XVIII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 10 di Giovedì 30 gennaio 2020

INDICE

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELL'AREA SCHENGEN, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL'ATTUALITÀ DELL'ACCORDO DI SCHENGEN, NONCHÉ AL CONTROLLO E ALLA PREVENZIONE DELLE ATTIVITÀ TRANSNAZIONALI LEGATE AL TRAFFICO DI MIGRANTI E ALLA TRATTA DI PERSONE

Audizione di rappresentanti di Europol: Jari Liukku, Head of Serious and Organised Crime Centre e Alfredo Nunzi, Head of Corporate Services Department.
Zoffili Eugenio , Presidente ... 2 
Nunzi Alfredo , head of Corporate Services Department ... 2 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 4 
Liukku Jari , head of Serious and Organised Crime Centre ... 4 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 6 
Nugnes Paola  ... 7 
Perconti Filippo Giuseppe (M5S)  ... 7 
Zuliani Cristiano  ... 7 
Iwobi Tony Chike  ... 7 
Galizia Francesca (M5S)  ... 8 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 8 
Liukku Jari , head of Serious and Organised Crime Centre ... 8 
Nugnes Paola  ... 10 
Liukku Jari , head of Serious and Organised Crime Centre ... 10 
Nunzi Alfredo , head of Corporate Services Department ... 10 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 11 
Galizia Francesca (M5S)  ... 11 
Nunzi Alfredo , head of Corporate Services Department ... 11 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
EUGENIO ZOFFILI

  La seduta inizia alle 8.45.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente)

Audizione di rappresentanti di Europol: Jari Liukku, Head of Serious and Organised Crime Centre e Alfredo Nunzi, Head of Corporate Services Department.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti di Europol: Jari Liukku, capo del centro europeo per la criminalità organizzata grave e Alfredo Nunzi, capo dipartimento affari strategici e relazioni istituzionali, che abbiamo già avuto modo di conoscere direttamente durante la nostra visita in missione con una delegazione a L'Aja.
  Desidero ricordare che l'audizione di rappresentanti di Europol, Jari Liukku e Alfredo Nunzi, si svolge nell'ambito dell'indagine conoscitiva «Gestione del fenomeno migratorio nell'area Schengen, con particolare riferimento all'attualità dell'Accordo di Schengen, nonché al controllo e alla prevenzione delle attività transnazionali legate al traffico di migranti e alla tratta di persone». Ricordo che il Comitato ha funzioni di vigilanza e controllo sull'attuazione della Convenzione Europol, che istituisce una sorta di ufficio europeo di polizia con la finalità di assicurare una sempre maggiore cooperazione di polizia tra gli Stati membri.
  Il Comitato ha già svolto una missione presso la sede Europol a L'Aja ad aprile dello scorso anno e, prima ancora, nel dicembre del 2018, quando mi ero personalmente recato a L'Aja, in rappresentanza del Comitato.
  L'audizione odierna doveva essere svolta dalla direttrice De Bolle, che tuttavia è stata trattenuta per concomitanti impegni.

