XVIII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 22 di Mercoledì 8 luglio 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Zoffili Eugenio , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELL'AREA SCHENGEN, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL'ATTUALITÀ DELL'ACCORDO DI SCHENGEN, NONCHÉ AL CONTROLLO E ALLA PREVENZIONE DELLE ATTIVITÀ TRANSNAZIONALI LEGATE AL TRAFFICO DI MIGRANTI E ALLA TRATTA DI PERSONE

Comunicazioni del presidente sulla missione in Sicilia del 23-25 giugno 2020.
Zoffili Eugenio , Presidente ... 2 
De Filippo Vito (IV)  ... 10 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 11 
Perconti Filippo Giuseppe (M5S)  ... 11 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 11 
Perconti Filippo Giuseppe (M5S)  ... 11 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 11 
Iwobi Tony Chike  ... 11 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 12 
Iwobi Tony Chike  ... 12 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
EUGENIO ZOFFILI

  La seduta inizia alle 14.10.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente)

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Comunico che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

Comunicazioni del presidente sulla missione in Sicilia del 23-25 giugno 2020.

  PRESIDENTE. Colleghi, desidero illustrarvi la relazione predisposta sulla missione svolta in Sicilia dal 23 al 25 giugno, che è in distribuzione. Come di consueto, procedo alla lettura del testo per la condivisione. Al termine, se dovessero esserci rilievi o richieste di integrazione potremo apportarli in base ai vostri interventi. Nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla «Gestione del fenomeno migratorio nell'area Schengen, con particolare riferimento all'attualità dell'Accordo di Schengen, nonché al controllo e alla prevenzione delle attività transnazionali legate al traffico di migranti e alla tratta di persone», il 23, 24 e 25 giugno 2020 una delegazione del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione ha svolto una missione a Ragusa, Pozzallo (Ragusa), Agrigento, Porto Empedocle (Agrigento) e Lampedusa (Agrigento) in seguito all'intensificarsi dei flussi migratori che hanno ulteriormente aggravato le difficoltà della gestione dei fenomeni connessi all'immigrazione, soprattutto durante la pandemia da Coronavirus, e del funzionamento degli hot spot presenti sul territorio.
  La delegazione, presieduta dall'onorevole Eugenio Zoffili, era composta dai deputati Filippo Giuseppe Perconti (M5S), Rosalba Cimino (M5S), Vito De Filippo (IV) e dal senatore Tony Chike Iwobi (L-SP-PS d'Az).
  Il primo incontro si è svolto presso la prefettura di Ragusa con il prefetto Filippina Cocuzza, il questore Pinuccia Albertina Agnello, il vice comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri, tenente colonnello Giuseppe Marseglia, il comandante provinciale della Guardia di finanza di Ragusa, colonnello Giorgio Salerno, il vice comandante provinciale della Capitaneria di porto di Pozzallo, capitano di fregata Ferruccio Alessandro Grassia, il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna.
  Il prefetto Cocuzza ha sottolineato come Pozzallo sia un territorio oggetto di sbarchi di migranti, ricordando quello avvenuto nel giorno di Pasqua (12 aprile 2020). In quell'occasione 101 immigrati sono stati ospitati nell'ex centro di sperimentazione agricola della Regione siciliana «San Pietro», struttura tra Comiso e Ragusa, allestita per far fronte all'emergenza sbarchi. Il prefetto ha assicurato che tutti i migranti sono stati oggetto di controllo sanitario e, a fine quarantena, di un tampone Covid. Inoltre, ha sostenuto che, nella delicata e complessa fase dell'accoglienza, è stata mostrata la capacità sinergica di tutti i soggetti istituzionali coinvolti (forze di polizia, amministrazione comunale, prefettura, Protezione civile e Croce Rossa Italiana). Pertanto, secondo l'opinione del prefetto, l'hot spot di Pozzallo potrebbe essere giudicato un ottimo Pag. 3 modello di gestione dell'immigrazione. Nell'ambito di tale struttura per la vigilanza ci si è avvalsi di 50 unità facenti capo all'operazione «Strade sicure» dell'Esercito italiano, mentre il personale medico era di riferimento dell'USMAF (Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera), quindi fornito dal Ministero della salute, per svolgere i controlli sanitari.
  Giova peraltro ricordare che, al fine di evitare situazioni critiche che sarebbero favorite da presenze prolungate, l'hot spot di Pozzallo è ora caratterizzato da un continuo flusso di migranti che, venendo trasferiti entro pochi giorni in altri centri di accoglienza, non hanno il tempo materiale di organizzare azioni violente, come quelle avvenute invece negli scorsi anni all'interno della struttura, o azioni problematiche dal punto di vista della sicurezza e dell'ordine pubblico.
  Il primo screening svolto a terra è a cura dell'azienda sanitaria locale; il secondo avviene all'ingresso nell'hot spot con il fotosegnalamento. La struttura può ospitare 234 immigrati; al momento ne ospita 97. Questa informazione è riferita al momento in cui si è svolta la missione. La relazione riporta, infatti, quanto abbiamo verificato nel corso della missione. La struttura, con spazi che possono accogliere fino a 234 immigrati, quando ci siamo recati noi, ne ospitava 97.
  La permanenza all'interno varia da 36 a 72 ore. La nazionalità maggiormente rappresentata al momento è del Bangladesh, che è uno dei Paesi con il più alto numero di poveri al mondo e con un'alta disoccupazione strutturale.
