XVIII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 15 di Giovedì 30 aprile 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Zoffili Eugenio , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELL'AREA SCHENGEN, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL'ATTUALITÀ DELL'ACCORDO DI SCHENGEN, NONCHÉ AL CONTROLLO E ALLA PREVENZIONE DELLE ATTIVITÀ TRANSNAZIONALI LEGATE AL TRAFFICO DI MIGRANTI E ALLA TRATTA DI PERSONE

Audizione del capo dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione, Michele di Bari, su fenomeni migratori ed emergenza sanitaria COVID-19.
Zoffili Eugenio , Presidente ... 3 
Di Bari Michele , capo dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione ... 4 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 8 
Perconti Filippo Giuseppe (M5S)  ... 8 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 8 
Zuliani Cristiano  ... 8 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 9 
Galizia Francesca (M5S)  ... 9 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 9

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
EUGENIO ZOFFILI

  La seduta inizia alle 9.10.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sulla web TV della Camera dei deputati con modalità sperimentale.

Audizione del capo dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione, Michele di Bari, su fenomeni migratori ed emergenza sanitaria COVID-19.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza del capo dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione, prefetto Michele di Bari, sull'emergenza sanitaria COVID-19 connessa ai fenomeni migratori in atto. Trattandosi di un'audizione formale, collocata nell'ambito dell'indagine conoscitiva in corso, di essa sarà redatto un resoconto stenografico.
  Ricordo che il prefetto Di Bari è stato designato dal Ministro dell'interno a svolgere l'audizione odierna.
  Comunico che in data 28 aprile ho trasmesso al Ministro dell'interno una lettera con le principali questioni emerse a seguito dell'audizione dei sindaci di Lampedusa, Porto Empedocle e Pozzallo, a cui auspico il prefetto possa già fornire, con l'audizione di oggi, le prime risposte.
  Alle 10 alla Camera dei deputati ci sarà l'audizione del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, quindi dovremmo riuscire a finire entro quell'ora. Chiedo, pertanto, massima sintesi. I principali quesiti posti riguardano: il tema migratorio; l'eccessivo affollamento degli hotspot con conseguente rischio di non poter garantire il rispetto delle regole di distanziamento; gli sbarchi continui di migranti ospitati nello stesso hotspot che vanificano la quarantena; quali siano le misure adottate nello specifico per assicurare l'osservanza del divieto di allontanamento dei migranti dagli hotspot; il rischio di esposizione al contagio per operatori e forze dell'ordine; il trasporto dei migranti senza dispositivi di protezione sui traghetti di linea a Lampedusa e Porto Empedocle; quali misure di protezione dal contagio siano state adottate nello specifico durante i trasferimenti dei migranti in pullman da un comune all'altro per la loro allocazione nei centri di accoglienza; la necessità della presenza di una nave nel canale di Sicilia per assicurare la quarantena; la necessità di maggiori controlli medici al momento dello sbarco all'interno delle strutture di accoglienza, come dimostra l'arrivo, giorni fa, a Pozzallo, di un migrante con gravi sintomi di Coronavirus evidentemente non rilevati da alcun controllo all'arrivo all'hotspot; la gestione dei tamponi per gli immigrati in quarantena. (su questo si sono soffermati molto i sindaci, in particolare il sindaco di Lampedusa). Si chiede, in particolare, di sapere se vengano eseguiti i tamponi a tutti i migranti prima che escano dall'hotspot e di quale autorità (sindaco, prefettura, gestore del centro e autorità sanitaria locale) sia la competenza all'interno degli hotspot per poter disporre l'esecuzione dei tamponi all'interno degli stessi. In sostanza, in sintesi, si chiede di sapere a chi fa capo la competenza dell'esame dei tamponi nei confronti Pag. 4 delle persone ospitate negli hotspot e, aggiungo, nei confronti del personale. Si chiede che il direttore dell'hotspot debba essere un esponente del comune, come avveniva precedentemente, e soprattutto che il sindaco sia messo nelle condizioni di poter controllare più facilmente l'operato delle cooperative, in quanto allo stato attuale i comuni non possono verificare efficacemente ciò che accade negli hotspot e nei centri di accoglienza. Si ritiene opportuno un maggior controllo degli sbarchi fantasma: proprio l'altro ieri abbiamo visto l'immagine di una imbarcazione con cento migranti arrivata autonomamente a Lampedusa. Chiediamo informazioni e conto anche di questo arrivo. Chiediamo inoltre notizie circa l'effettiva attuazione del decreto porti chiusi. In ultimo, se durante l'emergenza da Coronavirus siano state adottate direttive europee a sostegno della gestione dei migranti.
