XVIII Legislatura

IV Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 8 di Mercoledì 9 ottobre 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE CONDIZIONI DEL PERSONALE MILITARE IMPIEGATO NELL'OPERAZIONE «STRADE SICURE»

Audizione di rappresentanti del COCER-Sezione Marina militare.
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 
Colombo Antonio , rappresentante del COCER-Sezione Marina militare ... 3 
Alò Vito , rappresentante del COCER-Sezione Marina militare ... 3 
Ciavarelli Antonio , rappresentante del COCER-Sezione Marina militare ... 5 
Colombo Antonio , rappresentante del COCER-Sezione Marina militare ... 5 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 5 
Deidda Salvatore (FDI)  ... 5 
Ferrari Roberto Paolo (LEGA)  ... 6 
Aresta Giovanni Luca (M5S)  ... 6 
Del Monaco Antonio (M5S)  ... 7 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 7 
Colombo Antonio , rappresentante del COCER-Sezione Marina militare ... 7 
Ciavarelli Antonio , rappresentante del COCER-Sezione Marina militare ... 8 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 8 
Colombo Antonio , rappresentante del COCER-Sezione Marina militare ... 8 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 9 

Audizione di rappresentanti del COCER-Sezione Aeronautica militare:
Rizzo Gianluca , Presidente ... 9 
Di Sabato Maurizio , rappresentante del COCER-Sezione Aeronautica militare ... 9 
Di Pietra Francesco , rappresentante del COCER-Sezione Aeronautica militare ... 11 
Brasile Tommaso , rappresentante del COCER-Sezione Aeronautica militare ... 13 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 13 
Del Monaco Antonio (M5S)  ... 13 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 14 
Di Sabato Maurizio , rappresentante del COCER-Sezione Aeronautica militare ... 14 
Di Pietra Francesco , rappresentante del COCER-Sezione Aeronautica militare ... 14 
Brasile Tommaso , rappresentante del COCER-Sezione Aeronautica militare ... 15 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 15 

Audizione di rappresentanti del COCER-Sezione Carabinieri:
Rizzo Gianluca , Presidente ... 15 
Minicucci Marco , Presidente del COCER Sezione Carabinieri ... 15 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 18 
Tarallo Antonio , rappresentante del COCER-Sezione Carabinieri ... 18 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 18 
Deidda Salvatore (FDI)  ... 18 
Del Monaco Antonio (M5S)  ... 18 
Pagani Alberto (PD)  ... 19 
Ferrari Roberto Paolo (LEGA)  ... 20 
Boniardi Fabio Massimo (LEGA)  ... 21 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 21 
Minicucci Marco , Presidente del COCER Sezione Carabinieri ... 21 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 22

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio: Misto-C10VM;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIANLUCA RIZZO

  La seduta comincia alle 14.30

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare e la diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti del COCER-Sezione Marina militare.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle condizioni del personale militare impiegato nell'operazione «Strade Sicure», l'audizione dei rappresentanti del COCER sezione Marina militare.
  Colgo l'occasione di comunicare che il Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro della difesa, ha trasmesso il decreto recante proroga del Piano di impiego di un contingente di personale militare appartenente delle Forze armate, per i servizi di vigilanza a siti e obiettivi sensibili, in concorso e congiuntamente alle Forze di Polizia per il 2019.
  Saluto e dò il benvenuto ai rappresentanti dei COCER sezione Marina militare oggi presenti; in particolare, al Capitano di fregata Antonio Colombo, al primo Luogotenente Antonio Ciavarelli, al secondo Capo scelto Vito Alò e al Sottocapo di prima classe scelto Sergio Saverio Belviso. Ricordo che, dopo l'intervento dei nostri ospiti, darò a parola ai colleghi che intendano porre domande o svolgere osservazioni, alle quali gli auditi potranno rispondere. A tal proposito, chiedo ai colleghi di far pervenire sin da adesso la propria richiesta di iscrizione a parlare.
  Do quindi la parola al Capitano Colombo.

  ANTONIO COLOMBO, rappresentante del COCER-Sezione Marina militare. Grazie Presidente. Ringrazio anche gli onorevoli presenti. È sempre un momento istituzionale importante poter venire a confrontarsi con voi; ci siamo già incontrati altre volte nel corso di questa legislatura.
  Non perdo tempo. Parliamo dell'operazione «Strade Sicure» Lascerei, quindi, la parola al collega Vito Alò e, successivamente, al Maresciallo Ciavarelli, per poi fare una breve chiusura. Saremo abbastanza rapidi, ma spero efficaci. Grazie.

  VITO ALÒ, rappresentante del COCER-Sezione Marina militare. Buonasera a tutti.
  La Marina militare partecipa all'operazione «Strade Sicure» con il primo, il secondo e il terzo Reggimento San Marco, il Quartiere generale e il Battaglione Caorle; tutti reparti appartenenti alla Brigata Marina San Marco di Brindisi, che tradizionalmente è una componente specialistica che svolge funzioni di proiezione di forza dal mare e di supporto alle navi nelle operazioni di interdizione marittima e antipirateria, e di difesa delle installazioni nazionali.
  Il sedime di impiego è il centro di accoglienza e richiedenti asilo – il «CARA» – e centro permanenze e rimpatrio – il «CPR» – a Restinco, località di Brindisi. I militari della Marina che svolgono attività nell'operazione «Strade Sicure» sono qualificati fucilieri di Marina e sono impiegati in turnazioni continue per un periodo da 45 a 60 giorni. Per questa operazione il personale Pag. 4 è dipendente dal ventunesimo Reggimento artiglieria terrestre Trieste dell'Esercito, reparto di istanza nella città di Foggia. I militari ricevono supporto logistico presso la prospiciente Caserma Ermanno Carlotto, loro sede naturale di servizio, dislocata circa a 2 chilometri e mezzo dal presidio vigilato. Per supporto logistico si intende: l'assistenza sanitaria, un servizio navetta che consente gli spostamenti tra la Caserma e il dispositivo, la mensa e gli alloggi. Tutto il personale prima di prestare il servizio presso il complesso svolge addestramento ad hoc ed è sottoposto a dovuti controlli vaccinali e medici per prevenire qualsivoglia problematica. La retribuzione riconosciuta è l'indennità omnicomprensiva ridotta al 50 per cento, in quanto il personale svolge l'operazione nelle vicinanze della naturale sede di servizio: si tratta di circa 13 euro lordi giornalieri, a cui sono aggiunte 14 ore e mezza di straordinari al mese retribuite. Le restanti ore svolte eccedenti l'orario di lavoro sono conteggiate per un eventuale recupero difficilmente attuabile.
  La Brigata Marina San Marco, rispetto ai compiti da assolvere, ha un numero insufficiente di militari e ciò influisce inevitabilmente su tutte le operazioni, compresa «Strade Sicure». Conseguentemente, il personale deve svolgere più incarichi con maggiore e onerosa responsabilità. Dal punto di vista numerico, con l'aumento degli arruolamenti, gli impegni si dovrebbero suddividere, il recupero psicofisico sarebbe più esteso e si agevolerebbe l'addestramento. Occorre, però, superare gli effetti della legge di revisione dello strumento militare (la legge n. 244 del 2012). In generale, questo è un aspetto che riguarda non solo l'operazione «Strade Sicure», ma tutte le attività della Marina militare. Dal punto di vista economico, il personale, rispetto al sacrificio sia della fase addestrativa che dell'impiego vero e proprio, riceve una retribuzione insufficiente; anche su questo aspetto occorre fare una riflessione. Nel solco delle proposte già avanzate dal COCER Sezione Marina in merito alla corresponsione delle attività svolte in mare, si ritiene necessario aumentare la motivazione e valorizzare la professionalità del personale impiegato in «Strade Sicure» riconoscendo piena retribuzione di tutte le ore eccedenti effettivamente svolte e allontanandosi dall'ipotesi di disattivazione dell'orario di servizio. A questo proposito, di recente, per aumentare le attuali ore di straordinario, sono stati garantiti – soltanto fino al termine dell'anno in corso – 4 milioni di euro per retribuire ulteriori 7 ore pro capite mensili di straordinario maturate (stiamo parlando di meno di 70 euro al mese). Ringraziamo di questo primo – ancorché insufficiente – passo, ma occorre precisare che questi fondi non sono aggiuntivi e strutturali. Infatti, provengono dal fondo per l'efficienza dei servizi istituzionali, il cosiddetto FESI, da somme già a disposizione del personale; quindi, si tratta di un travaso che ci lascia interdetti.
  Riteniamo, inoltre, che l'indennità onnicomprensiva, che a nostro parere retribuisce la continuità di impiego, al di là della sede di svolgimento, debba essere riconosciuta al 100 per cento in quanto non può essere legata alla località di servizio, bensì alla tipologia di operazione in cui si è impiegati. Ci ha amareggiato, oltretutto, aver constatato che il personale impiegato nel corso del 2018 sia stato retribuito con dieci mesi di ritardo, per responsabilità prettamente organizzative che speriamo non si ripetano più. Per ultimo, riprendendo il tema del pendolarismo già trattato dal Generale Vecciarelli durante un'audizione presso questa Commissione, avanziamo la proposta che la Conferenza Stato-regioni coordini un testo unico nazionale per la circolazione dei militari appartenenti alle Forze armate affinché su tutti i mezzi pubblici regionali e comunali i militari possano liberamente viaggiare da e per il luogo di servizio e di operazione. Questo consentirebbe l'abbattimento di costi legati ai frequenti spostamenti, oltre che aumentare la percezione di sicurezza e contrastare eventuali fenomeni di violenza; allo stato attuale alcune regioni – Piemonte, Liguria, Lazio, Campania – hanno già attuato autonomamente quanto descritto, adottando protocolli di intesa o leggi regionali.