  ALFREDO NUNZI, head of Corporate Services Department. Grazie, presidente. È un onore essere vostro ospite stamattina.
  Come diceva il presidente, innanzitutto vorrei portare al Comitato i saluti e le scuse della signora Catherine De Bolle, direttrice esecutiva di Europol, che è stata trattenuta in sede per motivi istituzionali. Europol riceve oggi la visita del Vicepresidente della Commissione europea, Margaritis Schinas, e del Commissario europeo al bilancio, Johannes Hahn, che ovviamente hanno imposto la presenza della direttrice in sede.
  Come detto dal presidente, il collega Liukku ed io rappresentiamo gli aspetti operativi e gli effetti strategici dell'Agenzia: io mi occuperò di illustrarvi brevemente delle questioni istituzionali, il collega vi presenterà lo stato dell'arte per quanto riguarda le recenti operazioni di contrasto alla criminalità organizzata.
  Innanzitutto vorrei esprimere la gratitudine di Europol per l'attenzione del vostro Comitato. Abbiamo potuto constatare un interesse crescente da parte del Parlamento italiano alle attività della nostra Agenzia in un momento di grande cambiamento della politica di sicurezza europea. Nel corso degli ultimi anni Europol è stata invitata regolarmente a riferire a questo Comitato, e ha ricevuto delegazioni del Comitato Schengen. Abbiamo avuto l'onore di ospitare recentemente il presidente e una vostra delegazione.
  Vorrei iniziare con un breve accenno al lavoro di Europol e al quadro delle relazioni istituzionali e strategiche dell'Agenzia. La missione principale di Europol è la Pag. 3prevenzione e il contrasto di tutte le forme di criminalità organizzata, criminalità informatica e terrorismo. Europol è un'agenzia dell'Unione Europea, non ha poteri coercitivi, ma è un meccanismo di supporto e coordinamento per gli Stati membri nel contesto di investigazioni criminali transfrontaliere.
  Nel corso degli ultimi vent'anni Europol è cresciuta costantemente e si è imposta come partner operativo di rilievo per tutte le autorità di polizia degli Stati membri e al di fuori dei confini europei. Il supporto operativo degli Stati membri resta la nostra prerogativa principale ed Europol adempie a questa missione mettendo a disposizione i servizi e gli strumenti necessari.
  Attualmente l'Agenzia conta di circa 1.300 tra funzionari e ufficiali provenienti dagli Stati membri dell'Unione europea, la maggior parte dei quali è impegnata in funzioni operative quali specialisti o analisti. Una fetta importante del nostro staff (oltre duecentocinquanta) è rappresentata da ufficiali di collegamento delle forze di polizia degli Stati membri e dei partner con i quali Europol ha accordi di cooperazione. Il bilancio totale dell'Agenzia per il 2020 è di circa 154 milioni di euro, finanziato dal budget comunitario.
  Europol ha accordi di cooperazione con quaranta partner internazionali, Stati terzi e organizzazioni internazionali. Tra le aree geografiche di più intensa cooperazione annoveriamo gli Stati Uniti, l'America Latina e i Paesi dei Balcani occidentali. Recentemente abbiamo inviato un ufficiale di collegamento in Albania e ci prepariamo a dislocare personale in Serbia e in Bosnia Erzegovina. La Commissione europea sta conducendo dei negoziati per stabilire un quadro di cooperazione operativa con alcuni Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa.
  Europol è un centro per la raccolta e analisi di informazioni criminali a livello europeo. Disponiamo di una vasta banca dati costruita con i più alti standard di sicurezza e di protezione dei dati personali. Questa rappresenta una caratteristica unica a livello europeo e permette lo scambio di informazioni tra autorità e investigatori degli Stati membri; ci permette di fornire analisi e indicazioni investigative su scala transnazionale.
  Dal 2015 siamo stati coinvolti nelle più importanti indagini nella lotta al terrorismo, a seguito degli eventi luttuosi avvenuti in alcune importanti città europee. Fra i servizi forniti agli Stati membri mettiamo a disposizione la nostra strumentazione ed esperienza nell'analisi forense. Questo supporto è necessario per colmare alcune carenze presenti a carattere nazionale in alcuni Stati membri, per esempio, nell'ambito della criminalità informatica.
  Il lavoro dell'Agenzia si articola su centri specializzati in aree criminali, in particolare ospitiamo il Centro per la lotta al crimine informatico, il Centro per la lotta al terrorismo e il Centro per il contrasto al traffico di immigrazione irregolare. L'evoluzione di Europol rispecchia cambiamenti e sviluppi della scena criminale internazionale ed europea, e colloca l'Agenzia come componente fondamentale della risposta messa in atto a livello europeo per affrontare le sfide poste dal terrorismo e dalle crisi migratorie.
  Alla fine del 2018 abbiamo adottato le direzioni strategiche che delineano gli orizzonti futuri dell'Agenzia. La strategia, cosiddetta «2020+», persegue quattro obiettivi fondamentali: il pieno utilizzo del potenziale dell'informazione offerto dal network di Europol; il supporto operativo degli Stati membri, concentrandoci sui gruppi criminali più sofisticati e complessi («high-value target»); Europol come piattaforma di soluzioni di polizia; Europol come punto di riferimento per la ricerca tecnologica e l'innovazione nel campo del lavoro delle forze dell'ordine.
  Fra le aree di priorità operative vi sono il contrasto al traffico di stupefacenti, alla propaganda terrorista on line e il contrasto alla pedopornografia on line.
  Fra le iniziative di carattere istituzionale previste per il 2020 prevediamo l'istituzione del Centro europeo per la lotta al crimine economico e finanziario e, su richiesta dei Ministri dell'Unione europea, l'istituzione di un laboratorio per l'innovazione per promuovere la ricerca e lo sviluppo Pag. 4 di tecnologie e pratiche di innovazione nell'ambito della sicurezza interna. Tali iniziative e il rafforzamento della nostra azione saranno però possibili solamente con adeguati finanziamenti.
  Attualmente guardiamo con preoccupazione agli sviluppi dei negoziati sul quadro finanziario europeo 2021-2027, il meccanismo che definisce i limiti di spesa del budget europeo per il prossimo settennato. Le proposte della Commissione e i tagli proposti da alcuni Stati membri, attualmente in discussione, potrebbero concretizzarsi in tagli di bilancio rispetto alle richieste di Europol. Senza i cambiamenti necessari nelle prospettive di bilancio, l'Agenzia non sarà in grado di fornire il supporto necessario agli Stati membri e crescere nella direzione descritta.
  Concludo con una panoramica riguardante la cooperazione di Europol con le forze di polizia italiane. L'Italia è un partner di primo piano in ambiti quali il contrasto alla criminalità organizzata e all'immigrazione illegale. Da un punto di vista operativo la cooperazione tra Europol e le forze di polizia italiane è ottima. L'Italia condivide con Europol informazioni in vari ambiti quali il terrorismo, il traffico di stupefacenti e l'immigrazione illegale. Europol sostiene le autorità italiane negli hotspot nel Sud Italia, in particolare in Sicilia e in Puglia, dove nostro personale è dislocato per permettere il controllo dei dati e delle informazioni dei nostri database riguardo ai migranti e il supporto forense. A livello di Agenzia circa il 10 per cento del personale Europol è di provenienza italiana, e la cooperazione con l'ufficio di collegamento è molto soddisfacente.
  Vi ringrazio e lascio la parola al collega.

  PRESIDENTE. Grazie, dottor Nunzi. Proprio riguardo alla presenza degli agenti in Italia, nelle recenti visite e missioni a Lampedusa abbiamo avuto modo di conoscere sul campo i vostri agenti.
  Jari Liukku, capo del Centro europeo per la criminalità organizzata grave di Europol, prego.

