XVIII Legislatura

X Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Giovedì 17 gennaio 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Saltamartini Barbara , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE PROSPETTIVE DI ATTUAZIONE E DI ADEGUAMENTO DELLA STRATEGIA ENERGETICA NAZIONALE AL PIANO NAZIONALE ENERGIA E CLIMA PER IL 2030

Audizione di rappresentanti di Axpo Italia Spa.
Saltamartini Barbara , Presidente ... 3 
Pinto Salvatore , Presidente di Axpo Italia Spa ... 3 
Saltamartini Barbara , Presidente ... 5 

Audizione di rappresentanti dell'associazione nazionale costruttori di impianti e dei servizi di efficienza energetica – ESCo e facility management (ASSISTAL):
Saltamartini Barbara , Presidente ... 5 
Carlini Angelo , Presidente dell'associazione nazionale costruttori di impianti e dei servizi di efficienza energetica – ESCo e facility management (ASSISTAL) ... 5 
Saltamartini Barbara , Presidente ... 6 
Merrone Mariangela , Responsabile area tecnica dell'associazione nazionale costruttori di impianti e dei servizi di efficienza energetica – ESCo e facility management (ASSISTAL) ... 6 
Saltamartini Barbara , Presidente ... 8 
Vallascas Andrea (M5S)  ... 8 
De Toma Massimiliano (M5S)  ... 9 
Saltamartini Barbara , Presidente ... 9 
Carlini Angelo , Presidente dell'associazione nazionale costruttori di impianti e dei servizi di efficienza energetica – ESCo e facility management (ASSISTAL) ... 9 
Merrone Mariangela , Responsabile area tecnica dell'associazione nazionale costruttori di impianti e dei servizi di efficienza energetica – ESCo e facility management ASSISTAL ... 10 
Carlini Angelo , Presidente dell'associazione nazionale costruttori di impianti e dei servizi di efficienza energetica – ESCo e facility management (ASSISTAL) ... 10 
Saltamartini Barbara , Presidente ... 10

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero-Sogno Italia: Misto-MAIE-SI;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
BARBARA SALTAMARTINI

  La seduta comincia alle 14.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati, nonché la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di Axpo Italia Spa.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle prospettive di attuazione e di adeguamento della Strategia energetica nazionale al Piano nazionale energia e clima per il 2030, che avviamo nella seduta odierna, l'audizione di rappresentanti di Axpo Italia Spa.
  Sono presenti il dottor Salvatore Pinto, presidente di Axpo Italia Spa, e il dottor Michele Governatori, direttore di affari istituzionali, che saluto e ringrazio.
  Do, pertanto, la parola al presidente Pinto.

