XVIII Legislatura

VIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 4 di Mercoledì 30 gennaio 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUI RAPPORTI CONVENZIONALI TRA IL CONSORZIO NAZIONALE IMBALLAGGI (CONAI) E L'ANCI, ALLA LUCE DELLA NUOVA NORMATIVA IN MATERIA DI RACCOLTA E GESTIONE DEI RIFIUTI DA IMBALLAGGIO

Audizione di rappresentanti del Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base cellulosica (COMIECO).
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 3 
Cecchini Amelio , presidente del Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base cellulosica (COMIECO) ... 3 
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 11 
Buratti Umberto (PD)  ... 11 
Valbusa Vania (LEGA)  ... 11 
Maraia Generoso (M5S)  ... 11 
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 12 
Gagliardi Manuela (FI)  ... 12 
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 12 
Cecchini Amelio , presidente del Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base cellulosica (COMIECO) ... 12 
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 14 

ALLEGATO: Documentazione depositata dai rappresentanti del Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base cellulosica (COMIECO) ... 15

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero-Sogno Italia: Misto-MAIE-SI;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO

  La seduta comincia alle 10.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti del Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base cellulosica (COMIECO).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui rapporti convenzionali tra il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) e l'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) alla luce della nuova normativa in materia di raccolta e gestione dei rifiuti da imballaggio, l'audizione di rappresentanti del Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica (COMIECO).
  Do la parola al presidente Amelio Cecchini per lo svolgimento della relazione.

  AMELIO CECCHINI, presidente del Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base cellulosica (COMIECO). Buongiorno a tutti. Ringrazio per questa opportunità. Nella presentazione ci sarà un brevissimo riepilogo di questi venti anni. COMIECO in realtà esiste anche da prima, ma entra in vigore con il decreto Ronchi, come molti di voi sapranno.
  COMIECO è il Consorzio nazionale che, nell'ambito del sistema CONAI per la gestione degli imballaggi, garantisce l'avvio al recupero e al riciclo della raccolta differenziata comunale di carta e cartone. Riunisce circa 3.300 aziende – questa è la vera forza di COMIECO, perché ha un sistema formato da cartiere – che sarebbero poi gli smaltitori, ma comunque trattandosi di una materia prima seconda, sono in realtà le cartiere –, produttori di imballaggi e operatori del recupero, cui si stanno aggiungendo gli utilizzatori degli imballaggi.
  Il Consorzio opera sulla base dell'accordo quadro ANCI-CONAI e anche dell'allegato tecnico ANCI-COMIECO – infatti, abbiamo un allegato tecnico fatto direttamente con ANCI – garantendo il ritiro delle raccolte differenziate comunali su tutto il territorio nazionale. Dire «su tutto il territorio nazionale» di solito è una cosa normale. In questo caso mi permetto di sottolineare che ritirare una materia prima seconda o comunque un prodotto della differenziata anche nelle isole minori o comunque anche solo nelle isole, per riportarlo dove sono le cartiere, comporta un costo logistico a volte doppio o triplo rispetto al valore medio di questo materiale.
  Il Consorzio opera in maniera sussidiaria al mercato. Questo vuol dire che laddove un comune si trova vicino a una cartiera o il mercato consente al comune di avere un vantaggio economico, logistico o di qualsiasi genere, il comune può gestire tutto direttamente, non ha nessun obbligo di stare con noi, anzi può entrare e uscire quando crede.
  Tuttavia, nel momento in cui – non è teoria, è successo l'anno scorso – il valore di questa materia prima è crollato per una serie di eventi, per il 2019 sono rientrati nella convenzione un'enormità di comuni, perché non avrebbero altrimenti saputo Pag. 4dove metterla. Invece noi gli diamo i corrispettivi fissati per tutto il territorio nazionale, e sono quindi rientrate addirittura 550.000 tonnellate di materiale.
  Questo vuol dire che praticamente nei venti anni di esistenza di COMIECO abbiamo dato al territorio, quindi ai comuni, oltre 1,5 miliardi di euro. Questa quantità ha fatto sì che, parlando in termini di tonnellaggio – si ritirasse sul mercato l'87 per cento degli imballaggi che vengono immessi al mercato e se ne avviasse al riciclo circa l'80 per cento, come vedremo poi, raggiungendo già gli obiettivi 2025-2030 indicati dall'Unione europea.
  Nella slide del documento che depositiamo che mostra la rete di garanzia del recupero e riciclo di carta e cartone sul territorio trovate una cartina – sulla quale però sorvolerei, tanto rimane agli atti – che mostra le 355 piattaforme. Sottolineerei una sola evidenza, che è molto importante perché si parla di economia circolare e di sostenibilità. Queste 355 piattaforme che abbiamo nell'organizzazione consentono ai comuni che sono convenzionati con noi, una volta raccolto il materiale con il sistema porta a porta o con la raccolta di prossimità, di avere un trasporto medio di 18 chilometri. Immaginate anche l'impatto, perché da quel momento il comune non ha altro onere, né in termini di carico di CO2 né in termini economici. Questa è un'organizzazione che fa parte di COMIECO.
  Nella successiva slide c'è un piccolo schema grafico: dalla raccolta differenziata si va in piattaforma, il materiale (selezionato ovvero tal quale) a seconda del prodotto, viene poi pressato e va in cartiera. Quindi, attraverso una stipula di convenzioni, il Consorzio remunera la raccolta differenziata per la parte imballaggi, avvia a riciclo, controlla i flussi, la qualità e anche i risultati.
  Per tutto questo c'è un corrispettivo che viene pagato ai comuni e ovviamente, per il valore che ha al momento questa materia prima seconda, COMIECO recupera il valore economico di questa materia prima.
  Dall'avvio del sistema consortile la raccolta di carta e cartone ha avuto una crescita continua. Si parte dal 1998, quando praticamente la raccolta era di un milione di tonnellate, ovvero di 17 chilogrammi pro capite. Nel 2018 la raccolta differenziata dei comuni è passata a 3,3 milioni di tonnellate, moltiplicandosi di oltre tre volte.