  JARI LIUKKU, head of Serious and Organised Crime Centre. Onorevole presidente, onorevoli membri del Comitato Schengen, mi chiamo Jari Liukku e, come è stato appena detto, sono alla guida del Centro per la lotta alla criminalità organizzata e alle forme gravi di criminalità. Vi aggiorno brevemente sulle tematiche già accennate, cioè le attività di Europol in termini di interoperabilità e la collaborazione con Frontex. Se avete domande sulla criminalità organizzata, un ambito nel quale Europol opera e coopera intensamente con le autorità italiane, sono a vostra disposizione.
  Per quanto riguarda l'interoperabilità, Europol – come detto dal dottor Nunzi – assiste gli Stati membri nel prevenire i reati gravi e la criminalità organizzata, incluso il terrorismo, nei casi in cui siano colpiti due o più Stati membri. Questo è il nostro concetto operativo che coinvolge anche temi come l'interoperabilità, un pilastro delle nostre attività di cooperazione. La nostra attività si basa sui flussi di informazione che arrivano dagli Stati membri e da altri Stati extra UE. Le nostre funzioni fondamentali si basano sul flusso di informazioni, che viene organizzato utilizzando i nostri sofisticati strumenti di scambio di informazioni. Il dottor Nunzi ha già detto che la nostra piattaforma SIENA (Secure Information Exchange Network Application) per lo scambio di informazioni viene utilizzata dalle autorità di polizia per lo scambio operativo di dati personali. Può essere utilizzata non solo dagli Stati membri ma anche dagli Stati extra UE sulla base di specifici accordi, e anche da alcune specifiche agenzie dell'Unione europea. Questo strumento garantisce l'interoperabilità, la cooperazione, lo scambio di informazioni tra gli Stati membri, tra gli Stati membri ed Europol e tra gli Stati membri e gli Stati extra UE. La lotta alla criminalità organizzata richiede non solo una cooperazione tra gli Stati membri, ma anche con gli altri Stati extra UE.
  Per quanto riguarda il nostro sistema di sicurezza nello scambio di informazioni abbiamo altri accordi a sostegno dell'interoperabilità. Questo è il nostro concetto di base. Per quest'anno stanzieremo ulteriori risorse per sviluppare ulteriormente i nostri Pag. 5 processi operativi e le nostre strutture informatiche e sostenere la nostra interoperabilità con gli Stati membri e le agenzie europee.
  Per quanto riguarda la collaborazione con Frontex, si tratta di uno dei nostri stretti alleati più stretti, in quanto agenzia dell'Unione europea. Insieme abbiamo elaborato un piano d'azione che prevede obiettivi operativi e strategici che stiamo attuando in modo congiunto. In aggiunta a ciò, svolgiamo regolarmente diversi generi di valutazioni delle minacce. L'ultima valutazione di minacce che abbiamo svolto ha riguardato il traffico di migranti e i Balcani occidentali. La precedente valutazione di minacce ha riguardato le attività di traffico di migranti interne all'Unione europea. Svolgiamo incontri regolari con Frontex che, pure, fa parte del nostro Innovationlab. Abbiamo un gruppo congiunto per la gestione delle frontiere e la cosiddetta travel intelligence.
  Per quanto riguarda le attività operative e la collaborazione, Europol assiste gli Stati membri nell'attuazione del ciclo programmatico dell'UE per contrastare la criminalità organizzata e le forme gravi di criminalità. Come saprete, l'UE ha individuato dieci priorità per la lotta alla criminalità organizzata e alle forme gravi di criminalità in relazione alle quali, con il sostegno di Europol, gli Stati membri hanno stabilito dei piani d'azione pluriennali e annuali. Frontex partecipa a questo processo, guidando alcune delle attività e prendendo parte al processo decisionale. In aggiunta a ciò collaboriamo con Frontex anche nelle normali attività di indagine. Queste attività sono parte delle nostre attività operative. Lo scorso anno Europol ha fornito assistenza per 1.700 indagini negli Stati membri. Il mio Centro, nello specifico, ha fornito assistenza per 730 casi di indagine; chiaramente questi casi sono la base fondante dell'assistenza operativa che noi forniamo. Noi assistiamo gli Stati membri dal nostro quartier generale o dispiegando sul campo dei nostri agenti che coadiuvano le attività delle autorità investigative all'interno degli Stati membri. In questo momento tanti dei miei agenti vengono utilizzati a sostegno di diversi casi di indagine negli Stati membri.
  Frontex ci assiste con le proprie risorse. Dispongono di mezzi di sorveglianza aerea, dispongono di altri mezzi, hanno servizi satellitari che garantiscono lo svolgimento delle attività di sorveglianza necessarie e l'individuazione dei gruppi della criminalità organizzata che operano all'interno dell'Unione europea o da Paesi terzi, ma con ripercussioni sull'Unione europea
  La nostra collaborazione con Frontex riguarda anche gli hotspot. Si tratta di una sorta di joint-venture tra noi e Frontex. In questo ambito abbiamo una relazione di collaborazione molto solida, siamo davvero ad ottimi livelli ed è in fase di ulteriore sviluppo.
  Sarò a vostra disposizione se avrete eventuali domande che riguardino la criminalità organizzata e le forme gravi di criminalità in Europa.
