XVIII Legislatura

XI Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 7 di Martedì 3 dicembre 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Giaccone Andrea , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL RIORDINO DEL SISTEMA DELLA VIGILANZA IN MATERIA DI LAVORO, CONTRIBUZIONE E ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA A SEGUITO DELLE MODIFICHE INTRODOTTE DAL DECRETO LEGISLATIVO 14 SETTEMBRE 2015, N. 149, NELLA PROSPETTIVA DI UNA MAGGIORE EFFICACIA DELLE AZIONI DI CONTRASTO AL LAVORO IRREGOLARE E ALL'EVASIONE CONTRIBUTIVA

Audizione di rappresentanti dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS).
Giaccone Andrea , Presidente ... 3 
Tridico Pasquale , presidente dell'INPS ... 3 
Giaccone Andrea , Presidente ... 5 
Cantone Carla (PD)  ... 5 
Cominardi Claudio (M5S)  ... 6 
Costanzo Jessica (M5S)  ... 6 
Tripiedi Davide (M5S)  ... 7 
Giaccone Andrea , Presidente ... 7 
Tridico Pasquale , presidente dell'INPS ... 7 
Petrotta Maria Sandra , direttore della Direzione centrale entrate e recupero crediti dell'INPS ... 8 
Tridico Pasquale , presidente dell'INPS ... 9 
Giaccone Andrea , Presidente ... 9 

ALLEGATO: Documentazione depositata dai rappresentanti dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) ... 10

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio: Misto-C10VM;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-Centro Democratico-Radicali Italiani-+Europa: Misto-CD-RI-+E;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ANDREA GIACCONE

  La seduta comincia alle 10.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati, nonché la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul riordino del sistema della vigilanza in materia di lavoro, contribuzione e assicurazione obbligatoria a seguito delle modifiche introdotte dal decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 149, nella prospettiva di una maggiore efficacia delle azioni di contrasto al lavoro irregolare e all'evasione contributiva, l'audizione di rappresentanti dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS).
  Segnalo che la delegazione è composta dal professor Pasquale Tridico, presidente, e dalla dottoressa Maria Sandra Petrotta, direttore della Direzione centrale entrate e recupero crediti.
  Nel ringraziare i nostri ospiti per la loro presenza, cedo immediatamente la parola al presidente Tridico.