  I soggetti auditi hanno affermato che i migranti sono sempre «tracciabili», seguiti nel corso della permanenza e nella fase della destinazione. Negli hot spot e negli altri centri di accoglienza sono frequenti le attività ispettive da parte delle forze di polizia. In tal senso, sono previste sanzioni e penalità per inosservanze da parte dei gestori delle strutture di accoglienza ai quali, per ogni immigrato, venivano in precedenza corrisposti 32 euro al giorno, poi scesi, con disposizione del passato Governo, a 23 euro, ora in via di ridefinizione, essendo andato deserto l'ultimo bando.
  Alla domanda del presidente Zoffili circa eventuali connessioni tra il fenomeno migratorio e le mafie locali, il prefetto ha risposto che questa interferenza è soprattutto presente nel caporalato. Per questo motivo la prefettura ha voluto rinnovare un protocollo di legalità avviato nel 2016 articolato su cinque tavoli tematici (incontro tra domanda e offerta, rete agricola di qualità, assistenza sanitaria, contrasto al lavoro irregolare, sensibilizzazione degli enti locali per la ricerca di immobili da destinare ad una dignitosa sistemazione della popolazione immigrata) volti a favorire la regolarità dei rapporti di lavoro, l'emersione del lavoro nero, l'opportuna informazione in merito agli adempimenti secondo l'articolo 103 del decreto «Rilancio».
  Inoltre, la prefettura gestisce un centro polifunzionale nel quale vengono sviluppate azioni a favore degli immigrati che possono trovare, grazie alle professionalità che vi operano, i riferimenti ai propri problemi, nell'ottica di garantire dignità alle persone che vengono accolte.
  A espressa domanda del senatore Iwobi, il prefetto ha precisato che i soggetti minori non accompagnati sono considerati tali in base alle proprie prime dichiarazioni che, in casi dubbi, vengono successivamente verificate da esami clinici.
  Se i colleghi che hanno partecipato alla missione ritengono opportuno inserire delle integrazioni, possiamo farlo.
  Giova infine ricordare che la presenza di mafie nigeriane è stata accertata in casi di sfruttamento di donne costrette alla prostituzione e in casi di tratta di esseri umani da parte di scafisti.
  Il prefetto ha voluto sottolineare come, in alcuni casi di migranti economici, essi siano al limite della sopravvivenza; pertanto la commissione territoriale deve valutare se vi siano i requisiti per lo status di rifugiato. Tale status, infatti, può essere riconducibile non solo a situazioni di guerra o di persecuzione, ma anche a gravissime situazioni economiche che non consentano il sostentamento per sé e per la propria famiglia. Pag. 4
  Per altro verso, giova altresì ricordare che, secondo gli ultimi dati del Ministero dell'interno riferiti al mese di aprile, per quanto riguarda il Bangladesh, che è la prima nazionalità dichiarata al momento dello sbarco, il numero di richieste di asilo è stato di 16 persone, potendosi così affermare che solo una minoranza degli arrivi vede riconosciuta la propria richiesta di asilo.
  Successivamente il questore, dottoressa Agnello, che ha assunto l'incarico a metà novembre 2019, ha voluto sottolineare come l'hot spot rappresenterebbe un riferimento virtuoso dove ogni attore agisce secondo la propria funzione. Prova ne è stata data, ad esempio, nel corso del citato sbarco di Pasqua, in seguito al quale l'intervento sarebbe stato immediato.
  Infine, anche in questa occasione è stata segnalata la presenza della mafia gelese nel caporalato nonché la necessità di rafforzare i dispositivi di sicurezza per gestire il fenomeno migratorio.
  Il tenente colonnello Giuseppe Marseglia dell'Arma dei carabinieri nel proprio intervento ha comunicato di essere stato impiegato nell'operazione «Sophia», descritta come un'ottima forma di collaborazione che ha salvato molte vite umane, ostacolando l'attività criminale che sfrutta la tratta di esseri umani. Ha altresì ricordato come le coste italiane rappresentino il confine dell'Europa e ha confermato l'esistenza di presenze ricollegabili alle mafie nigeriane.
  Il colonnello Giorgio Salerno della Guardia di finanza ha denunciato le difficoltà nel fronteggiare con le risorse disponibili un fenomeno in aumento esponenziale. Il comportamento dei soggetti sbarcati varia in funzione ai trascorsi personali e alle etnie. Ad esempio, i migranti provenienti dall'area geografica del Maghreb appaiono più stazionari e tendenti ad avere una comunità.
  Il vice comandante provinciale della Capitaneria di porto, Alessandro Grassia, operativo a Pozzallo dal 2002, è stato impegnato fin dall'inizio nel contrasto del fenomeno dell'immigrazione via mare, che risale ad almeno quindici anni fa, intervenendo nella fase del salvataggio in mare. La zona ha 100 chilometri di costa e in banchina 2.400 metri quadrati attrezzati per l'emergenza sanitaria dovuta alla pandemia Covid-19. Anche in questa occasione è stato affermato che lo spirito di sacrificio sopperisce alla carenza di personale, in un momento in cui alle attività ordinarie si aggiungono eventi straordinari. Molte imbarcazioni di migranti, per le proprie piccole dimensioni, sfuggono ai rilevamenti dei radar. Come anche dichiarato dal colonnello Salerno della Guardia di finanza, anche la Capitaneria di porto si interfaccia e ha scambi con agenti Frontex, che a Catania ha una cellula.
  Il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, ha confermato l'esistenza della sinergia istituzionale con la quale vengono affrontate con serenità le emergenze del territorio, così come sempre le interlocuzioni con la burocrazia del Viminale sono state caratterizzate da collaborazione e disponibilità negli avvicendamenti dei Ministri dei Governi nazionali. Pozzallo ha una radicata cultura marittima, ispirata al salvataggio in mare. Occorre, però, un'azione di prevenzione che non può prescindere dal necessario rafforzamento sia delle forze di polizia distaccate sul territorio che della polizia locale. Il sindaco ci ha rappresentato quanto la polizia locale della sua comunità e della sua città sia sotto organico. Il ruolo della prefettura nel gestire le gare relative alle strutture di accoglienza, in quanto rappresentante locale del Governo nazionale, è una garanzia nello svolgimento delle relative procedure, ma il sindaco ha sottolineato come sia opportuno e auspicabile che si riconosca un ruolo del sindaco di affiancamento nel controllo dell'hot spot.
