XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (XI e XIII)

Resoconto stenografico



Seduta n. 11 di Giovedì 5 dicembre 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Gallinella Filippo , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL FENOMENO DEL COSIDDETTO «CAPORALATO» IN AGRICOLTURA:

Audizione della Ministra del lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo.
Gallinella Filippo , Presidente ... 3 
Catalfo Nunzia , Ministra del lavoro e delle politiche sociali ... 3 
Gallinella Filippo , Presidente ... 7 
Cenni Susanna (PD)  ... 7 
De Lorenzo Rina (M5S)  ... 8 
Golinelli Guglielmo (LEGA)  ... 8 
Gadda Maria Chiara (IV)  ... 9 
Lovecchio Giorgio (M5S)  ... 10 
Gallinella Filippo , Presidente ... 10 
Catalfo Nunzia , Ministra del lavoro e delle politiche sociali ... 10 
Gadda Maria Chiara (IV)  ... 11 
Catalfo Nunzia , Ministra del lavoro e delle politiche sociali ... 11 
Gallinella Filippo , Presidente ... 11

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio: Misto-C10VM;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-Centro Democratico-Radicali Italiani-+Europa: Misto-CD-RI-+E;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA XIII COMMISSIONE
FILIPPO GALLINELLA

  La seduta comincia alle 14.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione della Ministra del lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul fenomeno del cosiddetto «caporalato» in agricoltura, l'audizione della Ministra del lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo.
  Avverto che, dopo quest'ultima audizione, le Commissioni riunite procederanno alla stesura del documento conclusivo dell'indagine conoscitiva avviata mesi fa sul tema caporalato in agricoltura, la cui scadenza è il 31 dicembre 2019. Quindi stiamo rispettando il programma e, dopo questa audizione, potremo cominciare a lavorare al documento conclusivo.
  Ringrazio la Ministra e le cedo subito la parola.

