XVIII Legislatura

X Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 5 di Martedì 21 dicembre 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Nardi Martina , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE PROPOSTE PER LA RIPRESA ECONOMICA DELLE ATTIVITÀ TURISTICO-RICETTIVE DELLA MONTAGNA INVERNALE, IN FUNZIONE DELLE RIAPERTURE PREVISTE A PARTIRE DALLA STAGIONE 2021/2022

Audizione, in videoconferenza, del dott. Andrea Quadrio Curzio, Amministratore delegato di QC terme, e di rappresentanti di Azienda di promozione e sviluppo turistico Livigno, Colomion Spa, Parco naturale dei Nebrodi e JFC Srl tourism & management.
Nardi Martina , Presidente ... 2 
Moretti Luca , presidente dell'Azienda di promozione e sviluppo turistico Livigno (intervento da remoto) ... 2 
Bosticco Nicola , amministratore delegato Colomion Spa (intervento da remoto) ... 3 
Barbuzza Domenico , presidente Parco naturale dei Nebrodi (intervento da remoto) ... 4 
Feruzzi Massimo , amministratore unico JFC Srl tourism & management (intervento da remoto) ... 5 
Nardi Martina , Presidente ... 7 
Feruzzi Massimo , amministratore unico JFC Srl tourism & management (intervento da remoto) ... 7 
Nardi Martina , Presidente ... 7 
Quadrio Curzio Andrea , Amministratore delegato di QC terme (intervento da remoto) ... 7 
Nardi Martina , Presidente ... 8

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
MARTINA NARDI

  La seduta comincia alle 14.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna è garantita anche dalla trasmissione in diretta sul canale web-tv della Camera dei deputati.

Audizione, in videoconferenza, del dott. Andrea Quadrio Curzio, Amministratore delegato di QC terme, e di rappresentanti di Azienda di promozione e sviluppo turistico Livigno, Colomion Spa, Parco naturale dei Nebrodi e JFC Srl tourism & management.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno della seduta odierna reca l'audizione, in videoconferenza, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle proposte per la ripresa economica delle attività turistico-ricettive della Montagna invernale, in funzione delle riaperture previste a partire dalla stagione 2021/2022, del dott. Andrea Quadrio Curzio, Amministratore delegato di QC terme, e di rappresentanti di Azienda di promozione e sviluppo turistico Livigno, Colomion Spa, Parco naturale dei Nebrodi e JFC Srl tourism & management. Do la parola al presidente Luca Moretti. Le chiedo di essere sintetico e di cercare di stare nei sei minuti, come è stato già comunicato. Grazie. Prego

  LUCA MORETTI, presidente dell'Azienda di promozione e sviluppo turistico Livigno (intervento da remoto). Certamente, buongiorno. Innanzitutto, grazie per questa opportunità. Come avete ben detto, siamo ormai in fase di apertura della stagione, quindi ci siamo già organizzati per riprendere da una stagione passata che purtroppo non c'è stata e ci troviamo ora costretti a fare i conti con i danni provocati da tutto ciò.
  Io rappresento una località che ha 1,5 milioni di presenze annue che è quella di Livigno e rappresento una montagna come quella della Valtellina che fa veramente fatica a ripartire in particolar modo per quello che concerne la possibilità di recupero e assunzione del personale qualificato, che in questo momento non si trova, per poter avviare la stagione. Oltre alle difficoltà del passato, questo personale non si riesce a reperire perché, probabilmente, le condizioni offerte dalla vicina Svizzera, ovvero la presenza di altre soluzioni ritenute migliori, hanno portato questi collaboratori a non presentarsi nei nostri luoghi di lavoro per essere assunti o a optare per altre soluzioni. Questa è una prima difficoltà per le nostre strutture ricettive e impiantistiche del mondo delle neve e in particolare anche per le realtà commerciali che siamo costretti ad aprire.
  Non so quale possa essere la soluzione, ma di certo la contribuzione che i nostri colleghi si trovano a dover pagare per assumere personale non è uguale a quella dei nostri competitor d'oltralpe, riferendomi in particolare alla Svizzera e all'Austria. Questa è una delle prime difficoltà.
  Voglio ancora aggiungere, brevemente, che una delle nostre difficoltà oggettive come competitor delle località più rinomate o che riescono a meglio intercettare l'offerta turistica invernale, che sono quelle della vicina Svizzera e dell'Austria, è la difficoltà nell'aprire il nostro demanio sciabilePag. 3 e contribuire ad avere un'offerta migliore, più ampia e più qualitativa.
  Il problema grosso non riguarda gli investimenti dei privati nel settore degli impianti a fune, ma le condizioni amministrative esistenti per poter creare e progettare impianti nuovi.
  Questi vincoli che, probabilmente, vengono gestiti in maniera diversa in luoghi diversi dalle nostre montagne, nella nostra realtà non ci permettono di poter esprimere una situazione migliore e più competitiva per poter attirare nuova clientela nazionale e dai Paesi stranieri.
  Questo cosa comporta? In primo luogo lo spopolamento delle montagne e, poi, un loro declassamento di fatto: le nostre montagne si riducono ad essere semplici località di seconda classifica e non di prima classifica quali sono le località montane dei nostri competitor.
  Questi che ho ricordato sono due temi veramente forti sui quali sento di poter dare indicazione a voi parlamentari – perché altrimenti chi meglio di voi? Credo di esser stato molto breve e conciso.

