XVIII Legislatura

X Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 3 di Mercoledì 24 novembre 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Nardi Martina , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE PROPOSTE PER LA RIPRESA ECONOMICA DELLE ATTIVITÀ TURISTICO-RICETTIVE DELLA MONTAGNA INVERNALE, IN FUNZIONE DELLE RIAPERTURE PREVISTE A PARTIRE DALLA STAGIONE 2021/2022

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Associazione nazionale esercenti funiviari (ANEF) e Federfuni Italia.
Nardi Martina , Presidente ... 3 
Formento Andrea , presidente di Federfuni Italia (intervento da remoto) ... 3 
Nardi Martina , Presidente ... 4 
Ghezzi Valeria , presidente nazionale dell'Associazione nazionale esercenti funiviari (ANEF) (intervento da remoto) ... 5 
Nardi Martina , Presidente ... 6 
Sut Luca (M5S)  ... 6 
Binelli Diego (LEGA)  ... 7 
Nardi Martina , Presidente ... 7 
Formento Andrea , presidente di Federfuni Italia (intervento da remoto) ... 7 
Ghezzi Valeria , presidente nazionale dell'Associazione nazionale esercenti funiviari (ANEF) (intervento da remoto) ... 7 
Nardi Martina , Presidente ... 7 

ALLEGATO: Memoria trasmessa dall'Associazione nazionale esercenti funiviari (ANEF) ... 9

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
MARTINA NARDI

  La seduta comincia alle 14.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna è garantita anche dalla trasmissione in diretta sul canale web-tv della Camera dei deputati.

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Associazione nazionale esercenti funiviari (ANEF) e Federfuni Italia.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno della seduta odierna reca l'audizione, in videoconferenza, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle proposte per la ripresa economica delle attività turistico-ricettive della Montagna invernale, in funzione delle riaperture previste a partire dalla stagione 2021/2022, di rappresentanti di Associazione nazionale esercenti funiviari (ANEF) e Federfuni Italia. Do la parola a Andrea Formento per Federfuni Italia.

