XVIII Legislatura

X Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 17 di Mercoledì 3 luglio 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Carabetta Luca , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE PROSPETTIVE DI ATTUAZIONE E DI ADEGUAMENTO DELLA STRATEGIA ENERGETICA NAZIONALE AL PIANO NAZIONALE ENERGIA E CLIMA PER IL 2030

Audizione di rappresentanti di Sorgenia Spa.
Carabetta Luca , Presidente ... 3 
Mancini Gianfilippo , amministratore delegato di Sorgenia ... 3 
Carabetta Luca , Presidente ... 8 
Squeri Luca (FI)  ... 8 
Vallascas Andrea (M5S)  ... 9 
Benamati Gianluca (PD)  ... 9 
Bersani Pier Luigi (LeU)  ... 9 
Carabetta Luca , Presidente ... 9 
Mancini Gianfilippo , amministratore delegato di Sorgenia ... 9 
Benamati Gianluca (PD)  ... 10 
Mancini Gianfilippo , amministratore delegato di Sorgenia ... 10 
Carabetta Luca , Presidente ... 11

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Sogno Italia - 10 Volte Meglio: Misto-SI-10VM.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
LUCA CARABETTA

  La seduta comincia alle 14.55.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati, nonché la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di Sorgenia Spa.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle prospettive di attuazione e di adeguamento della Strategia energetica nazionale al Piano nazionale energia e clima per il 2030, l'audizione di rappresentanti di Sorgenia.
  Nel dare la parola al dottor Gianfilippo Mancini, amministratore delegato di Sorgenia, ricordo che l'audizione odierna è finalizzata esclusivamente ad ottenere elementi istruttori, utili ad approfondire le tematiche oggetto del programma dell'indagine conoscitiva.

  GIANFILIPPO MANCINI, amministratore delegato di Sorgenia. Buongiorno a tutti, sono Gianfilippo Mancini. Volevo cogliere per prima cosa questa opportunità per dirvi qualcosa di Sorgenia, un'azienda che opera nel mercato dell'energia in Italia ormai da vent'anni, la prima azienda che è entrata con la liberalizzazione sul mercato dell'energia e ad oggi è un operatore che si qualifica per alcuni aspetti, che ritengo importante sottolineare.
  È un'azienda privata, che opera su tutta la filiera del mercato dell'energia elettrica e del gas – approvvigionamento, produzione, vendita-, opera sul mercato libero, quindi non è titolare di concessioni, non è un incumbent, ha una visione che ci caratterizza e che, come vedrete nei nostri commenti, guarda con grande fiducia alle prospettive della decarbonizzazione, nella consapevolezza del problema ambientale del pianeta e delle opportunità che questo pone anche in termini di sviluppo per il Paese.
  Siamo presenti su diversi segmenti, quelli del gas, quelli dell'elettricità e della produzione di energia elettrica; siamo molto connotati non solo nella produzione a gas flessibile, avendo degli impianti, i più moderni in Italia in questo settore, ma anche nello sviluppo delle fonti rinnovabili con diverse tecnologie, e siamo anche molto connotati ultimamente per il forte utilizzo delle tecnologie digitali sia nella relazione con i clienti, sia nell'utilizzo delle tecnologie e nello sviluppo dell'innovazione.
  Il contesto che viviamo è un contesto estremamente interessante soprattutto da un punto di vista di tecnologie e tre cose lo contraddistinguono: la rivoluzione delle rinnovabili, la rivoluzione delle tecnologie digitali e la rivoluzione dei clienti, per il ruolo che assumono nel nuovo mercato e per le potenzialità che le tecnologie mettono nelle loro mani.
  La prima considerazione di contesto, di scenari e di tecnologie che vorrei fare è questa: noi ci troviamo in un momento abbastanza straordinario di rivoluzione tecnologica che definiamo esponenziale, nel senso che il costo delle tecnologie delle fonti rinnovabili e anche della mobilità elettrica ha subìto in questi anni, e crediamo continuerà a subire, una riduzione importantissima, e questo (questa è una Pag. 4descrizione abbastanza generale, che vale diversamente a seconda delle geografie e dei Paesi) pone oggi concretamente la possibilità di avere a disposizione energia da fonti rinnovabili senza bisogno di incentivi. Sarà sempre più così e queste tecnologie, in particolare l'eolico e il fotovoltaico, che oggi sono a market-parity, a grid-parity, sono in grado di essere sviluppate senza bisogno di sussidi. Stessa cosa potenzialmente, da adesso in avanti, avviene per la mobilità elettrica, quindi i temi dell'elettrificazione e della decarbonizzazione vanno di pari passo e possono essere colti per affrontare le grandissime sfide di riduzione di emissioni che abbiamo di fronte anche come Paese con il Piano nazionale energia e clima, che voi conoscete bene.
