XVIII Legislatura

IV Commissione

Resoconto stenografico



Seduta pomeridiana n. 3 di Mercoledì 26 giugno 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE CONDIZIONI DEL PERSONALE MILITARE IMPIEGATO NELL'OPERAZIONE «STRADE SICURE»

Audizione del Comandante del Comando forze operative sud (COMFOP SUD), Generale di Corpo d'armata, Rosario Castellano.
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 
Castellano Rosario , Comandante del Comando forze operative sud (COMFOP SUD) ... 3 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 7 
Del Monaco Antonio (M5S)  ... 7 
Tripodi Maria (FI)  ... 8 
Paolini Luca Rodolfo (LEGA)  ... 8 
Chiazzese Giuseppe (M5S)  ... 8 
Iovino Luigi (M5S)  ... 8 
Deidda Salvatore (FDI)  ... 9 
Toccalini Luca (LEGA)  ... 9 
Iorio Marianna (M5S)  ... 9 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 9 
Castellano Rosario , Comandante del Comando forze operative sud (COMFOP SUD) ... 10 
Paolini Luca Rodolfo (LEGA)  ... 10 
Castellano Rosario , Comandante del Comando forze operative sud (COMFOP SUD) ... 10 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 11 
Perego Di Cremnago Matteo (FI)  ... 11 
Iovino Luigi (M5S)  ... 11 
Castellano Rosario , Comandante del Comando forze operative sud (COMFOP SUD) ... 12 
Del Monaco Antonio (M5S)  ... 12 
Castellano Rosario , Comandante del Comando forze operative sud (COMFOP SUD) ... 12 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 12 

ALLEGATO: Presentazione informatica illustrata dal Comandante del Comando forze operative sud (COMFOP SUD) ... 13

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Sogno Italia - 10 Volte Meglio: Misto-SI-10VM.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIANLUCA RIZZO

  La seduta comincia alle 15.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del Comandante del Comando forze operative sud (COMFOP SUD), Generale di Corpo d'armata, Rosario Castellano.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle condizioni del personale militare impiegato nell'operazione «Strade sicure», l'audizione del Comandante del Comando delle forze operative sud, Generale di Corpo d'armata Rosario Castellano.
  Saluto e do il benvenuto al Generale Castellano, che ringrazio per la sua presenza all'incontro di oggi. Il Generale Castellano è accompagnato dal Maggiore Luca Pecoraro.
  Ricordo che dopo l'intervento del Generale Castellano darò la parola ai colleghi che intendano porre domande o svolgere osservazioni. Successivamente, il Generale potrà rispondere alle domande poste. A tal proposito, chiedo ai colleghi di far pervenire fin da ora al banco della presidenza la propria iscrizione a parlare.
  Do quindi la parola al Generale Castellano.