Pag. 5

  ANTONIO CIAVARELLI, rappresentante del COCER-Sezione Marina militare. Parlerò delle condizioni del personale impegnato nell'operazione «Strade Sicure». Tuttavia dobbiamo tenere presente che l'obiettivo dell'operazione è la sicurezza dei cittadini. Infatti con il decreto-legge n. 125 del 2008 – misure urgenti in materia di sicurezza pubblica – fu autorizzato un piano di impiego di un contingente di personale appartenente alle Forze armate al quale fu data la facoltà di agire con le funzioni di agente di pubblica sicurezza e la possibilità di procedere all'identificazione e all'immediata perquisizione sul posto di persone e mezzi di trasporto.
  In questo contesto si deve considerare la condizione in cui vivono i militari del Corpo delle Capitanerie di porto Guardia costiera. Essi sono agenti e ufficiali di Polizia giudiziaria, ma non di pubblica sicurezza; quindi, non possono procedere ad identificazioni immediate a persone o a mezzi di trasporto, se non in caso di reato acclarato. Un esempio per tutti è data dall'ordinaria attività di controllo in mare o in porto, durante la quale non si può sapere se il soggetto controllato è un delinquente o meno, in quanto non si può accedere alle informazioni del Centro elaborazione dati. Nel decreto-legge n. 125 del 2008, all'articolo 8-bis vi è un paradosso: l'accesso al Centro elaborazione, sia pure in parte, è stato riconosciuto proprio nella norma di cui stiamo parlando, ma mai attuato da parte dei ministri competenti. Quanto sopra si rappresenta per le iniziative che il Parlamento vorrà intraprendere. Per ciò che riguarda, poi, la Marina militare, possiamo dire che oltre alla Brigata San Marco tra il personale ci sono categorie che hanno dimestichezza con le armi e con la sicurezza; ad esempio, i cosiddetti Servizi Difesa Installazioni (SDI) o gli incursori e gli artificieri. Il problema di oggi è che la Marina sta implodendo a causa della drastica riduzione degli organici prevista dalla legge n. 244 del 2012, al punto che sono carenti gli equipaggi per le navi; e molte di queste unità navali ancora operative devono andare in disarmo, oppure devono continuano a navigare senza riconoscimenti economici al personale. Al posto del cosiddetto contingentamento si naviga ancora forfetizzando l'orario di lavoro, nonostante gli impegni formali del Governo; vale a dire che chi va per mare lavora gratis almeno il 50 per cento del tempo.
  In conclusione, possiamo dire che il personale della Marina militare, per tradizione, è molto specializzato e sarebbe in grado di assicurare sia questa sia altre operazioni se solo si volesse rivedere la citata legge n. 244 e si riprendessero arruolamenti e riconoscimenti economici. Grazie.

  ANTONIO COLOMBO, rappresentante del COCER-Sezione Marina militare. Prima di sentire le domande, faccio notare che abbiamo impiegato pochi minuti per le nostre relazioni, ma questo non significa che non abbiamo posto questioni molto gravi e importanti; se volete, potremmo approfondire per ore ed ore la problematica della retribuzione delle ore svolte o il tema della diminuzione del personale che sta uccidendo la Forza armata. È ovvio che l'operazione «Strade Sicure» impatta sulla Marina militare in maniera limitata rispetto all'Esercito, ma è un esempio di come la Marina militare potrebbe fare anche di più se solo avesse la possibilità di farlo in condizioni più serene.

  PRESIDENTE. Grazie. Dò ora la parola all'onorevole Deidda.

  SALVATORE DEIDDA. Ringrazio i rappresentanti del COCER Sezione Marina militare perché siete stati sintetici, ma anche abbastanza chiari sull'impatto dell'operazione «Strade Sicure» nel vostro lavoro e sulla vostra Forza armata. Credo che abbiate ragione quando dite che il problema sta nella legge n. 244 del 2012. Fratelli d'Italia ha presentato una proposta di legge che sposta di 10 anni il termine per conseguire le riduzioni previste da quella legge e dare il tempo, alle Forze politiche, di superare quella norma. Oggi l'urgenza è proprio quella di diminuire questa riduzione di personale della Forza armata, perché il personale è sempre più anziano e ha Pag. 6problemi legati alla salute, alla famiglia e non ha più quella libertà di spostamento. Voi che siete della Marina lo sentite perché quando uno si deve imbarcare deve farlo, non ha molte alternative. Per restare sull'operazione «Strade Sicure» vorrei chiedervi se potete spiegarci meglio il passaggio sul FESI.

  ROBERTO PAOLO FERRARI. Come sottolineato dal Capitano di fregata, Antonio Colombo, l'impatto dell'operazione «Strade Sicure» sulla Forza armata Marina è sicuramente più limitato rispetto a quello sull'Esercito. Se non cito numeri errati, il 98 per cento dei militari impiegati nell'operazione «Strade Sicure» proviene appunto dall'Esercito e il 2 per cento dalle altre Forze armate. Tuttavia, per molti aspetti, le problematiche sono comuni: quelle di un maggiore riconoscimento economico, quelle delle ore di straordinario che sono insufficienti, e quelle delle ore lavorate in eccedenza che o vengono recuperate (e se vengono recuperate non consentono di effettuare un sufficiente periodo di approntamento) oppure, nel caso in cui invece non vengano recuperate, determinano un effettivo sovraccarico di lavoro. Da quello che mi è parso di cogliere nelle vostre relazioni, voi imputate queste criticità soprattutto alla diminuzione del personale, come peraltro abbiamo anche avuto modo di confrontarci nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul reclutamento nelle carriere iniziali delle Forze armate, pur essendo, la Marina e l'Aeronautica, le due Forze armate che meno patiscono il calo di attrattività (il calo dei numeri, invece, è fissato nella legge Di Paola). Mi è parso di cogliere che potreste dare un contributo maggiore se questa tendenza si invertisse e vorrei che mi confortaste di quello che ho capito.
  Ho poi una domanda in merito ai compiti della Guardia costiera. Pur essendo la Polizia del mare delegata alla Guardia di finanza, la presenza in mare della Guardia costiera è di tutta evidenza e se fosse superato quanto diceva il Maresciallo Ciavarelli riguardo al fatto che la Guardia costiera non ha compiti di Polizia giudiziaria si potrebbe, con una semplice norma di legge – quindi a costo zero – aumentare l'operatività della stessa Guardia costiera in compiti di pattugliamento tramite la possibilità di accedere ai dati. Si tratta di una cosa assolutamente interessante e io vi ringrazio di avercela trasmessa in questa occasione. vedremo di fare quanto possibile per dare soluzioni.

  GIOVANNI LUCA ARESTA. Ringrazio anch'io i nostri ospiti per la puntuale ricostruzione di quello che è lo stato dell'arte in questa importante operazione che riguarda la sicurezza del Paese.
  Intervengo, anche e soprattutto, come rappresentante del territorio di Brindisi. Brindisi, ormai da anni, ospita la Brigata Marina San Marco, che fa il paio con la storia della nostra città e noi le siamo davvero molto riconoscenti, Conosco qual è il prestigioso servizio reso dai fucilieri della Brigata Marina San Marco sul territorio e, in particolare, nel centro di Restinco. Spesso e volentieri i nostri fucilieri sono, purtroppo, incorsi in aggressioni. Io stesso sono stato presente a un'aggressione, ai danni di un nostro marò, da parte di persone ospitate in quel Centro di accoglienza; quindi, so qual è il vostro spirito di servizio e in quali condizioni operate.
  Ho ascoltato con attenzione, non fosse altro per la mia indole di giurista, il discorso che avete fatto circa la possibilità di attribuire funzioni di Polizia di pubblica sicurezza al Corpo della Guardia costiera. Peraltro, su questo Corpo ho focalizzato la mia attenzione durante i primi lavori di questa legislatura. Di recente ho fatto visita al Comando di Brindisi dove la Guardia costiera opera un servizio particolare. Ovviamente, la qualifica di Polizia giudiziaria non comporta in automatico l'attribuzione delle qualifiche di operatore di pubblica sicurezza perché sono compiti diversi. Sappiamo perfettamente che la Polizia giudiziaria opera, su delega di un Magistrato e di un Pubblico Ministero, per determinati compiti che non sono assolutamente assimilabili a quelli della pubblica sicurezza, che comporta evidentemente altre prerogative e altre necessità. È un percorso culturale di formazione sul quale si potrà discutere sicuramente, ma occorre fare delle valutazioni che – a mio avviso – non sono Pag. 7assolutamente connesse alla qualifica di operatori di Polizia giudiziaria. La Polizia giudiziaria è una cosa, l'operatore di pubblica sicurezza è un'altra; si può discutere.

  ANTONIO DEL MONACO. Vado direttamente alle domande. Mi ricollego al famoso 98 per cento dell'Esercito e a circa il 2 per cento dell'Aeronautica. Vorrei sapere quante sono le unità di personale della Marina impegnate dell'operazione «Strade Sicure». Se magari mi date un dato. Vorrei poi chiedere, con riferimento all'impiego, se l'impiego è determinato dal Prefetto o c'è la possibilità di poter intervenire rendendolo dinamico e non statico.
  La terza domanda riguarda l'equipaggiamento. Abbiamo parlato di soldi. Sappiamo qual è la situazione, perché ne abbiamo parlato in tutte le lingue ed è giusto che venga fuori. Tuttavia è importantissimo definire se l'equipaggiamento è ottimo per poter intervenire o meno. Per esempio, a quanto vedo in giro, i nostri militari hanno ancora il fucile. Non sarebbe utile avere un'arma corta, quindi una pistola invece del fucile?
  Ultima domanda: avete chiesto la possibilità di intervenire per quanto la retribuzione riconosciuta, quell'indennità di circa 13 euro lordi; però, anche raddoppiandola, non si risolve il problema. Quindi anche questa è una richiesta tutto sommato modesta. Forse io punterei sul discorso dello straordinario, oppure magari su quello di un'indennità che possa essere più vicina al servizio che si svolge, anche perché la pesantezza di questo servizio non è minore rispetto a quella delle missioni all'estero. Grazie.

  PRESIDENTE. Non ho altre richieste di intervento, pertanto do la parola ai nostri ospiti per la replica, confidando nel potere di sintesi.

