XVIII Legislatura

VIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 11 di Martedì 19 novembre 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Terzoni Patrizia , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA NORMATIVA CHE REGOLA LA CESSAZIONE DELLA QUALIFICA DI RIFIUTO ( END OF WASTE)

Audizione di rappresentanti della Federazione italiana rigeneratori imballaggi (FIRI).
Terzoni Patrizia , Presidente ... 3 
Magnaghi Roberto , presidente della Federazione Italiana Rigeneratori Imballaggi (FIRI) ... 3 
Terzoni Patrizia , Presidente ... 6 
Muroni Rossella (LeU)  ... 6 
Terzoni Patrizia , Presidente ... 6 
Magnaghi Roberto , presidente della Federazione italiana rigeneratori imballaggi (FIRI) ... 6 
Capra Stefano , consigliere del Comitato di coordinamento ... 6 
Terzoni Patrizia , Presidente ... 7 

ALLEGATO: Documentazione depositata della Federazione Italiana Rigeneratori Imballaggi (FIRI) ... 8

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio: Misto-C10VM;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
PATRIZIA TERZONI

  La seduta comincia alle 15.55.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti della Federazione italiana rigeneratori imballaggi (FIRI).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti della Federazione italiana rigeneratori imballaggi (FIRI), nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla normativa che regola la cessazione della qualifica di rifiuto (end of waste).
  Ringrazio i rappresentanti della Federazione italiana rigeneratori imballaggi e cedo la parola al presidente Roberto Magnaghi, presidente dell'Associazione, per lo svolgimento della sua relazione.

