XVIII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 14 di Mercoledì 22 aprile 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori
Zoffili Eugenio , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELL'AREA SCHENGEN, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL'ATTUALITÀ DELL'ACCORDO DI SCHENGEN, NONCHÉ AL CONTROLLO E ALLA PREVENZIONE DELLE ATTIVITÀ TRANSNAZIONALI LEGATE AL TRAFFICO DI MIGRANTI E ALLA TRATTA DI PERSONE

Audizione dei sindaci di Lampedusa, Salvatore Martello, di Porto Empedocle, Ida Carmina e di Pozzallo, Roberto Ammatuna, su fenomeni migratori ed emergenza sanitaria COVID-19.
Zoffili Eugenio , Presidente ... 3 
Martello Salvatore , sindaco di Lampedusa ... 3 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 3 
Martello Salvatore , sindaco di Lampedusa ... 3 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 4 
Martello Salvatore , sindaco di Lampedusa ... 4 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 4 
Carmina Ida , sindaco di Porto Empedocle ... 4 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 4 
Carmina Ida , sindaco di Porto Empedocle ... 4 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 6 
Martello Salvatore , sindaco di Lampedusa ... 6 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 6 
Martello Salvatore , sindaco di Lampedusa ... 6 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 8 
Ammatuna Roberto , sindaco di Pozzallo ... 8 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 10 
Ammatuna Roberto , sindaco di Pozzallo ... 10 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 11 
Zuliani Cristiano  ... 11 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 12 
Perconti Filippo Giuseppe (M5S)  ... 12 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 12 
Di Muro Flavio (LEGA)  ... 12 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 13 
Iwobi Tony Chike  ... 13 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 14 
Testor Elena  ... 14 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 14 
De Filippo Vito (IV)  ... 14 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 15 
Silli Giorgio (Misto-NI-USEI-C!-AC)  ... 15 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 16 
Ammatuna Roberto , sindaco di Pozzallo ... 16 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 17 
Martello Salvatore , sindaco di Lampedusa ... 17 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 18 
Carmina Ida , sindaco di Porto Empedocle ... 18 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 19

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
EUGENIO ZOFFILI

  La seduta inizia alle 9.10.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sulla web TV della Camera dei deputati.

Audizione dei sindaci di Lampedusa, Salvatore Martello, di Porto Empedocle, Ida Carmina e di Pozzallo, Roberto Ammatuna, su fenomeni migratori ed emergenza sanitaria COVID-19.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza del sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello, di Porto Empedocle, Ida Carmina, e di Pozzallo, Roberto Ammatuna, sull'emergenza sanitaria Covid-19 connessa ai fenomeni migratori in atto. Trattandosi di un'audizione formale collegata nell'ambito dell'indagine conoscitiva in corso, di essa sarà redatto un resoconto stenografico. Desidero salutare e ringraziare i nostri ospiti, sarà nostra cura segnalare quanto ci verrà rappresentato al Parlamento, al Governo e alle autorità competenti. A tale riguardo, informo sin d'ora che è prevista già per la prossima settimana, in una data ancora da definire, l'audizione del capo del Dipartimento delle libertà civili e dell'immigrazione, prefetto di Bari, che, come sapete, è stato appena nominato «soggetto attuatore per attività emergenziali connesse all'assistenza e alla sorveglianza sanitaria dei migranti soccorsi in mare, ovvero giunti sul territorio nazionale a seguito di sbarchi autonomi». Per organizzare al meglio i lavori di questa mattina, darei la parola ai tre sindaci, partendo dal sindaco di Lampedusa, a seguire il sindaco di Porto Empedocle e poi il sindaco di Pozzallo, poi ai colleghi deputati e senatori presenti oggi che potranno porre domande ai sindaci e svolgere i loro interventi.
  Sindaco Martello, com'è la situazione a Lampedusa? Io ho visto un video l'altro giorno in cui c'erano delle persone sotto il municipio, in strada. Com'è la situazione dal punto di vista degli sbarchi, dell'hotspot? Vorremmo conoscere le attuali problematiche.

  SALVATORE MARTELLO, sindaco di Lampedusa. Buongiorno a tutti. L'hotspot di Lampedusa è pieno per gli sbarchi che ci sono stati qualche giorno fa, perché tutti coloro che sono sbarcati sono stati portati all'interno dell'hotspot. Ho emesso un'ordinanza per far osservare la quarantena all'interno dell'hotspot. C'è stato un primo sbarco in fretta di trentasei persone, poi hanno portato altre settanta persone mentre all'interno della struttura possono essere ospitate al massimo novantasei persone. Ogni nuovo arrivo all'interno dell'hotspot fa ripartire da capo il conteggio dei giorni di quarantena.

  PRESIDENTE. Mi scusi, la interrompo. Sindaco, io le chiedo una cortesia. Adesso ho capito che l'hotspot è pieno e contiene novantasei persone. Se riesce magari a parlare un po' più piano...

  SALVATORE MARTELLO, sindaco di Lampedusa. Il problema è che vi sento malissimo, vi sento a tratti. Non riesco a Pag. 4capire se vi arriva la mia voce e non riesco a capire neanche le domande che mi state facendo.

  PRESIDENTE. Noi adesso la sentiamo bene. Le chiedevo, dato che c'è questo collegamento con Lampedusa non ottimale, se può scandire bene le parole, per favore, sindaco. Ci spiace del disguido, è la rete. Le chiedevo se riesce a scandire bene le parole e a parlare un po' più piano. La ringrazio tanto.

  SALVATORE MARTELLO, sindaco di Lampedusa. Non ho capito. La sua voce va e viene. Non riesco a cogliere neanche il significato.

  PRESIDENTE. Facciamo così, sindaco Martello, passiamo al sindaco di Porto Empedocle, Ida Carmina. Mi sente, sindaco?

  IDA CARMINA, sindaco di Porto Empedocle. Sì, io la sento. Mi sentite?

  PRESIDENTE. Sì, quindi cerchiamo di migliorare il collegamento audio con Lampedusa. Nel mentre, intanto, ascoltiamo il sindaco Carmina, prego.