  ANTONIO COLOMBO, rappresentante del COCER-Sezione Marina militare. Provo ad andare in ordine.
  Il FESI, Fondo di Efficienza dei Servizi Istituzionali, viene ogni anno corrisposto in base a dei criteri decisi di volta in volta. C'è una parte che viene data solo ed esclusivamente sul fatto dell'appartenenza e della continuità di servizio in determinate condizioni di efficienza generale, quindi ognuno prende una quota del FESI se raggiunge un rendimento minimo certificato dalla nostra documentazione caratteristica, e poi c'è una parte che invece viene connessa a delle specificità che di volta in volta vengono decise non con una concertazione (purtroppo per noi ancora non è prevista) ma dallo stato maggiore, con un parere molto pesante da parte dei COCER. Queste cifre sono state negli ultimi anni aumentate con provvedimenti a latere del contratto, sempre con i fondi del contratto (sono ancora molto distanti dalle cifre che prendono la Polizia di Stato e le Forze di polizia a ordinamento militare; c'è ancora una differenza dovuta ai famosi 100 milioni dati dal Governo quando ci fu quella manifestazione dove i colleghi si levarono il casco e forse si capì che erano arrivati ad una difficoltà di mantenimento dell'ordine di fronte a continui attacchi nel corso di manifestazioni). È chiaro a tutti noi il servizio che fanno le Forze di polizia, ma il FESI doveva essere garantito in maniera equiparata a tutti quanti, e invece noi del COCER, quando dobbiamo dare il parere sul FESI, dobbiamo sempre rammentare allo stato maggiore della Difesa e alla politica che esiste un gap da colmare rispetto alle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare.
  Detto questo, sono stati prelevati poco più di 4 milioni da una quota del FESI del 2019 per metterli sugli straordinari effettuati in «Strade Sicure». Anche i colleghi dell'Esercito hanno fatto notare che questo non va bene. Stiamo facendo il gioco delle tre carte. Il bicchiere d'acqua è sempre quello; diamo un po’ meno alla mamma e un po’ di più al bambino, forse è meglio che il papà porti a casa più acqua. Siamo felici per i colleghi di «Strade Sicure»; non ci siamo messi di traverso, ma non è il metodo. Noi capiamo le difficoltà economiche del Paese, però stiamo parlando anche di 4-5 milioni di euro. Se non siamo in grado di mettere 5 milioni aggiuntivi. Voi tutti sapete che negli ultimi aggiustamenti per il 2019 sono stati tagliati altri 150 milioni di Pag. 8euro allo stato maggiore della Difesa. Quei milioni non sono danni allo stato maggiore della Difesa; al 90 per cento sono danni al personale, perché cosa volete che taglino? La possibilità di fare attività operative? No. Tagliano laddove possono, cioè sulla manutenzione degli alloggi, delle caserme, magari stipulando un contratto a ribasso per la mensa, comprando il vestiario comprato in ritardo. Fanno quello che possono, noi lo capiamo, ma alla fine viene scaricato tutto sul personale. E anche questa vicenda lo dimostra: prelevo dal personale per dare al personale. Non si può fare la guerra tra i poveri, non possiamo fare la guerra tra personale. Bisognerebbe mettersi una mano sulla coscienza e dire: «Hanno bisogno di avere risorse aggiuntive». Questo è il nostro parere, penso che ho risposto alle domande.
  Poi per quanto riguarda quello che ha detto l'onorevole Ferrari, confermo il fatto che le difficoltà sono di due tipi: una numerica, anche se i numeri nostri sono bassi ma impatta su un'attività dove l'età media è elevata e, quindi, diventa problematico far fronte a tutte quante le esigenze (parlo del Battaglione); una economica perché l'impiego è pressante per chi lo fa e magari un riconoscimento economico va a ricompensare anche la professionalità che devono mantenere poi nel resto di tutta la vita. Il personale è sempre addestrato e fa il suo lavoro, ma credetemi che alla lunga diventa assai sacrificante continuare a farlo.

  ANTONIO CIAVARELLI, rappresentante del COCER-Sezione Marina militare. Riallacciandomi a quello che diceva l'onorevole Aresta, i militari della Guardia costiera sono agenti e ufficiali di Polizia giudiziaria. Fanno tantissima attività delegata dalla Procura, anche con riguardo ai reati ambientali. Arrestano delinquenti, i cosiddetti «bombaroli». Presso le nostre capitanerie ci sono faldoni di indagini che risalgono a moltissimi anni fa. Tutte queste attività, con i connessi rischi di Polizia, sono a valle; noi, però, con la nostra professionalità potremmo prevenire i reati; potremmo dare più sicurezza ai cittadini, ma anche a noi stessi. Due esempi possono valere per tutti: essere ufficiali e agenti di pubblica sicurezza comporterebbe anche l'uso delle armi che oggi è regolamentato soltanto con delle circolari, le quali permettono il possesso delle armi soltanto a piccoli nuclei, quando si va a fare attività di Polizia; e poi la questione dell'accesso alle banche dati.
  Allora, quantomeno, e vorrei su questo l'aiuto del Parlamento, così come siamo agenti e ufficiali di Polizia giudiziaria per determinate materie, che si possa avere anche la qualifica di pubblica sicurezza. Si potrebbe anche risolvere la questione delle banche dati, perché se io fermo un delinquente in mare, questo può essere armato sulla barca, può avere droga, io gli controllo i documenti, è tutto a posto, poi dopo qualche ora lo ferma la Guardia di finanza e si scopre che magari erano ricercati e che noi li abbiamo fermati e li abbiamo lasciati andare in giro. Da anni, come rappresentanza militare, chiediamo questo: non si tratta di fare una nuova Forza di polizia, ma essere messi nelle condizioni migliori per rendere più sicura la nazione e tutti i cittadini. Grazie.

  PRESIDENTE. Do adesso la parola al Comandante Colombo per la conclusione della replica.

  ANTONIO COLOMBO, rappresentante del COCER-Sezione Marina militare. Mi scuso se mi sono dilungato, ma non posso non rispondere a certe domande con passione. Devo una risposta all'onorevole Del Monaco. Le persone interessate a ogni turnazione sono tra 70 e 100, continuativamente nel corso dell'anno, però possono variare secondo altri impegni che vengono richiesti. Per quanto riguarda la dipendenza: è quella dell'Esercito, quindi le regole di ingaggio sono le solite. Per gli equipaggiamenti non abbiamo ricevuto nessuna segnalazione. Sappiamo che danno dei kit anche sanitari quando sono all'interno del CARA. Faremo un approfondimento e, casomai, possiamo anche comunicarlo, perché è una domanda interessante ma non abbiamo avuto segnalazioni in merito.
  Per quanto riguarda l'indennità, noi chiediamo lo straordinario pagato completo. L'indennità onnicomprensiva la riteniamo Pag. 9un indennizzo che retribuisce questo sforzo in più della turnazione che dura per 2 mesi. Non c'entra niente la vicinanza e la lontananza; c'entra il tipo di impiego che si fa. Per questo diciamo 100 per cento. Che io lo faccio a 100 metri da casa, perché abito lì, o che lo faccio a 100 chilometri, quello è un tipo di impiego che è particolarmente gravoso, lo devo pagare. Non è una missione perché vado in servizio fuori dalla sede, sennò dovrebbero pagare il foglio di viaggio, non so se riesco a spiegarmi.
  Ringrazio se mi sono dilungato e restiamo a disposizione.

  PRESIDENTE. Ringrazio e saluto i nostri ospiti e tutti gli intervenuti. Dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti del COCER-Sezione Aeronautica militare.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca – nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle condizioni del personale militare impiegato nell'operazione «Strade Sicure» – l'audizione dei rappresentanti del COCER sezione Aeronautica militare.
  Saluto e do il benvenuto ai rappresentanti dei COCER sezione Aeronautica militare oggi presenti, in particolare al Colonnello Maurizio Di Sabato, al Sergente Maggiore Capo Tommaso Brasile e al Primo Aviere Capo Francesco Di Pietra. Ricordo che dopo l'intervento dei nostri ospiti darò la parola ai colleghi che intendano porre domande o svolgere osservazioni alle quali gli auditi potranno rispondere. A tal proposito, chiedo ai colleghi di far pervenire sin da adesso la propria richiesta di iscrizione a parlare.
  Do quindi la parola al Colonnello Di Sabato.

