trovato lo Stato. Personalmente non ho trovato la Regione Siciliana. Non ho trovato la Protezione civile che in queste ore mi pare che non sia intervenuta.

  ELENA TESTOR. Buongiorno al governatore della Sicilia. Ho sentito i miei colleghi esprimerle solidarietà. Io credo che in questo momento lei più che di solidarietà abbia bisogno di azioni da parte del Governo, perché mi pare di comprendere, dalle audizioni dei sindaci di Lampedusa e di Porto Empedocle, che la gravosa situazione alla fine vada a ricadere proprio su di loro e sulla regione Sicilia. Io credo che si stia intervenendo in maniera tardiva su un problema in un momento in cui i porti dovevano essere chiusi. Il Governo doveva prima di tutto cercare di preservare l'incolumità, vista l'emergenza sanitaria, proprio dei cittadini siciliani. Mi ricordo che proprio all'inizio dell'emergenza, quando c'erano state le audizioni, si è parlato di carenza di posti in terapia intensiva. Io credo che se la sanità ha queste criticità, probabilmente bisognava avere un occhio di riguardo proprio per questi territori e cercare di collaborare tra le varie istituzioni, partendo da sindaci, regione e Governo, per cercare di dare equilibrio, per garantire la sicurezza prima di tutto ai siciliani e poi alle persone che arrivano da fuori. Quindi credo che manchi un po' di coordinamento in queste azioni e che la voce o il grido che viene lanciato da parte dei sindaci e del presidente Musumeci non debba essere sottovalutata. Credo che uno dei problemi che si è sviluppato dopo l'emergenza sanitaria sia proprio la questione economica che deve essere salvaguardata. L'ha ribadito prima il governatore, fare turismo in una situazione del genere è impossibile. Non si può pensare di stanziare risorse assistenziali quando invece non si va a investire, cercando di garantire all'impresa di poter riprendere il suo mercato. Quindi, governatore, al di là della solidarietà, io auspico che il Governo faccia la sua parte, tessendo rapporti con il Governo tunisino, affinché non vi siano sbarchi scellerati, e riprendendo accordi con la Libia.

  CRISTIANO ZULIANI. Grazie, governatore, per la sua presenza qui in Comitato. Porto la mia solidarietà al governatore della Regione Siciliana che è una figura politica che è stata eletta a differenza di qualcun Pag. 8altro. Non ci sarebbe molto da aggiungere dopo quello che ha detto il governatore. Sono stati seguiti i capricci del Ministro Bellanova per la sanatoria, voluta fortemente, mettendo in crisi Governo. La Lega aveva avvisato che questo provvedimento avrebbe rappresentato, sul fronte dell'immigrazione, un segnale di richiamo, un pull factor, verso quegli immigrati in arrivo da altri Stati verso lo Stato italiano. Chiedo un esame di coscienza al Governo e alla maggioranza. Qui c'è un grido di allarme di un governatore che è stato eletto e rappresenta il proprio territorio e i sindaci. Dobbiamo dare una mano, ma non spostando il problema su altre regioni, non portando coloro che arrivano in Basilicata, piuttosto che in altre regioni del Sud, del Centro e del Nord Italia. Anche il governatore ha confermato che, tranne per il 2019, la regione Sicilia ha sempre subito questo fenomeno e ricordo bene chi era Ministro dell'interno nel 2019, un senatore che domani verrà giudicato dall'Aula del Senato per essere rimesso alla giustizia ordinaria, per aver fatto il suo dovere nei confronti del popolo italiano, dell'Italia e anche della regione siciliana. Fra l'altro è una data singolare, perché domani è la giornata della festa del sacrificio per i musulmani. Mentre i musulmani chiederanno il sacrificio uccidendo gli animali e gli agnelli, voi darete in sacrificio colui che ha fatto il proprio dovere. La Ministra Lamorgese il 28 luglio è andata in Tunisia, come già è stato riferito qui in Comitato oggi, però, da quel che io sappia, la Ministra si è resa finalmente conto dell'emergenza migratoria, ma l'incontro si è concluso con vaghe rassicurazioni. Io temo che questo fenomeno sia frutto anche delle promesse a livello economico che l'Europa ha fatto nei confronti dello Stato italiano durante il periodo di crisi per Coronavirus. Sappiamo che ci saranno dei trasferimenti economici nei confronti dello Stato italiano. Visto che si è parlato del Ministro Di Maio, questi, nel giugno 2018, quando gli sbarchi erano 180 mila annui contro gli 8 mila della Spagna, di fronte ai giornalisti, molto contrariato, dichiarò che l'Italia aveva accettato e autorizzato gli sbarchi nei suoi porti perché – disse testualmente – «Renzi ci ha venduto come nazione per 80 euro». Dichiarò che Renzi aveva autorizzato gli sbarchi in cambio di flessibilità europea per i bonus. Allora si era contrari a questo tipo di immigrazione, però staremo a vedere come sarà il vostro voto domani. Al di là del voto che ci sarà sull'ex Ministro Salvini, abbiamo dei doveri nei confronti di questo signore, eletto a differenza del Governo. Ricordo che Di Maio nel 2018 dichiarò: «Ci hanno trasformato nel più grande porto d'Europa per qualche soldo».