  IDA CARMINA, sindaco di Porto Empedocle. Buongiorno, presidente. Buongiorno a tutti, onorevoli e senatori. Ringrazio per l'opportunità che mi è stata data di poter parlare delle evenienze che succedono nel nostro territorio in merito alla questione dell'immigrazione. In realtà, se Lampedusa è il primo vero lembo di terra di fronte all'Africa, il primo approdo, noi siamo sicuramente la porta d'Europa, perché siamo il porto di rilevanza nazionale in cui insiste la Capitaneria di porto che sovraintende l'intero comparto che arriva pure a Lampedusa, a Linosa, a Sciacca, a Gela. Quindi tutte le problematiche che da Lampedusa vanno poi a riflettersi su quella che è la terraferma, la Sicilia, in realtà passano da Porto Empedocle, anche se la ribalta mediatica e l'interesse prevalente di tutti è per Lampedusa, perché evidentemente è il primo punto di sbarco. Ora, noi siamo un Paese accogliente per tradizione e cultura. Abbiamo addirittura come nostro santo che festeggiamo un santo nero, San Calogero. Abbiamo nel nostro contesto sociale molti immigrati e lungi da noi ogni atteggiamento di tipo razzistico. Tuttavia, le ricadute del fenomeno migratorio le abbiamo sempre patite, perché evidentemente nel corso degli anni, essendo noi l'approdo del traghetto che da Lampedusa arriva alla terraferma, allorquando Lampedusa viene svuotata dagli immigrati, tutti si riversano nel nostro porto. A volte, anche durante questi anni, oltre ad accogliere le bare dei naufraghi anche di recente, in occasione dell'ultimo naufragio di sole donne, sono state fatte le autopsie addirittura al cimitero, che non dispone di sale adatte, con la conseguente diffusione di un cattivo odore per tutto il paese. Non avete idea anche delle conseguenze che patisce la popolazione. Tutto questo finora è avvenuto in epoca di non emergenza sanitaria e nel silenzio della nostra popolazione, che è stata sempre accogliente. La problematica, invece, diventa grave con l'emergenza Covid-19, perché evidentemente questi approdi, veicolati tramite la Guardia costiera nazionale o con traghetti, mettono in pericolo la popolazione. Di recente, a seguito di un'ordinanza del sindaco Martello che aveva disposto la quarantena di 36 migranti arrivati, 128 migranti sbarcati erano stati lasciati sul molo Favaloro di Lampedusa per uno o due giorni. Lo sbarco fu veicolato direttamente dal territorio empedoclino in una struttura alberghiera che non è adatta né a contenere né ad assicurare il distanziamento e l'isolamento che andrebbero assicurati in questo periodo. Se tutti noi cittadini italiani siamo soggetti a delle disposizioni normative, a degli obblighi, a dei limiti della nostra libertà individuale, a fronte di una emergenza sociosanitaria, lo stesso deve valere per gli immigrati che sono, tra l'altro, di ignota provenienza. Potrebbero venire da Paesi in cui il fenomeno epidemiologico può essere esteso, potrebbero essere loro stessi veicolo di contagio. Ebbene, li hanno portati in questa struttura, sono stati ospitati, nonostante le comprensibili proteste della popolazione. Io ho protestato nei confronti della prefettura di Pag. 5Agrigento. Abbiamo fatto anche una videoconferenza. Mi era stato assicurato che sarebbe stato garantito il contenimento, l'isolamento e non sarebbe entrato e uscito nessuno. Appena finita la conferenza però mancavano all'appello quattro immigrati. Uno addirittura si è reso responsabile del furto di una autovettura con la quale si è verificato un incidente. Tuttavia, abbiamo pazientato fino alla fine della quarantena, che si è conclusa per 128 persone praticamente libere, perché in questa struttura neanche c'era un confine, un muro divisorio rispetto alle case degli abitanti e sono stati portati via a fine marzo. Dopo di ciò è intervenuto il decreto interministeriale che ha dichiarato i porti italiani non sicuri per lo sbarco di ONG. Io, da responsabile della sanità dei miei concittadini, in virtù delle mie prerogative di autorità sanitaria, ho emanato un'ordinanza di divieto di sbarchi, transito e allocazione di migranti nel mio contesto territoriale per vari motivi. In realtà sono sbarcati ugualmente. C'è stato un primo sbarco di una cinquantina di persone, tra le quali poi è stato identificato a Pozzallo, il giorno dopo il passaggio a Porto Empedocle, un ragazzo egiziano di quindici anni positivo al Coronavirus. Successivamente sono sbarcati altri 72, poi altri 30. Per disposizione del sindaco di Lampedusa i migranti ospitati nel suo hotspot sono stati messi in quarantena in un altro albergo qui poco distante. Qui si realizza un conflitto, non so se dire di competenza o di attribuzioni, tra lo Stato centrale che gestisce il fenomeno migratorio, e le realtà locali che invece hanno la responsabilità diretta della sanità dei loro cittadini. Non si può più gestire il fenomeno migratorio con i criteri e le modalità con cui finora è stato gestito. In realtà ciò che l'Italia sostiene, giustamente, nei confronti dell'Europa, di essere lasciata sola, vale per i comuni frontalieri o che sono direttamente coinvolti nel fenomeno migratorio. A ciò si aggiunge la questione del trasporto dei migranti, perché questi viaggiano con il traghetto di linea, senza adeguate protezioni; basti guardare le fotografie: non hanno mascherine, non vengono muniti di guanti, sono di ignota provenienza. Ciò crea un problema anche per l'equipaggio e gli altri passeggeri dello stesso vettore. Evidentemente ciò esige una rivisitazione delle soluzioni finora affrontate al problema. Anch'io ho chiesto che si ponesse rimedio. Sottolineo che secondo me la questione non può rimanere relegata alle prefetture delle province di approdo, in questo caso, dove ci sono gli hotspot, cioè solo Lampedusa e Pozzallo, o anche dove avvengono gli sbarchi, sostanzialmente nella provincia di Agrigento. Si deve, in questa precisa circostanza, tenere conto di tanti criteri. La questione va gestita a livello centrale coinvolgendo tutto il territorio italiano. Così come noi chiediamo di coinvolgere l'Europa, non si possono lasciare sole le province e le città che siano frontaliere, perché noi scontiamo un doppio fronte. Vanno ricercati dei mezzi che consentano la soluzione del problema. Volevo sottolineare che nella mia ordinanza io ho esteso il divieto di sbarco e la non considerazione dei porti sicuri, non soltanto di ONG, ma di qualunque mezzo, perché il problema sanitario non lo crea il mezzo di trasporto, ma lo crea la persona, perché il virus è veicolato da persone. Se un problema sanitario esiste, è legato non al mezzo, ma al fatto che le persone possano sbarcare su un territorio arrivando prive di ogni controllo sostanziale, poiché noi sappiamo che dal 50 al 75 per cento dei soggetti portatori del virus sono asintomatici, e, come è stato riscontrato, un ragazzo egiziano era positivo. Potrebbe essere presa come esempio la questione delle RSA. Evidentemente il mancato distanziamento sociale e personale tra i soggetti potrebbe avere effetti nefasti. Bisogna quindi utilizzare un mezzo. Si parlava di una nave in cui scontassero la quarantena, naturalmente nel canale di Sicilia. Io non ho compreso come mai questa nave sia stata allocata nel mar Tirreno in prossimità della città di Palermo, quando invece tutti gli sbarchi e sostanzialmente la problematicità dal fenomeno interviene nel canale di Sicilia. In quanto alla individuazione dei criteri in questo preciso contesto per allocare poi i migranti, alcuni sono legati alla stretta emergenza sanitaria, come la presenza di strutture adeguate a consentire Pag. 6 il distanziamento e il contenimento di queste persone; gli altri sono legati alla densità abitativa. Ad esempio, il mio comune, che già non presenta strutture adeguate, ha la maggiore densità abitativa di tutta la provincia di Agrigento. Noi abbiamo 700 abitanti per chilometro quadrato e la qui vicina città di Agrigento, invece, ne ha 250. Noi abbiamo un territorio molto piccolo e densamente abitato. Ora, andare a inserire 150 persone tra immigrati, personale atto alla sorveglianza, al contenimento, le cooperative, in un momento in cui le persone dovrebbero diradarsi, non è certamente opportuno. Allorquando c'è stata l'allocazione di 129 migranti nel contesto empedoclino, noi scontavamo un'emergenza nel nosocomio di Sciacca, che era un focolaio di infezione, e il nosocomio principale, l'ospedale di Agrigento, non ha neanche il reparto di malattie infettive. Quindi i nostri ammalati vengono spostati in ospedali di altre province. Immaginiamo cosa sarebbe successo se si fossero verificati contagi su 129 immigrati. Io proporrei anche la considerazione indice di problematicità del contesto sociale, perché noi siamo anche in emergenza, da questo punto di vista, economica, occupazionale e alimentare del popolo italiano. Per esempio, ci sono comuni, come il mio, che già scontano una situazione difficilissima perché in grave dissesto finanziario, hanno una situazione di gravissima crisi occupazionale. Italcementi ha chiuso un impianto in totale produzione: da circa 300 operai, sono stati ridotti a una trentina; c'è solo l'impianto di macinazione. Abbiamo il più alto numero di percettori di reddito di cittadinanza della provincia di Agrigento: abbiamo 917 percettori con una percentuale di un percettore ogni 18 abitanti contro una media provinciale di uno ogni trentasei. Secondo me, bisognerebbe guardare alla capacità criminogena del territorio, poiché ci sono dei territori che scontano e hanno avuto nel passato e magari continuano ad avere una percentuale, una capacità criminogena superiore ad altri. Altro criterio potrebbe essere l'indice di dispersione scolastica. Andare ad aumentare la problematicità sociale in un momento di emergenza sanitaria che già determina una grave insofferenza in una popolazione già fortemente provata sicuramente non è foriera di buone cose. Diceva Goya: «Il sonno della ragione genera mostri». Tutti questi elementi vanno secondo me attentamente valutati a tutela innanzitutto del diritto alla vita e della salute di tutti.

  PRESIDENTE. Grazie, sindaco di Porto Empedocle. Questa Commissione bicamerale si è occupata recentemente, su segnalazione degli onorevoli Perconti e Cimino, di questi problemi, scrivendo al Ministro dell'interno. Riproviamo con Lampedusa e poi Pozzallo. Sindaco Martello, prego.

  SALVATORE MARTELLO, sindaco di Lampedusa. Speriamo che il collegamento vada meglio. Io partirei da un dato concreto. Intanto, il fenomeno dei migranti, delle migrazioni, non è finito. Il fenomeno delle migrazioni continua, c'era, c'è stato, ci sarà. Il problema è che in questo periodo di Coronavirus stiamo assistendo a molta confusione e ci vuole chiarezza. C'è scarsa conoscenza delle regole e scarsa percezione del problema. Parto intanto da quello che è successo a Lampedusa. A Lampedusa noi abbiamo avuto un primo sbarco di 36 persone. L'hotspot era vuoto e le abbiamo messe in quarantena. Poi ci sono stati due sbarchi, uno di 67 e uno di 57. Il resto delle persone che abbiamo portato in hotspot è stato oggetto di un'ordinanza di quarantena fatta dal sindaco di Lampedusa per i decreti sia del Presidente del Consiglio sia del presidente della regione. Dicono che chi arriva sul territorio deve osservare un periodo di quarantena.

  PRESIDENTE. La capienza dell'hotspot è di 96 posti, giusto? Noi siamo stati lì due volte con il Comitato.