  MAURIZIO DI SABATO, rappresentante del COCER-Sezione Aeronautica militare. Grazie signor presidente. Onorevoli della Commissione difesa, il COCER sezione Aeronautica ringrazia per l'odierna audizione sull'operazione «Strade Sicure».
  Sono il Colonnello Maurizio Di Sabato, presidente del COCER-sezione Aeronautica. Prima di iniziare quest'audizione, il nostro primo pensiero non può che andare agli uomini e donne della Polizia di Stato e alla tragica perdita degli Agenti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, caduti in servizio venerdì a Trieste e, soprattutto, alle loro famiglie.
  Passo ora alla lettura di un documento che verrà messo a disposizione di questa Commissione e che è stato approvato dal Consiglio centrale della rappresentanza militare dell'Aeronautica nella giornata di ieri. Vi saranno, poi, gli interventi dei due delegati qui presenti, che sono in rappresentanza delle categorie Graduati e Sergenti.
  L'operazione denominata «Strade Sicure» prende l'avvio nel secondo semestre dell'anno 2008, allorché la Presidenza del Consiglio dei ministri autorizzò l'impiego, per 6 mesi, di personale delle Forze armate per servizi di vigilanza a siti sensibili e il pattugliamento di alcune aree urbanizzate, in concorso e congiuntamente alle Forze di Polizia. Con successivi provvedimenti normativi è stato autorizzato l'incremento dei contingenti e la proroga della missione fino al 31 dicembre 2019 (l'ultimo con la legge n. 205 del 2017). Con decreti interministeriali dell'economia e finanze, dell'interno e della difesa, sono stati definiti il contingente, distinto tra quanti opereranno fuori dalla sede di servizio e quanti opereranno nell'ambito della stessa; le modalità operative e, mediante la relazione e le schede tecnico-finanziarie, il budget a disposizione per gli oneri del personale (la cosiddetta «indennità onnicomprensiva» e straordinario); nonché le modalità di funzionamento per quanto riguarda i viveri, i servizi generali, l'equipaggiamento, il vestiario, il funzionamento degli automezzi e una tantum – la cosiddetta «indennità di marcia e missione» – acquisto dotazioni individuali straordinarie e spese per la manutenzione straordinaria dei mezzi impiegati, materiali e attrezzature varie, pedaggi autostradali. Tuttavia, in talune circostanze, è stato autorizzato l'incremento del contingente e del budget facendo riferimento a una specifica esigenza e per una determinata finestra temporale (per esempio, l'evento del G7 di Taormina con il decreto-legge n. 50 del Pag. 102017, successivamente convertito nella legge n. 96 del 2017, eventi sismici dei comuni di Casamicciola Terme e Lacco Ameno con decreto-legge n. 32 del 2019, Universiadi Napoli 2019 con decreto-legge n. 53 del 2019, convertito con modificazioni nella legge n. 77 del 2019). Il principale riferimento normativo sulla possibilità di impiego delle Forze armate in compiti di ordine pubblico è rappresentato dall'articolo 39 del Codice dell'ordinamento militare, che prevede oltre alla difesa della Patria, il concorso, la salvaguardia delle libere istituzioni. Il ricorso allo strumento militare per fronteggiare taluni gravi emergenze di ordine pubblico sul territorio nazionale risale alla legge 25 luglio 1992, n. 349, la cosiddetta operazione «Vespri Siciliani» che è stata espletata negli anni 1992-1994.
  Fatta questa premessa, entriamo nel merito dell'attività svolta dall'Aeronautica militare nell'operazione. All'operazione «Strade Sicure» l'Aeronautica partecipa con 150 uomini all'interno del dispositivo complessivo di circa 7.000 unità di personale delle Forze armate poste a disposizione dei Prefetti e alle quali, per tale specifico compito, sono riconosciute le funzioni di agenti di pubblica sicurezza. Il numero di personale dell'Aeronautica partecipante all'operazione, sebbene limitato, è relativamente commisurato alla consistenza complessiva del personale che può essere destinato a tali specifiche esigenze, senza per questo pregiudicare l'assolvimento degli altri compiti primari affidati alla Forza armata.
  In particolare, il personale dell'Aeronautica è impegnato con quattro turni impiegati a rotazione per 6 ore nell'arco della giornata senza soluzioni di continuità e con il quinta a riposo; a riguardo si tende a fare una netta distinzione tra day off e libero dal servizio, intendendo per il primo aspetto chi non è impiegabile in una determinata giornata e, con il secondo, chi rimane libero in campo ma pronto a rimpiazzare eventuali assenze o per eventuali supporti ready, ovvero per svolgere piccoli servizi di sostentamento logistico. L'Esercito italiano, come ben sapete, ha il comando dell'operazione che esplica mediante i Comandanti di Piazza da cui dipendono le articolazioni dell'Aeronautica militare, attualmente dislocate in diversi aeroporti militari e piazze cittadine.
  Per il personale militare è prevista l'attribuzione, penso che anche il Generale Ceravolo l'abbia messo in evidenza, di un'indennità onnicomprensiva commisurata all'indennità di ordine pubblico, prevista per il personale delle Forze di Polizia. Inoltre, per tutti i militari è previsto un limite individuale medio mensile di 14,5 ore di compenso per lavoro straordinario effettivamente reso, eccedente i vigenti limiti individuali massimi stabiliti per le esigenze dell'Amministrazione di appartenenza.
  L'onnicomprensiva, che non è cumulabile con l'indennità di marcia, con il compenso forfettario di impiego e quello forfettario di guardia, è attribuita anche ai volontari in ferma prefissata. Proprio l'importo dell'indennità onnicomprensiva, la cui misura risulta decisamente esigua rispetto al carico di lavoro svolto e che si auspica venga aumentata in modo cospicuo, costituisce un primo elemento critico, unitamente alle problematiche della quantità di straordinario maturato nello svolgimento dell'operazione. Riguardo allo straordinario, lo sviluppo stesso del servizio, congiunto alle rigide prescrizioni sulla remunerabilità, comporta che il personale rientri al proprio reparto di appartenenza dopo 4-5 mesi con un considerevole monte ore di lavoro straordinario, quantificato in circa 200 ore, da recuperare in tempi stretti, pena la perdita del diritto maturato, oltre alle eventuali festività e giornate feriali non lavorative non godute per circa 23 giorni pro capite, con evidenti problematiche in sede di impiego effettivo. I militari sono dunque trattenuti dalle due alle quattro ore, in più in funzione dei siti, in attività preliminari e successive al servizio afferenti il prelievo e la riconsegna dell'armamento, la predisposizione dell'equipaggiamento, il trasferimento o il rientro dal luogo di effettivo impiego, il passaggio di consegna.
  Il Governo, recentemente, con il decreto-legge n. 104 del 2019, ha disposto l'incremento Pag. 11 del budget per lavoro straordinario del personale impiegato per l'operazione «Strade Sicure» per circa 4,6 milioni di euro. Non è dato sapere al momento quanto per la sola Aeronautica militare, utilizzando però fondi propri del Ministero della difesa e, quindi, senza stanziare risorse aggiuntive come invece sarebbe stato auspicabile. In particolare, il decreto-legge prevede l'incremento a carattere generale della misura oraria di lavoro straordinario, alla luce delle misure contenute nei recenti provvedimenti di concertazione, l'incremento del monte ore straordinario mensile remunerabile al singolo militare da 14,5 ore a 21 ore mensili per i contingenti di 7.050 unità impiegate per il solo periodo luglio – dicembre 2019 e per i contingenti impiegati per le operazioni Universiadi Napoli 2019 ed eventi sismici Comuni di Casamicciola Terme e Lacco Ameno. Trattasi di una misura congiunturale di piccola entità, solo 6,5 euro al mese, che acuisce il malcontento del personale impiegato poco prima o poco dopo del secondo semestre del 2019 e comunque destinato a far esaurire a breve i suoi effetti, sempre ammesso che il decreto-legge sia convertito nelle modalità e nei tempi previsti.
  Oltre alle criticità economico-finanziare, è doveroso enunciare altre problematiche di carattere logistico funzionale. Su questi aspetti si soffermeranno i colleghi che interverranno dopo di me, avendo parlato direttamente con gli operatori che svolgono questo servizio. Quindi, senza voler essere esaustivi, si vuole citare, ad esempio, la difficoltà in taluni casi di completare la vestizione del personale impiegato nelle quantità di capo previste, l'utilizzo in certe sedi di alloggi non idonei ad un uso prolungato nel tempo, chiaramente privi dei comfort e degli standard qualitativi necessari, la scarsità di mezzi tattici disponibili per l'impiego nell'operazione, spesso inefficienti per mancanza di risorse economiche da destinare alla loro manutenzione.
  Quali sono le conclusioni del COCER Aeronautica in questo documento? Il personale dell'Aeronautica militare impiegato nell'operazione «Strade Sicure», nella consapevolezza di assolvere ad un compito secondario e complementare, è orgoglioso di fornire il proprio contributo quale opportunità di vicinanza e servizio al cittadino. Questo Consiglio, consapevole che il personale impiegato dispone dell’expertise, delle competenze e delle professionalità maturate nel settore della vigilanza e del controllo dei sedimi aeroportuali sin dai tempi della costituzione degli avieri della vigilanza aeronautica militare, auspica che il personale dell'Aeronautica militare venga impiegato preferibilmente nell'ambito dell'operazione «Strade Sicure» a protezione delle infrastrutture aeroportuali sensibili nel territorio nazionale.
  Il COCER sezione Aeronautica militare, nel condividere pienamente le argomentazioni e conclusioni già evidenziate dal COCER sezione dell'Esercito nella precedente audizione, chiede che vengano adottate tutte quelle misure atte ad eliminare le criticità e i malfunzionamenti riscontrati, evidenziando al contempo la necessità di una rivisitazione e ristrutturazione dell'intera materia nel suo complesso, con particolare riguardo all'aspetto tecnico funzionale.
  Vi ringrazio per l'ascolto.

  FRANCESCO DI PIETRA, rappresentante del COCER-Sezione Aeronautica militare. Signor presidente, onorevoli della Commissione Difesa, sono il Primo Aviere Capo Francesco Di Pietra e mi esprimo a nome dei Graduati e militari di truppa dell'Aeronautica militare. In questi pochi minuti a disposizione cercherò di svolgere una disamina, non prolissa ma efficace, delle problematiche riscontrate e segnalate dal personale impiegato nell'operazione «Strade Sicure».
  In premessa, come analisi peculiare e prodroma a qualunque riflessione, non si può omettere di evidenziare una connotazione implicita e fortemente connessa al significato della missione, che successivamente si è persa negli anni. Sto parlando della natura straordinaria dell'operazione «Strade Sicure», divenuta nel tempo strutturale per esigenze del Paese e di sicurezza dei cittadini. Avvertiamo come primaria necessità, qualora naturalmente il Parlamento riterrà ancora utile e necessario l'impiego dei militari a supporto delle Forze Pag. 12di Polizia, quella di adeguare tutto il quadro normativo e finanziario di riferimento che disciplina l'intera materia alle nuove esigenze di carattere tecnico, logistico ed amministrativo per l'ottimale svolgimento delle funzioni richieste, anche nel rispetto dei principi, a volte non efficacemente disciplinati, di equo trattamento nei confronti delle Forze di Polizia.
  L'audizione dei colleghi dell'Esercito ha fornito un quadro di situazione che riteniamo condivisibile e per questo lo sosteniamo; ma desideriamo, al contempo, implementarlo in questa sede con ulteriori considerazioni che poniamo alla vostra valutazione. Vi proponiamo alcune riflessioni di merito.
  Sistemazione logistica: vengono ancora diffusamente segnalati casi di sistemazioni alloggiative lontane da standard accettabili, che rendono disagevole il recupero psicofisico tra un turno e l'altro; difficoltà connesse a inefficienze impiantistiche e carenze di natura igienico-sanitaria che potrebbero essere migliorate con risorse suppletive.
  Tempi di pagamento: a parere nostro bisogna fare uno sforzo per snellire le procedure tecnico-amministrative che impediscono il pagamento delle indennità in tempi ragionevoli. I ritardi nella liquidazione contabile delle emissioni aggiungono elementi di frustrazione e non rendono equità di trattamento ai colleghi impiegati per settimane senza soluzione di continuità, spesso lontani centinaia di chilometri dalle proprie città e dalle rispettive famiglie.
  Ore di straordinario: questa non è una riflessione nuova, ma consideriamo utile rimarcare la problematica per caratterizzare ulteriormente l'assoluta necessità di una sua profonda presa di consapevolezza. Gli attuali limiti imposti per il pagamento del monte ore di straordinari maturati è assolutamente sottodimensionato al sacrificio professionale e umano richiesto i cittadini con le stellette impiegati nell'operazione, e di conseguenza le famiglie che sposano insieme a noi le difficoltà connesse alla peculiarità della nostra professione. L'incremento di ulteriori 40 ore rispetto agli attuali limiti ci appare come misura necessaria di giustizia sociale.
  Mezzi impiegati: l'operatività della missione e il conseguente utilizzo degli automezzi disponibili, in mancanza di un ricambio adeguato ha reso vetuste molte unità; occorrerebbe rivalutare l'attuale stato di efficienza del parco automezzi assegnato per le esigenze funzionali connesse. Un'ulteriore disamina in materia dovrebbe inoltre essere indirizzata ad individuare modelli maggiormente consoni ai contesti cittadini.
  Stato giuridico dei volontari in ferma prefissata di un anno (VFP1): i colleghi in ferma prefissata con meno di 12 mesi di servizio non maturano, come sappiamo, il diritto al recupero festività. La conseguenza di quello che ci appare come un incomprensibile vulnus normativo è che i VFP1 impiegati nell'operazione «Strade Sicure» devono fare ricorso a giorni di licenza ordinaria per un legittimo periodo di recupero psicofisico al termine della missione. Si potrebbe pensare, a parere nostro, ad una previsione normativa che sani questa sperequazione, o in subordine prevedere una forma di licenza straordinaria eventualmente da definire con studi appropriati che possa maturare nel periodo svolto in missione.
  Dotazioni e disposizioni di protezione individuale: l'eventuale accertamento di alcune dotazioni obsolete è una valutazione che va fatta con scrupolo per garantire la piena sicurezza degli operatori con le stellette nell'esercizio delle funzioni demandate. Altro elemento da attenzionare è la dotazione personale di vestiario che non appare adeguata a un regolare ricambio.
  Presidente e onorevoli membri della Commissione difesa, i colleghi che rappresentiamo sono orgogliosi di lavorare per contribuire a rendere il nostro Paese un luogo più sicuro, a difesa del cittadino e al servizio delle nostre istituzioni. È auspicabile una valutazione sistemica che possa considerare le esigenze rappresentate.
  In conclusione e a nome del personale che rappresento, vi ringrazio per l'opportunità concessa di intervenire su un tema di così grande interesse per i militari; permettetemi Pag. 13 in ultima analisi di trasmettervi l'auspicio, sentimento che accomuna migliaia di colleghi che in questo momento si stanno esprimendo con la mia voce, che la stessa apprezzabile attenzione concessa verso il tema odierno venga replicata anche con riguardo alle tematiche trattate dallo schema di decreto correttivo del riordino dei ruoli e delle carriere. Il testo trasmesso alla Presidenza del Consiglio dei ministri in data 30 settembre 2019 è carente, a nostro avviso, di misure lungamente attese dal nostro personale. Vi chiedo di considerare la possibilità di un'audizione per argomentare le proposte che sosteniamo nel merito della complessa materia. Vi ringrazio.