  NICOLA BOSTICCO, amministratore delegato Colomion Spa (intervento da remoto). Volevo affrontare la situazione delle località turistiche italiane che non sono collocate in regioni a statuto speciale, come il Trentino o la Valle d'Aosta, ma nelle regioni ordinarie, dove la difficoltà consiste soprattutto nel sostituire gli impianti di risalita con impianti più moderni.
  Una delle difficoltà che noi abbiamo, anche a seguito delle chiusure di questi anni, è sostituire per la sicurezza dei trasportati, e per un utilizzo anche estivo e destagionalizzato, i nostri impianti di risalita più obsoleti con impianti che possano essere efficienti. Ad esempio: immaginate che uno skilift non consente di portare le persone d'estate, mentre una telecabina è un impianto molto più sicuro che permette, inoltre, di evitare che i veicoli salgano per le strade montane provocando anche un notevole inquinamento nelle vallate alpine.
  A questo proposito noi in Piemonte abbiamo fatto uno studio con le università per far capire che gli impianti di risalita e lo sci devono essere intesi principalmente come un sistema di trasporto e di mobilità sostenibile, perché il nostro mestiere è quello di trasportare turisti dal fondovalle nelle zone più belle delle montagne e di farlo non con migliaia di veicoli, e inquinando, bensì a basso impatto per aree che sono controllate e ridotte rispetto all'interesse dell'arco alpino.
  Basta pensare che gli impianti di risalita sono presenti su meno dell'1 per cento del territorio alpino ma danno da vivere praticamente al 90 per cento dell'economia. In zone relativamente ristrette si riesce a produrre reddito per le persone che vivono la montagna.
  È assolutamente importante poter aiutare gli impianti di risalita anche in questa destagionalizzazione di attività che sta avvenendo sempre di più, ma che è ostacolata innanzitutto dal fatto che se noi d'inverno non riusciamo a essere competitivi, come diceva poc'anzi il mio collega da Livigno, noi non possiamo avere questi flussi di persone.
  L'anno passato vi è stata una vera campagna contro gli impianti di risalita che non tiene conto della realtà che noi rappresentiamo. Ad esempio, noi abbiamo bisogno di fondi per sostituire gli impianti di innevamento. Gli impianti di innevamento che noi usiamo sono spesso obsoleti e quelli più moderni usano meno energia e ancora meno acqua. Tuttavia, per darvi dei riferimenti, noi in Piemonte abbiamo calcolato che utilizziamo lo 0,03 per cento dell'acqua utilizzata in agricoltura, e l'acqua che utilizziamo è potabile. Che si ci interessi a questa quantità d'acqua irrisoria che consumiamo nelle nostre vallate che sono piene d'acqua e che non ci si interessi a quella utilizzata nell'agricoltura ha dell'incredibile.
  Come impatto di anidride carbonica prodotta, gli impianti producono il 2 per cento del ciclo turistico invernale. Noi produciamo il 2 per cento di CO2, mentre la parte dei trasporti, da quando i clienti arrivano con gli aerei e le macchine, produce il 75 per cento e il restante 20 per cento è rappresentato dai riscaldamenti. Immaginate quanto poco incidiamo nel ciclo del turismo.Pag. 4
  È vero che il turismo inquina, ma questo è tutt'altro capitolo. Se l'Italia vuole essere leader nel turismo deve affrontare il fatto che il turismo è uno spostamento e quindi inquina. Ma nel PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) noi vorremmo essere ricompresi nella parte di investimenti per la mobilità sostenibile, perché gli impianti di risalita oggi sono utilizzati anche in città per risolvere i problemi che i metrò non riescono a superare.
  Poter avere impianti di risalita moderni che attirano i clienti in zone che vengono controllate, monitorate e valorizzate dal punto di vista ambientale, poter avere impianti di innevamento moderni, significa avere ancora degli inverni che ci daranno l'opportunità di avere gli introiti che servono a sviluppare il turismo estivo.
  Nella nostra località siamo già al 20 per cento del giro d'affari che è realizzato d'estate con gli impianti di risalita, ma per poterlo fare gli inverni devono sostenerci economicamente.
  Io penso che in pochi anni moltissime stazioni di sci possono avere dei flussi turistici molto ben strutturati e far sì che non avremo problemi con il cambiamento climatico, ma per fare tutto questo bisogna essere supportati negli investimenti per cambiare gli impianti di risalita e cambiare gli impianti di innevamento.
  Gli ultimi trenta secondi li utilizzo per il problema dell'energia. Il costo dell'energia oggi è schizzato alle stelle: è triplicato. Ma sappiate che noi abbiamo dei consumi di energia piuttosto modesti rispetto a quelli delle fabbriche. Quindi sarebbe assolutamente possibile studiare un modello che alimenta le nostre regioni con dell'energia sostenibile, con delle quote magari di rimborso su questo investimento fatto da parte nostra, fisse nel tempo, evitando che ci siano sbalzi dei prezzi di mercato.
  Ad esempio, un parco solare o eolico nel caso piemontese può alimentare l'integralità delle 55 stazioni piemontesi con energia rinnovabile. Sono queste le cose che servono per attirare un turismo sostenibile per il nostro futuro. Grazie.

