XVIII Legislatura

IX Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 21 di Mercoledì 18 settembre 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Morelli Alessandro , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE NUOVE TECNOLOGIE DELLE TELECOMUNICAZIONI, CON PARTICOLARE RIGUARDO ALLA TRANSIZIONE VERSO IL 5G ED ALLA GESTIONE DEI BIG DATA .

Audizione di rappresentanti dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM).
Morelli Alessandro , Presidente ... 3 
Arena Filippo , segretario generale dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato ... 3 
Morelli Alessandro , Presidente ... 6 
Arena Filippo , segretario generale dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato ... 7 
Morelli Alessandro , Presidente ... 8 
Zanella Federica (FI)  ... 8 
Arena Filippo , segretario generale dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato ... 8 
Morelli Alessandro , Presidente ... 9

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio: Misto-C10VM;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO MORELLI

  La seduta comincia alle 9.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle nuove tecnologie delle telecomunicazioni, con particolare riguardo alla transizione verso il 5G ed alla gestione dei big data, l'audizione di rappresentanti dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM).
  Ringrazio l'avvocato Filippo Arena, segretario generale dell'Autorità, per avere accettato l'invito della Commissione e gli cedo la parola per lo svolgimento della relazione introduttiva.

  FILIPPO ARENA, segretario generale dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato. Grazie, presidente, buongiorno a tutti. Grazie dell'invito, perché l'Autorità è sempre assolutamente disponibile per poter fornire il proprio contributo tecnico a voi che siete i decisori politici, quindi la circostanza che abbiate pensato anche a noi ci rende molto lieti.
  Il tema è molto complesso, abbiamo inviato un contributo scritto che poi potrete guardare con calma, quindi mi limiterò a qualche cenno complessivo sui temi più rilevanti e per il resto sono a vostra disposizione e l'Autorità è a vostra disposizione se dovessero sorgere altri quesiti o dubbi.
  Questa volta siamo effettivamente alle soglie di un cambiamento epocale nell'era delle comunicazioni, per l'impatto sull'economia e l'impatto anche sulla democrazia. Il 5G offre la possibilità per cui i dati viaggeranno quattordici volte più veloci rispetto alle reti4G.
  Questa volta l'Italia è in anticipo rispetto a tutti gli altri Paesi europei con lo svolgimento delle gare, che hanno portato anche a ricavi importanti per il bilancio dello Stato. L'Autorità l'ha seguita e ha dato i propri pareri, al fine di verificare che fossero svolte secondo modalità soddisfacenti sul piano della concorrenza, al fine di consentire che anche un nuovo soggetto entrante potesse avere delle frequenze a propria disposizione.
  Questo è avvenuto e l'Autorità sta continuando a seguire l'evolversi di tale operazione, ma rischiamo di perdere l'anticipo che abbiamo ottenuto bandendo prima le gare, perché quello che purtroppo sta avvenendo e su cui siamo intervenuti è che risultano emanate una serie di normative locali e regionali che sono difformi dal quadro regolatorio nazionale e si traducono in una serie di ostacoli per l'implementazione delle infrastrutture necessarie affinché il 5G possa funzionare veramente.
  Questo è un punto su cui siamo intervenuti e che mi permetto di sottolineare, perché la frammentazione delle regolazioni spesso ingiustificatamente restrittive della possibilità di installare questi impianti si Pag. 4può tradurre nella perdita del tempo che invece abbiamo guadagnato rispetto ad altri Paesi europei e che sarebbe bene non perdere.
  Evidentemente il mondo del 5G sta aprendo anche tutta una serie di problemi dal punto di vista concorrenziale. Avrete letto dell'accordo Telecom-Vodafone per la condivisione delle infrastrutture relative al 5G, che potrebbe anche ampliarsi ad alcune infrastrutture esistenti del 4G, e c'è anche un accordo in fieri tra Wind e Fastweb per riuscire a coprire nel prossimo decennio il 90 per cento della popolazione. Si tratta quindi di una serie di accordi che sicuramente possono essere forieri di sinergie, efficienze, riduzione dei costi e quindi hanno una loro giustificazione e razionalità economica. Ovviamente bisogna stare attenti che però questo non abbia delle ricadute che dal punto di vista concorrenziale potrebbero essere pericolose e devono essere svolte in modo tale che non venga meno non soltanto il profilo della concorrenza statica, che è quella sui prezzi, ma anche l'importante profilo della concorrenza dinamica, ossia stimolo agli investimenti, all'innovazione e ai migliori servizi.