  TOMMASO BRASILE, rappresentante del COCER-Sezione Aeronautica militare. Cerco di essere sintetico. Sono il Sergente Maggiore Capo qualifica speciale Brasile Tommaso. Sono il delegato della categoria C. Nell'attività «Strade Sicure» i colleghi della categoria che rappresento svolgono un ruolo di comandanti delle squadre impiegate operativamente sulle Piazze.
  Elencare i disagi e le criticità sarebbe ridondante. Lo evito, perché l'ha fatto già molto bene il mio collega, ma è necessario soffermarsi su un aspetto importante: oggi sono tanti i motivi che disorientano il personale ed è veramente difficile veicolare tali disagi in questa Commissione, soprattutto quello psicologico. Voglio ricordare che con il giuramento ogni militare – di qualunque categoria, rango e grado – ha assunto il vincolo di quattro doveri. I primi tre sono comuni a tutti i cittadini, mentre il quarto è specifico per i militari: la fedeltà alla Repubblica Italiana, alla Costituzione e alle leggi; l'osservanza della Costituzione e delle leggi, traducibile nel rispetto giuridico delle norme; il sacro dovere della difesa della Patria; l'accettazione dello status di militare, che consiste nell'assunzione di rischi e di obblighi nel rispetto della disciplina, quale condizione dell'orientamento militare. Richiamare alla memoria il giuramento prestato non vuole essere retorica, ma è un modo per dire che il personale militare impiegato in qualsiasi operazione, sia in ambito nazionale che internazionale, compresa l'operazione «Strade Sicure», eseguirà sempre l'ordine ricevuto, perché oltre ad essere un obbligo, svolgere con onore, dedizione, obbedienza e sacrificio il compito che gli è stato assegnato è impresso nel DNA di ogni singolo militare.
  È tuttavia evidente che prima di essere militari siamo anche cittadini italiani, e ci poniamo – e vi poniamo – delle semplici domande di riflessione: si vuole veramente rendere un servizio a tutela del Paese? Siamo effettivamente necessari in quest'operazione? Perché dopo oltre 10 anni dall'adozione di questa misura straordinaria, le condizioni e il trattamento peggiorano? Perché, ahimè, aumentano i suicidi? Perché la partecipazione ai concorsi per i VFP1 è in netto calo? Ci appelliamo alle vostre funzioni, consapevoli del vostro ruolo così delicato.
  Mi avvio alla conclusione. Consapevole che tutto il personale del ruolo che rappresento confida e auspica che tutte le criticità e problematiche esposte – stress da lavoro correlato, criticità economiche finanziare e logistiche funzionali – possano essere sufficienti per maturare la convinzione che la morigeratezza, la moderazione, il controllo, l'equilibrio, la sobrietà, l'onestà, la serietà, la dignità e la decenza debba essere un'esigenza di sistema su cui lavorare per rivisitare e rimodulare la struttura dell'operazione «Strade Sicure». Pertanto, è necessario legiferare per creare un contesto sereno in tutto il mondo militare, a beneficio sia del personale impiegato sulle piazze sia dei rispettivi Comandanti al fine di mutuare le capacità prettamente militari in vere capacità al servizio della collettività atte ad assicurare i servizi essenziali di pubblica necessità.
  Grazie per l'attenzione.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Do adesso la parola ai colleghi per porre le domande.

  ANTONIO DEL MONACO. Grazie Presidente. Vado direttamente alle domande e le divido in tre blocchi: servizio, dignità e logistica sanitaria del servizio, aspetti economici.
  Per quanto riguarda il servizio, voglio fare anche a voi la domanda che ho già Pag. 14posto alla Marina per sapere se ci sono difficoltà in termini di impiego di equipaggiamento e di armi.
  Per quanto riguarda, invece, la parte logistica, con riferimento soprattutto ai mezzi di trasporto, vorrei sapere se questi sono stati sostituti, e anche se sono stati risolti i problemi relativi ai tempi di trasporto dalla caserma al luogo dove si svolge l'attività.
  Mi avete parlato della dignità logistica-sanitaria, delle difficoltà correlate ai luoghi dove si dorme, si fa la doccia, si mangia, eccetera; io so che quando hanno preparato la caserma Calò per accogliere per il contingente impegnato nell'operazione «Strade Sicure», un'intera palazzina fu messa sottosopra per metterla nelle condizioni migliori; in quell'occasione si parlava di 500 uomini da alloggiare. Se non viene fatta la manutenzione, è colpa di chi dovrebbe farla fare, ossia della Forza cui la struttura appartiene, oppure è perché mancano i fondi a 360 gradi?
  Avete poi parlato dei VFP1, che non godono degli stessi benefici economici rispetto al VFP4. È vero che però «Strade Sicure» ai VFP1 offre un credito ai fini del concorso per VFP4; questo è un dato di fatto, però volevo sapere se nel momento in cui scatta la rafferma, se continua a mantenere la stessa realtà di prima o se con la rafferma percepisce quello che prendono anche i VFP4? Questo non mi è chiaro.
  Dulcis in fundo, per quanto riguarda la parte psicologica, avete parlato dei suicidi. Avete parlato anche del calo della domanda per VFP1 su cui stiamo lavorando. Su tutte queste cose, tuttavia, dovreste essere voi stessi a darci delle risposte. Noi le chiediamo a voi e – su ciò che ci dite – dovremmo poter cercare poi di fare un eventuale lavoro. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Del Monaco. Do la parola al Colonnello Di Sabato per la replica.

  MAURIZIO DI SABATO, rappresentante del COCER-Sezione Aeronautica militare. Onorevole Del Monaco, per quanto riguarda l'Aeronautica militare il contingente è molto limitato. Sicuramente non abbiamo riscontrato gli stessi problemi che ha riscontrato l'Esercito Italiano, il cui personale molte volte viene impiegato anche a distanze siderali rispetto ai luoghi da dove partono. La richiesta di poter operare in presidi aeronautici faciliterebbe non poco la possibilità della gestione logistica. Il nostro personale, rispetto a quello dell'Esercito, – tranne che in un caso su Piazza – ha sempre operato in sedimi aeronautici militari. È chiaro che se in un reparto arriva un tot numero di persone in più rispetto a quello previsto dalle esigenze del reparto, anche il settore alloggiativo dovrebbe ricevere necessarie risorse per poter rispondere all'esigenza; però, a parte questo, noi come Aeronautica militare, per quanto riguarda il discorso infrastrutturale, non abbiamo questi grossi problemi che invece hanno i colleghi dell'Esercito, che comunque hanno un impiego un po’ diverso rispetto al nostro.
  Sul discorso del VFP1, non so se i delegati che hanno avuto modo di parlare proprio con il personale impiegato nell'operazione possano essere più di aiuto e di ausilio a questa Commissione per avere un po’ più di chiarezza, almeno per quanto riguarda il personale dell'Aeronautica.

  FRANCESCO DI PIETRA, rappresentante del COCER-Sezione Aeronautica militare. Rispondo sul tema dei mezzi. L'inefficienza dei mezzi non permette neanche di riuscire a far prendere la patente ai VFP1; non si riesce neanche ad abilitarlo e a mandarlo sul teatro operativo.
  Quanto invece all'uniforme, sono previste tre uniformi e i ragazzi non riescono sempre ad ottenerle tutte: vanno con due e, quindi, hanno difficoltà nella vestizione. Un aspetto essenziale che voglio rimarcare è che ho posto le domande proprio perché so che noi dobbiamo dare quelle risposte, ma noi spesso ce le abbiamo e il nostro confronto con voi è sempre utile e necessario per fornire certi indirizzi. Il collega ha fatto un cenno al correttivo al riordino dei ruoli e delle carriere che, a nostro avviso, ha ulteriormente aggravato quelle che sono le condizioni psicologiche di un militare, di un soldato che esegue sempre Pag. 15l'ordine ma nel contempo si sente privato di qualcosa, gli manca lo stimolo. Tante volte capita che il collega di Bari fa servizio a Taranto e il collega di Taranto lo impiegano a Bari. Anche questo, se non si riesce a trovare una forma che possa andare bene, suscita nel collega, in colui espletare il servizio, una frustrazione che si porta e si continua a portare e non immaginate quanto noi subiamo questo; non riusciamo neanche a veicolarlo. Io invito ad avere un contatto diretto con queste persone, perché certamente sarà veicolato in modo diverso rispetto a quello che possiamo fare noi. Questo è quanto mi sento di dire sull'aspetto psicologico.