  Do quindi la parola al prefetto Michele di Bari, che ringrazio per aver accettato il nostro invito, pregandolo cortesemente di riuscire a sintetizzare il suo intervento. Darò poi la parola ai colleghi deputati e senatori, a cui chiedo estrema sintesi, per poi restituirla al prefetto per le risposte finali. Grazie.

  MICHELE DI BARI, capo dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione. Grazie, onorevole presidente, auguro a tutti una buona giornata. Mi sia consentito di esprimere un sentito ringraziamento alla signora Ministro dell'interno, Luciana Lamorgese, per la delega che mi ha conferito e per la fiducia. Ringrazio lei che mi consente di illustrare le attività messe in campo e le misure adottate per la gestione del fenomeno migratorio in relazione all'emergenza in atto. Saluto gli onorevoli deputati e i senatori componenti del Comitato. Poiché non abbiamo molto tempo disponibile, le farò pervenire la relazione su tutti i punti rappresentati. Prima, però, di illustrarle i punti posti dai tre sindaci vorrei che mi fosse consentito uno spazio temporale di pochi minuti per leggere almeno le prime due pagine del contesto in cui il fenomeno migratorio in ambito nazionale si pone e ciò che le prefetture hanno fatto e stanno facendo, anche su input del dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione, in materia di centri di accoglienza e di trattenimento. L'attenzione dei prefetti è stata rivolta sin dall'inizio sia alle ipotesi di nuovi arrivi che alle persone già in alloggio nei centri di accoglienza, di trattenimento, e nei SIPROIMI (sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati), tenendo presente che la popolazione complessiva dei migranti in queste strutture, in Italia, ad oggi ammonta a circa 85 mila migranti. Per le ipotesi di sbarchi di migranti è stata richiamata l'attenzione dei prefetti interessati sulle disposizioni diramate sin da subito dal Ministero della salute in materia di controlli sanitari, raccomandando la puntuale applicazione delle procedure previste. Aggiungo soltanto una postilla: tutto ciò che dirò adesso, compatibilmente con ciò che si può fare, è stato già effettuato anche per i migranti che arrivano dalla rotta balcanica, cioè terrestre (ad esempio Trieste). All'arrivo in porto della nave, viene effettuato un primo controllo a bordo da parte del personale sanitario USMAF (uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera) sull'eventuale presenza di patologie infettive. A seguito dello sbarco, sulla banchina, viene effettuato un primo screening da parte delle autorità sanitarie pubbliche e poi, una volta trasferiti all'interno dell'hotspot, nel centro di prima accoglienza, viene effettuata una visita medica per valutare le condizioni di salute e di vulnerabilità dei migranti. In ogni caso, per i migranti sinora giunti sulle nostre coste è stata disposta la misura preventiva dell'isolamento per almeno quattordici giorni, come previsto dal decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e del Ministro della salute del 17 marzo. Ma il Ministero dell'interno, su input della signora Ministro Lamorgese, prima di questo decreto ha già applicato questa misura. Infatti, fin dal 23 febbraio – giorno dello sbarco della nave Ocean Viking a Pozzallo – ancor prima quindi del decreto del 17 marzo scorso e che ne fosse prevista l'applicazione obbligatoria, avevamo già applicato questa misura nei confronti di 1.480 Pag. 5migranti ivi compresi quelli soccorsi dalle navi Alan Kurdi e Aita Mari. È stata applicata a tutti la misura della quarantena. C'è un'interlocuzione per i 183 migranti della Alan Kurdi e della Aita Mari, che sono attualmente in isolamento sulla nave Rubattino nel porto di Palermo. C'è una fitta interlocuzione istituzionale tra la signora Ministra Lamorgese e l'omologo Ministro tedesco. La misura preventiva