  Su questo punto non posso dire molto di più, perché prima o poi l'Autorità su tutti questi temi si dovrà pronunciare sia in sede nazionale che in sede europea, quindi qui mi fermo. Al riguardo, in ogni caso, desidero segnalare che l'atteggiamento dell'Autorità non è monolitico, dogmatico, estraneo alle valutazioni di tutti i fattori che concorrono quando si realizzano questi accordi. Ricordo, ad esempio che qualche tempo addietro vi fu un accordo Telecom-Fastweb per costituire la società comune Flash Fiber, per cui l'Autorità aprì un'istruttoria, finalizzata a vedere se potesse essere considerata un'intesa restrittiva della concorrenza, perché faceva venir meno gli incentivi agli investimenti ed altri profili. Tuttavia, una volta presentati impegni idonei a superare queste criticità, che si risolvevano nella costruzione di un sistema che consentiva di risparmiare i costi e in efficienze da traslare a valle anche al cittadino, ha accolto gli impegni e ha quindi ritenuto di chiudere l'istruttoria.
  Dico questo soltanto come testimonianza di un approccio laico, rispetto ai vari temi, ad una percezione chiara che siamo in un ambito in cui i costi degli investimenti per le imprese sono importanti e trovare il punto di equilibrio non è semplicissimo, ma ci si può riuscire, e noi siamo pronti a farlo.
  L'altro tema che ha un impatto concorrenziale ma non solo con l'avvento del 5G riguarda la cosiddetta net neutrality, la neutralità della rete. Inizia negli Stati Uniti, non trova ancora un assetto ben definito, perché tra il Presidente Obama e la FTC (Federal trade commission) emergono dei dubbi su chi fosse legittimato ad adottare certe regolazioni, impugnano lì e ancora siamo in attesa della decisione del Distretto di Columbia (questo a testimonianza che non è vero che solo in Italia c'è sempre un contenzioso che lascia margini di incertezza, questa volta negli Stati Uniti lo hanno aiutato).
  Da noi risulta in vigore il regolamento n. 2120 del 2015 (TSM–Telecoms Single Market – Regulation), rubricato «Salvaguardia dell'accesso a un'Internet aperta», che detta in modo molto equilibrato le regole per la gestione della rete. Senza entrare nel dettaglio, il punto è uno: non è possibile dare la preferenza alla trasmissione, al passaggio dei dati sulla rete sulla base di argomentazioni puramente economiche, le distinzioni che possono essere fatte hanno a che vedere invece con oggettive diversità del servizio che deve essere reso, quindi l'accesso all'uno o all'altro deve essere informato alla non discriminazione, ma alla ragionevole diversità del servizio e alla proporzionalità dei temi svolti.
  Dal punto di vista concorrenziale i risvolti sono chiari, perché non subordinare la velocità e la possibilità di far passare i propri dati e le proprie attività economiche sulla rete 5G che non debba essere necessariamente basata soltanto sulla maggior forza economica comporta che anche tutte le start up innovative non si vedranno lese dalla circostanza che ci sono i big che pagano di più e hanno maggior spazio. Mi permetto però di sottolineare che questo ha che fare anche con uno dei pilastri degli Pag. 5ordinamenti democratici moderni, la libertà di espressione, di cui all'articolo 21 della Costituzione, di cui all'articolo 10 della convenzione.
  Sapete che questo è un dibattito che nel diritto costituzionale esiste da sempre, c'è il massimo diritto di espressione e libertà del pensiero, dopodiché, se non ci sono i mezzi e le possibilità perché questo pensiero e questa espressione vada, resta soltanto sulla carta.
  Per quanto riguarda invece il discorso relativo alla sicurezza cibernetica che la Commissione ha chiesto di approfondire, le interazioni tra concorrenza e sicurezza dipendono da come vengono declinate le storie, perché esiste una serie di storie che possono essere declinate per cui sorgono alcuni problemi e, se le si muove in altre direzioni, ne sorgono altri.
  Senza andare nel dettaglio voglio dire che dovremmo cercare il più possibile di dare un quadro certo, condiviso e stabile rispetto alle regole che si intendono dettare per questo settore, perché l'intervento episodico, sincopato tramite decreti legge non convertiti, tramite decreti attuativi non risulta utile.