  ROSARIO CASTELLANO, Comandante del Comando forze operative sud (COMFOP SUD). Onorevole presidente, onorevoli deputati, vi ringrazio per quest'opportunità che mi avete concesso di contribuire a quest'indagine conoscitiva sulle condizioni del personale militare impiegato nell'operazione «Strade sicure» attraverso degli approfondimenti sulla stessa operazione, e in particolare su Terra dei fuochi.
  Ovviamente, l'intervento odierno riguarderà l'area di responsabilità delle forze sotto il mio comando, un comando multifunzione a valenza regionale che inquadra circa 24.000 uomini e donne sia militari sia civili in un'area che si estende dal Lazio alla Calabria, comprendendo le isole maggiori.
  Come già indicato e illustrato dal Capo di stato maggiore dell'Esercito, il contingente nazionale di forze autorizzate è attualmente pari a 7.565, suddiviso in tre macroaree. In particolare, nella mia area, con riferimento all'operazione «Strade sicure», operano circa 5.000 militari, pari al 65 per cento del contingente nazionale, presso quattro province, denominate piazze.
  Mi preme precisare che il 42 per cento di tali forze, poco più di 1.800 unità, è impegnato nella città di Roma e provincia.
  In aggiunta, nel semestre in corso il contingente è stato incrementato per fronteggiare interventi emergenziali quali il sisma di Ischia e il concorso a favore della 30ª edizione delle Universiadi: 500 unità per le Universiadi.
  Mi preme ancora evidenziare che il dispositivo impegnato per la sicurezza di tale ultima attività, oltre alle 500 unità, si compone anche di un'aliquota di forze pari a 165 militari derivanti dalla riarticolazione del personale già impegnato in «Strade sicure» nella provincia di Napoli. Pag. 4
  L'attuale articolazione del dispositivo prevede il concorso del personale militare per la vigilanza di 272 obiettivi su 463 nazionali, pari circa al 60 per cento. Tali siti sono suddivisi in fissi, dinamici, centri di accoglienza richiedenti asilo e centri di permanenza per il rimpatrio. Nella lastrina intitolata «Situazione di dettaglio» sono indicati i dati della mia area comparati con quelli nazionali.
  Durante lo svolgimento di tale operazione, tra le lezioni apprese e gli approfondimenti svolti sul campo, è emerso che le attività dinamiche, come ribadito dai precedenti relatori, consentono di perseguire migliori risultati nel prevenire e contrastare fenomeni criminosi.
  In tale contesto, un approfondimento particolare merita la città di Roma. Nella capitale, infatti, è presente una quantità elevata di obiettivi presidiati con attività statiche (109 su 203, pari al 50 per cento). Nell'area di responsabilità sono presenti e vigilanti siti dell'UNESCO, sedi diplomatiche, luoghi di culto, porti, aeroporti e stazioni ferroviarie. È da evidenziare che tra questi siti sono presenti sedici centri di accoglienza richiedenti asilo e centri di permanenza per il rimpatrio: sedici sui diciotto nazionali.
  L'impiego della Forza armata in concorso alle Forze dell'ordine va analizzata con una vision interagency, portata avanti tanto con attività esclusivamente militari quanto con quelle congiunte sulla base delle disposizioni dei prefetti designati. Tale cooperazione si realizza prevalentemente nelle attività di comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica e nei comitati tecnici in ambito prefetture e questure interessate, creando una vera e propria unità di intenti e consentendo il necessario sharing, la necessaria condivisione di informazioni e di orientamenti, che permettono poi di indirizzare le reciproche attività sia di pianificazione sia di condotta sul territorio.
  Quanto detto sinora trova riscontro nei dati relativi ai risultati conseguiti. Tra questi, ritengo opportuno evidenziare il sequestro di più di 2 tonnellate di sostanze stupefacenti e di 9.000 veicoli, dati questi riferiti alla mia area di responsabilità nel corso degli ultimi undici anni dell'operazione «Strade sicure».
  Passo ora a fornire alcuni approfondimenti relativi alle attività che svolgiamo nella cosiddetta Terra dei fuochi. A seguito del decreto-legge n. 136 del 2013, convertito nella legge n. 6 del 2014, segnatamente nelle province di Napoli e Caserta opera un contingente orientato esclusivamente alla prevenzione e al contrasto dei reati ambientali, con particolare riferimento ai roghi e allo sversamento illegale dei rifiuti.
  L'attività del contingente militare, attualmente pari a 255 unità (130 a Napoli e 125 a Caserta), si inquadra in un più ampio ventaglio di provvedimenti e iniziative sia governativi sia regionali. Il fenomeno dello sversamento illecito dei rifiuti e dei roghi, che ha origine dal diffuso malcostume e da evidenti interessi economici, ha indotto il Governo e le autorità regionali e locali a definire gli elementi organizzativi di dettaglio attraverso l'emanazione di specifici patti, piani regionali e protocolli d'intesa.
  In particolare, le operazioni di prevenzione e contrasto al fenomeno sono state da noi articolate in tre livelli. Nel dettaglio, il primo livello si riferisce ad attività svolte quotidianamente dai militari sul territorio mediante il pattugliamento su itinerari non fissi all'interno di specifici box, ossia delle aree di intervento preventivamente delimitate e circoscritte, in particolare nella zona vesuviana e giuglianese. Tali pattuglie operano in piena autonomia, garantendo un'attività operativa finalizzata all'identificazione di persone sospette e/o artefici di condotte illecite afferenti all'abbandono e alla combustione dei rifiuti. Una volta individuate le aree critiche all'interno di questi box, ovvero i siti sospetti, si procede a interessare le polizie locali, e qui si passa al secondo livello.
  Il secondo livello riguarda, infatti, le attività svolte dalle polizie municipali e locali con il supporto del personale militare. Tale tipologia di intervento è prioritariamente mirata al controllo del territorio, con particolare riferimento alle aree in cui sono presenti siti di stoccaggio e di trattamento rifiuti. Pag. 5
  Qualora gli obiettivi individuati dovessero presentarsi particolarmente critici, viene incrementato il livello di intervento, e qui si passa al terzo e ultimo livello, focalizzato su attività di carattere straordinario, attività discendenti dalle valutazioni espresse dalla cabina di regia presieduta dal delegato del Governo, viceprefetto Iorio, e condotte da una task force di composizione variabile in base alla situazione con assetti misti appartenenti alle Forze dell'ordine (Polizia di Stato, Arma dei carabinieri, Guardia di finanza, polizia provinciale, polizia locale) con il supporto dell'Esercito.
  In relazione alle esigenze possono essere altresì interessate dalla cabina di regia altre agenzie locali che insistono sul territorio, quali l'Agenzia regionale protezione ambiente, l'Azienda sanità locale e uffici tecnici comunali.
  Nel ribadire quanto detto e volendo entrare nel merito dell'impiego dell'Esercito, a titolo di esempio ritengo opportuno mostrare due filmati che consentono di comprendere nel dettaglio alcune delle modalità operative.
  Dal video è possibile vedere come un individuo, colto in flagranza di reato mentre sta sversando i rifiuti, venga poi condotto presso il più vicino posto di Polizia per essere sottoposto ai controlli di polizia giudiziaria.
  Passiamo al secondo filmato. Il filmato mostra come i nostri droni Raven, recentemente introdotti nel dispositivo, individuino il caricamento di rifiuti su un camion con la chiara intenzione di procedere poi allo sversamento illegale degli stessi. A seguito di tale intercettazione, l'aliquota di pronto intervento ha effettuato il fermo e condotto le persone identificate presso la più vicina stazione di Polizia.