  ROSALBA CIMINO. Grazie presidente, anch'io ringrazio il presidente Musumeci e mi associo anche ai ringraziamenti del collega Perconti ai nostri sindaci siciliani. Parlo anch'io da siciliana. Fin dall'inizio abbiamo posto massima attenzione all'epidemia per la salvaguardia della salute dei cittadini siciliani. Il Governo ha accolto subito il grido d'aiuto dei territori più colpiti: Lampedusa, Porto Empedocle, Pozzallo, ascoltando le richieste dei sindaci e inviando la nave quarantena Moby Zazà che ha effettivamente consentito l'isolamento di ipotetici e poi accertati, in taluni casi, soggetti positivi. È altresì chiaro che l'emergenza non è finita così, anzi è sicuramente incrementata con il bel tempo, ma vorrei porre all'attenzione del Comitato e del governatore stesso la testimonianza del presidente dell'hotspot di Lampedusa che tiene a sottolineare che l'emergenza è sotto controllo, nonostante le 4 mila persone sbarcate negli ultimi giorni, perché già 3.300 sono state ricollocate e ha dichiarato: «Chi soffia sulla retorica dell'invasione non sembra fare gli interessi di una popolazione che vive di turismo». Come non concordare con lui e col sindaco della stessa isola, Martello, il quale trova completamente fuori tempo e fuori luogo anche la visita del già Ministro Salvini. È facile fare propaganda da parte delle opposizioni. Più difficile è ammettere che con questo Governo, nella persona del Ministro Lamorgese, si stanno mettendo in campo tutte le azioni possibili di tutela e prevenzione, dialogando anche con l'ambasciatore della Tunisia, Paese che, al momento, costituisce un problema molto serio e con l'invio di una nuova nave quarantena e dell'esercito per rafforzare i controlli. Pag. 9Quindi auspico da parte della regione e del governatore Musumeci la massima collaborazione, perché al momento ho visto solo delle parole che pongono l'attenzione su problemi sbagliati e che sicuramente sono risolvibili solamente a livello europeo, augurando più ricollocamenti, sicuramente in crescita dopo l'accordo di Malta del settembre 2019.