  SALVATORE MARTELLO, sindaco di Lampedusa. Noi abbiamo 115 migranti all'interno dell'hotspot, a fronte dei 96 che può contenere un hotspot. Mi sembra normale metterli in quarantena, anche perché più aumenta il numero più diminuisce spazio Pag. 7 interpersonale all'interno dell'hotspot. Al che si scatena la rabbia dei cittadini di Lampedusa, tanto che coloro i quali dovevano sorvegliare la quarantena negli hotspot, si sono lasciati sfuggire tre migranti scappati che poi sono stati bloccati dal mio vicesindaco; poi dalle forze dell'ordine sono stati riportati all'interno dell'hotspot. La gente, giustamente, chiusa in casa, l'indomani mattina ha protestato sotto il comune per manifestare. Per quale motivo c'è diverso trattamento tra coloro i quali possono camminare liberamente mentre altri sono costretti a stare all'interno delle abitazioni? Anzi, se si esce, le forze dell'ordine fanno le contravvenzioni. Giustamente le forze dell'ordine devono osservare i decreti emessi dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Siamo riusciti a contenere un problema di ordine pubblico. Siccome i migranti quando arrivano hanno bisogno – lo dice la legge – di essere messi in quarantena, abbiamo chiesto di istituire un servizio di navi davanti al porto di Lampedusa per tale fine perché l'hotspot è pieno. Ieri sono stato contattato dal prefetto di Bari che mi ha detto che si stanno esaminando le richieste arrivate per mettere a disposizione un'altra nave per la quarantena e molto probabilmente la prossima settimana tra Lampedusa e Porto Empedocle ci dovrebbe essere una nave per mettere in quarantena coloro i quali arrivano con gli sbarchi. Cosa sta venendo fuori di fronte a tutta questa problematica? Che di fronte al sistema di comando e di scarsa percezione del problema non si riesce a capire qual è il disagio che noi sindaci dobbiamo affrontare. Ormai con i telefonini, con le telecamere, siamo tutti sotto osservazione. Si chiede l'osservanza delle regole. Che lezione ci danno questi giorni di Coronavirus? Che il sistema deve essere visto e deve essere corretto, anche perché chi pensa che il fenomeno degli sbarchi sia stato risolto commette un vero errore. Se la gente in questo periodo è esasperata perché non può uscire, perché non può lavorare, giustamente se la prende con chi è in prima fila. Quando parlavo della confusione dei ruoli, le indicazioni devono essere chiare anche nei confronti di coloro i quali dovrebbero far rispettare le regole all'interno dell'hotspot. Poi è consentito che la gente in quarantena possa uscire. Una volta a Lampedusa c'era il famoso buco, uscivano tutti. Oggi, in presenza del Covid-19, mi sembra opportuno che all'interno venga svolta l'attività di sorveglianza perché ogni qual volta esce qualcuno si provoca un allarme sociale. Noi chiediamo fondamentalmente il rispetto delle regole. Credo che ormai in mare non ci siano più navi italiane. Prima di chiedere la nave per la quarantena, io avevo chiesto che ci fosse un'attività in mare non indifferente. Si può evitare lo sforzo per la nave su Lampedusa, se le persone che arrivano quando il centro è pieno vengono trasferite direttamente sulla terraferma. Non si è mai riuscito a capire per quale motivo dalla Libia possono arrivare a Lampedusa, se ci sia un problema di comunicazione tra le diverse forze dello Stato, quindi bisogna pianificare questo discorso. È un virus che sta facendo una strage sociale. Al territorio di Lampedusa non sono state date risposte alle richieste fatte quando c'era un solo problema, quello dei migranti. Essendo zona di frontiera, è un comune che quasi sempre viene dimenticato nei provvedimenti che fa il Governo. Già la prima emergenza non è stata risolta, molto probabilmente, siccome non ci sarà la stagione turistica, non ci sarà una ripartenza. Tutti quelli che parlano di ripartenza non sanno Lampedusa come è combinata. Se un volo deve arrivare a Lampedusa e per ipotesi può portare solo il 40 o il 50 per cento dei passeggeri già l'anno scorso un volo costava 300 euro, quest'anno, con la riduzione dei posti, costerà 600 euro. Qui costava 500, ora passerà a mille perché ci sarà una riduzione sulle misure di sicurezza da adottare. È mai possibile che per noi che siamo isola di frontiera non viene esaminato a parte un regolamento anche sulla ripartenza? A parte il discorso di come stiamo affrontando questo momento. Le imprese sono fallite. Nel 2017 il Governo ci ha messo nelle condizioni di fallire. Praticamente, gli strascichi provocati dalle misure non applicate nel 2017 ce le stiamo portando ancora oggi, e meno male che c'è la chiusura dell'Ufficio Pag. 8delle imposte, delle tasse, così almeno non ci notificano niente e non ci pignorano perfino le cose che con sacrificio abbiamo conquistato nell'arco di cinquanta o sessanta anni. A chi bisogna rivolgersi? Capisco che le funzioni del Comitato sono solo ed esclusivamente relative all'immigrazione. Parlano di confini, parlano di regole che vengono impartite dall'Unione Europea. Non è possibile cancellarci completamente. Mi dicono che mi lamento con il Governo. Certo che mi lamento con il Governo! Avevo un problema politico che io affrontavo quando c'era il precedente Governo e dicevo che i distacchi c'erano. Se ci sono ora, lo dico pure ora. In qualità di sindaco, devo registrare esclusivamente quello che succede nel mio territorio. Non c'è nessuna voglia di fare speculazione. Bisogna avere un occhio di riguardo. Vi porto un esempio. Sono stati dati contributi per dare i buoni spesa. È venuta tutta Lampedusa a chiedervi il buono spesa. I soldi della regione non si possono spendere perché, giustamente, non sono soldi della regione Sicilia, ma sono fondi dell'Unione europea. Una rendicontazione particolare che noi non siamo attrezzati a fare. Stiamo vedendo questa promessa di intesa sul Coronavirus diversamente dal resto dell'Italia. Se c'è la consapevolezza di che cosa stiamo parlando, allora molto probabilmente la gente sarebbe meno inferocita. Io non posso stare qui a guardare senza reagire e senza dire nulla solo ed esclusivamente perché mi hanno detto che faccio il sindaco di Lampedusa. Faccio il sindaco di Lampedusa anche per rispettare la volontà della popolazione.

  PRESIDENTE. Grazie, sindaco, poi riprendiamo l'intervento. La trasmissione non è stata ottimale, però sono sicuro che con lo stenografico riusciremo eventualmente a capire quelle parti che proprio per colpa della trasmissione sono state diffuse in quest'aula in modo incompleto. L'ultima questione l'avevamo trattata anche nell'ultima visita, nell'ultima missione che abbiamo svolto a Lampedusa. Mi riferisco, se ho ben capito, alla questione economica. Nei nostri rapporti, nei nostri verbali l'avevamo trasferita a suo tempo al Governo. Andiamo a Pozzallo, dal sindaco Roberto Ammatuna. Prima di tutto – e lo comunico anche ai miei colleghi – il sindaco è un medico, è un primario a Modica. Non le ruberemo troppo tempo perché sicuramente è impegnato da medico a fronteggiare l'emergenza. Abbiamo in sala un altro medico, il vicepresidente del Comitato, il dottor Tuzi. Mio padre è un suo collega, l'abbracciamo di cuore prima di tutto per quanto sta facendo con il suo staff, per fronteggiare l'emergenza in questo momento veramente difficile e le diamo la parola.

