XVIII Legislatura

X Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 4 di Martedì 14 dicembre 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Giarrizzo Andrea , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE PROPOSTE PER LA RIPRESA ECONOMICA DELLE ATTIVITÀ TURISTICO-RICETTIVE DELLA MONTAGNA INVERNALE, IN FUNZIONE DELLE RIAPERTURE PREVISTE A PARTIRE DALLA STAGIONE 2021/2022

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti dell'Associazione maestri sci italiani (AMSI), del Collegio nazionale maestri di sci italiani e del Collegio nazionale guide alpine italiane.
Giarrizzo Andrea , Presidente ... 3 
Bonelli Maurizio , presidente dell'Associazione Maestri Sci Italiani (AMSI) (intervento da remoto) ... 3 
Giarrizzo Andrea , Presidente ... 3 
Cuc Giuseppe , presidente del Collegio Nazionale Maestri di sci italiani ... 3 
Giarrizzo Andrea , Presidente ... 4 
Peterlongo Martino , presidente del Collegio Nazionale Guide alpine italiane ... 5 
Giarrizzo Andrea , Presidente ... 5 
Bonelli Maurizio , presidente dell'Associazione Maestri Sci Italiani ... 5 
Giarrizzo Andrea , Presidente ... 6 
Masi Angela (M5S)  ... 6 
Giarrizzo Andrea , Presidente ... 6 
Bonelli Maurizio , presidente dell'Associazione Maestri Sci Italiani (AMSI) (intervento da remoto) ... 6 
Giarrizzo Andrea , Presidente ... 7

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
ANDREA GIARRIZZO

  La seduta comincia alle 13.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna è garantita anche dalla trasmissione in diretta sul canale web-tv della Camera dei deputati.

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti dell'Associazione maestri sci italiani (AMSI), del Collegio nazionale maestri di sci italiani e del Collegio nazionale guide alpine italiane.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno della seduta odierna reca l'audizione, in videoconferenza, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle proposte per la ripresa economica delle attività turistico-ricettive della Montagna invernale, in funzione delle riaperture previste a partire dalla stagione 2021/2022, di rappresentanti dell'Associazione maestri sci italiani (AMSI), del Collegio nazionale maestri di sci italiani e del Collegio nazionale guide alpine italiane. Per l'associazione di maestri di sci italiani (AMSI) do la parola quindi al presidente Maurizio Bonelli ricordando che il tempo complessivo a sua disposizione per l'intervento è di circa sei minuti.

  MAURIZIO BONELLI, presidente dell'Associazione Maestri Sci Italiani (AMSI) (intervento da remoto). Grazie, presidente. Grazie dell'invito. Se lei e la Commissione siete d'accordo, io lascerei la parola, per iniziare, al signor Giuseppe Cuc, presidente del Collegio nazionale maestri di sci. Il mio intervento, a nome della mia associazione, seguirebbe poi quelli degli altri auditi, qualora lo permettiate.

  PRESIDENTE. Sì, per noi va benissimo. Prego.