  MANUEL TUZI. Ringrazio il presidente della Regione Siciliana e mi unisco ai ringraziamenti alle forze dell'ordine per l'incessante lavoro che stanno portando avanti, ma soprattutto agli amministratori locali che stanno cercando di gestire la situazione. Presidente, in questi giorni ci sono state delle fughe di migranti dagli hotspot. Ci sono stati molti sbarchi. Sicuramente, rispetto ad altri periodi, è avvenuto un maggior quantitativo di sbarchi sul territorio siciliano. Io vorrei però ripercorrere quello che lei ha detto, cercare di fare un passo indietro e vedere esattamente come stanno i fatti. Cito le sue parole: «La gestione del fenomeno migratorio ha visto troppa improvvisazione e superficialità» e ha aggiunto che è sbagliato che si faccia finta di nulla da parte del Governo di Roma e che si dica che va tutto bene. Innanzitutto chiariamo che nessuno ha mai detto che tutto vada bene. Incominciamo a chiarire questa cosa. Crediamo che la situazione sia grave e vada gestita come uno stato di emergenza a tutti gli effetti. Il Ministro degli esteri, Luigi di Maio, a supporto, ha definito le fughe di massa «inconcepibili». La Ministra Lamorgese ha riconosciuto che flussi incontrollati creano dei seri problemi legati alla sicurezza sanitaria nazionale che, oltre a riflettersi sulle comunità locali, si riflettono su tutto il territorio italiano. Oltre alle parole sono seguiti dei fatti, non chiacchiere. I fatti dicono che centinaia di militari arriveranno in Sicilia per l'operazione «Strade Sicure» a supporto della gestione emergenziale. La scorsa settimana la Ministra Lamorgese era a Tripoli per cercare, insieme alle autorità locali, una maggiore collaborazione per gestire al meglio il fenomeno migratorio, intensificato negli ultimi giorni. Se vogliamo andare a vedere, c'è stato comunque un intervento delle forze dell'ordine importante per quanto riguarda gli scafisti. Si sta facendo un lavoro di coordinamento su tutto il territorio siciliano per cercare di gestire al meglio questa emergenza. Parallelamente, la maggior parte di tutti i migranti fuggiti dai vari hotspot sono stati rintracciati e rimessi all'interno degli stessi. Il Governo poi ha previsto una nave da oltre mille posti che verrà nelle prossime ore portata in Sicilia. È stato disposto anche lo spostamento di 520 migranti. A tutte le parole che si sono succedute fino ad adesso io non vedo improvvisazione e non vedo neanche superficialità, come lei dice. Presidente Musumeci (non governatore, in quanto la Sicilia non è ancora uno Stato indipendente, ma fa sempre parte dell'Italia), vorrei chiederle se riconosce di fatto la collaborazione da parte del nostro Governo oppure no, perché si tratta di istituzioni che devono lavorare insieme per cercare di risolvere un'emergenza effettiva e strutturale. La seconda questione che voglio porle è di interesse soprattutto igienico-sanitario rilevante. La regione Sicilia fino ad adesso dov'è stata? Perché da un punto di vista igienico-sanitario la responsabilità è vostra. Se ci sono dei problemi con i tamponi, col processamento (glielo dico da medico, non da politico) la responsabilità è vostra. Se c'è qualcosa che non funziona, se ci sono dei rallentamenti, la responsabilità è della regione siciliana. Parallelamente le voglio chiedere anche perché negli ultimi giorni è stato prorogato lo stato di emergenza Covid che il Parlamento ha approvato poche ore fa? Credo che davanti a questi episodi siciliani non si possa negare il fatto che in emergenza continuiamo effettivamente ad essere. Le voglio riportare un dato. Abbiamo attualmente su tutto il territorio italiano 12 mila positivi, 12 mila persone che hanno il Covid. Ci sono solo in Sicilia 200 persone positive al Covid. Ogni giorno 200 persone in più sono positive. Questi sono dati, fatti certificati da un punto di vista sanitario. La mia domanda è: abbiamo prolungato lo stato di emergenza fino al 15 ottobre, quindi con l'estrema convinzione che lo stato di emergenza fosse Pag. 10presente e fosse necessario affrontarlo con tutti i crismi del caso. A differenza di quello che è stato detto ieri, Salvini in Senato ha accusato Conte di mentire all'Italia, come se il Coronavirus non esistesse e – cito testualmente – di dire «bugie». «Non c'è l'emergenza e quindi non si può prorogare lo stato di emergenza». A queste parole io le chiedo una risposta istituzionale oltre che politica: presidente Musumeci, lei condivide questa affermazione o riconosce la necessità di continuare ad adottare misure di contenimento del virus come quelle previste dallo stato di emergenza?

