XVIII Legislatura

XI Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Mercoledì 31 marzo 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
D'Alessandro Camillo , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE NUOVE DISUGUAGLIANZE PRODOTTE DALLA PANDEMIA NEL MONDO DEL LAVORO.

Audizione di rappresentanti delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL e UGL, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle nuove disuguaglianze prodotte dalla pandemia nel mondo del lavoro.
D'Alessandro Camillo , Presidente ... 3 
Ricciardi Livia , Dipartimento Mercato del lavoro della CISL (intervento da remoto) ... 3 
D'Alessandro Camillo , Presidente ... 5 
Scacchetti Tania , segretaria confederale della CGIL (intervento da remoto) ... 5 
D'Alessandro Camillo , Presidente ... 6 
Proietti Domenico , segretario confederale della UIL (intervento da remoto) ... 6 
D'Alessandro Camillo , Presidente ... 8 
Toussan Michela , dirigente confederale dell'UGL (intervento da remoto) ... 8 
D'Alessandro Camillo , Presidente ... 9 
Viscomi Antonio (PD)  ... 9 
D'Alessandro Camillo , Presidente ... 10 
Mura Romina (PD)  ... 10 
D'Alessandro Camillo , Presidente ... 10 
Musella Graziano (FI)  ... 10 
D'Alessandro Camillo , Presidente ... 11 
Moschioni Daniele (LEGA)  ... 11 
D'Alessandro Camillo , Presidente ... 12 
Scacchetti Tania , segretaria confederale della CGIL (intervento da remoto) ... 12 
Serracchiani Debora , Presidente ... 12 
Ricciardi Livia , Dipartimento Mercato del lavoro della CISL (intervento da remoto) ... 12 
Serracchiani Debora , Presidente ... 13 
Proietti Domenico , segretario confederale della UIL (intervento da remoto) ... 13 
Serracchiani Debora , Presidente ... 14 
Toussan Michela , dirigente confederale dell'UGL (intervento da remoto) ... 14 
Serracchiani Debora , Presidente ... 14 
Barzotti Valentina (M5S)  ... 14 
Serracchiani Debora , Presidente ... 15 
Cantone Carla (PD)  ... 15 

Allegato 1: Documentazione trasmessa dai rappresentanti della CISL ... 16 

Allegato 2: Documentazione trasmessa dai rappresentanti della CGIL ... 49 

Allegato 3: Documentazione trasmessa dai rappresentanti della UIL ... 54 

Allegato 4: Documentazione trasmessa dai rappresentanti della UGL ... 68

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-L'Alternativa c'è: Misto-L'A.C'È;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Cambiamo!-Popolo Protagonista: Misto-C!-PP;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Facciamo Eco-Federazione dei Verdi: Misto-FE-FDV;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Europeisti-MAIE-PSI: Misto-EUR-MAIE-PSI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
CAMILLO D'ALESSANDRO

  La seduta comincia alle 14.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera e la trasmissione diretta sulla web tv.

Audizione di rappresentanti delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL e UGL, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle nuove disuguaglianze prodotte dalla pandemia nel mondo del lavoro.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, l'audizione di rappresentanti delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL e UGL, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle nuove disuguaglianze prodotte dalla pandemia nel mondo del lavoro.
  Ricordo che l'odierna audizione sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto in videoconferenza degli auditi e dei deputati secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre 2020.
  Rammento altresì che alle audizioni svolte in videoconferenza si applicano, in quanto compatibili, le medesime regole che valgono per le sedute in presenza, tra le quali richiamo la vostra attenzione, in particolare, sul divieto assoluto di effettuare e diffondere foto, riprese audiovisive in qualunque forma o con qualunque mezzo, nonché sul divieto di esporre cartelli, striscioni o altre scritte o simboli, ivi inclusi fondali recanti tali segni ovvero non appropriati alla dignità dei lavori parlamentari.
  Sempre al fine di assicurare l'ordinato svolgimento dei lavori in videoconferenza, segnalo inoltre la necessità che i deputati che partecipano da remoto abbiano sempre cura di trovarsi in un luogo adeguatamente isolato da interferenze di terze persone e risultino visibili alla Presidenza, soprattutto nel momento in cui svolgono il loro eventuale intervento.
  Intervengono in collegamento da remoto in rappresentanza della CGIL, la segretaria confederale, Tania Scacchetti, e il coordinatore dell'area della contrattazione del mercato del lavoro, Nicola Marongiu; in rappresentanza della CISL, Livia Ricciardi del Dipartimento Mercato del lavoro; in rappresentanza della UIL, il segretario confederale, Domenico Proietti, e la funzionaria Donatella Querci; in rappresentanza dell'UGL, la dirigente confederale, Michela Toussan.
  Nel ringraziare i nostri i nostri ospiti per la loro partecipazione e constatando problemi di collegamento con la rappresentante della CGIL, Tania Scacchetti, do la parola, in rappresentanza della CISL, a Livia Ricciardi, del Dipartimento Mercato del lavoro. Ricordo che ha a disposizione sette minuti per il suo intervento. Prego.