  GIUSEPPE CUC, presidente del Collegio Nazionale Maestri di sci italiani (intervento da remoto). Buongiorno a tutti e grazie dell'invito. Noi siamo i maestri di sci italiani e rappresentiamo 15 mila professionisti, un lavoro svolto anche attraverso 400 scuole disseminate su tutto il territorio italiano, dall'Etna fino all'Alto Adige e alla Valle d'Aosta. Ovviamente abbiamo subìto quello che ormai tutti conoscete: la chiusura del 10 di marzo del 2020, e quindi il finale di stagione è stato interrotto con una perdita importante, e, inoltre, ricordo che purtroppo tutto lo scorso inverno siamo stati completamente bloccati e fermi. Questo per noi è stato un danno incredibile. Oggi siamo in una condizione di ripartenza, finalmente, ma la pandemia e quanto successo ha creato all'interno della nostra categoria un certo tipo di disagio e di difficoltà. Una difficoltà che, per taluni aspetti, già si era evidenziata negli anni scorsi. Mi spiego meglio. Quest'anno tanti tra di noi non hanno più dato la disponibilità e bisogna capire il perché. Il nostro non è più da considerarsi un vero e proprio mestiere, o comunque lavoro, perché i tempi lavorativi ammontano, in un anno, a circa 90 giorni, ovvero a tre mesi e mezzo nelle stazioni più importanti o più posizionate in altitudine. Però siamo una categoria estremamente indispensabile nel sistema montagna e nel sistema turistico. Vi do un dato. Se per caso durante le vacanze di Natale o di Carnevale, o comunque nei periodi dove siamo pieni, manca un maestro di sci per Pag. 4mille e più ragioni – magari perché si è fatto male il giorno prima – scoppia il finimondo. Perché, paradossalmente, mentre se la clientela prenota in una stazione, o cerca di andare in una stazione, e non trova posto in albergo cambia località, la stessa clientela quando trova posto in albergo pretende che il maestro di sci sia disponibile. Questo è un grandissimo problema, in specie quest'anno, perché a causa della pandemia, e vista la durata limitata della nostra attività, tantissimi maestri si sono organizzati diversamente e non avendo quest'anno certezze lavorative si sono orientati verso altri mestieri e altri lavori. Sottolineo che in ogni caso tutti hanno, di fatto, un'altra attività, non potendo sopravvivere con soli tre mesi di lavoro. Il nostro problema oggi è quello di rispondere da una parte al sistema turistico perché, ripeto, risulta un dramma non trovare il maestro di sci disponibile nella stazione di sci, e, dall'altra, sostenere tutta una serie di adempimenti per poter svolgere l'attività, completamente cambiati e molto più pesanti rispetto agli scorsi anni. Dieci, quindici o vent'anni fa, ad esempio, era sufficiente la comunicazione al comune e non era necessaria una polizza di Responsabilità civile (RC). Per carità, oggi queste cose sono imprescindibili: adesso c'è l'iscrizione all'albo, l'aggiornamento, la polizza assicurativa e l'acquisto dello skipass. Una volta lo skipass nelle stazioni veniva, magari, anche omaggiato e quindi il maestro di sci non pagava. Oggi il maestro di sci si ritrova già prima della partenza della stagione con una spesa importante e questo vale anche per i giovani che formiamo. Non è più un'attività appetibile per i giovani che noi formiamo, e il peso rappresentato dagli aspetti fiscali e dagli adempimenti richiesti è la ragione più forte di disaffezione. Noi abbiamo lavorato in questi mesi anche con il progetto di legge a favore delle zone di montagna e abbiamo, in questa sede, la possibilità di formulare una proposta che secondo noi potrebbe tamponare la situazione o comunque far sì che, soprattutto, i giovani che formiamo si avvicinino e rimangano attaccati al territorio di montagna. La formulazione è molto semplice: si ricollega all'articolo 69, comma 2, del TUIR (testo unico delle imposte sui redditi) di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e chiede che i redditi prodotti ai sensi anche dell'articolo 53 del TUIR medesimo dai maestri di sci, di cui alla legge 8 marzo 1991, n. 81, non concorrano a formare il reddito imponibile per un importo non superiore complessivamente a 10 mila euro. Questo permetterebbe ai maestri di sci che svolgono un'altra attività di lavorare tra le 150 e le 250 ore nei periodi di alto afflusso – soprattutto nei periodi di Natale, Carnevale e il sabato e la domenica: in questo modo potrebbero dare una mano, rendersi disponibili e contribuire al sistema montagna. Invece oggi succede che, addirittura, i commercialisti dicono loro che non conviene farlo, perché per tale attività si parte già con una spesa iniziale incredibile che è recuperabile con non meno di 200 o 300 ore di lavoro. Mentre per noi è importante avere la disponibilità di quei maestri che invece oggi come oggi non si rendono disponibili.
  Noi quindi abbiamo la proposta che ho appena riassunto e propongo a Bonelli di trasmettervela per cercare di lavorarci sopra nelle sedi opportune. Questo è un appello, un grido d'allarme perché le stazioni di sci senza i maestri di sci hanno veramente difficoltà a dare risposte concrete e corrette alla clientela: chiediamo sforzi e impegno agli enti, al Ministero e a tutti per far arrivare in Italia i clienti, ma se non siamo in grado di dare il servizio che i nostri clienti, i nostri ospiti, si attendono allora c'è chiaramente qualcosa che non funziona. Non è nemmeno positivo che si rischi di perdere tutta la gioventù del territorio che anziché restare legata alla montagna sceglie altre strade e altri orizzonti.