  Ha obiettivi estremamente ambiziosi, dal nostro punto di vista giustamente ambiziosi, traguardabili, possibili, con delle azioni assolutamente importanti e necessarie per riuscire a farlo. Avere il 30 per cento di quota rinnovabili sui consumi totali e il 55 per cento sull'elettrico pone la necessità di grandi investimenti e di azioni di policy per poterli raggiungere non tanto sul fronte dell'incentivazione quanto per ragioni di tecnologie di costo. Ci sono tuttavia delle azioni senza le quali crediamo non sarà possibile raggiungere questo obiettivo, che sono quelle soprattutto della semplificazione delle procedure autorizzative per poter realizzare gli investimenti (fotovoltaico ed eolico su tutti, ma anche sull'efficientamento energetico), tempi della conclusione degli iter autorizzativi, laddove definire procedure di coordinamento tra amministrazioni centrali e locali, dei termini e dei meccanismi di supporto tra organizzazioni centrali e subentro alla scadenza dei termini nei confronti delle autonomie locali è particolarmente importante.
  Sappiamo che oggi gli iter così lunghi e con alti tassi di mortalità fanno sì che normalmente, ad esempio sull'eolico, quando si arriva ad avere l'autorizzazione per costruire la tecnologia che procede con abbattimento di costo e con sviluppi così veloci, è superata; la conseguenza è che si fanno investimenti molto più costosi di quanto la tecnologia renderebbe disponibile oppure non si fanno. Credo che questo sia un elemento assolutamente centrale del quale avere riguardo per riuscire a realizzare questo Piano.
  Un altro elemento, alla luce del fatto che oggi le tecnologie rinnovabili sono a mercato, è favorire il mercato, favorire la possibilità che il mercato realizzi questi investimenti attraverso strumenti contrattuali e stimoli non di incentivazione, ma di policy, che possano favorire i cosiddetti PPA (Power Purchase Agreement), cioè i contratti attraverso i quali si possono realizzare gli investimenti avendo come controparte un soggetto, ad esempio un player come Sorgenia – e su questo stiamo lavorando –, che, realizzando questi impianti, dall'altra parte compri l'energia e la trasferisca ai propri clienti finali, mitigando il rischio della volatilità dei mercati, rischio molto importante nel nostro settore. Sorgenia è impegnata su questo, abbiamo un piano, delle azioni e dei progetti concreti pronti per essere sviluppati in diverse tecnologie, che vanno dal fotovoltaico al biometano, all'eolico, all'idroelettrico, al mini idro, alla geotermia, alla geotermia innovativa a ciclo chiuso, che consente migliori rendimenti e azzeramento totale degli impatti ambientali. Il nostro piano su cinque anni prevede di investire mezzo miliardo di euro per realizzare 500 megawatt di nuova capacità ed è un piano nel quale crediamo non ci sia, se non sui settori di maggiore contenuto di innovazione tecnologica, bisogno di strumenti di incentivazione, vogliamo svilupparli con meccanismi di mercato.
  Secondo tema sul quale volevo dare un'informazione interessante riguardo all'evoluzione delle tecnologie, dei prezzi e dei mercati, è quello del carbone. Noi siamo presenti in particolare sul mercato dei cicli combinati a gas, che hanno un ruolo chiave nella transizione energetica verso una produzione totalmente decarbonizzata. Guardiamo lo stato delle cose e l'evoluzione di questi ultimi anni, perché credo ci siano delle considerazioni non frequenti che vengono dall'andamento dei mercati. Sappiamo bene che, da un punto di vista di impatto ambientale, quindi SO2, polveri, Pag. 5CO, NOx e CO2, il carbone ha impatti emissivi enormemente maggiori di quelli delle tecnologie moderne, dei nostri impianti a ciclo combinato. Forse conosciamo meno il fatto che il carbone ha anche delle rigidità, che sono particolarmente importanti oggi in un mercato elettrico fatto di rinnovabili non programmabili, che mettono continuamente sotto stress la nostra rete. La produzione da queste fonti termoelettriche deve necessariamente fornire alla rete una nuova prestazione, che è quella della flessibilità per consentire alle rinnovabili di esservi spacciate, e alla rete di rimanere in equilibrio. Anche da questo punto di vista i cicli combinati moderni offrono delle prestazioni radicalmente migliori e più preziose alla rete elettrica, ma la cosa più nuova che stiamo registrando in questi anni sui mercati è la competitività di costo.