  In merito al recente sbarco avvenuto il giorno di Pasqua, ha riferito che i soggetti arrivati apparivano riposati e non assetati; a tale riguardo, ritiene che sarebbe opportuno attenzionare meglio l'attività svolta dall'isola di Malta.
  In conclusione dell'incontro, il prefetto ha sottolineato il rapporto di mutuo soccorso tra i dodici sindaci della provincia che, per cercare di sopperire alle carenze di organico, effettuano scambi di energie e Pag. 5di collaborazione come ad esempio con vigili o agenti di polizia locale «intercomunali». Inoltre, il sindaco Ammatuna ha aggiunto che, poiché il 32 per cento del bilancio del comune è destinato alle spese per il personale, non sono possibili sforamenti; pertanto poter incrementare il numero di vigili urbani consentirebbe di rendere più efficienti le forze di polizia.
  La delegazione ha poi visitato la struttura dell'hot spot di Pozzallo, dove ha avuto occasione di incontrare rappresentanti delle forze di polizia, delle agenzie Frontex ed Europol, dell'ente gestore del centro, delle organizzazioni che vi operano, nonché i medici che hanno illustrato alcuni dettagli della loro attività all'interno della struttura.
  Il presidente del Comitato Zoffili ha assicurato, sia a conclusione dell'incontro in prefettura sia a conclusione della visita presso l'hot spot di Pozzallo, che si farà portavoce con i colleghi della delegazione delle istanze ricevute volte al potenziamento delle forze di polizia e delle unità facenti capo all'operazione «Strade sicure» dell'Esercito italiano.
  Aggiungo un inciso: abbiamo riportato queste istanze pubblicamente, nell'ambito dell'audizione della Ministra dell'interno Lamorgese, ma ho avuto anche modo di rappresentarle personalmente a margine alla stessa.
  Il giorno successivo, il 24 giugno, la delegazione si è trasferita ad Agrigento, dove in prefettura si è svolto un incontro con il prefetto, Maria Rita Cocciufa, il questore, Rosa Maria Iraci, il vice comandante provinciale dell'Arma dei carabinieri, tenente colonnello Luigi Di Santo, il vice comandante provinciale della Guardia di finanza, tenente colonnello Giuseppe Dell'Anna, il comandante provinciale della Capitaneria di porto, capitano di fregata Gennaro Fusco, il colonnello Giuseppe Averna del ROAN (Reparti Operativi Aeronavali) della Guardia di finanza, i sindaci di Agrigento, Calogero Firetto, di Porto Empedocle, Ida Carmina, di Siculiana, Leonardo Lauricella, i rappresentanti della Croce Rossa Italiana, Ignazio Schintu (responsabile nazionale emergenze della Croce Rossa italiana), Francesca Basile (segretario nazionale migrazioni) – sarebbe interessante averla anche qui a Roma in audizione con il nostro Comitato, così come abbiamo espresso nel corso dell'incontro che abbiamo avuto in prefettura ad Agrigento – Giuseppe Giordano (segretario regionale della Sicilia della Croce Rossa Italiana), Enzo Vita (presidente del Comitato di Agrigento della Croce Rossa Italiana), esponenti del sindacato autonomo della Polizia di Stato (SAP), tra cui Giuseppe Coco (segretario nazionale), Lorenzo Airò (responsabile della struttura di accoglienza del Villaggio Mosè) e Domenico Giglio (responsabile della struttura di accoglienza Villa Sikania di Siculiana).
  Il prefetto Cocciufa ha ricordato come alla difficoltà dell'accoglienza si sia aggiunta la difficoltà dell'emergenza sanitaria, che ha comportato un grande sforzo del Ministero dell'interno e, di conseguenza, del suo ufficio territoriale rappresentato dalla prefettura.
  L'emergenza Covid-19 ha reso necessaria l'individuazione di strutture idonee a garantire l'effettuazione del periodo di quarantena. Ad esempio, alcuni migranti sono stati ospitati in strutture già utilizzate come CAS (Centri di Accoglienza Straordinari), individuando quelle con caratteristiche adatte allo scopo. Il prefetto ha sostenuto che all'arrivo, il migrante viene sottoposto a una prima visita e, se la temperatura rilevata è alta, il soggetto viene tenuto in isolamento. Ha inoltre assicurato i controlli sanitari, affermando che a tutti i presenti viene misurata la temperatura due volte al giorno e vengono effettuati i tamponi necessari.
  Si sono verificati tentativi di fuga, alcuni dei quali riusciti, in particolare a opera di soggetti tunisini, valutati particolarmente refrattari all'osservanza delle regole, molti dei quali, pur essendo migranti economici, hanno avanzato richiesta di protezione internazionale.
  Al 20 maggio scorso risale l'arrivo della nave da crociera Moby Zazà, adibita alla quarantena dei migranti, dalla capienza di 250 posti, allocata in rada. Il prefetto ha considerato come l'arrivo della nave abbia Pag. 6dato un grosso aiuto nel garantire l'accoglienza e soprattutto la quarantena dei migranti ospitati. In caso di mare mosso o di condizioni avverse, la nave viene autorizzata all'attracco in banchina. La vigilanza è affidata alla Capitaneria di porto e alla Guardia di finanza e viene previsto un rafforzamento in caso di presenze di soggetti di cittadinanza tunisina che, come abbiamo rilevato, sono i più problematici. Si riscontra una sinergia tra le attività delle forze di polizia e una continua comunicazione con i sindaci dei comuni interessati che sono molto presenti e attenti.