  ANDREA FORMENTO, presidente di Federfuni Italia (intervento da remoto). Buon pomeriggio. Intanto vi volevo ringraziare per l'attenzione che ci avete riservato. Possiamo partecipare e possiamo darvi il nostro contributo per lavorare intorno a questa ripartenza che è sempre più difficile. È difficile perché abbiamo dei problemi economici derivanti naturalmente dall'interruzione della stagione 2019-2020 e per l'impossibilità di poter esercitare la nostra attività nella stagione 2020-2021. E poi, naturalmente, ci sono tutte le incertezze per ciò che, proprio in questo momento, è all'oggetto della discussione del Governo in merito alle precauzioni e agli eventuali interventi che devono essere fatti per limitare il diffondersi del virus. Certamente ciò va a sommarsi, pertanto, a tutte le difficoltà che abbiamo avuto fino a oggi, soprattutto nelle località minori che hanno più difficoltà a essere strutturate.
  Questa pandemia ha reso evidente l'importanza degli impianti di risalita nel complesso del sistema economico della montagna italiana: senza gli impianti di risalita la montagna italiana si ferma e pertanto si ferma tutta la sua economia. Pertanto riteniamo fondamentale che, proprio in questo momento di grande difficoltà, il sostegno più importante sia rivolto a quello che è un po' il motore dell'economia montana, pur riconoscendo a tutte le altre componenti un'importanza estremamente rilevante: il settore degli impianti di risalita. Sottolineo che l'importanza di tali interventi e la riflessione che si svolge in questo momento è tanto più necessaria in funzione, anche, del fatto che nel 2026 nel territorio italiano – Milano-Cortina – ci sarà l'evento delle Olimpiadi. Pertanto, in questa occasione, tutta la montagna italiana dovrà essere nelle condizioni migliori per poter rappresentare al meglio il territorio e quella che è un'eccellenza del nostro territorio.
  Per questo riteniamo importante che anche all'interno della vostra discussione sia affrontata e approfondita l'opportunità di riuscire a legare l'evento Milano-Cortina 2026 a tutta la montagna italiana, nelle diverse sue espressioni, tanto nel territorio alpino che in quello appenninico, per far sì che l'immagine che verrà offerta dal nostro territorio e le ricadute economiche possano essere le più importanti possibili, e che dal Pag. 4punto di vista dell'offerta turistica trovi rappresentazione non solo la montagna ma tutto ciò che le gira intorno e che, pertanto, possa essere valorizzata, da un punto di vista turistico, anche la destinazione «montagna».
  Come Federfuni Italia, riteniamo importante rappresentare la situazione italiana come un unicum, cioè un territorio inteso unicamente, che deve anche avere le stesse possibilità di attirare contributi pubblici in ogni suo punto. Come ben sapete, ci sono invece territori che sono diversificati non solo per collocazione geografica, ma anche per identità politica e istituzionale: c'è differenza di opportunità tra le località che appartengono a regioni a statuto ordinario e quelle che fanno parte delle regioni e delle province autonome. Queste ultime, infatti, per le caratteristiche della loro istituzione di appartenenza, hanno a disposizione maggiori risorse rispetto alle località montane delle regioni a statuto ordinario.
  Proprio nel momento in cui l'economia della montagna, ma in generale tutto il Paese, riparte dopo il primo effetto della pandemia – emergenza che speriamo finisca presto – è necessario che gli interventi legislativi vadano incontro a quelle che sono le esigenze di quei territori che in questo momento soffrono un po' di più proprio per la mancanza di risorse (e per la mancanza di risorse anche da spendere), cosa che ha generato un gap di differenza qualitativa tra le due realtà menzionate, cioè le regioni e province autonome da una parte e le regioni e province a statuto ordinario dall'altra. Gap differenziali che riguardano tutti gli aspetti: impianti di risalita, offerta turistica complessiva alberghiera e commerciale, infrastrutture.
  Oggi abbiamo una possibilità importante, quella offerta dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, che crediamo possa e debba essere sfruttata proprio per garantire che nell'immediato futuro sia data la possibilità di riuscire a colmare, almeno in parte, questo gap. La richiesta da parte nostra è quindi che venga prestata un'attenzione molto particolare per quelle realtà appenniniche e alpine che si configurano come stazioni local. Peraltro, da questo punto di vista, per tali località c'è anche la possibilità di utilizzare un percorso preferenziale per quanto riguarda i profili che riguardano i rapporti con la Commissione europea in termini di aiuti di Stato. Infatti la Commissione europea, quando ha affrontato il tema degli impianti di risalita, ha evidenziato il fatto che le località che utilizzano, o che possono utilizzare, clientela di prossimità devono essere sostenute da aiuti di Stato – ripeto, lo dice la stessa Commissione europea –, da aiuti da parte del Governo e delle regioni, affinché possano sopportare una presenza turistica deficitaria legata com'è al fatto di accedere a mercati estremamente limitati come sono quelli di prossimità. Questo ha dato la possibilità, pertanto, di essere salvi dall'applicazione dei criteri dell'Unione europea in materia di aiuti di Stato e di poter intervenire su queste strutture, poste nelle stazioni local, senza limite di contributo. Questo è uno degli aspetti fondamentali.
  Noi crediamo anche che la discussione della legge di bilancio, che è in corso al Senato e che sembra, concretamente, avrà una sola lettura, potrà essere l'occasione per dare dei primi segnali importanti andando a rinvigorire e a rafforzare la capacità di intervento, che oggi è prevista in 30 milioni di euro, a favore delle stazioni local, per migliorarne le strutture, ma anche per cercare di prevedere interventi a sostegno delle gestioni di queste stazioni sciistiche.
  Crediamo inoltre che le risorse possano essere attivate anche tramite i risparmi che ci potrebbero essere in relazione ai ristori per i quali, peraltro, proprio lunedì abbiamo concluso la rendicontazione. Crediamo che le risorse ci siano ma anche che sia necessaria una chiara volontà politica affinché vengano sostenute principalmente le località più marginali in questa difficile situazione.

  PRESIDENTE. Presidente Formento, la devo interrompere perché abbiamo un tempo limitato. La ringrazio, poi la verrò a trovare visto che sono di quelle parti. Do la parola alla presidente nazionale Valeria Ghezzi, presidente di ANEF, ricordando Pag. 5anche a lei che il tempo a disposizione è di circa sei minuti. Prego, presidente.