  ROBERTO MAGNAGHI, presidente della Federazione Italiana Rigeneratori Imballaggi (FIRI). Grazie, Presidente. A fianco a me c'è Stefano Capra, uno dei nostri consiglieri e imprenditori impegnato in prima persona con la conduzione di aziende che operano nel nostro settore, nel settore in particolare – come sottolineeremo durante la presentazione – della circular economy.
  Noi abbiamo preparato alcune slide di presentazione che vi abbiamo consegnato e, partendo dal primo punto dalla prima pagina, abbiamo un breve indice per sintetizzarvi quello che qui vorremmo presentarvi nei prossimi minuti, in particolare: una breve presentazione di chi siamo, chi è l'Associazione, quali sono le aziende che partecipano e cosa fanno, quali sono gli obiettivi; poi vorremmo focalizzare l'attenzione su uno dei punti fondamentali della nostra attività, che è la preparazione per il riutilizzo, quindi quello che le nostre aziende fanno, con un focus principale, e il contributo di queste aziende alla circular economy; passeremo poi alla trattazione del tema end of waste, quali prospettive, soprattutto in relazione al tema della preparazione per il riutilizzo e poi alcune proposte che ci permettiamo di presentarvi proprio in quest'ottica.
  Noi siamo la Federazione italiana rigeneratori imballaggi, siamo un'associazione che rappresenta la maggioranza delle imprese operanti sul territorio nazionale in questo campo e, in particolare, nel settore della raccolta e gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggi industriali – parliamo soprattutto di plastica, acciaio e legno, quindi i tre materiali di riferimento – una raccolta e gestione finalizzata alla preparazione e al riutilizzo degli stessi, con l'obiettivo principale di riutilizzarli prima ancora di recuperarli e di riciclarli.
  Siamo circa ventisette imprese che rappresentano l'85 per cento del comparto della rigenerazione di questi imballaggi. Sono circa cinquecento addetti che operano su tutto il territorio nazionale, con un'occupazione trasversale, nel senso che gli imballaggi che tra poco vi presenterò sono tipici di più comparti, di più settori industriali e commerciali. Tutte le aziende vantano peraltro una pluriennale esperienza, quindi operano nel settore da più anni e nel pieno rispetto dei principi normativi Pag. 4 delle regole e delle norme in questo campo.
  Gli imballaggi di cui parliamo sono le cisternette multimateriali (IBC), i fusti in plastica e in acciaio, trovate degli esempi nelle slide. Una cisternetta è un imballaggio fatto da più componenti, che sono un otre in plastica, una gabbia in acciaio e un pallet, che può essere di legno, di plastica o anch'esso di acciaio. Quindi un imballaggio composto da più materiali, assolutamente disassemblabile e recuperabile al 100 per cento. I fusti in plastica sono fusti fatti in materiale plastico (normalmente polietilene) e i fusti in acciaio sono naturalmente di acciaio. Tutti questi imballaggi hanno una caratteristica: sono pensati sin dall'inizio per fare più cicli di vita; quindi non sono imballaggi usa e getta, ma sono imballaggi costruiti, progettati e pensati dall'inizio per essere riutilizzati, per essere riusati.
  Qualche dato sui nostri numeri. Vi dicevo prima che noi trattiamo legno, plastica, acciaio. Sono circa cinquantasettemila le tonnellate utilizzate e recuperate l'anno passato: diciassettemila tonnellate in plastica; trentaduemila tonnellate in acciaio; ottomila tonnellate di legno. In particolare un dato molto importante: del totale di queste cinquantasettemila tonnellate, ben il 72 per cento sono state preparate per il riutilizzo, sono state reintrodotte sul mercato per essere riutilizzate, nuovamente riempite e nuovamente fatte entrare in circolo, in una logica di circular economy. La parte che rimane, il 28 per cento, comunque ha avuto un destino di riciclo.
  Quindi da una parte si riutilizza, da una parte si lavora per riutilizzare gli imballaggi e dall'altra, qualora questo imballaggio non sia possibile riutilizzarlo, si fa un'operazione destinata al riciclo per ottenere materia prima seconda che, a sua volta, può essere ulteriormente utilizzata in queste tipologie di imballaggio. Molti di questi imballaggi che vi ho rappresentato possono essere fatti in misura molto importante con componenti di materiale riciclato, chiudendo ancora una volta al 100 per cento il circolo.