  PRESIDENTE. La ringrazio. A questo punto mi sembra di capire che il dottor Maurizio Bonelli abbia preferito far parlare direttamente il presidente Giuseppe Cuc, se non sbaglio. Ora passo al Collegio nazionale guide alpine italiane e do la parola al Presidente Martino Peterlongo. Anche a lui ricordo che abbiamo solo sei Pag. 5minuti e quindi lo invito a mantenersi nei tempi a disposizione, grazie.

  MARTINO PETERLONGO, presidente del Collegio Nazionale Guide alpine italiane (intervento da remoto). Buongiorno a tutti. Grazie presidente e grazie ai deputati presenti per questo invito. Io sarò il più possibile sintetico nel cercare di fare una fotografia dei due anni precedenti. Diversamente dai maestri di sci, le guide alpine e gli aspiranti guida, gli accompagnatori di media montagna e le guide vulcanologiche che sono coordinate all'interno del Collegio nazionale e distribuiti in 14 collegi regionali e provinciali che compongono l'arco alpino e le regioni appenniniche, godono del vantaggio di avere un'attività stagionale invernale ed estiva e quindi il biennio ha avuto a luci e ombre. Le luci corrispondono in maniera abbastanza chiara alle riaperture delle due stagioni estive e le ombre corrispondono alle due stagioni invernali. Nel primo anno (il 2020), rispetto ai maestri di sci, penso che siamo stati più penalizzati perché la maggior parte delle nostre attività che si svolgono in ambienti invernali (faccio riferimento agli accompagnamenti con le racchette da neve piuttosto che allo sci-alpinismo o all'eliski, con l'elicottero e con successivo fuoripista) si svolgono nella seconda metà dell'inverno o tendenzialmente in primavera. Quindi con la chiusura di marzo e aprile i nostri professionisti sono rimasti completamente bloccati. Per inciso voglio ricordare che la maggior parte delle guide lavora in forma di libera professione individuale e parzialmente in forma di scuole di alpinismo: quindi è un panorama piuttosto variegato che si riverbera sui recuperi che abbiamo potuto vedere singolarmente o in forma associata. Nel secondo inverno, quello passato, noi abbiamo parzialmente subìto la chiusura degli impianti da sci mentre le attività in montagna erano di fatto libere, ma ristrette dalla mobilità sia delle professioni che della clientela. Di base la nostra professione è transfrontaliera: molti di noi lavorano a cavallo delle regioni e degli Stati di confine, in Francia piuttosto che in Svizzera, se non piuttosto, addirittura, quando non si fanno lavori nei Paesi del nord Europa. Questa attività è stata completamente bloccata e i nostri clienti non hanno potuto raggiungerci. Se posso dare un'indicazione generale, segnalo che abbiamo subito più danni dal secondo inverno che dal primo, mentre questa estate l'attività è ripresa fortunatamente bene. Penso che queste possono essere le informazioni necessarie alla Commissione. Grazie.

  PRESIDENTE. Benissimo, la ringrazio. Chiedo a Bonelli se, prima degli interventi dei commissari, ha intenzione di aggiungere qualcosa.