  Negli ultimi cento anni siamo stati abituati a vedere il carbone come la fonte più competitiva da un punto di vista di costo nel settore termoelettrico in particolare, ma oggi non è più vero per una serie di considerazioni che sono tre in particolare per quanto riguarda il mondo, l'Europa e l'Italia: il fatto che il gas oggi è disponibile in abbondanza e potenzialmente in maniera illimitata, a condizioni e a prezzi più stabili e più competitivi grazie soprattutto alla rivoluzione dello shale gas soprattutto negli Stati Uniti, che ha calmierato i prezzi e ha reso questa risorsa molto disponibile; il fatto che il mercato del carbone ha comunque delle tensioni legate alla domanda cinese e, per quanto riguarda l'Italia, si tratta sempre di carbone importato, quindi ha dei costi particolarmente rilevanti da dover sopportare; lo sviluppo del mercato della CO2, i prezzi della CO2 che impattano ovviamente di più sul costo del carbone, essendo questa fonte ad alta emissione di CO2. Il risultato è che, se guardiamo l'evoluzione di competitività di costo, quindi il differenziale di costo che è anche un elemento di competitività per il Paese, in questi ultimi anni, per esempio dal 2012 ad oggi, scopriamo che il carbone sta uscendo da solo dal mercato, in anticipo rispetto a decisioni politiche o regolatorie. Il carbone oggi è meno competitivo del gas sul territorio italiano, questo è un fatto che spiega come la produzione, i 42 terawattora, dal 2000 ad oggi siano scesi a circa 8 terawattora nel primo semestre di quest'anno.
  Questo facilita l'idea di traguardare gli obiettivi del Piano energetico almeno sotto questo punto di vista, Piano energetico che prevede una fortissima evoluzione e sviluppo di potenza e di capacità da fonti rinnovabili, soprattutto solare e fotovoltaico. Questo porta alla necessità di avere capacità termica flessibile.
  Come si può vedere dalla slide n. 10 della documentazione scritta trasmessa alla Commissione, l'evoluzione tanto in termini di capacità quanto di produzione di energia elettrica prevede di azzerare la parte marrone, corrispondente al carbone, e di far crescere moltissimo la parte verde, che indica le FER, con un ruolo del gas nella transizione energetica del nostro Paese che resta assolutamente importante, non c'è un grande incremento in termini di domanda, ma c'è un cambiamento radicale in termini di modalità di lavoro. Questi impianti a gas devono essere flessibili, devono dare l'energia dove serve e quando serve per tenere da un lato la rete nella necessaria frequenza, dall'altro per poter consentire a tutte le nuove fonti rinnovabili di entrare nella rete, modulando il proprio funzionamento in maniera sempre più spinta e a livello differenziato, a seconda dei nodi della rete a livello locale.
  Il gas resta certamente un asset strategico importante, del quale peraltro il nostro Paese si è ben strutturato e dotato negli ultimi vent'anni, per poter affrontare con successo la sfida del nostro Piano di transizione e di decarbonizzazione. Si può vedere questo anche sotto un'altra dimensione, nel senso di vedere l'enorme salto di investimenti e di infrastrutture sulle fonti rinnovabili che è necessario. Passare da 30 a 70 miliardi di chilowattora, da 30 a 70 gigawatt di capacità, porta bisogno di flessibilità, rampe di carico sempre più spinte, e anche un tema di adeguatezza di copertura della domanda al picco. Pag. 6
  Questo per completare il ragionamento dell'essenzialità del ruolo cruciale dei cicli combinati, in quanto in Italia abbiamo più cicli combinati di quanti ne abbia qualsiasi Paese europeo, sono moderni, sono stati realizzati e questo è un punto di forza, è un asset anche nel contesto europeo dell'energia, se consideriamo per esempio quello che avverrà o potrà avvenire in Francia sul decommissioning nucleare, sulla chiusura degli impianti a carbone in Germania e in Spagna. Abbiamo una dotazione infrastrutturale che per numerosi aspetti è migliore di quella di tanti Paesi europei.