  Questo tema si riaggancia al tema della preparazione e del riutilizzo all'interno del quadro normativo. Se le nostre aziende lavorano in quest'ottica, lo fanno anche nella prospettiva di sviluppare quella che voi conoscete come essere la scala gerarchica dei rifiuti. Scala gerarchica dei rifiuti ribadita nelle varie direttive, a partire dalla direttiva sul packaging, ma altrettanto nella direttiva rifiuti e ancora oggi nella direttiva riguardante la circular economy.
  La gerarchia dei rifiuti stabilisce una cosa molto semplice, che voi conoscete anche meglio di me: in primo luogo c'è la prevenzione, quindi devo ragionare, devo pensare, devo capire come fare un imballaggio più ecocompatibile possibile; il secondo step è avviare la preparazione per il riutilizzo. Quindi, nel momento in cui io penso a un imballaggio, lo penso innanzitutto per essere riutilizzato. Se non fosse possibile riutilizzarlo, al terzo livello c'è l'operazione di riciclaggio, fino a scendere alle operazioni di recupero energetico (in questo caso il recupero di energia) e poi, solo come ultima istanza, il discorso dello smaltimento; quindi discarica zero o vicino allo zero.
  In qualche modo le nostre aziende stanno lavorando, hanno lavorato in questi anni all'interno di questo quadro e hanno lavorato nella parte alta, nella parte che riteniamo essere forse la più nobile, soprattutto ragionando in un ambito di chiusura al 100 per cento del cerchio.
  Cosa vuol dire fare preparazione per il riutilizzo? Vuol dire utilizzare i prodotti per più di un ciclo di vita, quindi per più cicli di vita; vuol dire innanzitutto ridurre i volumi dei rifiuti, perché più faccio girare un imballaggio e più riduco il rifiuto che sta a monte, ma altrettanto è un risparmio di materia prima a monte. Quanta materia prima ho risparmiato l'anno passato rispetto alle attività che le aziende dell'associazione hanno condotto? In questo caso queste cinquantasettemila tonnellate sono sicuramente un risparmio di materia prima.
  Poi si tratta di ragionare sul mercato degli imballaggi rigenerati, quindi quali sono gli sbocchi e quali possibilità ci sono per utilizzare questi mercati. Su questo abbiamo Pag. 5 fatto anche una collaborazione, che sta andando avanti da alcuni anni e che l'anno scorso è stata rinnovata in maniera importante con il CONAI e i consorzi del mondo CONAI, in particolare: COREPLA per la plastica, Rilegno per il legno e RICREA per l'acciaio. Tutto questo in un'ottica di sviluppo della circular economy. Questo accordo triennale con i consorzi (COREPLA, RICREA e Rilegno) ha avuto un focus ulteriore nel corso dell'ultimo anno con lo sviluppo di iniziative rivolte a dare sostegno all'intero settore della preparazione per il riutilizzo, anche in un'ottica di ragionare in termini europei. Voi sapete come in ambito europeo il tema della preparazione per il riutilizzo è oggetto di discussione, i documenti sono stati presentati. La stessa Commissione europea sta ragionando su come sviluppare ulteriormente e incentivare le iniziative relative al riutilizzo. Queste credo che siano alcune iniziative importanti nel campo industriale, perché noi non ci rivolgiamo agli imballaggi domestici, quindi non ci rivolgiamo ai prodotti di largo consumo, ma sicuramente siamo coloro che stanno prima dei prodotti di largo consumo, perché, se le aziende chimiche o le aziende che lavorano per produrre certi preparati arrivano a imbottigliarli in qualche contenitore destinato al supermercato, prima sicuramente passano per i prodotti e gli imballaggi che vengono utilizzati attraverso le nostre aziende.
  Sul tema end of waste sapete meglio di me che recentemente un emendamento inserito nel decreto-legge sulle crisi aziendali ha fatto fare un passo avanti rispetto ad alcune situazioni, nelle quali l'intero comparto e anche le nostre aziende si trovavano. Noi oggi vorremmo fare un focus sul riutilizzo, perché, se è vero che questi passi avanti sono stati fatti, sicuramente riuscire ad avere una normativa che sia focalizzata sulle attività di prevenzione per il riutilizzo, quindi sul riuso, che semplifichi alcune attività che le nostre aziende conducono quotidianamente, crediamo possa essere un punto importante, un punto di svolta, un punto che potrebbe anche fare da volano a queste attività.
  Oggi abbiamo parlato di cinquantasettemila tonnellate risparmiate: quante altre tonnellate potrebbero essere risparmiate se le aziende potessero beneficiare di tutte le possibili semplificazioni anche da questo punto di vista? Io ovviamente parlo come associazione FIRI, ma possiamo pensare ad altre categorie del riutilizzo e ad altre categorie del riutilizzo industriale, mi vengono in mente ad esempio i pallet in legno riutilizzabili. Il fatto di poter avere delle facilitazioni e delle prospettive, che ci possano aiutare nel percorso dei rapporti anche con i nostri clienti, con le aziende per le quali lavoriamo, potrebbe essere utile.