  La mattina del 24 maggio, quando la nostra delegazione era presente, è stato riscontrato un soggetto proveniente dalla nave Sea Watch, ospitato sulla Moby Zazà, positivo al Covid 19, ricoverato attualmente a Caltanissetta. Sono in corso accertamenti su soggetti a bordo della Moby Zazà, in quanto risulta che altre 28 persone, sempre sbarcate dalla Sea Watch, siano ugualmente positive al Covid (sempre alla data del 24). La delegazione non ha quindi potuto effettuare il previsto sopralluogo sulla nave, non essendo presenti le opportune condizioni sanitarie. La delegazione del Comitato Schengen si è tuttavia recata sul molo ove era ormeggiata la nave per incontrare gli agenti delle forze dell'ordine in servizio e portare loro un ringraziamento e un saluto. In tale occasione è stato anche notato come la nave Sea Watch, da cui erano stati trasferiti i migranti risultati positivi al Covid, peraltro non messa sotto sequestro, fosse tuttavia attenzionata. Il presidente Zoffili ha infatti più volte sottolineato nella riunione in prefettura ad Agrigento l'importanza di effettuare tamponi a tutto l'equipaggio e, in attesa del relativo esito, di far rispettare la quarantena per l'equipaggio della Sea Watch.
  Quanto all'hot spot di Lampedusa, si è cercato di limitare la permanenza dei migranti per il tempo strettamente necessario. Una nave fa infatti la spola tra Porto Empedocle e Lampedusa e, in caso di necessità, subentra la Capitaneria di porto.
  Il prefetto ha sottolineato come a Lampedusa, non essendovi una struttura sanitaria adeguata, la competenza a esaminare i tamponi sia dell'ASP (Azienda Sanitaria Provinciale) di Palermo, circostanza che determina un certo disagio. L'effettuazione del tampone all'arrivo dei migranti comporterebbe infatti la necessità di aspettarne l'esito, con il conseguente ingolfamento della struttura di accoglienza e l'hot spot di Lampedusa ha la capienza di soli 96 posti, almeno fin quando la disponibilità non raddoppierà grazie all'ultimazione di alcuni lavori di ristrutturazione a seguito di un incendio che si era sviluppato all'interno della struttura.
  Il questore Iraci ha sottolineato il forte impegno delle forze di polizia fornendo dati precisi e aggiornati. Ha altresì tenuto a ricordare l'operazione del 15 settembre 2019, nel corso della quale ci sono stati arresti collegati al reato di tortura: per la prima volta, quindi, sono state applicate le norme relative a tale reato, commesso da cittadini stranieri in Italia. L'indagine è tuttora in corso.
  Il sindaco di Siculiana, Leonardo Lauricella, ha segnalato come il fenomeno degli sbarchi arrechi gravi danni all'economia del territorio, basata principalmente sul turismo, e ritiene auspicabile trovare allocazioni fuori il centro abitato a salvaguardia della sicurezza dei cittadini. Il centro di accoglienza di Siculiana è di proprietà del comune, mentre sarebbe opportuna l'individuazione di strutture governative da dedicare all'accoglienza dei migranti.
  Il sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, ha informato la delegazione che, in seguito e a causa della presenza di immigrati, dopo sedici anni sono tornate sul territorio patologie che erano scomparse. Inoltre, per la gestione dei minori stranieri non accompagnati, il sindaco ha riferito che il Ministero dell'interno riconosce un importo forfettario insufficiente. Ciò comporta conseguenze finanziarie sul bilancio del comune: un debito di 1 milione 700 mila euro che grava su una comunità di 58 mila abitanti. In tal senso il sindaco ha affermato che, sebbene la città di Agrigento sia per tradizione storica accogliente, si rischiano reazioni popolari di intolleranza e sarebbe il caso di coinvolgere maggiormente i sindaci nelle scelte di Governo, per Pag. 7esempio nell'individuazione delle strutture da destinare all'accoglienza. Inoltre, occorre manifestare maggiore vicinanza al comparto turistico e a quello commerciale.
  Il sindaco di Porto Empedocle, Ida Carmina, ritiene che il suo territorio, essendo una città portuale, paghi un prezzo molto alto in questo momento di emergenza e lamenta come l'attenzione mediatica sia principalmente rivolta a Lampedusa, da cui arrivano i migranti. In tal senso, si è mostrata molto preoccupata affermando come dall'Africa possa provenire una bomba pandemica. Ha affermato di essere in continuo collegamento con i cittadini e gli organi di stampa che le comunicano quando si verificano gli sbarchi, così da agevolare la sua funzione di sorveglianza. A questo proposito, ha denunciato assembramenti e mancanza di uso di dispositivi di protezione individuale, dispositivi di sicurezza e di sanificazioni. Ha ricordato che solo nell'Hotel Tiziana di Porto Empedocle sono ospitati 128 migranti e in 6 mila chilometri di costa vi è carenza di vigili urbani. Teme pertanto che la presenza di positivi al Covid abbia pesanti e negative ripercussioni sul turismo in un territorio già problematico (917 percettori di reddito di cittadinanza in una zona altamente criminogena) in cui i sindaci corrono seri rischi di persona. Inoltre ha sottolineato il suo disappunto per la continua autorizzazione di trasferimenti di migranti salvati dalle ONG, quando in Italia è ancora vigente il decreto «porti chiusi» ed è ancora in corso l'emergenza sanitaria. In ossequio a tale decreto, aveva ella stessa emesso un'ordinanza di chiusura della struttura portuale di Porto Empedocle che tuttavia è stata completamente ignorata.
