XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (VI Camera e 6a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta pomeridiana n. 31 di Mercoledì 30 giugno 2021

INDICE

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA RIFORMA DELL'IMPOSTA SUL REDDITO DELLE PERSONE FISICHE E ALTRI ASPETTI DEL SISTEMA TRIBUTARIO

Sui lavori delle Commissioni.
Marattin Luigi , Presidente ... 3 
De Bertoldi Andrea  ... 4 
Marattin Luigi , Presidente ... 4 
De Bertoldi Andrea  ... 4 
Marattin Luigi , Presidente ... 4 
Misiani Antonio  ... 4 
Marattin Luigi , Presidente ... 5 
De Bertoldi Andrea  ... 5 
D'Alfonso Luciano , presidente della 6 ... 5 
Marino Mauro Maria  ... 5 
D'Alfonso Luciano , presidente della 6 ... 5 
Perosino Marco  ... 5 
D'Alfonso Luciano , presidente della 6 ... 5 
Marattin Luigi , Presidente ... 5 
Toffanin Roberta  ... 6 
Bagnai Alberto  ... 6 
Misiani Antonio  ... 7 
Fenu Emiliano  ... 8 
Cattaneo Alessandro (FI)  ... 9 
Steger Dieter  ... 9 
Angiola Nunzio (Misto-A-+E-RI)  ... 10 
Ungaro Massimo (IV)  ... 11 
De Bertoldi Andrea  ... 12 
Baratto Raffaele (CI)  ... 13 
Gusmeroli Alberto Luigi (LEGA)  ... 13 
Pastorino Luca (LeU)  ... 14 
Fragomeli Gian Mario (PD)  ... 15 
Albano Lucia (FDI)  ... 15 
Giacomoni Sestino (FI)  ... 16 
Marattin Luigi , Presidente ... 16

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-L'Alternativa c'è: Misto-L'A.C'È;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Facciamo Eco-Federazione dei Verdi: Misto-FE-FDV;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-MAIE-PSI: Misto-MAIE-PSI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA VI COMMISSIONE DELLA
CAMERA DEI DEPUTATI
LUIGI MARATTIN

  La seduta comincia alle 19.50.

Sui lavori delle Commissioni.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla riforma dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e altri aspetti del sistema tributario, una seduta delle Commissioni riunite sui lavori delle Commissioni.
  Ricordo che per la seduta odierna è consentita la partecipazione da remoto dei deputati e dei senatori, conformemente alle disposizioni dettate dalla Giunta per il Regolamento della Camera dei deputati nelle riunioni del 31 marzo e del 4 novembre 2020.
  Avverto che il testo della proposta di documento conclusivo in distribuzione questa sera reca, rispetto alla versione trasmessa questa mattina, alcune correzioni di forma.
  In particolare:

   è stata volta al singolare l'espressione «Le Commissioni», affinché il documento possa essere pronto per l'approvazione distinta da parte di ciascuna delle nostre due Commissioni;

   sono stati inseriti nell'indice i paragrafi 1, 2 e 3 del capitolo 1.1, in precedenza presenti solo nel testo;

   sono state apportate minute correzioni formali (maiuscole/minuscole, correzioni di punteggiatura o di refusi, richiamo esteso di norme di legge, esplicitazione di acronimi, formulazione maggiormente corretta dei richiami nelle note a piè di pagina).

  In aggiunta a questo, rispetto alle proposte emendative della Presidenza consegnate quest'oggi, sono in distribuzione tre ulteriori proposte emendative, di cui una al paragrafo 2.1 «La scelta del modello di imposta sui redditi» a pagina 11, che propone di aggiungere le seguenti parole alla fine del paragrafo: «Tale impostazione non pregiudica ex ante i regimi cedolari esistenti, la cui aliquota sia attualmente inferiore al livello della prima aliquota IRPEF nel nuovo regime, in quanto sono possibili interventi perequativi in relazione alla determinazione della base imponibile, tali per cui l'imposta netta rimane costante». Resta la correzione precedente. È semplicemente un'aggiunta ulteriore rispetto alla specificazione chiesta dal collega Gusmeroli ieri.
  Il secondo emendamento aggiuntivo è quello al paragrafo 2.10, a pagina 19 in coda, in cui si aggiungono le seguenti parole «La Commissione raccomanda altresì di estendere la platea dei contribuenti che possono accedere al regime di adempimento cooperativo, la cooperative compliance, introdotta in Italia dal decreto legislativo n. 128 del 2015, alle società con fatturato non inferiore a un miliardo di euro», mentre attualmente il limite è di 5 miliardi di euro. Quindi, riguarda l'estensione ad alcune aziende della possibilità di accedere all'adempimento cooperativo di quel regime agevolativo, per cui si concorda il sentiero dinamico intertemporale di adempimento fiscale, allo scopo di favorire la compliance.
  Il terzo e ultimo emendamento che vi viene distribuito è una riformulazione di un emendamento già distribuito in merito all'intero paragrafo inerente il fisco per una transizione ecologica. Rispetto alla versione Pag. 4 di questa mattina vedete indicati in grassetto i cambiamenti, che riguardano l'intera lettera b) e gran parte della lettera d).
  Riassumendo, vi abbiamo distribuito il testo base con alcune correzioni di forma. Su questo testo base insistono per ora gli emendamenti di questa mattina e questi tre emendamenti, di cui uno è una riformulazione degli emendamenti di questa mattina.
  Al momento quindi noi abbiamo il testo base nuovo, che, rispetto a questa mattina, è solo nuovo per forma, e abbiamo due nuovi emendamenti – la cooperative compliance e la riesumazione di una dizione utile nel paragrafo sulla scelta del modello di imposta sui redditi – e una riformulazione del paragrafo sul fisco ecologico.
  Al momento questa è la situazione. Il nostro programma di lavoro prevede, nei tempi che le Commissioni decideranno, la discussione sugli emendamenti presentati, che a questo punto sono i cinque di questa mattina e i due aggiuntivi di ora e il terzo di ora che, però, è sostitutivo di uno dei cinque di questa mattina.
  Se riusciamo a trovare l'accordo sull'inserimento di tutti o parte di questi sette emendamenti nel testo base che vi è stato consegnato, possiamo procedere alla fase di dichiarazione di voto e poi, separandoci, di voto. Se non sono stato chiaro, chiedo scusa e posso ripetere la spiegazione.

  ANDREA DE BERTOLDI. Presidente, con la massima sincerità e rispetto, faccio notare che pur essendo stato attento alle parole che sono state dette, ci troviamo ormai alle ore 20 con un testo base e diversi emendamenti che stiamo cercando di incastrare nel testo base e tra nemmeno un'ora, nelle nostre rispettive Commissioni, in teoria dovremmo votare questo documento. Capirà che sarebbe auspicabile avere un documento definitivo sul quale potersi concentrare almeno una giornata o una mezza giornata e confrontarsi anche al proprio interno per esprimere un parere compiuto.
  Il mio intervento è più sull'ordine dei lavori, perché ribadisco che ancora adesso non ho capito qual è il testo definitivo.