  Sorgenia in questo quadro ha una presenza importante: i nostri asset, realizzati negli ultimi anni, i più moderni che ci siano, anche dal punto di vista di prestazioni tecniche, di digitalizzazione, di flessibilità sono particolarmente preziosi, ma sono anche preziosi per come sono posizionati lungo la geografia della nostra penisola; con esclusione delle isole copriamo le diverse zone dei mercati e della rete più importanti del nostro Paese. Se poi consideriamo, oltre a Sorgenia, il contributo di Tirreno Power, società di cui Sorgenia ha il 50 per cento, mentre l'altro 50 per cento è di proprietà di Engie, società francese, vediamo che questi impianti sono non solo ben distribuiti, ma alcuni di questi in particolare sono in prossimità dei grandi impianti a carbone che sono destinati a chiusura secondo il piano di phase out da qua al 2025, come abbiamo visto prima.
  Oltre alle rinnovabili e al gas, oltre al tema del mix di produzione, della strategicità dei diversi pezzi della filiera di produzione, quindi rinnovabili e gas in particolare, l'altro pezzo importante della transizione energetica al quale guardare è la rivoluzione sul fronte dei consumi, quindi efficienza energetica e ruolo dei nuovi consumatori. Sappiamo che è in corso un radicale cambio di paradigma, che riguarda da un lato le rinnovabili e la microgenerazione, quindi la possibilità dei consumatori, siano essi imprese o piccoli consumatori, di essere (un milione già lo sono) dei produttori e degli attori protagonisti del mercato dell'energia sul fronte dell'autoproduzione, per esempio con pannelli solari, e via via dello stoccaggio e della vendita degli eccessi di produzione, dall'altro lato le tecnologie digitali, che sono l'elemento abilitante di tutto questo. I dati, la sensoristica, le tecnologie che consentono di ottimizzare continuamente i sistemi di produzione, di consumo, di stoccaggio diventano infatti il cervello, l'elemento che riesce a ottimizzare la rete, a farla funzionare e a ridurre i consumi, mentre riesce ad assorbire tutte le produzioni non programmabili dalle fonti rinnovabili. Questo comporta una trasformazione radicale nel modo con il quale guardiamo ai clienti, nel modo con il quale questi clienti vengono abilitati ad essere attori, riescono a dispacciare la loro energia non solo in termini di autoconsumo, ma anche a livello di distretti locali, e rende soprattutto fondamentale il ruolo dei dati.
  Un altro elemento importante è fare in modo che il sistema di regole e di gestione delle reti sia in grado di accompagnare, supportare e abilitare questo processo, quindi i dati diventano centrali e questo vuol dire probabilmente fare tante trasformazioni, tante evoluzioni anche veloci, che sono necessarie non solo sul fronte dei contatori digitali, ma anche sul fronte del modo con il quale viene dispacciata l'energia a livello locale. Oggi, un cliente per poter cambiare fornitore deve aspettare tre mesi, un operatore di energia per poter chiudere i conteggi dell'energia sulle proprie zone di utilizzo, di prelievo deve aspettare la fine dell'anno. Questo rende evidente la distanza tra le nuove tecnologie e la necessità invece di avere un sistema nuovo (tema che riguarda non solo il nostro Paese) di regole e di gestione della rete. Standard di comunicazione, protocolli di comunicazione, utilizzo dei dati, omogeneizzazione nel dialogo tra i diversi operatori sono tutti temi tecnici, a volte noiosi, ma assolutamente cruciali per riuscire a realizzare il piano da un punto di vista di efficientamento energetico e di produzione da fonti rinnovabili.