  SALVATORE PINTO, Presidente di Axpo Italia Spa. Grazie, presidente.
  Spendo solo poche parole su Axpo, per chi non la conoscesse. Axpo è una multinazionale presente in ventitré Paesi, sia in Europa che negli Stati Uniti, posseduta dai cantoni di lingua tedesca, quindi di diritto svizzero.
  In Italia abbiamo installato impianti di 2.000 megawatt di potenza, per un giro d'affari pari a circa 2 miliardi di euro, siamo attivi nella produzione e vendita di energia e gas e siamo leader nel settore del trading.
  Nel nostro intervento abbiamo ritenuto di toccare alcuni punti per noi essenziali per l'attuazione, ovviamente punti anche pratici, guidati innanzitutto dal concetto secondo cui per la piena attuazione del piano al 2030 le condizioni di un mercato, per quanto regolamentato, ma di un mercato libero, siano i presupposti fondamentali.
  In particolare, abbiamo voluto toccare il tema che riguarda la vendita di energia elettrica. Ad oggi, c'è un problema ben presente: per chi non paga gli oneri sostanzialmente ci deve essere qualcuno che li deve pagare. Potrebbe pagarli il venditore, dato che presta le garanzie, oppure bisognerebbe individuare un'alternativa. Qui, come sapete, ci sono ancora discussioni in ambito legislativo su chi, in ultima istanza, deve pagare questi oneri. Ovviamente, la situazione attuale favorisce chi ha le reti di distribuzione, quindi è in una situazione di monopolio di fatto in quel settore, a danno quindi della libertà di mercato. Ma questo comporta che cosa? Che se sono i venditori, di fatto i venditori, prima o poi, questo rischio di mercato lo tradurranno nei prezzi, non favorendo, di conseguenza, l'idea di tenere i prezzi quanto più bassi possibile. Dall'altra parte, invece, non si combatte adeguatamente chi è moroso, chi non paga il dovuto.
  A tal riguardo abbiamo una proposta di buonsenso e molto pratica: il venditore si può assumere questo tipo di onere, premiando chi paga con carte prepagate, carte di credito, RID bancari, quindi indirizzando il mercato verso forme di pagamento elettronico, tracciabili ma anche più sicure per chi vende, perché a questo punto creeremmo Pag. 4 un mercato virtuoso, dimodoché la parte rimanente di oneri non pagati possa essere spalmato tra chi ha scelto di non usare queste forme di pagamento, che rendono il mercato un po’ più «etico».
  Questo è un tema che volevamo toccare, che comunque riguarda sempre il concetto di mercato.
  Tale questione introduce un altro tema che ci sta particolarmente a cuore, che riteniamo sia cruciale affinché vengano attuati i piani al 2030. Come sapete, tutto il mondo del fotovoltaico e del rinnovabile è stato incentivato. Ormai si parla di grid parity, ma qualcuno deve mettere i soldi per fare questo mercato e per raggiungere quegli obiettivi ambiziosi. Dato che in questo momento ci possono essere le condizioni di mercato in Italia, riteniamo che uno dei vincoli più importanti sia tutta la parte autorizzativa, che andrebbe sveltita e che porta a qualche problematica di investimento, soprattutto per chi dall'estero vuole investire nel nostro Paese, ma riteniamo che la questione principale sia quella di lasciare, con regole chiare, l'iniziativa al libero mercato. Comunque, il nostro è un mercato regolamentato. L'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA) svolge il suo ruolo e l'Acquirente unico potrebbe svolgere un ruolo legato magari alla parte del rischio, perché ovviamente costruire questi impianti comporta dei rischi, che poi si riflettono sui prezzi, quindi l'Acquirente unico potrebbe svolgere quel ruolo per calmierare i prezzi.
  Per il resto, raccomandiamo fortemente che ci siano sistemi burocratici o autorizzativi quanto più rapidi e più semplici possibili, che sia data certezza al mercato su come operare, il che potrebbe creare le condizioni per un incremento importante del mondo del rinnovabile.
  Proprio l'altro giorno abbiamo annunciato al mercato un importante accordo quadro siglato con l'European Organization per circa 300 megawatt, di cui 150 già pronti, da costruire sul mercato italiano. Riteniamo che sia un segnale importante.
  C'è un altro tema che ci sta molto a cuore: credo che tutti conoscano il tema della tutela, che è stata rinviata al 2020. A tal proposito riteniamo, ancora una volta, che vadano promosse operazioni di comunicazione al mercato per accelerare, e questo è testimoniato anche dalle recenti sanzioni che l'Antitrust ha disposto nei confronti di Enel e Acea, per cui c'è di fatto una situazione di monopolio per chi possiede le reti. Insomma, tutti i requisiti regolatori di unblinding non sono stati sufficienti a garantire la piena apertura del mercato, per cui rimandare costantemente l'apertura al mercato sta creando condizioni di monopolio di fatto o di abuso di posizione da parte di chi ha una posizione anche nel settore della distribuzione.
  A tal riguardo, proponiamo una campagna informativa istituzionale per aiutare i clienti in tutela a scegliere da subito in sicurezza il fornitore sul mercato libero e soprattutto chiediamo di rendere, qualora dovesse essere ancora rinviata, questa fornitura di maggior tutela almeno contendibile, perché questo alla fine creerà valore per i mercati e per i clienti finali.
  Un tema che riteniamo altrettanto importante e che sta a cuore a tutti è il tema dell'opportunità della mobilità elettrica. Credo che per tutti gli operatori e per le grandi utility rappresenti un settore importante, tant'è che stiamo studiando anche nuovi servizi e nuovi sistemi per entrare in questo nuovo mercato. Riteniamo che le opportunità siano chiare a tutti e che, quindi, ci siano delle soluzioni. Cosa fare? Tariffe incentivanti sul trasporto dell'energia alle colonnine, sicuramente un adeguamento del Codice della strada per proteggere le piazzole di ricarica, perché purtroppo in alcune città, in particolare a Roma, si riscontra il serissimo problema che spesso queste piazzole sono occupate da macchine che non ne hanno diritto, il che crea un ulteriore problema a chi vuole utilizzare l'auto elettrica.
  Ancora, l'estensione dei bonus ai quadricicli pesanti. Lo sottolineo perché purtroppo nell'ultima legge di bilancio queste auto (se vedete le auto di Share'ngo presenti qui a Roma, ma anche a Milano, sono dei quadricicli) sono state, a nostro avviso in maniera irragionevole essendo auto elettriche a tutti gli effetti, escluse da questi incentivi. Invece, noi riteniamo che queste Pag. 5auto siano da inserire assolutamente, prevedendo a mano a mano un allargamento delle ZTL escludendo il traffico fossile dalle grandi città.
  Tutto questo è preparatorio al mondo che verrà. Del resto, se immaginiamo un mondo da qui a cinque anni, dovete immaginarvi un mondo di auto a guida autonoma, con un cambiamento totale anche nelle abitudini, per cui sia la sharing economy che la mobilità potranno essere fortemente impattate dappertutto. Quindi, credo che queste siano una serie di cose importanti da fare nell'immediato, ma assolutamente importanti anche per preparare i mercati che verranno.
  Mi fermerei qui. Ci sono temi che non abbiamo inserito nella nostra presentazione, ma sicuramente va posta un'attenzione particolare alle nuove tecnologie nel mondo del rinnovabile. In particolare penso allo storage, che sarà una delle grandi rivoluzioni che, abbinata insieme al mercato del rinnovabile, creerà delle condizioni assolutamente nuove per il mercato. Anche qui, immaginate in un futuro che su questo storage ci possano essere dei software di intelligenza artificiale, di blockchain, possono cambiare totalmente il mercato delle utilities, perché si potranno concludere contratti di acquisto e di vendita di energia e di produzione di energia in una maniera a cui oggi non siamo abituati.