  Oltretutto, siamo orgogliosi come settore della carta da macero, perché questo materiale rappresenta il 20 per cento del totale della raccolta differenziata di tutti i comuni d'Italia.
  L'obiettivo è crescere ancora. Sappiamo come e dove, nel senso che dai dati sappiamo che ci sono ancora un milione di tonnellate disponibili, specialmente nell'area Sud, e questo per tanti motivi: perché la raccolta differenziata è partita dopo, ma soprattutto perché per la carta – ma vale anche per il vetro, il legno e altri prodotti – al Sud non ci sono cartiere e impianti di riciclaggio, quindi è sempre stato più difficile obiettivamente. Tuttavia, tramite questi comuni siamo cresciuti. Sono già cinque anni che la crescita di COMIECO avviene tramite il Sud, come vedremo in un successivo grafico, e c'è ancora spazio per continuare questa crescita e portarci anche oltre gli obiettivi dettati dall'Unione europea e dallo Stato italiano.
  Parlavamo della gestione sussidiaria del mercato. Come si vede nella relativa slide, il Consorzio ha gestito mediamente negli ultimi cinque anni il 46 per cento della raccolta comunale, con una duplice funzione: in primis, sussidiarietà al mercato, che vuol dire che il 54 per cento viene gestito direttamente dai comuni, nel loro utilizzo di questa materia prima seconda, e il 46 per cento tramite noi; in secondo luogo, sostegno allo sviluppo. Cosa vogliamo dire – ci sarà un'altra slide alla fine –: oltre che sulla metodologia, sulla qualità eccetera, siamo intervenuti anche laddove questa raccolta differenziata non decollava, in particolare al Sud, tant'è che se si va alla slide successiva si vede che al Nord, dove ci sono le cartiere e dove la materia prima seconda ha un altro valore, noi interveniamo solamente per il 30 per cento, perché viene gestita direttamente tra comune, cartiera, riciclatori, commercianti di macero eccetera. Al Centro siamo al 38 per cento e qui c'è il grosso delle cartiere Pag. 5utilizzatrici, in particolar modo in Toscana. Al Sud, però, siamo presenti noi al 76 per cento, perché altrimenti andrebbe a finire – diciamoci la verità – in discarica. Addirittura prima non veniva raccolta, per vari motivi.
  Come vedremo, non solo si è data questa sussidiarietà e la possibilità di sapere come ritirare questi quantitativi, ma abbiamo anche investito, aiutando i comuni a sopportare i costi per creare la raccolta differenziata. Comunque, lo vedremo più avanti. Quindi, è stato non solo un elemento dei sussidiarietà, ma anche un elemento di sviluppo.
  Da quello che si è detto cosa deriva? La slide che mostra come la sussidiarietà supplisca alle carenze del mercato potrebbe apparire un po’ complicata, ma in realtà non lo è. La linea blu indica i quantitativi e, come si vede, per fortuna stanno continuamente aumentando e noi siamo ottimisti che potranno aumentare ancora. La linea tratteggiata gialla e l'altra linea grigia evidenziano l'andamento dei prezzi di queste due materie prime: una è lo sfuso e una è il cartone, che ha più valore.
  Come si vede, nel 2018 il prezzo è crollato. Man mano che invece il prezzo saliva, la percentuale dei comuni che si rivolgevano a COMIECO, vedete la linea rossa, negli anni è andata decrescendo. In valore assoluto no, ma in percentuale è andata decrescendo.
  Nel 2019 la Cina, che ritirava circa 1,2 milioni di tonnellate, ha imposto dei vincoli qualitativi molto stringenti, non permettendo la presenza di materiale estraneo oltre lo 0,5 per cento, e, di fatto, questo forte cambio di linea ha bloccato i ritiri. Di conseguenza, c'è stato un eccesso di macero che è rimasto in Italia.
  Per una prospettiva futura io direi che non c'è niente di preoccupante, perché per fortuna – questo è anche lavoro, è anche sviluppo, è anche maggior ricchezza – si stanno creando le condizioni per 1-1,2 milioni di tonnellate di fabbisogno in più in Italia, perché ci sono tre grossi impianti che stanno partendo. Uno ad Avezzano è già partito, l'altro è in corso di avviamento a Mantova e per la fine dell'anno a Verzuolo, in Piemonte, ne partirà un altro molto grosso. Pertanto, se non si esporterà più questo macero, lo trasformeremo, creando un valore maggiore, una materia prima e un prodotto finito maggiore, che oggi peraltro stiamo importando dall'Europa. Ci sarà anche un vantaggio della Camera di commercio. Nel medio termine, quindi, la situazione non è preoccupante, però al momento ha provocato un crollo dei prezzi.
  Che cos'è successo? Sapete che i comuni hanno una finestra annuale e l'anno scorso era a settembre. ANCI ci ha chiesto il favore di spostarla a ottobre, l'abbiamo fatto ed entro ottobre sono rientrate le 550.000 tonnellate che dicevo, perché addirittura avrebbero dovuto mandare il materiale in discarica o all'inceneritore. Noi, invece, pagando i giusti corrispettivi, abbiamo garantito il ritiro. Ecco perché ci sarà questa inversione, perché la finestra è già stata adottata per queste ulteriori 550.000 tonnellate.
  La gestione dei materiali è un punto di forza, se mi consentite, della filiera di COMIECO, che è l'unico Consorzio che ragiona già per materiali. Cosa vuol dire? I consorzi, come sapete, sono tutti finalizzati alla raccolta, all'interno della differenziata, dei soli imballaggi. COMIECO ritira ovviamente gli imballaggi – come vi accennavo, ritira l'87 per cento di tutti gli imballaggi che vengono immessi al consumo – ma nei cassonetti o nella raccolta di prossimità si mettono anche giornali, riviste e tutti i prodotti cartacei. Dunque, tutti i prodotti cartacei vengono ritirati da COMIECO, indipendentemente dal fatto che siano imballaggi o meno. Su questo riusciamo anche a dare un corrispettivo ai comuni.