  Passo ora a parlare della homeland security. Mi preme evidenziare come l'analisi e lo studio dell'ambiente svolto dalle pattuglie nelle aree di interesse, che come abbiamo detto sono ripartite in box, consentono di prevenire e mitigare efficacemente le attività illegali. Inoltre, l'interazione degli attori presenti sul territorio (Forze dell'ordine e varie agenzie ed enti locali) con l'Esercito è fondamentale e rappresenta la vera chiave del successo.
  Un altro aspetto su cui porre attenzione riguarda l'impiego degli assetti specialistici ad alta connotazione tecnologica, quali i citati droni.
  Attualmente, sono impiegati due assetti, che consentono lo svolgimento di dieci ore di volo al giorno su Napoli e Caserta. Come già evidenziato con il secondo filmato, questi mezzi consentono l'acquisizione di informazioni e il controllo di aree estese, rappresentando di fatto un moltiplicatore di effetti. Qualora, infatti, la situazione lo consenta, dopo aver intercettato l'evento criminoso, un'unità di reazione rapida interviene sul posto.
  In questa diapositiva è possibile vedere i risultati finora conseguiti nell'ultimo semestre, da gennaio a oggi. Di rilievo è il consistente numero di veicoli controllati, più di 1.200, di cui il 10 per cento, centoventinove, posti sotto sequestro dell'autorità giudiziaria.
  Un altro elemento da evidenziare è l'elevato numero di persone identificate, più di 1.400, di cui il 6 per cento, ottantanove, denunciati all'autorità giudiziaria.
  Al fine di comprendere l'impatto che l'impiego statico ha avuto sulla condotta delle attività operative e dei relativi risultati, il grafico nella diapositiva che riporta il trend delle attività di primo, secondo e terzo livello evidenzia come fino al mese di ottobre, delimitato da un istogramma, le attività di secondo e terzo livello, ossia quelle che prevedono l'impiego congiunto di Esercito e Forze di polizia, a fasi alterne siano progressivamente aumentate. Da ottobre in poi, sottraendo forze dall'attività dinamica per la vigilanza fissa di impianti di stoccaggio rifiuti, è possibile notare il progressivo decremento di dette attività. Tale processo ha portato inevitabilmente a un incremento delle condotte illecite.
  Procederò ora a trattare i fattori che condizionano l'impiego dei militari. Partendo dalla preparazione del personale, ciascun militare svolge a premessa dell'impiego specifiche e standardizzate attività formative e addestrative. In particolare, l'addestramento si focalizza sul pattugliamento Pag. 6 appiedato e motorizzato in aree urbane, metodo di combattimento militare che consente di ingaggiare a mani nude eventuali facinorosi, posti di controllo, procedure di identificazione e sessioni informative sui reati previsti dal codice penale condotte avvalendosi della collaborazione di personale specializzato appartenenti alle Forze dell'ordine e addestramento all'antisommossa.
  Ulteriore elemento di fondamentale importanza è rappresentato dai criteri di impiego. Stanti, infatti, i molteplici impegni addestrativi e operativi all'estero, seguendo le linee di indirizzo tracciate dal signor Capo di stato maggiore dell'Esercito, ho emanato specifiche direttive, quali: pianificazione triennale al fine di consentire al personale di programmare le esigenze personali e familiari conoscendo in anticipo gli impegni di servizio; impiego semestrale, che si pone l'obiettivo di garantire un'adeguata alternanza di impiego operativo e recupero psicofisico al termine del semestre di impiego; valutazione dei precedenti impieghi, garantendo una continuava rotazione del personale; vicinanza geografica, ogni qual volta possibile alle proprie sedi stanziali.
  In merito all'equipaggiamento, va ribadito che la configurazione dello stesso è stata rivista poco meno di un anno fa in base al livello di minaccia e del rischio, che varia da sito a sito.
  Passando a illustrare le azioni poste in essere per il monitoraggio delle condizioni di lavoro, le disposizioni emanate dalla Forza armata prevedono che i comandanti effettuino una costante analisi dei fattori di rischio. Tale azione si estrinseca anche attraverso l'acquisizione e la verifica dei dati ambientali resi disponibili dalle agenzie regionali per la protezione ambientale.
  A supporto dei comandanti, il Capo di stato maggiore dell'Esercito ha disposto che la Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza e prevenzione e protezione fornisca ausilio per l'analisi dei fattori e l'impiego di eventuali assetti specialistici.
  Un altro rilevante aspetto riguarda il benessere psicologico. Questo è strettamente connesso con la prontezza psicofisica e con l'efficienza operativa dei militari.
  Al riguardo, ho avviato una capillare azione di monitoraggio e coordinamento di tutte le risorse umane impiegate nella mia area di responsabilità. In relazione alle attività condotte a supporto del benessere psicofisico del personale, per fare un esempio, nell'ultimo semestre circa 2.000 militari hanno partecipato alle sessioni informative sulla gestione dello stress pre impiego e 400 agli interventi psicologici post impiego.
  Inoltre, ho costituito due team ad hoc di supporto al personale, che durante la fase esecutiva dell'operazione ha effettuato due attività tese ad analizzare la percezione che i militari impiegati hanno della missione e delle proprie condizioni.
  Gli obiettivi del monitoraggio psicologico sono principalmente due: mettere il personale nelle migliori condizioni possibili e prevenire l'insorgenza di situazioni critiche.
  Ulteriore fondamentale elemento connesso al benessere del personale è rappresentato dalla sistemazione alloggiativa. Nell'ambito dell'area di responsabilità, il contingente è dislocato in strutture civili e militari, tra cui 28 caserme, alcune delle quali particolarmente vetuste.
  Per quanto riguarda le strutture attualmente impiegate, sono stati recentemente stanziati circa 3 milioni di euro da impiegare per gli interventi di manutenzione secondo un'attenta programmazione volta a garantire al personale una sistemazione alloggiativa sicura e decorosa. Tali fondi hanno consentito l'avvio di parte degli interventi manutentivi ad alcune delle citate infrastrutture.
  L'alloggiamento del personale rappresenta un aspetto su cui la Forza armata pone particolare attenzione, e per tale motivo ho disposto che i comandanti dipendenti ai vari livelli ordinativi svolgano continui e costanti controlli volti a individuare elementi di criticità per guidare la pianificazione degli interventi da porre in essere in base alle risorse economiche disponibili.
  In conclusione, mi preme sottolineare che l'approccio prevalentemente dinamico Pag. 7consente di ottimizzare gli effetti. Per tale ragione, ferma restando la necessità di mantenere alcuni siti fissi di prioritaria importanza nella città di Roma, l'impiego dell'Esercito dovrebbe essere svincolato dalla vigilanza statica su obiettivi di secondo piano.
  In particolare, si potrebbe ottimizzare e massimizzare i risultati accorpando alcuni di questi obiettivi sensibili in aree obiettivo e controllare gli stessi attraverso attività dinamiche. Tale aspetto è stato da me recentemente evidenziato, il 18 giugno ultimo scorso, al prefetto di Roma e al questore di Roma, responsabili della sistemazione del personale sui siti.
  Infine, ultimo punto, per migliorare le condizioni dell'alloggiamento del personale occorre seguire numerosi interventi di manutenzione con maggiori risorse finanziarie per la manutenzione stessa e per l'ammodernamento di quelle infrastrutture vetuste.
  Ho concluso. Onorevole presidente e onorevoli deputati, resto a disposizione per eventuali quesiti.