  PRESIDENTE. Non so se ci sono domande da parte dei colleghi.
  Mi permetto semplicemente di sottolineare che la Commissione, rispetto al punto che il dottor Pinto ha sollevato relativamente agli oneri, nella giornata di ieri ha approvato all'unanimità una risoluzione che impegna il Governo ad attivarsi proprio nella direzione di alcune delle criticità che lei aveva sollevato. Quindi, di fatto abbiamo già avviato come Commissione un'intensa attività, proprio per andare incontro a quelle criticità che lei sollevava prima. Lo dico anche a memoria delle successive audizioni che avremo, perché è sicuramente un tema che la Commissione ha affrontato non appena insediata e sul quale tutti i commissari hanno avuto modo di esprimersi. Lo riteniamo in questa fase, rispetto anche all'indagine conoscitiva che abbiamo avviato, sicuramente uno dei temi già affrontati.
  Lo dico a voi che siete i primi che stiamo ascoltando in audizione, ma credo sia importante ribadirlo ad inizio di questa indagine conoscitiva perché sicuramente la Commissione, prima ancora di far partire l'indagine, già si era mossa e impegnata verso il Governo proprio per risolvere quelle criticità di cui lei parlava prima.
  Non essendovi interventi da parte dei colleghi, ringraziamo i rappresentanti di Axpo, ai quali rivolgo l'invito a farci pervenire, se già non è stato fatto, documentazione che ovviamente distribuiremo a tutti i commissari.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti dell'Associazione nazionale costruttori di impianti e dei servizi di efficienza energetica – ESCo e facility management (ASSISTAL).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle prospettive di attuazione e di adeguamento della Strategia energetica nazionale al Piano nazionale energia e clima per il 2030, l'audizione di rappresentanti dell'Associazione nazionale costruttori di impianti e dei servizi di efficienza energetica – ESCo e facility management (ASSISTAL).
  Sono presenti il dottor Angelo Carlini, presidente, l'avvocato Giancarlo Ricciardi, direttore generale, l'ingegner Mariangela Merrone, responsabile dell'area tecnica.
  Ricordo che dobbiamo stare complessivamente nel tempo di venti minuti e dare la possibilità eventualmente anche ai commissari di poter porre delle domande rispetto ai contenuti dei vostri interventi.
  Do la parola al presidente Carlini.