  MAURIZIO BONELLI, presidente dell'Associazione Maestri Sci Italiani (AMSI) (intervento da remoto). Grazie presidente. Vorrei solo integrare l'intervento del presidente Cuc che ha posto l'accento sullo spopolamento, sì, della montagna, ma anche dei nostri professionisti, i maestri di sci e di chi si avvicina alla nostra attività. Al di là dell'aspetto prettamente sportivo e turistico vorrei sottolineare – lo ha già ripetuto il collega Cuc – il ruolo che hanno le scuole di sci e i maestri di sci nelle località. La legge demanda ai maestri di sci e alle scuole di sci un ruolo di sicurezza pubblica, soccorso e protezione civile in caso di eventi straordinari che si possono verificare nelle località montane. Inoltre come ben potete immaginare il ruolo del maestro è anche quello di educatore, di formazione e di insegnamento del rispetto del territorio e di come si vive la montagna. Si tratta di un ruolo che va al di là del semplice insegnante sportivo e del gesto atletico o sciistico nel caso particolare. Inoltre ha un ruolo molto importante dal punto di vista del far apprezzare la montagna e quindi come attore nella filiera dell'offerta turistica. Voglio aggiungere, rispetto a quanto ha detto il presidente Giuseppe Cuc, che le difficoltà che noi stiamo vivendo e le difficoltà, soprattutto, che hanno tanti giovani nel rimanere in montagna e nell'avvicinarsi a questa attività, peraltro, bellissima sono dovute al carico di adempimenti amministrativi, fiscali e tributari, in genere, che sono pesantissimi per un'attività che dura, al massimo, tre mesi l'anno, o tre mesi e Pag. 6mezzo per le località più fortunate in termini di presenza di neve e soprattutto per le località in quota. Per questo l'appello che noi rivolgiamo è questo: abbiamo superato un periodo estremamente complicato, difficile, e sono arrivati dei ristori che hanno parzialmente accontentato i maestri di sci, ma il giusto ristoro è poter lavorare e poter rispondere a quelle che sono le esigenze della clientela turistica che si avvicina alle nostre montagne. Noi abbiamo superato questo periodo e speriamo di averlo archiviato però è importante per il futuro riuscire a portare a casa, se è possibile, una riforma o comunque un intervento legislativo che possa tener conto di questa situazione molto particolare che non aiuta la nostra professione. Parlo della modifica all'articolo 69, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, come anche anticipato dal presidente Cuc, ipotesi sulla quale stiamo lavorando anche all'interno del tavolo tecnico-scientifico per la montagna nella bozza della legge sulla montagna. Annuncio quindi che vi faremo avere il testo della proposta, con nota a parte, nei prossimi giorni. Grazie, presidente.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Chiedo se ci sono interventi da parte dei colleghi deputati. Masi, prego.

  ANGELA MASI. Grazie, presidente. Ringrazio gli ospiti di quest'oggi. Io vorrei che, magari, nei documenti che ci invieranno nelle prossime ore e nei prossimi giorni, si possano fare dei focus su sostegno e supporto di cui comunque il settore del turismo – e turismo della montagna a maggior ragione, dato che è il tema delle audizioni – ha necessità nei prossimi mesi, perché chiaramente, come sappiamo, dopo il periodo post natalizio e post festivo si ha un chiaro declino della domanda che si riattiva e rianima nel periodo primaverile e poi in quello estivo. Partendo da un periodo di difficoltà, a maggior ragione ne avrà il settore nel post festività.
  Io spero, anche dalle parole del Ministro Garavaglia, che sul tema anche della cassa integrazione ci sia una reale volontà del Governo e che questa si concretizzi già nei prossimi giorni, ma credo che sul tema del turismo e turismo della montagna, del turismo organizzato, quindi sia lato imprese, sia lato professionisti, sia lato dipendenti e lavoratori, è necessario avere ancora un supporto in questo periodo di difficoltà. Ripeto, a maggior ragione dopo la fase festiva.
  Mi piacerebbe dagli ospiti di quest'oggi avere una serie di spunti relativi tanto al supporto a breve termine, che il Governo e il Parlamento devono fornire per sostenere realmente il settore, quanto anche, visto che abbiamo il PNRR che invece ha una visione di medio e lungo termine e quindi di investimenti, a come si può aiutare il turismo di montagna ad aumentare il livello di qualità – anche se già parliamo di qualità, perché parliamo di professionisti, ospitalità già di un ottimo livello –, quindi accrescerla ulteriormente, per diversificare l'offerta legandola più a un turismo sostenibile e responsabile. Quindi sarebbe utile avere questi focus relativi al breve termine ma anche al medio e lungo termine, in un'ottica di PNRR. Grazie.