  PRESIDENTE. Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ANTONIO DEL MONACO. Grazie, Generale Castellano, per la sua relazione.
  Ancora una volta, mi rendo conto che l'attività che svolgono i nostri militari nell'operazione «Strade sicure», e in particolar modo nel centro-sud dove c'è anche quest'ottica in più che riguarda la Terra dei fuochi, è importantissima e non può essere più vista come qualcosa di emergenziale. Ormai, è diventata qualcosa di strutturale, che ha sicuramente un futuro in tal senso.
  Tuttavia, quest'attività fatta quotidianamente vede sul territorio tantissimi uomini. Parlavamo di 7.500 uomini, più o meno, che vanno moltiplicati per tre, tra quelli che operano, quelli che devono sostituire e quelli che sono in approntamento, per cui siamo nell'ambito di 22-23.000 uomini soltanto per «Strade sicure».
  Chiaramente, lei stesso parlava delle difficoltà a livello logistico, vale a dire per quanto riguarda le strutture, le caserme. Molte hanno i loro anni e le loro difficoltà per metterle a posto dal punto di vista della struttura.
  Al di là delle camerate, come mi capita spesso di sentire, o magari dei servizi, i nostri uomini lamentano sia l'impiego statico, sia soprattutto la difficoltà a recuperare le ore in più che fanno, visto che non sempre vengono loro pagate le ore di straordinario, e anzi spesso deve trascorrere un bel po’ di tempo prima di avere lo straordinario. Addirittura tornano al reparto, come diceva anche il Capo di stato maggiore, con 60 giorni da recuperare, che significa tre mesi di allontanamento dal reparto.
  Tutto questo potrebbe essere in parte risolto dando la possibilità, come ci indicavano, di fare una turnazione non «in quinta» ma «in sesta», ma soprattutto cercando di rendere più dinamico l'impiego, che diventa anche meno logorante per certi versi.
  Da quanto ho percepito, chi deve definire il tipo di impiego è il prefetto. Mi sembra strano, però, come ci indicavano stamattina, che si sorvegli una chiesa chiusa magari il sabato o la domenica o in periodi in cui è chiusa. Si sta lì, comunque, in posizione statica, mentre magari in posizione dinamica si potrebbe avere un impiego che permetta di avere una vigilanza su un più ampio raggio, su un settore più ampio. Anziché sorvegliare un monumento, un consolato o un'ambasciata, se ne potrebbero sorvegliare due o tre se non sono molto distanti tra loro. Questo permetterebbe di ridurre gli uomini, e soprattutto di dare più spazio anche ai recuperi.
  Come mai, tenuto conto che da parte vostra, e anche da parte del Capo di stato maggiore e del Comandante del COMFOTER, è stata manifestata questa necessità di dare una maggiore dinamicità a questo tipo di impiego, i prefetti, in questo caso, tendenzialmente vogliono mantenere questo tipo di staticità? Va detto che la staticità porta, non solo a un maggior numero di uomini, ma anche a un logorio del servizio che si svolge. In quel caso, c'è quindi bisogno di una maggiore capacità di recupero Pag. 8 a livello psicofisico. Chiaramente, tutto questo mette un po’ in crisi, e giustamente lei deve poi intervenire dal punto di vista psicologico.
  Le risorse economiche giustamente sono poche, e bisognerebbe maggiormente intervenire in maniera che gli straordinari possano essere dati per quello che viene fatto. Soprattutto, c'è l'indennità onnicomprensiva. Chiedevo anche stamattina al Comandante di COMFOTER per sapere se è piatta, uguale per tutti, o è differenziata. È differente tra ufficiali, sottufficiali e graduati? Se è differente, c'è da parte vostra una proposta per guardare più a un incremento dell'indennità o a un incremento del pagamento degli straordinari.