  ANGELO CARLINI, Presidente dell'associazione nazionale costruttori di impianti e dei servizi di efficienza energetica – ESCo e facility management (ASSISTAL). Buonasera a tutti. Sono Angelo Carlini, presidente di ASSISTAL. ASSISTAL è l'associazione nazionale di Confindustria che si Pag. 6occupa di costruzione di impianti facility management ed ESCo.
  Siamo un'associazione presente nell'ordinamento confindustriale da settant'anni. Abbiamo circa 1.300 aziende, circa 60.000 addetti e qualche puntino di PIL di fatturato. Firmiamo il contratto nazionale dei metalmeccanici insieme a Federmeccanica e fanno capo a noi le maggiori imprese che si occupano di facility management, di costruzione di impianti e di ESCo italiane.
  Ringraziamo tutta la Commissione per averci chiamato in audizione. Senza farvi perdere ulteriormente tempo, chiederei alla Presidente se può intervenire l'ingegner Merrone, che vi spiegherà i tecnicismi e le nostre richieste.

  PRESIDENTE. Do la parola all'ingegner Merrone.

  MARIANGELA MERRONE, Responsabile area tecnica dell'associazione nazionale costruttori di impianti e dei servizi di efficienza energetica – ESCo e facility management (ASSISTAL). Veniamo al concreto di alcune delle proposte che poi provvederemo ad inviarvi anche successivamente al nostro incontro. Innanzitutto abbiamo dato una lettura abbastanza attenta alla proposta di Piano integrato per l'energia e il clima che è stata trasmessa a Bruxelles. Molte delle proposte contenute sono condivisibili; avremmo praticamente delle misure correttive da suggerire, nell'ottica di raggiungere quanto prima possibile gli obiettivi prefissati, quindi decarbonizzazione, competitività e sicurezza.
  Innanzitutto, una nota dolente che purtroppo abbiamo il dovere di registrare, cioè il fatto che a livello europeo l'obiettivo di efficienza energetica resti ancora un obiettivo non vincolante, mentre gli altri due lo sono. Questo è un peccato, perché, a nostro giudizio, l'efficienza energetica è una misura disponibile a basso costo, già disponibile perché le tecnologie ci sono e di fatto consumare meno significa aver bisogno di meno energia. E se meno energia si utilizza, meno energia si ha bisogno di importare. Quindi, meno immissioni produciamo e più facilmente dovremmo raggiungere gli obiettivi climatici che ci siamo prefissati e che abbiamo condiviso con l'Europa.
  Nel concreto, innanzitutto vorremmo che si cambiasse l'approccio: quello che abbiamo notato nella lettura del documento è che continuiamo a parlare della singola tecnologia o dei benefici della singola tecnologia, però perdiamo di vista l'approccio sistemico nel suo complesso. Dunque, dovremmo probabilmente ipotizzare dei regimi di premialità, ragionando non per la singola tecnologia, ma premiando chi è in grado di affrontare gli interventi efficienziali con un approccio di sistema.
  Nel documento ovviamente c'è una carrellata degli obiettivi che ci siamo prefissati. Leggo che dal 2021 al 2030 dovremo conseguire un risparmio cumulato di 51 Mtep. Facendo qualche calcolo, parliamo di 9,3 Mtep annui e il settore civile residenziale terziario dovrebbe coprire oltre il 60 per cento, quindi è ovvio che probabilmente nella prossima SEN dovremo individuare delle misure molto incisive per promuovere la qualificazione energetica del patrimonio edilizio, se consideriamo che i nostri edifici sono vecchi e obsoleti e abbiamo una riqualificazione annua che non supera l'un per cento.
  Una misura, che a nostro giudizio potrebbe concretamente contribuire a questo obiettivo, potrebbe essere l'ipotesi di un'aliquota IVA agevolata nel caso in cui si adottino dei contratti di prestazione energetica a garanzia di risultato, i cosiddetti EPC.
  È una misura concreta che potrebbe promuovere il mercato della riqualificazione energetica in edilizia, anche il social housing, che – vi ricordo – è caratterizzato da sistemi maggiormente obsoleti e rappresenta un ambito che non ha disponibilità finanziarie o comunque ha disponibilità finanziarie molto ridotte. Pertanto, un'aliquota IVA agevolata in questo caso potrebbe promuovere un certo mercato. Lo ha fatto nel passato, ma poi ci sono state delle rivisitazioni di norma che di fatto hanno vincolato questi contratti all'adozione di alcune tecnologie. Probabilmente quella norma andrebbe rivista, proprio per Pag. 7quell'approccio sistemico di cui parlavo prima.