  DOMENICO BARBUZZA, presidente Parco naturale dei Nebrodi (intervento da remoto). Sì, buon pomeriggio a tutti. Intanto siamo un parco regionale, il Parco dei Nebrodi, che è il parco più grande della Sicilia e, se non ricordo male, il quinto in Italia. Ringrazio per l'opportunità che mi date.
  Io mi sono insediato un anno fa e in questo parco ho trovato delle difficoltà, però pian piano ci stiamo mettendo in riga per portare sempre più turismo sostenibile, come diceva chi mi ha preceduto.
  Le difficoltà che abbiamo consistono nel reperire il personale. Per esempio, abbiamo fatto un progetto neve che è sci di fondo, che purtroppo l'anno scorso non abbiamo potuto mettere in atto a causa della pandemia ma che speriamo di mettere in atto quest'anno. Chi si occupa di questo settore ha proprio la necessità di reperire personale e ha una difficoltà causata dal personale che ovviamente non rimane qui da noi, perché magari talvolta purtroppo è sottopagato. Un'altra causa, come mi riferiscono gli operatori, è che purtroppo il Reddito di cittadinanza ha contribuito a ridurre la possibilità di reperire personale.
  Un'altra cosa importante che gli operatori mi hanno fatto notare, ma che noto anche io, essendo figlio di questo territorio, riguarda le infrastrutture. Per raggiungere il Parco dei Nebrodi, che è posto a metà tra Messina e Palermo, abbiamo gli aeroporti di Catania e Palermo. Chi arriva da Palermo in un'ora e mezza arriva al centro del Parco dei Nebrodi, mentre chi arriva da Catania deve fare due ore di strada: mettiamo che avranno fatto un'ora o un'ora e mezza anche di viaggio in aereo e il risultato è che per arrivare a vedere le nostre bellezze ci vogliono cinque ore. Per un turista che in un'ora arriva da Milano a Palermo o a Catania e poi si deve fare due ore di macchina con le nostre autostrade, che sinceramente non sono delle migliori, non è agevole e ciò ci penalizza tantissimo. Infatti, spesso mi confronto con la politica locale e chiedo che nel PNRR ci possano essere delle somme per le nostre infrastrutture.
  Pensate che nella nostra zona non abbiamo il doppio binario, ma andiamo solamentePag. 5 con un'unica via di comunicazione e con un unico binario. Capite bene che se io sono a Roma e vado a Milano in due ore e mezza mentre per arrivare da Catania o da Palermo da noi ci vogliono almeno due ore, ciò ci penalizza tantissimo.
  Noi come Parco abbiamo sfruttato le nostre poche risorse, per esempio, per cercare di dare una mano ai nostri operatori, comprando circa 100 paia di sci da fondo e materiale che serve per aiutare i nostri imprenditori.
  Tuttavia, dal Governo centrale non arrivano le giuste risposte per poterci mettere non dico a livello dei nostri amici del Nord Italia, ma almeno per darci una mano in più per poter spendere queste risorse al fine di metterci nella condizione di essere anche noi competitivi.
  Le cause principali sono le vie di accesso al nostro territorio. Pensate che il Parco dei Nebrodi è 88 mila ettari, si estende su tre province con 24 comuni ed è molto vasto. Però noi vediamo una carenza di risorse per il nostro territorio. È solo questo che mi permetto di dire.
  La soluzione è poter investire qualcosa in più per la Sicilia, ma soprattutto per il territorio dei Nebrodi.