dell'isolamento è altresì assicurata, come dicevo prima, per le ipotesi di arrivi attraverso i confini terrestri. L'altro ieri abbiamo avuto una conferenza, un'ennesima conferenza, con i colleghi della regione Friuli Venezia Giulia, dove si verificano questi ingressi terrestri e sono state ulteriormente perfezionate le misure da adottarsi. Solo al termine di tale periodo e sempre che non siano emersi casi di positività al virus, i migranti possono, ove ritenuto necessario, essere trasferiti in altre strutture di accoglienza, previo rilascio di idonea certificazione sanitaria. Nell'ambito, quindi, dell'accoglienza di primo e secondo livello, nonché nei centri di trattenimento, è stata segnalata l'esigenza di assicurare il rispetto delle vigenti disposizioni attraverso un costante collegamento con gli enti gestori dei centri, con il duplice obiettivo di monitorare il rispetto delle prescrizioni imposte e di intercettare eventuali difficoltà operative. In particolare, tra l'altro, è stato chiesto anche di assicurare un'adeguata informazione ai migranti sui comportamenti da seguire sia attraverso i mediatori culturali sia attraverso un'informativa scritta, anche facendo ricorso a materiale predisposto dalle organizzazioni internazionali impegnate nel settore, come OIM o UNHCR, e di garantire la disponibilità di materiale per l'igiene della persona e una maggiore pulizia dei locali, nonché di adottare misure idonee per il rispetto del divieto di spostamenti limitati esclusivamente a comprovate esigenze non rinviabili. Proprio ieri è stato pubblicato il decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, Cura Italia, in cui sono previste delle norme, ad iniziativa della signora Ministro Lamorgese, che facilitano l'adozione di queste misure, perché da una parte prevedono la prosecuzione dell'accoglienza nei centri anche per i migranti che non ne abbiano più i requisiti, per garantire la prioritaria esigenza di assicurare il divieto di circolazione e arginare la diffusione del virus, e dall'altra parte è stata data la possibilità ai prefetti, e quindi agli enti gestori, di aumentare il budget previsto per l'adozione delle misure sanitarie per assicurare la conformità a tutte le misure che i protocolli sanitari prevedono in materia. Le disposizioni in parola sono contenute nell'articolo 86-bis del citato decreto-legge.
  È stata altresì segnalata alle prefetture quale possibile supporto informativo per i gestori dei centri una guida pratica pubblicata da Emergency sulle modalità di realizzazione di una adeguata gestione degli spazi, sulla sanificazione degli ambienti, sulle norme igieniche nonché sull'osservanza attiva degli ospiti (rilevamento dei sintomi e rilevazione della temperatura).
  Per quanto riguarda la distanza interpersonale, per evitare forme di assembramento anche durante l'erogazione dei pasti, è stata fornita ai prefetti un'indicazione ben precisa per individuare specifici spazi all'interno dei centri o idonee strutture in caso si rendesse necessario l'isolamento fiduciario di quattordici giorni.
  Queste misure ci hanno consentito di dire fino a questo momento, a meno che non ci sia un'inversione di tendenza, che per esempio, a fronte di una popolazione di 85 mila persone nei centri di prima accoglienza, non si è registrato un numero significativo di casi di positività, salvo due casi specifici che sono accaduti già rientrati a Bolzano e a Verona. Complessivamente, a fronte del dato nazionale che al 28 aprile registra una percentuale di casi di positività pari allo 0,17 per cento della popolazione nazionale, nelle strutture di seconda accoglienza del SIPROIMI (sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e minori stranieri non accompagnati), quindi su una popolazione di 22.214 migranti, abbiamo soltanto sette casi di contagio, pari allo 0,03 per cento.