  VALERIA GHEZZI, presidente nazionale dell'Associazione nazionale esercenti funiviari (ANEF) (intervento da remoto). Onorevole presidente, onorevoli deputati, grazie per l'invito e per l'ascolto. ANEF è l'associazione che riunisce il 90 per cento degli impiantisti italiani, dalle Alpi agli Appennini, grandi ma anche piccoli. Oggi peraltro in questa sede rappresento in realtà anche il sistema montagna di Confindustria: per dare un'idea, ad esempio, rappresento associazioni come Assosport, Federturismo, Confindustria Alberghi, cioè il mondo della montagna nel suo insieme.
  La montagna è un sistema, una filiera economica e sociale, orizzontale e verticale, integrata e interdipendente. Questa complessa natura, che ci è propria, è emersa con molta chiarezza nel corso dell'ultimo inverno, quando il settore aggregato, bloccato per il fermo degli impianti di risalita che ne sono il volano, ha perso il 93 per cento. Gli impianti di risalita hanno perso il 98 per cento. Le conseguenze di questo fermo le vedremo probabilmente nel medio termine, con la vera sfida che sarà restare al passo coi tempi, con gli investimenti e soprattutto con i mercati d'oltralpe.
  Come dissi già in un'altra audizione, la montagna italiana ha vissuto – e spero veramente di poter parlare al passato – il suo momento più buio dal dopoguerra a oggi. Se aggiungo a questo il fatto che la montagna da Nord a Sud, dalle Alpi agli Appennini, rappresenta di fatto un terzo del territorio italiano, capite bene come il vostro tempo e la vostra attenzione sono fondamentali per il nostro futuro.
  Parto parlando di un tema forse un po' inflazionato ma senz'altro attuale: la sostenibilità. Sappiamo che la sostenibilità ha tre pilastri: ambientale, economico e sociale. Un'economia di montagna solida è il primo requisito per evitare lo spopolamento – quindi una conseguenza sociale – e anche l'abbandono del territorio – quindi una conseguenza ambientale. Sono fenomeni già in atto prima della pandemia sui nostri territori, ma per avere un'economia di montagna solida questa economia va sostenuta. Io proverò a riassumere sinteticamente le proposte che come sistema vogliamo fare e che troverete poi in maggior dettaglio nel documento che abbiamo depositato questa mattina (vedi allegato).
  Parto dal PNRR, perché è senz'altro la più straordinaria delle opportunità. Parliamo di infrastrutture di comunicazione sia per la mobilità che per i dati, fondamentali per la montagna. Incentivi agli investimenti esigono sia l'adeguamento tecnologico che l'ambiente. Bisogna investire se vogliamo migliorare. Ma parliamo anche di interventi per la sicurezza orografica e idrogeologica. Gli impianti a fune curano con molta attenzione le porzioni di territorio loro affidate: ma queste sono minime rispetto alla vastità e alla grandezza del territorio. Noi dove siamo facciamola presidio, facciamo da argine anche a molti eventi naturali sempre più estremi. Ma non basta, il territorio è grande. Serve anche l'intervento dello Stato.
  Poi parliamo di ambiente. Lavorare in montagna è costoso e difficile per i disagi dovuti alla logistica e alla distanza: ma lavorare in montagna impone un livello di attenzione altissimo all'ambiente naturale straordinario che abbiamo la fortuna di avere. È il nostro patrimonio di cittadini prima ancora che di imprenditori. Siamo i primi a volerlo tutelare, non a doverlo, ma per questo abbiamo bisogno anche di un sostegno.
  Ma oltre al PNRR servono interventi che forse guardano in maniera strategica al futuro della montagna italiana, e sto pensando al nostro confronto con i Paesi d'oltralpe. Parliamo di occupazione. Abbiamo bisogno di occupazione di qualità, e in questo momento invece ci troviamo di fronte alla paura, perché dopo lo scorso inverno le persone hanno paura ad accettare un lavoro stagionale. Abbiamo bisogno di incentivi per tornare a dare fiducia alle persone perché vengano a lavorare in montagna, e abbiamo bisogno di incentivi per la riqualificazione e la formazione perché solo così avremo occupazione di qualità anche in montagna.
