XVIII Legislatura

X Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 6 di Martedì 11 gennaio 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Nardi Martina , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE PROPOSTE PER LA RIPRESA ECONOMICA DELLE ATTIVITÀ TURISTICO-RICETTIVE DELLA MONTAGNA INVERNALE, IN FUNZIONE DELLE RIAPERTURE PREVISTE A PARTIRE DALLA STAGIONE 2021/2022

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti dell'associazione nazionale comuni italiani (ANCI), della conferenza delle regioni e delle Province autonome, del club alpino italiano (CAI), dell'unione nazionale comuni comunità enti montani (UNCEM), della federazione italiana sport invernali (FISI) e di Dolomiti Superski.
Nardi Martina , Presidente ... 3 
Gentile Lino , delegato dell'Associazione nazionale comuni italiani per le aree interne e sindaco di Castel del Giudice (intervento da remoto) ... 3 
Masneri Luca , delegato dell'associazione nazionale comuni italiani e sindaco di Edolo (intervento da remoto) ... 4 
D'Amario Daniele , coordinatore della commissione politiche per il turismo della conferenza delle regioni e Province autonome e assessore della regione Abruzzo (intervento da remoto) ... 5 
Nardi Martina , Presidente ... 7 
Boscariol Gianpaolo , componente del comitato direttivo centrale del club alpino italiano (intervento da remoto) ... 7 
Bussone Marco , presidente dell'unione nazionale comuni comunità enti montani (intervento da remoto) ... 9 
Piroia Loretta , segretaria generale della federazione italiana sport invernali (intervento da remoto) ... 10 
Nardi Martina , Presidente ... 12 
Lazzari Sandro , membro del consiglio di amministrazione di Dolomiti Superski (intervento da remoto) ... 12 
Nardi Martina , Presidente ... 14 
Masi Angela (M5S)  ... 14 
Nardi Martina , Presidente ... 15 

Allegato 1: Memoria depositata dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome ... 16 

Allegato 2: Memoria depositata dal Club alpino italiano (CAI) ... 28 

Allegato 3: Memoria depositata da Dolomiti Superski ... 34

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
MARTINA NARDI

  La seduta comincia alle 13.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna è garantita anche dalla trasmissione in diretta sul canale web-tv della Camera dei deputati.

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti dell'associazione nazionale comuni italiani (ANCI), della conferenza delle regioni e delle Province autonome, del club alpino italiano (CAI), dell'unione nazionale comuni comunità enti montani (UNCEM), della federazione italiana sport invernali (FISI) e di Dolomiti Superski.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno della seduta odierna reca l'audizione, in videoconferenza, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle proposte per la ripresa economica delle attività turistico-ricettive della montagna invernale, in funzione delle riaperture previste a partire dalla stagione 2021/2022, di rappresentanti dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI), della conferenza delle regioni e delle Province autonome, del club alpino italiano (CAI), dell'unione nazionale comuni comunità enti montani (UNCEM), della federazione italiana sport invernali (FISI) e di Dolomiti Superski.
  Do la parola al sindaco di Castel del Giudice, delegato ANCI, aree interne, Lino Gentile e al sindaco di Edolo Luca Masneri, ricordando che il tempo complessivo a disposizione, per l'intervento, è di circa 6 minuti.

  LINO GENTILE, delegato dell'Associazione nazionale comuni italiani per le aree interne e sindaco di Castel del Giudice (intervento da remoto). Grazie presidente. La montagna invernale, intesa, in particolare, come l'insieme delle attività sciistiche o comunque strettamente legate all'innevamento dei territori montani, ha rappresentato per decenni un importante fattore di crescita economica e sociale nelle aree di montagna, che caratterizzano il 35 per cento del territorio della nostra penisola. I comuni presenti in queste aree sono il 52 per cento dei comuni italiani. Appare, quindi, evidente come sia di estrema rilevanza porsi il problema delle sorti dello sviluppo di tutti i territori ed anche per questo diamo atto alla Commissione dell'iniziativa assunta a tale riguardo. Nel contesto attuale, fortemente caratterizzato dall'emergenza epidemiologica in essere, le attività turistico ricettive della montagna invernale risultano, indubbiamente, tra quelle maggiormente colpite dagli effetti socio economici derivanti dalla pandemia, per i quali è doveroso affrontare, quindi, queste problematiche in relazione al difficile periodo di crisi socio economica oltre che, purtroppo, sanitaria. Da considerare, inoltre, che rispetto a una prima fase della pandemia, si registra, purtroppo, un notevole aumento generalizzato dei costi di gestione dell'attività a fronte di una riduzione dei ricavi. Dalle spese per la sanificazione e per la messa in sicurezza sanitaria delle strutture, agli aiuti per le utenze che in montagna incidono in maniera rilevante, sino agli oneri per i costi relativi al personale inutilizzato, rappresentano ancora delle criticità che rischiano di mettere in ginocchio una parte così importante dell'economia Pag. 4locale e nazionale. In particolare, riguardo alla copertura dei costi del personale, e conseguentemente alle disdette delle prenotazioni, non potrà essere utilizzato un sussidio significativo che potrebbe essere definito attraverso il ricorso alla cassa integrazione guadagni. Criticità che si ripercuotono direttamente, o indirettamente, anche sui bilanci dei comuni che insistono in queste realtà. Basti pensare alla drastica riduzione dei contributi derivanti dalla tassa di soggiorno, oppure ai costi relativi alla manutenzione degli impianti sciistici. In una situazione come questa, nello stato attuale l'inizio della stagione turistica invernale 2021/2022, è stato aiutato dal turismo interno. Ma sin dal primo giorno del nuovo anno, si registra una forte diminuzione del turismo domestico, con considerevole percentuale di disdette delle prenotazioni del settore turistico ricettivo e la montagna sta vivendo, in queste settimane, nuovi momenti di crisi. Il ricorso ad adeguate forme di ristoro non può che rappresentare un intervento urgente, quanto dovuto. Tenendo conto, però, di tutta la filiera comunque strettamente connessa alla montagna.
  Utilizzare i parametri che tengono solo conto della distanza di attività degli impianti sciistici, limita l'efficacia degli stessi ristori, per quanto importanti. Adottare come parametro anche quello dei dati relativi al fatturato potrebbe certamente rendere più oggettivo ed incisivo questo tipo di intervento, accompagnato da agevolazioni di tipo fiscale come, ad esempio, la riduzione delle accise sui costi dell'energia e delle utenze, oltre che delle spese per la sanificazione delle strutture che, con grande probabilità, saranno utilizzate da un numero di utenti ristretto, se non comporteranno, addirittura, una scelta di chiusura obbligata.
  Infine, per incentivare anche la ripresa di un turismo internazionale, potrebbero essere istituiti, ove possibile, corridoi turistici COVID free con singoli Paesi dell'Unione europea. Grazie per l'attenzione.