  PRESIDENTE. Questo è stato il riflesso della nostra volontà di non distribuire testi che non fossero sufficientemente assestati e condivisi. Questa è la ragione per cui i testi distribuiti contengono il materiale assestato.
  Oggi sono stati presentati cinque emendamenti e in questo momento altri due molto banali – uno è di cooperative compliance e l'altro era un emendamento già conosciuto – e vi è una riformulazione di uno dei cinque di stamattina.
  Prima di inserire questi emendamenti nel testo base, vogliamo avere l'espressione dei gruppi, però ci tengo a precisare che rispetto alla seduta di questa mattina vi sono due nuovi emendamenti di poche righe ciascuno e la riformulazione di uno dei cinque di questa mattina per una lettera.

  ANDREA DE BERTOLDI. Il mio invito era, se possibile, di spostare la votazione nelle due Commissioni di Camera e Senato a domani, in modo da poter avere un minimo di tempo in più per analizzarlo.

  PRESIDENTE. Senatore De Bertoldi, comprendiamo bene. Abbiamo fatto tutto questo percorso finora in questi sei mesi per rispettare la scadenza del 30 giugno e credo che siamo vicini a un accordo, anche se i gruppi devono ancora esprimersi. Non è mezzanotte, quindi abbiamo un minimo di tempo davanti. In attesa dell'espressione dei gruppi, non credo che al momento ci siano le condizioni per dover rimandare la votazione del nostro documento.
  Ripetiamo il metodo. Se i gruppi ora si esprimono su questi sette emendamenti – cinque sono già consegnati stamattina, di cui uno riformulato, e due aggiunti ora – possiamo immediatamente procedere all'integrazione di questi emendamenti nel testo base, ridistribuirlo se è necessario, procedere alle dichiarazioni di voto qui in congiunta e poi separarci per le votazioni, che devono per forza avvenire separatamente.
  Per rispetto del percorso fatto insieme, proponiamo di fare le dichiarazioni di voto insieme, poi però purtroppo dobbiamo separarci per l'espressione del voto.

  ANTONIO MISIANI. Ho solo una piccola proposta, che credo sia condivisa da Pag. 5tutti i gruppi politici. A pagina 12, laddove si scrive «La maggiorazione in caso di lavoratori dipendenti di età inferiore ai 35 anni», proporrei di parlare semplicemente di «lavoratori» in modo tale da estendere questo beneficio all'insieme di chi lavora, senza distinguere tra dipendenti e indipendenti, se gli altri gruppi sono d'accordo. Ovviamente questo varrebbe anche nella parte successiva dove si dice «lavoratori dipendenti under 35» che diventerebbe «lavoratori under 35».

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni da parte dei gruppi, prego gli Uffici di provvedere.

  ANDREA DE BERTOLDI. Fermo restando che noi non abbiamo partecipato alla costruzione di questo documento, che competeva ai gruppi di maggioranza, come è stato fatto ieri sera, per Fratelli d'Italia il tema fondamentale non è tanto l'età, quanto il problema demografico e familiare.
  Noi avremmo ritenuto molto più importante inserire un regime premiale o una riduzione di tassazione non tanto per chi ha 25, 30 o 40 anni, ma per quelle persone che hanno una realtà familiare di un certo tipo e che hanno un certo numero di figli, per affrontare i problemi demografici.
  D'altra parte i problemi maggiori oggi – ne parlavo anche con dei rappresentanti di impresa proprio ieri – non li ha chi ha 30 anni, bensì chi ne ha 40 o 50, che magari perde il lavoro e viene messo in cassa integrazione, con due figli che vanno alle scuole elementari.
  Ritengo che questa impostazione, che tende a favorire il giovane di 30 anni, abbia poca logica per lo sviluppo del Paese. Avrebbe avuto una logica maggiore, invece, legare un regime premiale ad aspetti del quoziente familiare, agli aspetti dei figli e al problema demografico che ha questo Paese, che è riconosciuto da tutti.
  Per quanto ci riguarda, non condivido questo passaggio, che tende a distinguere chi ha 50 o 40 anni da chi ne ha 30, perché oggi la classe più in difficoltà è la persona di mezza età che, perdendo il lavoro, rischia di non trovarlo più.

  LUCIANO D'ALFONSO, presidente della 6a Commissione del Senato della Repubblica. Prendiamo atto di questa sua sottolineatura.

  MAURO MARIA MARINO. Sull'ordine dei lavori: capendo che il Regolamento richiede la doppia votazione nella sede propria, mi chiedevo se non fosse opportuno fare anche le dichiarazioni di voto nella Commissione in cui si esprime il proprio voto.

  LUCIANO D'ALFONSO, presidente della 6a Commissione del Senato della Repubblica. Proviamo a essenzializzarlo nelle Commissioni riunite.

  MARCO PEROSINO. Mi riferisco a uno dei cinque emendamenti consegnati questa mattina, quello che si riferisce al paragrafo 2.12, Le misure di riordino a parità di gettito dell'imposizione patrimoniale, laddove all'ultimo punto si dice «Le Commissioni concordano quanto segue: il Governo valuti l'opportunità di inserire nella prossima legge delega un riordino complessivo dei valori catastali». Mi sembra che ne avessimo già parlato e non voglio ritornare su quelli che erano gli argomenti della discussione generale.

  LUCIANO D'ALFONSO, presidente della 6a Commissione del Senato della Repubblica. È materia superata.

  PRESIDENTE. Se me lo consentite, in tempi rapidi vi distribuiamo il testo integrato, che a questo punto è definitivo. Lasciamo un tempo congruo per rileggerlo, perché il testo alla fine è sempre lo stesso. Abbiamo distribuito il testo base e gli emendamenti, in cui ve ne sono tre aggiuntivi rispetto a questa mattina, di cui uno è stato riformulato e due sono stati aggiunti. Ora procediamo a distribuire il testo integrato sulla base delle intese intercorse e dopo di quello procediamo all'espressione delle valutazioni sul documento.
  Prima non mi sono espresso correttamente: non sono propriamente dichiarazioni di voto, perché non possono essere Pag. 6disgiunte dal voto, che deve avvenire in sede distinta, però daremo ai gruppi la possibilità di esprimersi qui, in questa sede, anche per rispetto del percorso fatto insieme.
  Secondo le intese intercorse tra i gruppi l'emendamento di questa mattina, che ora viene riformulato, non pare riscuotesse il consenso della maggioranza.
  Gli emendamenti distribuiti questa mattina e che non cambiano non sono stati ridistribuiti. Se è necessario, ridistribuiamo tutti quelli di stamattina che, però, non sono cambiati.
  Il testo base non comprende gli emendamenti né di stamattina né di oggi. Gli emendamenti di questa mattina che non sono cambiati non sono stati ridistribuiti, mentre questa sera sono stati distribuiti l'unico che è cambiato, ovvero quello dell'ambiente, e i due aggiuntivi sulla cooperative compliance e la ripetizione della DIT sui regimi cedolari.
  Sulla base delle intese intercorse tra i gruppi di questi sette emendamenti, che sono stati oggetto di intesa fra i gruppi, distribuiamo un testo complessivo definito e pulito che è la somma di quello che avete davanti e degli emendamenti sui quali sono intercorse le intese tra i gruppi.
  Fra cinque minuti viene distribuito il testo comprensivo degli emendamenti su cui vi è un'intesa tra i gruppi e poi procediamo all'espressione dei pareri.