  Altri temi che ci sono cari sono la cultura e lo sport: rafforzare lo studio della Pag. 6montagna nelle scuole, perché fin da bambini bisogna avvicinarvisi; inserire nel calendario scolastico una Giornata della montagna per favorire un avvicinamento. E poi parliamo di comunicazione. Abbiamo bisogno di comunicare il patrimonio della montagna italiana a livello nazionale – e abbiamo un Ministero del turismo, che per noi è una grande risorsa – e a livello internazionale – e abbiamo l'ENIT (Ente Nazionale Italiano per il Turismo) –, con un obiettivo che è di tutto il sistema: allungare le stagioni, destagionalizzare, fornire occupazione di qualità. Questo è l'entusiasmo che ci porta a guardare al futuro.
  Devo però chiudere per forza accennando, necessariamente, alla situazione di oggi. Guardiamo al futuro con entusiasmo, ma peccheremmo di superficialità se non vedessimo la situazione attuale. La nostra caratteristica è quella di concentrare il 90 per cento degli incassi in quattro mesi, gli skipass, da dicembre ad aprile, ma anche di lavorare e pagare gli stipendi per dodici mesi. Siamo forse, come ANEF, l'unico settore strettamente legato al turismo invernale che ha un terzo di dipendenti a tempo indeterminato, perché da maggio a novembre prepariamo l'inverno. Lo abbiamo fatto nel 2020, lo abbiamo rifatto nel 2021. Voi capite che siamo allo stremo oggi, e oggi vediamo una recrudescenza del virus. Siamo fiduciosi, siamo ottimisti perché ci sono i vaccini. Tuttavia siamo preoccupati. Però l'incertezza di questi giorni ha bloccato le prenotazioni, ha causato disdette. Non parliamo poi dell'estero che per molti rappresenta il 50 per cento del fatturato e che è in condizioni peggiori dell'Italia.
  Noi abbiamo percepito, e lasciatemi dire anche apprezzato molto, la volontà chiarissima del Governo quest'anno di tenere aperta la montagna, ma non possiamo oggi escludere che i contraccolpi di questa situazione ricadano ancora una volta su aziende e territori già allo stremo. A questo punto dobbiamo chiedervi di essere pronti a supportarci ancora una volta, se questo fosse necessario. Sia ben chiaro, noi preferiamo lavorare, ma se fosse necessario – credo che non dipenda da nessuno di noi – dovremo tornare a chiedervi aiuto. Come? Facilitando l'accesso al credito, facilitando l'accesso alla ristrutturazione del debito, con esenzioni e riduzioni di imposta. Vi ricordo che gli alberghi hanno avuto l'esenzione dall'IMIS (imposta immobiliare semplice), ma gli impianti a fune non l'hanno avuta (e pagano l'IMIS!). Dovete aiutarci con incentivi alle imprese che sosterranno investimenti produttivi e che garantiranno l'occupazione, con incentivi su occupazione e formazione.
  Questi sono i problemi più grossi che ci stanno di fronte e che siamo pronti ad affrontare, ma sui quali chiediamo il vostro supporto e il vostro aiuto. Io vi ringrazio. La struttura di ANEF e io personalmente restiamo assolutamente a vostra disposizione per qualsiasi chiarimento e per qualsiasi cosa non fosse chiara nel documento che vi abbiamo lasciato. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente Ghezzi. È una preoccupazione anche nostra e per questo abbiamo inteso fare questo ciclo di audizioni. Siamo anche qui giustamente per ascoltare e poi per poter provare a proporre delle soluzioni. Comunico che comunque la documentazione che lei ha citato è stata inviata a tutti i colleghi. La trovate su GeoCamera e potete prenderne visione. Do la parola ai deputati che hanno chiesto di intervenire.