  TOMMASO BRASILE, rappresentante del COCER-Sezione Aeronautica militare. Sullo stato giuridico del VFP1, il disagio è relativo ai colleghi in ferma prefissata con meno di 12 mesi di servizio. Naturalmente, onorevole Del Monaco, lei sottolineava l'aspetto relativo alla valorizzazione professionale dei ragazzi che sono impiegati nell'operazione «Strade Sicure» che è indiscutibile. Io stesso, scandendolo bene, ho parlato di orgoglio dei militari a svolgere quest'operazione. Nondimeno, sanare quella che appare oggi come una misura un po’ anacronistica consentirebbe di migliorare il quadro complessivo della situazione e di rendere un po’ meno disagevole il servizio anche a questi colleghi che, credo, non debbano pagare con una ferma prefissata di un anno alcune situazioni che devono essere equiparate, a parere nostro, a quelle degli altri colleghi con affinità superiori.

  PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti e tutti gli intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti del COCER-Sezione Carabinieri.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle condizioni del personale militare impiegato nell'operazione «Strade Sicure» l'audizione dei rappresentanti del COCER sezione Carabinieri.
  Saluto e do il benvenuto ai rappresentanti del COCER sezione Carabinieri oggi presenti, in particolare al Presidente della sezione, Generale di brigata Marco Minicucci, al Luogotenente Caforio, al Brigadiere capo Antonio Tarallo e all'Appuntato scelto Andrea Cardilli.
  Ricordo che dopo l'intervento dei nostri ospiti darò la parola ai colleghi che intendano porre domande o svolgere osservazioni alle quali gli auditi potranno replicare. A tal proposito, chiedo ai colleghi di far pervenire sin da adesso la propria richiesta di iscrizione a parlare.
  Do quindi la parola al Generale Minicucci.

  MARCO MINICUCCI, Presidente del COCER Sezione Carabinieri. Ringrazio dell'invito. Darò lettura di un documento che il COCER sezione Carabinieri ha stilato, dopodiché, se la Commissione lo consentirà, potrebbero esserci degli interventi singoli da parte degli altri delegati qui convenuti.
  Onorevole Presidente e membri della Commissione Difesa, grazie ancora una volta per dare voce alla rappresentanza militare, nata per sostenere in qualsiasi sede gli interessi del personale in divisa, e pienamente consapevole del proprio ruolo, nonostante alcuni in questo momento la pensino diversamente.
  Riteniamo quest'audizione, per l'argomento trattato, strettamente connessa con quella già tenutasi il 24 ottobre 2018, nell'ambito della discussione della risoluzione sull'impiego dei Carabinieri ausiliari, a prima firma dell'onorevole Deidda; chiariremo, poi, il motivo. È opportuno preliminarmente richiamare all'attenzione sul fatto che l'Arma dei carabinieri è una Forza armata in servizio permanente di pubblica sicurezza e che, quindi, i suoi componenti assicurano quotidianamente come compito istituzionale precipuo la sicurezza dei cittadini, fornendo vigilanza, vicinanza e rassicurazione sociale, nonché garantendo tutte le attività connesse con l'esercizio della giustizia.
  Riteniamo inutile ripercorrere le norme che regolamentano l'operazione «Strade Sicure» che, come tutti ben sappiamo, consiste in un'attività di vigilanza di obiettivi Pag. 16sensibili per far fronte a talune gravi emergenze di sicurezza pubblica sul territorio nazionale e che nacque come un'attività limitata nel tempo e in condizioni di emergenza. Per chiarezza e correttezza intellettuale, è opportuno evidenziare che al personale impiegato viene corrisposta un'indennità omnicomprensiva introdotta inizialmente per il solo personale delle Forze armate, e in seguito estesa a quello delle Forze di Polizia quando impegnato in servizi congiunti con i militari delle Forze armate impiegate nell'operazione «Strade Sicure». L'indennità corrisponde a 13 euro o 26 euro per turno, a seconda che sia svolta nella sede abituale di servizio, ovvero al di fuori della stessa, non cumulabile con l'indennità di ordine pubblico, con l'indennità di missione, né con l'indennità per i servizi esterni, ma che può dar luogo alla corresponsione di compenso per il lavoro straordinario svolto oltre l'orario di servizio.
  L'operazione è stata prorogata con la legge di bilancio 2018 anche per l'anno in corso, con un contingente di 7.050 unità di militari delle Forze armate, e uno stanziamento di 123 milioni di euro. Il correlato decreto interministeriale ha disciplinato le modalità di impiego del citato personale posto a disposizione dei Prefetti delle Province interessate, definendo altresì la ripartizione del contingente per le esigenze di vigilanza ai centri per immigrati e a siti o obiettivi sensibili. Le risorse in tale ambito stanziate per le Forze di Polizia – 2,4 milioni di euro sui 123 totali – sono destinate a remunerare i servizi congiunti con i militari delle altre Forze armate. L'Arma dei carabinieri nel corso dello scorso anno ha avuto 850 mila euro.
  Nel corso di recenti interlocuzioni istituzionali e nell'ambito dei lavori parlamentari, viene più volte rappresentata l'esigenza di incrementare le risorse per lo straordinario del personale impiegato nell'operazione, al fine di assicurare le attività addestrative e di mantenere adeguato il livello di efficienza operativa dei reparti, inficiato dal consistente numero di giorni di assenza – tra recuperi, festività non fruite, ore di straordinario non remunerate – maturati dai militari impiegati nell'attività in esame, condizione similare per tutti i Carabinieri.
  Il Ministro della difesa pro tempore nel mese di maggio scorso, nel corso di un incontro con il Presidente del Consiglio dei ministri, ha chiesto in particolare un incremento di 32,2 milioni di euro delle somme destinate allo straordinario svolto dai militari impiegati nell'operazione, per poter elevare il limite medio del compenso erogato al personale da 14,5 ore a 38 ore al mese. Il 19 settembre ultimo scorso il Consiglio dei ministri ha destinato 4,6 milioni di euro tratti dal bilancio della Difesa per questo specifico scopo.
  È evidente, e lo sottolineiamo, che l'Arma non ha nulla in contrario a questi aumenti (più che l'Arma, il COCER sezione Carabinieri); ben venga qualsiasi forma di miglioramento delle condizioni economiche dei colleghi in divisa. Corre però l'obbligo di sottolineare che così facendo si determinano evidenti effetti di disallineamento nel trattamento economico del personale, ove si consideri che i servizi esterni di controllo del territorio svolti dal personale dell'Arma dei carabinieri in contesti diversi dall'operazione «Strade Sicure» su tutto il territorio nazionale e in tutti i giorni dell'anno, sono remunerati con un importo (6 euro lordi per turno) di gran lunga inferiore all'impiego dei militari delle altre Forze armate, e dello stesso Carabiniere impiegato in «Strade Sicure». Questa è una specifica indennità introdotta dal decreto del Presidente della Repubblica n. 395 del 1995, che non è mai stata aggiornata dal 2002. Peraltro, i limiti mensili ordinari attualmente attribuiti al personale delle Forze di Polizia nell'ambito degli ordinari stanziamenti – 8 ore pro capite al mese – risulterebbero di molto inferiori alle 38 ore che si intendono garantire al personale dell'operazione «Strade Sicure». Emerge pertanto chiaramente che, a fronte delle iniziative assunte, in un'ottica di equa ordinazione del trattamento economico accessorio del personale del comparto difesa e sicurezza, e con lo scopo di garantire la medesima retribuzione a parità di servizio svolto, si ritiene necessario ipotizzare l'incremento Pag. 17 contestuale sia dello stanziamento ordinario relativo al compenso per lavoro straordinario delle Forze di Polizia, in modo da garantire il limite medio previsto, o comunque richiesto, per l'operazione «Strade Sicure» di 38 ore al mese, sia dell'importo dell'indennità per i servizi esterni. Quindi, dagli attuali 6 euro lordi ai 13 – ovvero 26 qualora fossero impiegati fuori sede – al fine di allinearlo a quello dell'indennità omnicomprensiva dell'operazione «Strade Sicure».
  In ogni caso, lo stanziamento delle risorse destinate alle Forze di Polizia, nell'ambito dell'operazione «Strade Sicure», dovrà essere opportunamente adeguato al fine di remunerare con la citata indennità tutto il personale impiegato nei servizi congiunti, in attività anche direttamente connesse con lo svolgimento dell'operazione: ad esempio, l'operatore della centrale operativa che svolge attività a favore del personale di «Strade Sicure» (nella centrale operativa di Roma abbiamo un militare dell'Esercito dell'operazione «Strade Sicure» che testimonia quanto ho appena detto) il personale delle unità Antiterrorismo (le A.P.I.) che svolge un'attività di emergenza costante e quotidiana dopo aver avuto peraltro un addestramento specifico.
  A chi volesse obiettare tali considerazioni, noi siamo in grado di poter dimostrare che negli ultimi anni le prestazioni straordinarie rese dai Carabinieri oltre i predetti limiti autorizzati e non recuperate, né retribuite ricorrendo alle disponibilità di bilancio, ovvero a finanziamenti integrativi, hanno fatto registrare un trend in costante aumento, attestandosi nell'anno 2018 a 1.186.995 ore, che corrispondono a 27 milioni e 300 mila euro lordi. Sono oltre 80 milioni di euro regalati nell'ultimo quadriennio, secondo i conti dello stato maggiore del Comando generale.
  Secondo noi la soluzione più pragmatica, anche per consentire probabilmente un sicuro risparmio per le casse dello Stato, potrebbe essere quella di riconoscere anche all'Arma – al pari delle altre Forze armate – la figura del volontario in ferma breve, e qui noi ci rifacciamo a quella famosa audizione del 24 ottobre 2018 e alla risoluzione sul Carabiniere ausiliario.
  Il Carabiniere in ferma breve diventerebbe l'erede del Carabiniere ausiliario e del Carabiniere ausiliario raffermato, figura di cui tutti noi abbiamo un ottimo ricordo poiché in grado di colmare i vuoti laddove necessario. Oggi abbiamo 8.000 Carabinieri in meno e sono soprattutto le Stazioni che soffrono per questa carenza. Da Comandante della Regione Lazio e Presidente del COCER sezione Carabinieri vi assicuro che sono proprio le Stazioni le più colpite, ancorché le nuove norme prevedranno nei prossimi 5 anni di colmare questo vuoto.
  In questo modo, l'auspicato intervento legislativo per rivisitare le attuali norme di legge che nel disciplinare del servizio di leva su base volontaria hanno stabilito che il contingente attualmente autorizzato debba essere diviso esclusivamente tra Esercito, Marina e Aeronautica, potrebbe – tra l'altro – stabilire il transito dei 7.000 militari di «Strade Sicure» nelle Forze di Polizia, così da ricondurre nel suo alveo naturale il personale incaricato dello svolgimento di attività di sicurezza pubblica, colmare in parte il disavanzo organico, garantire lo svecchiamento – siamo quasi al limite di 50 anni di media –, assicurare a gran parte di questi giovani il transito quali effettivi nelle Forze di Polizia, razionalizzare la spesa di approntamento delle Forze – circa 40 milioni – con acquisto di materiali già in dotazione alle Forze di Polizia, ottenendo quindi indubbie economie di scala.
  Peraltro, tale iniziativa consentirebbe di evitare le continue richieste di effettuare nell'ambito dell'operazione «Strade Sicure» servizi di pattuglia autonomi in luogo delle vigilanze fisse, modalità che se svolte da una Forza armata diversa dall'Arma dei carabinieri concretizzerebbero una impropria duplicazione, e quindi un chiaro fallimento della cosiddetta legge Madia, che come tutti noi ricordiamo ha previsto la razionalizzazione delle Forze di Polizia addirittura diminuendole nel loro numero.
  Signor Presidente, egregi onorevoli, nel ringraziarvi ancora una volta per aver consentito al COCER sezione Carabinieri di Pag. 18esprimere le proprie riflessioni, siamo qui pronti a rispondere a qualsiasi domanda e, se lei me lo concede, a passare la parola al delegato Tarallo per alcune aggiunte. Grazie.