  NUNZIA CATALFO, Ministra del lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Mi associo al sentito apprezzamento espresso dalla Ministra delle politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova, nei riguardi del lavoro svolto dalle Commissioni; e ringrazio per l'opportunità di affrontare anche in questa sede un tema, quello del caporalato, che rappresenta una piaga dolorosa del mondo del lavoro da estirpare. Condivido, inoltre, la necessità di un'azione sinergica tra i diversi attori istituzionali, ribadita al tavolo operativo di contrasto al caporalato, insediatosi al Ministero del lavoro e delle politiche sociali lo scorso 16 ottobre, e posta alla base della strategia di prevenzione e repressione di tale fenomeno. Strategia tradotta, a sua volta, in un apposito piano triennale che il mio Dicastero finanzia con 85 milioni di euro, ripartiti su dieci assi di intervento, tra i quali: sistema informativo; protezione, assistenza, informazione e sensibilizzazione; vigilanza e contrasto; filiera produttiva agroalimentare; intermediazione, offerta e domanda di lavoro agricolo; Rete del lavoro agricolo di qualità.
  Come è noto, il termine «caporalato» fa riferimento al sistema illecito di sfruttamento del lavoro da parte di intermediari illegali, i cosiddetti «caporali», che arruolano la manodopera. Tratto cruciale del caporalato è il monopolio del sistema di trasporto, che costringe i lavoratori a pagare una somma di denaro per lo spostamento da e verso i luoghi di lavoro. Tale sistema risulta tanto più diffuso quanto maggiore è la distanza tra le aziende e le persone in cerca di lavoro. La gestione illegale della domanda e offerta di lavoro nella filiera agroalimentare spesso deriva da infiltrazioni mafiose e genera un'economia sommersa il cui valore è stimato in oltre 5 miliardi di euro.
  In Italia lo sfruttamento lavorativo ad opera dei caporali riguarda, in particolar modo, il comparto agricolo, caratterizzato da una prevalenza di rapporti di lavoro di breve durata e da una accentuata stagionalità. Pag. 4 La rilevanza del fenomeno dello sfruttamento lavorativo nel settore agricolo è messa in luce dai dati relativi agli accertamenti effettuati dall'Ispettorato nazionale del lavoro. Nel 2018, su oltre settemila ispezioni, si è registrato un tasso di irregolarità pari al 54,8 per cento, con oltre cinquemila lavoratori interessati dalle violazioni. L'azione ispettiva di contrasto delle cosiddette «cooperative spurie», inoltre, ha accertato l'occupazione irregolare di oltre ventottomila persone. Nello stesso anno, le attività di contrasto al reato di intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo hanno interessato 1.474 lavoratori, di cui il 46 per cento è risultato essere totalmente irregolare. Tra i lavoratori irregolari, circa il 74 per cento sono impiegati nel settore agricolo, e, di questi, oltre la metà sono cittadini stranieri. Sempre nel 2018 le operazioni di polizia giudiziaria finalizzate al contrasto del caporalato, sia in ambito agricolo che in ambiti diversi (edilizia, industria e terziario), grazie al lodevole impegno del personale dell'Arma dei Carabinieri in forza presso l'Ispettorato nazionale del lavoro, ha comportato il deferimento all'autorità giudiziaria di 299 persone, con un aumento significativo rispetto alle circa novanta unità del 2017. Di queste 299, 206 erano impiegate nel settore agricolo e 56 sono state tratte in arresto. I dati relativi al 2019 appaiono ancora più significativi. In particolare, nel solo periodo gennaio-novembre 2019, con riferimento al solo settore agricolo, risultano deferite all'autorità giudiziaria 290 persone, a fronte delle 183 del medesimo periodo del 2018.
  L'attività di vigilanza è stata fortemente implementata già nel 2018 su tutto il territorio nazionale, con una movimentazione del personale ispettivo in ambito interregionale e la creazione di apposite task force, potenziando gli accessi e assicurando una presenza significativa negli ambiti territoriali in cui il fenomeno ha maggiore diffusione. Tra i fattori di rischio che determinano un'alta incidenza dello sfruttamento lavorativo in agricoltura si annoverano: il massiccio impiego di manodopera per brevi periodi e in luoghi isolati rispetto ai centri abitati; i servizi rurali di trasporto inadeguati alle esigenze dei lavoratori agricoli; infine, la dispersione di valore che avviene lungo la filiera agroalimentare a causa della frammentazione degli operatori dell'organizzazione, della logistica e del funzionamento dell'industria di trasformazione, che incide sul prezzo dei prodotti agricoli riconosciuto ai produttori.
  Alla luce dei dati che tratteggiano le proporzioni del fenomeno ed evidenziano la necessità di un rafforzamento delle attività di prevenzione e contrasto, oggi più che mai è nostro dovere combattere lo sfruttamento lavorativo. Il fenomeno di cui ci occupiamo non riguarda soltanto i lavoratori stranieri, ma anche tanti nostri connazionali. Penso a Paola Clemente, che nel 2015, nelle campagne di Andria, ha perso la vita all'età di cinquant'anni per essere stata costretta a lavorare dodici ore al giorno sotto il sole. E quello di cui parliamo non è lo sfruttamento nelle sole regioni del meridione o un fenomeno confinato al settore agricolo; al contrario, è una piaga trasversale e complessa, che colpisce tutto il nostro Paese in forme diverse. Per questo le priorità degli interventi da effettuare attengono, anzitutto, all'individuazione geografica dei siti da attenzionare sotto il profilo ispettivo. Nell'ambito della programmazione ispettiva, in ogni caso, si è ritenuto opportuno privilegiare gli accertamenti nei confronti delle cosiddette «imprese senza terra», a loro volta selezionate attraverso l'analisi di elementi sintomatici di possibili forme di illecito o di occultamento di manodopera, anche con il valido aiuto dell'INPS. Sotto il profilo dell'intelligence, si è ritenuto, inoltre, opportuno esaminare l'ipotesi di avvalersi di sistemi di georeferenziazione, che consentano di visualizzare, in tempo reale e con una buona risoluzione, le attività in corso nei singoli terreni. Per tali ragioni, si rende necessario dare piena attuazione alle norme esistenti e, soprattutto, alle misure di prevenzione ivi contenute.
  Nel nostro ordinamento, la legge 29 ottobre 2016, n. 199, ha modificato talune disposizioni del codice penale con l'intento di consegnare agli operatori della giustizia più efficaci strumenti per il contrasto al Pag. 5fenomeno oggi in discussione. Non sto a ricordarvi tutte le norme che sono state approvate e che, quindi, sono applicabili, che riguardano vari filoni: l'arresto obbligatorio in flagranza di reato; il rafforzamento dell'istituto della confisca; l'estensione alle vittime del caporalato delle provvidenze del cosiddetto «fondo antitratta»; il graduale riallineamento delle retribuzioni nel settore agricolo; il potenziamento della Rete del lavoro agricolo di qualità, per iscriversi alla quale sono stati introdotti altri due requisiti, ovvero, le imprese devono applicare i contratti collettivi nazionali territoriali o aziendali, stipulati da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, e i contratti collettivi aziendali, stipulati dalle loro rappresentanze sindacali aziendali o dalle RSU, e non devono essere controllate da soggetti o collegate a soggetti non in possesso del complesso dei requisiti indicati. Proprio riguardo alla Rete del lavoro agricolo di qualità, a essa sovraintende una cabina di regia che vede la partecipazione, tra gli altri, di un rappresentante del Ministero del lavoro e delle politiche sociali con il compito di selezionare, previa verifica del possesso dei requisiti prescritti a livello normativo, le aziende che richiedono di aderire.
  Sotto un altro profilo, il decreto-legge 23 ottobre 2018, n. 119, recante «Disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria», convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2018, n. 136, ha previsto, all'articolo 25-quater, l'istituzione, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, del Tavolo operativo per la definizione di una nuova strategia di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura, allo scopo di programmare azioni per la prevenzione e la repressione dei citati fenomeni in tutto il territorio nazionale. Il Tavolo operativo, da me presieduto, si compone di membri istituzionali e rappresentanti delle organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro del settore agricolo e agroalimentare, nonché delle associazioni del Terzo settore. Il Tavolo si inserisce all'interno del più ampio settore della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, prioritario nell'agenda di Governo insieme al contrasto delle gare al massimo ribasso, all'aggiornamento del testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, di cui al decreto legislativo n. 81 del 2008, all'istituzione di banche dati condivise e, infine, a un rafforzamento dei controlli.
  Come detto, il 16 ottobre scorso si è tenuta presso il mio Ministero la riunione di insediamento del predetto Tavolo. In tale occasione, sono state esaminate importanti misure da attuare. Innanzitutto sono state condivise le osservazioni e le raccomandazioni che Urmila Bhoola, relatrice speciale ONU sulle forme contemporanee di schiavitù, ha presentato al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite nel settembre scorso, all'esito della missione svolta in Italia sullo sfruttamento lavorativo dei migranti nel settore dell'agricoltura. Tra tutte: il rafforzamento dei Centri per l'impiego incaricati di far incontrare l'offerta e la domanda di lavoratori nel settore agricolo, in modo da evitare l'intervento degli intermediari e da aumentare la trasparenza dei processi di assunzione; il rafforzamento dell'Ispettorato nazionale del lavoro al fine di garantire che le ispezioni siano maggiormente efficaci, oltre a garantire la sicurezza degli ispettori; ratificare il protocollo del 2014 relativo alla Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) n. 29 sul lavoro forzato e obbligatorio, al quale il caporalato è spesso connesso, il cui iter di ratifica è in corso di definizione; garantire maggiore trasparenza nelle catene di approvvigionamento agricolo e aumentare la partecipazione dei datori di lavoro alla Rete del lavoro agricolo di qualità, al fine di convertirla in una piattaforma multilaterale per garantire un'attività commerciale etica e impegnata a favore dell'attuazione dei diritti umani e della dovuta diligenza. Inoltre, è stato evidenziato l'impegno del Governo a dare attuazione alla direttiva dell'Unione europea n. 633 del 2019, che individua e vieta pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese della filiera agricola e alimentare, che hanno un impatto negativo sul tenore di vita di tutta la comunità agricola. In tal Pag. 6senso, la direttiva obbliga gli Stati membri a designare un'Autorità di contrasto al fine di garantire l'efficace applicazione dei divieti previsti e superare il timore di ritorsioni commerciali nei confronti di un denunciante.
  Nella prima riunione di insediamento del Tavolo operativo è stata, altresì, presentata ai partecipanti una bozza di piano triennale, unitamente al portfolio dei progetti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali a sostegno del piano stesso, per un investimento complessivo pari a 85 milioni di euro.
  L'architettura del piano è basata su quattro pilastri, identificati, sia dalla normativa internazionale del lavoro sia dalla legislazione europea e nazionale, quali elementi indispensabili per la prevenzione e il contrasto dello sfruttamento lavorativo. I quattro pilastri sono: prevenzione, le cui azioni mirano a gestire il monitoraggio dei picchi di domanda di manodopera agricola in determinati periodi dell'anno; vigilanza e contrasto, che intendono riaffermare lo stato di diritto e la buona economia attraverso il rafforzamento e l'espansione dei servizi ispettivi mediante il coordinamento di tutti gli organi di vigilanza; protezione e assistenza, finalizzate alla predisposizione di un sistema di servizi integrati, che includono assistenza sanitaria e giudiziaria negli interventi di protezione e prima assistenza delle vittime dello sfruttamento; reintegrazione sociolavorativa, cioè presa in carico, assistenza all'inserimento lavorativo, programmi di formazione professionale. A ciò si aggiungono altre misure di politica attiva del lavoro, in cui i Centri per l'impiego assumono un ruolo cardine, d'intesa con le prefetture locali. A tal proposito, voglio evidenziare che è in corso la redazione delle sezioni del piano triennale dedicate alla governance, al monitoraggio e alle risorse finanziarie.
  Relativamente al tema della governance, il 7 novembre 2019, in occasione di un workshop dedicato, è stato individuato un modello di governance multilivello e multi-agenzia che coinvolge, per i rispettivi ambiti di competenza, Regioni e autorità locali. In tale contesto, la Conferenza unificata, a cui dovrà essere sottoposto il piano triennale, rivestirà un ruolo di raccordo tra gli indirizzi programmatici delineati dal Tavolo nel piano e la programmazione regionale. Le autorità locali, i Comuni e le relative forme associative avranno la facoltà di predisporre dei piani territoriali multisettoriali per dare attuazione agli interventi del piano triennale.
  Per ciò che riguarda il piano triennale nelle sue linee generali, deve evidenziarsi che esso si basa su una strategia articolata in tre diverse fasi, muovendo dall'analisi del fenomeno dei bisogni del mercato del lavoro agricolo in relazione ai territori e alle stagionalità, per passare a interventi di natura emergenziale nelle aree più critiche e, infine, a interventi di sistema rivolti a tutto il territorio nazionale.
  La terza parte del piano triennale costituisce il piano di interventi vero e proprio, contenente dieci azioni prioritarie, sette delle quali sono dedicate alla prevenzione del fenomeno, attraverso l'elaborazione di un sistema informativo unitario da utilizzare anche per il successivo monitoraggio delle altre azioni contenute nel piano, e contengono: i dati relativi al fabbisogno di manodopera da parte delle aziende in relazione al calendario delle colture; gli investimenti in innovazione e valorizzazione dei prodotti agricoli e gli interventi normativi di contrasto alla concorrenza sleale; il rafforzamento della Rete del lavoro agricolo di qualità; il rafforzamento dei Centri per l'impiego e la costruzione di un sistema di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro trasparente e la programmazione dei flussi migratori per motivi di lavoro; gli interventi per garantire soluzioni di alloggio dignitoso per i lavoratori del settore; il potenziamento della rete dei trasporti e l'introduzione di servizi adeguati alle esigenze di lavoro; l'avvio di una campagna di comunicazione per il contrasto all'illegalità e la promozione del lavoro dignitoso. Un'ulteriore azione è dedicata al rafforzamento degli strumenti di vigilanza e repressione dei fenomeni del caporalato e dello sfruttamento lavorativo in agricoltura, mentre i restanti due interventi prioritari attengono alla creazione di un sistema di servizi integrati Pag. 7 per la protezione e la prima assistenza delle vittime per il loro reinserimento sociolavorativo.
  Con specifico riguardo al «portfolio progetti», l'approccio del Ministero del lavoro e delle politiche sociali si basa sulla programmazione integrata delle risorse, per cui ogni singola iniziativa progettuale si colloca all'interno di un'azione integrata, in cui vengono coinvolti diversi attori istituzionali a livello centrale e territoriale, valorizzandone le rispettive competenze, in attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale e verticale. Per il raggiungimento di tali finalità, vengono utilizzate, in complementarietà, le diverse leve finanziarie disponibili, attingendo da diversi fondi, nazionali ed europei.
  A causa della ristrettezza dei tempi a disposizione, lascio agli atti delle Commissioni il dettaglio dei progetti che fanno parte del piano e che sono stati già finanziati. Sono tutti i progetti che stiamo finanziando. Nel documento cito alcuni dei progetti che sono già finanziati e altri che sono in fase di finanziamento. Uno è, ad esempio, il progetto (in fase di finanziamento) «Economia sociale e lavoro dignitoso, imprese sociali come modello di rigenerazione locale», finanziato in partenariato con l'OIL o altri progetti come «Allora, Legale!», un progetto a vantaggio dei lavoratori in condizioni di marginalità, di aziende cooperative sociali presenti su tutto il territorio nazionale, e altri progetti.
  In chiusura, cito solo cosa altro si sta facendo, che è un po’ più avanzato a livello tecnologico. Nell'ambito delle azioni concrete che favoriscono l'incrocio trasparente tra la domanda e l'offerta di lavoro, che è la cosa alla quale tengo molto perché, se rendiamo trasparente l'incrocio tra la domanda e l'offerta di lavoro, non dico che neutralizziamo, ma limitiamo fortemente l'azione del caporale, segnalo che, in via sperimentale, nella provincia di Foggia (quella a più alta produzione di pomodoro) sarà resa operativa a breve un'app che garantirà l'incrocio tra chi cerca lavoro e chi lo offre, con una tracciabilità che renderà più difficile il sottobosco illegale del mercato del lavoro nero. È già attiva, invece, nella regione Lazio l'app «FairLabor», utilizzabile su tutti gli smartphone, consultabile in quattro lingue, oltre che in italiano. È un'app che potremmo diffondere su tutto il territorio nazionale. Grazie a questo sistema, il singolo lavoratore si iscrive alle liste di prenotazione dei Centri per l'impiego e, se un datore di lavoro sceglie la sua figura professionale, avverrà uno scambio di dati per permettere all'impresa di contattare il bracciante. Il contratto di lavoro e l'iscrizione alle liste di prenotazione permettono al lavoratore di accedere a un importante servizio, che è quello del trasporto pubblico verso e dai campi. Quindi si fa questo ulteriore servizio.
  Concludo ribadendo che è obiettivo prioritario nell'agenda di Governo – e non potrebbe essere diversamente – arginare questo drammatico fenomeno, che azzera la dignità e il rispetto dei diritti umani. In tale prospettiva, risulterà fondamentale rendere il processo di selezione – lo ribadisco di nuovo – trasparente e scevro da condizionamenti esterni, attraverso l'elaborazione di un sistema informativo unitario, diretto a incrociare domanda e offerta di lavoro, e il potenziamento dei Centri per l'impiego, obiettivo a cui vogliamo arrivare.
  Come ho già dichiarato in altre occasioni, prima che obiettivo dell'agenda di Governo è una scelta di civiltà che questo Esecutivo è determinato a perseguire con forza, e ringrazio ancora le Commissioni per questa importantissima indagine conoscitiva.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministra.
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre questioni o formulare osservazioni.