  NELLO MUSUMECI, presidente della Regione Siciliana. Naturalmente io mi attengo soltanto alle questioni poste dai parlamentari intervenuti e lo faccio con uno spirito assolutamente scevro da ogni tono polemico, perché ho grande rispetto per il ruolo di ognuno, avendo fatto il parlamentare per qualche anno e capisco bene quanto sia importante che ognuno di noi rappresenti i legittimi interessi del proprio territorio e più in generale quelli della Nazione. Intanto, se lei mi consente presidente, io vorrei rispondere anche a rischio di dovermi ripetere, a ognuno dei parlamentare intervenuti piuttosto che dare risposte sintetiche che mettano assieme quesiti posti da più parlamentari. Procedo con la senatrice Pacifico, la quale invita la Regione Siciliana e quindi il sottoscritto a mantenere rapporti con l'ambasciata della Tunisia, affinché l'Unione Europea possa, ognuno per le proprie competenze, consentire di regolamentare meglio gli sbarchi in Sicilia. Credo di avere compreso questo, perché se manteniamo rapporti con la Tunisia, sappiamo se la prossima settimana ne arriveranno cento, mille o diecimila. Voglio ricordare, ma è solo un promemoria, alla senatrice Pacifico che la Regione Siciliana, benché autonoma, ha tante competenze tranne quelle di materie legate alla politica estera, quindi all'interlocuzione con Stati stranieri, benché frontalieri, benché bagnati dallo stesso mare. Sa benissimo la senatrice Pacifico che questa invece è una competenza esclusiva dello Stato e quindi del Governo italiano. Per quanto riguarda l'Unione europea, sono d'accordo sul fatto che l'Europa sia assolutamente estranea e insensibile. Io ho visitato l'hotspot di Lampedusa, come hanno fatto i parlamentari del Comitato e ho visto tantissime braccia e tantissimi giovani, tante energie. È davvero un peccato che una risorsa umana così preziosa possa debilitare i territori di origine, al di là di quelli interessati dalle guerre e dalle persecuzioni. Se l'Europa intervenisse con i progetti di cooperazione internazionale nei Paesi di provenienza dei giovani migranti, forse consentiremmo a quei popoli di imparare a pescare invece di lasciare ogni tanto un pesce. L'Europa deve prendere atto di questa drammatica condizione e il Governo italiano deve porre in termini perentori, ormai in sede internazionale, un tema che non è più rinviabile. Il senatore Iwobi della Lega ha parlato di numeri chiari e allarmanti e sono proprio i numeri che confermano la gravità della condizione in cui si trova non soltanto la Sicilia nel Sud Italia. Questa condizione numerica è resa ancora più inquietante se si pensa alla Tunisia che è un Paese relativamente povero, perché ha soltanto una bassa percentuale di disoccupati rispetto alla Sicilia che lambisce il 40 per cento e soprattutto perché non è un Paese in guerra. Mi chiede il senatore Iwobi perché io non dichiaro lo stato di emergenza. Egli sa benissimo, essendo senatore di questa Repubblica, che la condizione di emergenza è una materia che attiene esclusivamente allo Stato e non alle regioni, neppure alla regione autonoma siciliana. Per quanto riguarda l'onorevole Perconti, che credo sia siciliano, si è detto siciliano, mi fa piacere, ma al tempo stesso mi preoccupa, perché lei forse è stato distratto e non ha potuto porre la sua attenzione sul fatto che fra Stato e regioni, in materia di migranti, non esiste un protocollo e l'unico ad averlo chiesto è stato il presidente della sua regione, il presidente della Regione Siciliana. A questa richiesta ancora il Governo non ha dato una risposta. Bisogna accelerare, concordo con lei, sulla redistribuzione dei rimpatri, ma quanto ai tamponi, alle condizioni igienico-sanitarie, lo ha detto successivamente anche un altro collega della sua stessa formazione politica, io non ho Pag. 11bisogno di fare da promemoria ai parlamentari nazionali. Le condizioni igienico-sanitarie di una struttura statale le accerta il personale sanitario dello Stato. Nonostante questo, il personale sanitario della regione si è sostituito all'USMAF e in particolare per quanto riguarda l'hotspot di Messina, l'ASP (Azienda sanitaria provinciale) di Messina, ha dichiarato quella struttura inadeguata dal punto di vista igienico-sanitario. Nonostante questa segnalazione mandata al prefetto di Messina e al Ministro dell'interno, nessun intervento di adeguamento è stato effettuato né sull'hotspot di Messina né su quello di Pozzallo né su quello di Lampedusa. Per carità, abbiamo tanti compiti da assolvere noi siciliani, ma non ci date per favore anche quelli che appartengono allo Stato. Noi