  PASQUALE TRIDICO, presidente dell'INPS. Grazie, Presidente. Sono particolarmente contento di questa richiesta di audizione. Il tema della vigilanza contributiva è molto importante, perché riguarda anche le pensioni del futuro, in quanto finanziate da quella parte di contributi spesso evasa che i nostri ispettori, ai sensi della legge n. 88 del 1989 (la legge più importante per l'Istituto), sono obbligati a recuperare. È un aspetto molto delicato della vita dell'Istituto, che recentemente è stato modificato, in un modo sul quale l'Istituto ha delle forti perplessità. L'Istituto, infatti, nutre forti dubbi sulla riforma recentemente intervenuta.
  Io illustro in questa sede la parte innovativa di tale riforma, le sue criticità e le proposte di eventuale modifica, depositando agli atti della Commissione una dettagliata relazione di venti pagine che riguarda lo stato dell'arte. Quelle che illustrerò e commenterò sono le criticità e gli aspetti più controversi della riforma.
  Il decreto legislativo n. 149 del 2015 è intervenuto per modificare l'attività ispettiva in materia di lavoro, in materia di legislazione sociale e in materia contributiva, istituendo l'Ispettorato nazionale del lavoro (INL), allo scopo di integrare in un unico organismo i servizi ispettivi del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dell'INPS e dell'INAIL, per evitare sovrapposizioni. Un obiettivo nobile – se volete – perché da sempre abbiamo avuto, in passato, la sensazione che le imprese fossero troppo controllate, ricevendo ogni giorno l'ispezione di più enti. Questo è un obiettivo nobile, volto a non tartassare le imprese con diecimila ispezioni al giorno. Tuttavia, permettetemi fin da subito di dire che questo obiettivo (nobilissimo) si sarebbe raggiunto semplicemente con il coordinamento dei tre istituti (INPS, INAIL e INL), anche al netto della riforma intervenuta. Non c'è bisogno di un Ispettorato per avere questo tipo di coordinamento. L'obiettivo è Pag. 4assolutamente condivisibile, lo condividiamo, anzi vi dico che già facciamo questo coordinamento, perché riteniamo giusto non tartassare le imprese e non vessarle con più ispezioni al giorno, al mese o nello stesso periodo. Quindi, l'obiettivo è giusto e ci impegniamo fin da subito, ma eravamo impegnati anche prima della riforma su questo, e vi dico che, se questo è l'obiettivo, è già raggiunto.
  Dopo di che, per il raggiungimento di questo obiettivo sono state introdotte anche altre previsioni che destano molte perplessità. Innanzitutto, l'esaurimento del ruolo degli ispettori contributivi. Dovete sapere che esistono tre profili, tre figure di ispettori: l'ispettore contributivo dell'INPS, che esercita la vigilanza sui contributi che i lavoratori e le imprese versano; l'ispettore dell'INAIL, che fa ispezioni in materia di sicurezza del lavoro; e l'ispettore dell'INL (il nuovo Istituto introdotto dalla recente riforma), che esercita la vigilanza nella materia lavoristica e contrattuale. Sono tre campi molto diversi l'uno dall'altro, e io vi sfido a chiedere, nell'esercizio del vostro ruolo di deputati, all'ispettore INAIL se riesce a fare ispezioni in materia contributiva; vi sfido a chiedere all'ispettore INL se è in grado di condurre un'ispezione in materia assicurativa e contributiva; e vi sfido a chiedere all'ispettore INPS se riesce a fare ispezioni nella materia assicurativa propria dell'INAIL e ispezioni nella materia giuslavoristica propria dell'INL. Con modesto e sommesso parere, vi dico che la materia contributiva è la più complessa, come immaginate: è quella sulla base della quale sono pagate le pensioni del futuro; è quella che prevede che le aziende e le imprese versino regolarmente i contributi. La più complessa, in termini di estensione e in termini di risorse finanziarie messe in campo.
  Ai contributi, inoltre, sono legate prestazioni già in pagamento (NASpI, cassa integrazione, assegni al nucleo familiare), quindi, se un'impresa non è in regola con i contributi, i lavoratori non ottengono queste prestazioni. Anche oggi, non solo domani.
  Vi ho citato tre esempi (NASpI, cassa integrazione e assegni al nucleo familiare) che sono gestiti da tre Direzioni generali dell'Istituto. L'Istituto per ogni beneficio ha una Direzione generale. Ciò vuole dire che l'ispettore INPS, per fare bene il suo lavoro, deve conoscere la NASpI, deve conoscere le casse integrazioni, deve conoscere le pensioni, deve collaborare con queste tre Direzioni generali incardinate nell'Istituto. La formazione su queste materie è specifica, è continua ed è fatta in collegamento con i direttori delle Direzioni generali che si occupano di prestazioni NASpI, di cassa integrazione e di assegni al nucleo familiare. Ciò vuole dire che, se interrompiamo il collegamento tra l'ispettore contributivo e la Direzione generale che regola l'erogazione delle prestazioni mediante il finanziamento attraverso i contributi, creiamo un vuoto di competenze che potrebbe essere colmato (perché tutto si può fare con la formazione), ma solo fra dieci anni.
  Noi abbiamo il problema della riscossione regolare dei contributi. I dati sulla riscossione in effetti non sono molto incoraggianti, purtroppo da quando è stata introdotta la riforma n. 149 del 2015. Vi illustro una tabella molto semplice – che depositerò agli atti della Commissione –, che evidenzia il peggioramento delle performance. Nel 2012 le aziende ispezionate erano 80.960, nel 2019 sono 14.860; nel 2012 le aziende accertate irregolari erano cinquantanovemila, oggi sono dodicimila. Ovviamente sono dodicimila: sono state trovate solo dodicimila aziende irregolari. Il numero di lavoratori trovati irregolari nel 2012 era di settantottomila, oggi sono venticinquemila. Il numero di lavoratori totalmente in nero, nel 2012, era di quarantaquattromila, oggi sono soltanto novemila. Saremmo contenti, se questi numeri evidenziassero una situazione di riduzione del lavoro nero, però sapete bene che non abbiamo ridotto il lavoro nero. Il recupero dei contributi evasi nel 2012 era di 1,124 miliardi di euro, oggi è di 873 milioni di euro. Questo è il dato più allarmante. Significa che c'è stata una riduzione, sulla quale hanno agito, a mio parere, due fenomeni: il primo è la riduzione degli ispettori Pag. 5 di vigilanza contributiva dell'Istituto. Noi eravamo circa 1.180 prima della riforma (nel 2012), oggi siamo 1.083, quindi il numero di ispettori si è ridotto di centocinquanta/centosessanta unità in pochi anni, perché centocinquanta/centosessanta ispettori sono andati in pensione e noi, a causa del ruolo a esaurimento, non siamo riusciti a sostituirli. Abbiamo assunto di recente 3.500 persone, ma non abbiamo potuto assumere un ispettore, perché abbiamo il ruolo ad esaurimento. Assumeremo a novembre, con un'autorizzazione della Ministra per la pubblica amministrazione, 1.869 unità, ma non possiamo assumere un ispettore, perché abbiamo il ruolo a esaurimento. Io vi chiedo – ed è questa la terza volta che in questa Commissione faccio questa richiesta e faccio questo appello: so che questa richiesta non trova il consenso di tutti, ma trova fondamento nei dati, l'abrogazione urgente del ruolo a esaurimento degli ispettori di vigilanza dell'INPS. È un bene per il Paese, è un bene per la vigilanza contributiva, è un bene per la lotta all'evasione.
  Mi fermo qui perché ho detto la cosa principale, e deposito agli atti della Commissione i dati e le relazioni che illustrano la gravità della situazione.