  SUSANNA CENNI. Grazie, Presidente. Desidero ringraziare di cuore la Ministra per il suo contributo, per le cose che ci ha detto. Mi sembra di poter dire che siamo davanti davvero a un salto di qualità nelle politiche di contrasto, e credo che si possa giungere a un'applicazione completa della legge contro il caporalato, anche nelle sue parti più complicate. Pag. 8
  Colgo molto positivamente lo sforzo di elaborazione da parte del Tavolo operativo sul tema del caporalato e anche sui contenuti del piano triennale. Mi ha fatto piacere sentire il passaggio che riguarda le aste, mi ha fatto molto piacere sentir parlare di «filiere etiche». Come lei saprà, noi abbiamo approvato una legge alla Camera, ora all'esame del Senato, che mi auguro sia approvata.
  Nell'ambito delle sue considerazioni, che condivido, vorrei chiederle – se è in grado di rispondere oggi oppure se può farlo successivamente, anche ai fini del completamento del nostro lavoro – se voi, come Tavolo operativo, avete un quadro del livello di funzionamento e di diffusione della Rete del lavoro agricolo di qualità. Sappiamo che ci sono luci e ombre e quindi vorrei sapere se c'è un monitoraggio del suo funzionamento, i cui risultati può riferirci con un po’ più di precisione.
  Un'altra domanda le vorrei porre, anche se parzialmente ha già risposto: quali sono, a suo parere, le esperienze più avanzate a livello nazionale, anche in termini di coordinamento delle varie azioni fra soggetti (anche diversi, quindi non solo gli Ispettorati, ma anche gli enti locali e tutti coloro che hanno titolo a contribuire) e, se può rispondere in maniera più dettagliata, come, attraverso il Tavolo operativo e il piano, si pensa di intervenire sulla questione degli alloggi, che sappiamo essere una delle criticità più consistenti della materia?