  MASSIMO FERUZZI, amministratore unico JFC Srl tourism & management (intervento da remoto). Sì, buongiorno, presidente, onorevoli deputati. Grazie per l'invito e per l'ascolto.
  Mi presento velocemente. Sono Massimo Feruzzi, amministratore delegato di JFC, società che si occupa di turismo e che da dodici anni segue l'Osservatorio Skipass Panorama Turismo, un osservatorio che analizza tutte le tendenze e l'andamento della montagna bianca italiana.
  Divido il mio intervento in due sezioni: una prima sezione di presentazione di alcuni dati e rilevazioni che abbiamo svolto nell'ultimo anno per avere il quadro della situazione della montagna bianca; la seconda parte è relativa alle proposte.
  Il primo punto. Partiamo da una considerazione: la montagna bianca è un territorio estremamente fragile ed è rappresentata da un'economia estremamente parcellizzata, divisa e frammentata in tutta la sua filiera.
  Tuttavia, questa economia, nel periodo pre-COVID-19, è stata in grado di garantire lavoro a 390 mila persone dipendenti. È un'economia decisamente interessante che rappresenta l'11,1 per cento del PIL (prodotto interno lordo) turistico nazionale.
  Negli ultimi due anni è inutile negare che è stata un'economia praticamente annientata. Segnalo infatti che nella stagione invernale 2018-2019, che è stata l'ultima stagione invernale completa – quella 2019-2020 è stata bloccata a causa della pandemia all'inizio di marzo, quindi all'ultimo mese – questa economia ha garantito un fatturato di 10 miliardi e 409 milioni di euro. Rapportando, invece, questo dato allo scorso anno, quindi alla scorsa stagione invernale, la situazione è estremamente diversa, poiché vi è una riduzione del 94,8 per cento del fatturato perché la stagione invernale 2020-2021 ha fatturato semplicemente 536 milioni di euro, grazie agli agonisti e a coloro che hanno potuto frequentare la montagna per motivi sportivi.
  Questa grande economia è divisa in tre sezioni: una sezione è legata ai servizi di noleggio attrezzature, maestri di sci e tutto ciò che rappresenta le discipline sportive che nell'ultimo anno ha fatturato solo 50 milioni di euro contro i 3 miliardi 891 milioni degli anni precedenti; il settore delle strutture alberghiere e di ospitalità, come alberghi, villaggi, malghe eccetera, che nell'ultimo anno, nell'ultima stagione invernale, ha fatturato 285 milioni contro i precedenti 3 miliardi e 751 milioni; il settore dei servizi della ristorazione, del commercio e delle attività ricreative e del divertimento che nell'ultimo anno ha fatturato 202 milioni contro 1 miliardo e 100 milioni di euro della stagione invernale precedente. Un fatturato generato da oltre 4 milioni, se consideriamo solo il mercato italiano di italiani che praticano discipline sportive in prevalenza sci alpino nel 58,3 per cento dei casi, poi snowboard 13,8 eccetera.
  Oltre a questi sciatori italiani vi sono poi coloro che frequentano la montagna per una visita giornaliera, ma molti di Pag. 6questi non sono sciatori. Poi vi è tutta la parte di quelli che abbiamo definito con approccio «slow», ovvero coloro che frequentano la montagna per il fatto dell'ambiente e la voglia di visitare un ambiente bianco e pulito, che pure rappresentano un'economia importante per la montagna bianca.
  Questa è una situazione che è completamente cambiata negli ultimi due anni a causa del COVID-19, ma soprattutto sono cambiati i profili delle persone che frequentano la montagna. Su questo ci sarebbe molto da dire, ma il tempo non me lo consente.