  MARIA TRIPODI. Voglio ringraziare il Generale per la dettagliata relazione.
  Io sono stata molto attenta nel seguire tutta l'esposizione passo passo e non posso, come il collega, che soffermarmi sulla questione inerente proprio alla tutela del personale. Prendendo in considerazione anche le difficoltà ambientali, e non solo, si evince chiaramente che c'è proprio una difficoltà nel prestare servizio in condizioni magari difficili.
  In particolare, ho delle perplessità sulla questione del metodo del combattimento militare, che, come scritto nella relazione, consente di ingaggiare a mani nude eventuali facinorosi. Lei perdonerà la mia mancanza di grande conoscenza della materia, ma mi chiedo: com'è possibile che un nostro militare possa interfacciarsi a mani nude con facinorosi? Non è particolarmente pericoloso?
  Sulla questione delle caserme, del ricongiungimento con i familiari o altro, tutti sappiamo che c'è grande difficoltà a trovare risorse e ad avere tutto quello che può dare un beneficio ai militari, ma auspichiamo che tutto il nostro personale venga messo nelle condizioni di lavorare al meglio.

  LUCA RODOLFO PAOLINI. Generale, vorrei chiederle qualcosa di più dettagliato sull'uso dei Raven.
  In particolare, sono abilitati anche alla visione notturna, alla sorveglianza notturna, o a fare solo voli diurni? Seconda domanda: l'analisi dei dati viene fatta ex post o c'è una sorveglianza diretta?
  Terzo punto, i voli di sorveglianza sono mirati su bersagli già precedentemente identificati dalle pattuglie sul territorio o sono random per poi analizzare solo ex post le immagini ricavate?
  Quarto e ultimo quesito: è prevista l'ipotesi di utilizzare i droni come sorveglianza generale del territorio, per farlo proteggere da pattuglie mobili in quel dispositivo dinamico di cui si parlava, che intervengano su early warning partendo proprio dai droni?

  GIUSEPPE CHIAZZESE. Grazie, Generale, per la sua relazione.
  Sono rimasto particolarmente impressionato dai numeri che lei citava riguardo alla percentuale di auto e di civili controllati, che ci fanno capire quanto sia importante effettivamente essere sempre presenti sul territorio, e anzi in misura anche sempre maggiore, dato questi numeri che avete riscontrato.
  Vorrei, però, soffermarmi un attimo sul personale. Di tanto in tanto, vedo i militari impegnati in quest'attività e capita magari che a volte non veda il gazebo, o comunque li veda in zone particolarmente assolate, senza un riparo. Mi chiedo se in alcuni punti abbiano dei servizi igienici nelle vicinanze di cui usufruire.

  LUIGI IOVINO. Grazie, Generale, per la relazione.
  «Strade sicure» è sicuramente un progetto molto importante, in particolare per il sud. Io vengo da quel territorio e ho notato veramente la particolare attenzione che i nostri militari, in particolare i giovani, dedicano al territorio e al pattugliamento di tutte le zone in cui vengono stanziati.
  Mi vorrei soffermare, come ha fatto il collega Del Monaco, sulla problematica della retribuzione. In particolare, mi hanno segnalato che i pagamenti avvengono in genere con grande ritardo, e questo, oltre a portare uno spiacevole disagio, può comportare per quei militari, per quei ragazzi, soprattutto per chi ha una famiglia a carico, Pag. 9 e quindi anche dei bambini, una grande uscita economica. Se i pagamenti già avvengono con ritardo, per i militari coniugati che lavorano a distanza dal luogo di residenza questo può comportare ancor di più un aggravio economico.
  C'è anche questa differenza tra il personale militare e quello della Polizia di Stato. Le Forze di polizia non sono obbligate a stare lontano dal luogo di residenza.
  C'è ancora un'altra problematica, quella riscontrata da chi magari deve pagare anche dei servizi assistenziali, cioè altri servizi per la gestione della propria famiglia. Pensiamo, per esempio, a quei ragazzi coniugati che devono pagare la baby sitter. Tanti ragazzi mi hanno scritto e ci hanno segnalato che questo è un grande problema: non solo non vengono pagati e vengono pagati con ritardo, ma devono anche sostenere tantissime spese. Questo sicuramente comporta un grande aggravio per quella famiglia.
  Mi chiedo se abbiate già una soluzione in merito, se noi possiamo fare qualcosa per sollecitare gli organi competenti, ma è necessario a mio avviso trovare una soluzione a questa problematica, non solo annosa, ma che può anche portare a demotivare questi ragazzi a lavorare.

