XVIII Legislatura

VIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 9 di Martedì 5 marzo 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Terzoni Patrizia , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUI RAPPORTI CONVENZIONALI TRA IL CONSORZIO NAZIONALE IMBALLAGGI (CONAI) E L'ANCI, ALLA LUCE DELLA NUOVA NORMATIVA IN MATERIA DI RACCOLTA E GESTIONE DEI RIFIUTI DA IMBALLAGGIO

Audizione di rappresentanti della Federazione Gomma Plastica – Confindustria.
Terzoni Patrizia , Presidente ... 3 
Bergaglio Marco , vicepresidente di Federazione Gomma Plastica – Confindustria ... 3 
Terzoni Patrizia , Presidente ... 6 
Manca Alberto (M5S)  ... 6 
Terzoni Patrizia , Presidente ... 7 
Bergaglio Marco , vicepresidente di Federazione Gomma Plastica – Confindustria ... 7 
Manca Alberto (M5S)  ... 7 
Bergaglio Marco , vicepresidente di Federazione Gomma Plastica – Confindustria ... 7 
Terzoni Patrizia , Presidente ... 8 

ALLEGATO – Documentazione depositata dalla Federazione Gomma Plastica – Confindustria ... 9

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
PATRIZIA TERZONI

  La seduta comincia alle 13.25.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti della Federazione Gomma Plastica – Confindustria.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui rapporti convenzionali tra il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) e l'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) alla luce della nuova normativa in materia di raccolta e gestione dei rifiuti da imballaggio, l'audizione di rappresentanti della Federazione Gomma Plastica – Confindustria, che ringrazio per la loro presenza.
  Cedo la parola al vicepresidente, con delega all'ambiente, Marco Bergaglio, per lo svolgimento della sua relazione.