  Poiché stiamo parlando di investimenti importanti e ci lamentiamo sempre che quello che manca per la crescita del PIL sono gli investimenti, dovremmo essere in grado di dettare uno scenario all'interno del quale chi deve prendere decisioni di investimento significative, con ricadute dal punto di vista della crescita economica e occupazionale, sappia che quella è la storia e che non cambierà domani, perché questo tipo di atteggiamento, che peraltro non vale soltanto in questo settore, ma vale in generale, è uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo degli investimenti. Anche ora, se bisogna rimettere mano a questo decreto-legge di luglio (non convertito per le note vicende politiche intervenute) al fine di identificare un quadro condiviso e stabile rispetto al Golden power con la possibilità di stipulare contratti che abbiano a che fare con la tecnologia 5G con soggetti estranei al perimetro dell'Unione europea, lo dovremmo fissare in modo possibilmente chiaro e stabile.
  L'altro elemento che concorre e ha un ruolo centrale una volta adottato il 5G è il tema dei dati. I dati hanno invaso la nostra società, la nostra vita, continueranno ad essere sempre più importanti, le autorità, l'Antitrust e l'AGCOM hanno condotto un'indagine conoscitiva congiunta di cui abbiamo reso note a luglio le linee guida (i rapporti delle singole Autorità complete usciranno a breve). L'Antitrust sotto questo profilo, anche anticipando le linee guida, ha affermato il principio per cui l'utilizzo dei dati a fronte del quale non vi è un corrispettivo ha tuttavia un valore economico, perché tutta una serie di servizi vengono resi senza un corrispettivo economico, ma nel contempo i dati vengono ceduti e quei dati hanno un valore commerciale, tra l'altro spesso non vengono date indicazioni agli utenti sull'utilizzo che di quei dati verrà fatto.
  Noi siamo intervenuti sia nei confronti di Facebook, sanzionandola, proprio perché non era chiaro all'utente cosa sarebbe stato fatto dei suoi dati, e anche nei confronti di WhatsApp, perché in quel caso invece veniva prospettato che, ove non fosse stato dato un certo consenso, non sarebbe stato possibile usufruire del servizio, cosa che era del tutto falsa. Questo per quanto riguarda l'ambito della tutela del consumatore.
  Per quanto riguarda il profilo della concorrenza, è un tema che dipende molto dalla struttura che verrà data alla nuova tecnologia. Ci possono essere momenti che prevedono un servizio intermedio del collegamento da smartphone e cloud computing e in quel caso bisognerà stare attenti a verificare quali sono i meccanismi di interoperabilità. Laddove vi sia invece un collegamento diretto tra dispositivi smart bisognerà stare attenti a che non ci siano profili di lock-in. Tutto dipende quindi da come viene costruito e sotto questo profilo l'Antitrust non è idonea a dettare le regole, segnala quali sono i profili di eventuale criticità, rimettendo a chi deve occuparsene la scelta.
  Tutto questo richiede la seguente osservazione: da quello che si è potuto notare anche da alcune riflessioni fatte negli Stati Pag. 6Uniti, accordi che hanno a che fare con la sicurezza tendenzialmente non sono un rischio concorrenziale. Quello che può essere un rischio dal punto di vista concorrenziale sono invece accordi tesi ad abbassare o limitare gli standard di sicurezza per certi sistemi tecnologici fondati dal 5G. In quel caso ci potrebbero essere assetti per cui il risultato che si andrebbe a ottenere è la limitazione o abbassamento dei livelli di sicurezza, che invece sono fondamentali. Bisogna quindi trovare un punto di caduta, considerato che i minori costi in questa fase per rendere sicuri i sistemi poi nel lungo periodo potrebbero tradursi in costi ben maggiori non soltanto dal punto di vista economico, ma in termini di sicurezza del Paese.
  In sintesi, bisognerà trovare un quadro complessivo che tenga conto di tutta una serie di equilibri complicati e difficili tra diverse esigenze, ma che si traduca in questo quadro normativo certo, all'interno del quale chi opera in questo settore possa svolgere i propri investimenti nel nuovo sistema digitale da cui dipendono anche tutta un'altra serie di profili che hanno a che fare invece con la realtà materiale, quali le smart cities, l’Internet of things e tutto quello che deriva da questo nuovo assetto, che in prospettiva è idoneo a cambiare radicalmente molti aspetti del nostro modo di vivere.
  Vi ringrazio e per quanto non dettagliatamente illustrato rimando alla relazione scritta.