  LIVIA RICCIARDI, Dipartimento Mercato del lavoro della CISL (intervento da remoto). Buongiorno. Ringrazio la Commissione, ringrazio il presidente per questa opportunità. Cerchiamo di andare al sodo, avendo poco tempo. Come CISL siamo fortemente preoccupati, perché la crisi causata dall'epidemia da COVID-19, più di altre crisi, sta accrescendo notevolmente le disuguaglianze su diversi fronti, molti dei quali sono indicati nel programma dell'indagine conoscitiva. Peraltro, questa pandemia Pag. 4 si è innestata su una situazione sociale già caratterizzata da forti disuguaglianze.
  A questo aggiungiamo il fatto che la crisi economica dovuta all'emergenza sanitaria non sta avendo un impatto omogeneo sulle diverse categorie di lavoratori, ma sta colpendo maggiormente giovani e donne, già penalizzati ben prima del COVID, i quali scontano il fatto di essere particolarmente rappresentati proprio nei comparti produttivi più colpiti.
  Su questo e su altri aspetti invieremo alla Commissione una specifica documentazione, in particolare, il numero di febbraio 2021 di una pubblicazione periodica della Fondazione Tarantelli, il Barometro CISL del benessere/disagio delle famiglie, che tocca tutta una serie di temi. È molto breve, ma ha una serie di dati molto interessanti per l'indagine.
  Io in questa sede, mi limito solo a poche osservazioni, sulla base dell'analisi contenuta nel programma di questa indagine conoscitiva. È vero, come si afferma nel programma, che abbiamo letto con attenzione, che la natura di questa crisi è tale per cui non c'è stata gradualità, lo dico così come è scritto, nel trasferimento dello shock dalle imprese alle famiglie. È altrettanto vero, come pure si afferma nel programma, che molte aziende hanno, invece, grandemente beneficiato della crisi (i giganti del web, la filiera sanitaria, e via dicendo). Tuttavia, sostenere che queste aziende hanno potuto lucrare sul dramma degli altri è forse un modo parziale, ci permettiamo di dire, di vedere le cose, pur nella consapevolezza che in alcuni ambiti si verificano e si sono verificati, purtroppo, abusi, che sono ovviamente da contrastare.
  Sappiamo però che in tutte le crisi alcuni soggetti perdono, altri guadagnano. Il punto è come alleviare le perdite e come sfruttare a vantaggio di tutti i guadagni e le opportunità, in modo che non siano per pochi. Sappiamo tutti che parte dei costi di questa crisi è stata assorbita dal bilancio pubblico con l'aumento dei trasferimenti alle famiglie e alle imprese, in primo luogo attraverso la cassa integrazione con causale COVID.
  Per noi, la cassa integrazione COVID e il blocco dei licenziamenti, che finora hanno significativamente attenuato le difficoltà del mondo del lavoro, devono continuare almeno fino a quando l'emergenza sanitaria non sarà conclusa; ma poiché alcune delle modifiche al nostro sistema produttivo sono già divenute strutturali, con spostamenti di opportunità da un settore a un altro, allora, tra le tutele messe in campo per gestire le disuguaglianze, devono entrare anche – e prepotentemente – le politiche attive del lavoro, che dovranno poter accompagnare i lavoratori da un'azienda a un'altra, ma anche da un settore a un altro, verso i settori in crescita.
  Le misure di sostegno al reddito devono essere affiancate da un piano straordinario di politiche attive, che faccia perno su due strumenti oggi esistenti, il Fondo nuove competenze e l'assegno di ricollocazione, entrambi da rifinanziare in maniera significativa.
  Vorrei dire ancora una cosa. Il lavoro agile è un punto che ci sta molto a cuore. Anche qui ci permettiamo di considerare un po' parziale, un po' limitativa, la valutazione dello smart working data nel programma dell'indagine conoscitiva, secondo cui tale modalità di lavoro rischierebbe di diventare, alla fine della pandemia, un'imposizione ai lavoratori da parte delle imprese, allo scopo di tagliare i costi, risolvendosi, quindi, in una nuova espressione di disuguaglianza.
  Sappiamo che in questi mesi c'è stato anche questo e che in questi mesi sono emerse troppe criticità sul lavoro agile, perché lo smart working ha coinciso, di fatto, con l'uso continuativo del lavoro da casa, peraltro in concomitanza con la didattica a distanza (DAD).
  Questo però non deve, secondo noi, oscurarne le grandi potenzialità. Questa modalità lavorativa è portatrice di nuovi modelli organizzativi, aziendali, urbani, su cui, secondo noi, vanno aperti spazi di sperimentazione. In particolare, come CISL, osserviamo che il lavoro agile è il primo strumento di conciliazione che viene utilizzato alla pari da lavoratori e lavoratrici, al contrario di quanto è sempre avvenuto per il Pag. 5part-time o per i congedi parentali, per fare degli esempi, che erano appannaggio delle sole donne e si trasformavano in vere e proprie trappole.
  Basterebbe questo, il fatto che sia utilizzato alla pari tra lavoratori e lavoratrici, a farne un potente strumento di condivisione del lavoro di cura. Quindi è da sostenere e da incentivare. La CISL chiede in questo momento che le aziende possano continuare a utilizzarlo senza accordo individuale per la durata dell'emergenza, ma solo in presenza di un accordo collettivo. Lo scambio è: niente accordo individuale, ma ci deve essere un accordo collettivo per regolamentare le tutele, la volontarietà, il diritto alla disconnessione. Poi servirebbero investimenti per migliorare la connettività di rete e finanziare spazi di coworking per chi non ha abitazioni o situazioni familiari compatibili.
  Gli ultimi due accenni. Sulla povertà, il Reddito di emergenza e il Reddito di cittadinanza sono intervenuti sostanzialmente sul sostegno al reddito delle famiglie in difficoltà economica. Non solo dal punto di vista metodologico, di linearità del nostro sistema di welfare, ma anche e soprattutto dal punto di vista dell'impatto, secondo noi sarebbe stato preferibile concentrare le risorse sulla misura più consolidata, sul Reddito di cittadinanza, migliorandone l'efficacia e ampliandone la platea fino ai più fragili, cioè le famiglie con minori, le famiglie più numerose, le famiglie con disabili, migliorandolo a favore degli stranieri, nonché modificando i requisiti anagrafici, piuttosto che affiancare un altro strumento.
  Due parole sulla didattica a distanza, che sicuramente ha aggravato le disuguaglianze. L'ISTAT stima che l'8 per cento dei bambini e dei ragazzi è rimasto escluso dalla DAD; questa percentuale sale al 23 per cento tra gli alunni disabili. Chiediamo risorse dedicate per consentire alle scuole di recuperare i livelli di apprendimento in maniera mirata, con interventi che ogni istituzione scolastica potrà, nella sua autonomia, attivare.
  Nel programma dell'indagine conoscitiva vi è un accenno anche alla correlazione tra il contagio da COVID e altri rischi lavorativi. Il discorso è molto lungo. Mi limito solo a osservare che, nonostante il protocollo condiviso, molti sono stati i contesti lavorativi nei quali le tutele sono venute meno. Ne cito un paio: gli acquisti online (c'è stato un aumento dei ritmi e dei carichi di lavoro, quindi bisogna fare molta attenzione a questo settore, infatti abbiamo avuto lo sciopero di Amazon pochi giorni fa) e le piccole realtà lavorative nei servizi di base, come, ad esempio, la pulizia e il facchinaggio. Bisogna fare molta attenzione ad alcune realtà in particolare, che hanno dimostrato una carenza di tutele. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Ritorniamo alla CGIL. Do la parola a Tania Scacchetti, segretaria confederale della CGIL.