  PRESIDENTE. Autorizzo la pubblicazione della documentazione depositata, in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato). Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre questioni o formulare osservazioni.

  CARLA CANTONE. Grazie, Presidente. Ringrazio molto il presidente dell'INPS per quanto ci ha detto con semplicità, facendoci capire molto bene ciò che è avvenuto dal 2012 a oggi, il senso del ruolo delle tre tipologie di ispettori che lei ha esposto, stante la situazione drammatica in cui viviamo, e basta pensare a tutte le audizioni che la XI Commissione, insieme alla XIII Commissione, ha svolto nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul caporalato, per renderci conto di quanto abbiamo bisogno, invece, di rafforzare i tre campi d'ispezione, in particolare i primi due. Poi l'INAIL ha una sua competenza fondamentale, in particolare per le morti sul lavoro, che continuano, purtroppo, a verificarsi.
  Tutti e tre i ruoli sono importanti, ma noi dobbiamo salvaguardare quello dell'INPS, non di oggi ma quello fra vent'anni, perché già c'è poco lavoro, già c'è la crisi, se poi abbiamo il lavoro nero, stiamo freschi! E sto pensando alle pensioni in essere, oltre che a quelle future. Non è una cosa che si dice tanto per dire.
  Noi abbiamo davvero bisogno di rafforzare le ispezioni contributive, perché si legano al campo giuslavorista in materia di rispetto della contrattazione. C'è poco da fare: se il ruolo è a esaurimento, si utilizza, per poter coprire tutte le necessità, il personale a disposizione, ma non so se si può fare, se il sindacato consente, perché è un ruolo assolutamente diverso, e poi è necessario fare della formazione. So bene quanto è complicato, perché un conto è fare l'impiegato, il tradizionale impiegato del ruolo amministrativo, un altro è fare l'ispettore. Io penso che già sia tanto aver ridotto il numero degli ispettori di centocinquanta unità, quindi sono assolutamente d'accordo con lei. Bisogna trovare il modo – adesso noi del Partito Democratico ci penseremo, ma penso che saranno d'accordo anche gli altri colleghi – di recepire i suoi suggerimenti sul modo di superare la previsione dell'esaurimento del ruolo dei funzionari ispettivi, almeno nella materia contributiva. Io ne sono convinta.
  Come si fa? Abbiamo davanti un modello di società purtroppo pervasa dalla precarietà, non voluta ma obbligata, e dal lavoro nero. E la precarietà ha molte facce. La precarietà, a volte, è che al lavoratore, a fronte di quattro ore di lavoro, vengano versati i contributi solo per due ore. È anche così, non c'è solo il lavoro nero. Ci sono molte facce che provocano guasti enormi.
  Non ho avuto occasione di parlare con i miei colleghi, ma per le battaglie che chi è qui oggi ha condotto, penso che un ragionamento dobbiamo provare a farlo.
  Davvero la ringrazio, perché condivido tutto quello che lei ci ha detto: l'analisi e la proposta.