  Riguardo agli incentivi, ovviamente gli incentivi messi in campo per favorire l'efficienza energetica sono diversi. Probabilmente qualche correzione o qualche misura correttiva anche in questo caso andrebbe ipotizzata. Penso al meccanismo dei certificati bianchi, che purtroppo sconta una forte incertezza, dovuta a un cambio repentino delle norme e anche a una certa discrezionalità da parte dei soggetti che lo gestiscono.
  Importante sarebbe la stabilizzazione dell'ecobonus. In parte lo si è fatto per i condomini, prorogandolo fino al 2021; probabilmente qualcosa di simile andrebbe fatto anche negli altri ambiti.
  Inoltre, gli operatori che utilizzano il conto termico lamentano una complessità amministrativa, quindi anche in questo caso andrebbe ipotizzata una semplificazione o comunque una maggiore chiarezza delle norme. Le maggiori criticità che ci vengono registrate sono infatti ascrivibili a una complessità amministrativa e anche a una certa latenza nei tempi di risposta.
  Una nota dolente che invece abbiamo registrato nella proposta di piano, che purtroppo c'era già nella precedente SEN e che abbiamo ritrovato, è la previsione di rivedere il ruolo dei venditori di energia – leggo testualmente – «per favorire un diverso ruolo dei venditori di energia elettrica e gas, perché possano sviluppare proposizioni commerciali finalizzate, non solo alla vendita della commodity, ma anche all'offerta di servizi di gestione dei consumi».
  Capisco la vicinanza dei venditori di energia con il cliente finale e, quindi, il rapporto diretto che questi hanno con il consumatore finale, però è ovvio che questa previsione finirebbe per far prevalere degli interessi che sono contrastanti o comunque antagonisti a quelli della committenza. Un venditore di energia ha come core business quello di vendere energia, per cui in qualche modo avrebbe probabilmente poco interesse a fare efficienza energetica o comunque il rischio che intravediamo è che verrebbero realizzati dei progetti minimamente ambiziosi per ridurre i consumi.
  Riteniamo positivo ovviamente, ma si tratta di un obbligo normativo che discende dal decreto legislativo n. 102 del 2014, l'obbligo di riqualificazione energetica del 3 per cento della pubblica amministrazione, ma probabilmente dovremmo essere un po’ più coraggiosi e ipotizzare che questa percentuale di ristrutturazione non riguardi soltanto la pubblica amministrazione centrale, che rappresenta una percentuale irrisoria dello stock edilizio pubblico, bensì tutti i livelli della pubblica amministrazione. Del resto, una risoluzione parlamentare nel 2013 l'aveva già ipotizzato.
  Riguardo alla generazione distribuita, alla quale si dedica buona parte di questo piano, condividiamo l'approccio e gli obiettivi, però vorremmo innanzitutto ricordare che le politiche di incentivazioni passate non sono state positive, non hanno sviluppato e affermato una filiera, ma hanno anzi aumentato il peso degli oneri generali di sistema sulla bolletta energetica. Questo ovviamente ha avuto e ha un forte impatto sul potere d'acquisto delle famiglie, ma anche sulla competitività delle nostre imprese.
  La riforma tariffaria degli oneri generali di sistema, che di fatto è stata obbligata in virtù di scelte poco selettive fatte nel passato, ci ha portato a una situazione in cui – parlo dei clienti non domestici – l'attuale sistema della tariffa trinomia di fatto non favorisce l'autoconsumo e i bassi consumi, ma al contrario favorisce l'utilizzo e l'impiego di tecnologie che sono più energivore rispetto alle altre.
  Se, come si dice, la generazione distribuita rappresenta il futuro del nostro sistema energetico, probabilmente dovremmo favorire l'impiego e l'utilizzo di sistemi di autoproduzione e autoconsumo e, oltre alle rinnovabili, dovremmo dare continuità anche alle politiche di sostegno vigenti fino a oggi, pensate per esempio per la cogenerazione ad alto rendimento, perché è una tecnologia che è affermata, che conosciamo e che sta producendo ottimi risultati.
  Ovviamente, però, al di là della tecnologia alla quale si pensa (cogenerazione ad alto rendimento e rinnovabili), è necessaria comunque una semplificazione della regolamentazione sull'autoconsumo, perché a oggi Pag. 8abbiamo una lista infinita di sigle che identificano e individuano una serie di configurazioni impiantistiche sull'autoconsumo che creano una grossa incertezza e che non hanno ragione di esistere. Infatti, siccome gli oneri li pago su quanto prelevo dalla rete e non su quanto autoproduco, non ha senso che ci siano queste differenziazioni.