  RINA DE LORENZO. Grazie, Presidente. Ringrazio la Ministra Catalfo per l'illustrazione puntuale di un fenomeno particolarmente censurabile, distante dai principi di riconoscimento della dignità del lavoratore.
  Va osservato che il fenomeno del caporalato non può trovare collocazione solo in un'area geografica del nostro Paese, considerato come un'esperienza negativa illecita limitata soltanto al Sud Italia, perché – come ha ben detto il magistrato di Cassazione Bruno Giordano in un recente convegno del novembre scorso – si tratta di un fenomeno che interessa l'intero Paese, dunque anche le aree del Nord, a partire dalle aziende vinicole che, purtroppo, hanno evidenziato il fenomeno negativo del caporalato.
  Lo sfruttamento illecito del lavoratore è riconducibile ai reati contro la persona, quindi è una forma di schiavitù e di sfruttamento. Ben fatto il piano triennale, che si muove sugli assi declinati dalla Ministra Catalfo. Mi interessa sapere se, tra i progetti attivati e tra quelli che saranno attivati, esistono forme di sussidio o comunque di finanziamento in favore di quei datori di lavoro che realizzano e garantiscono la reintegrazione sociolavorativa del lavoratore sfruttato dal caporale; se, per esempio, per quei datori di lavoro esistono forme di bonus o qualunque altra soluzione che possa garantire l'assunzione del lavoratore sottoposto a questo tipo di sfruttamento.