  Il colonnello del ROAN della Guardia di finanza, Giuseppe Averna, ha dichiarato che, a causa delle incombenze dovute alla Moby Zazà, si è verificata una diminuzione della sorveglianza in mare. Ha inoltre sottolineato l'importanza della cooperazione internazionale, specie con la Tunisia, da cui provengono ingenti flussi, nonostante il Paese disponga di unità navali efficienti, peraltro di provenienza italiana, che consentirebbero un migliore controllo delle coste.
  Il prefetto condivide le preoccupazioni dei sindaci per i riflessi psicologici ed economici dell'emergenza, ma ha sostenuto che l'esigenza di trasferire e allocare i migranti in determinate strutture rientra in un progetto politico nazionale. Nota peraltro che le maggiori difficoltà nascono da soggetti di nazionalità tunisina, mentre i subsahariani hanno un'indole più docile e pacifica che non genera gravi problematicità.
  Il comandante della Capitaneria di porto, Gennaro Fusco, ha informato la delegazione che la Capitaneria ha verificato le caratteristiche e l'idoneità della nave adibita alla quarantena allo scopo, ma la presenza di tanti soggetti nella stessa nave per molti giorni può rappresentare un rischio di focolaio. La nave Sea Watch si trova in rada in quarantena, ma non è sotto sequestro.
  Il dottor Stabile dell'USMAF ha spiegato che nella Moby Zazà sono previste dieci cabine destinate all'isolamento. I limiti legati alla capienza si manifesterebbero nel caso di un aggravamento del fenomeno pandemico.
  I rappresentanti della Croce Rossa Italiana intervenuti hanno dichiarato di essere coordinati con il personale USMAF. Vi sono due medici, due infermieri, due ostetriche, due psicologi, due mediatori culturali. Vi è attenzione all'osservanza della distanza di sicurezza e all'uso dei dispositivi di sicurezza. L'attività della Croce Rossa Italiana è volta anche ad agevolare i ricongiungimenti familiari e a fornire informazioni alle vittime di tratta per favorirne l'emersione. Le strutture della nave si prestano anche alla cura di patologie gravi, nonostante le limitazioni dovute alla riconversione del mezzo, che assicura un'adeguata separazione in zone, senza connessioni neanche riguardo alle prese d'aria.
  Il gestore della struttura Villaggio Mosè, Lorenzo Airò, ha spiegato che Villaggio Mosè è una zona commerciale limitrofa all'accesso al mare; la struttura è adeguata alla sua funzione di accoglienza, sebbene in passato fosse emerso qualche problema connesso alla sicurezza. La prima fuga organizzata si è verificata il 6 giugno da parte Pag. 8di 14 migranti rintracciati dopo poche ore. Dopo la seconda fuga, avvenuta l'8 giugno da parte di migranti che, con l'escamotage di una simulazione di una fuga da un lato della struttura, sono poi fuggiti da un altro lato, attualmente è stata messa in sicurezza. È prevista un'assistenza medica quotidiana.
  Il gestore della struttura Villa Sikania di Siculiana, Domenico Giglio, è inoltre vice presidente della struttura di accoglienza Oltre il mare. La prima è una ex struttura alberghiera a norma di legge che dispone di 106 posti letto più 120 in un gazebo e nella quale le forze di polizia sono molto presenti. La data di apertura risale all'11 aprile 2020 e ha ospitato 454 persone; ha convenzioni con l'azienda sanitaria provinciale per i protocolli sanitari. Poiché a Siculiana nel prossimo mese di ottobre sono previste elezioni amministrative, il tema migratorio viene affrontato frequentemente nelle campagne elettorali.
  Nell'ambito dell'incontro in prefettura ad Agrigento, il segretario nazionale del SAP (Sindacato Autonomo di Polizia), Giuseppe Coco, ha rappresentato la preoccupazione del rischio di contagio di Covid-19 per le famiglie degli agenti in contatto con i migranti e per gli agenti stessi. Poiché appena sbarcato il migrante viene sottoposto al fotosegnalamento da parte di personale delle forze di polizia e poi messo in quarantena, il segretario Coco ha chiesto di valutare l'opportunità di prevedere la quarantena prima del fotosegnalamento a garanzia della salute degli agenti di polizia, ossia di invertire le due fasi successive allo sbarco. La vigilanza, che deve essere più rigida durante la quarantena, comporta un maggiore impiego delle risorse delle forze dell'ordine presenti sul territorio e rende più evidente la carenza di circa 3 mila uomini di Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di finanza. A farne le spese è il contrasto ai tipici fenomeni del territorio siciliano, caratterizzato, purtroppo, dalla presenza di criminalità organizzata autoctona. Ha segnalato le criticità relative alla struttura demaniale San Pietro, in contrada Cigoli (Ragusa), struttura non adeguata alla vigilanza e che non garantisce standard minimi di sicurezza anche in considerazione della carenza di personale. Il 23 giugno, dal centro di accoglienza di Comiso, 25 soggetti in quarantena sono sfuggiti alla vigilanza. Il centro di Siculiana è invece l'unico idoneo alla vigilanza. Per una vigilanza ottimale necessitano almeno cinque squadre, ciascuna da 20 uomini, per un totale, quindi, di cento uomini. Per quanto riguarda il contrasto al fenomeno del caporalato, il numero delle istanze ai sensi dell'articolo 103 del decreto Rilancio è stato esiguo (480 domande su 3.500-4 mila persone stimate). A tale riguardo, ha fatto presente che gli uffici immigrazione, laddove aumentasse il numero delle domande, non sarebbero attrezzati per far fronte a eventuali richieste che dovessero provenire dalle questure. Il segretario del SAP ha auspicato, quindi, che vengano attuati adeguamenti e potenziamenti del personale, istanza che abbiamo rappresentato al Ministro dell'interno Lamorgese in audizione la settimana scorsa qui al Comitato Schengen.