  ROBERTA TOFFANIN. Inizio dicendo che effettivamente questa non è la proposta di riforma di Forza Italia, ma è la proposta di riforma di una maggioranza anche eterogenea. Tuttavia, devo dire che Forza Italia è soddisfatta delle linee guida su cui poggia il testo di riforma. È una proposta che ha come base meno tasse per tutti, che vede come obiettivo la semplificazione e la crescita, quindi fondamenta per elaborare tutto il provvedimento futuro della legge delega. Per noi questo è fondamentale.
  Forza Italia con la Lega ha dato un apporto incisivo proprio per la compattezza dimostrata. Inoltre, abbiamo trovato soddisfazione nel fatto che viene rivisto il sistema dell'IRPEF, un sistema ormai inadeguato e squilibrato, con il combinato disposto della riduzione degli scaglioni e delle aliquote, prevedendo una sorta di mini flat tax del ceto medio, con un'aliquota inferiore rispetto a quella attuale.
  Per noi sono importanti il mantenimento del forfettario, il superamento dell'IRAP e il fatto che siano stati riconosciuti degli incentivi, perché per noi è importantissima la premialità rispetto alla punizione e alla penalizzazione. Sono quindi importanti gli incentivi per l'occupazione e per un fisco ambientale, che preveda l'accompagnamento a una riconversione del sistema, in previsione di importanti traguardi che l'Unione europea ci chiede. Per noi è fondamentale che ci siano questi aspetti inseriti nelle nostre proposte.
  Il testo presenta anche un'attenzione a non inserire patrimoniali, perché la base di tutte le nostre proposte è quella di non aumentare l'imposizione fiscale. Anche per quanto riguarda la patrimoniale, diamo parere favorevole a una revisione del catasto, ma ad invarianza di pressione fiscale.
  Per questi motivi – non voglio dilungarmi oltre, perché abbiamo già discusso ampiamente in questa sede di quelle che sono le nostre linee – dichiaro il nostro voto favorevole sul testo.

  ALBERTO BAGNAI. Grazie a tutti i colleghi delle forze di maggioranza che hanno reso possibile raggiungere un compromesso, che secondo me è additivo e non sottrattivo rispetto alle proposte dalle quali siamo partiti.
  È stato un percorso piuttosto complesso dal punto di vista metodologico, perché abbiamo dovuto inventare quotidianamente una strada per gestire la complessità della materia e del percorso in cui ci stiamo inserendo e abbiamo accettato quei termini temporali, di cui continuiamo a sottolineare l'arbitrarietà, ma che ci sono serviti a trovare una quadra.
  È una proposta complessiva che valorizza il ruolo di tutte le forze politiche. Quando questo percorso è iniziato, ero piuttosto scettico rispetto alla possibilità che si riuscisse a raggiungere un compromesso in una maggioranza che – voglio comunque ricordarlo – non nasce per riformare il fisco, ma nasce per salvare il Pag. 7Paese da urgenze più pressanti. Questo è un tema strutturale, un tema di lunga lena e quello che stiamo facendo qui è solo mettere il primo mattoncino per la ricostruzione di un edificio, accogliendo l'invito dei presidenti – in particolare del presidente Marattin, ma anche del presidente D'Alfonso – a valorizzare il ruolo del Parlamento.
  Essendo partito da una posizione di scetticismo dichiarato a tutti voi, posso rivendicare il fatto che comunque ho sposato lo spirito costruttivo, che è quello della forza politica che mi ha accolto e a cui mi onoro di appartenere, che è una forza politica pragmatica, che va alla ricerca di soluzioni. In questo è apprezzabilissimo il contributo di tutti gli altri colleghi di maggioranza che ci hanno aiutato. Nelle sedi in cui il voto potrà essere espresso, noi esprimeremo un voto favorevole.

  ANTONIO MISIANI. Desidero ringraziare i presidenti D'Alfonso e Marattin per il paziente lavoro di ascolto, di cucitura e di costruzione di un punto di incontro, che è più di un minimo comun denominatore tra forze diverse, che si sono assunte – in particolare quelle della maggioranza – la responsabilità di sostenere il Governo e di costruire insieme un'ipotesi, un insieme di indirizzi, che saranno la base per la proposta di legge delega di riforma fiscale.
  Non era semplice, perché il fisco è un elemento fortemente identitario per ogni forza politica, però credo che il risultato sia notevolmente superiore alle aspettative iniziali, perché lo scetticismo e la preoccupazione non erano solo del senatore Bagnai, ma anche di tanti di noi sulla possibilità o meno di raggiungere un compromesso alto e incisivo per quanto riguarda le linee guida di una possibile riforma del sistema fiscale italiano.
  Credo che la proposta, che raccoglie contributi e stimoli di tutte le forze politiche, raccolga elementi molto significativi del contributo che il Partito Democratico ha presentato alle Commissioni Finanze della Camera e del Senato, in alcuni punti condiviso da altre forze politiche.
  Noi da questo punto di vista ci riconosciamo molto in questo disegno di riforma e in particolare su alcuni elementi: su una riduzione dell'IRPEF che privilegi il ceto medio e in particolare i contribuenti del terzo scaglione, che sono quelli oggettivamente più penalizzati dall'attuale articolazione delle aliquote e degli scaglioni; l'idea di un'attenzione al mondo giovanile con la proposta di una maggiorazione del minimo vitale o delle detrazioni, se rimarranno, per i lavoratori di età inferiore a 35 anni, che raccoglie almeno in parte l'idea del Partito Democratico di fare della riforma fiscale un elemento di riequilibrio intergenerazionale, in un Paese in cui i giovani sono le prime vittime della crisi; la proposta di una tassazione agevolata per il secondo percettore di reddito – che quasi sempre sono donne nel nostro Paese – su cui noi abbiamo insistito molto; la reintroduzione dell'imposta sul reddito d'impresa – IRI, che era stata una norma di legge approvata dai Governi della passata legislatura; e il punto, che io considero straordinariamente importante, della transizione ecologica e di una revisione del sistema fiscale coerente con l'obiettivo della transizione ecologica del Green New Deal, che tanta parte e centralità ha nel programma Next Generation EU e nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza. Con le proposte di questo documento entriamo con grande forza verso l'obiettivo di un sistema fiscale coerente con gli obiettivi di decarbonizzazione e di accompagnamento delle famiglie e delle imprese italiane nel processo di transizione ecologica.
  Inoltre, considero incisive anche le proposte contenute nel documento per quanto riguarda il contrasto dell'evasione fiscale e un nuovo rapporto tra fisco e contribuenti, improntato a criteri di lealtà, reciprocità, modernizzazione e semplificazione del rapporto dei cittadini e delle imprese con l'amministrazione tributaria.
  Vi è un punto che rimane come rimpianto. Infatti, i gruppi politici presenti nelle Commissioni non hanno potuto raggiungere un punto di incontro – un minimo comun denominatore – nella parte riguardante la tassazione patrimoniale, che rimane un vuoto di questo documento, che non consente un atto di indirizzo da parte Pag. 8del Parlamento su un punto molto importante. È chiaro che lì le distanze erano particolarmente significative. Forse sarebbe stato possibile fare un passo in più, ma non ci siamo riusciti. Ad ogni modo, questo non inficia il valore complessivo di un documento che avrà il voto favorevole del Partito Democratico sia nella Commissione Finanze della Camera sia in quella del Senato.