  PRESIDENTE. Grazie mille per questo contributo.
  Vorrei approfondire alcuni argomenti. Come saprà, questa indagine conoscitiva è iniziata tempo fa, abbiamo avuto molte interlocuzioni, alcuni operatori ci hanno evidenziato alcuni aspetti che riguardano soprattutto il quadro economico che negli ultimi anni, come voi sapete perfettamente, ha reso difficile e sempre minore la redditività della loro attività. Soprattutto l'ingresso, avvenuto pochi mesi fa, di un nuovo operatore ha causato grossi scossoni, aggiungendo problemi a un quadro di redditività sempre inferiore.
  La domanda che faccio quindi ad un soggetto che svolge un ruolo tecnico è questa: la ricerca della concorrenza pura, non voglio dire selvaggia, ma della concorrenza assoluta, porta sempre un quadro positivo, se è vero come è vero che probabilmente per i cittadini italiani il costo di questo tipo di servizi è un costo inferiore rispetto ad altri cittadini europei? Dall'altra parte, però, c'è il rischio di scontare, con una redditività inferiore soprattutto per le grandi aziende, un calo di investimenti soprattutto sulla copertura, che è il nostro obiettivo principale.
  È oggettivo che, se un'azienda di questo genere deve fare degli investimenti, li farà in maniera importante sulle aree di più alta redditività commerciale, cosa assolutamente legittima, ma il nostro scopo dovrebbe essere invece quello di contribuire alla massima diffusione del servizio, evitando che ci sia la totale copertura e a volte addirittura sovrabbondanza nelle cosiddette «aree nere» e un calo del servizio nelle aree grigie e bianche.
  Visto che è stato toccato e mi piacerebbe approfondire questo tema, ci ha già annunciato che ci sarà un dossier su questo argomento, ma se ci può anticipare qualcosa su quali sono gli interventi sui quali state lavorando per quanto riguarda appunto il tema dei dati, perché oggettivamente si potrebbero porre una serie di problemi.
  Il primo, da lei esposto in maniera chiarissima, è il fatto che spesso ci sia una richiesta di dati che non rende pienamente cosciente il cliente di quello che sta facendo. Dall'altra parte, vedendo il rovescio della medaglia, una difficoltà culturale, non dovuta per forza al fatto che l'utente medio sia ignorante rispetto a quello che sta facendo, ma perché la corsa è talmente veloce e l'aggiornamento è talmente veloce che o sei uno che lavora nel settore oppure è francamente difficile stare al passo con tutte le modifiche legislative e di innovazione tecnologica.
  In questo quadro, soprattutto visto che l'innovazione tecnologica sarà sempre più veloce, secondo voi a livello ideale (poi ragioneremo su come renderlo pratico) nei Pag. 7prossimi anni, vista la situazione attuale che rischia di essere di anarchia, come si potrà agire da un punto di vista culturale per cercare di rendere edotti i clienti e obbligare le aziende che fanno un determinato business sui dati a rendere trasparente, chiaro, evidente l'utilizzo che poi faranno dei nostri dati?