abbiamo registrato e segnalato. Desumo che le condizioni igienico-sanitarie degli hotspot in Sicilia non costituiscano una priorità per chi è preposto a doverli curare. È stato detto dei tamponi. In Sicilia i tamponi non si fanno in fretta. Onorevole Perconti, io mi auguro che lei la prossima volta voglia documentarsi un po' di più. Lo dico, mi creda, senza alcun tono polemico, perché lei rischia di essere facilmente smentito, come io sto facendo con lei. La Regione Siciliana, dal primo febbraio al 27 luglio (di fatto gli sbarchi risalgono a circa un mese fa), ha effettuato 4.342 test sierologici sui migranti sbarcati in Sicilia e 3.029 tamponi e ancora siamo al 29 di luglio. Quando è scoppiata l'epidemia in Sicilia, c'erano due soli laboratori autorizzati dal Ministero della salute per potere esaminare i tamponi. La regione ne ha fatti aprire altri diciotto, tanto è vero che durante l'epidemia abbiamo potuto benissimo lavorare i tamponi senza creare, al di là di alcuni casi comuni in tutte le regioni, particolari situazioni. Avendo fatto migliaia di test da parte della Regione Siciliana, penso sia ingeneroso sentirsi dire che noi non ci siamo con i tamponi. Lei dovrebbe sapere, onorevole Perconti, che su un'imbarcazione, quando arrivano i migranti, può salire soltanto il personale dello Stato, il personale dell'USMAF, cioè il personale sanitario, non quello della regione. Successivamente scendono i migranti e si verifica il loro stato di salute: la temperatura, una visita generale corporea, poi personale della Polizia procede, con la collaborazione dei mediatori, all'identificazione dell'immigrato. Si procede, da parte della regione, al test sierologico, se entro 37 gradi e mezzo o oltre 37 gradi e mezzo. Nel secondo caso quel migrante viene sottoposto alla prova del tampone da parte del personale sanitario della Regione Siciliana, non dello Stato. Successivamente deve andare al centro o di Pozzallo o di Agrigento, dove il tampone viene effettuato dall'autorità sanitaria, se non è stato fatto sul molo. Su cento migranti si può fare il tampone nello spazio di 24 ore, visto che per trattare ogni tampone ci vogliono alcune ore, mentre se ne arrivano 500/800/mille, il discorso diventa difficile. Si procede intanto col test sierologico e, per quelli che hanno una temperatura o che dimostrano di essere positivi, si passa al tampone. Se poi anche col tampone risultano positivi, ricoveriamo i migranti nelle strutture ospedaliere della Sicilia. Tutto questo, onorevole Perconti, lo facciamo in assenza di un protocollo tra Stato e regione. Lo fa la regione autonomamente con una sola ordinanza firmata dal sottoscritto, esattamente il 24 luglio, segno evidente che la collaborazione da parte della Regione Siciliana è assolutamente incondizionata. Ecco perché – credo di avere risposto all'onorevole Perconti – noi ci facciamo carico delle nostre responsabilità, ma non vorremmo assolutamente caricarci anche quelle dello Stato e sono convinto che il parlamentare sia d'accordo con me. Ringrazio la senatrice Testor per la solidarietà. Chiedo scusa se la pronuncia del cognome non coincide con quella corretta, ma non ho frequentazione con i parlamentari nazionali e di questo me ne dolgo. La ringrazio per la solidarietà, così come mi fa piacere che il senatore Zuliani concordi con me sulla necessità di dovere cambiare pagina. L'onorevole Cimino che è siciliana e quindi dovrebbe conoscere la realtà, dice che si sente rassicurata per il fatto che un signore ha detto che l'hotspot di Lampedusa sia sotto controllo. Mi fa piacere. Io non ho mai sentito un oste dire che il proprio vino Pag. 12è peggiore di quello di tutte le altre osterie. Cosa vuole che dica il responsabile dell'hotspot di Lampedusa? Il sindaco di Lampedusa dice altre cose. Il sindaco di Lampedusa ha riunito il consiglio comunale e ha adottato una delibera con la quale chiede allo Stato la dichiarazione dello stato di emergenza e non l'ha fatto cinque mesi fa, l'ha fatto tre settimane fa ed è uno stato di emergenza richiesto non soltanto per le condizioni di salute, ma anche per le condizioni sociali ed economiche. La richiesta del consiglio comunale di Lampedusa, votata all'unanimità, è arrivata al governo della regione che per legge ha il compito di accoglierla, di approvarla e di trasmetterla al Governo centrale. La Regione Siciliana, dietro l'accorato invito del sindaco di Lampedusa, ha accolto la delibera del consiglio comunale, l'ha fatta propria e l'ha mandata al Governo centrale per proclamare lo stato di emergenza nell'isola di Lampedusa. Il Governo