  Questo pone al centro veramente il nuovo attore del sistema energetico ed elettrico in particolare, che è il cliente. Quando guardiamo il cliente e in particolare il cliente Pag. 7domestico, ci confrontiamo con una liberalizzazione che è virtualmente completa dal 2007, nel senso che i clienti domestici sono liberi di scegliere il proprio fornitore ormai da 12 anni. Quando guardiamo però (sono dati ricavati dall'ultima relazione dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas sul 2018 sul mercato retail), vediamo che a 12 anni di distanza è una situazione abbastanza bloccata, abbastanza insoddisfacente. C'è un livello di concentrazione del mercato ancora straordinariamente elevato, l'81 per cento dell'energia è venduto sul mercato libero e fornito dagli operatori integrati, quindi da incumbent o ex incumbent, l'82,7 per cento dell'energia venduta ai clienti domestici è fornito dai primi cinque operatori integrati, il passaggio dei clienti sul mercato libero avviene prevalentemente sempre all'interno di aziende verticalmente integrate, che hanno anche il controllo della rete di distribuzione oltre che del mercato cosiddetto «della maggior tutela», quindi è un mercato che si muove molto lentamente, anzi è rimasto pressoché fermo negli ultimi anni (il trend di evoluzione è addirittura negativo).
  Il mercato è quindi fortemente concentrato, una dinamica competitiva molto limitata che difficilmente così riesce a dare dei benefici importanti ai consumatori, quindi il tema del completamento della liberalizzazione, delle modalità con le quali questo possa essere attuato e vada attuato per poter consentire benefici più significativi di quanti non si siano visti oggi per i clienti finali in termini di prezzo, ma anche di qualità e di innovazione dei servizi ad esempio in termini di riduzione dei consumi, di efficientamento energetico, è particolarmente evidente se si guarda i dati in controluce.
  Sorgenia ha una visione, una modalità di presenza sul mercato italiano abbastanza particolare, che la caratterizza: non siamo solo un operatore di fonti rinnovabili e di gas, siamo un operatore sul mercato finale e lo siamo, come dicevo prima, avendo eletto i canali digitali, nella relazione con i clienti domestici finali in particolare, come unico elemento sul quale concentrare la nostra attenzione, nella convinzione che questo sia uno strumento che porta grandi benefici ai clienti in termini di costo, di consapevolezza e di trasparenza, di sviluppo di nuovi servizi. I clienti possono ad esempio approvvigionarsi scegliendo l'impianto da fonti rinnovabili a loro più vicino in maniera georeferenziata, possono confrontare trasparentemente i prezzi con quelli di qualsiasi altro operatore, quindi decidere sulla base della convenienza oggettiva della nostra soluzione, che peraltro, non avendo carta, non avendo costi indiretti, riesce a essere significativamente più competitiva.
  Questo si confronta con un mercato nel quale vorrei chiedere a voi se vi sia mai capitato di ricevere delle telefonate da parte di operatori di energia che propongono dei nuovi contratti; a me capita ormai quasi ogni giorno, stimo che siano centinaia di milioni le telefonate che ogni anno vengono fatte, spesso in maniera scorretta, millantando o raccontando storie che poi non si dimostrano vere, e questo mina il rapporto con i cittadini, oltre che la credibilità di questo mercato, di questi operatori, di tutti noi.
  Credo che questo sia un argomento sul quale sarebbe necessario porsi il tema di qualche forma di intervento per evitare gli inganni che per canali di vendita non trasparenti come il web sono possibili, quindi credo che intervenire su questo sia una delle prime azioni che occorrerebbe fare, così come sarebbe necessaria una campagna di informazione che stimoli e orienti i cittadini a usare il web per informarsi, scegliere, confrontare, avere nuovi servizi, nuove soluzioni.
  Questo credo sia un tema che va di pari passo con la necessità di avere un Albo dei fornitori stringente, da cui gli operatori che non operano in maniera corretta possano essere esclusi dal mercato, dopo essere stati ovviamente sanzionati e avvisati di questo.
  Accanto alla liberalizzazione che può portare benefici importanti a tutti gli italiani, e i nostri clienti oggi lo toccano con mano, è necessario e possibile contrastare la povertà energetica, per esempio agendo sul bonus sociale in maniera preventiva, automatica, allargata, combattere la morosità Pag. 8 consapevole, che è un tema molto importante perché la realtà di questo mercato spesso è che chi non paga le forniture non lo fa per impossibilità, ma spesso per furbizia, con la conseguenza che sono i buoni pagatori a pagare per conto di chi invece fa quello che viene spesso etichettato come surfing energetico, e infine completare la liberalizzazione del mercato. Esistono certamente delle modalità con le quali questa liberalizzazione possa essere completata a beneficio dei cittadini; penso che se oggi un cliente su questo mercato vale 100 euro e ci sono 20 milioni di clienti che non hanno ancora scelto un fornitore, c'è un basket di valore che può essere messo con modalità intelligenti a disposizione dei cittadini per ridurre le bollette e arrivare finalmente ad avere un mercato più concorrenziale e pluralistico, nel quale le dinamiche competitive orientate all'innovazione, orientate all'efficientamento energetico, orientate alla riduzione dei prezzi possano finalmente avere libero sfogo, quindi da un lato controllo e credibilità del mercato, dall'altro una liberalizzazione intelligente.