  TANIA SCACCHETTI, segretaria confederale della CGIL (intervento da remoto). Buongiorno. L'indagine conoscitiva, che noi riteniamo molto opportuna, in particolar modo per le decisioni che il decisore politico dovrà assumere rispetto a una stratificazione e a un'accelerazione di disuguaglianze di sistema che erano già presenti prima della pandemia, è un'indagine che affronta molti temi. Noi, per l'audizione di oggi, abbiamo deciso di concentrarci in particolare sulle evidenze nel mercato del lavoro. Ci riserviamo di trasmettere alla Commissione una memoria più dettagliata anche su altri aspetti, che sono citati nel programma dell'indagine, come lo smart working e le disuguaglianze nel sistema educativo.
  La prima valutazione che noi facciamo è che, siccome siamo ancora nel pieno della pandemia, anche se l'orizzonte dei piani vaccinali fa intravedere delle prospettive positive, è evidente che la strutturazione di risposte sistematiche deve anche misurarsi con la comprensione della fine o meno della pandemia stessa.
  L'altro fatto importante da tenere in considerazione per valutare le politiche è che gli effetti generati in termini di disuguaglianza dalla pandemia si dispiegheranno per un tempo medio-lungo e, quindi, Pag. 6non saranno tutti recuperabili nel medio termine. La ripresa avverrà con gradualità, in un tempo non breve, sicuramente, noi pensiamo, oltre il 2021. Naturalmente anche le incertezze che oggi permangono sui limiti temporali della copertura vaccinale o sulle mutazioni del virus fanno pensare che saranno necessarie risposte ancora di carattere emergenziale probabilmente nel medio termine.
  La seconda valutazione riguarda la trasformazione che interesserà diversi settori di attività. Questo può determinare una crisi di dimensioni molto profonde in alcuni ambiti, generata anche dalle trasformazioni che già prima della pandemia noi vedevamo. Ci sono due letture possibili sulle evidenze della crisi nel mercato del lavoro: una lettura quantitativa e una lettura qualitativa. Se la lettura quantitativa è stata un po' più limitata dalle risposte a carattere emergenziale, quella qualitativa evidenzia profonde diversificazioni e articolazioni delle tutele esistenti nel mercato del lavoro prima della pandemia, che già non erano sufficienti e che continueranno a non esserlo e che, per questo, dovranno essere corrette. Quindi, uno dei filoni dell'indagine conoscitiva si deve concentrare anche sugli effetti che la pandemia ha solo contribuito a disvelare o ad accelerare, ma non sicuramente a generare.
  I dati sull'occupazione sono emblematici. Ce lo dice l'ISTAT. Il calo dell'occupazione è stato quasi del 2 per cento. Nonostante le misure di tutela, come il blocco dei licenziamenti, è calata la disoccupazione, ma si è determinato anche un notevole aumento dei lavoratori inattivi. Naturalmente, un tasso di occupazione già basso, che scende ulteriormente al 58 per cento, combinato con un tasso di inattività che è cresciuto, fino a quasi il 35 per cento, rende evidente che la necessità di fare investimenti e generare occupazione di qualità deve essere, credo, l'ossessione della politica dei prossimi anni.
  Quanto alle condizioni del mercato del lavoro, sicuramente chi ha pagato di più sono le donne, sono i lavoratori a termine, sono – anche se in misura minore – i lavoratori indipendenti, quelli più fragili all'interno del settore del lavoro autonomo, ed è evidente anche che è cresciuta moltissimo la quota di part-time involontario.
  Analoghe disuguaglianze si sono rafforzate – non generate ma rafforzate – anche rispetto alla composizione della forza di lavoro per titolo di studio, con i dati negativi più marcati che riguardano chi è in possesso solo del diploma o della licenza di scuola secondaria di primo grado rispetto a chi ha un titolo come una laurea o titoli più alti.
  Già questa fotografia ci dice sostanzialmente che si sono accentuati il problema del monte ore lavorato, quindi del lavoro «povero», e il problema della forte disgregazione e delle disuguaglianze che hanno caratteristiche territoriali, ma anche generazionali e anche, purtroppo, di genere.
  L'altro tema che volevo affrontare è quello della povertà. Veniva già ricordato dalla collega della CISL. Le misure adottate hanno sicuramente avuto un effetto importante, anche se è chiaro che anche i consumi sono determinati da una condizione più generale del Paese. Entrambe le misure, Reddito di cittadinanza e Reddito di emergenza, rendono evidente che la risposta strutturale alle condizioni di povertà deve beneficiare di ulteriori investimenti, ma anche di cambiamenti nell'impostazione.
  Crediamo che questi dati, unitamente ad altri che trasmetteremo alla Commissione in una memoria più articolata, rendano evidente che è necessario cominciare a ragionare su un sistema che vada oltre l'emergenza (che ha tamponato ma non ridotto le disuguaglianze), disegnare un nuovo sistema di ammortizzatori sociali universali e, nello stesso tempo, progettare anche un piano di politiche attive che sappia corrispondere alle nuove esigenze del mercato del lavoro.

  PRESIDENTE. Grazie. Do la parola, per la UIL, a Domenico Proietti, prego.