  ROBERTO AMMATUNA, sindaco di Pozzallo. Buongiorno signor presidente. Un affettuoso saluto anche ai colleghi sindaci e ai parlamentari di questa Commissione. Voglio ringraziare tutti di vivo cuore dalla periferia dell'impero, come si suol dire, perché è stata molto opportuna questa audizione. Voglio ringraziare ancora una volta perché ascoltare il territorio vuol dire dare un contributo al funzionamento delle istituzioni del nostro Paese. Io vi sto parlando da una città che si trova di fronte il mare, una città di 19.500 abitanti, che ha forse la più alta densità italiana di popolazione. Ascoltavo la collega di Porto Empedocle. Se lì ci sono 700 abitanti per chilometro quadrato, qui noi ne abbiamo 1.400. Questa è una città in cui il territorio si identifica col perimetro, quindi con una densità altissima. Parliamo del fenomeno delle migrazioni, che sarà il problema dei prossimi anni, per non dire decenni. Questa è la città che ha dato i natali a uno dei più grandi uomini, uno dei più grandi statisti del secolo passato, a quel Giorgio La Pira, che prima di tutti e più di tutti affrontò il tema del rapporto fra Nord e Sud del mondo. Quando c'è un Sud che diventa sempre più povero e un Nord potenzialmente sempre più ricco, è normale che ci possa essere questo tipo di fenomeno di immigrazioni, che non può essere interrotto con i fili spinati, con i muri, affondando i barconi o con le sciocchezze che abbiamo ascoltato in questi anni. Questo è un fenomeno che è destinato a continuare. Quando parliamo di fenomeno dell'emigrazione parliamo di esseri umani. Non parliamo di merci, di bottoni, di bulloni, ma di uomini in carne Pag. 9e ossa, al di là del colore della pelle, della religione. Ecco perché noi in questi anni, insieme a Lampedusa, a Porto Empedocle e ad altri comuni della fascia meridionale della Sicilia, abbiamo assolto un compito importantissimo e in un certo qual senso abbiamo salvato l'onore dell'Italia e dell'Europa. Questo è stato un carico enorme. Ci sono stati momenti, nel 2016, in cui la mia città, con una popolazione di nemmeno 20 mila abitanti, ha accolto 21 mila o 22 mila migranti. Tutto questo si è svolto con la massima tranquillità, con la massima serenità, con una consolidata cultura dell'accoglienza, che è una caratteristica non sono di noi pozzallesi, ma penso anche dei lampedusani, un po' di noi siciliani tutti. Abbiamo svolto questo compito con grande umanità, però oggi ci troviamo ad affrontare questo tipo di situazione particolare. Noi stiamo affrontando un'emergenza drammatica del nostro Paese. Io non dico nulla di nuovo, siamo chiusi nelle nostre case; alcuni miei concittadini eseguono la quarantena con molta correttezza e disciplina. Io sono il sindaco di una città aperta, con una cultura marittima. Noi abbiamo non tanto una cultura fatta di uomini che sono adibiti alla pesca, ma una cultura marittima che è fatta di ufficiali, di tecnici che danno un contributo importante e determinante alla marineria mondiale. Non ci sono navi da crociera, non ci sono navi mercantili nel mondo che non vedano impegnati dei comandanti, degli ufficiali, dei tecnici pozzallesi. L'80 per cento della nostra forza lavoro è impegnata al Nord Italia o all'estero, non solo come personale marittimo, ma nella cantieristica; abbiamo centinaia di validissimi tecnici che lavorano in tutte le parti del globo nell'impiantistica, nel campo della logistica. Questo che cosa ha comportato? Perché dico queste cose? Questo ha comportato che in un momento di crisi globale determinata dal Coronavirus, abbiamo avuto dei rientri massicci nella nostra città. Voi dovete pensare che in una città di nemmeno ventimila abitanti noi abbiamo avuto 570 soggetti in quarantena, e non è facile con lo striminzito numero dei vigili urbani controllare questa massa enorme di persone che devono eseguire la quarantena. Li voglio ringraziare di cuore perché lo hanno fatto con molto spirito di sacrificio, con disciplina e con una organizzazione sanitaria che non è ottimale. Basti pensare che i tamponi non sono sempre pronti quando si finisce il periodo di quarantena. Quindi abbiamo affrontato questa situazione con sacrificio. Noi non abbiamo mai detto di no all'accoglienza. Ho detto prima che trattiamo con esseri umani. La legge del mare è chiara; noi l'abbiamo scolpita nel nostro DNA. Dice che, al di là della legge, bisogna salvare le vite umane quando hanno la necessità, ed è quello che abbiamo fatto. Che cosa è accaduto? È accaduto che una decina di giorni fa, ora non ricordo esattamente il giorno, nel nostro hotspot erano presenti novanta migranti. È stato svuotato in fretta e furia nella notte perché era stato organizzato un arrivo da Porto Empedocle ed erano dei migranti che erano sbarcati a Lampedusa. Lo avevano accennato anche il sindaco Martello e la sindaca di Porto Empedocle. Questi migranti non so quanto abbiano stazionato a Lampedusa e poi sono arrivati a Porto Empedocle. Non so che tempi hanno avuto di permanenza a Porto Empedocle e subito dopo con un pullman sono stati trasferiti nell'hotspot di Pozzallo. Alle tre di notte mi telefona il responsabile sanitario del centro dell'hotspot e mi dice che le condizioni sanitarie erano buone, però c'era un ragazzo di quindici anni, un egiziano, che aveva due sintomi che ci hanno fatto allarmare. Erano quelli della febbre e della congiuntivite. In un individuo giovane queste sono due caratteristiche che devono fare allarmare. Non bisogna avere una grande cultura medica per capire che veramente si doveva sospettare un'infezione da Covid-19. E così è stato. Abbiamo eseguito un tampone nelle prime ore del mattino; il ragazzo è stato subito isolato in locali apposititi, con dei servizi igienici appositi; e abbiamo saputo l'esito con molto sacrificio alla mezzanotte dello stesso giorno. La scoperta di un immigrato infetto da Coronavirus ha creato grande allarme nella popolazione. Si è scatenato, per la prima volta nella storia di questa città, qualche rigurgito razzista che veramente Pag. 10 è estraneo alla cultura della nostra città. Ci siamo arrabbiati perché nel nostro hotspot o nelle operazioni di sbarco i controlli sanitari sono molto rigidi. E cosa accade? Quando arriva una nave, prima gli immigrati vengono controllati dai medici con delle visite attente; in banchina poi abbiamo un team medico infermieristico molto efficiente e quindi abbiamo un ulteriore controllo e un terzo controllo sanitario all'interno del nostro hotspot. Perché ci siamo arrabbiati? Ci siamo arrabbiati perché questi sintomi, la congiuntivite, la febbre, non penso che siano insorti all'improvviso e non bisogna essere medici per capire queste cose. Allora ci siamo sentiti un po' traditi da una filiera sanitaria che non ha funzionato come doveva funzionare, perché ogni migrante che sbarca non solo è controllato dal punto di vista sanitario, ma è accompagnato sempre da una scheda sanitaria. Ebbene, c'era una prima scheda sanitaria a Lampedusa in cui questo soggetto era sano. A Porto Empedocle era sano, poi dopo tre ore sono insorte la congiuntivite e la febbre a Pozzallo. Questo episodio ha scatenato per la prima volta un mare di proteste; non era mai accaduto nemmeno nella mia città e ci ha creato tanti problemi. Tuttora noi abbiamo 50 pazienti in quarantena e il ragazzo si è negativizzato. Questo è un fatto che ci rallegra. È stato eseguito il tampone ai rimanenti 59 migranti. Ancora non sappiamo l'esito. C'è veramente una lentezza esasperante.

  PRESIDENTE. Quando l'avete fatto il tampone? Scusi se la interrompo.

  ROBERTO AMMATUNA, sindaco di Pozzallo. Qualche giorno fa, penso sei o sette giorni fa. Abbiamo fatto un tampone e ancora non ne sappiamo l'esito. Questo è un fatto antipatico che non rassicura la popolazione. Abbiamo ancora una volta una popolazione che ha eseguito in maniera molto disciplinata e molto rigida la quarantena. Gestire 570 cittadini in quarantena non è operazione semplice e noi l'abbiamo saputo fare. Ci viene rifilato un migrante, un ragazzo che noi abbiamo accolto con molta umanità e chi vi parla, insieme ai suoi collaboratori, a Pasqua ha avuto particolare attenzione per il ragazzo, perché questo è un ragazzo che sicuramente avrà una madre, un padre, una famiglia, questa cosa non bisogna mai dimenticarla. Siamo arrabbiati perché la filiera sanitaria non ha funzionato molto bene e abbiamo avuto questo tipo di episodi. Ecco perché io condivido la proposta del sindaco di Lampedusa e del sindaco di Porto Empedocle di non accogliere in questo momento sulla terraferma i migranti. Si potrebbe scatenare un'ondata di xenofobia, di razzismo, di intolleranza che non sappiamo dove ci possa portare, quindi mettere una nave sulle coste meridionali della Sicilia potrebbe essere un tipo di soluzione. Anch'io mi sono sentito col prefetto di Bari che mi ha accennato anche questo tipo di ipotesi che io condivido. Condivido, non perché debba essere una soluzione duratura, ma per permettere ai territori di attraversare questo difficile momento e affrontare nel migliore dei modi, con il minor danno possibile, questa epidemia, inquadrata in una situazione pandemica mondiale. Mettere i migranti in una nave assicurando umanità, accoglienza, controlli, potrebbe aiutare gli stessi territori. Io ritengo che il fenomeno delle migrazioni, come ho detto all'inizio, non finirà, basti guardare quello che sta accadendo in Libia. In Libia stanno accadendo cose terribili, io ritengo con molta onestà, come rappresentante di una piccolissima istituzione alla periferia dello Stato italiano, che si stia sottovalutando quello che sta accadendo in Libia, non solo dal punto di vista economico (l'Italia lì ha degli interessi strategici), ma anche dal punto di vista umanitario. Quindi l'immigrazione non solo non terminerà, ma addirittura aumenterà. Con la bella stagione è normale che i numeri saranno enormi e noi dobbiamo essere pronti. Fortunatamente con il Viminale abbiamo, almeno per quanto mi riguarda, delle interlocuzioni nuove. Abbiamo un Ministro, abbiamo un capo dipartimento, abbiamo una burocrazia che interloquisce con i territori. Non c'è una separazione netta. Non c'è questo distacco che c'era qualche mese fa. Pag. 11Abbiamo delle persone più ragionevoli che interloquiscono con i territori stessi. Un altro aspetto che volevo affrontare e magari arrivo subito alla conclusione, è quello del ruolo degli hotspot. Vedete, noi abbiamo un hotspot, ma è come se fosse un'enclave, un territorio straniero in una città. Tutto questo non è pensabile e non è sopportabile. Il sindaco è la massima autorità sanitaria del territorio. Che cosa accadeva prima, fino a un anno fa? Accadeva che noi non gestivamo l'hotspot, ma noi controllavamo l'hotspot. Il direttore dell'hotspot era di nomina comunale, quindi c'era un rappresentante del territorio all'interno di quell'hotspot. Ora lo sapete chi è il direttore dell'hotspot? Penso che in tutta Italia il direttore dell'hotspot è nominato dalla cooperativa stessa che gestisce il centro stesso, quindi controllore e controllato sono la stessa identica cosa. Vero, c'è un controllo della prefettura che è una garanzia per i territori stessi. Non è possibile che il sindaco, la massima autorità sanitaria del territorio, per controllare la situazione sanitaria all'interno dell'hotspot deve fare una domanda scritta, non si sa quanti giorni passano. Questo crea diffidenza e problemi nei cittadini stessi, perché quando il sindaco ha la possibilità di entrare nell'hotspot in qualsiasi momento, basta fare una telefonata, un preavviso di qualche ora, può rassicurare la popolazione. Quando al sindaco i cittadini dicono: «Nell'hotspot abbiamo casi di tubercolosi, di COVID» e il sindaco non è in grado di controllare, tutto questo porta a un problema, a fenomeni di intolleranza, di razzismo che, ripeto ancora una volta, sono estranei alla cultura di questa nostra città, quindi volevo concludere questo mio intervento, con l'appello che hanno fatto tutti gli altri sindaci. L'appello degli altri sindaci è quello di avere una maggiore attenzione verso questi territori di frontiera che svolgono una funzione molto più grande di quello che è il numero di abitanti e per quello che sono le loro possibilità umane e le loro possibilità economiche. Ripeto ancora una volta: non vuole essere una critica al Governo, anzi io voglio fare un plauso in questo momento al Ministro, al capo dipartimento di Bari, alla burocrazia del Viminale che è una bella burocrazia con cui noi possiamo interloquire, ma il Governo, nella sua organicità, nella sua complessità deve avere maggiore attenzione verso questi territori, perché il fenomeno dell'immigrazione, lungi dal terminare acquisterà maggiore importanza nei prossimi anni e quindi noi dobbiamo essere pronti e più attrezzati per affrontarlo meglio, perché questo sarà il fenomeno dei decenni a venire. Il più grande fenomeno dei decenni a venire sarà il fenomeno delle migrazioni, perché questo è normale che avvenga, come ho detto all'inizio, perché da un'Africa che diventa sempre più povera è normale che si scappi alla ricerca di una vita migliore. Grazie ancora una volta per la possibilità che avete dato al mio territorio di esternare queste preoccupazioni.