  A nostro avviso, in Europa la criminalità organizzata rappresenta la minaccia più grave e diversificata per tutti gli Stati membri perché è in fase di crescita: abbiamo rilevato che, tra il 2013 e il 2019, il numero di gruppi della criminalità organizzata che operano in due o più Stati membri è passato da 3.600 a più di 5.000, il che vuol dire un aumento del 39 per cento. Questi gruppi variano per tipologia, da quelli più tradizionali come le mafie italiane, la criminalità organizzata nigeriana e i gruppi dell'Est europeo, fino ai gruppi criminali di motociclisti. Ci sono nuove tendenze che colpiscono l'Unione europea, e mi riferisco alla criminalità organizzata proveniente dall'America Latina, penso alla Colombia, penso ai cartelli messicani che hanno preso piede in Europa. In aggiunta a ciò, abbiamo anche la criminalità organizzata che arriva dal Marocco, dalla Siria, dal Libano, dalla Cina.
  Ora siamo in una situazione di evoluzione. C'è un costante cambiamento nelle modalità operative della criminalità. L'attività della criminalità organizzata si basa essenzialmente sul traffico di migranti e di sostanze stupefacenti. È vero che la crisi migratoria si è affievolita: ricorderete come nel 2015 abbiamo avuto più di un milione Pag. 6di migranti irregolari entrati in Europa, mentre l'anno scorso abbiamo avuto centoventimila persone, ma, se guardiamo all'attività del traffico di migranti condotto dai gruppi criminali, ci sono sempre più casi investigativi negli Stati membri che riguardano proprio queste attività. Questo settore è diventato parte integrante delle attività della criminalità organizzata. Ci sono poi i reati contro il patrimonio, i reati economici e il traffico di armi.
  In relazione alla collaborazione tra Italia ed Europol, il traffico di migranti rappresenta l'ambito più forte di collaborazione tra noi e le autorità italiane, al secondo posto abbiamo i reati contro il patrimonio, poi abbiamo la tratta di esseri umani e vari altri generi di attività svolte dalla criminalità organizzata.
  La criminalità organizzata ha un impatto diversificato all'interno dell'Unione europea.
  La violenza che viene utilizzata dai gruppi criminali è in crescita. Ieri, quando sono arrivato, nel tragitto dall'aeroporto ho parlato con il collega che mi ha accompagnato e gli ho detto che solo l'anno scorso in Svezia ci sono stati 350 sparatorie tra gruppi della criminalità organizzata e 250 attacchi con ordigni esplosivi che hanno provocato, nel complesso, la morte di 42 persone e il ferimento di oltre 100. Cresce la violenza anche all'interno di altri Paesi: Belgio, Paesi Bassi, Germania, Regno Unito. Molto spesso gli attacchi e le sparatorie sono legate a contrasti per il traffico di sostanze stupefacenti.
  La criminalità organizzata ha un impatto anche sulla salute della popolazione. Aumenta la fornitura di diverse sostanze stupefacenti. L'anno scorso abbiamo pubblicato la relazione sui mercati della droga nell'UE: la conclusione è l'aumento delle forniture di droghe sintetiche, cocaina, cannabis ed eroina. Solo per citarvi un esempio: sono stato in Colombia nel settembre dell'anno scorso insieme al nostro direttore. I colombiani sono i maggiori produttori di cocaina al mondo e ora più del 60 per cento della cocaina prodotta in Colombia arriva in Europa. Prima era il contrario: il principale consumatore di cocaina erano gli Stati Uniti, mentre adesso questo ruolo è passato all'Europa, che è diventata il mercato più appetibile per lo smercio di vari tipi di sostanze stupefacenti.
  La criminalità organizzata ha ripercussioni anche sull'economia: abbiamo rilevato, infatti, che i proventi dei reati ammontano a 110 miliardi di euro l'anno e solo l'1,1 per cento viene confiscato. Per questo motivo aumentano, per la criminalità organizzata, le possibilità di investimento in strutture legali e in attività illegali. Questa è una delle principali sfide per noi.
  La criminalità organizzata utilizza poi nuove tecnologie, cripta le proprie comunicazioni, fornisce anche servizi on line, servizi illegali, e commercializza i propri beni illegali on line.
  Mi avvio verso la conclusione aggiungendo che la criminalità organizzata è sempre più internazionale. Nell'Unione europea i gruppi criminali già sfruttano la libera circolazione delle persone – lo hanno fatto sin dall'inizio – ma poi stabiliscono connessioni anche con Paesi extra UE. Questi gruppi hanno stabilito alcune delle proprie attività in alcuni specifici Paesi extra UE, che favoriscono le loro attività illecite, perlopiù legate al riciclaggio di denaro, al traffico di sostanze stupefacenti, alla contraffazione e altre attività similari.
  Con i colleghi italiani abbiamo rilevato che l'Unione europea ha bisogno di una strategia per la lotta alla criminalità organizzata. Tutti gli Stati membri devono stabilire le priorità e le misure necessarie per impedire che la criminalità organizzata possa ampliare ulteriormente le proprie attività. È davvero una sfida prevenire questa ulteriore espansione, ma occorre iniziare. Questa strategia, che dovrà comprendere numerose attività, dovrà basarsi sull'utilizzo di fondi dell'Unione europea.
  Vi ringrazio dell'attenzione.