  LUCA MASNERI, delegato dell'associazione nazionale comuni italiani e sindaco di Edolo (intervento da remoto). Grazie presidente. Solo per dire che, quest'anno, il turismo invernale accusa un meno 30 per cento, in quanto, tolti i turisti italiani, gli stranieri hanno completamente abbandonato i nostri territori, per i motivi che, ovviamente, tutti noi possiamo immaginare. Questo determina un turismo solo nel week-end, da qui in avanti, per cui una perdita di circa il 30 per cento del fatturato per quanto riguarda sia l'attività alberghiera e tutta la filiera ad essa connessa, sia per quanto riguarda tutto il tema degli impianti. Sull'impiantistica, andrà fatto poi un ragionamento di lungo periodo, che esce dalla contingenza della situazione attuale, e che riguarda una riprogrammazione e un supporto finanziario, vista l'entità degli investimenti necessari per un ricondizionamento soprattutto di quegli impianti siti ad altitudini tali da non consentire più la sostenibilità economico-finanziaria dell'innevamento artificiale, e che, di fatto, determina la necessità di una loro rivisitazione al ricondizionamento per evitare l'abbandono degli stessi che, come tali, determinerebbero anche un danno sotto il profilo paesaggistico, per i comuni dei territori sui quali insistono questi impianti.
  Siamo in un'epoca dove la disponibilità di risorse è legata soprattutto al tema di PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), sarebbe importante, quindi, un'ampia campagna di sostegno, e con delle progettualità specifiche, che consenta agli impianti che stanno ad altitudini adeguate a ricevere l'innevamento, sia artificiale che naturale, di potersi sviluppare e di poter evolvere al passo con la concorrenza straniera. Mentre, invece, per quanto riguarda gli impianti collocati a livelli inferiori, segnalo la necessità di una loro rivisitazione e di una loro riorganizzazione in funzione, magari, più di un turismo estivo che non invernale, laddove un innevamento artificiale non sia sostenibile. Dove, invece, sia sostenibile almeno quello artificiale sarebbe opportuno un supporto ai comprensori sciistici, affinché possano dotarsi di questi importanti strumenti economici necessari a mantenere in vita il comparto. Il comparto non è solo composto da coloro che direttamente vi operano, ma da tutto Pag. 5l'indotto che è veramente importante che vive ancora, purtroppo, un inverno limitato, un inverno di crisi, in cui siamo ben al di sotto, in questa stagione invernale, dei livelli pre-pandemia. Mi riferisco alla stagione 2019/2020 che, nonostante si sia chiusa con un mese anzitempo, stava facendo segnare numeri da record. Per cui c'è ancora bisogno di supporto. Chiudo dicendo che va superato quel limite per il quale, chi stava entro tot metri da un impianto di sci ha ottenuto i ristori mentre chi stava un metro più in là, benché vivesse la medesima condizione di perdita di fatturato, non ne ha potuto beneficiare.
  Qui si dovrebbe ragionare su dati reali, quindi sui bilanci: i numeri li vediamo e questi sono i dati di riferimento, compresi quelli delle attività commerciali che insistono su quei comuni. Grazie per l'attenzione.