  PRESIDENTE. Grazie, sindaco. Chiedo ai tre sindaci di rimanere collegati. Diamo ora la parola ai colleghi parlamentari. Ha chiesto d'intervenire il senatore Cristiano Zuliani della Lega, prego.

  CRISTIANO ZULIANI. Buongiorno, presidente. Buongiorno, colleghi. Intanto ringrazio i sindaci che sono oggi intervenuti. Anch'io sono il sindaco di un comune della provincia di Verona e capisco questo difficile periodo per noi sindaci che ci troviamo a gestire queste situazioni, nel vostro caso direttamente collegate all'immigrazione e a molti problemi a livello sanitario. Vi ringrazio per il vostro impegno che riportate quotidianamente. Siete espressione del voto popolare e come è giusto che sia, noi sindaci esercitiamo oneri e onori anche. In merito soprattutto all'ultimo intervento del sindaco di Pozzallo: ricevo le sue informazioni con piacere che l'apparato burocratico statale dal Ministro al prefetto interloquiscano con quei territori. Preciso che il mio intervento non sarà di tipo razzista. Io, parlamentare della Lega, ho un collega in Comitato – il senatore Iwobi – di origine nigeriana. È vero, l'umanità contraddistingue noi italiani, soprattutto i vostri territori di confine col Sud-Europa, però secondo me c'è una mancanza di attenzione da parte della comunità europea e anche dello Pag. 12Stato italiano. Il Ministro dell'interno che lei ha citato, i prefetti, purtroppo non stanno coinvolgendo nelle proprie decisioni questo Comitato che è vocato a dare supporto alle attività parlamentari della Camera e del Senato. All'umanità si dovrebbe rispondere con umanità ma spesso accade qualcosa di diverso, perché la prima frontiera è sui vostri territori del Sud. Questi soggetti, che sicuramente richiedono aiuto, non mostrano segni di insofferenza, sono tranquilli, però poi traslati su altri territori... Io ho anche l'esempio di oggi in quel di Verona, ma non è l'unico, dove nei grandi centri di accoglienza e negli hotel spesso succede che questo tipo di persone che sono state accolte dal nostro Paese con umanità, reagiscono in modo diverso. A Verona, all'hotel Monaco, un centinaio di positivi fra i rifugiati, come riportato dal quotidiano locale L'Arena, venerdì scorso hanno aggredito i vigili del fuoco con lancio di oggetti, rifiuti. Questa non è umanità. Da sindaci, da parlamentari, da istituzioni l'umanità va rivolta a queste persone che arrivano nei porti, ma attenzione che però l'umanità abbiamo il dovere di manifestarla anche nei confronti degli italiani, cioè non ci dobbiamo dimenticare dei pericoli che a livello sanitario possono esserci con l'arrivo di queste persone, di questi migranti, perché non dobbiamo dare la precedenza a loro e dimenticare gli italiani. Gli italiani richiedono umanità. Io arrivo, come il senatore Iwobi e altri colleghi, dalla Lombardia. Va soprattutto ricordato che dobbiamo esercitare l'umanità nei confronti degli italiani con il controllo delle frontiere, quindi al Nord e anche al Sud. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie senatore Zuliani. Proseguiamo con l'onorevole Perconti del Movimento 5 Stelle. Al termine degli interventi dei parlamentari ripartiamo dai sindaci di Porto Empedocle, Lampedusa e Pozzallo per le loro eventuali repliche. Prego onorevole.

  FILIPPO GIUSEPPE PERCONTI. Volevo solo dare un piccolo contributo. Conosco bene la situazione di Lampedusa. Ho incontrato più volte il sindaco Martello e quotidianamente il sindaco Carmina, che è tra l'altro un sindaco del Movimento 5 Stelle e negli ultimi giorni sto avendo il piacere di conoscere il sindaco di Pozzallo. Muovendomi sul territorio nelle zone interessate dai flussi migratori, sto toccando con mano che di fatto il carico di un problema così grande verte su pochissimi territori, quelli direttamente interessati. Mi riferisco a Porto Empedocle, in questo caso c'è anche Siculiana, un paese limitrofo che attualmente sta ospitando più di duecento migranti. Questo fenomeno si sviluppa all'interno di una cornice pericolosa che è quella della precaria sanità siciliana. Noi ad Agrigento abbiamo meno di dieci posti di terapia intensiva. Il sindaco Carmina ricordava bene che non c'è un reparto che si occupa delle malattie infettive. È semplice pensare (non serve essere un medico) che se c'è un migrante positivo al Coronavirus e ancora non sono stati fatti tamponi, è molto probabile che, se questa persona ha viaggiato su un barcone e poi è andato in un hotspot, si ritroveranno altre persone positive al Coronavirus, visto con quanta facilità si propaga. Ho sentito il prefetto di Bari in questi giorni e mi fa piacere che la prossima settimana verrà in audizione in Comitato. Una delle domande che farò è: «Perché mettere una nave sulla costa tirrenica, che è quella meno interessata dagli sbarchi?» Chi conosce bene i flussi migratori, sa che gli sbarchi che avvengono attraverso le ONG sono circa il 10 per cento rispetto al 90 per cento degli sbarchi autonomi. Ho appreso che c'è una manifestazione di interesse per prendere una nuova nave, sono una persona totalmente aperta all'accoglienza, ma a mio avviso in questo momento bisogna garantire l'emergenza sanitaria e rispettare le disposizioni volute dal Governo, quindi è necessario garantire la quarantena a queste persone e consigliabile fare tamponi a tutti quelli che arrivano.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Perconti. Onorevole Di Muro della Lega.