  È evidente che tutte queste misure ci hanno consentito di essere attenti, attraverso la rete dei prefetti e dei collaboratori che ringrazio, nel verificare tutto ciò che Pag. 6accade nella vasta rete dei centri di accoglienza.
  Per quanto riguarda in maniera specifica ciò che chiedono i tre sindaci di Pozzallo, Lampedusa e Porto Empedocle devo subito riferire al Comitato che con i tre sindaci c'è stata sin da subito e da tempo un'interlocuzione istituzionale davvero proficua e importante, tanto che, come capo dipartimento, mi sento di ringraziare i sindaci per la collaborazione che offrono.
  In merito all'eccessivo affollamento degli hotspot a seguito degli sbarchi che vanificherebbe la quarantena, preciso che recentemente a Lampedusa nel giro di pochi giorni, tra il 6 e l'8 aprile, sono complessivamente sbarcate 158 persone, di cui 50 immediatamente trasferite a Pozzallo, mentre le altre hanno effettivamente riempito tutti i posti disponibili nell'hotspot.
  Quindi se facciamo un calcolo (158 meno 50 = 108 migranti) nell'hotspot di Lampedusa non c'è stato alcun sovraffollamento. Nello stesso centro sono state accolte successivamente nove persone trasferite a seguito di vista medica effettuata sulle ONG Alan Kurdi e Aita Mari, determinando quindi la prosecuzione della quarantena come da disposizione dell'ordinanza del sindaco. Quindi da prima che fosse obbligatoria, tutti i migranti sbarcati a Lampedusa e sulla costa siciliana sono stati sottoposti a rigorosa quarantena. Le persone sbarcate successivamente a Lampedusa sono state immediatamente trasferite in specifiche strutture della provincia attivate per lo svolgimento della quarantena. Per procedura se l'hotspot di Lampedusa è pieno come in questo momento e arrivano sbarchi autonomi, i migranti vengono immediatamente trasferiti sulla terra ferma e collocati in centri di accoglienza per lo svolgimento della prevista quarantena.
  Per quanto riguarda l'hotspot di Pozzallo non si sono assolutamente verificate situazioni di sovraffollamento, né di sovrapposizione di persone. Questo è stato chiarito ampiamente anche al sindaco di Pozzallo, con il quale c'è una interlocuzione quasi quotidiana e che ringrazio.
  Per l'unico evento di sbarco avvenuto il 12 aprile sulle coste del ragusano di 111 migranti è stata predisposta ai fini della quarantena la struttura Don Pietro.
  Per quanto concerne la domanda su quali siano le misure per assicurare il divieto di allontanamento, per l'hotspot di Lampedusa e per le strutture della provincia di Agrigento, dove i migranti sono collocati in quarantena, il prefetto di Agrigento ha assicurato, tramite il questore e attraverso interlocuzione diretta con le altre forze di polizia, il rafforzamento della vigilanza. È stata una specifica esigenza e raccomandazione, anzi più che raccomandazione una disposizione della signora Ministro Lamorgese e i tanto lamentati episodi di allontanamento non si sono ripetuti a seguito delle misure adottate. Teniamo conto che gli allontanamenti hanno riguardato tre persone a Lampedusa e tre persone a Porto Empedocle, tra l'altro immediatamente riprese e riportate nel centro. Anche a Pozzallo, come il sindaco avrà avuto modo di riferire al Comitato, è stata ed è assicurata una stretta vigilanza dell'hotspot.
  In merito al rischio di esposizione al contagio per operatori, forze all'ordine e migranti senza protezione durante i trasporti sui traghetti di linea, la prefettura di Agrigento ha disposto, anche per il nostro tramite, che il gestore del centro dell'hotspot fornisca ai migranti in uscita dall'hotspot le mascherine. Tutto il personale delle forze di polizia è dotato di dispositivi di protezione individuale. A bordo del traghetto, cioè durante la fase di trasferimento, i migranti sono in un salone isolati dagli altri viaggiatori e vigilati dalle forze di polizia. Il salone della nave viene poi ogni volta sanificato su disposizione dell'azienda sanitaria provinciale.