  DANIELE D'AMARIO, coordinatore della commissione politiche per il turismo della conferenza delle regioni e Province autonome e assessore della regione Abruzzo (intervento da remoto). Buongiorno presidente, grazie. Noi, come conferenza, abbiamo già approvato un documento che abbiamo inviato anche a settembre, quindi prima dell'inizio della stagione in cui delineavamo delle linee per il rilancio del turismo montano a tutto tondo (vedi allegato 1). Legato al COVID, è evidente che non potevamo prevedere la variante Omicron, quindi abbiamo strutturato un documento che vi abbiamo inviato. È evidente che il presente documento intende condurre la definizione dello scenario socio-economico relativo al turismo invernale e a delineare le condizioni per una ripartenza e un rilancio. Risulta evidente, come dicevo, che si tratta di un documento redatto a settembre che non poteva prevedere l'evoluzione della pandemia e la variante Omicron, che ha riproposto, in maniera accentuata, le problematiche legate alla sicurezza dello svolgimento delle attività sia impiantistiche che ricettive e commerciali. Sicuramente è necessario adesso, e comunque lo sarebbe stato, con azioni di promozione, rilanciare il concetto di Italia destinazione sicura.
  È sicuramente una messa in campo in maniera più concreta per far sì che non si leghi il turismo invernale della montagna a possibilità di assembramento. Ci vogliono, sicuramente, misure di medio periodo finalizzate a migliorare, innovare, a diversificare l'offerta di destinazione sciistica proponendo esperienze turistiche integrative allo sci in grado di coinvolgere anche filiere diverse da quella strettamente turistica. Parliamo di enogastronomia, di cultura, del benessere e quant'altro. Dalle imprese viene, tra virgolette, un accorato appello affinché siano assunti indirizzi di politiche che portino alla riduzione dell'impatto dei costi di gestione d'impresa che, in ambito montano, in modo particolare nella stagione invernale, riducono fortemente capacità e competitività (riscaldamento, la gestione delle aree private per lo sgombero neve, spostamenti, logistica, allestimento e organizzazione delle aree scoperte). È evidente che la capacità di investimento viene penalizzata dalla ridotta redditività attuale delle imprese. In tal senso, da parte delle imprese, sono richieste anche delle azioni di dettaglio importanti come puntare alla definizione di un pacchetto fiscale specifico dedicato alle imprese operanti nei territori montani, definire una strutturata permanente politica di sostegno degli investimenti per la creazione di nuova imprenditoria e per lo sviluppo e la riqualificazione dell'esistente così da frenare lo spopolamento e l'abbandono del territorio e creare lavoro. C'è la necessità di collegare anche i contratti di lavoro stagionale alla regolamentazione del reddito di cittadinanza, senza limiti spazio-temporali. C'è bisogno di un sistema di premialità a favore dei lavoratori stagionali che garantiscono continuità di stagioni presso le medesime strutture di lavoro. Pensare ad una leva fiscale – credito d'imposta, IMU (Imposta Municipale Unica) e quanto possibile – per i datori di lavoro che garantiscono alloggi ai propri collaboratori e che, a tale scopo, utilizzano spazi propri o anche in affitto.
  C'è la necessità di favorire lo sviluppo della residenzialità in montagna garantendo soluzioni fiscalmente vantaggiose per quei lavoratori e loro famiglie che vorrebberoPag. 6 trasferire la residenza in ottica permanente collegando, a tale scelta, le opportunità di lavoro offerte dalla doppia stagionalità. Inoltre, le caratteristiche ambientali e climatiche della montagna, in modo particolare della montagna invernale, meriterebbero un'analisi specifica sul fronte della regolamentazione edilizia per l'adeguamento e la progettazione degli immobili: il recupero dei borghi montani, tanto per l'aspetto abitativo, quanto per le esigenze di impresa, in un'ottica di sostenibilità ambientale ed economica attraverso leve fiscali e finanziarie mirate allo scopo. Nonostante la buona stagione estiva e il periodo legato alle festività natalizie che ha dovuto, comunque, assistere a una significativa contrazione dell'afflusso di turisti stranieri, solo parzialmente compensata dai flussi domestici, il comparto turistico legato alla montagna invernale vive ancora, al momento, una condizione di forte incertezza dovuta, ovviamente, al dilagare della variante Omicron e alle disdette del periodo gennaio-febbraio 2022 a seguito dei contagi e dei periodi di quarantena.
  Sempre di più la reputazione e la percezione di sicurezza rimangono fondamentali nella scelta di una destinazione. Se le istituzioni continueranno, quindi, a incentivare le misure di contenimento del COVID, in particolare la campagna vaccinale, verrà implementato con successo l'utilizzo del Green Pass rinforzato, il turismo italiano montano sicuramente ne beneficerà. Pertanto, bisogna continuare a insistere di organizzare, nella maniera migliore possibile, il concetto della montagna come destinazione sicura, anche per le successive azioni di comunicazione.
  È necessario guardare avanti, andare oltre il periodo pandemico, perché una serie di cambiamenti sociali culturali ed economici, improvvisamente mutati a causa dell'emergenza COVID, non torneranno più a essere come prima ma evolveranno ancora nel prossimo quinquennio. Sommariamente, possiamo evidenziare alcune direttrici: la possibilità di ipotizzare una nuova tendenza allo smart working nei luoghi di vacanza; nel soggiorno in luogo emerge il bisogno in una nuova qualità dello spazio all'insegna di un nuovo respiro; c'è un condizionamento a evitare i posti percepiti come affollati. Così come è prioritario lavorare su una mobilità intelligente, su soluzioni tecnologiche designate ad hoc, che permettono di gestire i picchi di presenza con evidenti vantaggi sia per il turista che per la popolazione locale.
  La pandemia ha ulteriormente rafforzato forme di alloggio alternativo all'hotel. Airbnb, infatti, ha intercettato non solo la domanda attenta al rapporto prezzo qualità, ma anche i vantaggi moderni di una buona propensione alla ricerca di qualcosa di autentico e di esperienze nuove e innovative. I consumatori cercano prodotti e servizi più salutari e sostenibili. Le destinazioni sono chiamate ad assumere un ruolo proattivo per garantire la salvaguardia del proprio territorio. L'impegno deve essere massimo ed esteso a tanti ambiti: la mobilità alternativa e green, la riduzione dell'uso di materiale di imballaggio plastici, eventi, festival e altre iniziative. Da un punto di vista della comunicazione, invece, diventa fondamentale comunicare chi ha un comportamento sostenibile che investe sull'economia circolare che utilizza le risorse in modo accorto, che combatte lo spreco e ha un occhio attento verso la sicurezza del consumatore.
  Ci stiamo muovendo verso una data-driven society dove tutto, dalle decisioni agli investimenti, sarà facilitato grazie ai dati. Il dato è, senza dubbio, il petrolio di quest'epoca con un potenziale enorme. Questo avrà un impatto sul modo di fare marketing che permetterà, grazie a intelligenza artificiale e machine learning, di capire molto in profondità il comportamento del turista/cliente per offrire servizi e informazioni personalizzate. Un'offerta ricca e differenziata come quella italiana anche sul versante della montagna invernale, presuppone approcci differenziati e diversificati in relazione a mercati e target. Quanto ai prodotti, proprio il blocco degli impianti nella stagione invernale 2020/2021, ha stimolato e fatto scoprire anche proposte collaterali a quelle dello sci alpino, che è bene non abbandonare: uscite ed escursioni sulle Pag. 7ciaspole, slitte, degustazioni, centri benessere oltre, ovviamente, allo sci di fondo.
  Appare più che mai necessario organizzare e gestire destinazioni attraverso delle vere strutture di presidio, in grado di concorrere alla definizione della vision e delle linee strategiche d'azione, ridefinire e strutturare l'offerta turistica anche sul digitale, valorizzare i diversi tematismi di vacanza e il marketing degli eventi. Per le Regioni del nord, in particolare quelle direttamente coinvolte, si tratta anche di capitalizzare il percorso che condurrà all'importante evento delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, che deve essere comunque un'occasione per valorizzare tutto il comparto italiano della montagna invernale.
  È necessario intervenire sulla sicurezza degli impianti a fune e il loro rinnovamento al fine di migliorare l'offerta turistica e sostenere, nei fatti, le azioni promo-commerciali sopracitate. Pertanto, si propone di rifinanziare la legge 24 dicembre del 2003, numero 363, «Norme in materia di sicurezza nella pratica dello sport invernale da discesa e da fondo».
  Riteniamo fondamentale che vi siano proposte strutturali e strategiche. Migliorare, innovare e differenziare l'offerta della destinazione sciistica, proponendo esperienze turistiche integrative allo sci, in grado di coinvolgere anche filiere diverse da quelle strettamente turistiche: quelle enogastronomiche e, diciamo, della cultura del benessere in generale.
  Gli impatti del COVID sul turismo hanno, probabilmente, accelerato ed evidenziato alcune criticità del modello di sviluppo conosciuto finora in tema di sostenibilità ambientale, dei cambiamenti climatici, il delicato rapporto tra turisti e comunità ospitante, la forte dipendenza dell'impresa turistica dalle OTA (Online Travel Agencies) e dalla sola leva del prezzo.
  In conclusione, non possiamo più guardare a prima della pandemia come unico metro di paragone. I segnali che servono delle correzioni di rotta erano già presenti in epoca pre-pandemica. È indispensabile un'innovazione del prodotto sempre più urgente per la montagna invernale, anche in conseguenza dei cambiamenti climatici e della nuova propensione della domanda. Valorizzare la cultura dell'accoglienza e del capitale umano è il vero valore aggiunto del turismo moderno. È indispensabile organizzare un'offerta turistica sul digitale, per non subire lo strapotere delle OTA, e ricercare nuove modalità di comunicazione e di promozione.
  Risulta necessaria una politica strutturale di investimenti e di agevolazioni per tutto il comparto della montagna. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, assessore. Approfitto anche per ringraziare, per la partecipazione e la presenza, gli assessori al turismo della regione Lazio, della regione siciliana e della regione Valle d'Aosta che sono collegati con noi da remoto. Do la parola al rappresentante del club alpino italiano e componente del comitato direttivo centrale CAI, Gianpaolo Boscariol. Prego.