centrale non si è ancora pronunciato a distanza di tre settimane. Io ho qui le dichiarazioni del sindaco di Lampedusa che quando ci sono 300 migranti fa il moderato e quando ce ne sono mille, perde il controllo ed esce al vivo, cioè dice quello che il cuore gli detta di dire. La stessa cosa sembra aver fatto la sindaca di Porto Empedocle che credo appartenga al suo partito, ma qui le appartenenze partitiche contano poco, però le dichiarazioni del sindaco che leggo sono in contrasto con il buonismo e l'ottimismo eccessivi che l'onorevole Cimino ha tentato di ostentare nel suo intervento. «Siamo esasperati» dice la sindaca del Movimento 5 Stelle di Porto Empedocle. «Non ce la facciamo più. Dopo la fuga di massa di oltre cento migranti, ne portano all'interno della stessa struttura altri 200. Ci stiamo mettendo in grandissima difficoltà. Vorrei evitare che ci fossero altri sbarchi e invece Porto Empedocle continua a essere utilizzata come sede privilegiata di tutti gli sbarchi per scelta governativa. Questo è motivo di grande sofferenza. I migranti non li vogliamo più». Ora potrei leggerle anche quelle rabbiose di qualche altro sindaco, ma lei lo sa, perché vive su questa terra. Qui nessuno crea allarme e meno che meno il sottoscritto che mobilita centinaia di sanitari e di personale parasanitario per fare il proprio dovere, nell'assicurare il diritto alla salute dei siciliani e dei migranti. Non si può parlare di mancanza di collaborazione. Più di quello che facciamo non possiamo fare e temo che se dovessero aumentare gli sbarchi, non saremmo più nelle condizioni di poter continuare a fare quello che finora abbiamo fatto con grande senso di responsabilità. Sono stato io a chiedere al Ministro dell'interno di mandare i soldati di «Strade Sicure». Sono stato io l'11 aprile a chiedere al Ministro dell'interno di affittare le navi passeggeri per ormeggiarle in rada e sono contento che in parte alcune mie richieste siano state accolte come mi ha assicurato il Ministro ieri per telefono. Quindi è chiaro che siamo anche propositivi oltre che collaborativi, ma nessuno può pensare che il problema possa essere sottaciuto o che la regione debba sostituirsi in competenze che sono assolutamente attinenti ai compiti dello Stato. In questo senso vorrei rassicurare il vicepresidente Tuzi che si chiedeva se la regione fosse collaborativa. Il nostro vicepresidente si rassegni. Le competenze igienico-sanitarie delle strutture per migranti, non sono di competenza regionale. Glielo assicuro nella maniera più categorica. Noi possiamo solo denunciare lo Stato. Abbiamo evitato di farlo, perché abbiamo rispetto verso la leale collaborazione fra le istituzioni che vorremmo continuare a mantenere, al di là di strumentalizzazioni o di giudizi assai superficiali e approssimativi da parte di qualcuno che invece, per competenze e ruoli istituzionali, dovrebbe essere più prudente nell'esprimere valutazioni.

  PRESIDENTE. Grazie presidente Musumeci, se è disponibile, ci sono dei parlamentari che vorrebbero intervenire nuovamente. Procediamo? Grazie.

  TONY CHIKE IWOBI. Dopo aver ascoltato i miei colleghi in quest'aula su questo tema così importante che riguarda l'umanità, cioè l'immigrazione, vorrei sgombrare il campo da ogni equivoco. Non c'è né propaganda politica né polemica, in quanto Pag. 13siamo consapevoli che l'immigrazione regolare appartiene all'umanità. È una ricchezza socio-economica e culturale per ogni Paese ospitante. È quello che tutti noi, particolarmente anche noi della Lega, auspichiamo da tempo. Invece siamo a parlare di immigrazione clandestina, di traffico di esseri umani, di un moderno schiavismo. È compito della politica nazionale, per chi non lo sapesse, tutelare i confini dello Stato nazionale e questo abbiamo dimostrato quando eravamo al Governo con il Ministro Salvini, citato poco fa. Ha dimostrato che è possibile tutelare i confini degli Stati nazionali nel rispetto del popolo italiano e della dignità umana degli stessi immigrati. Auspico che il Governo si assuma la propria responsabilità dinanzi al suo popolo. Concludo, signor presidente, come nei miei vari interventi nell'Aula del Senato, ribadendo anche in questa sede che io non voglio essere complice del nuovo schiavismo moderno che è in atto oggi in questo Paese. Mi scuso, presidente, della mia prima domanda che era una provocazione. So che è la mancanza dello Stato nello svolgere il proprio compito in materia nel rispetto del popolo italiano e, ribadisco ancora, nel rispetto della dignità umana. La ringrazio e le esprimo di nuovo la mia solidarietà.