  EMILIANO FENU. Anche io mi unisco al ringraziamento innanzitutto ai presidenti che, come hanno detto altri colleghi prima di me, hanno compiuto uno sforzo enorme per fare la sintesi delle proposte migliori che vengono dai diversi gruppi politici. Ringrazio anche i colleghi perché c'è stato un impegno da parte di tutti i gruppi nel costruire prima di tutto la propria base di ragionamento sul rapporto fiscale e poi ciascun gruppo ha contribuito ad arrivare a questo documento, nel quale sicuramente sono assenti alcune parti relative a richieste specifiche dei gruppi.
  Come MoVimento 5 Stelle dobbiamo esprimere soddisfazione, perché sono stati accolti molti dei punti che noi ritenevamo importanti. Penso, ad esempio, allo scivolo dal regime forfettario verso il regime ordinario. Abbiamo finalizzato questa indagine conoscitiva allo stimolo della crescita e a creare un sistema tributario che in qualche modo non disincentivasse la crescita e uno dei fattori era proprio questo.
  Abbiamo rimarcato l'importanza di avere un regime per i contribuenti minori, come esiste in tutta Europa e come è giusto che sia, anche per semplificare la vita, soprattutto dal punto di vista degli adempimenti fiscali, dei piccoli imprenditori e dei professionisti, però allo stesso tempo questo regime, così com'è attualmente, rischia di disincentivare la crescita o peggio ancora provocare magari comportamenti che possono essere in qualche modo elusivi. In questo senso lo scivolo è un sostegno in più per i contribuenti e le imprese minori e attutisce questo problema della crescita.
  È stata accolta la nostra proposta sulle detrazioni, che in realtà è una proposta che arrivava dalle audizioni, ed era quella di iniziare a spostare il sistema delle spese fiscali e dei sostegni alle spese meritorie dei contribuenti attraverso la spesa diretta e abbiamo proposto di individuare in un sistema informatico – che già esiste – lo strumento migliore per poter iniziare a portare avanti un ragionamento di questo tipo.
  Il superamento dell'IRAP, che è un'imposta che ha penalizzato fortemente negli ultimi 10 anni – da quando esiste – le imprese, soprattutto quelle che hanno del personale e che producono lavoro. Anche il superamento dell'IRAP fa parte delle nostre proposte e siamo contenti di vederla accolta nel documento finale.
  Infine, sono stati indicati dei princìpi che non arrivano solo dal MoVimento 5 Stelle, ma anche dagli altri gruppi. Siamo felici che siano stati proposti, perché credo che siano dei princìpi che devono ispirare non soltanto il lavoro del Governo in quella che sarà la legge delega, ma dovrebbero e potrebbero ispirare anche il futuro lavoro del Parlamento.
  Mi riferisco al principio, molto importante, di simmetria informativa e di parità di accesso da parte del contribuente alle stesse informazioni a cui accede attualmente l'amministrazione finanziaria. Perché è un principio importante? Perché con tutta la questione di cui si parla ultimamente della digitalizzazione e dell'intelligenza artificiale, si rischia – così come sta avvenendo – di far propendere questo sviluppo dell'informatica esclusivamente a favore dell'amministrazione finanziaria e dell'approccio dell'amministrazione finanziaria verso l'accertamento e verso quella che dovrebbe essere la lotta all'evasione. Tuttavia, il vero contrasto all'evasione si ha con la fatturazione elettronica e con l'adempimento spontaneo da parte del contribuente. Per poter adempiere spontaneamente, il contribuente deve poter accedere alle stesse informazioni a cui accede l'Agenzia delle entrate. Questo è un principio molto importante.
  Un altro principio, che è stato proposto da un altro gruppo, ma che condividiamo e siamo contenti che sia stato inserito nel documento, è il rapporto ineludibile che ci deve essere d'ora in poi – questo è un auspicio – tra la digitalizzazione e la riduzione degli adempimenti. Finora la digitalizzazione portata Pag. 9 avanti dall'amministrazione finanziaria non si è tradotta in una riduzione degli adempimenti, ma al contrario ha comportato un aggravio degli adempimenti per imprese e professionisti e non ha fatto altro che inasprire quello che invece doveva essere un rapporto di collaborazione e di buona fede tra l'amministrazione finanziaria e il contribuente. Questo è invece un principio importante che dovrebbe guidare innanzitutto la scelta del Governo, e anche del Parlamento, nel futuro: nella legge delega e in tutti quegli atti che riguardano la materia fiscale.
  Mi fermo qui e a nome dei componenti del MoVimento 5 Stelle della Commissione Finanze del Senato e della Commissione Finanze della Camera annuncio il voto favorevole.

  ALESSANDRO CATTANEO. Cercherò di non rubare troppo tempo, ma mi sembra significativo intervenire, rivendicando il lavoro che Forza Italia ha portato avanti con grande coerenza e senso di responsabilità.
  Quando il Presidente del Consiglio Draghi è intervenuto in Aula sul tema della riforma del fisco, mettendola al centro dell'azione di Governo, ha anche responsabilizzato queste Commissioni e in generale ha dato centralità al Parlamento.
  Non era un risultato affatto scontato quello di riuscire ad approdare a un documento conclusivo. Se oggi raccogliamo questo risultato è perché tutti hanno lavorato con senso di responsabilità e cercando anche di mantenere sempre un clima di dialogo.
  Anche io voglio ringraziare le forze politiche, anche di opposizione, che hanno avuto un atteggiamento costruttivo e mai distruttivo fine a sé stesso. Voglio ringraziare i presidenti che hanno contribuito in maniera forte a raccogliere questo risultato, di cui beneficia il Paese, che è ciò che ci interessa.
  Avevo coniato il termine «massimo comune denominatore» e non «minimo», perché in fondo dovevamo cercare di giocare al rialzo. Oggi sono più i sì che ciascuno prova a portar dentro questo perimetro che i no, anche laddove abbiamo fissato dei paletti che circoscrivono un perimetro di riferimento, dentro cui sarà poi chiamato a muoversi il Governo.
  Do una notizia a tutti noi: il lavoro inizia oggi, perché non stiamo deliberando la vera e propria riforma fiscale. Noi oggi deliberiamo un documento significativo che dà un perimetro di riferimento e un indirizzo forte e non scontato, dimostrando di potercela fare con senso di responsabilità. Tuttavia, poi ci sarà il girone di ritorno, che sarà quanto mai significativo e importante e saremo di nuovo chiamati a dare il nostro contributo forte.
  Forza Italia rivendica il merito di trovare le sue battaglie storiche all'interno di questo lavoro. In generale l'impostazione, in cui noi ci ritroviamo, è quella di un fisco che oggi deve aiutare la crescita e la ripartenza del Paese. Poi penseremo a redistribuire la ricchezza, quando l'avremo ricreata una volta ancora. Oggi enfatizziamo molto di trovare una semplificazione sul tema delle aliquote, di riuscire ad andare nella direzione che noi da sempre auspichiamo, di aver difeso tematiche come la no tax area, il forfettario e quant'altro. Anche sul tema dell'IRAP dobbiamo cercare di arrivare a un risultato che ci soddisfi.
  Tutti noi avremmo fatto di più, se avessimo avuto un Governo omogeneo e autonomo della propria parte politica. Questo è indubbio e ognuno di noi probabilmente avrebbe fatto diversamente e avrebbe dato un senso diverso, ma di fronte alle responsabilità che ci siamo assunti nei confronti del Paese, quando abbiamo deciso di dare vita al Governo Draghi, non potevamo sottrarci in questa fase al lavoro che in queste Commissioni abbiamo svolto e che oggi trova il suo approdo. Grazie presidenti e grazie ai colleghi. Noi daremo parere favorevole.