  DOMENICO PROIETTI, segretario confederale della UIL (intervento da remoto). Grazie, presidente. Sono molto importanti sia l'audizione odierna sia l'indagine conoscitiva. Pag. 7
  Per parlare delle disuguaglianze e provare a trovare le terapie giuste, non possiamo non partire da quello che è successo nell'Occidente negli ultimi venti anni. L'irrompere del capitalismo globale ha rotto l'equilibrio che si era creato all'interno dei singoli Stati nazionali tra capitalismo e democrazia. Noi dobbiamo pensare a una governance globale che ristabilisca un equilibrio tra capitalismo globale e democrazia, senza la quale ogni lotta alle disuguaglianze sarà molto complicata.
  Venendo alla vicenda italiana, pensiamo che la pandemia abbia aumentato questi problemi. Il Governo italiano ha fatto un grande investimento, tutto a debito, di 170 miliardi di euro per i ristori e i sostegni. Dobbiamo affrontare già ora l'esigenza di comprendere come in futuro potranno essere restituite queste risorse, giustamente allocate prevalentemente nel mondo del lavoro autonomo e delle imprese, perché sono state le più colpite, per evitare che si crei un'altra forte disuguaglianza.
  Noi pensiamo, come spiegheremo in maniera dettagliata nella memoria che trasmetteremo alla Commissione, che occorre intraprendere alcune iniziative concrete. La prima è quella di una riforma fiscale e della lotta all'evasione fiscale, perché l'evasione fiscale è una delle maggiori cause di disuguaglianza, e il condono che il Governo ha appena approvato è un pugno allo stomaco dei lavoratori dipendenti, dei lavoratori autonomi, dei pensionati e delle imprese che fanno il loro dovere con il fisco. Dalla lotta all'evasione bisogna prendere le risorse adeguate affinché la lotta alle disuguaglianze ottenga risultati visibili.
  Poi bisogna intervenire con vere politiche di contrasto alla povertà. Noi dobbiamo razionalizzare il Reddito di cittadinanza, vedere le cose che hanno funzionato meno e consolidare questo strumento. Pensiamo cosa sarebbe potuto succedere in Italia in questo anno se non ci fosse stato il Reddito di cittadinanza. La stessa cosa la dobbiamo fare pensando a politiche di contrasto alla povertà educativa, che è esplosa con la pandemia ma che era già presente. Sotto questo punto di vista, ci vogliono investimenti nella scuola, soprattutto nei settori più fragili e più deboli. Questo è un punto fondamentale, la lotta alle disuguaglianze.
  Poi dobbiamo pensare a una riforma del sistema di conciliazione vita-lavoro. Anche questa esperienza pandemica ci ha insegnato molte cose e ci dà molte indicazioni sulla strada che dovremmo percorrere.
  Altro aspetto fondamentale è quello della sanità. Noi dobbiamo immediatamente, col Piano nazionale di ripresa e resilienza, ripensare, riprogettare dalle fondamenta il Servizio sanitario nazionale. Bisogna allocare più dei 20 miliardi previsti, perché questa è una delle fondamenta su cui costruire la nostra rinascita economica, sociale e produttiva.
  Naturalmente, dobbiamo pensare a nuove politiche attive del lavoro e alla riforma degli ammortizzatori sociali. Su tale argomento abbiamo presentato alcune proposte al tavolo di confronto in corso con il Ministro Orlando, ma dobbiamo uscire dalla logica di continue discussioni che ha caratterizzato periodicamente gli ultimi quindici anni. Dobbiamo fare delle scelte di fondo che diano effettivamente la possibilità, soprattutto ai giovani, di avere una buona e stabile occupazione. Dobbiamo dare una garanzia ai lavoratori, nei casi di ristrutturazione delle imprese, di avere ammortizzatori sociali in grado di rispondere alle loro esigenze. C'è un altro aspetto legato a questo, ovvero la gravità delle crisi industriali che il Paese vive. Ci vuole una politica del Governo più mirata, più forte e una ripresa efficace della contrattazione a tutti i livelli, pubblici e privati. Noi abbiamo sottoscritto con grande soddisfazione il Patto per l'innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale, che inverte una tendenza e che fa diventare i lavoratori del settore pubblico «il volto» della Repubblica, come è stato detto in questi giorni dal Ministro Brunetta. Dobbiamo fare la stessa cosa in tutti i settori. La contrattazione è uno strumento potente per la lotta alle disuguaglianze.
  Infine, credo che ci sia un altro intervento da fare sul sistema previdenziale e pensionistico. Noi abbiamo una situazione pensionistica in Italia disuguale rispetto a Pag. 8quanto avviene in Europa: andiamo in pensione quattro anni sopra la media europea. Questa è un'altra disuguaglianza. Allo scadere di «Quota 100», noi pensiamo a una flessibilità più generale per l'accesso alla pensione di lavoratori e lavoratrici, con uno strumento utile anche alle imprese nella fase della ristrutturazione produttiva che dovremo affrontare nei prossimi mesi.
  Questi sono gli obiettivi di fondo che noi dobbiamo perseguire e sono gli obiettivi che credo debbano vedere uniti le forze sociali, l'Esecutivo e il Parlamento, in un dialogo proficuo – come stiamo facendo oggi – dal quale può venire un'indicazione utile alle scelte che il legislatore dovrà fare nei prossimi mesi. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie per il suo contributo. Do la parola, per l'UGL, a Michela Toussan.

  MICHELA TOUSSAN, dirigente confederale dell'UGL (intervento da remoto). È già stato detto molto. Per andare più speditamente, eviterò di ripetere l'analisi economica della crisi che stiamo vivendo in questo momento. L'unico importante aspetto che mi interessa sottolineare è che quest'anno si è evidenziata una tangibile accentuazione dei ritardi atavici della nostra nazione. Gli effetti della crisi si sono, ovviamente, abbattuti più sulle donne che sugli uomini, come abbiamo già visto, con una dilatazione del gap di genere sul versante dei tassi occupazionali. Questa caratteristica distingue questa crisi da quella del 2008-2009, quando, invece, a trainare la ripresa occupazionale furono proprio le donne.
  Un secondo impatto, come è stato già detto, è di ordine generazionale. I giovani, penalizzati anche dalla difficoltà che stanno attraversando la scuola e l'università per garantire la continuità didattica, risultano fortemente penalizzati in questo momento. In questo ambito bisogna analizzare anche la situazione degli inoccupati. Infatti, l'allargamento dell'area dell'inattività, oltre ad investire i figli, i famosi NEET, oggi investe anche, purtroppo, i genitori.
  Sotto il profilo contrattuale, gli ammortizzatori sociali e il blocco dei licenziamenti messi in campo dal Governo hanno un po' frenato il problema legato al lavoro dipendente, soprattutto quello a tempo indeterminato. Invece, l'incertezza complessiva ha prodotto, di fatto, una fortissima contrazione del ricorso al lavoro dipendente a tempo determinato e al lavoro stagionale. Queste due categorie di lavoro sono molto legate a quegli ambiti che hanno subìto in questo momento una forte contrazione, ovvero, il turismo, il commercio, la ristorazione e i servizi. La contrazione del lavoro autonomo richiede un'analisi particolarmente complessa, in quanto sicuramente incidono anche altri fattori, quali, per esempio, la chiusura di fatto di alcune attività, che rientrano prevalentemente nel settore del lavoro autonomo: tra gli ambiti più penalizzati, sicuramente rientrano il settore turistico, quello dei congressi, il settore fieristico, quello del turismo culturale, scolastico, sportivo e religioso. Queste contrazioni incidono pesantemente anche sul mondo del lavoro. In alcuni settori industriali, che, come abbiamo già detto, hanno manifestato una capacità di resilienza maggiore rispetto ai settori prima ricordati, si sono però manifestati segnali preoccupanti legati a un forte calo dei consumi che, di fatto, incide anche sugli ambiti che hanno resistito.
  L'edilizia ha reagito in modo abbastanza buono anche grazie all'introduzione del superbonus. Tuttavia, in questo ambito viene lamentato un problema importante, relativo alla complessità dell'accesso alle agevolazioni dovuta non solo al fattore burocratico, ma anche alle carenze di organico, soprattutto negli enti locali, che non riescono a far fronte alle richieste anche per quanto riguarda l'accesso agli atti o il reperimento di documentazione.
  Il calo dei consumi a cui si accennava è sicuramente connesso alla disponibilità reddituale delle famiglie, che si è inevitabilmente contratta. Come evidenziato dalla Banca d'Italia, almeno il 40 per cento dei nuclei familiari ha avuto una contrazione del reddito. Non mi riferisco solo alle categorie considerate non tutelate, ma anche la categoria del pubblico impiego ha avuto una contrazione della parte variabile dello Pag. 9stipendio nell'ordine di almeno il 15 per cento.
  Gli ammortizzatori sociali messi in campo, comprese le indennità una tantum a favore dei lavoratori stagionali, fino ad arrivare al rifinanziamento del Reddito di cittadinanza e all'introduzione del Reddito di emergenza e del Reddito di ultima istanza dei professionisti, hanno permesso di contenere un po' questa contrazione del reddito intorno al 30 per cento, però in molti casi, soprattutto nei casi di cassa integrazione, si è arrivati anche a una contrazione del 50 per cento, con un sicuro impatto sull'economia generale. Dobbiamo inoltre, ricollegare tale fenomeno anche ai ritardi nell'erogazione di questi sostegni al reddito.
  In tale quadro, sono mancate le politiche attive, che già scontano un grave ritardo, visto che sono anni che si parla di riorganizzarle e implementarle.
  Per quanto riguarda le misure da adottare, principalmente noi proponiamo la riforma degli ammortizzatori sociali, nel senso della semplificazione, dell'universalità e del più stretto collegamento con le politiche attive, nonché il rafforzamento dei servizi all'infanzia e alla non autosufficienza, fondamentali per creare le precondizioni per favorire l'occupazione femminile. Decisivo è il sostegno ai settori strategici dell'economia, attraverso la digitalizzazione, che deve essere vista come strumento e non come fine, soprattutto in questo momento. Infine, si deve porre l'attenzione sull'importanza di implementare gli strumenti di pianificazione strategica, sia a livello nazionale sia a livello locale. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei per il contributo. Autorizzo la pubblicazione della documentazione richiamata nell'intervento, in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegati). Adesso, passiamo al dibattito, se vi sono domande da parte dei deputati. Onorevole Viscomi, prego.