  Veniamo ai punti chiave dell'accordo ANCI-COMIECO. Il primo è la sussidiarietà al mercato, come dicevo. I comuni attualmente possono recedere e rientrare dall'accordo in funzione delle condizioni offerte dal mercato.
  Il secondo è la garanzia del ritiro su tutto il territorio nazionale. Con le problematiche che si conoscono oggi, con quello che è successo da otto-dieci mesi a questa parte – voi non avete bisogno di leggerlo sulla stampa – ovvero incendi, difficoltà di Pag. 6conferimento eccetera, garantire il ritiro su tutto il territorio nazionale, anche nelle isolette più sperdute, credo che sia un elemento di universalità che non ha pari, a prescindere dalle condizioni di mercato. Noi non abbiamo la possibilità di scegliere, mentre lasciamo ai comuni la possibilità di fare il cosiddetto «cherry picking», ovvero la scelta fiore a fiore. Questo non significa solo che hanno la possibilità di entrare e uscire, ma che nell'entrare e uscire possono decidere di conferirci solo l'indifferenziata (la congiunta, quindi), possono darcela sfusa, possono darcela pressata, possono darci solo il cartone. Loro hanno sempre chiari quali sono i nostri corrispettivi e il comune può scegliere di rientrare parzialmente, totalmente o per niente. Ovviamente i comuni che non sono mai entrati nel COMIECO – non credo che ce ne siano più molti – non hanno finestre d'ingresso e in qualsiasi momento possono decidere di entrare. Anche i comuni che sono già stati in COMIECO ma da cinque anni non ci sono più, non occorre che aspettino la finestra. Ho dimenticato di dire che la finestra è a settembre, con l'eccezione dell'anno scorso, quando è stata a ottobre, però devono solo decidere e poi l'accordo parte dal primo gennaio. Infatti, come capirete, con i volumi e i flussi che ci sono c'è bisogno di questi tempi tecnici minimi. Noi siamo per la sussidiarietà piena, però per garantire tutto il territorio nazionale, comprese le isole – questo è un punto su cui torneremo alla fine – la finestra più breve che possa esistere deve essere annuale. Che sia a settembre o a ottobre, si potrebbe valutare dalla partenza, però è un minimo, perché altrimenti non si riuscirebbe a garantire queste situazioni.
  D'altro canto, avete anche visto che si parla di Cina, si parla di mercati internazionali e, di conseguenza, noi stessi oggi, sempre per garantire un valore prima di tutto e poi anche la possibilità di esportare ai commercianti, non solo operiamo attraverso gli accordi che abbiamo con le 55 cartiere che vi menzionavo prima, ma il 40 per cento minimo di tutto quello che raccogliamo passa per aste quadrimestrali, quindi le può comprare chiunque, sia europei sia commercianti che poi la ricommerciano.
  Faremo anche delle aste annuali – stiamo partendo con la prossima asta sperimentalmente – perché Paesi come la Germania – e oggi si è dovuto lasciare degli sfoghi, visto che la Cina è in questa situazione – non prendono in considerazione un fornitore di macero che gli offra materiale per due mesi, per tre mesi, minimo vogliono fare un contratto annuale. Quindi, come poteva un commerciante rischiare addirittura di non avere prodotto? Pertanto, stiamo valutando, per andare incontro al mercato, anche di fare un'asta annuale, magari con una quadrimestralità, un'indicizzazione sulla Camera di commercio, per evitare le speculazioni, affinché venga fatto per raggiungere mercati che hanno bisogno di una programmazione e non per lasciare agli speculatori.
  Perché sperimentale? Perché stiamo valutando tutte queste cose. Capirete bene che se ho fatto un'asta annuale devo poi sapere se quel comune mi conferisce il materiale o no, perché ho venduto anch'io. È vero che noi nel trattato abbiamo un 20 per cento più o meno, però cerchiamo di essere precisi e il 20 per cento deve essere proprio di fronte a cambiamenti di mercato, non certo come speculazione. Ecco perché sottolineo il punto della finestra.
  Ci sono dei nostri colleghi, che hanno ragione e fanno bene, che però sono legati solamente al proprio Consorzio, che possono fare anche la finestra mensile, ma per chi è legato a un mercato addirittura internazionale e prende degli impegni, fa delle aste e fa dei contratti, accorciare la finestra non è possibile. D'altro canto, è una richiesta che non abbiamo mai ricevuto in maniera pressante da parte dei comuni, anzi abbiamo avuto il contrario: quest'anno alla finestra di settembre non erano pronti e ci hanno chiesto il favore di allungare un mese, quindi non c'è un conflitto. Insistiamo su questo, perché c'è una realtà diversa in altri Consorzi e potreste non capire perché COMIECO nella parte tecnica dell'accordo, invece, chiede che la finestra di uscita non può sia più corta di un anno. Pag. 7
  Per tutto il resto – ripeto – i comuni scelgono loro per tipologia, quanto darci, come darcelo e possono rimanere anche con il piede in due staffe.
  Terzo punto, noi non ritiriamo solo imballaggio, ma anche frazioni assimilate: giornali, riviste e carta grafica.
  Quarto punto, i corrispettivi economici sono in funzione della qualità della raccolta. Noi abbiamo tutto un sistema – quindi, immaginatevi anche per la gestione – che paghiamo. Abbiamo anche dei buoni valori, specialmente oggi – lasciatemi dire – che i prezzi sono crollati abbiamo dei valori alti, però a seconda della frazione interna di impurità noi abbiamo un sistema premiante per la qualità, con corrispettivi decrescenti. Se nella raccolta stiamo dentro un 3 per cento di materiale estraneo, il contributo è pieno e man mano, invece, c'è una riduzione fino ad arrivare a zero, se la percentuale di elementi estranei (plastica eccetera) che si possono trovare dovesse superare il 10 per cento. Infatti, per noi non sarebbe più riciclabile e peraltro deve essere un incentivo al comune. Perché parlo del comune? È vero che in ultimo è il cittadino, e tutti, come vedremo, stiamo lavorando, però spesso sappiamo che, anche se il cittadino è disponibile e fa una raccolta differenziata fatta bene, se arriva al cassonetto e lo trova pieno, pretendere che torni a casa e la riporti il giorno dopo – facciamo pure cultura, siamo partiti dalle scuole già vent'anni fa – è un grado di civiltà un po’ troppo pretenzioso, quindi dobbiamo tutti svolgere il nostro ruolo.