  Gli ostacoli principali allo sviluppo dell'autoconsumo restano la complessità del quadro regolatorio di riferimento e anche una certa incertezza circa i possibili sviluppi normativi, perché c'è sempre paura che arrivi una norma improvvisamente retroattiva che metta in discussione quanto si era ipotizzato e, quindi, faccia saltare ogni business plan. Pertanto, le possibili misure concretamente potrebbero essere: diamo stabilità al quadro regolatorio, dandogli una semplificazione; semplifichiamo l’iter autorizzativo nella costruzione di questi impianti; armonizziamo le norme, soprattutto quelle di natura fiscale, perché molto spesso le norme fiscali non si incastrano con quelle tecniche; infine diamo una semplificazione relativamente agli adempimenti che sono a carico dei gestori delle reti private. Infatti, a oggi i gestori di una piccola rete privata – pensiamo a un complesso ospedaliero – sono equiparati a un distributore, che però gestisce un numero di punti notevolmente diverso, quindi anche questa equiparazione è una forzatura ed è un forte deterrente alla realizzazione e al mantenimento di queste reti, che – ripeto – soprattutto nelle realtà ospedaliere e nelle strutture sanitarie sono molto presenti.
  Vediamo favorevolmente inoltre la previsione – che è stata oggetto di una consultazione pubblica da parte della 10a Commissione del Senato, alla quale abbiamo risposto di recente – di favorire lo scambio diretto di energia elettrica prodotta negli edifici tra le unità abitative di uno stesso condominio. Infatti, parimenti a quello che oggi già accade per il settore termico, riteniamo che anche nel settore elettrico dovremmo consentire la possibilità di una gestione aggregata dei consumi e delle produzioni di energia all'interno dello stesso stabile, perché questa aggregazione di fatto favorirebbe maggiori investimenti in tecnologie che sono low carbon e inoltre favorirebbe l'utilizzo di sistemi smart per una gestione intelligente dei consumi.
  Io non avrei altro da aggiungere. Sono queste le prime osservazioni che abbiamo fatto dalla lettura del documento.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ANDREA VALLASCAS. Voi avete toccato un tema a me molto caro, quello dell'efficienza energetica, soprattutto a livello di efficienza all'interno degli edifici privati, anche perché lo sto seguendo in maniera molto attenta. Avete detto che in generale bisognerebbe premiare le attività che fanno sistema rispetto al singolo elemento, però bisognerebbe specificare meglio cosa si intende per attività di sistema. Infatti, io magari potrei pensare che installare un fotovoltaico all'interno di un edificio mi permetterebbe di abbassare il consumo elettrico prelevato dalla rete, ma in realtà non migliora l'efficientamento dell'edificio, perché ho uno spreco di energia. Io devo pensare a efficientare prima lo stesso edificio e poi pensare al fotovoltaico o al solare termico e con quell'energia prodotta da fonti energetiche rinnovabili pensare a fare accumulo. Dunque, se consideriamo il fotovoltaico come un elemento va bene, però se lo consideriamo staccato dall'efficientamento energetico vero e proprio è un problema.
  Quello che volevo dire è che l'elemento FER in questo caso assieme all'edificio non dovrebbe essere considerato come sistema, ma è l'efficientamento con una fonte energetica rinnovabile che è il sistema, quindi andrebbe premiato questo elemento. Lo dico semplicemente per ribadire questo concetto, che magari a molte persone, soprattutto ai cittadini, sfugge, ed è per questo che molte persone tendono più che altro a installare il fotovoltaico, perché lo vedono come fonte di reddito, mentre non percepiscono l'efficientamento energetico in edilizia come la vera fonte di reddito. Infatti, quello è un risparmio e questo purtroppo nella mentalità dei cittadini non viene percepito, ma viene percepito come un vero e proprio costo. Pag. 9
  Chiedo a voi se avete un'idea su come poter convincere i cittadini a cambiare prospettiva di visione e, quindi, puntare sull'efficientamento energetico, visto che voi siete una ESCo e magari avete affrontato questo tema nell'ambito della vostra attività e, quindi, sapete quali sono le difficoltà nel far capire ai singoli condòmini le qualità che può portare un efficientamento energetico dell'edilizia.