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  CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente. Io sono molto coinvolto in questa questione: lo ero – pensate bene – nel 2014, quando si discuteva il disegno di legge delega sul mercato del lavoro, quindi quando si cominciava a delineare la traccia di quello che poi sarebbe diventato il decreto legislativo n. 159 del 2015; quando ero all'opposizione, ero contrario a questo tipo di indirizzo; lo sono stato da Sottosegretario al Ministero al lavoro e delle politiche sociali, come ben sapete; e lo sono oggi che sono ancora nella maggioranza. Quindi sono anche un po’ arrabbiato, perché abbiamo audito i rappresentanti dei singoli corpi ispettivi, abbiamo visto i dati, abbiamo visto qual è lo stato dell'arte, comprendiamo bene qual è l'importanza e il ruolo degli ispettori: non si può che andare nella direzione di cui stiamo parlando. Per cui, da parte mia, ci sarà sicuramente tutto il supporto e anche la presentazione di emendamenti nelle sedi opportune.
  Qualche settimana fa abbiamo avuto l'audizione dei rappresentanti dell'Ispettorato nazionale del lavoro (INL), in cui si è parlato di miglioramenti dell'attività ispettiva grazie ai progressi di affinamento dell'attività di intelligence; io mi domando: l'INL ha gli strumenti per l'attività di intelligence e li sa adoperare in maniera efficace? O forse queste conoscenze di intelligence derivano dalla storicità, dal pregresso, dal know how che i singoli corpi ispettivi, che hanno un'esperienza più che decennale, hanno maturato? E, se oggi riusciamo a «tenere botta» – diciamola così –, è forse grazie al fatto che si è dovuto concentrare l'attenzione verso grossi soggetti, grosse realtà, diminuendo, anche sensibilmente, il numero delle aziende e dei soggetti ispezionati? Ciò a causa, ovviamente, della riduzione del numero di ispettori e delle risorse.
  Quello che mi sento di dire è che oggi non vediamo l'efficacia di un coordinamento, sebbene nessuno lo metta propriamente in discussione. Però quello che si chiede in questo momento è basilare: il superamento del ruolo a esaurimento. Soprattutto quando parliamo della mole di evaso contributivo. Noi stiamo parlando di decine e decine di miliardi di euro che pesano in maniera molto importante sul bilancio dello Stato, che deve comunque garantire i contributi ai lavoratori e, in un sistema a ripartizione come il sistema previdenziale italiano, anche le pensioni. Questo non è poco.
  Io mi sento di ringraziare tutti gli ispettori del lavoro che, quotidianamente, si impegnano, e vorrei approfittare della presenza del presidente Pasquale Tridico per porre una domanda. Siccome ancora oggi, nonostante siano passati cinque anni dalla entrata in vigore della legge delega, sento parlare del problema della duplicazione dei controlli, a me risulta che, già cinque anni fa, quando si parlava di duplicazioni dei controlli, si faceva riferimento a percentuali irrisorie, forse lo zero virgola qualcosa per cento (proprio una percentuale minima), in relazione, tra l'altro, a controlli di natura diversa. Quindi, di che cosa stiamo parlando? Però, se abbiamo dei dati precisi, sarebbe bello metterli a verbale in questa sede.
  Poi vorrei capire un'altra cosa. Visto che l'evaso contributivo ammonta a cifre molto importanti, noi legislatori cosa possiamo fare per ridurre il gap tra l'accertato e quello che si riesce effettivamente a riscuotere? Secondo me, si potrebbero approvare norme che aiutino a recuperare molto di più. Vorrei da voi qualche suggerimento in merito.