  GIANPAOLO BOSCARIOL, componente del comitato direttivo centrale del club alpino italiano (intervento da remoto). Grazie, presidente. A nome del presidente generale del club alpino, avvocato Vincenzo Torti, ringrazio la Presidenza della Commissione e i deputati per l'opportunità che ci è stata concessa. Come club alpino, abbiamo depositato un documento che analizza alcune specifiche tematiche (vedi allegato 2). Il CAI (Club Alpino Italiano), attraverso le sue 513 sezioni, dispone di 363 rifugi che sono, ovviamente, pienamente operativi nel periodo estivo anche se, in queste ultime due estati, le regole gestionali sono state assai condizionate dalla pandemia. Durante il periodo invernale risultano attivi circa una sessantina di questi 363 rifugi, di cui soltanto una dozzina sono situati lungo le piste da sci. Ci sono, tuttavia, un 40, 50 rifugi che rimangono aperti magari solo nei week-end e sono meta di itinerari turistici, escursionistici, da parte di soci e di non soci. Inoltre, diversi rifugi, sebbene risultino chiusi, dispongono dei cosiddetti locali invernali che fungono, alla pari dei bivacchi, da strutture di emergenze e di ricovero. Che cosa voglio dire con questi dati? Che i provvedimenti di ristoro e di sostegno Pag. 8alle attività economiche-turistiche per la montagna, approvate dal Parlamento nel corso del 2020/2021, hanno interessato il club alpino in maniera assai limitata. Tuttavia, noi vogliamo evidenziare la nostra posizione su due aspetti specifici che riguardano il turismo invernale.
  Il primo aspetto riguarda la contrarietà del club alpino alla realizzazione di nuovi impianti di risalita, specialmente nelle aree ancora non contaminate, così come la creazione di quegli impianti di collegamento tra comprensori sciistici distanti tra loro. La quota neve, cioè lo zero termico, si è notevolmente alzata in questi ultimi anni, proprio per effetto dei cambiamenti climatici. Molte aree delle Alpi e degli Appennini espongono i ruderi abbandonati di impianti che sono stati realizzati 40, 50 anni fa e che ora non sono più utilizzabili. Un altro aspetto connesso sempre alle politiche ambientali è determinato da quei programmi volti alla realizzazione nell'ambito delle cosiddette politiche energetiche alternative dei parchi eolici. Cioè quelle bellissime pale che deturpano l'ambiente. In realtà, si tratta di una violenza sul territorio, di uno stravolgimento del paesaggio – che, peraltro, è tutelato dalla Costituzione: in particolare da questi progetti sarebbero interessate alcune zone dell'Appennino tosco-emiliano. Un altro aspetto della nostra valutazione riguarda la nuova disciplina sulla sicurezza degli sport invernali, che è stata prevista dal decreto legislativo numero 40 del 2021, che ha trovato una prima, parziale, applicazione a decorrere dal 1° gennaio 2022. Si tratta di regole di comportamento da tenere sulle piste da sci, che erano già contemplate nella legge numero 363 del 2003, che sono state, giustamente, integrate con l'estensione dell'obbligo del casco fino ai 18 anni, con l'obbligatorietà dell'assicurazione per la responsabilità civile per incidenti su pista e con l'introduzione di controlli anti-alcol e anti-droga sulle piste da sci. Tuttavia, in questo corpo normativo, sono state inserite alcune disposizioni legislative che dovrebbero essere, invece, ricondotte a semplici regole di un decalogo dello sciatore, per le quali, tuttavia, sono previste dal decreto legislativo stesso, delle sanzioni amministrative pecuniarie. Una disposizione sulla sicurezza riguarda, peraltro, un'attività che viene svolta al di fuori della pista da sci. È l'obbligo, già previsto per gli alpinisti dalla legge 363, di dotarsi della cosiddetta attrezzatura di autosoccorso valanga (ARTVA, pala e sonda da neve) e questo obbligo viene esteso, ora, anche agli escursionisti, anche quelli che utilizzano le cosiddette ciaspole. Questo obbligo vale in quei particolari ambienti innevati, laddove ci sia un pericolo di valanghe per le condizioni meteorologiche degli stessi ambienti. Le passeggiate con le ciaspole sono divenute un fenomeno particolarmente di moda negli ultimi anni, anche per il costo contenuto delle stesse (100-150 euro) rispetto a quello dell'attrezzatura da sci.
  La formulazione di questo articolo 26, comma 2, risulta assai vaga. Noi sappiamo che, in montagna, neve rischio zero non esiste e quindi costringerebbe tutti gli utenti, gli escursionisti, i ciaspolatori, a utilizzare questa attrezzatura che ha un costo che va dai 250 a 300 euro in su. Praticare attività sportive, quali l'escursionismo con le ciaspole, lo sci escursionismo, è sicuramente una forma di turismo lento, sostenibile, alternativo allo sci da discesa. Tuttavia, di fronte a una possibile sanzione amministrativa che va da 100 a 150 euro per la mancanza di tale attrezzatura, si rischia di generare una contrazione di queste attività escursionistiche con effetti negativi, in termini economici, soprattutto per l'indotto di quei territori montani dove si svolgono, tendenzialmente e abitualmente, queste pratiche. Un'altra considerazione riguarda il fatto che avere questa dotazione non significa anche saperla utilizzare correttamente. Ricordiamo che, sotto una valanga, si sopravvive dai 15 ai 18 minuti. Nelle scorse settimane, infatti, il club alpino italiano ha chiesto alla sottosegretaria, con la delega allo sport, Valentina Vezzali, l'emanazione di una circolare chiarificatrice sulla materia, al fine proprio di evitare eventuali contenziosi con le forze di Polizia.
  Considerazioni conclusive. Ormai sappiamo che effettuare una settimana bianca, implica un costo non indifferente fra alloggiPag. 9 e skipass, figuriamoci se poi ragioniamo in termini di costi per una famiglia di quattro persone. Da diversi anni ci troviamo di fronte a soggiorni brevi, tre/quattro giorni, magari durante i giorni infrasettimanali, oppure a week-end mordi e fuggi, con una forte concentrazione di persone in quei week-end. Sicuramente, per via della pandemia, sarà assai limitata la presenza di sciatori stranieri, del nord e dell'est d'Europa, con conseguente riduzione delle presenze soprattutto negli alberghi.
  I gestori degli impianti, tuttavia, si troveranno a dover sostenere i costi di gestione che sono fissi – il personale, l'energia che, peraltro, è assai rincarata in questi ultimi tempi – per poter garantire comunque la funzionalità in sicurezza sia degli impianti che delle piste. Governo e Parlamento dovranno pensare a forme di sostegno sia nei confronti dei gestori degli impianti che degli albergatori, dei ristoratori, nonché del personale dipendente degli stessi.
  Sicuramente, lo sci da discesa muove molte risorse finanziarie ma, in un'attenta politica sostenibile della montagna invernale, è fondamentale tener conto anche di tutte quelle attività sportive invernali che sono assai più sostenibili sul piano ambientale, quali lo sci da fondo, lo sci escursionismo, l'escursionismo anche con le racchette da neve. Grazie dell'attenzione.