  MASSIMILIANO DE TOMA. Per me è più che altro una curiosità, perché conosco poco questo settore. Prima si parlava ovviamente di efficientamento, quindi parliamo anche di edifici ormai costruiti da troppo tempo, ma non possiamo certamente pensare di buttarli giù e di rifarne di nuovi.
  Allora, visto che dobbiamo vederla in un aspetto futuristico – la mia domanda è molto semplice – in base a quello che voi sapete che avverrà nei prossimi anni, le nuove costruzioni vanno in questa direzione, quindi non solo sull'aspetto del pannello fotovoltaico, come diceva il mio collega, bensì proprio per dare una struttura d'insieme? Questo in un certo senso, come è stato detto anche nell'audizione precedente, premierebbe un discorso di acquisto di casa, quindi chi va a comprare quel tipo di casa, ma premierebbe anche il costruttore. Si parlava di agevolazioni, di IVA e tutto quanto. In un contesto più generale in questa direzione, allo stato attuale, chiedo a voi qual è la visione oppure la fotografia. È questa la mia domanda.

  PRESIDENTE. Do la parola ai nostri ospiti per la replica.

  ANGELO CARLINI, Presidente dell'associazione nazionale costruttori di impianti e dei servizi di efficienza energetica – ESCo e facility management (ASSISTAL). Per quanto riguarda l'ultima domanda sono assolutamente convinto che l'osservazione che ha fatto l'onorevole De Toma risponde al vero, nel senso che i nuovi edifici in costruzione sono tutti in classe energetica A, A++ eccetera. Questo ovviamente permetterà a chi acquisterà la casa di risparmiare in maniera decisamente importante su tutto quello che riguarda la bolletta dei consumi a 360 gradi (energia, gas eccetera).
  È ovvio che il parco degli edifici attualmente presenti in Italia, oltre a essere obsoleto, non è efficientato. Noi ci battiamo ormai da tempo per sensibilizzare sia l'opinione pubblica che i nostri governanti riguardo l'incentivazione all'efficientamento energetico degli edifici, perché lì si creerebbe un indotto incredibile, con numeri che sono ben più importanti delle nuove costruzioni e dei progetti di nuova costruzione. Si metterebbe in moto un volano incredibile, che darebbe lavoro a decine di migliaia di imprese in Italia, proprio per l'efficientamento, perché è trasversale e occupa tutti i settori dell'edilizia e degli impianti. Si passa dagli infissi ai pavimenti, dai nuovi sistemi di riscaldamento alla domotica, che sfrutta le peculiarità della rete. Ci sarebbe veramente un mondo economico che si muoverebbe.
  Su questo sono sicuramente d'accordo ed è lì che dovremmo e che dovrete soprattutto voi cercare di calcare la mano come incentivi, perché gli incentivi sono quelli che permettono – laddove l'opinione pubblica non è sensibilizzata, né da campagne pubblicitarie che sono un po’ scarse né tantomeno da settori che prescindono dallo Stato, che sono le varie associazioni di categoria, che in alcuni casi sono più capillari e in altri meno –, che informano e formano gli utenti. Va favorita soprattutto l'incentivazione, laddove si possono scaricare determinati costi sulla dichiarazione dei redditi, sarete voi parlamentari poi a dover trovare i meccanismi. Il vero nodo focale è questo: laddove c'è un incentivo, c'è l'attenzione dell'utente. Un gruppo di utenti fa un condominio, un gruppo di condomini fa un quartiere e più quartieri fanno una città. Questo è assolutamente vero.
  Per rispondere invece all'altra domanda, sicuramente c'è un problema legato proprio alla cultura. È lì che dovremmo cercare di sensibilizzare, noi come associazioni e voi come Parlamento. Mi riferisco alla parte progettuale. Laddove vengono fatte le ristrutturazioni negli appartamenti, che sono cicliche, si può sfruttare, senza andare a fare investimenti incredibili, una serie di tecnologie che poco pesano economicamente nella ristrutturazione, ma che danno un grande risultato. Pag. 10
  Qualcosa è stato fatto in passato. Pensiamo agli infissi termici. Lì è stata fatta e continua a essere presente. Bisognerebbe continuare ad avere questo tipo di incentivo. Pensiamo alle caldaie a condensazione, che creano un circolo di virtuosità all'interno dei consumi e delle emissioni, e a tutta una serie di valutazioni.
  In questo l'associazione può sicuramente dare un supporto e, laddove ci sono delle domande specifiche, darvi sia la possibile risposta sia la soluzione a determinati problemi che possono essere più tecnici che politici.