  MARCO BERGAGLIO, vicepresidente di Federazione Gomma Plastica – Confindustria. Buongiorno a tutti. Ringrazio il presidente e gli onorevoli membri della Commissione dell'opportunità di presentare il nostro punto di vista relativamente all'argomento dell'indagine che state facendo.
  Rappresentiamo la Federazione Gomma Plastica, l'aggregazione di Assogomma e di Unionplast, che nel 2005 si sono unite. Rappresentiamo gli interessi dell'industria della gomma, dei cavi elettrici e della trasformazione delle materie plastiche.
  La nostra Federazione associa non solo quindi i trasformatori delle materie plastiche, ma anche selezionatori e riciclatori. Questo credo sia importante da sapere.
  Assogomma e Unionplast hanno settanta anni di esperienza di vita associativa insieme. Rappresentiamo qualche centinaia di imprese del settore, con circa 45.000 addetti, accomunati da un concreto impegno volto alla crescita in un'ottica di sviluppo sostenibile.
  Federazione Gomma Plastica persegue la costante crescita del settore verso un miglioramento continuo, anche attraverso il monitoraggio e la partecipazione attiva alla realizzazione di processi di normazione, regolamento e standardizzazione. Lo fa anche attraverso la stipula e la stesura del contratto nazionale di lavoro.
  La nostra filiera è rappresentata da circa 5.000 imprese, più di 100.000 addetti, con un fatturato di circa 15 miliardi. Il nostro moltiplicatore del PIL della filiera è 2,38 e il moltiplicatore delle unità di lavoro è pari a 2,74.
  L'utilizzo di materiali termoplastici nel 2017 è stato di circa 5,8 milioni di tonnellate, con una crescita del 2,5 per cento. Parliamo di materiali che hanno sempre più largo uso nella vita di tutti i giorni.
  La nostra Federazione nazionale è confederata poi con le altre Federazioni europee all'interno di EuPC (European Plastics Converters), che ci rappresenta a livello europeo, attraverso la quale abbiamo presentato nel 2018 un voluntary commitments per rispondere alle richieste di natura europea all'interno della Strategy on Plastics, assieme ad altri partner che sono indicati in una slide contenuta nel documento che depositiamo.Pag. 4
  Abbiamo fissato al 2040 degli obiettivi di raccolta di materiali plastici in generale del 50 per cento e in particolare quelli per imballaggio al 70 per cento. Questa è una richiesta di tipo europeo, che prevede degli impegni dell'industria di tipo volontario.
  Sempre attraverso la nostra Federazione nazionale abbiamo aderito al progetto MORE, un progetto che mira a dare evidenza e monitorare l'utilizzo delle materie prime plastiche provenienti dal riciclo dei rifiuti, con l'obiettivo di massimizzare la crescita progressiva.
  A livello nazionale, invece, abbiamo iniziato a fare delle attività, in partnership con altre istituzioni e altri enti, che sono spesso sfociate in campagne di stampa a livello nazionale. Nel documento sono citati alcuni esempi.
  Una delle iniziative che ci ha contraddistinto, che è iniziata lo scorso anno e continuerà poi anche negli anni futuri, è l'istituzione del Tavolo permanente del riciclo di qualità, insieme e in collaborazione con CONAI, COREPLA, ENEA, ISPRA e Legambiente.
  Assieme a questi partner abbiamo condiviso un'area di lavoro comune, un percorso, che mira a migliorare la qualità dei polimeri derivati dal riciclo, mira ad ampliare la gamma e la quantità di impiego dei polimeri riciclati, spinge a ripensare e a riprogettare i prodotti nell'ottica dell'ecodesign e mira ad educare maggiormente alla gestione corretta dei rifiuti di plastica.
  Una delle iniziative che ha portato avanti il Tavolo del riciclo di qualità è stata quella di richiedere un credito d'imposta a favore delle aziende che trasformano e impiegano nei loro prodotti una quota minima e che trova traccia anche nella legge di bilancio.
  Un'altra attività che il Tavolo, assieme a ISPRA, Legambiente ed ENEA, ha messo in azione è stato un decalogo della plastica monouso. La plastica monouso è sicuramente uno dei prodotti che più sono sotto l'attenzione sia legislativa che dei consumatori e quindi abbiamo pensato di dare, con questi partner, una risposta chiara e condivisa, con l'obiettivo di diminuire l'immesso al consumo.
  Come vedete nel documento, nella slide che tratta il tema della plastica monouso, al punto 1 parliamo di un utilizzo della plastica monouso solo quando è necessario. Chiaramente, per chi la trasforma e chi la produce è un'autolimitazione. Stiamo sicuramente cercando di sposare delle logiche di utilizzo consapevole degli articoli monouso. L'obiettivo generale del decalogo, che poi è stato pubblicato, è quello di contrastare l'abbandono di rifiuti e di promuovere il riciclo della plastica a 360 gradi. Parallelamente alle attività condivise con ENEA, ISPRA, Legambiente, CONAI e COREPLA, abbiamo anche sviluppato, da una quindicina di anni, un nostro Istituto per la promozione delle plastiche da riciclo (IPPR).
  L'obiettivo principale è quello di contribuire allo sviluppo della raccolta differenziata, nel senso di dare evidenza, creare, favorire e sviluppare tutte le applicazioni sul mercato. In pratica, far incontrare domanda e offerta di prodotti o articoli riciclati, affinché si crei un mercato di acquisti verdi, pubblici e privati, che dia uno sbocco alle materie raccolte e riciclate.
  I risultati li vedremo anche in seguito. Comunque, vi anticipo che siamo al 17 per cento di utilizzo di materiali riciclati sul consumo nazionale, con un potenziale di crescita che abbiamo stimato collocarsi tra il 30 e il 40 per cento dell'utilizzo di tutte le plastiche sul mercato.
  L'obiettivo è quello di monitorare e promuovere l'impiego della plastica e del riciclo anche attraverso la creazione di progetti di ricerca innovativi che sono sponsorizzati dal tavolo permanente.
  Abbiamo affiancato a questa attività un marchio, Plastica Seconda Vita, che certifica i prodotti che contengono materiali post consumo. È un marchio che segue un disciplinare che è stato approvato da Accredia e che si basa su degli standard UNI sia per quanto riguarda le specifiche tecniche che per quanto riguarda la tracciabilità dei materiali che vengono utilizzati.
  Il marchio Plastica Seconda Vita identifica i prodotti sostenibili, quelli che hanno un elevato impiego di materie prime seconde. Pag. 5
  Come vi dicevo, il materiale riciclato sul mercato rappresenta ormai il 17 per cento, con una crescita costante, per esempio, dal 2015 al 2017 e i settori di impiego sono i più disparati, sia nell'imballaggio, ma anche nell'edilizia, nell'igiene, nell'arredo urbano e via via anche in agricoltura e negli altri settori.
  Stiamo spiegando come cerchiamo di affrontare le problematiche che sono sul tavolo. Abbiamo cercato di far emergere quelli che, secondo noi, sono gli ostacoli nell'utilizzo della plastica riciclata. In una slide successiva vi presenterò, invece, quelli che sono emersi dal Tavolo di riciclo di qualità, il punto di vista degli altri player del Tavolo.
  Secondo noi, ci sono delle barriere economiche ancora davanti a noi, data una certa incomprimibilità dei costi della filiera, che potrebbero essere superate attraverso un riconoscimento economico del valore aggiunto ambientale. È chiaro che l'utilizzo della materia prima seconda si porta dietro un impatto di CO2 completamente diverso dalla materia prima. Questo potrebbe essere riconosciuto e quindi sorpassare certe problematiche economiche.