  MARCO BUSSONE, presidente dell'unione nazionale comuni comunità enti montani (intervento da remoto). Grazie presidente. Un saluto ai parlamentari e un ringraziamento per questa possibilità di confronto su un tema che, come ha detto chi mi ha preceduto, è particolarmente importante in questa fase in cui la montagna italiana registra l'ennesimo crollo di presenze e di prenotazioni. Siamo sotto del 60 per cento rispetto a due stagioni invernali fa. Credevamo che l'emergenza fosse rientrata, invece, subiamo, per colpa delle varianti e di non vaccinati, una serie di crisi nella crisi ecologica-ambientale che certamente riguarda tutto il sistema turistico montano.
  Abbiamo avuto, nell'ultimo anno, una capacità del Governo di leggere, in modo diverso dal passato, i territori montani individuando una serie di sostegni in diversi decreti costruiti dal Parlamento, con il Governo appunto, che hanno erogato circa 850 milioni di euro per le imprese del settore turistico, invernale in particolare.
  Non solo per gli impiantisti di risalita, proprietari, gestori degli impianti, ma anche per maestri di sci, per le professioni e per le attività economiche nei territori. Abbiamo, però, scontato un fortissimo ritardo nell'erogazione di queste risorse economiche e finanziarie che ha, in molti casi, messo in crisi, e ancora oggi mettono in crisi, l'economia dei territori e, appunto, le imprese. Conseguenze che ci auguriamo, se dovessero essere individuate altre risorse, non dovrebbero più dover subire, anche perché le notifiche negli uffici di Bruxelles sono state più lunghe di quanto avevamo previsto. Di certo queste lungaggini burocratiche e amministrative rischiano ulteriormente – come hanno già fatto – di penalizzare il sistema economico alpino.
  È chiaro che questa fase di crisi deve essere utilizzata – come ci dice il Santo Padre, non c'è cosa peggiore che sprecarle le crisi – per ripensare il sistema montano turistico, non soltanto nel corso della stagione invernale, ma in particolare per gli impianti di risalita, per lo sci alpino, per gli sport della neve e del ghiaccio. Ci sono alcune questioni che vanno affrontate, da parte degli enti locali insieme con chi rappresenta le organizzazioni datoriali che rappresentano gli imprenditori. Come usiamo l'energia che va a fornire gli impianti di risalita, certamente energivori; come la rendiamo più verde; come realizziamo sostenibili bacini a uso plurimo, compreso l'innevamento; come facciamo sì che le regioni possano guardare a quegli impianti non soltanto come una questione di bilancio, bensì come occasione di sviluppo, intendendoli, come già avviene in alcune regioni alpine e appenniniche italiane ed europee, quali trasporto pubblico: in molte aree dell'Europa, gli impianti di risalita solo TPL (Trasporto Pubblico Locale) e, come tali, vengono interpretati anche negli investimenti che le regioni fanno per gestirli, manutenerli, ampliarli.Pag. 10
  Poi i sistemi per la digitalizzazione. Non abbiamo, finora, avuto una digitalizzazione spinta del sistema turistico alpino legato agli impianti di risalita e, parallelamente, ammodernato le strutture alberghiere. Abbiamo troppe strutture vecchie in questo Paese. Abbiamo un'offerta del cosiddetto after Ski, troppo debole e abbiamo troppe località piccole che non riescono a fare squadra e a lavorare insieme alle altre località. Su questo deve agire la politica, devono agire le istituzioni. L'ha già fatto, come dicevo, con quei due fondi dei decreti Sostegni; lo fa il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) – abbiamo apprezzato l'impegno, in particolare, della ministra Gelmini a individuare un fondo specifico per la montagna e per il turismo nelle aree montane e all'interno del fondo più ampio del turismo; lo fa la legge di bilancio che il Parlamento ha varato giusto dieci giorni fa, con importanti, devo dire, investimenti per l'offerta turistica del Paese, ma forse non ancora sufficienti per riqualificarla anche alla luce di quello che il COVID e l'emergenza sanitaria ci hanno insegnato. Dunque, da un ripensamento del turismo della neve invernale, dobbiamo riuscire a guardare in modo nuovo ai sistemi territoriali, anche in vista delle Olimpiadi invernali. Abbiamo una scadenza, o meglio una data di approdo e ripartenza, nel 2026, che deve servire a interpretare in modo nuovo quei sistemi turistici alpini e appenninici. Una parola chiave è quella della destagionalizzazione, che è già stata sollevata da chi mi ha preceduto. Di certo, su questo, bisogna lavorare di più: di nuovo, è un tema che riguarda la politica, le istituzioni d'intesa con le imprese. Lo fa in parte la bozza di legge quadro sulla montagna, alla quale si sta lavorando col Ministero degli affari regionali, con tanti soggetti presenti anche qui oggi, con molti parlamentari e ci auguriamo che quello sia un percorso che possa dare risposte anche sul tema che, più di una volta, è stato sollevato anche in sede ministeriale, oltre che parlamentare, cioè quello della fiscalità differenziata per le imprese. Come si sta nella fiscalità differenziata per le aree montane e non soltanto per le imprese turistiche; come diamo opportunità di accesso a fondi di rotazione, ad esempio, della CDP (Cassa Depositi e Prestiti) che possono essere attivati, naturalmente, su spinta istituzionale, su spinta legislativa, che dovranno arrivare per il sistema turistico, ulteriori rispetto a quelli che ho citato di legge di bilancio 2022, nonché di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
  Ancora un paio di temi, brevemente. La formazione degli imprenditori, la formazione del personale turistico, alpino, appenninico, invernale ed estivo. Ne abbiamo bisogno e troppo poco abbiamo fatto. A differenza di altri Paesi, non c'è, ad esempio, un ITS sulla montagna – un tema, quello degli ITS, in discussione in Parlamento – sul quale però bisogna agire in fretta per evitare che altri Paesi facciano meglio di noi, e nel caso almeno copiamoli. Dobbiamo lavorare sulle scuole, agire per formare, all'interno delle scuole, consapevolezza di cosa sia il territorio, di come può essere unito, di come vivere in quel territorio, oltre che lavorare, oltre che fare del positivo e sano turismo. Le aree appenniniche e turistiche non sono appendici della città, non sono proiezioni dei quartieri urbani e lo sci non è una proiezione che possono fare alcuni che vivono nei quartieri bene della città. Non siamo un parco giochi ma, proprio perché non lo siamo, bisogna ripensare, anche alla luce del COVID, oltre che della crisi climatica, un modello di fruizione che non ha figli e figliastri: non c'è lo sci e, poi, qualcos'altro. Le montagne hanno pari dignità e ci sono ambientazioni diverse che dobbiamo saper valorizzare di nuovo d'intesa con il sistema istituzionale, con le imprese, e perché no, con l'accademia che può dare assoluti spunti importanti, idee per progredire ed essere migliori. Grazie di cuore per questa occasione.