  JESSICA COSTANZO. Grazie, Presidente. Ringrazio il presidente Tridico e la dottoressa Petrotta. Io ricordo che un anno fa circa, quando il presidente Tridico venne in Commissione lavoro per illustrare le linee programmatiche della sua presidenza, tra gli obiettivi vi era quello di fare dell'INPS un polo strategico del Paese; ricordo anche che venne enunciato il numero di prestazioni che l'INPS eroga complessivamente, a imprese e a utenti, e sentire oggi questi dati poco confortanti fa male. A distanza di più di un anno, abbiamo visto che, nonostante i concorsi che sono stati banditi, sia per l'INL sia per l'INPS, non si è riusciti a centrare l'obiettivo – peraltro Pag. 7suggerito da lei, presidente Tridico – del superamento del ruolo a esaurimento.
  Presidente, noi abbiamo già fatto diverse audizioni, perché questa indagine conoscitiva sta per concludersi; abbiamo sentito molti esperti della materia, alcuni dei quali hanno sostenuto la bontà di questa riorganizzazione volta alla razionalizzazione; ci sono state presentate alcune tesi secondo le quali la soluzione era proprio nella formazione e, infatti, so che all'interno dell'INL si è cercato di implementare la formazione degli ispettori, come se la sua mancanza fosse l'origine e l'epifenomeno di tutto il problema: in realtà, dai dati più recenti sul recupero di contributi evasi e dal confronto con le annualità precedenti si evince che, purtroppo, per quanto possa esserci stata una formazione all'interno dell'INL, i risultati sono sicuramente poco confortanti.
  Non credo che l'obiettivo sia quello di creare un istituto sanzionatorio repressivo e non credo neanche che esso sia condivisibile da questa maggioranza di Governo. Certo è – e questo chiedo a lei – che l'INL potrebbe fare da guida nella riorganizzazione, senza però ledere l'autonomia degli altri istituti. È giusto che ci sia il rispetto delle motivazioni che hanno portato alla nascita del nuovo Ispettorato, però è vero che bisogna garantire la certezza dell'attività di controllo. Altrimenti creiamo una discriminazione tra aziende che possono essere controllate e altre che, per «enne» ragioni, non vengono controllate, potendo, quindi, infrangere le normative.

  DAVIDE TRIPIEDI. Grazie, Presidente. Intervengo solo per ringraziare il presidente Tridico e per sottolineare la connessione tra la sicurezza del lavoro e la sicurezza di superare il ruolo a esaurimento, perché non accettabile, in una situazione drammatica come quella che viviamo, avere un corpo ispettivo non nel pieno delle sue forze.
  Chiedo al presidente Tridico con quanta urgenza abbiamo bisogno di abrogare questa norma? Io arrivo dai cantieri, l'onorevole Cantone conosce anche la mia storia personale e sa che abbiamo un obiettivo in questa Commissione: quello di tutelare un pochino di più il mondo del lavoro attraverso, soprattutto, la sicurezza sul lavoro. Che urgenza abbiamo, presidente?

  PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste, pertanto do la parola al presidente Tridico per la replica.