  FILIPPO ARENA, segretario generale dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato. Sono due temi diversi ed entrambi particolarmente rilevanti. Sul primo punto, per essere chiari, per quanto riguarda l'Antitrust e la concorrenza come background di fondo direi che non c'entra Adam Smith, per cui c'è la mano invisibile del mercato che regola, il mercato è una costruzione artificiale, necessita degli interventi dell'uomo perché funzioni.
  Dico questo perché spesso c'è questa sorta di idea strana per cui secondo l'Antitrust non bisogna intervenire perché le imprese, il mercato, la domanda, l'offerta sono ingannevoli, perché non è così e bisogna distinguere a seconda dei diversi ambiti. Ci sono alcuni ambiti, per esempio quelli di monopolio o comunque dove c'è il fallimento del mercato, dove è necessaria una regolazione ex ante, che non spetta all'Antitrust, ma spetta alle diverse autorità di regolazione a seconda dei vari settori. L'Antitrust interviene laddove restano spazi vuoti nella regolazione e dove ci siano comportamenti anche in astratto conformi alla regolazione ma utilizzati strumentalmente, e in quel caso interviene sanzionando quei comportamenti.
  Per quanto riguarda l'idea dei prezzi che scendono e degli investimenti che vengono fatti mi rendo perfettamente conto del problema, perché anche le imprese vengono da noi ad esprimere questo tipo di preoccupazione, tuttavia quello è un tema rispetto al quale l'Antitrust non può intervenire per dire che bisogna alzare i prezzi perché devono essere coperti gli investimenti, non è un profilo che rientra nella nostra missione, e sono assetti che vanno identificati secondo altri modelli, però anche qui pensare di tornare a tariffe regolate in un ambito che invece è stato oggetto di piena liberalizzazione e che si è tradotto oggettivamente in una competizione che non opera soltanto sui prezzi, ma anche sotto il profilo dell'innovazione ha dato una quantità di servizi ai cittadini non è facilissimo.
  Se ricordate il duplex della SIP (Società italiana per l'esercizio telefonico), io ero piccolo però ricordo che alzavi il telefono e non potevi telefonare perché stava parlando il vicino di casa, dopodiché, se si guastava qualcosa, chiamavi la SIP e dovevi recitare tutto il rosario, quindi questo è il lato positivo, mentre il lato complicato da gestire è che c'è stata questa corsa alla competizione selvaggia sotto il profilo dei prezzi, con la possibilità di non avere le risorse adeguate per sviluppare gli investimenti necessari.
  Piuttosto che pensare a interventi che sconsiglio e che non sono neanche plausibili dal punto di vista del diritto europeo, l'idea di far sì che vengano agevolate tutte le imprese che hanno vinto la gara sul 5G e hanno speso un sacco di soldi per poter realizzare questi investimenti in modo da avere ritorni economici al fine di coprire i costi sostenuti e fornire servizi sempre più innovativi per tutti questo sì, e questo allo stato attuale non è previsto.
  Se volete vi mando la segnalazione che abbiamo fatto, perché in tutta Italia ci sono regioni e comuni che fanno ognuno come gli sembra più opportuno, peraltro mettendo una serie di ostacoli significativi per lo sviluppo delle reti, e questo non aiuta chi ha investito tutti quei soldi e, al di là dell'investimento dei soldi, non aiuta lo sviluppo della tecnologia, che per il Paese rimane un punto assolutamente centrale, quindi è necessario un quadro regolatorio unico e proporzionato.
  Spesso si afferma che dobbiamo stare attenti perché ci sono profili legati alla salute, e certo, chi li mette in dubbio? Però la proporzionalità della misura rispetto a un valore assoluto quale quello della salute va identificata secondo criteri tecnici e tecnologici avanzati. Noi abbiamo un assetto che rispetto anche all'Organizzazione mondiale della sanità è molto più avanzato, certo la salute è importante, fondamentale, però occorre fare in modo che questo si Pag. 8possa tradurre in concreto, muovendo da dati dal punto di vista mondiale accertati dalle organizzazioni preposte; ciò consentirebbe questo sviluppo, che è fondamentale al di là della giusta, legittima, sacrosanta esigenza delle imprese di rientrare degli investimenti fatti per acquisire le frequenze, anche per far sì che il nostro Paese possa godere effettivamente di questo slancio dal punto di vista tecnologico importante.
  Le aree nere e le aree bianche. Qui ci si è posti il tema dell'infrastruttura e sono state assunte una serie di decisioni, per cui si sono divise tra aree nere e aree bianche, e le aree bianche, quelle a fallimento di mercato, sono state oggetto di gare per chi doveva avere l'assegnazione (anche su questo però mi consentirete di stare sulle generali, perché è in corso un procedimento rispetto allo svolgimento delle gare), con contributi da parte dello Stato che l'Unione europea ha ritenuto pienamente legittimi e senza alcun profilo di contrasto con la disciplina degli aiuti di Stato, perché il digital divide va sicuramente colmato, cioè non possiamo pensare che a Milano tutti investano perché i profili di redditività sono massimi mentre alcuni entroterra del sud vengono abbandonati.
  Questo tema è stato affrontato e siamo intervenuti con pareri specifici, in modo tale da guidare anche le modalità di costruzione delle gare, quindi lo schema in astratto c'è stato e ha anche funzionato (non mi fate dire di più perché non posso, perché c'è anche un procedimento in corso).
  L'altro tema dei dati è centrale, lei ha perfettamente ragione. Invierò alla Commissione alcune note che riassumono i temi affrontati, ma non è per niente semplice perché, esattamente come diceva lei, presidente, abbiamo la necessità di mettere a conoscenza il consumatore di tutte le ricadute di un proprio assenso rispetto alla concessione dei dati a chi li prende per fornire certi servizi, senza demonizzarli, perché questi dati presi e utilizzati in un certo modo poi saranno quelli che consentiranno a tutti noi di avere una vita assolutamente più semplice. Questo però purché sia chiaro, cioè bisogna che chi dà il proprio consenso sappia cosa verrà fatto di quei dati, e invece spesso questo non avviene.
  Abbiamo fatto un'indagine a campione e abbiamo evidenziato che circa la metà delle persone che non sapeva che i propri dati sarebbero stati utilizzati a fini commerciali ha comunque detto che tale aspetto non le interessava pur di avere quel servizio senza tirare fuori 1 euro, posizione assolutamente legittima perché non dobbiamo entrare nelle scelte del singolo cittadino, ma il presupposto di fondo perché questa cosa possa avere un senso è che gli utenti vengano messi a conoscenza delle conseguenze delle scelte, mentre spesso tutto ciò non si sa. La trasparenza rispetto alle modalità di utilizzo dei dati che vengono ceduti è decisiva perché ognuno possa fare le proprie scelte. Sotto questo profilo potranno esserci anche ricadute concorrenziali importanti, perché se il consumatore è a conoscenza di tutti i dati, può indirizzare le proprie scelte da una parte o dall'altra, a seconda del modello di informazione ed economico che gli si propone.
  Vi invierò un ulteriore documento di sintesi su tali questioni, e a breve, quando uscirà il nostro rapporto finale che sarà più corposo, sarà mia cura farvelo avere.