  GUGLIELMO GOLINELLI. Grazie, Presidente. Grazie, Ministra. Il mio intervento è volto a difendere quelle imprese che nulla hanno a che fare con il caporalato ma che, con questa legge, rischiano, attraverso il ricorso agli indici, di essere oggetto di una denuncia penale. Per questo, la mia richiesta è se il Governo abbia intenzione di mettere mano alla questione degli indici. Allo stato attuale, è sufficiente infrangere anche solo un indice, ad esempio quello sulla sicurezza sul lavoro o quello sull'igiene sul posto del lavoro, per rischiare una denuncia penale e, a nostro avviso, sarebbe necessario intervenire e specificare meglio che la violazione di un indice solo non può essere sufficiente a giustificare la denuncia di un datore di lavoro per caporalato.
  La questione che lei ha sollevato è relativa al sovraccarico e all'imprevedibilità del lavoro agricolo. Nei mesi estivi, se si susseguono i giorni di pioggia, è inevitabile che il lavoro venga interrotto, per poi essere concentrato nei giorni successivi, costringendo l'azienda agricola a concentrare un quantitativo elevato di manodopera in un breve lasso di tempo; questa fattispecie era risolta e permetteva al datore di lavoro di essere in regola anche attraverso l'utilizzo dei voucher, che sono stati eliminati. Pertanto, la nostra richiesta è se sia intenzione del Governo reintrodurre l'uso dei voucher in agricoltura, che, prima della loro abolizione, avevano dimostrato di funzionare, Pag. 9 assecondando la domanda di manodopera nel comparto agricolo.