  LORETTA PIROIA, segretaria generale della federazione italiana sport invernali (intervento da remoto). Grazie presidente. Buon pomeriggio a tutti. La federazione italiana sport invernali comprende 11 discipline olimpiche, considerando anche lo sci alpinismo che farà il suo debutto ai giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, a cui si Pag. 11aggiungono anche quattro discipline non olimpiche ed è rappresentata sul territorio da 18 comitati regionali e 69 comitati provinciali. La federazione è una realtà che consta di circa 80 mila tesserati, 1.200 Sci Club e squadre nazionali con 400 atleti impegnati, durante l'anno, in circa 7.500 gare.
  La nostra federazione prepara gli atleti che partecipano all'80 per cento del programma previsto per i giochi olimpici invernali. Desideriamo rappresentarvi lo stato delle iniziative messe in atto in questo periodo, a sostegno del sistema della montagna, e a significare alcuni interventi che sono stati fatti per la ripresa nonché la valorizzazione dell'intero settore. Di concerto con Anef (Associazione nazionale esercenti funiviari), Ferdefuni, Amsi (Associazione maestri di sci italiani) e Colnaz (Collegio nazionale maestri) la federazione ha svolto un ruolo di capofila per la redazione di un protocollo, che è stato siglato il 22 settembre scorso, per la riapertura delle aree sciistiche e per l'utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici, a favore degli sciatori non agonisti e amatoriale, con il fine di consentire, a un settore strategico come quello della montagna, di riprendere l'attività nel pieno rispetto delle regole e nell'ottica della massima tutela sanitaria.
  Nel corso delle due ultime stagioni invernali, le diverse disposizioni legislative hanno imposto, di fatto, la chiusura al pubblico degli impianti di risalita a causa, chiaramente, delle preminenti esigenze sanitarie per fronteggiare la crisi pandemica determinando, quindi, una forzata e generalizzata sospensione di attività trainanti nel tessuto economico e sociale dei territori montani, causando grosse difficoltà all'intera filiera economica. Per far fronte anche a questa situazione estremamente difficile, quindi caratterizzata anche da ricadute sull'attività sportiva praticata dalle diverse categorie giovanili, fino agli atleti di alto livello, la federazione ha contribuito a sostenere le poche società – che rappresentano l'elemento fondamentale nel mondo degli sport invernali –, utilizzando diverse forme di sostegno per permettere loro di ripartire. Siamo dell'avviso che sia necessario prevedere ulteriori forme di sostegno a queste attività territoriali degli sport invernali che rappresentano il guadagno per lo sviluppo di un intero territorio, dato che l'aspetto sportivo rappresenta, comunque, una componente vitale attorno alla quale l'attività turistico-ricettiva della montagna può tornare a ripartire.
  Siamo a richiedere di prevedere, per esempio, che la Giornata Internazionale della Montagna fissata e celebrata dalle Nazioni Unite, in tutto il mondo, il giorno 11 dicembre di ogni anno, sia contemplata anche all'interno dei programmi e dei calendari scolastici, nell'ottica di sensibilizzare e creare una maggiore consapevolezza nell'opinione pubblica sul valore delle montagne, anche in riferimento alla sicurezza nella pratica degli sport invernali, prospettando eventi e iniziative condivise dall'intero comparto montano sotto l'egida delle istituzioni preposte.
  Negli anni scorsi, dal 2014 al 2018, è stato realizzato da parte della federazione, un progetto in collaborazione con il sostegno del Ministero dell'istruzione della università e della ricerca, con il patrocinio del ministro dello sport, del CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) e realizzato grazie al supporto dei gruppi sportivi militari, Amsi, Anef, Colnaz, Pool Sci Italia e Federfuni quali partner dell'iniziativa.
  Questo progetto è destinato a tutte le scuole italiane secondarie di primo e secondo grado. Prevedeva incontro ed esperienze pratiche tese a produrre conoscenza, a diffondere la cultura e promuovere la pratica degli sport invernali, quale strumento formativo. In particolare, per far riflettere i partecipanti sui temi della corretta pratica motoria, sui valori dello sport, la sostenibilità e il rispetto dell'ambiente, unitamente a buone pratiche per vivere la montagna e la neve in sicurezza. La sua articolazione prevedeva dei roadshow rivolti a portare la cultura della montagna nelle scuole italiane, un concorso fotografico sui valori formativi e gli ideali educativi dello sport che risultano ben tracciati nella carta olimpica e degli ski stages dedicati ai temi principali del programmaPag. 12 e ai rischi legati alla pratica degli sport invernali, la relativa normativa vigente, la conoscenza dell'ambiente della montagna e come predisporsi nel modo più sicuro ed efficace per uno sviluppo personalizzato delle abilità tecniche sciistiche. Il progetto totalmente gratuito e aperto al mondo della disabilità ha riscosso un notevole successo e sarebbe importante prevedere nuovamente la sua realizzazione per sviluppare quanto appena vi ho indicato, a favore dei giovani e di tutto il mondo della montagna.
  La federazione era stata protagonista anche attraverso un'iniziativa che era denominata «Sci Club Stellati», che è stata realizzata nel 2017, con cui si prefiggeva di valorizzare e premiare tre Sci Club per ogni comitato regionale, quindi per ogni regione Fisi – 54 in totale –, che erano meritevoli di incentivare la pratica sportiva, quindi a prescindere dai risultati ottenuti. L'iniziativa andava nella direzione di conferire un riconoscimento a quegli Sci Club che svolgono un ruolo fondamentale nell'incentivare la pratica sportiva, a prescindere dai risultati agonistici ottenuti, quindi avendo conseguenze rilevanti anche nelle comunità territoriali, attraverso il miglioramento del benessere generale degli individui.
  Questi sono una serie di interventi che, a nostro avviso, potrebbero dare un contributo per lo sviluppo e la promozione di tutte quelle che sono le attività della montagna.
  Ringrazio nuovamente per l'attenzione e l'opportunità data alla nostra federazione.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Per Dolomiti Superski, do la parola al membro del Consiglio d'amministrazione Sandro Lazzari e lo informo che abbiamo ricevuto la documentazione che ci ha inviato (vedi allegato 3), e già provveduto a trasmetterla ai componenti della Commissione. Approfitto per dire a tutti coloro che vorranno mandarci dei contributi scritti che questi, oltre che ben accetti, saranno distribuiti ai componenti della Commissione. Per quanto riguarda il documento della conferenza delle regioni che noi non abbiamo ricevuto a settembre, ma che abbiamo ricevuto ieri, avverto che è già stato trasmesso a tutti i componenti della Commissione. Prego, dottor Lazzari.