  A Lampedusa la delegazione è stata accolta a bordo di un pattugliatore della Guardia di finanza.
  Il 25 giugno, presso l'aula consiliare del comune di Lampedusa, la delegazione ha incontrato, insieme al prefetto Cocciufa, il questore Iraci, il sindaco Salvatore Martello, i rappresentanti del Comitato spontaneo di cittadini di Lampedusa, Giacomo Sferlazzo e Rosario Costanzo, che hanno hanno espresso il grave disagio per problemi legati non solo al fenomeno migratorio, che incide negativamente sul turismo, ma anche all'aumento di casi di tumore probabilmente originati dalla presenza di radar, antenne militari e civili e di altro materiale tossico. Hanno spiegato che le barche utilizzate dai migranti e spesso affondate, oltre a causare l'aggravamento di danni ambientali per inquinamento, provocano pesanti ripercussioni e nocumento all'attività della pesca marittima. Hanno quindi formalmente consegnato alla delegazione un documento nel quale si chiede la chiusura dell'hot spot, oltre all'esplicitazione delle altre tematiche sopra descritte e all'apertura di un ospedale. Pag. 9
  Il sindaco Martello ha confermato il danno arrecato all'attività di pesca dalle imbarcazioni affondate che vengono trainate dalle reti dei pescatori. Inoltre, le imbarcazioni utilizzate per gli sbarchi e lasciate senza ormeggi vanno a scontrarsi con i pescherecci, danneggiandoli.
  Relativamente al recente incendio doloso delle imbarcazioni di fortuna con cui i migranti arrivano sull'isola, sul quale sono in corso indagini per l'accertamento dei responsabili, il sindaco ha precisato che lo smaltimento dei resti del materiale carbonizzato deve avvenire secondo particolari procedure e quindi anche la relativa rimozione comporta delle difficoltà.
  Per quanto concerne la rottamazione delle imbarcazioni utilizzate per gli sbarchi, sequestrate e successivamente dissequestrate, Legambiente ha espresso parere favorevole. Alcune aree dell'isola sono già state in precedenza utilizzate a questo scopo e un'impresa locale ha già dato disponibilità per il deposito delle imbarcazioni da rottamare.
  Vorrei aggiungere nella relazione che a tal proposito sono intervenuti i colleghi Cimino, Perconti e De Filippo. Poi, se volete, possiamo aggiungere altro e mettere a verbale quello che ritenete.
  Il sindaco ha riferito che, alla richiesta di ottenere maggior controllo delle acque territoriali dell'isola a tutela dell'attività di pesca, dal Governo centrale è stato risposto che sul campo operano Guardia di finanza e Capitaneria di porto, ma ha osservato che queste sono impegnate per lo più nel fronteggiare i problemi legati all'immigrazione. Nel corso dell'intervento del sindaco è emerso il problema di carenza di organico del personale sanitario, aggravato dalla recente emergenza da Coronavirus, che ha influito sia sulla regolarità dei mezzi di trasporto che collegano l'isola alla terraferma, sia sull'impiego degli operatori sanitari presenti sull'isola, impegnati per i controlli sui migranti. Lo stesso Comitato spontaneo dei cittadini di Lampedusa ha sottolineato il grave disagio in cui versa l'isola a causa dell'assenza di un ospedale e di un idoneo presidio sanitario. Il consigliere comunale Filippo Mannino è intervenuto per sottolineare come l'amministrazione comunale non possa essere coinvolta e chiamata in causa per questioni per le quali non ha i poteri né i mezzi per la soluzione. Il prefetto Cocciufa ha ricordato che Lampedusa rappresenta un approdo di transito, ha invitato alla serenità necessaria per affrontare le difficoltà dei momenti in cui avvengono gli sbarchi e che occorre un lavoro di squadra. Ringrazia il sindaco per la collaborazione prestata e sottolinea la disponibilità dell'autorità ecclesiastica per aver fornito una struttura della Caritas per l'accoglienza. Finora a Lampedusa non sono stati riscontrati casi positivi al Coronavirus, tranne una situazione di criticità legata a un soggetto poi trasferito a Pozzallo. È in corso una gara dell'Agenzia delle Dogane per lo smaltimento delle imbarcazioni che provocano danni all'isola, azione resa tuttavia difficile a causa dei molteplici vincoli esistenti sull'isola. A conclusione dell'incontro, la delegazione si è recata, su invito del Comitato spontaneo dei cittadini, a piazza Libertà, ove era presente anche il sindaco, per svolgere un intervento istituzionale di saluto alla cittadinanza, saluto che ho rivolto io stesso in rappresentanza della delegazione intervenuta. La missione si è conclusa con un sopralluogo nell'hot spot che ospitava in quel momento 99 persone a fronte della capienza di 96 posti. Ad accogliere la delegazione, anche la vice direttrice Alice Bisso della Nova Facility, l'ente gestore che è subentrato dal 1° febbraio 2020 e resterà fino al 31 luglio 2020. Il sindaco ha ringraziato la delegazione per l'attenzione dedicata, ribadendo la preoccupazione che una mancata soluzione dei problemi evidenziati potrebbe sfociare in tre emergenze: la prima di carattere sanitario per la pandemia da Coronavirus, la seconda legata al flusso migratorio, la terza economica per le ripercussioni delle due precedenti e che potrebbe generare problemi di ordine pubblico e di tenuta del tessuto sociale. Inoltre, qualora non arrivino soluzioni ai problemi esposti, nel prossimo autunno si verificherà uno «sterminio» delle aziende locali. Al Governo nazionale si chiede dimostrazione di vicinanza non solo in termini verbali di Pag. 10solidarietà, ma in termini di interventi urgenti e concreti di tipo economico nei confronti della popolazione che per circa l'80 per cento vive di attività commerciali legate al turismo e rischiano il totale fallimento. Infine all'Europa si chiede di essere più presente in un territorio che da sempre, anche per motivi geografici, ne rappresenta una parte di frontiera. Il presidente del Comitato, Zoffili, anche a nome della delegazione, ha assicurato il suo impegno a riferire al Ministro dell'interno, in occasione dell'audizione prevista dinanzi al Comitato il 30 giugno, la necessità urgente di rafforzamento degli organici delle forze dell'ordine e dell'Esercito di «Strade sicure» presenti in loco, auspicando la presenza del Ministro dell'interno Lamorgese sull'isola per verificare di persona la situazione. Questa è la relazione che sottoponiamo al Comitato. Per modifiche, integrazioni e commenti siamo a disposizione. Onorevole De Filippo.