  Noi garantiamo al comune, se la raccoglie, un luogo dove svuotare il cassonetto della carta, dopo però il cassonetto deve essere svuotato e spesso si vede girando che non è raccolta bene. Questo comporta una grossa perdita.
  In ultimo, incentiviamo ancora la raccolta di prossimità, perché ovviamente, quando si raccoglie porta a porta, il controllo su quello che il cittadino conferisce è molto più facile, perché un giorno si raccoglie la carta. Abbiamo i dati che mostrano che c'è una differenza enorme di qualità tra i comuni che raccolgono in strada e quelli che raccolgono porta a porta.
  C'è un'altra differenza purtroppo, ma questo è un fatto più culturale che dobbiamo vincere. In parte ciò dipende ancora dall'organizzazione. C'è una differenza enorme nella qualità tra Nord e Sud. Per darvi un dato, il Nord riesce a stare entro l'1 per cento di materiali non conformi, che poi è quasi niente. Infatti, tenete conto che anche un nastro adesivo che chiudeva la scatola non è sempre possibile staccarlo, quindi si parla di questa porzione. Al Sud, invece, si arriva mediamente a un 8 per cento.
  In questo momento purtroppo Roma è intorno al 10 per cento, con delle punte che arrivano al 12 per cento. Sappiamo che c'è qualche problema nella raccolta e, quindi, si torna a un'altra conferma che se non vengono svuotati bene i cassonetti e se non si fanno bene le cose questo comporta anche una perdita di qualità.
  Siccome la perdita di qualità vuol dire non differenziare e non mandare al riciclo, poi si crea il problema dell’end of waste, ovvero del fine ciclo. Anche se la cartiera ha la tecnologia per farlo, se c'è una quantità enorme di materiali estranei alla raccolta, la cartiera non sa più dove conferirli, quindi si creano una serie di problematiche che non è il caso qui di sottolineare.
  COMIECO anche in questo ha un ruolo molto importante, unitamente a incentivare la creazione di imballaggi più riciclabili. A volte c'è anche un problema di questo tipo: vengono immessi sul mercato degli imballaggi per i quali – o perché hanno quella famosa finestrella che permette di vedere o perché sono poliaccoppiati o perché hanno già in sé dei materiali estranei – c'è da fare un grosso lavoro per ridurli o trovare delle bioplastiche che possano andare anche nel materiale compostabile.
  Comunque, il lavoro da fare è sempre molto, ma la parte più grossa è ancora la migliore selezione da fare a monte. Pertanto, noi nell'accordo con ANCI abbiamo questo sistema premiante volto ad incentivare e abbiamo anche dei controlli, che vedremo in una prossima slide. Pag. 8
  Nel documento c'è un esempio di quanto noi oggi paghiamo come corrispettivo per il cartone. Tutta la parte dell'imballaggio è proprio il nostro mestiere. A condizioni diverse, ritiriamo anche, come dicevo, giornali e carta, però per la parte imballaggio nel 2018 noi abbiamo dato ai comuni 97,80 euro la tonnellata.
  Inoltre – questo è un altro punto – è previsto un corrispettivo se i comuni hanno operato con la raccolta di prossimità, se hanno fatto la raccolta nei piccoli centri commerciali (perché qui più che altro si parla di cartone). Non nelle aree pubbliche o nei grandi supermercati, perché noi lì non andiamo Addirittura è previsto un limite: il comune, per avere l'incentivo da noi, deve avere un rapporto tra 1 e 2,8 tra le due raccolte, perché non vogliamo rischiare che il comune diventi un concorrente di altre organizzazioni.
  Noi non vogliamo essere concorrenti in gara con nessuno, quindi è giusto che la grande distribuzione si organizzi da sola o si appoggi a qualche raccoglitore privato. Noi, quindi, cerchiamo di indirizzare il comune in questa direzione: noi gli ritiriamo una parte, perché è anche giusto. I piccoli negozi, ad esempio, sono assimilabili all'urbano. Però ci deve essere l'urbano, perché altrimenti si andrebbe in concorrenza con chi fa un mestiere nelle aree private. Potrebbero avere anche convenienza ad andare a ritirare alle aziende che hanno degli scarti, perché noi in questo momento lo paghiamo bene. Se ce n'è una parte noi la paghiamo, altrimenti vogliamo la raccolta differenziata per adempiere alla finalità per cui siamo nati: riciclare il massimo di quello che è possibile conferire.
  Vengo al discorso a cui accennavo prima sui corrispettivi. Dalla raccolta delle famiglie, come vedete dalla relativa slide – parlo dello sfuso non pressato – se c'è uno scarto minore del 3 per cento noi diamo un corrispettivo pari a 42,60 euro per tonnellata, se è tra il 3 e il 6 per cento diamo 32 euro a tonnellata, se è tra il 6 e il 10 diamo 21,34 euro a tonnellata, se è superiore al 10 non diamo niente. Noi oltre il 10 dovremmo respingere, ma facciamo qualche eccezione. Oggi se si dovessero respingere i camion in certi comuni che superano il 10 per cento di scarti nella raccolta, forse si contribuirebbe a creare qualche problema civico a diversi comuni, però quantomeno, anche se non gli facciamo la respinta, non gli diamo il corrispettivo.