  PRESIDENTE. Ringrazio il dottor Jari Liukku e il dottor Alfredo Nunzi.
  Prima di passare la parola ai colleghi ho una domanda da rivolgervi. Nello specifico se si potesse avere un passaggio, un approfondimento sul rapporto che hanno le mafie della nostra penisola con le mafie straniere; Pag. 7 quanto operano in questo momento le mafie italiane nell'ambito dei Paesi europei e anche a livello internazionale. Tutto questo anche in rapporto al traffico degli esseri umani.

  PAOLA NUGNES. Grazie, presidente. Ringrazio anche i nostri ospiti. Trovo molto interessante l'ultima parte del suo discorso a proposito delle strategie che i diversi Paesi stanno mettendo in atto per creare un contrasto effettivo alla criminalità internazionale. Mi chiedo se c'è alla base un rapporto che metta a confronto tutte queste proposte, in modo da poter trarne un modello a cui fare riferimento per gli altri Paesi.
  Poi mi vorrei soffermare sulla questione della tratta degli esseri umani. Purtroppo da dati dell'Organizzazione internazionale dell'immigrazione è stato stimato che l'80 per cento delle oltre undicimila nigeriane registrate nel nostro Paese nel 2018 sono state vittime di tratta, però sembra che non ci siano delle risultanze per quanto riguarda i trafficanti: non ci sono stati arresti. Questo è un dato eclatante. Noi abbiamo una legge, la n. 228 del 2013 (Misure contro la tratta), che all'articolo 18 dispone un'organizzazione per l'individuazione soprattutto dei soggetti vittime di tratta, norma che è stata presa a modello dagli altri Paesi; purtroppo l'articolo 12 del recente decreto n. 113 del 2018 esclude i richiedenti protezione internazionale dal sistema SPRAR, riservandoli solo ai CAS o ai CPR, pertanto è difficile individuare i soggetti che sono vittime di tratta, perché sono soggetti molto fragili che, soltanto a seguito di un'accoglienza che possa portare all'individuazione della loro situazione specifica, possono essere individuati come soggetti che subiscono questo tipo di violenza. Sono donne ma sono anche uomini, e sono anche bambini. Quindi mi chiedo se, dal vostro osservatorio privilegiato, avete da fornirci anche dei consigli, perché con il nuovo Governo «Conte 2» abbiamo valutato, anche a seguito delle valutazioni della Corte costituzionale, di dover fare delle modifiche ai decreti approvati nel 2018, quindi, dovendo mettere mano anche a questi provvedimenti, chiedo se siete pronti (o anche con documenti successivi) a darci delle indicazioni.

  FILIPPO GIUSEPPE PERCONTI. Io vorrei fare alcune domande. La prima è quanti sono stati i tagli a cui vi siete riferiti e quali sono stati gli Stati che li hanno chiesti, soprattutto perché. Dato il lavoro che fate.
  Sul tema immigrazione, ho capito che Europol svolge un ruolo importante contro il crimine organizzato a livello internazionale, però ponendo attenzione sull'immigrazione qual è il vostro lavoro e qual è il lavoro di Frontex?
  Infine vorrei capire il ruolo del gruppo di controllo parlamentare congiunto, soprattutto con i parlamentari italiani, se hanno fatto dei resoconti, se li avete incontrati, che lavoro stanno svolgendo.

  CRISTIANO ZULIANI. Saluto gli autorevoli rappresentanti di Europol. Vista l'analisi dei dati forniti dal Ministero c'è stato un esponenziale aumento dei migranti sbarcati nel mese di gennaio, paragonando i dati di quest'anno a quelli dell'anno scorso. Vorrei sapere se Europol ha programmato una serie di maggiori controlli sulle strutture hotspot e CARA.
  Ho colto dalla vostra relazione, se non ho capito male, che sono stati dislocati degli uomini in maggior misura sui territori di Albania e Bosnia-Erzegovina; vorrei capire meglio la funzionalità di questi vostri uomini su tali territori: se per un controllo delle attività interne legate alla criminalità o al flusso di migranti che arrivano da altri Paesi, e verso quali Paesi vadano, se tra questi l'Italia.

  TONY CHIKE IWOBI. Ringrazio i nostri ospiti per le loro dettagliate relazioni. Io mi limito a tre domande specifiche.
  La mia prima domanda è: quali iniziative sta prendendo Europol per condurre indagini sulle attività della mafia nigeriana e sul dilagare degli episodi criminosi legati ai riti magici ed esoterici?
  La seconda domanda è: ritenete necessario un migliore scambio di informazioni con i servizi di intelligence dei Paesi extra Unione europea, in particolare con quelli Pag. 8africani, nello specifico la Nigeria, visto che la maggior parte dei migranti clandestini più vulnerabili e delicati provengono da quel Paese? Perché tutti questi Stati europei sono toccati dalla mafia nigeriana, ma non c'è un unico accordo di libero scambio di dati personali con la Nigeria che risulta abbastanza all'avanguardia e preparata in merito?
  La terza domanda è sulle azioni contro l'immigrazione clandestina, che sappiamo essere la fonte maggiore che alimenta il disordine sociale nei vari Paesi europei, particolarmente in Italia. Anche alla luce del recente accordo siglato con Frontex nel giugno 2019 e considerando il continuo e vertiginoso aumento degli sbarchi in Italia, escludendo quelli «fantasma» che abbiamo riscontrato recentemente durante la nostra missione in Sardegna, sappiamo che solo nel mese di gennaio 2020 sono state 870 le persone sbarcate, mentre nello stesso periodo del 2019, con il Ministro Salvini al Governo, sono state soltanto 155.