  VITO DE FILIPPO. Innanzitutto grazie al presidente, per la relazione molto dettagliata. Io non so se dobbiamo licenziarla oggi o abbiamo qualche ora o giorno di tempo. Ci sono due o tre questioni che volevo segnalare. La prima. Quando si parla dell'intervento del sindaco di Agrigento sui minori stranieri non accompagnati, io ricordo un'altra questione. Può darsi che sia io a ricordare male. Ci si è riferiti non ai minori stranieri non accompagnati, ma ai minori che sono stati oggetto di provvedimenti giudiziari. È un'altra questione, credo, totalmente diversa da quella dei minori stranieri non accompagnati. Si può fare un approfondimento con l'amministrazione e con il sindaco? Perché i minori non accompagnati – vado a memoria, quindi senza aver fatto una verifica legislativa – hanno delle tutele che sono scritte nelle norme del nostro Paese. Quelle sanitarie, se sono con autorizzazione e con permesso, hanno la garanzia e la copertura dei livelli essenziali di assistenza del sistema sanitario italiano. Se non hanno permesso, hanno la copertura soltanto di attività in termini di emergenza e urgenza sanitaria. Io credo che il sindaco si riferisse a un'altra pratica. Può darsi che mi sbagli. I comuni sono obbligati ad assistere alcune fattispecie di casistiche di minori che hanno avuto provvedimenti giudiziari, ma non minori stranieri. Può darsi che sbagli, ma vi chiederei di approfondire perché mi sembra di avere capito così.
  Per la verità e non per essere vanesi, siamo intervenuti, presidente, io e tutti i colleghi in tutte le riunioni. Io, Perconti, Cimino. Ovviamente non voglio sottovalutare il protagonismo del collega Iwobi che è stato esemplare. Siamo intervenuti tutti ripetutamente. Nella prefettura di Ragusa, dopo l'introduzione della prefetta che è stata molto seria e molto serena, ci è stato descritto un fenomeno che, secondo la prefetta, nonostante una casistica e un'emergenza che si ripetono da tantissimi anni – da quanto ricordo – nonostante queste circostanze, il fenomeno viene gestito efficacemente, serenamente dalle istituzioni e in modo speciale da un'attività di sinergia che la prefettura, le amministrazioni locali e le forze di polizia sanno garantire su quel territorio. A questa introduzione del prefetto, ho fatto una specifica domanda in quella circostanza. Mi farebbe piacere se venisse riportata nel testo della relazione, a meno che non prendiamo una decisione diversa, che pure posso condividere. Mettiamo soltanto le questioni che ha detto il presidente ed evitiamo di citare tutti i colleghi. Io sono disponibile ad essere anche più sintetico nella descrizione. Ma io feci una specifica domanda alla prefetta, le chiesi: «Ho capito bene? Voi state dicendo che nonostante l'emergenza sia così datata da tanti anni, vivete queste circostanze con molta serenità, con molta tranquillità e con grandi capacità di governare il fenomeno?» La risposta a questa mia domanda fu: «Sì». Io non so se i colleghi ricordano.
  Ovviamente siamo intervenuti anche a Lampedusa. Io ho chiesto come veniva governato il processo di smaltimento dei relitti delle barche che, come abbiamo visto tutti, purtroppo, sono presenti sia nel porto di Lampedusa che in qualche altra parte dell'isola. È veramente una strana e difficile operazione di smaltimento che io non conoscevo e non mi spiegavo. A questa nostra sollecitazione la prefetta ha garantito Pag. 11 al sindaco che si stavano mettendo in campo tutte le procedure, anche di velocizzazione, affinché questa operazione di smaltimento dei relitti dalle barche si realizzasse nei termini e nei modi più veloci possibili, senza quel clamoroso impatto ambientale che è anche negativo in termini turistici.
  Siamo intervenuti anche ad Agrigento. È stato sottolineato ripetutamente – c'è un passaggio della relazione che lo riporta – dai dirigenti dell'USMAF, da quelli della Croce Rossa e anche dalla prefetta, come la scelta della nave per la quarantena si sia rivelata efficacissima. A me così è apparso, ovviamente il dibattito visto da Roma si può interpretare legittimamente in modo diverso, ma noi abbiamo trovato amministratori e dirigenti della Croce Rossa, sereni, tranquilli, quasi a dire «non allarmatevi troppo perché il fenomeno lo conosciamo, è pluriennale». Ovviamente in questa fase, anche di coincidenza con la pandemia, ha prodotto qualche preoccupazione in più, ma la scelta della nave e tutto il resto ci è sembrato gestito nel migliore dei modi. Se nella relazione non si vogliono riportare le dichiarazioni che ricordo, da attribuire al prefetto, mi farebbe comunque piacere che venisse annotato il mio pensiero come l'ho interpretato e capito. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole De Filippo. Il suo intervento risulterà dal resoconto stenografico di questa seduta. Se lo riteniamo opportuno, possiamo riaggiornare la seduta con un testo integrato da eventuali altre vostre osservazioni. Possiamo riprendere quanto espresso oggi o quanto vorrete far pervenire agli uffici di segreteria del Comitato. Onorevole Perconti, prego.