  Riguardo le misure di protezione durante i trasferimenti in pullman da un comune all'altro, i migranti, dotati di certificazione sanitaria (prima di trasferirli viene assicurato che venga acquisita la idonea certificazione sanitaria), vengono collocati ben distanziati tra loro. Il conduttore del mezzo è dotato del dispositivo di protezione individuale. Il mezzo è sempre sanificato al termine del viaggio, così come ci Pag. 7viene comunicato dalla prefettura di Agrigento.
  Sulla necessità di maggiori controlli medici al momento dello sbarco, sin dai primi giorni dell'emergenza sanitaria è stata richiamata l'attenzione dei prefetti sulle disposizioni diramate dal Ministero della salute in materia di controlli sanitari, raccomandando la puntuale applicazione delle procedure previste. All'arrivo della nave vi è un primo controllo da parte dell'USMAF (uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera), cioè dei medici della polizia di frontiera. Dopo un primo screening sulla banchina da parte delle autorità sanitarie pubbliche, una volta trasferiti nell'hotspot – il centro di prima accoglienza – vengono sottoposti a una visita medica per valutare le condizioni di salute e di vulnerabilità dei migranti.
  A questo proposito, proprio per facilitare questo compito, i prefetti sono stati autorizzati a modificare le convenzioni attualmente in corso con i gestori dei centri, al fine di consentire la copertura delle maggiori spese per assicurare le misure di prevenzione igienico sanitarie previste.
  In merito alla gestione dei tamponi degli immigrati in quarantena, a livello nazionale non è prevista l'effettuazione dei tamponi per i migranti in arrivo. Alla luce dell'ordinanza della regione siciliana n. 7 del 2020 che prevede che tutti i soggetti sottoposti a quarantena, anche italiani, debbano essere sottoposti a tampone, le prefetture, di intesa con le ASL (azienda sanitaria locale) competenti, stanno svolgendo questa attività.
  Per quanto concerne la domanda sulla opportunità che il direttore dell'hotspot sia un esponente del comune come in passato, rispondo che l'affidamento della gestione dell'hotspot direttamente al comune non è consentita dal vigente capitolato generale, di circa due anni fa, che regola le modalità di affidamento dei servizi di accoglienza e dei centri per gli immigrati. La vigilanza sul rispetto degli impegni assunti contrattualmente dall'ente gestore è esercitata dalla prefettura, anche sulla base delle indicazioni fornite dal dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione. Peraltro, sulla base dello stesso capitolato e delle direttive impartite dal dipartimento, la prefettura, in particolare quella di Agrigento, svolge i controlli sui centri di accoglienza anche mediante nuclei ispettivi interistituzionali ai quali può partecipare anche l'ente locale. Una vicenda che, sin dal mio insediamento a questo dipartimento, ho chiarito con il sindaco di Pozzallo. Gli ho riferito che il sindaco, anche nella qualità di autorità sanitaria locale, previa informativa al prefetto, può entrare nel centro di accoglienza. Non mi risulta che fino a questo momento vi siano state difficoltà. Per quanto concerne il maggior controllo degli sbarchi «fantasma» è un tema prioritario nell'agenda della signora Ministra Lamorgese, perché questo tipo di sbarchi sono presenti da più anni e anche in questo caso noi stiamo facendo di tutto perché questo fenomeno possa essere affievolito. Anche ieri, in un'interlocuzione con i vertici delle forze di polizia, la signora Ministro Lamorgese ha ribadito questo concetto. Vorrei portare a conoscenza del Comitato che la quota di sbarchi autonomi registrata nel 2019 era pari all'80 per cento, mentre nel 2020 si attesta al 51 per cento, quasi eguagliando la quota di eventi SAR (search and rescue) occorsi nel medesimo periodo (49 per cento). Ciò dimostra che il fenomeno degli sbarchi è sempre presente, ma ultimamente gli sbarchi autonomi, rispetto alla percentuale del 2019, sono diminuiti. È diminuita la presenza dei migranti nei centri di accoglienza, che da circa 135 mila nel 2018 giunge al 28 aprile 2020, a 85.123. Rispondo alla richiesta di chiarimenti sull'effettiva attuazione del decreto interministeriale del 7 aprile. Certamente c'è una effettiva attuazione perché questo decreto ha inciso in maniera determinante sulle navi ONG Alan Kurdi e Aita Mari, battenti bandiera non italiana che non sono state autorizzate ad attraccare nel porto; tant'è che le due navi sono in rada per l'isolamento per quarantena del personale di bordo, mentre i migranti, come detto precedentemente, sono stati trasferiti sull'altra nave in rada al porto di Palermo.