  DIETER STEGER (intervento da remoto). Esprimo brevemente la mia soddisfazione e quella del mio gruppo Per le Autonomie, perché le Commissioni sono riuscite a perfezionare una proposta che appare condivisa e di forte indirizzo, con un obiettivo chiaro, condiviso anche da noi, ovvero quello di tassare meno il lavoro, soprattutto con la rimodulazione dell'IRPEF, ma anche con la proposta Pag. 10di stralciare l'IRAP, che noi da sempre abbiamo visto come una tassa punitiva verso il lavoro, e con la raccomandazione di reintrodurre un regime molto più neutrale, quale il regime opzionale dell'imposta sul reddito di impresa – IRI.
  Vanno bene anche le proposte di semplificazione e le esigenze di codificazione della normativa fiscale. Penso che sia davanti agli occhi di tutti anche l'esigenza o l'opportunità di cancellare i tributi minori, che creano tanta burocrazia e portano poco alle entrate dello Stato. Anche da parte del gruppo Per le Autonomie vi è un convinto sì a questo atto di indirizzo. Come ha detto il collega prima, in un secondo momento sicuramente si tornerà sulla tematica e sulle questioni che ne derivano.

  NUNZIO ANGIOLA. Ci tenevo a intervenire in questa dichiarazione di voto a nome della componente Azione e +Europa per esprimere approvazione e compiacimento per il lavoro che è stato fatto.
  Come ho già avuto modo di dire in più occasioni, noi di Azione saremmo stati un po' più coraggiosi. Anche nel pomeriggio ho avuto diverse interlocuzioni e speriamo che il Governo vada oltre e colga lo spunto e l'appiglio fornito dal nostro lavoro per rompere gli indugi, avendo più coraggio.
  Sull'aiuto alla crescita economica ho insistito fino all'ultimo momento, perché le nostre imprese soffrono di nanismo. Infatti, il nanismo imprenditoriale incide sulla produttività del sistema Italia e da questo punto di vista bisognava avere più coraggio.
  Per quanto riguarda i giovani, abbiamo un tasso di occupazione dei giovani tra i più bassi a livello europeo. La totale detassazione dei redditi fino a 25 anni entro una certa misura, che poteva essere di 30.000 euro, avrebbe comportato un costo anche rilevante, come mi è stato fatto presente, però probabilmente potevano essere delle somme ben spese.
  Abbiamo insistito per il superamento del doppio binario, e non perché io sia contro la categoria professionale a cui appartengo – quella dei commercialisti – che su questo doppio binario gioca la partita più importante, una partita lucrosa.
  Un altro tema importante era quello della codifica. Saremmo poi stati più coraggiosi rispetto al superamento dell'IRAP, come si dice nel testo; però probabilmente avremmo gradito l'abolizione immediata dell'IRAP e non lasciarla alla discrezionalità del Governo, con un provvedimento che potrebbe dispiegare i propri effetti nel giro di qualche anno.
  Siamo contenti del fatto che non si sia discusso di patrimoniali. Siamo contrari a qualunque patrimoniale, mentre potremmo essere favorevoli a una revisione dell'IMU in senso progressivo.
  A proposito dei tributi locali, ci sono delle zone d'ombra nell'ambito del lavoro, perché taluni temi non sono per niente affrontati, come quello dei tributi locali. Per fare un esempio oggi c'è l'imposta unica comunale – IUC. Per il contribuente non esiste un'unica imposta da pagare, ma piuttosto l'unione di tre diversi tributi che persistono. Nella percezione dei cittadini continuano a rimanere tributi distinti l'uno dall'altro.
  Invito le presidenze a volersi attivare al più presto per discutere la riforma del processo tributario, procedendo a una calendarizzazione. Per questo colgo lo spunto che mi è stato dato dal presidente Marattin, che ringrazio.
  Questo è un lavoro che io giudico positivamente, anche se non sono pienamente soddisfatto. Probabilmente noi di Azione +Europa abbiamo tanti maestri, ma pochi padri in questa Commissione, perché siamo piccoli come partito.
  Che si prenda in mano sùbito questa discussione e venga calendarizzata il più presto possibile.
  Da ultimo, ringrazio le Commissioni per la disponibilità manifestata rispetto alla cooperative compliance. Abbiamo abbassato i livelli di fatturato per poter accedere alla negoziazione diretta con l'Agenzia delle entrate per le grandi imprese. Le grandi imprese sono considerate quelle con un miliardo di euro di fatturato mentre, come già indicato nella legge istitutiva di questo adempimento cooperativo – la legge n. 128 del 2015 – la prospettiva è quella di arrivare fino alle imprese con almeno 100 Pag. 11milioni di euro di fatturato. Questa è la prospettiva, signori presidenti, se vogliamo cogliere lo spunto, perché deve potersi sapere a quali imposte le nostre imprese vanno incontro.
  Ringrazio tutti per il lavoro che è stato svolto e mi auguro che si possa proseguire, anche per il futuro, in un clima che ho giudicato positivamente.