  PASQUALE TRIDICO, presidente dell'INPS. Grazie, Presidente. Io propongo una cosa molto semplice: un coordinamento, anche più forte se volete, dell'Ispettorato nazionale del lavoro. Il coordinamento deve essere unico, non c'è dubbio, proprio per l'obiettivo nobile che vi dicevo: evitare le duplicazioni, migliorare i collegamenti – come dice l'onorevole Tripiedi – tra i diversi Istituti e quindi migliorare la capacità di colpire le diverse possibilità di irregolarità. Quindi il coordinamento è legittimo e deve essere mantenuto, secondo me. Deve essere ottenuto, allo stesso tempo, il superamento del ruolo a esaurimento, quindi la facoltà di ogni Istituto di avere i propri ispettori.
  Vi do alcuni dati, per rispondere esattamente alle domande poste. Nel 2012 il corpo era composto da 1.510 ispettori, oggi il corpo è composto da 1.083 ispettori, quasi cinquecento ispettori in meno. Un terzo degli ispettori in meno. Certo – direte voi – nel frattempo abbiamo assunto ispettori INL. Giusto. Ma – perdonatemi –, di nuovo con tanta modestia e senza arroganza, quanta inesperienza i nuovi ispettori INL oggi scontano rispetto all'esperienza maturata in venti, trent'anni di servizio presso l'INPS, anche grazie a tutta la conoscenza e all'osmosi che si crea tra le diverse Direzioni generali dell'Istituto (cassa integrazione, NASpI, ma anche, oggi, reddito di cittadinanza)? Quanta inesperienza oggi questi nuovi ispettori neoassunti scontano rispetto agli ispettori incardinati e continuamente formati nell'INPS, ridotti di un terzo?
  Per rispondere alla sua domanda, onorevole Tripiedi («quanto è urgente»): è urgentissimo, perché i dati che ho fornito oggi (sono dati ufficiali sull'ammontare dei contributi evasi che noi trasmettiamo al Ministero del lavoro e delle politiche sociali Pag. 8e al Ministero dell'economia e delle finanze) ci dicono che le aziende ispezionate dagli ispettori INPS e i contributi da loro recuperati si sono ridotti tremendamente. In un Paese in cui sappiamo che l'evasione è così alta, questi dati, se l'intenzione del Governo è recuperare l'evasione, devono essere ribaltati. Apprezzo che l'Istituto, per fortuna – e ringrazio il Governo e il Parlamento – è stato autorizzato ad assumere: ripeto, abbiamo assunto 3.500 unità a luglio, assumeremo (con concorso già autorizzato) 1.869 unità. Infatti, per assicurare l'erogazione di tutte le prestazioni, dall'APE sociale al bonus bebè fino al reddito di cittadinanza, la cui competenza è stata attribuita all'Istituto; negli ultimi anni, giustamente il legislatore ha detto: «vi abbiamo dato più da fare, vi diamo anche più risorse», quindi vi ringraziamo per questo, ma non possiamo assumere ispettori. Quindi non possiamo assumere questi cinquecento ispettori che mancano in organico, a meno che il Parlamento e il Governo non si decidano ad abrogare la norma sul ruolo a esaurimento, così che le risorse che noi abbiamo possano essere utilizzate per assunzioni non solo per profili amministrativi, per medici, per informatici – l'Istituto ha tante professionalità, dall'informatico fino al medico, tra cui lo specifico ruolo dell'ispettore di vigilanza e contributi – ed è urgentissimo, onorevole Tripiedi.
  Cosa si può fare oltre al superamento del ruolo ad esaurimento? Io ho apprezzato moltissimo, anche perché l'Istituto ha dato un grande contributo, le norme del decreto-legge n. 124 del 2019 in materia fiscale attualmente in discussione, che riguardano le compensazioni indebite. L'Istituto sconta ogni anno qualche miliardo di evasione contributiva a causa di indebite compensazioni. Conoscete il fenomeno, noi lo vogliamo contrastare: nel decreto-legge fiscale, all'articolo 3, è stata inserita una nostra specifica proposta, che riguarda le compensazioni. È un primo passo. Non è esattamente quello che volevamo: quello che avremmo voluto è un blocco ex ante delle compensazioni che noi valutiamo essere a rischio. Questa proposta non è stata condivisa, quindi non è passata, tuttavia è prevista una collaborazione tra Agenzia delle entrate, INAIL e INPS sugli indici di rischio elevato. Questa collaborazione fa sì che queste false compensazioni possano essere più facilmente individuate. Ma noi dobbiamo evitare le false compensazioni più che individuarle dopo, le dobbiamo evitare ex ante. Quindi, onorevole Cominardi, dobbiamo evitare che le false compensazioni vadano in porto, così che noi poi non le dobbiamo rincorrere. Anche perché, quando le rincorriamo, facciamo fatica a catturarle.