  Ci sono delle barriere tecniche ancora da superare circa la scarsa disponibilità di riciclati di qualità e qui i consorzi dovrebbero impegnarsi forse di più nella selezione e ci sono ostacoli normativi. Per citarne alcuni: l'esigenza di armonizzare la legislazione a livello europeo, in modo che si possano scambiare liberamente questi materiali all'interno dell'Unione europea, un certo snellimento burocratico (e spesso, invece, assistiamo a rigidità aggiuntive), un rilascio di autorizzazioni per il contatto alimentare sulle materie prime riciclate un po’ più accessibile sarebbero sicuramente delle azioni che possono dare più spazio ai materiali riciclati.
  Al Tavolo sono emersi poi gli ostacoli che sono stati indicati dalle istituzioni, dagli utilizzatori della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) e qui parliamo di barriere culturali, cioè il fatto che comunque ancora si associ la parola «riciclato» a una qualità inferiore e quindi dobbiamo lavorare sicuramente per superare questa idea; ostacoli normativi sul green procurement e sulla necessità di fare chiarezza sull’end of waste e la mancanza di autorizzazioni sul contatto alimentare che abbiamo già citato.
  Ciò nonostante, l'Istituto ha via via accreditato un numero crescente di prodotti all'uso del marchio Plastica Seconda Vita. Oggi sono oltre 3.000 gli articoli e i materiali che sono certificati con il marchio Plastica Seconda Vita e utilizzati via via in settori sempre più disparati, dai più numerosi a quelli che hanno appena iniziato ad affacciarsi al mercato delle materie prime e seconde. In una slide vedete alcuni esempi: edilizia, arredo urbano, igiene domestica, arredo domestico, trasporto, eccetera.
  Ad aprile faremo una prima Conferenza nazionale sul futuro sostenibile delle materie plastiche nell'auditorium de Il Sole 24 Ore e crediamo di offrire in questo modo alla filiera un'occasione di incontro e di dibattito per tracciare il futuro sostenibile del nostro settore. Sarà un momento di riflessione comune del settore da cui poi usciranno delle proposte in questo ambito.
  Alla luce del rinnovo dell'accordo ANCI-CONAI che c'è davanti, pensiamo che sia importante sottolineare sei punti sui quali richiamare la vostra attenzione.
  Innanzitutto assicurare una maggiore apertura a moderni ed efficienti sistemi di recupero energetico, indispensabili per la corretta gestione di importanti frazioni merceologiche derivanti dall'attuale sistema di raccolta differenziata. È chiaro che il gap impiantistico che abbiamo in Italia è quello che ci differenzia da altri Paesi europei che hanno utilizzi di discarica con percentuali molto più basse della nostra. C'è un gap impiantistico che in qualche modo occorre affrontare, non necessariamente con grossi impianti di termovalorizzazione, ma anche attraverso il superamento di qualche limitazione di tipo legale circa l'uso dei combustibili secondari, ad esempio nei cementifici, ad esempio negli impianti che utilizzano combustibili fossili solidi che potrebbero sicuramente trarre beneficio di CO2 attraverso l'utilizzo di materie prime seconde, in questo caso combustibili, oppure di impianti plastic to fuel, ovvero impianti Pag. 6che non vanno a termovalorizzare uno scarto, ma vanno a chiudere un anello di economia circolare attraverso la trasformazione di uno scarto in una materia prima seconda, in questo caso un combustibile liquido.
  Il secondo punto è quello di favorire, con la collaborazione della pubblica amministrazione, forme di raccolta differenziata e selezione mirate a specifiche categorie di manufatti anche governando meglio le attività delle isole ecologiche comunali. Crediamo – il 4 aprile pensiamo di farli emergere – che esistano dei flussi ancora di imballaggi non intercettati (se volete, possiamo approfondire con qualche domanda) che potrebbero sicuramente dar luogo a incrementi importanti di percentuale di imballaggi raccolti e di materie prime e seconde riutilizzate.
  Crediamo importante un'azione volta a prevenire il contenzioso fra i consorzi e tra questi e i cosiddetti «sistemi autonomi», come ad esempio Coripet, Polieco, Pari e Carpi. Crediamo che sia importante evitare che ci siano momenti di frizione fra questi sistemi autonomi che si affacciano al mercato e i consorzi storici previsti dalla legge, questo sempre nell'ottica dell'interesse comune e dell'efficacia e dell'efficienza del sistema globale di raccolta e selezione dei rifiuti.
  Vorremmo che ci fosse più attenzione – e in partnership con COREPLA vorremmo al riguardo incentivare la costituzione di un Centro per la ricerca e lo sviluppo, in collaborazione con gli utilizzatori di imballaggi e la GDO – sulle nuove tipologie di imballaggi ecosostenibili, superando le barriere che oggi ostacolano l'impiego di materie prime riciclate. È un obiettivo che anche COREPLA ha esposto in questa sede e che noi appoggeremo. Collaboreremo alla formazione di questo Centro per lo sviluppo dell'ecoimballaggio. Ancora ci sono troppi casi di imballaggi mal progettati, che sono poi il vero ostacolo alla corretta selezione, ossia alla raccolta e alla selezione di qualità, e quindi al reimpiego di qualità.
  È importante, secondo noi, garantire la sostenibilità economica anche dei sistemi di raccolta differenziata in atto, con una costante informazione al consumatore per assicurare il corretto conferimento di tutti i rifiuti differenziabili. Questo – mi riallaccio al discorso di prima – nell'ottica di una armonizzazione fra consorzi e sistemi autonomi.
  Auspichiamo poi l'utilizzo di strumenti economici, come il contributo ambientale CONAI (CAC) differenziato, o di tipo fiscale, ad esempio sull'IVA o sul credito d'imposta, al fine di incentivare la diffusione di materiale e manufatti più facilmente riciclabili o che inglobino al loro interno percentuali importante di materiale riciclato.
  Questi sono i sei punti che riteniamo importante avere come riferimento all'interno della più ampia disamina del ciclo di raccolta e selezione che il contratto ANCI-CONAI in qualche modo va a disciplinare.
  Lascerei a questo punto spazio alle domande.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ALBERTO MANCA. Ringrazio gli intervenuti.
  Volevo chiedere due cose. La prima: qual è la difficoltà per il rilascio delle autorizzazioni sul contatto alimentare?
  Seconda questione. Per quanto riguarda i problemi, leggevo che sia le aziende trasformatrici in plastica che le istituzioni, gli utilizzatori e la Grande Distribuzione Organizzata, rilevano delle problematiche per quanto riguarda la riciclabilità in questo caso del multimateriale o comunque di ampie porzioni di scarti e di rifiuti.
  Collegandomi al discorso che faceva lei, vicepresidente, per quanto riguarda le prospettive per il futuro, vorrei sapere quali attività state svolgendo per migliorare la progettazione di questi prodotti, per migliorare la raccolta differenziata e, a mio modo di vedere, per evitare che si abbia un recupero energetico degli stessi, per prevenire o comunque migliorare la riciclabilità e il recupero di questi e non andare verso un'apertura moderna ed efficienti sistemi di recupero energetico, che voi addirittura Pag. 7mettete come prima soluzione, magari tralasciando altre vie che per queste tipologie di beni possono essere utilizzate.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Do la parola al vicepresidente Bergaglio per la replica.