  FLAVIO DI MURO. Grazie presidente, alcune riflessioni e alcune domande per i Pag. 13sindaci e per chi ci ascolta dal Ministero dell'interno. Senza fare recriminazioni sul passato, partiamo dal dato nuovo di oggi, che è stato citato anche negli interventi e che è il nuovo decreto interministeriale sulla cosiddetta «chiusura dei porti». Sta facendo acqua, questo non lo dice un parlamentare di opposizione, ma l'hanno detto proprio tutti i sindaci. Lo ha detto il presidente della regione Sicilia, quindi è una questione tecnica, non è una questione politica. Io vorrei sapere se il Governo, prima di fare decreti così importanti, non dico che voglia consultare le opposizioni, ma che consulti almeno i territori per non trovarsi poi questo fuoco in fila rispetto a chi vive (e qui va il mio personale ringraziamento) queste emergenze che loro stessi hanno definito «di allarme sociale». Prima di adottare certi decreti che incidono anche sulla vita quotidiana dei cittadini, di realtà così colpite dal dramma dell'immigrazione, una telefonata, secondo me, andava fatta. Detto questo, la direzione verso la chiusura dei porti intrapresa ultimamente dal Governo è sicuramente una direzione che può fare piacere al mio movimento politico, però, il giorno dopo che è stata attuata questa scelta, ho assistito a critiche di molti, ripeto molti, esponenti della maggioranza, primo fra tutti il presidente Orfini e del Partito Democratico. Io vorrei sapere se i Ministri, quando hanno adottato questo schema, si sono consultati anche con gli esponenti della maggioranza, altrimenti non riesco a capire qual è la direzione che andrà a prendere il Governo nei prossimi giorni e che politica sull'immigrazione vuole adottare il Governo italiano. Su questo credo che ovviamente in primo luogo si debba affrontare il discorso in Europa. Quindi in Europa non si va nei prossimi giorni solo per parlare di MES, ma bisogna riportare al centro del dibattito anche le soluzioni per l'immigrazione. Noi sappiamo, voi sapete, che quando il Parlamento, il Governo adottano delle leggi devono farlo sulla base anche di direttive europee. Le conosciamo, le abbiamo analizzate. Secondo me è giunto il momento di rivedere anche talune direttive europee, perché se è vero che agli italiani chiediamo di stare in casa, di uscire solo per estrema necessità, dobbiamo anche capire come gestire chi una casa non ce l'ha e si trova oggi in Italia o arriverà ahimè nei prossimi giorni in Italia per vari motivi. Quindi va assolutamente rivista in termini di gestione restrittiva anche la gestione degli hotspot e dei centri temporanei perché non possiamo creare, come hanno già detto i sindaci, delle tensioni sociali in quei comuni che si trovano sul fronte dell'immigrazione. Nel mio comune, a Ventimiglia, c'è una struttura che si può paragonare a un hotspot. Vorrei sapere – questa non so se è una riflessione o una domanda – cosa succederà dopo la fine della quarantena a questi immigrati. Abbiamo assistito a un dibattito, lo leggevamo in rassegna stampa, sulla proposta dei sindaci – mi pare fortemente voluta e sostenuta dal presidente della regione Sicilia – di non attuare la quarantena nei comuni, ma sulle navi per non mettere in difficoltà la gestione ordinaria del comune stesso. Cosa facciamo finita questa quarantena? Pensiamo di redistribuirli in Europa o ci ritroveremo di nuovo i migranti in Italia che arrivano, prendono i treni, si muovono, magari arrivano a Ventimiglia per andare in Francia? Serve una visione più pratica, più concreta, serve andare in Europa a parlare anche di questo tema e riportarlo al centro del dibattito europeo e serve rivedere complessivamente la politica dell'immigrazione del Governo italiano. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Senatore Iwobi, prego.

  TONY CHIKE IWOBI. Grazie, presidente. Abbiamo sentito l'appello dei sindaci che meritano di essere ascoltati. Io ho una breve riflessione, poi eventualmente ne parleremo più avanti per capire che politica adottare in questo senso. Io credo che la gestione dell'immigrazione sia un tema serio, serissimo, anzi, che riguarda l'umanità, che va disciplinata e regolamentata e se irregolare combattuta con tutta la forza, perché non deve esserci immigrazione irregolare, non deve esistere assolutamente. L'immigrazione va gestita come si deve nel Pag. 14rispetto dell'uomo e degli essere umani, io credo. Oggi il nostro Paese sta attraversando una difficoltà non indifferente. Io provengo da quella provincia dove questa crisi di Covid-19 si è fatta sentire maggiormente. Abbiamo una provincia che ha subito più di 5 mila morti, quindi capisco la realtà, la sofferenza, la difficoltà che il Paese sta attraversando ed è per questo che dobbiamo riflettere maggiormente nel gestire l'ordine pubblico, nel gestire il Paese. Un Paese come l'Italia va gestito con maggiore attenzione e con maggiore amore per il popolo italiano, quindi io credo che il nostro Paese non possa continuare assolutamente a subire questo torto a discapito del suo popolo e soprattutto anche nei confronti degli immigrati stessi, perché anch'essi sono degli esseri umani e di conseguenza devono essere trattati come esseri umani. L'immigrazione è un tema importantissimo per l'umanità. Lo ribadisco, ci credo perché anche io stesso sono stato un immigrato, anzi lo sono tuttora. Al di là del fatto che ora ho la cittadinanza italiana, ho assunto questo ruolo di senatore della Repubblica italiana. È una grossa responsabilità, di conseguenza cerco di dare il meglio possibile in tal senso. Presidente, io credo che il nostro comitato debba continuare a richiamare l'attenzione del Ministero dell'interno e del Governo stesso. Dobbiamo fare del tema dell'immigrazione una priorità, di cui siamo stati chiamati a gestire, a discutere continuamente. Quindi credo che i sindaci e il territorio italiano non debbano assolutamente essere abbandonati. Dobbiamo dare seguito, dobbiamo combattere questo fenomeno dell'immigrazione clandestina che è cancro dell'umanità stessa. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore Iwobi. La senatrice Testor di Forza Italia, prego.

  ELENA TESTOR. Innanzitutto buongiorno e grazie ai sindaci che oggi sono intervenuti qui al Comitato e ai quali faccio i complimenti per il lavoro che stanno svolgendo. Credo che in questo momento sia davvero difficile essere in prima linea ad affrontare sia i temi ordinari che questi straordinari. È un lavoro che deve vederci tutti coesi nel cercare le soluzioni, perché nessuno in questo momento deve essere lasciato solo e soprattutto bisogna trovare quelle soluzioni che possano dare risposte senza cadere nell'equivoco di sentirsi sbagliati in un momento in cui magari una soluzione potrebbe dare invece attenuazione a queste problematiche. Mi riferisco al fatto che prima citava il sindaco di Pozzallo di rigurgiti razzisti. Io credo che in questo momento il tema sia un altro: quello di valutare le problematiche per la tutela non solo nostra, ma anche di queste persone. Lei definisce queste persone esseri umani, come è giusto che siano. Allora qual è la soluzione? Probabilmente bisognerebbe dire al Ministro degli esteri di ribadire agli altri Paesi che in questo momento occorre evitare che le persone possano partire, proprio perché la situazione non è consona per i migranti in questo momento. Credo che i Ministeri debbano lavorare coordinati per dare le giuste risposte. Trovo giusta la soluzione della nave per ospitare i migranti, non per creare una soluzione esterna rispetto agli hotspot, ma per fornire in questo momento una risposta che possa garantire i cittadini abitanti dei comuni e allo stesso tempo i migranti. Riguardo il problema sanitario del quale ha parlato prima il collega, è evidente che occorre mantenere la struttura sanitaria capace di dare le giuste risposte e mantenere le tutele a garanzia di tutti. In bocca al lupo per il lavoro che state svolgendo e che dovete portare avanti. Non credo si tratti di voler creare diversità tra le persone, ma invece cercare la soluzione migliore per garantire a tutti il benessere e la salute che è la priorità in questo momento, come voi sindaci sapete bene. Grazie a tutti e buon lavoro.

  PRESIDENTE. Grazie senatrice. Onorevole Vito De Filippo, Italia Viva.

  VITO DE FILIPPO. Grazie, presidente. Ringrazio anche io i sindaci per il lavoro difficile e complicato di questi anni, vieppiù in questa fase di emergenza, anche sanitaria, che aggiunge molte problematiche questioni. Pag. 15 Dalle parole dei sindaci mi è parso di capire, con la mia esperienza di amministratore regionale e locale, che esiste una quantità di rilievi sull'azione svolta dal Governo nazionale e da quella della regione. Mi è parso anche di capire in molti passaggi che hanno avuto difficoltà soprattutto su alcuni fronti sanitari: la gestione, per esempio, dei tamponi. Insomma sono questioni che rimbalzano quotidianamente per chi sta sui territori. Quindi, al di là delle nostre osservazioni politiche, io proverei a raccogliere sostanzialmente il grido d'allarme e alcune proposte avanzate dai sindaci e, per confermare la mia valutazione, vorrei chiedere proprio a loro se ho capito bene: i sindaci, tutti e tre i sindaci, considerano in questa fase la gestione degli hotspot classicamente articolata e difficoltosa, quindi mi è parso di capire che tutti e tre propongono la gestione in questa fase dei flussi che possono essere con ONG o con mezzi meno ufficiali che stanno determinando flussi di approdo nel nostro Paese con una gestione in mare di una nave. Negli ultimi giorni ci sono atti del Governo, del Capo della Protezione civile, di nomina di un nuovo soggetto attuatore che ha incominciato a interloquire e che sicuramente avremo la possibilità di ascoltare anche noi. I sindaci di questi tre comuni chiedono che anche sul fronte dell'emergenza sanitaria che ha trovato difficoltà in lungo e in largo nel nostro Paese, vi debba essere da parte del Governo nazionale e della regione siciliana una maggiore operatività e una maggiore collaborazione, perché è evidente che le due questioni messe insieme, l'emergenza sanitaria e l'emergenza immigrazione possono essere una miscela esplosiva e quindi il supporto di uomini, di mezzi, di operatività e di interlocuzione anche sulla vicenda sanitaria debba essere meglio articolato e anche meglio realizzato su questi tre territori. Queste sono le due domande che io vorrei porre velocemente ai sindaci. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie onorevole. Chiudiamo gli interventi con l'onorevole Silli, Gruppo misto – Cambiamo! Prego onorevole.