  MARIA CHIARA GADDA. Grazie, Presidente. Ringrazio anch'io la Ministra per la relazione puntuale, ma, soprattutto, per il lavoro complesso e congiunto fatto anche con la Ministra Bellanova e la Ministra Lamorgese, perché abbiamo appreso dalle loro relazioni quanto sia complesso e quanto sia stratificato il problema. È particolarmente importante che il Tavolo operativo e il lavoro dei Ministeri proceda sempre in modo congiunto per raggiungere due obiettivi: l'obiettivo primario di consentire che vi sia sul territorio nazionale la piena dignità dei lavoratori; e, allo stesso tempo, quello di consentire che lo sviluppo non sia legato a situazioni di concorrenza sleale tra imprese, perché parliamo anche di questo, non soltanto di diritti negati.
  I dati che lei ci ha rappresentato evidenziano che il fenomeno riguarda l'intero Paese, da nord a sud, ma, soprattutto, riguarda sia i cittadini italiani sia i cittadini immigrati. Credo, quindi, che sia particolarmente importante, anche in questa sede, analizzare la complessità del fenomeno, perché dalla sua corretta fotografia derivano le soluzioni più corrette, come ha già anticipato, anche rispetto agli altri fenomeni connessi al caporalato, il trasporto, gli alloggi, quindi la vita, oltre al lavoro nei campi, che si svolge nei territori in cui, purtroppo, esiste il fenomeno del caporalato.
  Io vorrei fare due osservazioni e anche delle brevi domande e richieste di puntualizzazione. Secondo i dati che ci ha rappresentato, la legge sul caporalato ha consentito, insieme agli strumenti messi in atto dal Governo, un'attività ispettiva piuttosto puntuale, che, nel corso del tempo, si è affinata rispetto ad alcune esigenze specifiche legate ai siti da attenzionare, dove ci sono fattispecie di irregolarità ulteriori rispetto a quelle del caporalato classico, dove intervengono anche altri fenomeni, come, per esempio, le infiltrazioni mafiose, di diverso tipo e di diversa provenienza. Quindi, possiamo affermare che l'impianto repressivo della legge funziona perfettamente. Chiedo se sia possibile avere un quadro più dettagliato delle diverse fattispecie di reato riscontrate, per consentire di avere una fotografia del fenomeno e possibili soluzioni, rispetto anche a quanto anticipato dal collega Golinelli, senza dover mettere in discussione una legge che funziona. E i numeri lo confermano.
  Trovo particolarmente interessante anche il suo spunto riguardo al focus particolare sui picchi di lavoro, perché ben sappiamo che il lavoro agricolo non è un lavoro sempre programmabile: è un lavoro legato anche a fattori esterni, ai cambiamenti climatici e anche a dei picchi di esigenza di manodopera. Le chiederei, quindi, quali siano gli strumenti che lei ritiene più efficaci per raggiungere legalità, trasparenza e flessibilità del sistema.
  Gli ultimi due aspetti riguardano la Rete del lavoro agricolo di qualità, che, assieme all'attività ispettiva e al quadro sanzionatorio, è una parte fondamentale della legge sul caporalato. Se ritiene, per consentire una migliore capillarità sul territorio, che ci sia ancora della strada da percorrere per garantire la sua operatività in ogni territorio, in ogni regione, in ogni provincia. Credo che su questo si possano e si debbano fare dei passi in avanti. Se pensa che possa essere utile prevedere delle agevolazioni, per consentire alle imprese di aderire più facilmente alla Rete del lavoro agricolo di qualità, perché sappiamo bene che la diffidenza può essere vinta anche accompagnando l'imprenditore a riconoscere in quello strumento una leva di vantaggio competitivo. Se ritiene che si possa pensare o se avete già all'ordine del giorno un pacchetto di misure che possa andare in questa direzione.
  Infine, cogliendo lo spunto che lei ha anticipato all'inizio della relazione sulle imprese «spurie», sulle «cooperative senza terra», le chiedo se non ritiene che si debba migliorare la capacità della pubblica amministrazione di incrociare i dati, e se ha idee su come ottenere questo risultato. Il fenomeno delle «imprese senza terra» probabilmente potrebbe essere più facilmente identificabile, se ci fosse un investimento continuo e tecnicamente avanzato sulle banche dati, dalle quali si possa verificare Pag. 10 se un'impresa agricola ha la terra o meno, se ci sono lavoratori, quanti ce ne sono e di che tipologia.