  ANTONIO VISCOMI. Grazie, presidente. Sarò velocissimo, due o tre flash, proprio per consentire agli altri colleghi di intervenire sui temi di estremo interesse trattati dagli auditi. Innanzitutto, mi appaiono confermate la validità e l'opportunità di un'indagine conoscitiva sulle nuove diseguaglianze prodotte della pandemia nel mondo del lavoro. Di questo ne eravamo consapevoli come Commissione, quando abbiamo deliberato l'indagine conoscitiva. Crediamo che sia importante conoscere le situazioni per poter intervenire per quanto è possibile, cercando di rimettere ordine in alcune questioni estremamente delicate.
  Dai vari interventi, convergenti e omogenei su alcuni aspetti particolari, mi sembra di capire – è qui che vorrei semplicemente soffermare l'attenzione – che noi potremmo o dovremmo iniziare a cambiare approccio nel ragionare sul come intervenire per contrastare le diseguaglianze o per gestire nel migliore dei modi queste situazioni di diseguaglianza.
  Da questo punto di vista, vorrei avere una conferma dagli auditi, se ho ben inteso, su due questioni. In primo luogo, forse dovremmo fare un passo in avanti e iniziare a ragionare, non più soltanto in chiave di sostegno al reddito, ma di incremento dei servizi alle persone, alle situazioni – il discorso sulle politiche attive del lavoro è indicativo – di servizi sociali, di assistenza alla famiglia e così via. Forse il primo passaggio forte sul quale dobbiamo ragionare e cercare di creare una visione comune lo rappresenterei in questi termini: dal reddito ai servizi, non per escludere il sostegno al reddito, ma perché il sostegno al reddito senza i servizi di supporto alle varie situazioni rischia di essere esso stesso produttivo di una perpetuazione di se stesso.
  La seconda questione su cui chiedo conferma se ho ben inteso è la necessità di superare, proprio in correlazione e in conseguenza di questo passaggio a una rete di servizi, anche la prospettiva di intervento meramente individuale. La diseguaglianza non è un problema soltanto dell'individuo, ma è un problema dell'individuo nella comunità. Chiederei, dunque, agli auditi se questi due approcci, che sto sintetizzando in modo ovviamente brutale con le formule «dal reddito ai servizi» e «dall'individuo alla comunità» rappresentano una modalità Pag. 10 adeguata di intervento in una eventuale strategia di contrasto alle diseguaglianze.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Viscomi. Onorevole Mura, prego.

  ROMINA MURA. Grazie, presidente. Anche io credo che non avremmo potuto scegliere una migliore indagine conoscitiva rispetto al periodo storico attuale, per provare a dare risposte nuove a problemi non nuovi che, però, presentano tutta una serie di sfaccettature che sino adesso non erano state rappresentate e lette adeguatamente.
  Rispetto alle riflessioni fatte dai soggetti auditi, che ringrazio, vorrei porre tre questioni per chiedere un ulteriore approfondimento, anche se sono state già trattate dagli stessi auditi.
  In questa fase noi abbiamo visto ampliarsi le diseguaglianze, in particolare, di genere, generazionali e territoriali e, all'interno di questo contesto, si è assistito a un ampliamento della distanza fra garantiti e non garantiti. All'interno di questo contesto e provando a pensare a un futuro da scrivere e a una prospettiva da costruire, io credo – mi sono fatta un'idea, ho fatto una riflessione mentre vi ascoltavo – che noi dobbiamo cercare innanzitutto di ragionare sulla riconversione dei tanti occupati che, all'indomani della fine del blocco dei licenziamenti, probabilmente non avranno più lavoro. La riconversione richiama la formazione, una formazione che deve essere sia quella ai lavoratori che inevitabilmente perderanno il lavoro, sia quella ai più giovani. Oggi il Recovery Plan si basa su tre assi principali: il digitale, l'ambiente e le infrastrutture sociali e fisiche. Vorrei sentire il vostro punto di vista sulla necessità di rafforzare la formazione tecnico-professionale che in questo Paese è il fanalino di coda.
  Rispetto alle disuguaglianze di genere, ritengo che un gran lavoro sia stato fatto in questi anni sui congedi, sulla conciliazione vita-lavoro, però il vero tema è culturale, perché riguarda la redistribuzione dei carichi familiari fra donne e uomini. Se noi non risolviamo quel tema, tutto il resto rischia paradossalmente di diventare un'ulteriore disuguaglianza a danno delle donne. Vi chiedo come agire anche da un punto di vista legislativo per provare a incentivare una maggiore redistribuzione dei carichi familiari.
  In ultimo, guardando anche la mia esperienza passata di amministratore locale, ritengo che la povertà non sia indagata in maniera completa e che gli strumenti di cui noi oggi disponiamo non siano sufficienti. Ad esempio, secondo me la povertà femminile non è adeguatamente indagata. Spesso, all'interno dei nuclei familiari che non sono definiti poveri, le donne sono povere e, nei nuclei familiari più poveri, le donne sono ulteriormente povere. Questo aspetto sfugge e a volte è anche l'anticamera della violenza domestica e di tutta un'altra serie di difficoltà che vivono le donne. Per cui, vi vorrei chiedere cosa ne pensate a riguardo e se già avete in mente qualche strumento ulteriore che possa essere utilizzato e affiancato a quelli attualmente vigenti per indagare le povertà «di nicchia», che poi fanno la differenza nella vita quotidiana. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mura. Nel dare la parola all'onorevole Musella, ricordo a tutti – non voglio interrompere i colleghi – che manca quasi un quarto d'ora alla fine del tempo a disposizione per l'audizione. Bisogna dare spazio alle repliche e poi abbiamo la seduta del question time, quindi mi concentrerei sulle domande. Prego, onorevole Musella.