  MARIA SANDRA PETROTTA, direttore della Direzione centrale entrate e recupero crediti dell'INPS. Vorrei solo aggiungere una cosa a proposito dell'urgenza della soppressione della norma del ruolo a esaurimento: la classe ispettiva ha un'età media abbastanza alta, quindi la riduzione di risorse potrebbe essere ancora più importante nei prossimi anni.
  A proposito della formazione, che qualcuno ha visto come una soluzione, certamente è una possibile soluzione, però ricordo soltanto che tra il 2017 e il 2018 è stato somministrato un corso di formazione a 488 ispettori del lavoro in materia previdenziale (un corso di formazione teorico/pratico di quattro settimane), tuttavia ancora oggi nessuno di quegli ispettori del lavoro è in condizioni di fare vigilanza previdenziale in totale autonomia. Il che significa che una formazione di questo genere probabilmente richiede tempi molto lunghi. Cosa diversa è – come ha detto giustamente il presidente – crescere professionalmente all'interno di un Istituto che fa proprio previdenza, quindi conosce bene i meccanismi, le procedure e, soprattutto, la normativa.
  Per rispondere all'onorevole Cominardi a proposito della duplicazione dei controlli, è vero, in passato c'era la duplicazione dei controlli, ma non sono in grado di stabilire in che percentuale. Tuttavia il legislatore del 2004, con il decreto legislativo n. 124, aveva già previsto un coordinamento affidato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, quindi agli ispettori del lavoro, che però non ha funzionato, se poi si è giunti all'approvazione del decreto legislativo Pag. 9 n. 149 del 2015. In realtà, sarebbe bastata una sola cosa, ed è una cosa che abbiamo già realizzato: istituire una banca dati delle ispezioni, in modo da mettere a disposizione reciprocamente (INPS, INAIL, Ispettorato nazionale del lavoro o comunque ispettori del lavoro) l'elenco delle aziende ispezionate o in corso di ispezione, per evitare che altri corpi ispettivi possano replicare l'ispezione. Sembra l'uovo di Colombo, era facile da realizzare e l'abbiamo realizzato. Questo per dire che comunque l'intendimento nobile del legislatore del 2015 è già stato realizzato.
  A proposito della domanda «come possiamo aumentare il riscosso rispetto all'accertato?», perché – è vero – quei dati che noi snoccioliamo riguardano l'accertato, quindi contributi che vengono accertati in quanto evasi, ma non è detto che vengano riscossi, mi viene in mente l'enorme contenzioso riguardante i verbali ispettivi. Questo contenzioso dura troppo a lungo e noi non possiamo sopperire ai ritardi della magistratura.

  PASQUALE TRIDICO, presidente dell'INPS. Aggiungo che noi abbiamo già preparato una proposta normativa «chirurgica» di abrogazione della norma del ruolo a esaurimento e di mantenimento del coordinamento delle linee di azione da parte dell'INL, quindi, se la Commissione lo richiede, noi la possiamo depositare agli atti, insieme alla relazione.

  PRESIDENTE. Ringrazio il presidente Tridico e la dottoressa Petrotta per i loro contributi e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 10.45.

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