  FRANCESCA GALIZIA. Ringrazio gli auditi per la relazione esauriente ed estremamente interessante. Vorrei ricollegarmi alla domanda del mio collega Perconti sulla questione del quadro finanziario pluriennale e dei possibili tagli che potreste subire come Agenzia. Vorrei sapere quanto può incidere la Brexit su Europol sia in termini economici quanto in termini di database e di funzioni di Europol, visto che comunque gli scambi di informazioni tra i vari Stati sono un vostro punto di forza.

  PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi, pertanto do la parola al dottor Jari Liukku e al dottor Alfredo Nunzi per la replica.

  JARI LIUKKU, head of Serious and Organised Crime Centre. Onorevoli parlamentari, mi scuso se non riuscirò a rispondere alle numerose domande che mi sono state rivolte: farò il possibile.
  Parto dalla prima domanda sulle mafie italiane, le loro connessioni con l'Unione europea e con i Paesi extra UE. Le mafie italiane sono chiaramente tra i gruppi criminali più forti all'interno dell'Unione europea, si sono espanse all'interno dei Paesi europei e hanno anche una forte presa all'interno di Paesi non UE, con conseguenti differenze nella conduzione dei loro traffici di sostanze stupefacenti e delle altre attività criminali. È chiaro che la criminalità organizzata italiana rappresenta una delle aree più importanti per le attività operative di Europol. Abbiamo uno specifico progetto di analisi per questo e ogni anno ci occupiamo di centinaia di casi investigativi provenienti dai diversi Stati membri che riguardano la criminalità italiana. È in netto aumento la quantità di informazioni sulla criminalità organizzata italiana così come il numero di casi riguardanti la criminalità italiana che vengono denunciati a Europol. Ciò è dovuto, da un lato al fatto che la criminalità italiana si sta espandendo, dall'altro al fatto che gli Stati membri hanno notato che condividere informazioni con Europol e attraverso Europol va a vantaggio delle loro stesse attività di indagine. Da noi esistono casi prioritari e poi le indagini che riguardano i cosiddetti «obiettivi di alto valore» che coinvolgono non solo le autorità italiane, ma anche quelle di altri Stati membri e di Paesi extra UE.
  Per quanto riguarda le politiche sulla criminalità organizzata, quali sono le migliori pratiche, se ve ne sono? Ripeto quello che ho detto all'inizio: abbiamo bisogno di una strategia UE sulla criminalità organizzata, come sottolineato anche dalle autorità di polizia dei Paesi dell'Unione europea. Occorre stabilire le priorità e definire chiaramente le attività da svolgere. Per quanto riguarda i gruppi della criminalità organizzata ad alto rischio, occorre applicare il criterio di selezione di obiettivi di alto valore. Per «obiettivi di alto valore» si intendono individui e gruppi considerati ad «alto rischio». Insieme, gli Stati membri dovrebbero individuare questi soggetti e queste organizzazioni in tutto il territorio europeo e puntare a indagini congiunte. Queste sono priorità chiare che sono già operative.
  In aggiunta alla criminalità organizzata, abbiamo anche la criminalità quotidiana: Pag. 9la criminalità quotidiana transfrontaliera è anch'essa in fase di crescita e rientra nell'attività giornaliera ordinaria delle forze dell'ordine. Quindi il ciclo programmatico dell'UE deve essere in grado di rispondere anche a questa sfida.
  Per quanto riguarda la tratta di esseri umani, due terzi delle vittime sono cittadini dell'UE e arrivano da Paesi dell'Unione europea, mentre solo un terzo proviene da zone esterne all'Unione. Tra i Paesi principali, per quanto riguarda le vittime, i cittadini nigeriani sono tra le vittime più numerose di questo fenomeno. Al momento stiamo svolgendo indagini insieme ad alcuni Stati membri su gruppi nigeriani che hanno stabilito le proprie attività non solo in Italia, ma in numerosi altri Paesi membri. Le indagini in corso su questi gruppi vedono la partecipazione anche delle autorità nigeriane. Come è stato detto da uno degli autorevoli parlamentari, è fondamentale avere una buona collaborazione con i Paesi di origine: in questo caso specifico, le attività criminali sono guidate dalla Nigeria e le persone all'interno del territorio dell'Unione sono in stretto contatto con le persone che guidano i traffici dalla Nigeria. Quindi è fondamentale che ci sia un'ottima cooperazione. In ogni caso abbiamo già avuto numerosi casi di cooperazione operativa con le autorità nigeriane.
  Una delle sfide per noi è superare l'ostacolo di una mancanza di un accordo operativo con la Nigeria, ma questo non ci impedisce di collaborare con le autorità nigeriane perché riusciamo sempre, con l'aiuto degli Stati membri, a trovare una soluzione, ma un accordo operativo sarebbe sicuramente più utile.
  Per quanto riguarda il traffico di migranti e le differenze tra Europol e Frontex, quest'ultima è un'Agenzia per il controllo delle frontiere, assiste gli Stati membri nel proteggere le frontiere esterne; Europol è un'organizzazione che fornisce assistenza agli Stati membri nelle indagini che riguardano la criminalità organizzata: questa è la differenza. Quel che accade alle frontiere esterne si riflette anche sulle attività della criminalità organizzata, come abbiamo detto. Ecco perché è importante avere una cooperazione chiara tra Frontex ed Europol. Siamo a un buon livello, come ho detto. Anche i nostri database sono diversi. Noi possiamo immagazzinare i dati personali per tre anni o più, se è necessario per le indagini. Questo è un pilastro fondamentale per qualunque attività di assistenza che dobbiamo fornire agli Stati membri. Frontex, invece, non ha il nostro genere di database, ma dispone di tanti altri mezzi per rafforzare il controllo delle frontiere esterne.
  Per quanto riguarda le nostre attività nel traffico di migranti, noi non ci concentriamo sulla prevenzione degli arrivi: noi assistiamo gli Stati membri nelle indagini che riguardano la criminalità organizzata, che riguardano all'interno due o più Stati membri e, a tale fine, noi spesso coinvolgiamo anche Paesi extra UE.
  Per quanto riguarda la crisi migratoria, noi ci concentriamo sul traffico di migranti e sulle attività relative alla tratta. Nel mio dipartimento esiste un centro specifico che fornisce assistenza agli Stati membri. L'anno scorso è aumentato il numero di messaggi relativi alla tratta di esseri umani e al traffico di migranti, perché questi fenomeni rientrano ormai tra le attività svolte dalla criminalità organizzata e poi perché gli Stati membri hanno constatato che le attività di indagine sulla criminalità organizzata e sulle forme gravi di criminalità all'interno dell'Unione europea richiedono uno scambio di informazioni: se si lavora solo a livello nazionale, non si ha un impatto decisivo. Si possono sempre sequestrare 5 tonnellate di cocaina o anche 10, ma ne arriveranno altre, e se non si colpiscono i gruppi criminali in Sud America o i facilitatori di attività condotte nell'UE, non si elimina il problema. Occorre quindi indirizzare le nostre attività sui gruppi e sugli individui giusti.
  Ho parlato della criminalità organizzata nigeriana e questa è una delle aree fondamentali per la nostra attività al momento. Ne sentirete parlare presto. Europol preparerà, una volta terminate le proprie attività investigative un rapporto analitico sulle attività svolte dai gruppi nigeriani nell'UE. A proposito della tratta di esseri Pag. 10umani e dell'eventuale esistenza di una relazione aggiornata su questo argomento, lo scorso anno è stato pubblicato un rapporto dell'UE sulla tratta di esseri umani che illustra i fenomeni principali, i Paesi di origine, il modus operandi dei vari gruppi e le diverse modalità di svolgimento della tratta di esseri umani. Nella relazione si parla anche di sfruttamento sessuale, di criminalità forzata e di sfruttamento della manodopera che sono i tre ambiti principali legati al fenomeno della tratta. È disponibile on line.
  Spero di aver risposto in maniera esaustiva alle vostre domande.