  Per quanto riguarda invece la raccolta commerciale, ovvero i piccoli negozi che, come noterete, un giorno la settimana mettono per strada i cartoni dei prodotti che hanno ricevuto, questo è un prodotto molto migliore, perché è quasi tutto cartone, però il maggior corrispettivo si calcola su una più bassa percentuale di scarto. L'incentivo è maggiore, come vedete dalla slide: se l'impurità è sotto l'1,5 per cento, diamo 97,80 euro per tonnellata, se è tra l'1,5 e il 4 per cento diamo 73 euro a tonnellata, se è tra 4 e 10 per cento diamo 48,90 euro a tonnellata e sopra il 10 anche in questo caso non diamo nessun corrispettivo.
  Questo è tutto è il risultato di allegati tecnici. Per arrivare a questo abbiamo praticamente controllato, negli ultimi cinque anni, oltre 630.000 tonnellate di materiale che non ha avuto corrispettivo. Tutto questo ha comportato un impegno enorme per i controlli.
  Oggi abbiamo procedure di campionamento, avendo introdotto, sempre d'intesa, anche dei controlli a sorpresa, non più all'ingresso o all'uscita. Noi stiamo due o tre giorni in una piattaforma e controlliamo tutto quello che entra e tutto quello che esce.
  Carta e cartone trainano l'economia circolare. Ovviamente con l'80 per cento siamo il settore che riesce a dare una circolarità maggiore. Questo, però, più che bravura, è nella natura del nostro prodotto, che è veramente una materia prima. Perché lo è? Noi abbiamo un tasso di riutilizzo del 57 per cento di tutta la carta che viene prodotta in Italia. La carta che viene prodotta in Italia è una quantità enorme: 9,1 milioni di tonnellate. Questa, però, è tutta la carta. Tenete conto che c'è anche carta che deriva direttamente dalla cellulosa.
  Pensate a tutte le carte del genere tissue, che sarebbero fazzolettini, carta igienica eccetera, che sono fatte di cellulosa e che non ritornano attraverso la raccolta municipalizzata. Pag. 9 La carta igienica prende altre vie.
  I comuni in effetti raccolgono 3,3 milioni, di cui praticamente il grosso sono gli imballaggi e le cartiere hanno bisogno di 5,2 milioni di tonnellate di macero per il riutilizzo, quindi c'è un circolo e una necessità. Specialmente per gli imballaggi siamo all'80 per cento di necessità di macero, perché il 75-80 per cento di materiale per produrre imballaggi è fatto da carta proveniente dal riciclo.
  Il Sud ha ancora notevoli potenzialità di crescita, come dicevamo. All'interno del sistema CONAI, COMIECO ha fatto una scelta strategica: investire sullo sviluppo della raccolta differenziata di carta e cartone al Sud. Quest'area ha margini di crescita, come dicevamo, di 600.000 tonnellate annue, oltre il 60 per cento del valore Italia, e sarà determinante per il raggiungimento degli obiettivi attuali e per la gestione futura.
  Come si vede dalla piccola cartina presente nella relativa slide, già da quattro-cinque anni per tutte le manifestazioni nazionali partiamo dal Sud, in particolar modo dalla Sicilia.
  Se si guardano i chili per abitante che vengono raccolti, il Sud è ancora indietro: contro una media di 56-57 chilogrammi di raccolta nazionale, si oscilla tra 36-38 al Sud e 78 nel bacino che va dalle Alpi all'Appennino tosco-emiliano. Tuttavia, se si guarda la questione da un altro punto di vista, chi è che cresce negli ultimi cinque anni è il Sud, se la raccolta differenziata di carta e cartone è cresciuta è grazie alle regioni del Sud, che comunque partivano da basi basse, però crescono anche con numeri a due cifre. Questo è dovuto anche agli interventi che sono stati fatti, quali ad esempio quello per le attrezzature di raccolta e supporto attuato con il bando ANCI-COMIECO per 5 milioni di euro a beneficio di 273 comuni, di cui l'88 per cento erano al Sud. C'è stato poi un piano specifico fatto da COMIECO per il Sud, con il quale sono stati stanziati 7 milioni nel 2015, dei quali ne risultano già impegnati 3,9. Questi 7 milioni sono subordinati al raggiungimento dei risultati.
  Cito il caso di un comune grande – ma potrei parlare anche di Ragusa o di Enna. Al comune di Napoli, quando è partito con la raccolta differenziata, abbiamo dato 5 milioni per acquistare i mezzi per la raccolta di carta e cartone. Il comune ha raggiunto gli obiettivi che si era prefisso, anzi li ha superati, quindi una parte del finanziamento lo abbiamo lasciato a fondo perduto e una parte la recuperiamo ritirando il materiale.
  Questi progetti non riguardano solo i comuni grandi. Troverete nel documento una piccola tabella su quanti sono i progetti finanziati e su quanti sono gli abitanti coinvolti in quelle aree o quei comuni. I comuni sono 273 per il primo accordo.
  Anche al piccolo comune che ci chiede un contributo per andare verso una raccolta di prossimità porta a porta – noi, come si è detto, anche per la qualità, privilegiamo questa soluzione –, anche semplicemente per finanziare i cinque cassonetti che devono dare alle famiglie, noi diamo il contributo. Una metà la leghiamo al recupero della materia prima e una metà, se raggiungono certi obiettivi di qualità e a volte di quantità, gliela lasciamo anche a fondo perduto. Questi sono gli strumenti che possiamo adottare.
  La qualità è l'unico lasciapassare perché questo prodotto sia riciclabile. Nel documento trovate delle classifiche. È inutile che ve le illustri, ma, come vi ho detto fino adesso, c'è una differenza anche qualitativa di impurità tra Nord e Sud. Comunque, si sta lavorando per un miglioramento.
  Il miglioramento passa, come si è detto, un po’ dalla cultura e da tante altre cose. Comunque, noi cosa stiamo facendo? Nell'accordo ANCI-CONAI per la prevenzione e l'innovazione, COMIECO si è fatto promotore di innovazione tecnologica fin dalla fase di progettazione per migliorare nel tempo la riciclabilità degli imballaggi cellulosici e il risparmio di materie prime, ottenendo una notevole riduzione di peso a parità di prodotto e prestazioni. Questo è un altro modo per ridurre la quantità che i comuni si ritrovano a dover raccogliere.