  GIORGIO SILLI. Grazie presidente. Ho ascoltato i vari interventi che mi hanno preceduto ed è indubbio che la situazione già di per sé è precaria e complessa per quanto concerne la questione migratoria. In questo momento per certi versi sta, se possibile, diventando ancora meno gestibile. Al di là del parlare dello specifico, di quello che sta avvenendo in questi giorni e della difficoltà effettiva che la cosa pubblica ha nel gestire questi sbarchi e la gestione successiva agli sbarchi, io vorrei fare con voi una riflessione, perché, vedete, io sono un moderato: nella prima Repubblica sarei stato un democristiano di destra, ma comunque moderato, un andreottiano e quindi lungi da me il parlare per partito preso di blocco assoluto all'immigrazione. L'immigrazione è uno dei tanti fenomeni che, se non viene gestito, diventa un'emergenza. Chi è che deve gestirlo? La politica. Chi è che doveva evitare da venti anni a questa parte che si trasformasse in emergenza? La politica. Non a caso presso il Ministero del lavoro esiste il direttore generale dell'immigrazione, che è colui che nella storia d'Italia decideva i numeri per i flussi dell'immigrazione irregolare in ingresso sulla base di accordi bilaterali con gli altri Paesi. Perché io ho fatto questo preambolo? Semplicemente perché al di là del fenomeno dell'immigrazione, permettetemi, spicciolo di questi giorni, noi stiamo andando incontro a una sorta di apocalisse da un punto di vista economico. Ve lo dice uno che riceve ogni giorno telefonate di aziende del proprio distretto che dicono che non riapriranno. Se il manifatturiero italiano (e per manifatturiero intendo quello classico: intendo mobili, intendo tessile, intendo calzature, il manifatturiero vero e proprio) da venti anni è in grande crisi a causa della globalizzazione, se buona parte delle aziende si reggono sull'anticipo delle fatture, si reggevano quindi sul fatturato, un blocco della produzione per un mese, un mese e mezzo e degli aiuti che sostanzialmente non sono aiuti ma sono prestiti, condannano queste aziende alla chiusura. Non è una polemica gratuita contro il Governo. Si chiama economia politica, che è una materiaccia maledetta che all'università Pag. 16 ti fa perdere la testa sui grafici, ma che alla fine ti spiega che l'economia di un Paese, macro e micro, è formata da pesi e contrappesi. Se le aziende chiudono, se i consumi diminuiscono, è indubbio che il tasso di disoccupazione aumenta. Allora ci sono dei distretti produttivi in Italia, distretti che hanno scritto la storia mondiale di certi settori. Io parlo... Mi sentite? Sono toscano. Il distretto pratese è stato capitale tessile del mondo per diversi decenni, ma è anche capitale dell'immigrazione. Che cosa significa questo? Significa che in questi distretti se veramente andiamo verso la chiusura del 20, 30, 35 per cento delle aziende, il tasso di disoccupazione salirà al 20, 25 per cento. Questo significa che un problema di tipo sanitario come il Covid si trasforma in un problema economico che a sua volta si trasforma in sociale e va a sfociare in un problema di ordine pubblico, perché se noi non ci rendiamo conto in questi benedetti palazzi a Roma che fra due, tre mesi ci sarà la gente in strada che aggredisce chi ha una macchina un po' più bella, vuol dire che non abbiamo capito niente. Allora questo per dire che cosa? Siccome rifacendomi all'inizio, io sono un moderato e credo veramente in quelli che sono i diritti di tutti quanti e dell'essere umano, lungi da me dire: «Facciamoli affogare». No, assolutamente, però noi dobbiamo distinguere la politica dal pietismo, la beneficenza dalla gestione della cosa pubblica, perché se noi mischiamo la politica e la gestione della cosa pubblica con il pietismo e la beneficenza, perdiamo di vista purtroppo quella che è la buona gestione del Paese. In conclusione, questo vuole essere semplicemente un intervento per aprire una sorta di fronte interno al nostro Comitato e dialogare nelle prossime sedute anche su quelli che saranno gli impatti di un fenomeno migratorio che non è stato gestito e non è stato risolto, su quella che purtroppo sarà la nostra economia non per i prossimi due o tre mesi, ma per almeno un lustro, forse per un decennio, altrimenti non vi rendete conto che cosa stia succedendo nelle aziende italiane. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie all'onorevole Silli. Sono terminati gli interventi dei parlamentari, restituisco la parola ai sindaci nell'ottica, con l'obiettivo e l'impegno di invitarvi di nuovo, purtroppo in videoconferenza e da remoto. Chi vuole intervenire? Prego, sindaco di Pozzallo.

  ROBERTO AMMATUNA, sindaco di Pozzallo. Vediamo se in pochi minuti riesco a esternare un concetto. Io ritengo che in questo momento i mali dell'Italia, i gravi mali dell'Italia, siano determinati anche da conflitti istituzionali. Conflitti istituzionali significa il Governo, le regioni, i comuni e quindi, lungi da noi alimentare questo conflitto, mi sento di ringraziare lei, signor presidente, e i parlamentari per questa convocazione. Speriamo sia un primo momento e non deve essere l'unico, come ha detto lei, perché ascoltare i territori significa risolvere meglio i problemi, perché le esigenze dei territori partono soprattutto dalle periferie, dalla gente che è amministrata, quindi ognuno deve avere il proprio ruolo. Il nostro timore è che possa continuare quella politica degli alibi, quella cultura degli alibi, nel senso di dire: «È colpa dell'Europa, è colpa della regione, è colpa di questo, è colpa dell'altro» e poi si scarica tutto sui sindaci che sono la prima linea della barricata che deve affrontare le esigenze di una città. Allora qual è il problema in questo momento? Noi abbiamo un'Europa che è completamente assente, un'Europa che è drammaticamente assente. Il fenomeno dell'immigrazione non è un problema italiano, è un problema soprattutto mondiale, ma soprattutto europeo, quindi ognuno deve fare la propria parte. A me piace ricordare alcune cose proprio in pochi secondi: il vicepresidente della Commissione esecutiva Timmermans, a capo di una commissione per controllare il funzionamento dell'hotspot di Pozzallo, da olandese, con pregiudizio, qualche mese fa ha dichiarato alla stampa internazionale di essere sorpreso dal buon funzionamento, dai principi di umanità e solidarietà che ha trovato in questo momento a Pozzallo, in Sicilia e se l'Europa non faceva propri questi principi, l'Europa era destinata a fallire. L'Europa si deve impegnare Pag. 17di più, perché quando si parla della Libia è una problematica del Governo nazionale, del Ministro degli esteri, ma è soprattutto un problema europeo. L'Europa non può lavarsi le mani come ha fatto a finora. L'altra questione è il problema della regione. In questi giorni all'assemblea regionale siciliana si sta affrontando il tema della finanziaria del bilancio. Grande assente è il problema dell'immigrazione. Questo è il tema assente nella finanziaria e quindi quello che caratterizza il dibattito della regione stessa. Per quanto riguarda lo Stato io ripeto ancora una volta che c'è questo nuovo impegno, questo impulso, questa esigenza di ascoltare i territori. Io spero che si continui su questa strada, ma le istituzioni Europa, regione e Stato, debbono camminare insieme. In questo momento per quello che riguarda me, io ascolto solo lo Stato. L'Europa è assolutamente assente, ma la regione è altrettanto assente come l'Europa stessa, quindi non vorrei che ancora una volta continuasse questa cultura degli alibi e si lasciasse solo il sindaco, i sindaci ad affrontare un tema che non è né siciliano né italiano, ma è addirittura europeo. Grazie ancora una volta per questa convocazione, speriamo che ce ne possa essere un'altra. È un segno, signor presidente, di una sua grande sensibilità che non si può non apprezzare insieme a tutti i parlamentari e senatori del Comitato.

  PRESIDENTE. Assolutamente sì, ne faremo sicuramente altre e siamo disponibili poi tutti i giorni ad ascoltarvi e a interfacciarci con voi. Il sindaco Martello ha già il mio cellulare e al termine dell'audizione vi invierò un messaggio con il mio numero; sono a vostra disposizione giorno e notte e in caso di urgenza siamo disponibili a venire sul posto anche in questo momento di emergenza. Non abbiamo alcun problema. Gli altri sindaci, sindaco Martello, sindaco Carmina, volete intervenire? Sindaco Martello, prego.