  Per le misure di quarantena, lo scorso 16 aprile, la Commissione europea ha adottato Pag. 8 una comunicazione dal titolo «Covid-19. Linee guida sull'attuazione e delle disposizioni dell'Unione Europea nel settore delle procedure di asilo e di rimpatrio e sul reinsediamento», con cui noi riteniamo di essere in linea. Si prevede, ad esempio, che le misure di quarantena o isolamento possano essere applicate nei confronti dei richiedenti protezione internazionale, in base al diritto nazionale, purché tali misure siano ragionevoli, proporzionate e non discriminatorie e anche per i cosiddetti dublinanti, a seguito di Covid-19, la Commissione ha raccomandato a tutti gli Stati membri di sospendere i trasferimenti e di riprenderli non appena sia materialmente possibile.
  Sono disponibile eventualmente per altri chiarimenti. Grazie a lei, presidente, e agli onorevoli e senatori, componenti del Comitato.

  PRESIDENTE. Grazie prefetto. Do la parola all'onorevole Perconti.

  FILIPPO GIUSEPPE PERCONTI. Grazie innanzitutto, eccellenza, per la sua relazione. Premesso che io sono stato eletto nel collegio che comprende anche Agrigento, devo dire che la questione migranti in provincia di Agrigento è ormai annosa. Grazie all'Accordo di Malta, siamo riusciti a stabilire un principio per il quale chi arriva in Italia, arriva in Europa. Però, in realtà, arriva sempre ad Agrigento ed è gestito dalla prefettura di Agrigento, che è costretta a trovare delle strutture, a mio avviso, alle volte anche precarie, per gestire tali flussi. Quindi, visto il suo nuovo ruolo, io le chiedo se, anche in questo contesto di emergenza nell'emergenza, si riesca a creare una piccola task force o a gestire in maniera più dislocata territorialmente tale emergenza. Infatti, siamo soltanto all'inizio della stagione estiva, lei sa meglio di me che questo è un fenomeno in crescita e che sarà in crescita nei prossimi mesi. Già all'inizio della stagione estiva ci ritroviamo decine, anzi centinaia, di lampedusani in rivolta. Il sindaco di Siculiana e il sindaco di Porto Empedocle sono ormai stremati. La sindaca di Porto Empedocle ha emanato un'ordinanza (anche impropriamente per certi versi) con la quale addirittura ha vietato gli sbarchi. Io sono stato in tutti gli hotspot e le posso dire che la quarantena è sì garantita, ma fino ad un certo punto, mi sento di dire, perché ci sono 40, 50, 60 migranti messi all'interno di un'unica stanza. Si è accerchiati dal cordone del personale di polizia, che ringrazio per il lavoro svolto quotidianamente, che è comunque soggetto a possibili contaminazioni, vista la presenza all'interno degli hotspot.
  Vorrei sapere perché la nave è stata posta sulla costa tirrenica dove non avvengono sbarchi e non sulla costa mediterranea, ossia tra Lampedusa e Porto Empedocle, dove avvengono quotidianamente (oggi siamo a circa 50 arrivi di migranti al giorno).