  Avanzo solo due considerazioni su questo elemento. Il primo è il tema delle famiglie. Bisogna considerare che questo tema è centrale per l'economia della montagna bianca, perché il 67,1 per cento delle lezioni di sci è rivolta ai bambini sino ai 12 anni. Le famiglie sono comunque il target primario della montagna bianca italiana e per questo bisogna rispondere con maggiori servizi dedicati alle famiglie con bambini, sia nelle strutture e negli impianti ma anche nella destinazione.
  Il secondo tema è quello dell'outdoor, il tema della possibilità e necessità di offrire a questi ospiti più opzioni per vivere la montagna open air, all'aperto. Queste persone vogliono vivere la montagna facendo anche attività sportive outdoor: quindi più attività con ciaspole, passeggiate e, comunque, vivere la montagna in maniera diversa.
  Oggi in che situazione ci troviamo? Ci troviamo in situazione molto difficile, perché se a fine ottobre, circa due mesi fa, le prospettive dell'inverno attuale erano decisamente positive – dalle rilevazioni fatte a fine ottobre le previsioni erano davvero positive –, ora invece si è tutto bloccato: notevoli disdette, blocco completo delle prenotazioni, situazione drammatica dai Paesi stranieri, perché è necessario dire che la riduzione e in questo caso l'annientamento delle presenze turistiche straniere, che rappresentano oltre il 50 per cento a livello nazionale delle presenze turistiche della montagna bianca, fa subito capire come questa economia quest'anno si troverà di nuovo in grandissima difficoltà.
  Passo al secondo punto, ovvero alle ipotesi di interventi di sostegno. Sarò breve in questo caso. Come hanno detto anche le persone che mi hanno preceduto, il primo problema sicuramente è quello del personale. Teniamo presente che dei 390 mila dipendenti classificati nel comparto della montagna bianca invernale, 168 mila sono occupati nei ristoranti, nelle pizzerie, circa 60 mila nei bar, nelle enoteche e nei pub e 103 mila negli hotel.
  Pensare che il «decreto flussi» dia la possibilità a sole 81 mila persone straniere, come è stato enunciato nei giornali di ieri, di venire a lavorare nel nostro territorio nazionale, fa capire come questo sia sicuramente un limite anche per favorire l'occupazione di persone e di manodopera in queste strutture.
  È necessaria anche la prosecuzione della cassa integrazione per i lavoratori del settore.
  Sempre legato al personale, ma non esclusivamente, legandosi anche al tema delle agevolazioni fiscali, è il tema del cuneo fiscale ridotto per le zone di montagna, perché questo permetterebbe al personale di avere uno stipendio più alto e di non spostarsi verso altre attività o altri luoghi.
  Dal mio punto di vista, è necessaria anche la sospensione dell'IMU (imposta municipale unica) anche per il 2023 almeno per il primo semestre. Molte altre misure sono state evocate anche nelle precedenti audizioni.
  Termino con una proposta e due indicazione. La proposta è quella di istituire a livello nazionale le giornate dello sport in montagna, ovvero fare in modo di avvicinare i giovani e i bambini delle scuole alla montagna bianca. Come hanno fatto negli ultimi anni sia il Veneto che il Piemonte dovrebbe essere quindi istituita una giornata nazionale dello sport in montagna – meglio sarebbe la settimana, ma mi rendo conto che non è possibile – o due giorni dedicati alle attività sportive montane, appunto per avvicinare i giovani e i bambini delle scuole alla montagna bianca.
  Passo alle due indicazioni. Bisogna porre la massima attenzione in questa fragile economia al tema della digitalizzazione e Pag. 7della sostenibilità. La digitalizzazione è essenziale per l'accesso al mercato da parte degli operatori e delle destinazioni montane, mentre la sostenibilità va intesa sia come ambiente...