  SANDRO LAZZARI, membro del consiglio di amministrazione di Dolomiti Superski (intervento da remoto). Grazie presidente. Buongiorno a tutti. Premetto che l'intervento è più mirato al futuro, a come superare questo momento e quella che deve essere la finalità della nostra attività degli impianti di risalita che operano in territorio montano, nella stagione sia invernale che estiva, però con una netta prevalenza della stagione invernale per la pratica dello sci, appunto. Lo sviluppo, negli anni, della pratica degli sci ha consentito lo sviluppo economico delle vallate alpine con la conseguente formazione di una filiera turistica composta da diversi comparti: alberghiero, ristorazione, mastri di sci, attività commerciali, di paese, eccetera.
  La filiera si è sviluppata quantitativamente, ma soprattutto qualitativamente, in maniera uniforme, con la stessa velocità, con vantaggio per l'omogeneità e la redditività della località. Se il tirante del turismo invernale è la pratica dello sci, l'effetto traino reciproco delle componenti da tenere è un valido motore per la qualità, l'affidabilità e la concorrenzialità. La ricerca, da parte di tutti, dello sviluppo qualitativo è valida per il successo. Gli impianti di risalita si sono costantemente sviluppati per attrezzare adeguatamente l'area sciabile e crea l'accesso agli spazi più interessanti. Ma interessante è il continuo sviluppo non solo della sicurezza ma anche del comfort e del posizionamento più adatto per il servizio turistico. Da qualche anno, una costante ricercata è applicata nello sviluppo tecnico e nel posizionamento sul territorio, e la sostenibilità ambientale è diventata una linea guida seguita con attenzione e passione. Questo comporta una notevole mole di investimenti ogni anno, soprattutto per rifacimenti di impianti che vanno aggiornati per il miglioramento del servizio e per mantenere la concorrenzialità internazionale. A questo conseguono naturalmente problemi finanziari che impongonoPag. 13 scelte accurate. È sempre quella la nota dolente.
  La dinamicità che gli operatori del settore imprimono al loro lavoro di aggiornamento e sviluppo trova a volte rallentamenti di ordine autorizzativo che, se evitati, diminuirebbero i costi, favorirebbero la competitività internazionale e un più rapido adeguamento alla evoluzione delle richieste della clientela e della filiera turistica stessa. Sostanzialmente la collaborazione con gli enti amministrativi preposti funziona. Però sono tante le pratiche da elaborare con tempistiche difficilmente calcolabili. Sono però anche tante le organizzazioni non ufficiali che, con metodi vari, ostacolano le iniziative con motivazioni a volte preconcette. Sarebbe auspicabile un riordino e una selezione di questi procedimenti.
  Un problema importante che riguarda la stagione invernale, in conseguenza alle variazioni climatiche, è quello della crescente scarsità di neve. Da tempo ci siamo dotati di impianti di produzione neve molto validi e utili che utilizzano solamente acqua e aria, senza nessuna aggiunta. In grado di preparare le piste in tempi rapidi. Questi impianti sono interconnessi tra di loro e con le centrali per gestire al meglio le risorse. Naturalmente l'interconnessione fa lavorare meglio con risparmio di energie: massimo risultato e massimo risparmio possibile. Questo permette di garantire a tutta la filiera l'apertura della stagione. Il problema che incontriamo è quello della disponibilità d'acqua. Non si tratta di un problema quantitativo, perché poi viene restituita allo scioglimento. Il problema è che abbiamo bisogno di tutta l'acqua, in poco tempo, e la restituiamo in primavera. Ciò potrebbe provocare un certo impoverimento delle sorgenti e dei piccoli bacini e conseguente scarsità di acqua per l'irrigamento con i primi freddi. Per ovviare a ciò e garantire il godimento della stagione invernale, risulterebbe utile la formazione di bacini artificiali per lo stoccaggio dell'acqua in periodo di piena per utilizzarli poi nei periodi freddi. Verrebbe evitato ogni stress alle sorgenti, che manterrebbero il loro ritmo naturale, e ci sarebbe una maggiore tranquillità per lo svolgimento della stagione stessa. Ne abbiamo già diversi di questi bacini, naturalmente, bisogna estenderne l'utilizzo. Chiediamo, quindi, che l'esecuzione di questi bacini venga favorita nella considerazione che trattandosi di un'infrastruttura a servizio generale del turismo in montagna – in linea con la strategia di sostenibilità –, possa e debba trovare spazio nell'elaborazione del PNRR.
  Nella realtà di Dolomiti Superski la stagione estiva è completamente diversa da quella invernale per la diversa modalità di utilizzo e per il diverso scopo della vacanza. Gli impianti sono stati costruiti specialmente per lo sci che ne è la motivazione, mentre adesso cresce anche la frequentazione estiva che va quindi specificamente servita. Il progetto invernale è dotato di un mezzo di trasporto molto veloce, che sono gli sci, che in estate manca. Infatti, in inverno, lo sci ha risolto il problema del traffico, in estate crea notevoli problemi. Serve una progettualità che risolva il problema del traffico estivo per sgravare l'ambiente e, allo stesso tempo, lo faccia maggiormente conoscere e apprezzare. Le strutture ci sono, vanno meglio coordinate per l'estate. La stagione estiva coinvolge, oltre alle categorie imprenditoriali, anche quelle pubbliche perché servono anche strutture diverse, che non competono ai privati, che possono anche non essere coinvolti, ma è la località intera che deve offrire un servizio complessivo.
  Una proposta può essere la realizzazione di strutture in quota, ben inserite e localizzate nella montagna, frutto di progetti mirati alla valorizzazione delle bellezze naturali, alla loro conoscenza e messa a disposizione del pubblico che vi deve essere condotto utilizzando al minimo i percorsi stradali. Fra le strutture va prevista la predisposizione di itinerari e passeggiate per escursionisti e ciclisti di moutain-bike, al fine di guidare i flussi a una migliore conoscenza dell'ambiente per ottenere un maggior rispetto e apprezzamento. Il frequentatore viene così invitato all'ecologia.
  Anche per i progetti estivi, si deve ottenere una maggiore snellezza burocratica e Pag. 14una maggiore tutela da interventi ostruzionistici o preconcetti. Gli impianti di risalita sono certamente uno strumento indispensabile ma non sufficiente per l'estate che, sebbene inserito in un progetto complessivo, può ottenere però ottimi risultati. La disciplina del traffico sui passi dolomitici e la contestuale valorizzazione dell'ambiente e del paesaggio, sono molto importanti e vanno ricercate. Gli eventuali strumenti che il PNRR potrebbe fornire rappresenterebbero un contributo essenziale per la soluzione. Il miglioramento del servizio estivo darebbe anche la possibilità di un allungamento della stagione e, a catena, di aumentare l'occupazione in quanto si potrebbe aumentare il personale fisso rispetto allo stagionale, a beneficio del numero degli occupati e anche della loro preparazione specifica.
  Concludo con un altro problema di interesse generale che si presenta nella realtà dolomitica: quello dei trasporti a fondo valle. Si tratta di trasportare da un paese all'altro della valle gente che soggiorna solo per alcuni giorni, lasciando fermi i mezzi privati. Non è un servizio sciistico, quindi esula dal campo funiviario ed è normalmente gestito dal trasporto pubblico. Andrebbe ricercato un sistema di trasporto alternativo, perché gli autobus non risolvono il problema. Un utilizzo del PNRR, sia in fase progettuale che realizzativa, apporterebbe un miglioramento alla vivibilità ambientale e alla funzionalità dei servizi locali. Grazie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Masi. Ne ha facoltà.