  ROSALBA CIMINO. Da parte mia non voleva esserci alcuna polemica, né eccessivi buonismo od ottimismo, proprio perché da siciliana – tra l'altro agrigentina – conosco bene il fenomeno. Guardo la realtà dei fatti. Se lei, presidente, denuncia approssimazione da parte del Governo, io le rispondo che sono state messe in atto subito tutte le azioni volte ad assicurare e tutelare sia la salute che la sicurezza dei siciliani. In Sicilia, come in tutta Italia, stiamo vivendo un altro tipo di emergenza e non possiamo ignorare l'emergenza nell'emergenza, però vorrei ripristinare una sorta di verità senza nascondere la polvere sotto il tappeto e anzi, se dobbiamo parlare di turismo, invito i turisti a visitare la nostra bellissima isola che tutto ha fuorché il problema della paura dei migranti.

  CRISTIANO ZULIANI. Volevo annunciare al presidente Musumeci che il partito della Lega i prossimi 1 e 2 agosto, nel prossimo fine settimana, organizzerà delle manifestazioni, anzi più che manifestazione delle «gazebate», proprio per sollevare l'opinione popolare e portare al centro dell'attenzione questo tipo di immigrazione che non va bene e dimostrare la vicinanza della Lega a livello nazionale nella regione da lei governata.

  MANUEL TUZI. Presidente Musumeci, siamo ben consapevoli delle responsabilità circa le condizioni igienico-sanitarie all'interno degli hotspot e la gestione dei migranti. Lei ha giocato un po' con le parole, ma, mi preme sottolinearlo, qui si diceva un'altra cosa. Se ci sono determinate condizioni igienico-sanitarie e ci sono «X» migranti positivi, si sviluppa una determinata situazione. Se ci sono le stesse condizioni igienico-sanitarie, ma non abbiamo migranti positivi, ce n'è un'altra. Questo mi pare ovvio ed evidente, quindi il mio precedente intervento era riferito a quello. Ho notato con dispiacere che non ha risposto alla mia ultima domanda, quindi gliela ripongo. Le chiedevo: noi ci troviamo in una situazione emergenziale italiana in cui poche ore fa è stata rinnovata la proroga dell'emergenza fino a metà ottobre, ci troviamo in una situazione con 12 mila italiani positivi, nella sua regione ci sono 206 persone positive al Covid con un aumento giornaliero di circa 200 persone, ma questo numero sta aumentando progressivamente. Alla situazione dei migranti si unisce la problematica emergenziale, perché, oltre al fenomeno di importazione del Covid, esiste quello autoctono. In questa situazione Salvini in Senato ieri ha accusato Conte di mentire all'Italia, testualmente, di dire «bugie». Secondo Salvini l'emergenza non c'è e quindi non si può prorogare lo stato di emergenza. Lei, presidente Musumeci, rinnovo l'invito a rispondermi, condivide questa affermazione oppure no? Riconosce la necessità di continuare ad adottare delle misure di contenimento del virus come quelle previste dallo stato di emergenza oppure no?