  MARCO BERGAGLIO, vicepresidente di Federazione Gomma Plastica – Confindustria. Parto dalla seconda domanda. Sicuramente la filiera sta adoperandosi dal punto di vista tecnologico nello sviluppo dei materiali e dei processi di trasformazione, al fine di semplificare la struttura e i materiali degli imballaggi.
  Per citarne uno, si sta cercando di abbandonare le strutture multimateriali a tre e cinque strati, che portano al loro interno difficoltà di separazione praticamente impossibili da superare e quindi la creazione di scarti poco valorizzabili a favore di strutture, invece, monomateriali, magari pluristrato, ma monomateriali, che abbinano delle nanotecnologie oppure delle spalmature in modo da riprodurre la stessa struttura dal punto di vista tecnologico, quindi di barriera agli aromi, di barriera all'ossigeno, però con una struttura monomateriale.
  Questo è solo un esempio. Il tema che lei ha sollevato è sicuramente centrale ed è quello di cui ci occuperemo in collaborazione con COREPLA, con la creazione di un Centro di sviluppo dell'ecodesign. Abbiamo sicuramente capito, come filiera, che è lì la chiave di volta: è la progettazione dell'imballaggio che poi permette una facile selezione e quindi un materiale che si può riutilizzare senza dover andare alla termovalorizzazione.
  È una strada non facile, perché la filiera è molto complessa, proprio perché dal punto di vista strutturale le materie plastiche sono una famiglia molto ampia, infinita. Si parla di migliaia di molecole diverse, che noi utilizziamo. Ci sono centinaia di applicazioni e di materiali declinati che sono in uso in ogni settore e quindi un'armonizzazione non è facile.
  Tuttavia lo abbiamo capito e questa è la strada che stiamo percorrendo e che sempre di più vogliamo percorrere. Siamo anche disposti a verificare con COREPLA e con altri consorzi l'introduzione di segnali di prezzo che spingano non solo noi, ma anche i nostri clienti, anche il consumatore finale, in quella direzione.
  Cito, ad esempio, il fatto che il CAC differenziato va a punire oggi un imballo che ha una sleeve di un materiale diverso rispetto all'imballo stesso, perché questa è la complicazione, levarlo. Nel momento in cui la sleeve non è separabile, l'imballo è in classe C. Nel momento in cui la sleeve è separabile, è in classe B1.
  Vogliamo sicuramente proseguire su questa strada. Chiediamo anche a COREPLA di mettere in piedi questo Centro di sviluppo per l'ecoimballaggio, che aiuti anche i nostri clienti ad andare in quella direzione.
  Non le nascondo che oggi l'utilizzatore degli imballaggi, cioè l'industria che lo utilizza, ha qualche perplessità di troppo rispetto all'utilizzo di materiali riciclati, non scientificamente comprovati. Dobbiamo combattere spesso anche con chi l'imballo lo compra e lo utilizza. Dobbiamo avere sicuramente un momento comune e fare una riflessione tutti insieme per far capire qual è la strada.
  Se non altro, come filiera l'abbiamo capito e quindi siamo disponibili in questa direzione.
  La domanda precedente a cosa si riferiva?