  Per un uso efficiente delle risorse la filiera ha adottato un metodo scientifico (ci Pag. 10siamo basati su Aticelca principalmente) per determinare il grado di riciclabilità degli imballaggi e dei prodotti cellulosici, simulando in laboratorio il riciclo in cartiera, e trarre indicazioni utili in fase di progettazione e prevenzione.
  Cerchiamo di sapere prima e vorremmo arrivare a dare una collaborazione anche alle aziende che usano imballaggi, dicendo cosa è riciclabile, cosa no, cosa ci crea delle problematiche.
  Per farvi un esempio, oggi la plastica, per ragioni logiche di difficoltà che presenta questo materiale, ha un contributo CAC molto alto, mentre quello della carta è comunque basso, perché, come si diceva, è una materia prima seconda.
  Secondo l'attuale regola si paga il CAC in base al materiale prevalente. Cosa si è scoperto? Qualcuno, da plastica flessibile, ha fatto il sacchetto di patatine mettendo il 51 per cento di cellulosa, dicendo che – siccome il materiale prevalente è carta – intende pagare il CAC della carta, che è molto basso. Noi così ci troviamo il 49 per cento – ora estremizzo – di improprietà nella carta, quindi lì bisogna intervenire. Si stanno facendo degli studi per vedere fino a che punto la cartiera lo può ricevere e lo può separare, al di là del problema di sapere questa parte che mi avanza dove la metto, ma questo è un altro discorso.
  Oltre il 90 per cento dell'acqua impiegata nella produzione cartaria è riciclata nel processo e negli ultimi vent'anni si è ridotto anche del 20 per cento l'uso dell'energia. Quindi, come vi dicevo, non ci si ferma a un'economia circolare che chiuda il cerchio, come è la nuova tendenza sia nazionale che europea, ma si cerca di chiudere anche il cerchio del carico di CO2.
  All'inizio si è detto che noi abbiamo una rete di piattaforme che consente un trasporto medio al comune di 18 chilometri. Chiaramente non possiamo fare una cartiera al Sud, però, se si potesse realizzarla, la incentiveremmo. Una delle tre cartiere nuove che sono partite è ad Avezzano. Non è Sud, ma comunque è Centro Italia e ci aiuta molto. Certamente se ci potesse essere una cartiera al Sud – perché i consumi ci sono – questo ci favorirebbe molto. Comunque, cerchiamo di risparmiare l'acqua nel processo, cerchiamo di risparmiare energia e tutto quello che è possibile, perché la sostenibilità non è fatta solo dal riciclo, ma anche da come si fa il riciclo.
  Sull'accordo ANCI-CONAI per l'innovazione negli imballaggi accoppiati qualcosa si è detto. Io sorvolerei, perché tanto potete trovare elementi nel documento.
  Cosa facciamo per la comunicazione? Ve lo illustro per capitoli, molto velocemente. Facciamo la manifestazione «Ricicloaperto impianti»: tenete conto che tutti gli anni abbiamo 18.000 visitatori; ci sono una serie di cartiere che aprono per una settimana e ci si portano le scolaresche. Facciamo il «Palacomieco» e facciamo «Ricicloaperto a teatro» nei teatri. In una slide trovate elencate tutte le iniziative. COMIECO, infatti, come Consorzio è anche abbastanza conosciuto da molte persone, e soprattutto dai nostri ragazzi.
  Vengo ora alle criticità che frenano il settore. È qui che, invece, abbiamo bisogno di voi. Uno dei principali ostacoli al riciclo nel nostro Paese è la difficoltà di gestire gli scarti che ne derivano. È una piccola frazione, ma è importante. Il tonnellaggio è talmente tanto che anche una piccola percentuale comunque è tanta roba. Sono materiali ricchi di energia e di biomassa, che non trovano impianti per il loro recupero e finiscono prevalentemente in discarica.
  Per fare più economia circolare la pianificazione regionale delle infrastrutture deve tenere conto degli scarti della selezione e del riciclo. Cosa possiamo fare noi? Noi potremmo anche esportare in Cina, perché abbiamo delle strutture e delle situazioni che potremmo selezionare per riportare la materia prima allo 0,5 per cento di scarti, però dopo questa selezione, la piattaforma dove mette il materiale non conforme? È un po’ lo stesso problema per un'altra via.
  La filiera cartaria traina l'economia circolare.
  Andiamo al nuovo accordo e ai punti chiave, che è quello che stiamo trattando.
  Il primo è mantenere la sussidiarietà al mercato attraverso finestre annuali di entrata e uscita, che non significa allungarle. Pag. 11Siamo qui perché c'è una realtà, c'è un processo industriale e, quindi, noi chiediamo che nell'accordo tecnico di COMIECO con CONAI rimanga la finestra annuale.
  Un altro punto è mantenere l'obbligo di servizio su tutto il territorio nazionale, per evitare fenomeni di cherry picking. Questo noi lo lasciamo, ma andrebbe scritto al contrario. Noi non vogliamo fare selezione, noi lasciamo che il comune scelga quello che vuole, vada pure a darlo dove in quel momento gli conviene sul mercato. A noi va benissimo rimanere sussidiari.
  Un altro punto è implementare la qualità della raccolta entro certi limiti stringenti. Come dicevo prima, bisogna incentivare la qualità, affinché ci sia sempre più materiale senza elementi estranei.
  Ulteriori punti sono: premiare le raccolte più pulite, responsabilizzando i gestori del servizio sui costi per le frazioni estranee non recuperabili; garantire la terzietà delle analisi qualità (questa è una trasparenza); mantenere il rapporto bilanciato tra raccolta commerciale e raccolta famiglie, per sopperire alla carenza di un'efficace disciplina sull'assimilazione. Sull'assimilazione non c'è una disciplina, quindi ce la siamo data da noi. Ecco perché prima vi accennavo al rapporto 1 a 2,8, perché poi servirà una disciplina sull'assimilazione.