  LUCA SUT. Grazie. Ringrazio gli intervenuti. Avremo modo di approfondire anche il documento che ci avete inviato. Personalmente, ricordo che noi, come Movimento 5 Stelle, siamo anche usciti, ieri, perché siamo convinti che non si debba arrivare assolutamente a una nuova chiusura anche quest'anno, in quanto con la gestione corretta del Green Pass o di quello di cui si sta parlando in questi giorni, del Super Green Pass, siamo convinti che si possa operare in sicurezza e non chiudere nuovamente, anche quest'anno, gli impianti.
  Vorrei farvi però una domanda: pensate che ci possano essere altre misure da integrare a quelle previste, che potreste proporci, per evitare ulteriori chiusure, tenendo presente la premessa che ho fatto Pag. 7secondo cui comunque già con la gestione corretta del Green Pass, secondo noi, non dovrebbe servire altro. Grazie.

  DIEGO BINELLI. Grazie, presidente. Ringrazio anch'io gli auditi per i contributi esposti. È ovvio che anche noi auspichiamo che la stagione, che è già partita nelle nostre località turistiche, possa avere un prosieguo tranquillo per tutto il decorso dell'inverno. È stato fatto un passaggio sul ragionamento degli investimenti. Volevo chiedere agli auditi, soprattutto con riferimento agli impianti a fune, quanto possa essere importante provvedere alla proroga delle misure previste da «industria 4.0», eventualmente in quale misura potrebbero essere soddisfacenti per aiutare gli investimenti sugli impianti a fune. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Chiedo se ci sono altri colleghi che intendano prendere la parola. Non mi sembra. A entrambi chiederei di poter rispondere alle due domande che sono state fatte dai deputati che sono intervenuti. Chiaramente siete liberi di mandarci anche ulteriore documentazione e approfondimenti. Noi sicuramente ne faremo tesoro, perché la fase di audizioni non è ancora completata. Do la parola velocemente, veramente per un flash, sia al presidente Formento sia poi alla presidente Ghezzi. Prego, presidente Formento.

  ANDREA FORMENTO, presidente di Federfuni Italia (intervento da remoto). Grazie per le domande. Ulteriori misure: noi riteniamo che già oggi la situazione, per quanto riguarda la nostra attività che si svolge principalmente all'aperto, sia adeguatamente supportata, adeguatamente analizzata e con misure che siano corrispondenti agli eventuali pericoli che ci possono essere.
  Per quanto riguarda l'industria 4.0, noi come associazione rappresentiamo soprattutto le realtà più piccole che oggi hanno grossi problemi a fare investimenti. Per cui il sostegno che chiediamo è più riferito ad accompagnare queste realtà per uscire dalle difficoltà che ci sono già oggi, e anche attraverso l'impegno delle regioni e degli enti locali con una loro partecipazione a eventuali capitali o interventi di sostegno. È più difficile intervenire su «industria 4.0» perché, in ogni caso, è un ulteriore accrescimento del debito che già oggi per le nostre stazioni è decisamente importante. Troverete anche nel mio documento, che invierò oggi pomeriggio, ulteriori spunti per quanto riguarda il sostegno alle nostre aziende. Grazie.

  VALERIA GHEZZI, presidente nazionale dell'Associazione nazionale esercenti funiviari (ANEF) (intervento da remoto). Grazie. Per quanto riguarda altre misure, io non credo siano necessarie proprio per la natura dello sci all'aria aperta e per il fatto che lo sci come attrezzo è un distanziatore naturale. Io credo che le misure siano sufficienti. Il nostro timore è, purtroppo, che anche in assenza di una chiusura si faccia fatica ad andare in vacanza. Purtroppo il timore è di non riuscire a far lavorare tutte le località, che siano delle Alpi o degli Appennini, perché, come vi ho detto prima, noi siamo un sistema. Perché lavorino gli impianti servono gli alberghi pieni. Se gli alberghi e gli impianti sono pieni il sistema montagna, che è fatto di maestri di sci, di noleggi, di ristoranti, di negozi, funziona. Se gli alberghi sono vuoti, gli impianti lavorano parzialmente, con un po' di clientela magari giornaliera, ma chiaramente poi a fine stagione, siccome siamo un'attività ad altissimi costi fissi, questo diventa un problema. Faremo i conti alla fine. Incrociamo le dita e speriamo che il virus non ci faccia impazzire.
  Per quello che riguarda «industria 4.0», invece, rilevo che è una misura molto apprezzata dal settore degli impianti di risalita – anche dagli alberghi ma soprattutto direi dagli impianti, dove gli investimenti sono molto pesanti. Sicuramente il nostro auspicio è di incentivare l'evoluzione tecnologica nel mondo dell'innevamento, che porta anche al risparmio energetico. È un tema anche di sostenibilità del mondo dei battipista. «Industria 4.0» per noi sarebbe sicuramente molto auspicabile.

  PRESIDENTE. Grazie davvero. Ci auguriamo che l'Italia possa vedere al più presto Pag. 8l'uscita da questo virus, che sicuramente colpisce tutti e soprattutto voi che siete più esposti, in quanto ad oggi c'è una recrudescenza del virus e sta iniziando l'inverno. Un grande in bocca al lupo e vi saluto anche a nome della Commissione.
  Autorizzo la pubblicazione, in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna, della documentazione consegnata (vedi allegato).
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.55.

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