  In sintesi, vorrei richiamare quattro punti che ho toccato in precedenza. FER, fonti energetiche rinnovabili: su tutte, se vogliamo pensare che i 50 gigawatt di nuova capacità da qui al 2030 che sono 3.000 megawatt ogni anno, vengano messi a terra, è assolutamente necessario mettere mano a una cabina di regia, delle modalità di coordinamento tra regolatore nazionale e locale che favoriscano dei tempi certi e più tempestivi, e conseguentemente la disponibilità delle ultime tecnologie, non delle penultime o delle terzultime, a beneficio del costo del nostro sistema.
  Secondo argomento, flessibilità. C'è una grande flessibilità, un grande asset nel nostro Paese che va preservato, che sono i cicli combinati e la loro flessibilità, che da qui al 2030 sarà indispensabile per dispacciare la nuova energia da fonti rinnovabili, quindi grande attenzione anche da un punto di vista regolatorio su questo, perché le modalità con le quali verrà implementato il nuovo capacity market sotto questo aspetto saranno molto importanti.
  Terzo argomento: definire e spingere verso una liberalizzazione vera, che riduca la concentrazione e trasferisca fin da subito ai consumatori i benefici che ne possono derivare per il sistema, favorendo altresì modalità di contrattualizzazione attraverso i PPA (Power Purchase Agreement), che nel liberalizzare il mercato impongano agli operatori di avere quote di energia da fonti rinnovabili, da nuovi investimenti via via crescenti nel tempo, in maniera tale che questa vada di pari passo con la possibilità di finanziare e di realizzare i nuovi investimenti nelle fonti rinnovabili.
  Infine, il tema della tutela del consumatore che si declina in diversi aspetti, uno dei quali è quello di incidere sui comportamenti ingannevoli.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  LUCA SQUERI. Ringrazio l'amministratore delegato per l'esposizione molto articolata, a 360 gradi; ho preso nota dei punti salienti che ha evidenziato.
  La domanda è più a carattere complessivo rispetto alla specifica attività di Sorgenia, che tra l'altro conosciamo, essendo una delle aziende leader nel settore dell'energia elettrica e del gas. Ho visto nell'esposizione un punto critico che in ogni audizione cerco di evidenziare e che ho trovato anche qui, cioè un'esposizione per la quale si fa vedere l'andamento, dettato dagli obiettivi che abbiamo condiviso di incremento delle rinnovabili, rispetto agli obiettivi che sono posti di decarbonizzazione al 2050. Si è parlato solamente di due fonti rinnovabili, eolico e fotovoltaico, senza citare minimamente le altre tre, che tra l'altro non è un caso che non siano state citate, perché neanche il PNIEC (Piano nazionale integrato per l'energia ed il clima) dedica loro particolare attenzione (mi riferisco alla bioenergie, alla geotermia e all'idrico).
  Ho visto anche delle slide della documentazione che determinano a mio avviso una contraddizione rispetto alla decarbonizzazione, cioè aumentano il fotovoltaico Pag. 9e l'eolico, ma aumenta anche il gas, che sappiamo che ha un bel nome ma deriva dal fossile: come si fa a conciliare l'obiettivo principale con l'indirizzo politico che l'Italia ha preso?

  ANDREA VALLASCAS. Mi riferisco alla diapositiva numero 11 della documentazione, dove scrivete che «la crescita delle rinnovabili non programmabili, quindi la chiusura del parco termoelettrico più inquinante rendono indispensabile il contributo delle due centrali a ciclo combinato».
  Questo sicuramente è vero, però vorrei sapere se stiate pensando anche a installare gli accumuli, perché oltre alle centrali a ciclo combinato ritengo necessario che per le fonti energetiche rinnovabili sia obbligatorio passare anche per accumuli, quindi come società state puntando su questo settore e quali sono le difficoltà a investire (burocrazia, costi)?