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  NELLO MUSUMECI, presidente della Regione Siciliana. Sarò davvero sintetico, anche perché gli interventi degli onorevoli parlamentari non impongono risposte articolate. Comprendo che il senatore Iwobi aveva voluto provocare dicendo: «Dichiari lo stato di emergenza». Se dipendesse da me, dichiarerei lo stato di emergenza, trovando anche delle soluzioni, ma queste non si trovano in Sicilia, si trovano a Roma e in sede internazionale. È quello che maggiormente chiedo agli organi centrali. Il senatore Zuliani ci informa della campagna di promozione di informazione, ne prendo volentieri atto. Come è noto, io ho grande rispetto per tutte le forze politiche. Sono un uomo che appartiene nella geografia politica al centrodestra. Non ho un partito nazionale. Ho solo un movimento civico locale che si colloca nell'area del centrodestra. Il mio partito ormai non c'è più ed era Alleanza Nazionale. Per quanto riguarda l'ultima domanda del vicepresidente, che è anche medico ed è importante sottolinearlo, chiedo scusa perché non avevo annotato la domanda e quindi non ho dato la risposta. Nella vita faccio il bancario e non il medico, sono convinto che le condizioni di emergenza non le decida la politica, ma le decidano i numeri. Ecco perché se un territorio esprime numeri tali da indurre le autorità sanitarie a suggerire alla politica di mantenere l'emergenza, l'emergenza deve rimanere. Se i numeri non inducono a dover prorogare l'emergenza, la politica ne prende atto. Quindi non è una scelta che attiene né a me né al Governo centrale, se fosse una scelta autonoma. È una scelta che, come è avvenuto nei mesi passati, è conseguenziale al suggerimento proveniente dal mondo scientifico e dai numeri. Dovrebbe sapere che in Sicilia avremmo numeri diversi se non ci fossero stati alcuni casi positivi di migranti, perché, come ho detto all'inizio, se il migrante positivo rimane sull'imbarcazione, non lo registra il sistema sanitario siciliano. Se invece il migrante positivo scende dall'imbarcazione e sulla terra siciliana viene riconosciuto positivo, il servizio sanitario siciliano lo inserisce assieme ai positivi autoctoni, lo manda a Roma, quindi invece di nove diventa dieci, diventa dodici, diventa quindici. Ecco perché noi riteniamo e speriamo che i migranti possano restare sull'imbarcazione, che sia dotata di ogni comfort, come abbiamo chiesto al Ministro. Noi speriamo che ci possa essere un ponte aereo perché i migranti possano presto essere redistribuiti subito dopo l'identificazione e l'accertamento sanitario. Come è noto ai signori parlamentari, il migrante può essere negativo al primo accertamento e poi, una volta trattenuto in un centro accoglienza o in un hotspot, per due, tre, quattro, cinque giorni può venire a contatto con un altro soggetto che era asintomatico, ma che invece sostanzialmente era positivo. Così comincia la catena di Sant'Antonio, al contrario naturalmente. Quindi noi chiediamo più navi per la quarantena, almeno per i quindici giorni, anche per i negativi per evitare loro contatti con centinaia di altri migranti negli hotspot e per poter porre fine al contagio. Chiediamo ponti aerei utili a poter portare immediatamente da Lampedusa ad altre destinazioni sicure, io chiederei all'estero, perché questa Europa cinica che si gira dall'altra parte, dovrebbe guardare ogni tanto al Mediterraneo. Chiediamo forze dell'ordine in divisa dell'Esercito che possano collaborare con forze dell'ordine soprattutto quelle di Polizia e di Carabinieri, i cui sindacati hanno avuto il coraggio nei giorni scorsi di denunciare la paurosa carenza di personale in divisa. Nel concludere, signor presidente, noi ci auguriamo davvero che il Governo centrale, in sede europea, possa porre ormai in termini perentori questo fenomeno che rischia di essere incontenibile in una terra come la nostra che ha un alto tasso di povertà e serissimi problemi di disuguaglianza sociale. È una terra che vive essenzialmente di immagine, perché vive di economia turistica e ormai la gente ha capito che non possiamo assolutamente farci carico soltanto noi di quello che dovrebbero fare l'Italia e gli altri Stati europei. La pazienza e la sopportazione sono nel nostro codice genetico, ma anche in Sicilia hanno un limite. Vi ringrazio di cuore.

  PRESIDENTE. Grazie presidente, per questa utile audizione. Saremo presto di Pag. 15nuovo in Sicilia. L'abbiamo visitata diverse volte in missione, visitando anche degli hotspot. La nostra attività viene svolta nelle sedi istituzionali, ma soprattutto al fianco degli amministratori e degli operatori, laddove vi sia bisogno anche di avere una presenza del Parlamento e di chi rappresenta i cittadini sul territorio, quindi saremo presto da lei.

  NELLO MUSUMECI, presidente della Regione Siciliana. Sarà un piacere potervi accogliere degnamente, signor presidente.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente, grazie, colleghi. L'audizione è conclusa

  La seduta termina alle 15.25.