  SALVATORE DEIDDA. Grazie, Generale, soprattutto per l'opera prestata nella Terra dei fuochi. Abbiamo più volte chiesto che l'operazione «Strade sicure» venisse estesa in quelle aree.
  Da inizio Legislatura, solleviamo come forza politica delle criticità. Alcune sono state affrontate e le state risolvendo. In merito alla questione alloggi, ho apprezzato anche pubblicamente alcuni interventi che avete fatto qui a Roma e anche in altre città.
  Rimangono altre perplessità, ma non è nelle vostre competenze, perché molto dipende dalle risorse economiche. Uno dei problemi è che, per le brigate impiegate, la coperta è sempre corta. Gli uomini a volte sono chiamati operare nell'ambito di «Strade sicure» per sei mesi, per poi rientrare e usufruire dei permessi, ma poi si devono già addestrare per partire per qualche missione internazionale. C'è a volte il rischio che non si riesca ad usufruire di tutti i permessi. Come ha detto il collega, non si può stare lontano così tanto. Ho chiesto anche al Capo di stato maggiore se sia possibile una diversa rotazione delle brigate, magari con minor tempo, non sei mesi.
  C'è, poi, il problema degli straordinari pagati. Chi viene soprattutto da fuori – faccio l'esempio della «Julia» o della brigata «Sassari», ma riguarda un po’ tutti – è in un territorio che non è casa propria, è in missione e dovrebbe essere retribuito come per una missione, anche se non è in zona di guerra.
  Inoltre, quando si va all'estero – mi scusi l'ignoranza, non so ben spiegarglielo tecnicamente – una brigata porta con sé tutto il comando, mi pare di capire. Quando, invece, si tratta di una missione, non ci va tutto il comando della brigata, ma solo un generale; quindi si separano i corpi. Sarebbe possibile, invece, fare in modo che parta tutta la squadra, come in una missione internazionale?

  LUCA TOCCALINI. Ringrazio anch'io il Generale e tutti i suoi uomini impegnati in teatri molto complessi, come quello della Terra dei fuochi che abbiamo visto poco fa.
  La mia domanda è relativa a una relazione della Corte dei conti del 2013, che promosse l'operazione «Strade sicure», ma criticò i cosiddetti pattugliamenti misti, quelli fatti con altre Forze armate o con altre Forze di polizia. Mi piacerebbe capire quali possono essere le criticità derivanti da questa scelta.

  MARIANNA IORIO. Grazie al Generale per la relazione.
  Le segnalazioni che riceviamo molto spesso riguardano gli alloggi, in particolare in zona Cecchignola. Vorremmo capire qual è la situazione attuale delle strutture.
  Inoltre, quando i militari sono fuori servizio possono spostarsi dalla loro postazione, dalla sede di servizio?

  PRESIDENTE. Do la parola al Generale Castellano per la replica.