  GRAZIANO MUSELLA. Cercherò di essere molto rapido. Vado per sintesi. Credo che sicuramente sia necessario continuare a prorogare le casse integrazione speciali e il sostegno a coloro che in questo momento stanno perdendo o hanno perso il posto di lavoro, che hanno bisogno di sostegni esterni da parte delle istituzioni pubbliche e da parte dello Stato, però, al di là della prospettiva – che poi approfondirò – riguardo al Reddito di cittadinanza, occorre fare una riflessione su quello che è successo negli enti pubblici. Nell'ambito degli enti pubblici e il personale si è ridotto da circa 6 milioni di unità a 3 milioni 800 mila Pag. 11unità. Secondo me abbiamo la necessità, per esigenze di svecchiamento, di efficientamento, di capacità di risposta alle nuove e vecchie esigenze dei cittadini, di aumentare in modo notevole il numero dei dipendenti, attraverso un intervento dello Stato significativo per quanto riguarda l'assunzione negli enti pubblici. Occorre, quindi, una grande opera di recupero occupazionale in quest'ambito. Penso che i sindacati si debbano impegnare in questa logica, perché evidentemente è uno dei sistemi per compensare la perdita di lavoro che avremo in prospettiva, perché potrebbero esserci 2,5 milioni di disoccupati da qui a fine anno e non potremo sostenere la cassa integrazione speciale per tutta la vita. È necessario, quindi, pensare a un'azione dello Stato in questo senso.
  Per quanto riguarda le politiche attive del lavoro, c'è il problema dei voucher, c'è il problema degli stage, che secondo me sono necessari per chi attualmente percepisce il Reddito di cittadinanza. Gli stage possono essere svolti sia nel settore pubblico sia nel settore privato, con oneri a carico della finanza pubblica: in questo modo, gli interessati non sono a casa non far niente, ma danno un contributo a un'attività di servizio, sia nel pubblico sia nel privato, e intanto si creano un'esperienza che arricchisce il curriculum, perché se stanno a casa non far niente e si prendono il Reddito di cittadinanza, non troveremo mai una soluzione.
  Un altro elemento importante su cui riflettere è la riconversione del Reddito di cittadinanza, per separare definitivamente l'assistenza dalle politiche attive del lavoro, perché è l'unica soluzione che abbiamo, facendo intervenire nel settore dell'assistenza anche i comuni, che sono gli enti pubblici che hanno più conoscenza dei propri territori e, attraverso loro, arrivare più velocemente e con più capacità di comprensione a quegli obiettivi che sono stati illustrati.
  Per quanto riguarda lo smart working, questo tema è importante, perché ci sono degli aspetti positivi e negativi. Uno degli aspetti negativi è che, soprattutto negli enti pubblici – io vengo da quell'esperienza, avendo lavorato un po' nel settore privato e un po' nel settore pubblico –, abbiamo visto difficoltà oggettive nell'erogazione dei servizi attraverso lo smart working. Abbiamo visto verificarsi inefficienze oggettive. Qualcuno degli auditi, infatti, prima diceva che l'edilizia non riesce a riprendere, non riesce a ripartire, perché ci sono difficoltà nell'ambito delle autorizzazioni e così via. Abbiamo visto a Roma file di persone in coda davanti agli sportelli, che non riescono a ottenere l'autorizzazione richiesta se non dopo mesi e mesi di attesa.
  Credo che questo aspetto dello smart working non possa essere gestito da un accordo collettivo, ma debba essere gestito, per ogni singola realtà aziendale, con contrattazioni aziendali, perché ogni comune e ogni realtà amministrativa è capace e conscia di quello che effettivamente può servire e dei soggetti con cui ha a che fare. Credo che questo sia un elemento che i sindacati dovrebbero tenere in considerazione e a loro chiedo qualche riflessione a riguardo.

  PRESIDENTE. Grazie, collega. Ci sono altri due interventi. Possiamo prolungare l'audizione di qualche minuto, ma, come sapete, abbiamo la seduta dedicata alle interrogazioni. Per cui, se vogliamo sentire la replica dei rappresentanti sindacali, invito i colleghi a essere sintetici.
  Cedo la parola al collega Moschioni.

  DANIELE MOSCHIONI. Grazie, presidente. Sarò rapidissimo. Anche io condivido la proroga della cassa integrazione, perché sicuramente quando ritorneremo in «zona bianca» i dipendenti dei ristoranti, dei bar e dell'abbigliamento avranno un posto di lavoro, almeno per le attività che non chiuderanno, mentre per altri settori, come l'industria del legno e della metalmeccanica, sicuramente la ripresa non sarà rapida. La possibilità di prorogare la cassa integrazione è importantissima, perché altrimenti ci ritroveremo con tante persone a piedi per la strada, senza lavoro.
  In uno degli interventi precedenti è stata detta una cosa giustissima per quanto riguarda le amministrazioni comunali. Con Pag. 12l'introduzione del bonus del 110 per cento, gli uffici tecnici sono oberati di lavoro. È stata data la possibilità di assumere dipendenti a tempo determinato, però da quello che mi dicono gli uffici del comune di cui io sono sindaco, non si capisce bene se questa spesa va considerata nelle spese per il personale oppure no. Se rientrasse nelle spese per il personale, le amministrazioni pubbliche – come diceva prima il mio collega di Forza Italia – sarebbero in difficoltà, perché non possono assumere e non possono spendere. Chiedo, quindi, se i sindacati possano aiutare il Governo a chiarire questa cosa e a fare in modo che spese relative ai dipendenti a tempo determinato che collaborano con gli uffici tecnici dei comuni proprio per smaltire tutte le pratiche possano essere considerate al di fuori dalla spesa del personale dell'amministrazione. Secondo me, questa sarebbe una cosa importante per dare occupazione, perché altrimenti i comuni non possono assumere, ma soprattutto per dare servizi ai cittadini e far sì che le amministrazioni comunali abbiano una valvola di sfogo in questo campo.

  PRESIDENTE. In attesa di risolvere i problemi di collegamento con la collega Barzotti, do intanto la parola ai rappresentanti dei sindacati per la replica, raccomandando a ognuno un intervento di un paio di minuti e invitando ad approfondire nelle memorie che invierete le questioni che non riuscirete a trattare. Vi siamo grati delle relazioni svolte, perché hanno riguardato questioni molto importanti, che necessitavano sicuramente di un maggiore dibattito, ma sono convinto che ci saranno altre occasioni per ulteriori approfondimenti. Cominciamo dalla CGIL. Cedo la parola, quindi, a Tania Scacchetti.