  PRESIDENTE. La devo interrompere per chiederle se può riuscire a chiudere perché abbiamo i lavori dell'Aula che incombono su di noi. Mi perdoni.

  MASSIMO FERUZZI, amministratore unico JFC Srl tourism & management (intervento da remoto). Termino subito... dicevo: sostenibilità intesa sia come ambiente naturale sia come ambiente sociale, dove con ambiente sociale intendo le azioni e i comportamenti dell'uomo che sono essenziali per garantire un buon livello di condizioni di vita. Grazie a tutti per l'ascolto. Ho terminato.

  PRESIDENTE. Grazie, mi perdoni di nuovo, ma purtroppo abbiamo una tempistica molto stretta, perché abbiamo una serie di incombenze. Do la parola al dottor Andrea Quadrio Curzio, amministratore delegato di QC terme. Prego, dottore, anche per lei sei minuti.

  ANDREA QUADRIO CURZIO, Amministratore delegato di QC terme (intervento da remoto). Intanto grazie per l'invito. Io rappresento un gruppo che gestisce centri benessere termali diffusi soprattutto nel Nord Italia, uno a Fiumicino vicino a voi, uno anche in Francia e adesso ne stiamo aprendo uno anche a New York: è un gruppo che si sta internazionalizzando.
  Conosco abbastanza bene la montagna, perché siamo partiti da Bormio, dove abbiamo due centri, poi ne abbiamo uno vicino a Courmayeur, poi in Val di Fassa e anche nella montagna francese.
  Quello che mi sento di sottolineare da operatore del settore benessere termale sulla montagna è che la scelta dei turisti è sempre più una scelta legata alle motivazioni, dipendenti di solito dai servizi che vengono offerti dai territori. Spesso si tratta di combinazioni di sci e di terme, ma anche di altro: ad esempio, nel caso di Bormio è fortissimo il ciclismo, ma anche a Courmayeur o in Trentino, dove siamo presenti, ove ci sono le guide alpine e le mountain bike. Sono motivazioni e servizi, più o meno forti nei diversi periodi dell'anno, che costituiscono la ragione per cui i turisti scelgono un posto piuttosto che un altro.
  Tuttavia, spesso queste motivazioni e questi servizi non sono ben collegati tra loro, anzi sono molto parcellizzati, come osservava il dottor Feruzzi.
  Tutti quelli che scelgono la montagna spesso hanno come ragione di fondo una scelta che va verso la qualità di vita con ambienti poco antropizzati. Per questo motivo credo che questi servizi e queste motivazioni dovrebbero essere meglio collegati in un modo sostenibile, perché i turisti cercano la qualità di vita.
  Dal mio punto di vista misure favorevoli sono quelle che, ad esempio, incentivano lo sviluppo di una mobilità sostenibile come il potenziamento dei punti di ricarica per le biciclette elettriche piuttosto che servizi che colleghino questi territori che spesso coinvolgono diversi comuni, realizzando così maggiore forza attrattiva.
  Servirebbero anche degli incentivi allo sviluppo proprio di questi sistemi di trasporto che collegano i servizi e che probabilmente avrebbero una estensione limitata una volta partiti e strutturati. Questo probabilmente consentirebbe di avere un turismo qualificato, di offrire maggiori servizi più collegati, di avere maggiore turismo tutto l'anno. Ma avrebbe anche un riflesso sulla destagionalizzazione perché, essendo ogni motivazione più forte nel proprio periodo, ciò consentirebbe di far vivere queste località che spesso hanno una stagionalità molto forte e che non sono semplici da gestire per il personale e per i costi. Quindi, ciò consentirebbe una migliore efficienza positiva.
  Fatte queste considerazioni, credo che misure che incentivino lo sviluppo di operatori che si fanno carico dei collegamenti tra le diverse motivazioni e i servizi siano assolutamente auspicabili poiché avrebbero riflessi positivi su tutte le cose che sono state ampiamente spiegate molto bene Pag. 8dalle persone che hanno parlato prima di me.
  Credo di avervi fatto recuperare anche il tempo. Non mi sento di fare altre osservazioni. Vi ringrazio.

  PRESIDENTE. Bene, grazie a lei. Non vedo iscritti a parlare, quindi saluto gli intervenuti che ringrazio moltissimo. Se vorranno mandarci della documentazione saremo lieti di leggerla e di distribuirla a tutti i deputati e deputate.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.40.