  Le operazioni di preparazione per il riutilizzo dei rifiuti in imballaggio per poter continuare ad esistere devono necessariamente generare prodotti in tutto e per tutto conformi a norme esistenti, a norme internazionali. Quando le aziende del nostro comparto operano sul territorio, lavorano e producono una nuova cisternetta, un nuovo fusto, adeguandosi a norme assolutamente identiche a quelle che sono le analoghe cisternette prodotte nuove, gli analoghi fusti in acciaio prodotti nuovi e quant'altro. Quindi esiste già una normativa in merito, esiste di fatto una strada che le aziende seguono per poter commercializzare i loro prodotti e riutilizzarli.
  Arrivando a qualche ragionamento che fa seguito a questo, quindi, si arriva di fatto a dei ragionamenti che sono anche delle proposte. Abbiamo visto recentemente – e parliamo del decreto del Ministero dell'ambiente 17 ottobre 2019 – la definizione dei criteri ambientali minimi per quanto riguarda le cartucce di toner a getto di inchiostro rigenerate: noi naturalmente non facciamo cartucce di toner rigenerate, però questa può essere una strada, perché di fatto all'interno di questo decreto si specifica come deve essere fatta in questo caso una cartuccia, quindi sono norme tecniche che riguardano tanto i prodotti nuovi quanto i prodotti riutilizzati, identici al nuovo, se così possiamo dire.
  Quindi noi pensiamo che, su questa falsariga, sia opportuno pensare a decreti ministeriali, decreti end of waste, visto che il tema è questo, che ragionino sulla preparazione Pag. 6 per il riutilizzo degli imballaggi industriali, garantendo un'assoluta omogeneità nella definizione di prodotto ottenuto, che siano collegati a delle norme già esistenti, a delle qualifiche di alcuni prodotti, imballaggi che già esistono.
  A pagina 14 del documento vi propongo una situazione esistente. Prendiamo ad esempio un caso che si attaglia bene alla nostra realtà, perché qua si parla di ADR, si parla di trasporti di merci pericolose e si dice che un IBC ricostruito, cioè una cisternetta ricostruita, una cisternetta ricondizionata, una cisternetta che ha subito un passaggio per essere riutilizzata, deve avere delle caratteristiche ben definite, deve essere conforme a dettami già oggi definiti; e potrebbero essere altrettante quelle procedure, quei link, quei parametri che fanno da base alla costruzione di un decreto specifico. Altrimenti già oggi i nostri associati non potrebbero vendere il loro prodotto, se non fosse conforme a queste norme che, ripeto, è tale e quale, identico ai prodotti nuovi.
  Quindi un focus sulla preparazione e sul riutilizzo e un focus sul riuso ci rimanda a un focus su norme già esistenti sul nuovo; ci rimanda alla possibilità di utilizzare queste norme anche per la costruzione dei decreti end of waste; ci rimanda altresì alla possibilità di sviluppare un settore risparmiando materie prime e risparmiando in questo caso carta, plastica (su cui il dibattito è vivo in questi giorni) e legno naturalmente, che sono i materiali che riguardano i nostri associati.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ROSSELLA MURONI. Grazie, Presidente. Intervengo per ringraziare i rappresentanti della FIRI per aver contribuito a questa nostra indagine conoscitiva.
  Vorrei fare rapidamente due domande. La prima è rispetto ai temi dell’ecodesign, perché il tema degli imballaggi riutilizzabili c'entra moltissimo su come poi gli stessi vengono costruiti e progettati, quindi vorrei capire se avete rapporti, per esempio, con le università, perché è un tema di progettazione e di studio dei materiali avanzati molto interessante. L'altra Commissione di cui faccio parte è stata da poco negli Stati Uniti, dove abbiamo incontrato l'Università di Berkeley che sta studiando proprio nuovi materiali per rispondere alle esigenze del riutilizzo e del riciclo, quindi vorrei capire se anche in Italia abbiamo esperienze di questo tipo.
  L'altra domanda è sulle proposte normative che voi fate. In questa Commissione abbiamo incardinato alcune proposte di legge per il riordino e la promozione delle attività nel settore dei beni usati e del riuso dei prodotti che sono pensate più per i prodotti singoli, però – vi consegnerò questa proposta trasversale, presentata da tutte le forze politiche – magari potreste dirci se potrebbe essere utile per voi introdurre un articolo, fare degli emendamenti che vengano incontro alle proposte che fate sugli imballaggi.

  PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi, pertanto do la parola agli auditi per le risposte.

  ROBERTO MAGNAGHI, presidente della Federazione italiana rigeneratori imballaggi (FIRI). Grazie, anche per le domande. Una piccola risposta, poi lascio la parola a Stefano Capra.
  Ecodesign, abbiamo fatto un'attività insieme al CONAI e al Politecnico di Milano (Facoltà di Ingegneria), quindi c'è un'attività avviata; l'attività è in corso, ha concluso una prima fase, ma altrettanto abbiamo una fase 2, quindi molto volentieri.
  Sulla legge, grazie, accettiamo la proposta molto volentieri e assolutamente vi daremo tutto il contributo possibile.

  STEFANO CAPRA, consigliere del Comitato di coordinamento. Aggiungo il fatto che le nostre aziende si occupano del recupero e della rigenerazione di imballaggi terziari. Come voi sapete, c'è l'imballaggio primario che finisce sul mercato del consumo; gli imballaggi secondari che avvolgono l'imballaggio, come ad esempio la copertura di cellophane attorno alle bottiglie dell'acqua, Pag. 7che finiscono sul mercato dell'urbano e del consumo; poi ci sono gli imballaggi terziari (quelli dei quali ci occupiamo noi), che sono gli imballaggi usati nel settore industriale.
  Gli imballaggi di cui ci occupiamo noi sono già costruiti e pensati per fare più di un ciclo di vita, intanto per il costo, nel senso che sono imballaggi costosi, e alla fine della vita questi imballaggi hanno comunque un valore residuo, tant'è vero che noi questi imballaggi usati che entrano nei nostri impianti sotto forma di rifiuti, quindi gestiti allo stesso modo come una qualunque tipologia di rifiuti, li acquistiamo: noi paghiamo per comperare un imballaggio usato, perché ha un valore residuo, perché questo imballaggio, successivamente alle operazioni di trattamento per il riutilizzo, viene rivenduto sul mercato. Quindi la nostra è un'attività industriale come tante altre, solo che, invece di usare materie prime, usiamo dei rifiuti come materia prima, che vengono comperati e vengono pagati a tutti gli effetti.
  Oltre a quello che diceva il dottor Magnaghi di studiare anche per cercare di migliorare, di perfezionare, di ottimizzare la tipologia dell'imballo per riuscire a migliorare la sua recuperabilità, volevo rappresentarvi che noi questa attività la facciamo già da tempo. Ci siamo molto spaventati a giugno/luglio, quando, per un problema legato all’end of waste, abbiamo temuto che le nostre attività non potessero più proseguire, perché all'interno del decreto 5 febbraio 1998 che norma le attività di riciclo non è prevista l'attività di rigenerazione dell'imballaggio. Quindi c'è un buco normativo di fatto.
  Nella nostra associazione ci sono quattro impianti – mi pare – le cui autorizzazioni sono scadute; le province non rinnovavano le autorizzazioni, perché mancava una norma che consentisse il rinnovo di un'autorizzazione che si occupasse del riuso degli imballi.
  Quello che noi vogliamo sottolineare è il fatto che la nostra attività viene ancora prima del riciclo: noi siamo al riuso, per il quale serve un'attività di preparazione. Nel caso dell'imballo stiamo parlando di un lavaggio per quanto riguarda il fusto e una manutenzione per quanto riguarda la cisternetta, la quale viene sottoposta di nuovo a dei test di tenuta, perché la cisternetta deve contenere dei prodotti liquidi e deve rispondere alle stesse caratteristiche dell'imballo nuovo.
  La seconda domanda era riferita alle proposte di legge in esame. Questa più che una domanda è un invito: siamo molto contenti del fatto che ci sia un'iniziativa in tal senso, anche perché in molti altri Paesi dell'Unione europea l'attività di riuso è già stata normata, è già stata avviata, quindi è auspicabile che anche da noi si arrivi a una soluzione di questo tipo.

  PRESIDENTE. Ringrazio gli auditi per il proficuo contributo e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato), e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.15.

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