  PAOLA NUGNES. Vorrei chiederle entro quanto possiamo aspettarci il dossier di cui ci ha parlato.

  JARI LIUKKU, head of Serious and Organised Crime Centre. Quanto prima.

  ALFREDO NUNZI, head of Corporate Services Department. L'ultima relazione di cui parlava il collega Liukku è già disponibile on line sul sito di Europol.
  Rispondo rapidamente per punti. Per quanto riguarda il quadro finanziario 2021-2027 gli onorevoli Perconti e Galizia hanno chiesto quali erano i rischi, ho detto in precedenza che il bilancio per l'anno 2020 di Europol ammonta a 154 milioni di euro, la proposta iniziale della Commissione per il bilancio 2021-2027 inizia con una previsione di bilancio di 123 milioni per il 2021 e un incremento annuale del 2 per cento. La richiesta che gli Stati membri hanno fatto ad Europol in termini di attività per il solo 2021 richiede una previsione di bilancio di 234 milioni di euro, vale a dire che la differenza tra quanto richiesto all'Agenzia e quanto previsto al momento dalla Commissione europea è di 110 milioni di euro. Noi riteniamo che le richieste degli Stati membri, in termini di servizi, siano la nostra priorità. In particolare è stato domandato quali sono i Paesi più recalcitranti per quanto riguarda il bilancio multi-annuale. L'ultima proposta è stata avanzata dalla precedente presidenza dell'Unione europea finlandese. C'è un gruppo ristretto di Paesi che si identificano nei Paesi dell'area del Nord molto conservativi in materia di bilancio. C'è un altro gruppo, i cosiddetti «amici della coesione», di cui anche l'Italia fa parte, che invece spinge per uno spostamento all'interno della previsione attuale del bilancio tra le voci di spesa. Quello che Europol chiede non è un aumento della totalità del bilancio multi-annuale, ma una riallocazione all'interno della stessa voce di bilancio, di cui Europol fa parte, tra alcune voci di spesa. Quindi non un aumento dei fondi totale, ma una migliore ridistribuzione, per permettere all'Agenzia di avere il minimo necessario per rispondere alle domande degli Stati membri, inclusa la lotta alla criminalità organizzata e al traffico di esseri umani.
  Per quanto riguarda, invece, il possibile impatto della Brexit, questa può avere un impatto in due sensi. Il più importante sicuramente è il rischio che ci sia una riduzione dello scambio di informazioni tra Unione europea e Regno Unito. Quest'ultimo è un importante attore sulla scena della sicurezza internazionale, è un attore che, anche da un punto di vista geostrategico, resta nell'area di interesse dell'Unione europea e anche dell'Italia; i negoziati per la futura cooperazione iniziano il primo febbraio, alla luce degli ultimissimi sviluppi anche legislativi tanto nel Regno Unito quanto nell'Unione europea. Sarà necessario avere le opportune previsioni per quanto riguarda la continuazione dello scambio di informazioni nei due sensi.
  Per quanto riguarda il possibile rischio di impatto finanziario sul bilancio dell'Unione europea, il Regno Unito è uno dei principali contribuenti al bilancio dell'Unione europea. Con la sua uscita dal sistema comunitario ci sarà anche una riduzione, starà ai Governi degli Stati membri decidere se e come assorbire la mancanza del contributo comunitario britannico alla Comunità europea.
  Oggetto delle domande sono stati anche i rapporti e il ruolo del Comitato di controllo congiunto. Come sapete, si tratta di un organismo politico che include i rappresentanti tanto del Parlamento europeo quanto dei Parlamenti nazionali. Europol Pag. 11ha una relazione regolare, i rappresentanti del Comitato partecipano alle riunioni del consiglio d'amministrazione di Europol, hanno la facoltà di richiedere informazioni, Europol fornisce informazioni, noi riceviamo regolarmente la visita tanto del Parlamento quanto delle delegazioni nazionali che integrano il Comitato parlamentare.
  Da ultimo è stato chiesto il ruolo degli ufficiali di collegamento di Europol, che sono stati o saranno dislocati in alcuni Paesi dei Balcani occidentali. Questi funzionari svolgono il ruolo di raccordo tra gli organismi di cooperazione internazionale di polizia di questi Paesi, al momento Albania e nel prossimo futuro Bosnia-Erzegovina e Serbia, e l'organizzazione proprio per facilitare la preparazione e lo scambio di informazioni operative tra l'Agenzia e questi Paesi.
  Credo, presidente, di aver risposto a tutte le domande.