  PRESIDENTE. Do la parola ai deputati che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.

  FEDERICA ZANELLA. Mi riaggancio al discorso finale in relazione ai big data, nel senso che è chiaro, ovviamente, che vi sia una complementarietà tra la tutela della concorrenza e la tutela del consumatore, quindi se questo è quello a cui ci si riferisce e se prevedete comunque azioni concrete, a prescindere da quelle che dovremo prevedere noi, perché abbiamo fatto un'indagine approfondita sul 5G e dovremo capire come metterla a frutto. Sulla base delle risultanze finali voi avete intenzione di porre in essere azioni concrete?

  FILIPPO ARENA, segretario generale dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato. Per quanto riguarda la prima parte Pag. 9senz'altro, cioè non c'è dubbio che c'è un'interazione e una connessione strettissima tra tutela della concorrenza e tutela del consumatore nel modo più assoluto, l'una influenza l'altra, tutelando la concorrenza (non i singoli concorrenti) questo si traduce nell'esistenza di un mercato all'interno del quale il cittadino può godere di migliori servizi, più innovativi, a prezzi sempre più competitivi. La ricaduta quindi è immediata.
  C'è anche un'inferenza al contrario, perché, tutelando il consumatore e mettendolo nelle condizioni di fare delle scelte consapevoli rispetto ai vari servizi offerti, la domanda è in grado di avere anche un effetto pro-concorrenziale, quindi sotto il primo profilo nulla quaestio, c'è una sorta di crasi difficilmente scioglibile.
  Per quanto riguarda gli interventi, alcuni li abbiamo già fatti, e citavo il caso Facebook, il caso WhatsApp, che sono stati i primi casi, con punti di equilibrio rispetto alla tutela della privacy, perché abbiamo ambiti e settori che si toccano. Secondo me una lettura equilibrata dei vari plessi normativi posti a presidio dei cittadini con istituzioni in grado di dialogare può essere un campo, un'esperienza, un settore in cui le istituzioni collaborano nell'unico interesse condiviso e pubblico della tutela dei diritti del cittadino.
  In questo caso è stato fatto, perché siamo intervenuti ma senza andare a sanzionare il profilo, perché sarebbe spettato non a noi, ma al garante della privacy. Spesso questo confine è labile, però se ci si sta attenti e si sa di cosa si parla, interventi paralleli da parte di entrambi possono risolversi nel risultato per cui tutti lavoriamo: il benessere pubblico.

  PRESIDENTE. Ringrazio il segretario generale dell'Autorità garante della concorrenza e del Mercato (AGCM) per il suo prezioso contributo e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 10.10.