  MASSIMO UNGARO. Anche Italia Viva esprime pieno apprezzamento per il lavoro. Sono sei mesi che lavoriamo con i commissari. Penso che il Parlamento sia tornato centrale e abbia ripreso l'iniziativa. Voglio ringraziare i presidenti D'Alfonso e Marattin, ma anche tutti i colleghi commissari.
  Credo che sia un documento serio e credibile, che partorisce una visione organica di revisione del nostro fisco che non si vedeva da 50 anni.
  Ammetto che a un certo punto ero abbastanza scettico, perché comunque la maggioranza va da LeU alla Lega, invece siamo riusciti a costruire un atto di indirizzo molto più sofisticato e preciso di quanto mi sarei aspettato e che secondo me sarà molto utile al Governo.
  È vero che ci sono alcuni punti silenziosi, ma sarà il Governo ad agire con mani libere, non è la fine del mondo. Sul catasto e sul patrimonio il Governo avrà libertà di azione, perché il Parlamento non si è espresso.
  Vedo una forte dose di semplificazione, una chiara direzione sul senso di marcia, ovvero di riduzione della pressione fiscale, soprattutto su chi lavora e chi crea lavoro nel nostro Paese. Ho molto apprezzato il metodo bicamerale e spero che si inauguri la strada del monocameralismo in questo Paese, ma questo è un tema per un'altra discussione.
  Apprezziamo l'impianto della riforma del nostro fisco, che resta a favore della crescita e prevede un'unità impositiva individuale, per sostenere l'occupazione femminile, con una modalità duale.
  Per noi è molto importante soprattutto invertire quella che oggi è la curva delle aliquote marginali effettive nel nostro Paese. Infatti, ricordo che in Italia è una U rovesciata, quando la teoria economica ci insegna che la curva ottimale sia una U. C'è molto lavoro da fare per cercare di rovesciare questa U, ma credo che qui ci siano tante indicazioni che vanno in quella direzione: dall'abbassamento delle aliquote nominali sugli scaglioni centrali, abbassando anche il cuneo fiscale – e mi fa piacere notare che il famoso bonus di 80 euro è stato tanto criticato, ma poi nessuno lo ha eliminato e anzi, è stato ampliato negli ultimi anni – a una decisa azione di semplificazione, dalla costituzionalizzazione dello Statuto del contribuente al falò delle microimposte e anche alla riduzione delle spese fiscali, indicando una fonte di copertura per finanziare questa riforma.
  Apprezzo molto come nel documento siano stati introdotti degli indirizzi per la detassazione del lavoro giovanile. Il nostro è il Paese con due milioni di giovani inattivi, che rappresentano il numero più alto di tutta l'Unione europea. Per questo motivo è importante agire su questo fronte.
  Fondamentale è anche la proposta di detassare il secondo percettore di reddito per sostenere l'occupazione femminile. Voglio ribadire che per Italia Viva è molto importante che queste riforme avvengano senza nessun aumento di deficit o di debito, in quanto già oggi ogni italiano ha sulle proprie spalle 45.000 euro di debito pubblico. Per noi è molto importante che queste riforme non siano finanziate in deficit.
  Sul lato delle imprese anche noi siamo molto soddisfatti che si vada a chiedere di superare l'IRAP e di reintrodurre l'imposta sul reddito di impresa – IRI, una misura introdotta dal Governo Renzi e poi abolita dal Governo giallo-verde. Per noi è molto importante per incentivare il reinvestimento degli utili, soprattutto delle ditte individuali.
  Parimenti siamo soddisfatti di introdurre dei meccanismi di detassazione degli utili reinvestiti in azienda e di strumenti per la detassazione della previdenza complementare. È un sistema più simile a quello che vediamo in altri Paesi, che potrà andare a sostenere il terzo pilastro per i giovani di oggi. Pag. 12
  Apprezziamo anche l'idea dello scivolo per le partite IVA che usano il forfettario, con un tetto, e anche noi ci esprimiamo favorevolmente sull'indirizzo per quanto riguarda la tassazione ambientale.
  Molto importante è anche il richiamo alla lotta all'evasione, estendendo la fatturazione elettronica ai soggetti che oggi sono esenti – anche quella è un'importante riforma introdotta dal Governi Renzi – e anche l'introduzione di meccanismi strutturali premiali, come la patente fiscale o andando nella stessa direzione degli indici sintetici di affidabilità – ISA, anche se sappiamo che sugli ISA abbiamo qualcosa da riformare.
  Infine, mi sento di dire che il nostro compito sarà di cercare di ricostruire un'Italia migliore di quella che era prima. L'Italia riparte dopo il COVID-19: la campagna vaccinale avanza con successo, i casi sono crollati e il Recovery Plan è stato consegnato. Credo che questa sia la prima tappa di quella che è la riforma più delicata di accompagnamento al Piano di ripresa e resilienza – PNRR, ovvero quella del fisco, dimostrando che l'Italia può essere riformata anche se ci sono Governi di quasi unità nazionale.
  Vorrei fare una riflessione sul fatto che è stato concesso al nostro Paese di poter fare una riforma di ampio respiro come questa anche grazie alle politiche espansive che la Banca centrale europea ha messo in atto per sostenere il nostro Paese davanti alla più grande recessione del dopoguerra. Per la prima volta nella nostra storia il nostro debito pubblico è aumentato, mentre i tassi d'interesse scendevano.
  Credo che dobbiamo essere grati alla Banca centrale europea e all'Unione europea, che ci hanno permesso di pensare e di mettere in atto una riforma che andrà a regime e che non è una riforma fiscale di emergenza, come invece avremmo dovuto fare nel caso in cui l'Italia non fosse stata dentro l'Unione europea. Spero veramente che questo sia il nuovo paradigma dell'Italia di Draghi.

  ANDREA DE BERTOLDI. Premetto che non voglio fare una dichiarazione di voto, anche perché noi senatori tra un quarto d'ora dovremmo essere a Palazzo Madama e, se vogliamo rispettare gli orari, dobbiamo stringere.
  Vorrei solamente dire una cosa. Abbiamo lavorato per sei mesi per arrivare a una dichiarazione di intenti generici, quale ritengo purtroppo che sia questo documento. Mi sono sentito molto in accordo con il collega di Azione, quando ha sottolineato che si tratta di un atto che lascia discrezionalità al Governo.
  Presidenti, vi è una frase che rappresenta molto bene questo documento ed è pagina 12 dove, in riferimento alla possibilità degli scaglioni, piuttosto che del modello tedesco, dite: «Un'opzione alternativa, meno preferita, è l'adozione di un sistema ad aliquota continua con particolare riferimento alle fasce di reddito medie». Questa è la dimostrazione che un vincolo determinato e preciso non esiste in questo documento. Questo è un documento che fa anche molti passaggi condivisibili, ma sono dichiarazioni di intenti, sono dichiarazioni generiche. Presidenti, sono dichiarazioni che lasceranno – lo ribadisco per l'ennesima volta – al Governo non una libertà di massima, ma una libertà del 99 per cento su quello che andrà a fare.
  Abbiamo lavorato sei mesi per fare delle dichiarazioni generiche che, secondo me, non danno un punto quasi vincolante al Governo, se non forse qualche piccolo passaggio limitato, come il fatto di ridurre le aliquote della fascia media, che è l'unica indicazione al Governo abbastanza precisa. Le altre dichiarazioni sono mere enunciazioni di pensiero senza dare alcun vincolo al Governo.
  Riteniamo che aver lavorato sei mesi con grande impegno e serietà da parte dei nostri due presidenti e da parte di tutti i gruppi parlamentari per dover poi arrivare a un documento che se non lo avessimo fatto – scusatemi se lo dico – per il Governo non sarebbe cambiato nulla, mi sembra un qualcosa che non possa sicuramente prevedere un voto favorevole.
  Per questo motivo noi saremo contrari e lo dirà la collega qui alla Camera nella sua dichiarazione di voto e lo dirò io al Senato nella mia dichiarazione di voto. Noi siamo contrari a questo documento, perché riteniamo che sarebbe stato preferibile magari affrontare meno passaggi, ma in modo più Pag. 13determinato. Avremmo voluto magari dire anche solo tre cose al Governo, ma quelle tre cose sarebbero state secche, decise e precise. Vogliamo questo e su questo non ci si può discostare, ma invece, purtroppo, così non è.
  Chiudendo, poiché il tempo è tiranno, ribadisco il nostro voto contrario, che motiveremo nelle rispettive Aule istituzionali. Tuttavia, faccio un ringraziamento doveroso ai gruppi e ai presidenti per la serietà e l'impegno che vi hanno dedicato.

  RAFFAELE BARATTO. Sarò molto breve. Anche io voglio ringraziare per il lavoro che è stato fatto. Sicuramente è stato un lavoro molto importante e anche molto lungo. Come è stato già detto, ognuno di noi avrebbe voluto portare a casa qualcosa di più, però credo che, quando abbiamo iniziato questo lavoro, nessuno di noi credeva di arrivare a questo punto. Pertanto ritengo che sia stato fatto un buon lavoro da parte di tutti.
  Vi ringrazio veramente e credo che si sia arrivati a un punto di partenza molto importante. Credo che la strada sia quella giusta anche per la questione della semplificazione, poiché a mio avviso il nostro Paese ne ha assolutamente bisogno.
  Ritengo che anche la questione dell'ambiente sia molto importante. Sono stati messi dei paletti senza penalizzare le aziende.
  Altrettanto importante è l'attenzione ai giovani e l'attenzione al fisco. Spero che il fisco sia un compagno delle aziende e che l'azienda non veda il fisco magari come un nemico. Credo che questa sia davvero una cosa molto importante.
  Chiudo ringraziando i presidenti D'Alfonso e soprattutto Marattin per la disponibilità che hanno dato, perché credo che sei mesi di lavoro, ascoltando tutti noi commissari, siano davvero stati una cosa importante, ma soprattutto di grande pazienza. Grazie ancora.