  GIANLUCA BENAMATI. Dopo queste due domande interessanti sulle bioenergie e sugli accumuli, che sono due domande grandi come delle case, io starei su questioni sollevate da Sorgenia, confessando che ho qualche difficoltà perché non ho letto tutti gli allegati del decreto sul capacity market, sul mercato della capacità; siccome è stato evocato come strumento, immagino, conoscendo la vostra società, che abbia un senso per gli investimenti futuri, considerando la questione delle aste e dei tempi di applicazione, non ho visto se ci sono dei contingenti di potenza già definiti che vengono messi a bando, vi vorrei chiedere qualcosa in più su questa strutturazione, se vi soddisfi, se ci siano cose che avreste fatto in maniera diversa oppure la riteniate idonea.
  Vengo poi al tema delle liberalizzazioni, perché io non sono sicuramente accusabile di non essere a favore di un processo di liberalizzazione o di non avere svolto nella scorsa legislatura un lavoro in questo senso, però tutto quello che stava in piedi, al di là della repressione di fenomeni ovviamente negativi di turismo energetico, e dei pessimi comportamenti dei consumatori, è tutto un pacchetto di misure di repressione e controllo dei malcomportamenti dei venditori e in qualche caso dei fornitori, quindi l'Albo, e tutto un pacchetto di misure che consentono al consumatore una scelta effettivamente informata, dal portale al tipo di offerte, alla tipologia di azienda.
  È stato spostato al 2020, come lei sa meglio di me, ma lei ritiene che oggi il pacchetto di realizzazioni che è stato messo in campo sia sufficiente per garantire da un lato un passaggio consapevole dei clienti, dall'altro la non perduranza di una realtà più tendente all'accentramento su alcuni grandi corpi? Questo è il tema vero che va discusso.
  Questa mattina ero a un convegno dove una persona che opera nel settore delle telecomunicazioni si è fatta la domanda delle domande: perché nelle telecomunicazioni siamo riusciti ad abbassare i prezzi e a fare un mercato concorrenziale semplice e nell'energia non ci riusciamo? Vorrei conoscere il vostro giudizio sullo stato di sviluppo di quel processo, perché, pur essendo uno dei «papà» della cosa, se non ci sono le condizioni, la premessa iniziale era quello che non si faceva poi il passaggio.

  PIER LUIGI BERSANI. Anch'io mi ricollego a questo tema, perché ho apprezzato che questa esigenza di procedere alla liberalizzazione è stata affrontata in modo meno semplicistico di come spesso si sente.
  Mi pare che si convenga su questo punto: se si andrà avanti a suon di telefonate, avremo un esito di massa di gente che penserà di essere obbligata a buttarsi in acqua senza saper nuotare. Questo avverrà, perché la dinamica sta prendendo questa piega, e credo che non sia un bel segnale.

  PRESIDENTE. Lascio la parola al dottor Mancini per la replica, pregandolo di rimanere indicativamente nei cinque minuti, se è possibile.

  GIANFILIPPO MANCINI, amministratore delegato di Sorgenia. Ringrazio per le tante domande interessanti; cerco di rispondere rapidamente per stare nei cinque minuti. Pag. 10
  Altre rinnovabili: per semplicità di esposizione non ho sottolineato il ruolo delle altre rinnovabili, perché la dimensione che il Piano nazionale dà a fotovoltaico ed eolico è di un ordine di grandezza maggiore rispetto alle altre tecnologie, ed è ragionevole e condivisibile che sia così. Tuttavia, siamo i primi a essere consapevoli e convinti che sulla geotermia, sul mini idro, sul biometano ci sia grande lavoro da fare, e che queste tecnologie (forse la geotermia in maniera più limitata) possano nel tempo dare, anche con la curva di abbattimento dei costi di apprendimento, un contributo non trascurabile. Una parte del nostro mezzo miliardo di euro è dedicata proprio a biometano, a geotermia e anche a mini idro.
  Sul tema del gas e delle emissioni di CO2 sì, quello che vediamo nelle slide della documentazione e nelle proiezioni del Piano è una crescita leggera della produzione da gas, però questa va di pari passo con una drammatica riduzione delle emissioni di CO2 nel Paese, perché azzeriamo quei 59 terawattora di produzione da olio combustibile e da carbone che avevamo nel 2016, con coefficienti emissivi che sono un multiplo rispetto a quelli del gas efficiente, quindi è sicuramente un percorso che concepisce il massimo degli investimenti nelle rinnovabili e il complemento deve essere fornito da gas flessibile.