  GIORGIO LOVECCHIO. Grazie, Presidente. Ringrazio la Ministra per la relazione puntuale che ha fatto. Io vengo da Foggia, ho sentito che è stata elaborata un'app che riesce a mettere in contatto il lavoratore con l'azienda tramite le agenzie del lavoro e la prefettura. Vorrei avere più dettagli su questa app e sul suo funzionamento, e sapere se ha portato dei vantaggi. In più, oltre all'app, vorrei sapere cosa si sta facendo per far sì che un'azienda agricola decida di rivolgersi alla Direzione territoriale del lavoro, in modo da rendere più semplice il reclutamento dei lavoratori. Se avete previsto degli elenchi che le aziende possono consultare, in modo tale da agevolare il reclutamento della manodopera. Come abbiamo detto prima, ci sono dei periodi di picchi di lavoro che vanno soddisfatti e, senza liste o strumenti analoghi, diventa difficile per l'azienda far fronte a queste esigenze.
  Ultima domanda: è stato previsto uno snellimento delle pratiche di assunzione di questi lavoratori, in particolare quelli impegnati per un periodo molto breve, come succede spesso in agricoltura?

  PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste intervento, quindi lascio la parola alla Ministra per la replica. Dal momento che non ha a sua disposizione tutti i dati richiesti, li potrà trasmettere successivamente e depositarli agli atti delle Commissioni.