  PRESIDENTE. Sì, prego.

  ANTONIO TARALLO, rappresentante del COCER-Sezione Carabinieri. Io voglio fare delle riflessioni ad alta voce, anche perché credo che il documento che ha letto il presidente Minicucci raccolga tutte le criticità che «Strade Sicure» ha mostrato.
  Secondo il mio parere, il servizio reso nell'operazione «Strade Sicure» oggi, così come è svolto, non rende nei fatti, quello che potrebbe garantire lo stesso servizio svolto con i VFP1 provenienti dalla Polizia e dai Carabinieri. Il servizio, infatti, riguarda compiti assegnati alle Forze di Polizia. Quindi un servizio svolto da noi che siamo esperti nel settore della sicurezza nel territorio italiano, darebbe maggiori garanzie, mentre le Forze armate hanno maggiore esperienza sui teatri di guerra, e se non sbaglio i delegati del COCER Interforze hanno posto l'accento su questo passaggio. Il COCER Interforze ha parlato anche di condizioni disumane in cui il militare viene a trovarsi, sia per quanto riguarda l'alloggiamento e le altre questioni logistiche, sia per quanto riguarda lo svolgimento di queste attività. Occorre tenere conto di questo, perché la dignità delle persone va oltre ogni cosa, ed è strano sentirlo affermare dai rappresentanti del COCER sezione Esercito, per il semplice motivo che 40 dei 120 milioni di euro stanziati ogni anno dovrebbero essere utilizzati per mettere in condizioni i militari di poter alloggiare, di poter avere quei servizi.
  Quindi, ribadisco anche io, come delegato del COCER sezione Carabinieri, la necessità di rivedere «Strade Sicure» in un contesto di maggiore partecipazione delle Forze di Polizia piuttosto che di militari. Centoventi milioni di euro sono il costo di 5.000 Carabinieri o Poliziotti ausiliari che andrebbero a colmare le carenze d'organico che ci sono nelle città in cui si svolge «Strade Sicure». I Carabinieri hanno l'obbligo di una permanenza di 15 anni al Nord, perché non abbiamo personale giovane da poterci inviare e nessuno ci vuole andare, essendo la maggioranza dei Carabinieri arruolati composta da uomini e donne che provengono dal Sud, principalmente dalla Puglia. Quindi, ribadendo questo concetto, vi chiedo di cuore, di cambiare questa dinamica dei servizi di «Strade Sicure», anche perché non essendo né agenti, né ufficiali di Polizia Giudiziaria, questi ragazzi garantiscono soltanto la presenza sul territorio, e per poter intervenire debbono necessariamente chiedere l'ausilio delle Forze dell'ordine (Polizia e Carabinieri). Se ci fossero i Carabinieri ausiliari o i volontari dei Carabinieri e della Polizia, questo problema già sarebbe risolto perché avremmo un intervento immediato.

  PRESIDENTE. Dò adesso ora la parola ai colleghi che hanno chiesto di intervenire.

  SALVATORE DEIDDA. Ringrazio i rappresentanti del COCER sezione Carabinieri per la relazione e per l'estrema sincerità quando parlate delle cifre, anche abbastanza dettagliate, di un'operazione che, obiettivamente, deve essere rivista perché da emergenziale è diventata ormai ordinaria. Mi sembra che, nel tempo, è divenuta, a causa della coperta sempre più corta, un modo per finanziare l'Esercito, togliendo risorse alle Forze dell'ordine.
  Mi sembra di che il Capo di stato maggiore della Difesa, parlando del futuro di «Strade Sicure» abbia preannunciato una sua rivisitazione, quindi la prima domanda che vi chiedo è questa: sareste favorevoli a una riduzione dell'operazione «Strade Sicure» destinando i risparmi al finanziamento della vostra attività per il controllo del territorio? Mi sembra che qualcuno abbia detto: «Noi con l'operazione “Strade Sicure” abbiamo liberato i Carabinieri da un compito stressante per loro e dalla sorveglianza di alcuni posti.».
  Infine, avete ricordato la risoluzione sui Carabinieri ausiliari che tutta la Commissione ha approvato. Spero che il Governo voglia dare seguito agli impegni assunti.

  ANTONIO DEL MONACO. Vorrei in premessa dire due cose: «Strade Sicure» non Pag. 19toglie le risorse alle Forze dell'ordine, perché è una realtà diversa nata per uno specifico compito, che si è allungato nel tempo. Possiamo dire che è nata per esigenze eccezionali e sta continuando ad essere oggi eccezionale. Potrebbe diventare anche un'operazione da meglio definire, però non toglie i soldi alle Forze dell'ordine; anzi forse possiamo dire che non toglie neanche i compiti, perché ha un compito diverso. Andiamo a vedere quello che succede per quanto riguarda la Terra dei fuochi, dove le pattuglie dei soldati controllano 24 ore al giorno le strade, eccetera. Quindi mi chiedo: se noi diamo i soldi alla pattuglia dei Carabinieri, perché non darli anche alla pattuglia della Finanza o della Polizia? Dobbiamo un po’ separare le due cose. Una cosa è «Strade Sicure»; un'altra è l'impiego dei Carabinieri, della Polizia e della Finanza, anche se nel momento in cui c'è un fermo, c'è un'attività, c'è l'intervento da parte delle Forze dell'ordine e, quindi, in questo caso dei Carabinieri o della Polizia. Tuttavia, la mansione specifica – quella di vigilare, di sorvegliare – è prettamente di «Strade Sicure», è un compito specifico dell'Esercito, dell'Aeronautica e della Marina, ma in particolare è dell'Esercito, che fornisce il 98 per cento del personale.
  Per quanto riguarda la possibilità di abbassare l'età media dei Carabinieri, è in arrivo una proposta di legge che porta nel primo anno far transitare i giovani incorporati nell'ambito dell'Esercito, dell'Aeronautica e della Marina nei Carabinieri; quindi, arruoleremo personale giovanissimo e non c'è bisogno di arruolare 7.000 persone per andare a fare «Strade Sicure», e togliere quello che è un impiego specifico nell'ambito delle tre Forze armate.
  Qualcuno si è lamentato della logistica, delle condizioni «disumane». Ben venga la lamentela, però bisogna risolvere il problema, così come si può risolvere il problema in qualsiasi caserma della Polizia, dei Carabinieri o della Finanza, eccetera. Lì bisogna andare a risolvere il problema. È vero che le caserme dell'Esercito sono un po’ più vecchiotte rispetto alle altre, però anche le Forze dell'ordine hanno caserme vecchie che hanno bisogno di ristrutturazione. Quindi, cerchiamo di separare le due cose. Una cosa è «Strade Sicure»; un'altra cosa è l'impiego dei Corpi armati dello Stato. «Strade Sicure» è nata con le Forze armate e dovrà continuare ad essere delle Forze armate.