  TANIA SCACCHETTI, segretaria confederale della CGIL (intervento da remoto). Volevo solo sottolineare che in questa fase il sostegno al reddito non deve essere considerato negativamente e criminalizzato, ma va accompagnato e sostenuto con l'adeguamento dei servizi e, soprattutto, con un rafforzamento dell'apparato pubblico. Infatti, da tempo noi proponiamo un Piano straordinario dell'occupazione nei settori pubblici dell'istruzione, della sanità, ma sarebbero determinanti anche i servizi sociali e le funzioni maggiormente legate all'assistenza. Per questo motivo sappiamo che non si possono investire solo le risorse europee, ma serve un investimento strutturale delle risorse del nostro Paese e siamo convinti che vadano rafforzati i servizi di accompagnamento e di crescita dell'occupabilità, soprattutto in un'ottica di riconversione, che deve portare alla creazione di nuovi posti di lavoro.
  Siamo d'accordo sull'investimento nella formazione tecnico-professionale, che, anche in questo caso, però va accompagnata da un innalzamento dei livelli di istruzione della popolazione attraverso politiche mirate ai giovani.
  Non crediamo che i voucher o la proliferazione degli stage siano la strada giusta per accompagnare una crescita qualitativa del lavoro.
  Sono molto d'accordo rispetto alla necessità di indagare anche i settori della povertà, in particolare la povertà femminile. Da questo punto di vista, credo che più che politiche di conciliazione, noi dobbiamo immaginare politiche di redistribuzione dei carichi e quindi, ad esempio, bisogna favorire e incentivare i congedi di paternità e non solo quelli di maternità. Il tema della povertà femminile non è un tema di «nicchia», ma credo che sia un tema che vada adeguatamente indagato e che debba trovare delle soluzioni specifiche.
  Sul resto rinvio alla memoria più completa che trasmetteremo alla Commissione.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
DEBORA SERRACCHIANI

  PRESIDENTE. Grazie. Do la parola a Livia Ricciardi, per la CISL.

  LIVIA RICCIARDI, Dipartimento Mercato del lavoro della CISL (intervento da remoto). Grazie mille. Poiché abbiamo solo due minuti, scelgo due temi e poi cercherò Pag. 13di trattare gli altri nella memoria che trasmetteremo.
  Per quanto riguarda il sostegno al reddito, in particolare l'onorevole Viscomi diceva che non serve più solo il sostegno al reddito, ma occorrono anche i servizi. Effettivamente c'è stata una convergenza di tutti gli interventi su questo. Come ha detto il rappresentante della UIL parlando del Reddito di cittadinanza e della cassa integrazione, se noi non avessimo avuto questo sostegno al reddito, il calo dei consumi e gli effetti sull'economia sarebbero stati ben peggiori. Voglio solo sottolineare che queste misure non vanno messe in contrasto, ma servono entrambe.
  Per quanto riguarda i servizi, mi concentro in particolare sulle politiche attive del lavoro. Noi abbiamo due strumenti in campo in questo momento: l'assegno di ricollocazione e il Fondo nuove competenze. Questi sono davvero gli unici due servizi: per gli occupati, il Fondo nuove competenze; per chi cerca lavoro o per chi perderà il lavoro, l'assegno di ricollocazione. Il nostro suggerimento è di non riformare e mettere in campo altre cose, perché abbiamo questi due strumenti che bisogna utilizzare, perché serve usarli subito e non abbiamo il tempo di riformarli e di fare altre cose. Questi due servizi vanno rifinanziati e utilizzati.
  Il secondo tema è quello dell'occupazione femminile. Si parlava di conciliazione vita-lavoro, occupazione femminile e povertà femminile, che, non bisogna dimenticare, comporta sempre anche la povertà dei minori. Su questo punto voglio spiegare meglio quello che dicevo prima, perché a noi questo tema sta molto a cuore. La conciliazione vita-lavoro ha due «gambe»: ci sono i servizi alla famiglia, i nidi, il tempo pieno a scuola, i centri estivi, i centri per gli anziani, i servizi per la non autosufficienza. Questo è un punto importantissimo, ma altrettanto importante per la conciliazione vita-lavoro è la questione dell'organizzazione del lavoro, della maggior flessibilità e della maggior libertà dei tempi di lavoro.
  Torno un attimo sul lavoro agile, perché mi sembra che non venga invece mai considerato da questo punto di vista. Il lavoro agile è uno strumento che permette la condivisione del lavoro di cura. Faccio un'osservazione banale, ma mai come in questi mesi si sono visti tanti padri al parco con i bambini o che cucinavano. Quando lavoratori e lavoratrici sono entrambi in casa è quasi automatico che la condivisione del lavoro di cura aumenti ed è la prima volta che uno strumento di conciliazione viene utilizzato da lavoratori di entrambi i sessi. Ricordiamo le polemiche che ci sono state negli anni sul part-time e sui congedi, sempre e soltanto utilizzati dalle donne. Questo non è possibile, perché diventano trappole. Invito, quindi, a fare una riflessione su come superare le criticità del lavoro agile di questi mesi e non vedere solo le criticità, ma superarle.
  Grazie. Spero di essere rimasta nei due minuti che mi sono stati concessi.

  PRESIDENTE. Grazie. Cedo adesso la parola a Domenico Proietti per la replica della UIL.

  DOMENICO PROIETTI, segretario confederale della UIL (intervento da remoto). Grazie. Io credo che ci sia uno stretto legame tra il sostegno al reddito e la qualità dei servizi. Noi abbiamo sottoscritto un importante protocollo con il nuovo Governo su questi temi, che sarà la chiave di volta dell'attività futura.
  Inoltre, voglio dire che c'è un legame indissolubile tra l'individuo e la comunità, ma dobbiamo avere ben chiari i compiti che discendono da questo legame. Per esercitare un diritto – come ogni persona chiede di fare – bisogna assolvere a un dovere e in Italia, in molti campi, i doveri sono poco assolti, come il dovere fiscale. Per questo motivo noi puntiamo molto, dal punto di vista della lotta alle disuguaglianze, a una svolta nella lotta all'evasione fiscale.
  Sul tema della penalizzazione e delle disuguaglianze delle donne, concordo con quanto detto dalla collega della CISL, quindi evito di ripetere le stesse cose.
  Tuttavia, noi dobbiamo anche avere ben presente che ci deve essere un legame nuovo tra la formazione e la ricollocazione nel Pag. 14mondo del lavoro. Infatti, c'è bisogno di un'innovazione forte e potente, che dobbiamo mettere in campo tutti insieme.
  L'ultima valutazione è relativa allo smart working. È evidente che, anche a pandemia finita, questo sarà uno strumento che verrà utilizzato nel mondo del lavoro. Io dissento da quanto detto dal parlamentare che ritiene che questa regolamentazione debba avvenire solo a livello aziendale. È sbagliato. Ci vogliono un accordo quadro nazionale che regoli lo smart working e poi anche accordi specifici di secondo livello. Questo permetterebbe di avere una cornice contrattuale di carattere complessivo, dentro la quale è molto importante poi sviluppare una contrattazione aziendale in base alle esigenze territoriali e in base alle esigenze delle singole situazioni lavorative. Questo è il quadro.
  Ci aspettiamo da questa indagine conoscitiva una proposta fortemente innovativa che si ponga l'obiettivo di contrastare e ridurre le disuguaglianze.