  Un altro obiettivo è migliorare il sistema di tracciabilità dei flussi fisici ed economici comune per comune.
  Con questo avrei finito. Non so se vi ho rubato qualche minuto in più, ma spero di avervi trasmesso una fotografia di come COMIECO oggi opera e che programmi ha per operare in futuro a livello nazionale.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  UMBERTO BURATTI. Sarò brevissimo. Non farò un intervento per chiedere informazioni o notizie. Provenendo dalla provincia di Lucca, conosco bene quella realtà, anche perché da noi il distretto cartario è uno dei distretti più importanti del nostro Paese. Sono stato anche sindaco, quindi avendo un'esperienza come amministratore locale devo dire che il grosso lavoro che viene fatto dà risultati. È veramente una delle attività più importanti, come veniva detto, per l'economia circolare. È importantissimo anche il lavoro che viene fatto iniziando dalle scuole, con tutte le iniziative, come veniva detto. Io vorrei solo dire grazie al Consorzio per l'attività che è stata svolta e che continua a essere svolta.

  VANIA VALBUSA. Anch'io come il collega sono un amministratore locale e sono veneta. Da noi è molto diffusa la raccolta porta a porta, abbiamo degli eccellenti risultati sul territorio. Fa molto piacere che anche oggi venga detto che comunque anche al Sud questa mentalità di riciclo e raccolta del rifiuto sta aumentando.
  Quello che chiedo io è che sulla base di questo non venga comunque dimenticato il lavoro del Nord. Continuiamo anche il lavoro di sensibilizzazione sui cittadini del Nord, perché anche noi dobbiamo sicuramente migliorare e abbiamo bisogno anche noi di alcuni incentivi, come ad esempio avere dei compattatori all'interno delle nostre isole ecologiche cittadine, che permetterebbero degli scarichi minori delle vasche che contengono la carta. Per tutto ciò che voi riuscite a fare, noi siamo ben disponibili, anche se siamo organizzati in consigli di bacino, che comunque sono i diretti interessati, che poi a caduta coinvolgono i comuni. Noi siamo ben disponibili a ricevervi e a ricevere tutti i contributi, anche futuri, che riuscirete a dare.

  GENEROSO MARAIA. Mi ricollego a quello che stava dicendo la collega. Anche al Sud – io provengo dalla Campania – saremmo disponibili ad accogliere soprattutto gli impianti, perché ci rendiamo conto che abbiamo una carenza di impiantistica e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. I numerosi incendi che ci sono stati quest'estate testimoniano questa mancanza.
  Infatti, vedo nella prima cartina dell'Italia contenuta nel documento tutti questi «zero» proprio per quanto riguarda le cartiere. Lei ha detto che c'è bisogno di una cartiera al Sud. Vedo che ce ne sono due, di Pag. 12cui una in Campania. Più che altro c'è bisogno anche di piattaforme idonee, perché le piattaforme attualmente anche in Campania accolgono più materiali, dalla plastica alla carta, quindi poi quando vanno in combustione creano disastri.
  Vorrei capire se questi investimenti ad Avezzano hanno avuto aiuti da parte vostra o sono investimenti privati.

  PRESIDENTE. Ne approfitto. Io ho delle domande solamente per COMIECO e per gli ospiti della prossima audizione, che sarà quella di COREPLA. Pongo una domanda sulla trattativa in merito alla proroga dell'accordo, per capire quale sarà il nuovo accordo.
  La nuova direttiva europea sugli imballaggi dovrà essere attuata da questo Parlamento nei prossimi mesi o comunque entro metà del 2020. Visto che la direttiva in questo momento non è stata attuata e sicuramente non lo sarà alla scadenza dell'accordo ANCI-CONAI, vorrei capire se voi, nei vostri rapporti tra ANCI e CONAI – noi come Parlamento ci stiamo occupando del tema, pur sapendo che non possiamo essere noi a modificare l'Accordo – chiedete una proroga dell'Accordo attualmente in vigore prima di poter fare un nuovo Accordo tra ANCI e CONAI.

  MANUELA GAGLIARDI. Io ho soltanto un dubbio. Mi pare di aver letto qualche mese fa sulla stampa che gran parte della nostra carta veniva acquistata dalla Cina e che in questo momento questo non accade più o comunque accade in modo molto minore rispetto a qualche mese fa. Innanzitutto le chiedo se questo dato effettivamente corrisponde al vero e inoltre come incide in questa situazione e, quindi, anche nel ruolo che voi svolgete.

  PRESIDENTE. Do la parola al presidente Cecchini per la replica.

  AMELIO CECCHINI, presidente del Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base cellulosica (COMIECO). Seguirei un pochino l'ordine delle domande.
  Lucca è un comprensorio e, peraltro, non so se la «c» mi tradisce, sono di Lucca, quindi lo conosco bene, ecco perché sono nella carta, anzi è grazie a questo. Anche lì stiamo studiando, visto che comunque c'è un consumo. Indirettamente rispondo anche alla sua collega. Tra le cose che sviluppiamo, stiamo anche valutando – e siamo molto avanti – di trovare un sistema logistico diverso, usando la ferrovia. Abbiamo già delle basi. Questo soprattutto in momenti come l'attuale, e torno alla Cina, che è quella che ha provocato questo cambiamento, che però è stato anche un bene, perché ha abbassato l'acqua e ci ha fatto vedere gli scogli. Le cartiere di Lucca si lamentavano, ma pensate a quelle del Nord ad andare a prendere il materiale al Sud. Noi, d'altro canto, abbiamo un accordo per cui la distribuiamo.
  Noi abbiamo un rapporto molto complicato per assegnare il tonnellaggio. Il 40 per cento va all'asta e il 60 per cento lo diamo sulla base delle produzioni dell'anno precedente di ciascuna cartiera, così che ci sia un po’ di maleficio, come ora, perché sono obbligate per contratto ad andare a prenderla. Ecco perché noi possiamo garantire che ritiriamo comunque, perché la cartiera ci deve andare, però stiamo attenti a non fare una concorrenza sleale, quindi diamo a tutti una distanza media uguale. In Sicilia ci devono andare un po’ tutti. Se si riuscisse a fare dei treni da 1.000 tonnellate e portarla su alcuni snodi (uno potrebbe essere Lucca, uno potrebbe essere Verona, lo stiamo studiando), si faciliterebbe il compito e in parte andremmo a sopperire alla carenza di cartiere.