  Le chiedo inoltre se venerdì, grazie alla manifestazione di interesse che avete pubblicato, è stata trovata la nave di cui avevamo discusso negli scorsi giorni.
  C'è la volontà del Viminale di posizionare una nave tra Lampedusa e Porto Empedocle? Grazie.

  PRESIDENTE. Il senatore Zuliani, prefetto, è anche il sindaco del comune veneto di Concamarise.

  CRISTIANO ZULIANI. Grazie, presidente. Buongiorno sua eccellenza prefetto. Sarò brevissimo e limiterò le domande. Non ritiene che i comuni debbano avere più poteri di controllo sugli hotspot e sulla gestione degli stessi affidati alle cooperative, in quanto allo stato attuale, i comuni non possono verificare efficacemente ciò che accade all'interno degli hotspot e dei centri di accoglienza? Ricordo la richiesta dei sindaci auditi in data 22 aprile sulla necessità che il direttore dell'hotspot debba essere un esponente del comune, come avveniva precedentemente, e soprattutto che il sindaco sia messo nelle condizioni di poter controllare più facilmente l'operato delle cooperative. Vorrei inoltre sapere quale sia il costo economico giornaliero della nave-quarantena, ormeggiata in rada a Palermo, e se sia necessario l'utilizzo di quello che è uno dei più grandi traghetti d'Italia, dotato di ogni comfort: ristorante, bar, negozio, infermeria, cinema, area giochi per Pag. 9bambini e solarium. A Verona, nell'Hotel Monaco, cento migranti sono risultati positivi. Precedentemente a questo accadimento ho avuto modo di confrontarmi con la prefettura di Verona per capire come veniva gestita l'attività lavorativa dei richiedenti asilo. Un funzionario della prefettura mi ha detto che, da circolari arrivate alle prefetture, nei grandi centri, come gli hotel, dove vi erano molti soggetti, ai richiedenti asilo è vietato svolgere attività lavorative, in particolare come quelle di rider che comportano maggiori contatti e conseguente possibilità di contagio da Coronavirus. Dal territorio limitrofo al mio comune si verifica un passaggio di richiedenti asilo sul mio. Vi è un hotel dal quale, come puntualmente da me constatato, tutte le mattine nei giorni feriali e festivi, vediamo i migranti che si spostano e vanno a lavorare. Qual è il discrimine fra il grande centro di richiedenti asilo, dove è vietato il lavoro, oppure il piccolo CAS (centro di accoglienza straordinaria), dove comunque i richiedenti, se in regola, possono andare a lavorare? Grazie.

  PRESIDENTE. Volevo chiedere al prefetto la disponibilità per una risposta scritta e l'eventuale disponibilità per un aggiornamento di questa audizione nel Comitato per una data da concordare. Prego, onorevole Galizia.

  FRANCESCA GALIZIA. Grazie prefetto, la ringrazio per il suo intervento molto puntuale. In merito all'ultima domanda, relativa alle direttive europee a sostegno della gestione dei migranti, volevo fare un focus maggiore. Come ha già anticipato, lo scorso 16 aprile la Commissione Europea ha dato maggiore flessibilità all'interpretazione delle normative europee in tema di immigrazione e si stanno rivedendo le procedure di asilo, di rimpatrio e di reinserimento. Le volevo chiedere se per lei queste misure fossero già sufficienti. In realtà, anche la commissaria europea agli Affari interni sta lavorando sulla nuova proposta per l'asilo e su altre norme che, come sa benissimo, l'Italia sta sollecitando da tempo, perché non può essere l'unico Paese, uno dei pochi Paesi, che deve fronteggiare da sola il fenomeno migratorio. Le volevo chiedere infine se, già come Ministero dell'interno, state lavorando a delle proposte da portare alla Commissione europea per poter affrontare l'emergenza immigrazione subito dopo l'emergenza Covid. Grazie.

  PRESIDENTE. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.50.