  ALBERTO MANCA. All'autorizzazione per i prodotti alimentari.

  MARCO BERGAGLIO, vicepresidente di Federazione Gomma Plastica – Confindustria. L'autorizzazione per i prodotti alimentari si lega in questa direzione. Oggi ci sono due modalità per utilizzare una materia prima seconda a contatto diretto con l'alimento: o si segue la direttiva europea oppure si segue un altro regolamento europeo.
  C'è una duplice strada che fa poca chiarezza. Ci sono delle autorizzazioni temporanee date, ad esempio, nel settore delle bottiglie, delle autorizzazioni successive. Pag. 8
  Bisognerebbe armonizzare queste normative in modo da rendere più chiaro all'industria alimentare cosa è sicuro si possa fare, in modo che ci siano meno barriere all'utilizzo. Questo è sicuramente un momento che potrebbe essere di grosso aiuto per chi l'imballaggio lo mette sul mercato, quindi non tanto noi trasformatori che siamo più tecnicamente preparati a capire questo aspetto, ma il nostro cliente finale, l'utilizzatore, che spesso è un po’ prevenuto rispetto all'utilizzo di materie prime seconde, cosa che va sicuramente superata per andare nella direzione che auspicava lei.

  PRESIDENTE. Non essendovi altre richieste di intervento, ringrazio gli intervenuti per il loro contributo e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato), e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.55.

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ALLEGATO

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