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  ROSARIO CASTELLANO, Comandante del Comando forze operative sud (COMFOP SUD). Penso comunque di poter fornire almeno in primis alcuni elementi di risposta. Per gli altri, mi riservo degli approfondimenti.
  In merito alle perplessità indicate dall'onorevole Del Monaco riferite al prefetto, è l'autorità prefettizia a essere responsabile della dislocazione, della scelta e della tipologia di difesa che deve essere posta su uno o su più siti. Qualche tempo fa, ho scritto le lettere a tutti i prefetti della mia area su indicazione del Capo di stato maggiore dell'Esercito per invitarli a passare a un dispositivo più dinamico.
  Più o meno tutti hanno seguito queste indicazioni, che avevano una valenza anche dal punto di vista operativo territoriale, ma in alcune aree si continua a trovare una certa ritrosia. La domanda va fatta ai prefetti.
  Per quanto riguarda la questione dell'indennità, l'indennità omnicomprensiva giornaliera è pari, fuori sede, a 26 euro lordi; nella sede di servizio, quella chiusa all'interno di un raggio di 100 chilometri, è di 13 euro lordi, indipendentemente dal grado. È, invece, sì, in funzione del grado il compenso del lavoro straordinario, che è di 14 ore e mezzo al mese.
  È chiaro, poi, che la Terra dei fuochi ha ormai assunto un dispositivo consolidato, per cui si continua a procedere, visto anche che i risultati si ottengono. Soprattutto questo è un periodo veramente di fuoco, parlando di questo territorio.
  In merito al quesito posto dall'onorevole Tripodi relativo alla tutela del personale e al fatto che si evince che c'è difficoltà a prestare servizio in condizioni disagiate, la domanda era: «Che cosa si intende per “ingaggiare a mani nude dei facinorosi”?».
  È chiaro che qui la difesa è proporzionale all'offesa. Se il facinoroso ha una bottiglia rotta in mano, come spesso accade, soprattutto quando capita a un ubriaco o a chi ha fatto utilizzo di sostanze stupefacenti, e si avvicina ai nostri minacciandoli, è chiaro che la risposta non può essere un colpo di cannone. Pertanto, a mani nude i nostri militari sono abituati e allenati a fronteggiare la situazione con determinati tecniche di difesa personale. Già la facciamo normalmente dal punto di vista dei compiti istituzionali, ma molto di più lo facciamo per quelli approntati per svolgere operazioni di «Strade sicure».
  In merito a quanto chiesto dall'onorevole Paolini sui Raven a visione notturna, rispondo di sì: hanno la visione notturna. L'esame viene fatto in diretta o anche dopo. Il Raven, quest'occhio, questa pattuglia aerea nasce per anticipare le truppe sul terreno in situazioni in cui si trova il nemico. Ora non parliamo di nemico, ma di incendi e di gente che va a sversare i rifiuti.
  Pertanto, si possono adottare tutte e due le tecniche. In un caso, sul momento vedo l'immagine e sul momento ho una pattuglia di pronta reazione che interviene sul posto; nell'altro, individuo con i Raven le aree critiche, su cui vengono utilizzati di più per gli sversamenti di rifiuti; lì vado a piazzare delle telecamere, come avete visto nel primo filmato, e lì intervengo dislocando delle forze mobili in zone di attesa adeguatamente occultate.
  Ho risposto, onorevole Paolini?

  LUCA RODOLFO PAOLINI. Sì, chiarissimo.

  ROSARIO CASTELLANO, Comandante del Comando forze operative sud (COMFOP SUD). In merito a quanto chiesto dall'onorevole Chiazzese sulle auto controllate, i gazebo, i ripari e i servizi igienici, certo, è la nostra principale preoccupazione. Quando i nostri militari svolgono un servizio davanti a dei tribunali dove non ci sono delle caserme o davanti a delle abitazioni dove non ci sono dei bar, dove non c'è niente, si collocano i servizi chimici. Dov'è possibile, ma devo dire che spesso è possibile, si utilizzano i servizi igienici più vicini all'interno di infrastrutture.
  I gazebi vengono messi in condizioni tali da far proteggere il personale sia durante la pioggia sia durante particolari ore assolate. È chiaro che non possiamo mettere un gazebo per ogni angolo della strada, ma lo mettiamo nell'area più sensibile.
  Onorevole Deidda, sappiamo della criticità degli alloggi. Le caserme sono vetuste. Pag. 11Lo sappiamo. I soldi sono sufficienti? Non lo sappiamo. Non credo, ma non sta a me in questa sede fare queste osservazioni.
  Sui sei mesi di missione e poi la missione internazionale ha ragione. Il militare fa un giuramento alla Costituzione, alla Patria. Pertanto, tra i suoi compiti istituzionali, c'è quello di fare il soldato. Il soldato nasce per operare su un territorio di crisi, per difendere la Patria.
  Ora, dopo che questo soldato è stato impiegato inizialmente in operazione «Strade sicure», non mandarlo fuori dal territorio nazionale significa penalizzarlo. Ha nel suo DNA l'operazione. Anche in base a delle specifiche direttive del nostro Capo di stato maggiore dell'Esercito, si va a pianificazione triennale. Il soldato di qualunque unità sa esattamente che cosa deve fare, nell'arco di tre anni e in quei tre anni si organizza.
  Onorevole Toccalini, relativamente al pattugliamento misto, il pattugliamento viene fatto in una prima fase da soli militari; quello che ho fatto vedere prima dei tre livelli. Forse, sono stato troppo breve nella spiegazione. Avrei dovuto perdermi più in qualche dettaglio.
  Giusto per darle un'idea, onorevole, nel primo livello operano soltanto i militari. Che cosa fanno i militari? Studiano il terreno, analizzano quali sono le aree critiche, individuano delle aree sensibili e svolgono il pattugliamento in quelle aree. Questo è il primo livello. Non si muove niente e nessuno.
  A un certo punto, durante questa fase loro intercettano o individuano un punto sensibile, un'area critica, una persona sospetta, un rogo o una fabbrica che stocca rifiuti illeciti, come capita molto spesso. A questo punto, interviene l'Esercito, che chiama la polizia locale e operano insieme, polizia in prima linea e militari in seconda linea, in supporto.
  Qualora questa zona fosse particolarmente sensibile, particolarmente critica, perché c'è da sequestrare per esempio tonnellate di macchine illegali o riparate illegalmente, a questo punto interviene la Polizia di Stato, sempre attraverso la cabina di regia: Polizia di Stato, polizia municipale ed Esercito di terza linea in supporto a tutte e due, ma l'individuazione di queste aree critiche avviene motu proprio. Come? Attraverso pattugliamenti a piedi, attraverso ricognizioni aeree che stiamo svolgendo attraverso i droni Raven. È in questo senso che c'è il pattugliamento misto, ma, più che pattugliamento misto, è un intervento misto.
  L'onorevole Iorio poneva la questione degli alloggi e se i militari quando sono in servizio alla Cecchignola si possono spostare.
  Bene, per gli alloggi alla Cecchignola abbiamo riservato, dei 3 milioni di cui ho parlato prima nella lastrina, una grandissima quantità di fondi proprio per fronteggiare quest'esigenza.
  Quando sono in servizio, si possono spostare? Dipende. Si possono spostare limitatamente al compito che hanno ricevuto. Io mi posso spostare, ma quando sono a riposo, lo sono per un determinato numero di ore, dopodiché devo rientrare. Se riesco a rientrare in quelle ore, sì che mi posso spostare.