  FILIPPO GIUSEPPE PERCONTI. Io volevo fare qualche piccola precisazione, se possibile. A pagina quattro, a proposito di screening nell'hot spot di Pozzallo, vorrei che fosse riportato che questa struttura è ben isolata e lontano dal centro abitato perché potrebbe sembrare che ci sia un trasferimento, quando in realtà con la nave si arriva proprio nella banchina all'interno dell'hot spot. Seconda osservazione: quando il gestore di Villa Sikania ha dichiarato che si sta avvicinando la campagna elettorale e che ha ospitato 450 persone, ricordo che ha citato anche un altro dato. Magari si può approfondire, anche tramite una telefonata che posso fare anche io. Mi pare che si parla di circa 60 mila persone che sono passate dal centro di Siculiana negli ultimi anni e che tutta questa emergenza è nata adesso.
  Infine, da siciliano, volevo segnalare un tratto un po' stereotipato. Io non ricordo che il poliziotto del sindacato autonomo di polizia abbia parlato di «tipici fenomeni del territorio siciliano, caratterizzato dalla presenza di criminalità organizzata». Ci mancava una coppola e facevamo «Il Padrino».

  PRESIDENTE. La interrompo, onorevole Perconti. Anche a me è balzato all'occhio quando ho letto la relazione. Togliamo assolutamente quel termine, scusandoci.

  FILIPPO GIUSEPPE PERCONTI. Nella stessa pagina si dice che le 480 domande di richiesta di regolarizzazione siano un numero esiguo. Di fatto sono il più alto della provincia e il più alto d'Italia. Si parla quasi di un 20-25 per cento, mi pare, quindi forse è un dato importante più che esiguo. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Togliamo quel passaggio come evidenziato. Prendiamo atto e registriamo i rilievi. Senatore Iwobi, prego.

  TONY CHIKE IWOBI. Presidente, la ringrazio per la sua relazione e per l'opportunità di questa missione che ci ha consentito di vedere da vicino la realtà dell'immigrazione irregolare che sta avvenendo sotto gli occhi di tutti in questo nostro Paese.
  Condivido le osservazioni dei miei colleghi. Non si deve assolutamente giustificare l'immigrazione illegale che sta avvenendo nel Paese in questo momento. Su questo è stato il mio intervento. Ritengo giusto che nella relazione vengano riportati Pag. 12gli interventi dei colleghi anche per conoscere il loro pensiero. Ricordo che sto lavorando a una relazione anche in Senato, una risoluzione sull'immigrazione e il suo impatto futuro su questo Paese. Auspico che quando sarà pronta, anche i partiti di maggioranza voteranno insieme a noi, perché è giusto che l'immigrazione illegale in questo Paese venga regolarizzata in modo efficace. In un momento in cui il Paese sta attraversando la pandemia, la crisi sanitaria, non possiamo assolutamente permetterci di continuare a gestire o parlare di immigrazione irregolare. Per quanto riguarda il decreto Sicurezza, piuttosto di smantellarlo come hanno sempre auspicato, mi auguro che venga potenziato perché è il momento di guardare la realtà in faccia. Quello che sta succedendo oggi, e non mi stancherò mai di ripeterlo, non ha nulla a che vedere con l'immigrazione che conosciamo, l'immigrazione reale in quanto tale. Quindi dobbiamo dire «basta» all'immigrazione irregolare. Quando sarà pronto il documento finale, ne discuteremo e lo esamineremo, ognuno cercherà di portare i propri pensieri in merito. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore Tony Iwobi e grazie ai nostri uffici. Dagli appunti che sono stati presi, cercheremo di riportare una sintesi degli interventi dei colleghi parlamentari. Ho riletto il passaggio a cui faceva riferimento l'onorevole Perconti rispetto all'aggettivo «tipici» che è stato usato, in relazione ai fenomeni di criminalità organizzata autoctona. La parola «mafia» potrebbe creare dei fraintendimenti, nonostante il fenomeno sia nato nella regione siciliana. L'impegno di noi tutti è quello di combatterlo per contrastarlo, annientarlo, cancellarlo dalla faccia della terra, perché in Sicilia, in altre regioni del Paese, ma anche a livello internazionale, ha portato morte, crimine, dolore. Anche questo Comitato, che ha portato in audizione il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Cafiero de Raho, è in prima linea nella lotta alla mafia che deve essere un impegno di ogni cittadino perbene e soprattutto di ogni parlamentare. A tale proposito ricordo che quest'anno, a causa dell'emergenza sanitaria, non è stato possibile lo svolgimento delle manifestazioni dell'associazione antimafia Libera. L'anno scorso ho partecipato a quella che si è tenuta a Como e sono momenti sempre molto toccanti. Nel tenere conto degli interventi dei colleghi nell'ambito della missione, integriamo la relazione e riaggiorniamo la seduta.

  TONY CHIKE IWOBI. Presidente, ritengo opportuno che siano inseriti anche riferimenti alle mafie nigeriane, purtroppo presenti anche esse sul territorio italiano.

  PRESIDENTE. Sono d'accordo. Rinvio ad altra seduta il seguito dell'esame della relazione sulla missione in Sicilia.

  La seduta termina alle 15.00.