  ALBERTO PAGANI. Ringrazio anche i rappresentanti del COCER sezione Carabinieri per le loro considerazioni.
  Capita spessissimo nelle vicende umane, e anche nella politica, che si prendano alcune decisioni sull'onda emotiva per dare una risposta a delle situazioni che, da provvisorie, poi si stabilizzano e diventano strutturali. Qual è il problema? Il problema sta nel fatto che nella provvisorietà non si tiene conto delle specificità delle risorse che si utilizzano e di tutte le conseguenze che queste comportano, mentre nel lungo periodo si vede che a volte le scelte non sono state fatte tenendo conto di tutte le variabili. Mi pare che «Strade Sicure» rispecchi questo schema che ho rappresentato; oggi però, che è reiterato da anni, è compito del legislatore, siamo qui apposta per questo, fare una riflessione su ciò che funziona e ciò che può essere migliorato, non cancellato; l'idea nostra è di migliorare, non di togliere qualcosa. Semmai di aggiungere, sapendo però che le risorse sono poche.
  Una cosa che ripeto spesso è che quando si studia e si appronta un dispositivo di sicurezza, così almeno si insegna nelle scuole, si deve partire dall'analisi della minaccia. «Strade Sicure» nasce con questo difetto di partenza, ossia non si capisce bene quale sia la minaccia alla quale si dà risposta. È ambigua, e quindi le risposte sono tutte e nessuna. Se voglio proprio essere estremo – forse caricaturale – ci sono minacce che richiedono un contrasto che è tipico della formazione, dell'addestramento, dell'equipaggiamento della Forza armata e ci sono, invece, minacce che trovano una risposta migliore per ragioni di addestramento e di specificità nelle Forze di Polizia, sia a ordinamento civile che militare. Ci sono esigenze che non sono strettamente correlate a minacce, ma che sono esigenze dei cittadini che però non possono essere considerate Pag. 20 delle sciocchezze; sono le esigenze dei cittadini di vedere la presenza dello Stato attraverso una divisa, un qualche cosa che rende visibile e riconoscibile la presenza dello Stato che non corrisponde però necessariamente ad una minaccia di alta intensità che richiede un assetto da guerra, ma richiede semplicemente la visibilità dello Stato.
  Ora, se noi volessimo rispondere ai temi che voi e che anche altri ci hanno proposto, mi auguro che questa Commissione alla fine oltre a studiare agisca anche, dovremmo cominciare a riflettere su questo aspetto e pensare non a come cancellare «Strade Sicure», ma a come rimodulare l'operazione, cioè come rendere strutturale quello che nacque come provvisorio o immediato. Qui abbiamo bisogno, a mio parere, di un ulteriore aiuto da parte vostra per capire meglio nel territorio, essendo il dispositivo di fatto gestito dai Prefetti. Lo dico in un modo un po’ approssimativo, spero di non essere male interpretato, ma capisco anche quel Prefetto che ha la pressione del sindaco, dell'Amministrazione locale che non ha sufficienti Forze della Polizia municipale e che dice: «Tenetemi monitorata quella zona» e il Prefetto risponde: «D'accordo, c'è “Strade Sicure”, ci mettiamo due militari, e quello è un presidio», ma in realtà non è quello il presidio più efficace per quel tipo di problema, perché non corrisponde ad un'analisi della minaccia ma alla copertura di un buco, e non si gestiscono bene le risorse.
  Ora, noi avremmo bisogno di capire meglio come sul territorio nazionale si potrebbe rimodulare «Strade Sicure», definendo bene quelle che sono le minacce e i presidi che è necessario siano garantiti dalle Forze armate, perché se in una determinata zona l'autorità valuta che ci possa essere il rischio, ad esempio, di un attentato terroristico di carattere militare, è la Forza armata con i mezzi che ha a disposizione la più adeguata per intervenire in quell'area. Se, invece, ci sono presidi in cui la minaccia non è quella dell'attentato ma è altra, la Forza di polizia ad ordinamento civile e militare – anche lavorando in borghese e in modo meno visibile – può fare un'attività di prevenzione più efficace. In altri casi invece è necessaria la presenza visibile per il cittadino, e allora ci sono altre soluzioni (veniva citata prima l'associazione nazionale Carabinieri, sono associato pure io, fanno lo stesso compito, farsi vedere con una pettorina con scritto «Carabinieri», quella è più che sufficiente, non costa niente, è volontariato, in alcune realtà può essere pure quella la risposta migliore ed è anche non mortificante per il militare che deve starsene con 40 chili di roba addosso a fare nulla). Tuttavia, per avanzare una proposta su come rimodulare «Strade Sicure» abbiamo bisogno di un'istruttoria più approfondita che ci permetta di capire quali siano le proporzioni e quale potrebbe essere la risposta che permette non di togliere risorse all'Esercito per darle ai Carabinieri, ma di consentire ai militari dell'Esercito di avere più tempo e più risorse per l'addestramento, perché l'attività fuori area dovrebbe essere il punto principale di quella Forza armata.

  ROBERTO PAOLO FERRARI. Ringrazio i rappresentanti del COCER sezione Carabinieri. Ci tengo a rappresentare che l'operazione «Strade Sicure» è nata, come hanno evidenziato i colleghi, in un momento storico particolare e poi si è stabilizzata proprio perché minacce crescenti e anche diverse si sono concretizzate nel corso degli anni. Tuttavia, essa nacque come concorso delle Forze armate alla gestione della sicurezza interna, che è compito precipuo delle Forze di Polizia. Quindi, sotto questo punto di vista non condivido quando si dice che l'impiego delle Forze di Polizia a ordinamento civile o militare non sia idoneo a svolgere i compiti di «Strade Sicure».
  Detto questo, dobbiamo ringraziare le Forze armate per l'impegno svolto in più di 10 anni in quest'operazione. Ma se siamo qui a parlare dell'operazione «Strade Sicure» è perché nel corso di questi anni si sono manifestate anche note problematiche; in particolare, da operazione straordinaria, l'operazione è diventata stabile. Ringrazio i rappresentati del COCER sezione Carabinieri perché hanno voluto portarci e proporre delle soluzioni che possono Pag. 21 essere diverse da quelle che hanno prospettato i colleghi dell'Esercito e delle altre due Forze armate che oggi abbiamo sentito, però sono soluzioni concrete che fanno anche riferimento a determinati numeri che è nostro compito analizzare e poi valutare, e che magari potranno anche trovare una giusta soluzione di sintesi, ricalibrando quelli che possono essere i numeri dell'operazione, anche a vantaggio di quello che può essere un riempimento dei ruoli all'interno dell'Arma dei carabinieri o delle altre Forze di Polizia ordinamento civile.
  Da ultimo, faccio riferimento al fatto che con ogni probabilità sia «Strade Sicure», sia l'altra indagine conoscitiva che abbiamo concluso, quella sullo stato del reclutamento nelle carriere iniziali delle Forze armate, hanno una stretta correlazione e probabilmente le risposte che questa Commissione dovrà dare dovranno essere anche frutto di tutto l'insieme di audizioni che abbiamo svolto.

  FABIO MASSIMO BONIARDI. Molto velocemente, perché tante cose sono già state dette dai colleghi. Parlo, come dicevo la settimana scorsa quando abbiamo ascoltato i rappresentanti del COCER sezione Esercito, da fruitore dei servizi dell'operazione «Strade Sicure», essendo stato ed essendo tuttora assessore alla sicurezza di un comune di 40.000 abitanti, nella prima cerchia della provincia di Milano. È vero; i Prefetti utilizzano questo strumento nella maggior parte delle volte per dare risposte, magari al sindaco del comune che fa richiesta di verificare determinate situazioni straordinarie che si verificano sul territorio. Mi auguro vivamente (abbiamo sentito tutte le vostre «lamentele») che si possa riuscire a trovare una soluzione a quelle che sono le problematiche che avete esposto. Mi auguro, inoltre, che l'operazione non vada a morire perché, ripeto, è utile per le Amministrazioni comunali e per far sentire alla popolazione la presenza dello Stato. Questo è molto importante, perché la sola presenza è importante. Quindi, auspico che vengano fatte tutte le valutazioni del caso e si trovino le soluzioni per soddisfare le vostre esigenze.

  PRESIDENTE. Grazie. Dò la parola al Generale Minicucci per la replica.

  MARCO MINICUCCI, Presidente del COCER Sezione Carabinieri. Veramente pochi secondi. La prima cosa: l'operazione «Strade Sicure» è un'operazione di Polizia, e prende le mosse da quella soprannominata «Vespri Siciliani», dove l'Esercito fu inviato in Sicilia a sostituire le Forze di Polizia, non l'Arma dei carabinieri, per attività di vigilanza fissa e a svolgere le stesse competenze, tant'è vero che, una volta chiusa l'operazione «Vespri Siciliani», gli stessi obiettivi, che peraltro erano aumentati proprio per le richieste dei prefetti e dei sindaci, li abbiamo dovuti rifare noi. «Strade Sicure» nasce dopo l'operazione «Riace», che ripeteva in Calabria la stessa funzione dell'operazione «Vespri Siciliani». Non si può dire (questa è una mia riflessione) che è un'operazione a sé stante, perché il personale dell'Esercito svolge – e lo fa bene – compiti di Polizia, tant'è vero che in quelle rare volte che devono fare attività di pattuglia, non la possono fare da soli, ma con un appartenente alla Polizia (per esempio, alla Stazione Termini).
  «Strade Sicure» è un'attività necessaria. Noi abbiamo fatto la nostra riflessione e se quei 40 milioni che sono dati per l'attività di funzionamento di 7.000 unità, fossero moltiplicati per 110.000 Carabinieri, ci dovrebbero dare circa 500 milioni di euro all'anno per avere lo stesso importo che serve per impiegare quei 7.000 militari. E non è vero che se ci date quei 40 milioni, noi non li utilizziamo per mettere a posto le caserme; infatti, a Reggio Calabria, «Strade Sicure» è ospitata all'interno della scuola allievi dei Carabinieri. Questa è una riflessione; non diciamo questo per screditare qualcuno o per dire che l'Esercito non lavora bene. Se lo Stato vuole impegnare bene i propri fondi, che sono tantissimi, li può dare a noi che torneremo a fare la vigilanza fissa laddove necessario e che abbiamo la possibilità di fare altre due o tre cose contemporaneamente, perché possiamo fare la vigilanza fissa, la pattuglia e l'attività di Polizia giudiziaria, che sono i compiti principali, tant'è vero nel nostro documento non a caso partiamo col dire Pag. 22che cosa siamo, ma non parliamo dei Carabinieri, parliamo di Forze di Polizia. Dal 2002, per fare 6 ore di servizio esterno, diamo ai Carabinieri 6 euro lordi ; non diamo 38 ore di straordinario per fare il servizio di vigilanza. Allora, visto che siamo la sezione del COCER e rappresentiamo il personale, noi dobbiamo dare una risposta al personale perché se si trovano 4,6 milioni per darli – non a tutto l'Esercito – ma a 7.000 militari di «Strade Sicure», non si può dire che i Carabinieri – che hanno un milione e cento mila ore di straordinario non pagate – non debbano avere parte di quei fondi che vengono reperiti. È un nostro dovere sottolinearlo, ma non vogliamo screditare l'Esercito. All'estero le missioni MSU o la Stability Policing la svolgiamo noi, dove? In quelle località del Kosovo e della Bosnia, dove non serve il militare armato di carri armati, ma serve il poliziotto militare, come è quello dell'Arma dei Carabinieri, che è la figura migliore all'estero.
  Visto il livello di minaccia che c'è in Italia, vogliamo impiegare qualcosa in meno, quando ci sono le Forze – Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia penitenziaria, una volta la Forestale – che invece hanno questo compito precipuo? È una riflessione; non vogliamo criticare, ma dire quello che riteniamo occorra fare visto che ci avete chiamato per dare un nostro contributo.

  PRESIDENTE. Grazie, Generale. Ringrazio i nostri ospiti, tutti gli intervenuti, e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.20.