  PRESIDENTE. Ho una richiesta per un brevissimo intervento da parte dell'onorevole Perego di Cremnago e per una precisazione dell'onorevole Iovino.

  MATTEO PEREGO DI CREMNAGO. Intervengo solo per un breve quesito.
  Visto che si tratta di militari che svolgono funzioni di pubblica sicurezza e presidio nelle nostre città, mi chiedo se abbiate mai pensato di introdurre lo strumento del taser per garantire la loro efficacia, e tutela, anche alla luce della risposta al quesito della collega Tripodi circa la difesa personale con l'utilizzo solo delle «proprie» armi, che sono le mani. Penso che, proprio come per le Forze dell'ordine e le Forze di polizia, con cui si è sperimentata l'introduzione di questo strumento, anche per i militari possa essere un elemento che ne favorisce la sicurezza e la capacità di intervento.

  LUIGI IOVINO. Intervengo solo per ribadire il quesito che avevo posto prima. Pag. 12Forse, Generale, sono stato poco chiaro nel formulare la domanda.

  ROSARIO CASTELLANO, Comandante del Comando forze operative sud (COMFOP SUD). Certo, sulla retribuzione in ritardo.
  Mi creda, ogni sforzo in questo momento del mio Capo di stato maggiore dell'Esercito, del mio Ministro della difesa e del mio Capo di stato maggiore della Difesa, è teso a risolvere questa problematica, che è a livello nazionale.
  Quali siano le soluzioni in corso o le bozze di soluzioni in corso, non so e non posso dare nessuna risposta, ma certamente questo è un problema all'attenzione dei nostri vertici politici e militari.

  ANTONIO DEL MONACO. Tenuto conto del lavoro che sulla Terra dei fuochi è stato fatto e continua a esserci, questo tipo di lavoro fatto nelle due province di Napoli e Caserta, visto che «Strade sicure» è a livello nazionale e porta ottimi risultati, viene anche fatto o si pensa di poterlo espletare anche nelle altre regioni? Terra dei fuochi non è solo Napoli e Caserta. Con Terra dei fuochi si va oltre Napoli e Caserta, e anzi il più delle volte la troviamo più al Nord che al Sud.

  ROSARIO CASTELLANO, Comandante del Comando forze operative sud (COMFOP SUD).
  Onorevole Del Monaco, il nostro è un modello basato su procedure tecnico tattiche che vanno bene per tutte le stagioni. È chiaro che va adattato al terreno, alla situazione e all'ambiente. Pertanto, lo schema c'è, il frame c'è. Che si tratti di Napoli e Caserta o di Torino e Gorizia, l'importante è adattare questo schema e mettere in pratica queste procedure tecnico tattiche in situazioni similari, ma non uguali a quella di Terra dei fuochi. Certo, è un progetto sicuramente sdoganabile in campo nazionale.
  Per quanto riguarda i taser, onorevole, non sono in distribuzione in questo momento e non mi risulta che possano essere dati in dotazione al nostro personale. È chiaro che questa è la situazione di oggi; domani, può darsi che la situazione cambi.
  Quanto alla difesa personale, per la verità, con tutti i casi che si verificano giornalmente in tutta la mia area di responsabilità, è veramente difficile che un facinoroso abbia il sopravvento. Parliamo o una persona singola o di due persone. I nostri sono due o tre per ogni area ed è possibile supportare questi due o tre in pattugliamento o in check point con altre persone limitrofe, quindi è difficile.
  Notevoli e numerosi sono, però, i casi – vi posso mandare una statistica – in cui i nostri hanno fronteggiato e bloccato la minaccia e hanno consegnato la stessa al posto più vicino di Polizia o hanno chiamato le forze di polizia locali o statali per farla venire a prelevare sul posto.

  PRESIDENTE. Rinnovo i ringraziamenti al Generale Castellano, anche per la presentazione informatica che ci ha illustrato e di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico dell'audizione odierna (vedi allegato).
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.

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