  L'altro tema che dialoga con questo è quello dello storage, perché chiaramente questo è un sistema dove il gas svolge un ruolo fondamentale, leggermente crescente negli anni, ma tendenzialmente poi decrescente nel momento in cui aumentano ancora le rinnovabili e si trova una soluzione tecnologicamente ed economicamente accettabile per immagazzinare l'energia prodotta dalle fonti rinnovabili anche nelle ore in cui non c'è la domanda. Su questo nel Piano c'è un contributo, Sorgenia è impegnata, noi in particolare stiamo lavorando sull'idrogeno e su tecnologie di storage non chimico ma da fonti rinnovabili, sperimentando a Trento con buon successo questa tecnologia di utilizzo del chinone, per non parlare della possibilità di convertirlo in idrogeno per avere grandi disponibilità di stoccaggio potenzialmente illimitato da questo vettore.
  Sullo stoccaggio, quindi, puntiamo anche noi parecchio, c'è una curva di abbattimento dei costi e alcune variabili ancora da mettere sotto perfetto controllo sul fronte della sicurezza per l'idrogeno prima di poter proiettare dei volumi importanti da questa tecnologia.

  GIANLUCA BENAMATI. Voi puntate sull'accumulo d'idrogeno?

  GIANFILIPPO MANCINI, amministratore delegato di Sorgenia. Sì, stiamo sviluppando e testando questa tecnologia a livello distribuito, storage di idrogeno a livello distribuito.
  Il capacity market è uno strumento importante, risponde all'esigenza di dare adeguatezza al nostro sistema elettrico, c'è al contempo un'altra esigenza alla quale guarda e dovrà guardare il capacity market, che è quella di garantire la flessibilità e quindi laddove serve lungo la rete risorse flessibili. Le modalità di implementazione del capacity market le seguiremo da adesso in avanti con attenzione, nella convinzione che sia un meccanismo che dovrà mettere nuova capacità per l'adeguatezza, cercando di farlo nella misura giusta, cioè il numero di megawatt giusti che servono per spendere quel tanto che è necessario, ma non più di quanto è necessario per riuscire a garantire l'adeguatezza e utilizzando le risorse flessibili che abbiamo a disposizione.
  Vi è quindi una serie di variabili non di dettaglio, ma fondamentali che andranno definite e sarà importante definirle bene, per lasciare un sistema efficiente, che faccia funzionare il mercato al contempo (adesso non entriamo nei dettagli, ma è sicuramente un tema molto importante per noi e a mio avviso anche per il Paese).
  Albo e scelta informata. Non credo che debba essere un approccio dogmatico, va fatta o non va fatta la liberalizzazione, ma credo che, a forza di non parlarne, non si rimane fermi, a forza di non mettere mano a una modalità con la quale il mercato possa essere sbloccato, il rischio è quello di evolvere lentamente da situazioni che abbiamo Pag. 11 alle spalle di monopoli di diritto a nuove situazioni che di fatto poi sono molto meno risolvibili.
  Penso che, per arrivare alle ultime domande, esista la necessità di fare una liberalizzazione in maniera intelligente, meditata e ragionata, quindi il mio approccio è non una liberalizzazione tanto per farla, ma una liberalizzazione studiata, proteggendo prima di tutto i consumatori, l'accesso all'informazione, il livello di prezzi, la serietà degli operatori, che possa dare ai consumatori stessi un beneficio. Mi riferivo al perché dobbiamo pensare di vedere società che hanno portafogli di clienti che vengono venduti da un operatore all'altro e valgono magari 100 euro a cliente. Se troviamo un modo intelligente di liberalizzare il mercato con il quale quei 100 euro vengono messi nelle tasche del cliente, secondo me c'è questa possibilità se ci si lavora.
  Telefonate e credibilità. Credo che la credibilità come Paese e come cittadini, oltre che come operatori, sia il patrimonio più importante che abbiamo, stiamo rischiando di bruciarlo ed è inaccettabile dal mio punto di vista. Le bollette non sono sul telefonino, ma con il digitale quello che cerchiamo di fare è esattamente mettere le bollette sul telefonino, magari in maniera molto più evidente e semplice di quanto non accada oggi.

  PRESIDENTE. Ringrazio i rappresentanti di Sorgenia e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.45.