  ALBERTO LUIGI GUSMEROLI. Inizio ringraziando i due presidenti, perché devo dire che hanno tenuto il punto ogni giorno, ci hanno creduto, ci abbiamo creduto tutti e quindi, alla fine, in qualche modo, questo documento è stato varato.
  Ho qualche cosa da dire. In primo luogo, vi sono alcuni princìpi importanti. Per la prima volta si fa una legge fiscale e si riduce la pressione fiscale. Per la prima volta si enuncia un principio, secondo il quale la materia fiscale italiana è talmente complicata che è necessario semplificare ed è talmente necessario semplificare che si richiede di fare dei testi unici. Per la prima volta si chiede che lo Statuto del contribuente assuma rango costituzionale. Per la prima volta si individuano una ventina di microtasse e si chiede di tagliarle.
  Abbiamo l'abolizione dell'IRAP, la rateizzazione del secondo acconto e l'abolizione della ritenuta d'acconto. Su questo devo ringraziare – a volte bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare – il presidente Marattin, perché ha fatto con me quel famoso quesito all'ISTAT, che a sua volta ha chiesto a EUROSTAT e che ha avuto questo tipo di risposta. Se i professionisti non pagheranno più la ritenuta d'acconto del 20 per cento e magari la pagheranno del 10 o non la pagheranno, è anche merito di tutto questo lavoro e dei due presidenti.
  Si certifica l'importanza e la valenza del regime forfettario – della mini flat tax – tanto da alzare l'asticella dei 65.000 euro, perché con la possibilità di paracadute in uscita l'anno successivo i 65.000 euro aumentano del 10 per cento e l'anno successivo ancora del 10 per cento. In qualche modo non si va solo incontro alla richiesta della Lega, ma anche alla richiesta di tante attività economiche di avere un sistema semplice e a bassa tassazione. Ringrazio anche tutti i colleghi perché in qualche modo l'hanno accettato, chi con difficoltà e chi con meno difficoltà.
  L'abolizione dell'IRAP è un segno molto importante, non solo perché è una tassa sulle perdite, ma anche perché toglie un terzo delle complicazioni.
  L'enunciazione di un avvicinamento tra bilancio civile e bilancio fiscale è molto importante, perché chi fa le dichiarazioni dei redditi e chi compila i bilanci sa benissimo cosa vuol dire avere il doppio binario, quindi il calcolo civilistico e il calcolo fiscale. Pag. 14
  Tutti noi abbiamo fatto dei passi in avanti e qualche passo laterale. Noi siamo soddisfatti che in qualche modo si siano preservate le cedolari – ad esempio sulle locazioni – che non sia stata effettuata nessuna riforma del catasto e che in qualche modo si sia deciso di indirizzarsi a una no tax area, che potrebbe essere anche una franchigia e un primo scaglione, e sia stata prevista la diminuzione delle aliquote sul ceto medio, quindi per lo scaglione da 28.000 a 55.000 euro.
  Ridurre questo documento a delle enunciazioni di principio in qualche modo vuol dire non aver seguito bene i lavori. In realtà queste non sono enunciazioni di principio, bensì in certi casi sono dati di fatto.
  Se questo Parlamento sarà adeguatamente efficiente, finalmente a novembre, al di fuori della riforma fiscale, si potrà pagare l'acconto di novembre in sei rate e il merito alla fine è di queste Commissioni.
  Voglio ringraziare anche gli uffici, la dottoressa Minervini e la dottoressa Petrucci, che ci lascia per la pensione, e tutti gli uffici che hanno fatto tardi con noi. Alla fine è un buon lavoro e quindi complimenti a tutti.

  LUCA PASTORINO. Innanzitutto parto dai ringraziamenti agli uffici e a chi va in pensione dopo tanti anni trascorsi insieme. Sarò molto breve. Credo che questa sia stata un'esperienza molto positiva, molto formativa per quanto mi riguarda e anche molto simpatica per certi aspetti, come i siparietti di Gusmeroli.
  Tuttavia, preannuncio un voto del mio gruppo che non può essere favorevole, perché le distanze sono troppo ampie. Può sembrare soddisfacente la parte che riguarda gli indirizzi del tax re-design dell'IRPEF e l'inciso sul modello tedesco, così come può essere una nota favorevole la questione già citata da altri circa l'estensione della fatturazione elettronica, ma le distanze su altri aspetti – che adesso non ripeto poiché è tardi – sono veramente tante.
  Anche io ero tra quelli non troppo ottimisti, poiché le diversità in campo sono tante. Sono d'accordo con Gusmeroli sul fatto che questo documento faccia delle scelte e non concordo con quanto ha detto il collega di Fratelli d'Italia De Bertoldi.
  Proprio perché il documento dice tante cose, il nostro voto non potrà essere favorevole per ragioni legate alla differenza di posizioni sul documento, ma anche a cose che avremmo potuto mediare un po' meglio. Avevo fatto una proposta su doppie opzioni di discussione, ma non è stata presa in considerazione. La questione della riscossione è stata annacquata nella sua versione finale, nonostante noi avessimo chiesto invece di tenere almeno alcune sue parti.
  Comunque, vi sono anche altre cose. Sulla questione della patrimoniale c'è stata una grande superficialità anche nell'andare a leggere le cose. Noi eravamo pronti a proporre una riformulazione che non lasciasse vuoto quel paragrafo, perché in effetti è un peccato – qualcuno l'ha detto – perché in l'Italia c'è la patrimoniale. C'è la necessità di una riformulazione dell'IMU? Ci sono delle distorsioni? C'è da verificare l'effettivo funzionamento di questa imposta? Secondo me, sì. Quindi affrontare questa questione da questo punto di vista, con delle indicazioni puntuali, non era un tabù.
  Negli incontri bilaterali di ieri e di oggi, a cui io non sono stato chiamato – e di questo mi dispiace, questa è l'unica nota negativa, nonostante ci siano stati cambi di orari di un'ora, comunicati all'ultimo minuto, perché evidentemente altri incontri bilaterali dovevano essere ancora in corso – avremmo potuto prevedere una frase, concordata con altri esponenti della maggioranza, che potesse essere così formulata: «È opportuno prevedere un riordino a parità di gettito del sistema disomogeneo di prelievo sui patrimoni attualmente esistente nel nostro Paese, rafforzandone l'equità». In tal modo di sarebbe potuto affrontare, sempre a parità di gettito, il tema delle rendite catastali inadeguate, che costringono al pagamento di IMU elevata anche soggetti che hanno immobili in zone ormai svalutate, mentre riducono l'imposta agli immobili in centri storici che sono stati riqualificati. Questa non mi sembrava la patrimoniale della Rivoluzione d'ottobre.
  Inoltre, il mancato accoglimento di questa formulazione molto molto blanda, ma Pag. 15che segnava almeno un impegno, formulato come se fosse un ordine del giorno, ci è sembrato poco comprensibile, anche perché evidentemente la disomogeneità del sistema esiste – chi ha fatto l'amministratore locale lo sa – e chi non riconosce questa cosa evidentemente ha paura di non so quale indirizzo minimale di equità nelle cose.
  Per noi questi sono princìpi che valgono tanto e li avremmo voluti esplicitare anche con argomentazioni come queste, che sono argomentazioni non categoriche e finalizzate alla mediazione tra le parti – perché tutto sommato anche noi ci abbiamo messo del nostro – ma questo nostro contributo non è stato preso in considerazione.
  Questa è una nota di dispiacere che, insieme ad altre, giustifica un voto non favorevole. Tuttavia, ribadisco la qualità e la difficoltà dell'esperimento e per questo ringrazio i due presidenti per il lavoro. Però purtroppo il mio voto – il plurale «nostro» non mi si addice – non potrà essere un voto favorevole.