  ANGELA MASI. (M5S). Grazie presidente. Ringrazio tutti i rappresentanti oggi qui presenti, diciamo, in videoconferenza. Mi sembra che il focus di tutti gli interventi – di tutti gli intervenuti nel corso dell'indagine conoscitiva ma, in particolare, degli intervenuti nella seduta in corso – al termine del periodo festivo, si siano concentrati sia su proposte di breve termine, quindi legate proprio alle difficoltà che sta riscontrando il settore soprattutto a livello chiaramente di numeri e di spesa di turisti sui territori, che su proposte che guardano al medio e lungo termine, quindi legate a tutto il discorso del PNRR, del turismo che vorremmo nel nostro Paese legato alla sostenibilità ambientale e alla digitalizzazione.
  In merito alle misure a breve termine, voglio qui evidenziare, ai vari rappresentanti che oggi sono ospiti della Commissione, che abbiamo presentato una mozione in Parlamento, proprio legata all'emergenza pandemica, dove sono previste una serie di misure proprio per aiutare il settore del turismo in generale e anche quello montano. E si riscontrano anche oggi, in queste audizioni, una serie di punti che combaciano rispetto alle richieste sia delle istituzioni, quindi comuni e regioni, ma anche delle associazioni di categoria, che stanno gridando il loro allarme e la loro richiesta d'aiuto ormai da settimane. Il Parlamento è pronto a collaborare con le realtà e questa mozione, così come altri emendamenti che abbiamo presentato nei vari provvedimenti passati al nostro esame, in ultimo anche in legge di bilancio che, purtroppo, non sono andati a buon fine, fanno ben capire che il Parlamento e anche questa Commissione sono ben disposti ad aiutare il settore.
  Chiederemo, chiaramente, da nostra parte, come maggioranza e come ministri del Movimento 5 Stelle che, anche nel provvedimento che pare arriverà tra un paio di giorni in Consiglio dei ministri, sia posta attenzione a tutte queste richieste delle categorie. Chiaramente questo non esaurisce il compito che abbiamo noi parlamentari: auspico che le memorie che arriveranno da parte vostra nei prossimi giorni – quindi non legate solo all'indagine conoscitiva, ma anche a questo futuro provvedimento che speriamo possa giungere a breve – rappresentino un valido apporto proprio per migliorare il provvedimento sui sostegni. Ribadisco l'auspicio che il provvedimento venga adottato a breve termine, il più immediatamente possibile, e soprattutto che preveda risorse corpose perché non si può pensare, chiaramente, che l'impegno pubblico si possa considerare esauritoPag. 15 con il fondo indicato in legge di bilancio.
  Quindi, più che una domanda, quella che faccio ai soggetti che oggi stiamo ascoltando è la richiesta di mandare i loro contributi, anche successivi all'adozione del provvedimento previsto in Consiglio dei ministri nei prossimi giorni. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Masi. Non sono state avanzate altre richieste di intervento da parte dei colleghi. Reiteriamo l'invito fatto dall'onorevole Masi ad inviarci documentazione, proposte e suggerimenti, sia in funzione dei provvedimenti che il Governo metterà in campo a breve, sia in relazione a quanto avete detto oggi. Se volete integrare con documentazione, a noi fa molto piacere. Proveremo a concludere questo nostro lavoro con un documento che, in qualche modo, ponga una serie di richieste al Governo e quindi, poi, ci faremo carico anche di interloquire con lo stesso Governo al fine di venire incontro ad un settore così importante per il nostro Paese. Ringrazio tutti i partecipanti alla seduta odierna.
  Autorizzo la pubblicazione, in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna, della documentazione consegnata dai rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle Province autonome, del Club alpino italiano (CAI) e di Dolomiti Superski (vedi allegati 1, 2 e 3).
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.30.

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ALLEGATO 2

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ALLEGATO 3

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