  NUNZIA CATALFO, Ministra del lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Vi ringrazio per tutti gli interventi che, in taluni casi, sono stati spunto per future riflessioni su possibili implementazioni del piano.
  Ci sono state domande più specifiche sulla Rete del lavoro agricolo di qualità. Essa non è implementata su tutto il territorio, quindi ovviamente lì va posta un'attenzione particolare. Si tratta di un problema che affronterò nelle prossime settimane. È un punto che abbiamo affrontato al Tavolo operativo, oltre a tutte le azioni e agli interventi che vi ho spiegato, però alla Rete va dedicata una particolare attenzione, in modo che venga implementata su tutto il territorio.
  Io credo che siano importanti, oltre agli assi e agli interventi che abbiamo inserito nel piano, tre ulteriori punti, affinché ci sia una buona riuscita: la piena attuazione delle norme previste; il lavoro in rete sui territori, coinvolgendo, quindi, Comuni, Centri per l'impiego, prefetture e tutti gli organi che si occupano di vigilanza. Si tratta di un programma importante e lo stiamo attuando con la Ministra Lamorgese con dei protocolli sui territori. Quindi, fare rete sui territori è molto importante affinché tutti gli attori pubblici lavorino per contrastare questo fenomeno. Il terzo punto è la trasparenza dell'incrocio della domanda e dell'offerta di lavoro, perché è quello che neutralizza il caporale. Si è già intervenuti con la banca dati nazionale, con l'incrocio delle banche dati esistenti per i controlli, che sono punti nevralgici che ci aiutano a contrastare in modo forte, se non a neutralizzare, il fenomeno. Su questi stiamo già investendo. Riguardo alla banca dati, abbiamo già pensato di istituirla, e le Regioni – come avete sentito – e i Comuni si sono organizzati con delle app, che potrebbero essere replicabili, che sono uno strumento abbastanza veloce. Il Centro per l'impiego c'è, ma noi sappiamo che non esiste in tutti i Comuni. Il centro più di prossimità è il Comune, quindi dovremo mettere in rete Centri per l'impiego, Comuni e sistemi informativi, in modo tale che questo incrocio della domanda e dell'offerta di lavoro avvenga in modo totalmente trasparente e che, quindi, non ci sia più la necessità del caporale. È chiaro che il caporale esiste perché viene a mancare un luogo istituzionale in cui ci si occupa dell'intermediazione. Su questo noi dobbiamo puntare.
  Gli attori che devono essere impegnati in questo progetto non sono attori singoli, che devono agire per conto proprio. È, infatti, molto importante la sinergia tra Ministeri e tra tutti gli attori istituzionali Pag. 11(Regioni, Comuni, enti di vigilanza); siamo tutti insieme allo stesso tavolo proprio per aggredire da più parti, fare rete e riuscire a contrastare questo fenomeno, che ha un impatto molto forte nel nostro Paese.
  Mi riservo di fornire alcuni dati, ad esempio quelli sulla Rete del lavoro agricolo di qualità o altri dati che mi avete chiesto, e, nello specifico, di integrare la relazione, perché le Commissioni abbiano un quadro completo, oltre a quello che è previsto nel piano triennale, di quello che stiamo mettendo in atto o di quello che ancora si potrebbe o si dovrebbe implementare.
  Ci sono due azioni prioritarie, nel piano triennale, che riguardano le politiche attive del lavoro per il reinserimento lavorativo e per la destinazione di alloggi. Anche su questo trasmetterò un approfondimento specifico delle azioni che prevede il piano triennale.
  Gli indici. Forse è più da prendere in considerazione la richiesta non solo di incrociare i dati, ma di approfondire quali sono le diverse fattispecie di reato. L'indice sulla sicurezza sul lavoro è un indice importante, perché spesso i dati sulla sicurezza sul lavoro negativi e quelli del caporalato si incrociano. D'altronde, ce lo dicono tutti i giorni gli infortuni e quello che capita ai lavoratori italiani. Quindi, sulla sicurezza sul lavoro bisogna stare molto attenti. È un incrocio negativo, se l'indice sulla sicurezza sul lavoro è stato previsto, è giusto che venga rispettato. Vedere qual è la fattispecie, monitorare per individuare la fattispecie dei reati forse si può fare, per comprendere meglio che cosa avviene nei luoghi di lavoro.
  Sui voucher in agricoltura mi pare che ci sia una posizione del Governo già manifestata. Va valutato anche questo istituto e l'impatto che avrebbe sul mercato del lavoro. Quello che noi dobbiamo comunque considerare è come rendere il lavoro quanto più stabile e quanto più sicuro possibile, come tutelare i diritti dei lavoratori e i diritti umani. Questo è quello che mi sento di dire, per il momento, su questa questione.
  Sul sistema informativo unitario, ho già ribadito la mia posizione. Per lo snellimento delle assunzioni, bisogna studiare un sistema: probabilmente attraverso le banche dati, i sistemi informativi o le app. Dovremo studiare un modo per snellire le procedure di assunzione, che renda più facile per l'impresa poter assumere e più immediato l'incrocio della domanda e dell'offerta di lavoro. Questo si può studiare. Tra le azioni e gli assi c'è anche questo aspetto da prendere in considerazione.
  Sulla Rete del lavoro agricolo bisogna fare prima un'analisi per capire cosa manca, se le imprese non hanno aderito e perché non aderiscono, e studiare insieme delle azioni affinché si renda l'adesione quanto più ampia possibile.

  MARIA CHIARA GADDA. Sulla Rete del lavoro agricolo di qualità, è stata fatta una valutazione con L'INPS sugli sportelli aperti, se ci sono esigenze di risorse umane, di risorse, di che tipo, e via dicendo?

  NUNZIA CATALFO, Ministra del lavoro e delle politiche sociali. No, ho detto che vi farò avere un approfondimento specifico su questo punto. Cercherò di integrare la relazione con una fotografia specifica di quello che è implementato e di cosa manca, così avrete anche voi un quadro preciso della situazione allo stato attuale.

  PRESIDENTE. Ovviamente i documenti che il Ministero ci invierà saranno messi a disposizione dei commissari.
  A me non resta che ringraziare la Ministra e dichiarare conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.