  PRESIDENTE. Io riprendo la questione che riguarda la Brexit. Vorrei informare i nostri ospiti, rappresentanti di Europol, che questo Comitato di controllo e vigilanza sta organizzando una missione proprio nel Regno Unito, nella quale mi farò promotore di portare la questione che riguarda l'importanza di uno scambio di dati e di cercare di proseguire l'attività di rapporto e connessione tra l'Agenzia centrale Europol, le polizie del Regno Unito e le altre polizie nonostante la Brexit. Come rileva anche lei, il ruolo nell'ambito della sicurezza e del contrasto a ogni forma di criminalità che svolge il Regno Unito è assolutamente fondamentale anche con le sue eccellenze. Il venir meno di questo ambito, almeno a mio avviso, può impattare rispetto alla sicurezza europea. Quindi nell'ambito della missione che svolgeremo e in cui incontreremo le nostre rappresentanze italiane e i nostri omologhi britannici, è una questione che ci appuntiamo e che porteremo anche in quell'ambito.
  Mi complimento, grazie per gli interventi di entrambi. Scorrendo i lanci di agenzia di stampa relative a Europol ho trovato notizie relative alla presentazione del rapporto sulle droghe presentato al Parlamento europeo. Complimenti per la vostra attività di studio e approfondimento nell'ottica del contrasto a questo crimine. È un mercato a livello europeo preoccupante, ogni anno gli europei spendono – leggo dal rapporto di Europol che metteremo a disposizione dei nostri colleghi dei due rami del Parlamento – 30 miliardi di euro per il consumo di droga. Ho guardato anche le percentuali della droga che viene diffusa sul territorio europeo: il 39 per cento di cannabis, il 31 per cento di cocaina. Mi hanno stupito il 25 per cento di eroina e il 5 per cento di droghe sintetiche e anfetamine. Mi ha colpito il ritorno dell'eroina rispetto alle droghe sintetiche. Magari mi sbaglio, ma ricordo che in passato le droghe sintetiche avevano avuto un incremento. In ogni caso siamo tutti fermi e uniti nella lotta contro la droga dannosa soprattutto per i più giovani.
  Chiedo se ci sono altri interventi da parte dei colleghi. Prego, onorevole Galizia.

  FRANCESCA GALIZIA. Immagino che in seguito alla Brexit perderete anche in termini di competenze, colleghi, supporto, struttura e personale, non so con che percentuale.

  ALFREDO NUNZI, head of Corporate Services Department. Per quanto riguarda la questione del personale britannico impiegato in Europol bisogna puntualizzare che quest'ultima per statuto può impiegare nei ruoli operativi solamente personale appartenente alle forze di polizia degli Stati membri. Poiché il Regno Unito lascerà l'Unione europea e non sarà più uno Stato membro, noi già da oggi, a seguito del referendum sulla Brexit, non possiamo più assumere nuovo personale britannico su posti riservati al personale di polizia. Abbiamo ancora nel quadro organico alcuni funzionari britannici, tanto in posti di natura operativa quanto su altri posti di natura tecnico-logistico-amministrativa che resteranno per il momento all'interno dell'Agenzia e, quindi, continueremo ad avvalerci del loro contributo. Per il futuro anche questo tema sarà regolato dagli accordi che l'Unione europea concluderà con il Regno Pag. 12Unito. Del resto, le conseguenze di una decisione tanto grave quanto quella dell'uscita dall'Unione europea implicano necessariamente delle decisioni che sono a un livello più alto di quello dell'amministrazione dell'Agenzia.
  Purtroppo non potremo più impiegare all'interno del quadro del personale funzionari di polizia del Regno Unito, che non sarà più uno Stato membro.

  PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti per gli interessanti elementi di informazione e valutazione forniti al Comitato, ringrazio altresì tutti i colleghi che sono intervenuti e dichiaro quindi conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.40.