  D'altro canto, per le cartiere si parla di investimenti da centinaia di milioni. Infatti, oggi per essere competitivi occorrono macchine che hanno una luce di 10 metri. Quella che parte su in Piemonte è di dieci metri di luce, esce un nastro di carta che poi viene lavorato. Quella a Mantova è di 7,80 metri, questa di Avezzano di 5,50. Questa è della Burgo e anche quella su in Piemonte.
  Il calo dell'uso delle carte grafiche (perché il mondo è tutto in evoluzione) prima è passato attraverso una chiusura e adesso Pag. 13è passato attraverso una conversione, visto che comunque per le carte da packaging, cosiddette da «containerboard» c'è un'enorme domanda. Infatti, nel mondo il packaging sta aumentando e ci auguriamo tutti che l'economia continui a girare. Invece che chiudere, hanno provato a convertire la produzione in queste carte, quindi hanno usato in parte l'impianto e in parte i siti, peraltro con un risparmio, perché c'erano già l'impianto di depurazione, l'impianto energetico eccetera. Certamente noi favoriamo tutto quello che è possibile e una di queste cose è trovare una logistica che trasporti, invece che su gomma, in una maniera diversa.
  Per il Sud, siccome noi individuiamo esattamente ancora in 600.000 tonnellate il margine di crescita, il che significherebbe una cartiera enorme, dobbiamo trovare una soluzione. Per il Nord no, non siamo assolutamente preoccupati, però lì le azioni sono diverse e – mi lasci dire – un po’ più sofisticate, perché c'è un certo livello di conoscenza, sono più anni che c'è l'uso della raccolta differenziata da parte delle famiglie.
  Per esempio, a Milano siamo partiti con una sperimentazione che sta dando i suoi frutti. La raccolta di prossimità che vi dicevamo del commerciale la facciamo il giovedì anche per le famiglie, perché oggi nelle famiglie stanno entrando tanti imballaggi di cartone ondulato, attraverso l’e-commerce. Infatti, oggi dentro le famiglie molta roba arriva inscatolata, perché arriva da Amazon ad esempio. Quindi, la famiglia oggi può chiamare l'AMA, la mette in casa e, quindi, è un'altra raccolta. Ci stiamo specializzando al Nord, però siamo su livelli un po’ più sofisticati. Andare a introdurre questo dove ancora non c'è la raccolta differenziata o dove ancora non c'è il porta a porta sarebbe prematuro. Dunque, abbiamo due livelli di sviluppo, ma che continuano tutti nella stessa direzione.
  Per quanto riguarda la Cina questo crollo dei prezzi ha fatto sì che molti comuni siano rientrati in COMIECO, perché oggi conviene. In secondo luogo – ripeto – ci ha fatto vedere tante problematiche. La utilizzeremo noi e non lo vedrei così negativo. Comunque, è una materia prima e ne abbiamo talmente poca che a me piace chiamarla «la nostra foresta urbana».
  Per il discorso degli investimenti, noi auspichiamo nuove cartiere e, per quello che possiamo, aiutiamo. Se ci fosse da studiare anche un'asta annuale oppure una garanzia di materia prima, noi la daremmo a tutti gli investitori. Quindi, teniamo i contatti, ma non saremmo in grado e non sarebbe neanche il nostro mestiere farlo.
  Le piattaforme invece sì. Purtroppo lei sa che noi con la regione Campania siamo molto vicini e discutiamo spesso, di progetti ce ne sono tanti, ma nessuno la vuole... questa è una delle richieste che dovremmo fare noi. A noi hanno proposto di farne anche di semipubbliche. A noi va bene tutto, purché ci dicano dove e come.
  Noi riguardo alle convenzioni siamo apertissimi, perché, come siamo sussidiari ai comuni, siamo sussidiari alle piattaforme, e anche lì cerchiamo di non favorire nessuno, anzi sfruttiamo un discorso di logistica. Se quei 18 chilometri dalla piattaforma si potessero ridurre avendo più piattaforme e portarli a 17, poi a 15 e poi a 8, sarebbe positivo. Se lei ci dà una mano con la regione Campania ad aprirle, con noi sfonda una porta aperta.
  Come dicevo, i comuni comunque hanno un corrispettivo anche per la carta da giornali, quindi c'è ancora tanto da fare, ma il COMIECO è un Consorzio che sta sviluppando, forse anche perché è da vent'anni che è partito e forse perché ha la fortuna di avere una vera materia prima seconda. Comunque, dagli interventi sono contento.
  Sulla proroga dell'Accordo, che è la questione più importante, io direi questo. Per noi come COMIECO non ci sarebbero assolutamente problemi a dire «stiamo come stiamo, si allunga di un anno», però preferirei che parlasse CONAI, perché sarebbe stupido avere situazioni diversificate, ossia COREPLA no, COMIECO sì eccetera. Tuttavia, lei sappia che, se a CONAI verrà fatta questa richiesta, la risposta di COMIECO sarà positiva.
  Infatti, oggi c'è da ipotizzare una realtà futura che non è ben chiara neanche a noi, Pag. 14quindi si rischierebbe di rimanere a bocca amara in due. Forse la soluzione di aspettare il recepimento della nuova direttiva chiarirebbe le idee a tutti per fare un nuovo Accordo. Visto che l'Accordo di solito è per quattro anni, allungarlo di uno potrebbe essere la soluzione. Per parte del Consorzio COMIECO io le posso già dire che in questo caso a CONAI diremmo sì, però è bene che decida CONAI nell'insieme.

  PRESIDENTE. Ringrazio gli intervenuti per il loro contributo e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato), e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 11.30.

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