  MARIANGELA MERRONE, Responsabile area tecnica dell'associazione nazionale costruttori di impianti e dei servizi di efficienza energetica – ESCo e facility management ASSISTAL. Aggiungerei giusto un elemento riguardo alle difficoltà. Sicuramente la difficoltà è la disponibilità finanziaria. Questa purtroppo resta la nota dolente.
  Effettivamente negli interventi di riqualificazione energetica degli edifici qualcosa è stato fatto anche con la misura della cessione del credito, che è stato ed è un volano importante, però è un volano limitato, perché tutto poi è delegato alla capacità finanziaria dell'impresa che propone l'intervento. Laddove deve proporre un intervento di sostituzione di un impianto termico il finanziamento è illimitato, ne potrà fare anche trenta in un anno, ma laddove parliamo di una riqualificazione, di un retrofit dell'edificio, un'impresa ben strutturata ne potrà fare otto in un anno, guardando alle proprie capacità finanziarie. Peraltro, gli interessi bancari legati ai prestiti che ricadono sui condòmini sono significativi e molto spesso sono un deterrente importante alla delibera di un intervento.
  Pertanto, credo che vadano ipotizzate delle forme di finanziamento più incisive e che anche la stessa modalità della cessione del credito vada rivista nell'ottica di superare questo limite.
  So che l'altro ieri il Ministero dello Sviluppo economico ha presentato le regole del Fondo nazionale per l'efficienza energetica. Sono quattro anni che lo attendiamo. Sono stati stanziati dei soldi, però al momento è completamente inutilizzato. Probabilmente alcune misure ci sono, ma andrebbero rese attuative. Se non agevoliamo la finanza, la ristrutturazione edilizia decolla solo in parte.

  ANGELO CARLINI, Presidente dell'associazione nazionale costruttori di impianti e dei servizi di efficienza energetica – ESCo e facility management (ASSISTAL). Ed è soprattutto per le classi abbienti. Per quanto riguarda la ricaduta sociale di un finanziamento, di uno sgravio o di una forma economica che possa incentivare l'efficientamento energetico dei vari appartamenti, è ovvio che, laddove la capacità economica della famiglia è minore, minore sarà l'efficientamento. Dato che purtroppo la classe economica italiana è sicuramente in impoverimento, ci sono delle classi sociali a cui non sarà neanche permesso di pensare all'efficientamento e allora magari pensano al pannello solare sul terrazzo, ma non è quello che risolve. Il pannello solare non è sicuramente la forma che è necessaria per la non produzione di energia e per il risparmio energetico, che è quello a cui noi puntiamo da sempre e che finalmente anche il Governo ha capito essere una molla fondamentale per l'economia e per il piano sociale.

  PRESIDENTE. Ringrazio per il contributo che avete portato ai lavori della nostra Commissione e per l'accuratezza nel volerci indicare alcuni punti di criticità che sicuramente saranno utili per lo studio degli atti che abbiamo di fronte.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.50.