  GIAN MARIO FRAGOMELI. Sarò telegrafico. Il mio era un intervento sostanzialmente di ringraziamento per i due presidenti.
  Anche io volevo semplicemente riconoscere il lavoro, ma anche l'intuizione del lavoro fatto. Onestamente pensavo che non bastasse una seppur corposa e molto impegnativa serie di audizioni a costruire un lavoro e un percorso comune. Invece, cammin facendo, mi sono dovuto ricredere. Per questo motivo ringrazio coloro che hanno diretto questo lavoro, ovvero il nostro presidente Marattin e il presidente D'Alfonso.
  Ritengo che, oltre che all'intuizione, questo lavoro abbia dimostrato anche la capacità di lavorare in modo congiunto delle Commissioni parlamentari di Camera e Senato e credo che sia una modalità da non far cadere nel vuoto anche per altre questioni, perché credo che veramente abbia dimostrato la sua portata e la sua importanza.
  Mi fermo qui e mi riservo di intervenire sul merito nella seduta della nostra Commissione.

  LUCIA ALBANO. Inizio con i ringraziamenti per gli uffici in primo luogo per l'attenzione e la cura che hanno prestato in tutti questi mesi e per i presidenti delle Commissioni per il lavoro che è stato fatto. I ringraziamenti terminano qui, perché a questo punto devo sollevare alcune questioni.
  In questo momento sono l'unica rappresentante dell'opposizione presente in queste Commissioni riunite. Ho ricevuto il documento finale alle ore 20.22 – me lo sono scritto – e nel documento vi erano delle novità rispetto all'ultimo documento che era stato presentato. Chi non aveva partecipato all'attività emendativa e di revisione del documento non aveva la possibilità di poter avere la versione finale. Devo dire che non è stato piacevole né semplice svolgere il compito di opposizione.
  Volevo sottolineare il ruolo svolto dal gruppo Fratelli d'Italia in questi mesi. Noi abbiamo sempre tenuto un comportamento di opposizione costruttiva e patriottica con proposte serie e qualificate per la riforma del sistema fiscale.
  Le parole chiave erano «equità», «semplificazione», «certezza del diritto», «sviluppo» e «occupazione», ma effettivamente l'obiettivo principale era una sostanziale riduzione del carico fiscale.
  Devo sottolineare che l'indagine conoscitiva durata tutti questi mesi riguardava l'IRPEF e non tutto il sistema fiscale. Era centrata sulla riforma dell'IRPEF, mentre gli altri aspetti erano un corollario.
  Quello che abbiamo già sottolineato è stata la genericità dei princìpi che risultano all'interno del documento, che non possiamo condividere e che lasciano un margine di discrezionalità piuttosto ampio all'attività del Governo, che dovrà poi predisporre la legge delega. Questa genericità è frutto di un compromesso, di cui abbiamo avuto prova fino a venti minuti fa, ovvero posizioni per qualche verso insormontabili e inconciliabili. Per noi tutto questo non è accettabile.
  Da ultimo, è vero che forse c'è la possibilità di semplificare e ridurre, ma manca un chiaro riferimento alla volontà politica Pag. 16di ridurre la tassazione. Questo è uno degli elementi che per noi è imprescindibile.
  Non riteniamo che ci siano i forti princìpi che sono peculiari del centro-destra. Infatti, vediamo che il tema della patrimoniale non è stato trattato nel documento finale, un tema che era stato presentato in modo poco chiaro nel documento precedente. È vero che non c'è più la rivalutazione degli estimi catastali, ma non c'è neanche più la scelta di non inserire una nuova patrimoniale. Anche questa è un'assenza e una mancanza.
  Cito alcune posizioni, poi nel merito entrerò nella seduta della mia Commissione. Per quanto riguarda la scelta del modello di imposta, siamo per un modello duale e non tendenzialmente duale.
  Sulla scelta dell'unità impositiva noi siamo per una tassazione che consideri il quoziente familiare – l'ho ripetuto fino allo stremo – e che consideri unità impositiva la famiglia.
  Per quel che concerne il tax re-design dell'IRPEF, per noi la strada madre è la flat tax e certamente propendiamo comunque per un intervento su scaglioni, aliquote e detrazioni e non escludiamo l'opzione alternativa relativa al sistema tedesco ad aliquota continua.
  Per quanto riguarda la patrimoniale, ho già detto che non c'è stata una presa di posizione, che per noi è fondamentale.
  Riteniamo che gli interventi siano limitati e insufficienti rispetto alle reali necessità di una riforma. Per questo motivo non sosteniamo questo documento.

  SESTINO GIACOMONI. Il COVID-19 ci ha cambiati, ma oserei dire che ci ha migliorati. In realtà, devo dire che finalmente nella politica sono tornati il buon senso e la competenza, grazie al lavoro dei presidenti, ma grazie anche al lavoro di tutti noi, perché ognuno di noi ci ha messo del suo.
  Sappiamo tutti che la legge delega che riformò il fisco risale a 50 anni fa. Come ha avuto modo di dire lei, la legge delega addirittura arrivò quando l'uomo fece il primo passo sulla Luna. Oggi noi abbiamo fatto il primo passo verso una nuova legge delega, verso una nuova riforma fiscale che mi auguro veramente sia spaziale.
  Devo dire che rispetto agli anni Settanta è cambiato completamente il contesto. All'epoca le parole d'ordine di quella riforma erano «redistribuzione» e «progressività», mentre oggi, anche a causa della pandemia, le parole d'ordine sono «crescita» e «semplificazione». Devo dire che secondo me questo è stato un importante passo avanti.
  Lasciatemi dire con orgoglio che questa è anche una vittoria culturale di Forza Italia: un movimento politico fondato nel 1994 – 27 anni fa – da Berlusconi, nato con il primo slogan «Meno tasse per tutti», che non era uno slogan, ma era proprio una concezione di politica economica. Devo dire che oggi il massimo comune denominatore di questa riforma è la riduzione della pressione fiscale per creare ricchezza, crescita e posti di lavoro.
  Devo dire che in questo senso oggettivamente siamo partiti da posizioni contrapposte, abbiamo dimostrato che la politica è l'arte del possibile, tutti abbiamo fatto tutto il possibile e abbiamo trovato un punto d'incontro. Adesso mi auguro che accada quel che deve, ovvero che il Governo faccia proprio questo lavoro, così da poter andare avanti in questa direzione.
  Colgo l'occasione per ringraziare tutti, anche i funzionari a cui abbiamo fatto fare le ore piccole, e mando un saluto a chi va in pensione.

  PRESIDENTE. Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 21.10.