  SALVATORE MARTELLO, sindaco di Lampedusa. Volevo chiarire subito due, tre concetti. Quando è stato emesso il decreto relativo alla chiusura dei porti, tutti i telegiornali parlavano di come i porti italiani erano stati chiusi, dimenticandosi di leggere interamente l'articolo, che in maniera chiara stabiliva che porti chiusi erano esclusivamente per coloro che operavano al di fuori della zona SAR italiana. Il messaggio arrivato alle persone era pertanto inesatto e rendeva possibile che ci si domandasse come mai successivamente al decreto «porti chiusi» si verificassero ancora arrivi a Lampedusa. Per noi sindaci poi significa ricevere minacce, lettere intimidatorie, insulti per consentire arrivi di migranti, nonostante i porti chiusi. Io non voglio fare politica, perché non c'entra niente la politica con questo problema che dovrebbe essere affrontato da tutti noi, spogliandoci dell'appartenenza politica. Si tratta di un problema che non sarà risolto dall'oggi al domani e che continuerà per lungo tempo. Sul problema dello Stato-regione: diceva il sindaco Ammatuna che noi non abbiamo nessun potere di entrare all'interno degli hotspot. È verissimo, ma non solo. Quello che sta succedendo attualmente a Lampedusa: mi scrive la responsabile dell'ASP (azienda sanitaria provinciale) per comunicarmi che non è di competenza dell'ASP fare i tamponi all'interno dell'hotspot. Se non è di competenza dell'ASP, di chi è la competenza, visto e considerato che c'è un decreto in cui si dice che in Sicilia tutti coloro i quali arrivano in Sicilia o cambiano comune devono osservare i giorni di quarantena e in più prima di uscire devono avere fatto un tampone? Il primo punto è la scarsa comunicazione tra la regione e i comuni, tra le ASP e i comuni. Il problema dei migranti prima era sovraesposto, ora è completamente dimenticato da tutti, perché pensano che il problema sia stato risolto. Il problema non era stato risolto prima, quando era sovraesposto e oggi che non è sovraesposto. È tornato alla ribalta grazie alle cose che sono successe e alle cose che sono venute dai posti di frontiera che quasi non venivano più considerati. È necessario incominciare a vedere come si deve affrontare il problema, anche nella fase due. Io non parlo della fase tre, della fase quattro, ma di quali sono le ricadute Pag. 18che ha questo fenomeno sui territori che sono interessati. Noi ormai siamo assimilabili. Ogni volta che si parla di Lampedusa contemporaneamente si parla di migranti, ma Lampedusa non vive, non ha tante persone che lavorano all'interno dell'hotspot di Lampedusa che è diventato un'impresa, un'industria. Qualcuno crede che il comune di Lampedusa viva con i soldi per i migranti. Non è così, anche perché chi si aggiudica le gare di appalto non sono imprese di Lampedusa e il personale che arriva non è di Lampedusa e allora come dare risposta a coloro i quali sono oggetto di questo fenomeno epocale ed essendo piccoli non sanno come reagire? Chi ci deve dare una mano d'aiuto per cercare di fronteggiare oltre al Coronavirus, anche i problemi economici che ci vengono di riflesso da parte degli sbarchi dei migranti che vengono a Lampedusa? Non è per fare discriminazioni, essere razzisti, penalizzare un partito piuttosto che un altro. Cerchiamo di entrare nel merito della discussione, affrontiamola in maniera serena. Cerchiamo di essere concreti nelle risposte e cerchiamo di dare una mano. Non bisogna neanche citare il problema dei migranti in Europa, perché loro sono molto distanti, ma anche i nostri parlamentari che ci rappresentano in Europa hanno il potere di impegnarsi su questo argomento. Non è possibile che non si faccia una squadra dove si metta al centro dell'attenzione il fenomeno dei migranti che riguarda l'Italia. Occorre reagire dal punto di vista istituzionale, confrontarsi con le altre istituzioni che si disinteressano di questo fenomeno. Si spengono i riflettori fino ai prossimi naufragi, alle prossime morti che si avverranno. Questo fenomeno non può essere oggetto di campagna elettorale.

  PRESIDENTE. Grazie sindaco. Nell'ottica della concretezza, ribadisco che la settimana prossima ci sarà in audizione il prefetto Di Bari che è il soggetto attuatore per le attività emergenziali connesse all'assistenza e alla sorveglianza sanitaria dei migranti soccorsi in mare. Per il passaggio che avete fatto rispetto ai tamponi: io sono assolutamente convinto che la sicurezza e la sicurezza nello specifico sanitaria deve assolutamente essere oltremodo meticolosa e garantita all'interno degli hotspot rispetto agli immigrati presenti sui vostri territori. Cercheremo di approfondire nelle prossime ore, anche attraverso i nostri uffici, le competenze in tema dei tamponi. Chiudiamo con il sindaco di Porto Empedocle, prego.

  IDA CARMINA, sindaco di Porto Empedocle. Rispetto alle evenienze e alla domanda sul fronte dell'emergenza sanitaria, cosa stiano facendo sia la regione che lo Stato e in merito anche a queste vicende, io direi che, da quello che è il punto di vista statale, bisognerebbe integrare la direttiva del Ministero della salute sull'ordine dei tamponi con riguardo anche a determinate situazioni e funzioni: come, per esempio, degli hotspot o situazioni in cui ci sia una pluralità le persone. Non si possono attendere sei, sette giorni per conoscere l'esito dei tamponi con riferimento a persone che debbano essere magari isolate rispetto agli altri o evitare il contatto anche con il personale che poi esce dagli hotspot e va a impattare con la cittadinanza o anche relative a funzioni infungibili di determinati soggetti. Con riguardo a quello che è successo in questi giorni, per esempio, mi fu chiesto di entrare in questo albergo per verificare la situazione di 129 migranti. Io non entrai a tutela non solo della mia salute, ma a tutela della salute dei migranti e ho fatto bene, perché due giorni dopo la mia famiglia è stata coinvolta direttamente: mio marito era positivo al Coronavirus. Io stessa sono stata in isolamento per venticinque giorni proprio per i ritardi della regione Sicilia nel dare l'esito dei tamponi. Ringrazio Dio, io sono risultata negativa tutte le volte, però il mio vice sindaco che mi aveva accompagnato e ora l'ufficiale sanitario che ha visitato il ragazzo egiziano a Porto Empedocle, sono tutti in isolamento. Solleciterei il Ministero a integrare una disposizione in ordine di priorità sui tamponi a determinati soggetti con funzioni infungibili che non possono attendere dieci giorni per l'esito e anche a determinate situazioni particolari. La stessa cosa dicasi per quel che riguarda la regione. Non a caso io ho chiesto per quel che Pag. 19riguarda la distribuzione dei migranti, di avere attenzione per l'efficienza dei sistemi sanitari e la situazione sanitaria dei siti, perché viviamo e tocchiamo con mano un'emergenza costante e ritardi costanti su tutti i fronti. Per quanto riguarda la nave, forse una nave non basterà, perché i soli sbarchi fantasma o l'ordine dei numeri di chi viene rintracciato a terra ogni anno per statistica è di circa 4 mila persone. Con la bella stagione ci aspettiamo che arrivino migliaia di persone, quindi sarà necessaria forse una nave da crociera. Evidenzio inoltre che la prefettura di Agrigento in questo periodo sta facendo un bando a evidenza pubblica per gli alberghi. Ritengo che, più che pensare ad alberghi che magari soddisfano le esigenze economiche di imprenditori che in questo momento vedono le loro attività aperte, sia da attenzionare il problema della salute, quindi la allocazione in questo momento di migranti in strutture adeguate. Ancora sulla questione delle navi, forse si potrebbe prevedere l'intervento del Ministero della difesa, magari con elicotteri a sollevamento verticale che possano consentire il trasferimento dei migranti, direttamente anche in altre zone della Sicilia e dell'Italia, senza dover necessariamente passare dai porti i cui cittadini già scontano la pericolosità di tutti gli sbarchi che comunque avvengono nelle nostre zone. È un problema complesso. Io ringrazio per la disponibilità ad audire i sindaci, ma, secondo me, in questa particolare emergenza, in quanto massima autorità sanitaria dei rispettivi comuni, dovrebbero essere sentiti e coinvolti nelle decisioni prima che i migranti vengano collocati nei propri territori. Ciò anche perché, come già detto dai colleghi, su di loro ricadono la responsabilità diretta ed eventuali minacce. Ho subito una fake news in questi giorni, c'è gentaglia che approfitta di queste situazioni per metterci in pericolo, da noi la gente ha fame e si creano problemi difficili nella gestione dell'ordine pubblico e della sicurezza personale e sanitaria dei cittadini.

  PRESIDENTE. Ringrazio ancora i sindaci intervenuti e dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 11.