  PRESIDENTE. Grazie. Cedo ora la parola per la replica alla rappresentante dell'UGL.

  MICHELA TOUSSAN, dirigente confederale dell'UGL (intervento da remoto). Mi concentrerò principalmente su un tema che, secondo me, risulta trasversale, ovvero la riconversione e la riqualificazione del personale. Per quanto riguarda il personale privato, sicuramente questo è un elemento fondamentale per evitare la spirale della disoccupazione di lungo periodo. Un passaggio importante nelle politiche attive è sicuramente quello legato alla riqualificazione e alla riconversione, perché, secondo me, la parola «riconversione» è una parola fondamentale in questo momento. Per quanto riguarda, invece, il lavoro pubblico e lo smart working, sia in ambito privato sia in ambito pubblico, sono convinta che si debba passare per una riorganizzazione del lavoro, per una ridistribuzione dei carichi di lavoro all'interno della pubblica amministrazione – tenendo sempre presente la difficoltà di erogare i servizi in tempi celeri – e per una liberalizzazione della mobilità nella pubblica amministrazione, che permetterebbe una riqualificazione, perché quello che manca – il personale e i lavoratori che si occupano di aspetti tecnici, al momento sono sicuramente la carenza più grande della pubblica amministrazione – si potrebbe in parte recuperare con le assunzioni a tempo determinato in situazioni particolari e anche riconvertendo il personale, perché oggi ci sono dipendenti pubblici che hanno aspirazioni particolari, anche di entrare in categorie tecniche, ma in questo momento il blocco generale dovuto alla carenza di organico impedisce anche i passaggi tra amministrazioni. Questo sicuramente è un nodo da affrontare che, però, è sempre collegato alla riorganizzazione generale del lavoro e dei carichi, che, secondo me, deve essere il primo obiettivo della pubblica amministrazione in questo momento.
  Per il resto mi riservo anche io di integrare la memoria che trasmetteremo con ulteriori risposte anche alle altre domande. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Cedo ora la parola all'onorevole Barzotti, che prima non era riuscita a parlare. Prego.

  VALENTINA BARZOTTI(intervento da remoto). Grazie, presidente. Intanto volevo ringraziare gli auditi e fare una riflessione sul fatto che questa indagine conoscitiva ci dà veramente l'opportunità di mettere a fuoco tantissimi aspetti del mercato del lavoro, come abbiamo visto nei vari interventi e nelle relative repliche.
  Visto che non ho tempo di fare un ragionamento più ampio con voi adesso, perché abbiamo impegni in Aula, vi chiederei cortesemente se nelle vostre memorie – poi ovviamente siamo aperti al confronto e alle riflessioni – è possibile fare un ragionamento un po' più sperimentale sulle misure di conciliazione vita-lavoro e quindi indagare un po' più approfonditamente il perimetro del flexible work e delle varie soluzioni di lavoro flessibile che sono state individuate in dottrina e nelle varie policy di HR management.
  Sul lavoro agile ho presentato una proposta di legge già l'anno scorso che affronta Pag. 15proprio questi aspetti di dettaglio e quindi vorrei capire anche da voi se i temi dell'accordo quadro e di una riforma della legge n. 81 del 2017 abbiano senso o non lo abbiano. Quindi, vorrei fare un ragionamento ampio anche su questo.
  Vorrei fare un ulteriore focus sul lavoro domestico, perché noi continuiamo a dire che vogliamo potenziare i servizi, ma si tratta di un ambito totalmente inesplorato. I dati più recenti dell'Osservatorio sono dell'anno scorso e ci dicono che, se investissimo nel futuro in maniera strutturale, entro il 2030 nel settore ci sarebbero circa 1,4 milioni di posti di lavoro – ritengo che questi dati siano molto interessanti – introducendo un po' di semplificazione o utilizzando anche la leva fiscale, perché è un lavoro del tutto sommerso – o comunque la gran parte di esso –. Mi interessa molto confrontarmi su questi temi specifici e se nelle vostre memorie riusciste a dare seguito anche a queste riflessioni, ve ne sarei grata. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Barzotti. Cedo ora la parola all'onorevole Carla Cantone.

  CARLA CANTONE. Non volevo intervenire, però ho cambiato idea dopo aver sentito le relazioni molto interessanti degli auditi, e devo dire che anche gli interventi che abbiamo fatto noi deputati sono stati interessanti. Provo a fare una proposta e poi ovviamente decideremo se darle seguito.
  Alla fine dell'indagine conoscitiva potremmo approvare un documento che affronti le quattro o cinque questioni più importanti, come quella della creazione di lavoro pubblico e stabile, perché di lavoro precario ne abbiamo già fin troppo, o le questioni del sostegno al reddito e del rafforzamento servizi, perché anche questo è salario, anche attraverso un ragionamento sul welfare aziendale e sul welfare territoriale, proprio perché le ingiustizie riguardano l'insieme dei lavoratori di tutti i settori, gli autonomi, le imprese, le lavoratrici.
  Penso che sarebbe un lavoro utile. Alla Presidenza che dovrà organizzare i lavori, chiedo di valutare la costituzione di un gruppo ristretto, composto da un rappresentante per ciascun gruppo, che ragioni sulle memorie che gli auditi ci trasmetteranno e sulle idee che noi abbiamo espresso, perché potrebbero scaturire anche proposte legislative interessanti, altrimenti il dibattito rimane sempre al nostro interno e invece dobbiamo iniziare a produrre anche qualcosa di importante, come abbiamo fatto altre volte.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cantone. Ringrazio i nostri auditi per il contributo offerto all'indagine. Dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.10.

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ALLEGATO 1

DOCUMENTAZIONE TRASMESSA
DAI RAPPRESENTANTI DELLA CISL

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ALLEGATO 2

DOCUMENTAZIONE TRASMESSA
DAI RAPPRESENTANTI DELLA CGIL

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ALLEGATO 3

DOCUMENTAZIONE TRASMESSA
DAI RAPPRESENTANTI DELLA UIL

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ALLEGATO 4

DOCUMENTAZIONE TRASMESSA
DAI RAPPRESENTANTI DELLA UGL

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