  PRESIDENTE. Benissimo. Non vedo ulteriori richieste di intervento da parte dei deputati. Abbiamo circa un minuto per dare una risposta all'onorevole Masi e comunque ricordo, come la stessa Masi chiedeva, che nelle note di integrazioni che vorrete trasmettere potrete inserire tutto. Vi invitiamo a inviarle al più presto e se avete voglia di dare già una risposta adesso potete farlo tranquillamente, altrimenti ditemi voi.

  MAURIZIO BONELLI, presidente dell'Associazione Maestri Sci Italiani (AMSI) (intervento da remoto). Per quanto riguarda un'ottica a medio e lungo periodo, in riferimento al PNRR, la proposta che abbiamo comunicato, seppure in maniera sintetica, per quanto riguarda la categoria dei maestri di sci (modifica dell'articolo 69, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986) va proprio in quella direzione, cioè va inserita in un contesto a medio e lungo, cioè a regime, e si dovrà Pag. 7evidentemente fare riferimento a quelli che sono i fondi e le disponibilità che il PNRR mette a terra.
  Per quanto invece riguarda un aspetto molto più ravvicinato dei tempi, la stagione invernale, è chiaro che è bene chiarire che la nostra, come maestri di sci, è una professione. Siamo dei liberi professionisti, quindi non potremo accedere ad altre forme di aiuto, come disoccupazione o quant'altro. Quindi per noi l'ausilio è: uno, che le regioni rimangano aperte e che non ci sia un problema di passaggio di colore e si vada in arancione o in rosso, con la conseguenza che la gente non potrebbe più muoversi. L'importante è che i turisti si possano muovere. È pacifico che si potranno muovere, per venire a sciare, coloro che vivono in una certa situazione economica, sufficientemente adeguata per poter sostenere anche una vacanza turistica.
  Due: è importante che gli impianti di risalita rimangano aperti oltre che le regioni non passino di colore. Quindi il discorso è molto più ampio e purtroppo noi possiamo incidere poco, se non dando il buon esempio come stiamo facendo. Terzo, nel caso malaugurato che ci fosse un passaggio in zona arancione o rossa, dare comunque la possibilità ai maestri di sci di poter esercitare la propria attività, almeno con i ragazzi fino a 18 anni, al pari di quanto avviene nel mondo dello sport. Comunque anche in zona rossa, almeno durante la passata stagione, era ammessa la possibilità di poter esercitare l'attività sciatoria finalizzata alla preparazione agonistica, ciò che creava delle grosse disparità all'interno della nostra categoria: maestri di sci allenatori che potevano esercitare e maestri di sci non allenatori, ma comunque maestri di sci con lo stesso livello di grado e di iscrizione all'albo, che non potevano esercitare. Inoltre si creava anche una grossa disparità fra i ragazzini, visto c'era il ragazzino che poteva andare a sciare – perché iscritto ad un'associazione sportiva – accompagnato dai genitori e il ragazzino che non poteva sciare.
  Noi chiediamo eventualmente come maestri, nel malaugurato caso si dovesse cambiare colore e quindi gli spostamenti fossero messi in difficoltà o addirittura bloccati – consentendo solo gli spostamenti per coloro che fanno dell'agonismo –, di poter continuare la nostra attività almeno con i ragazzi fino a 18 anni di età per dar loro la possibilità di vivere lo sport, di stare all'aperto e di non subire un'altra stagione invernale come è stata quella passata. Sono due blocchi ben diversi. Spero di aver in qualche modo contribuito a chiarire le posizioni. Grazie.

  PRESIDENTE. Benissimo, la ringrazio. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.40.